L’estate nella mia terra
di Giuseppe Zingone
È sempre estate nella mia Città, basta un raggio di sole, la risata chiassosa di un bambino. Ma, in effetti la bella stagione non tarda a giungere, così come la ricordo: asfissiante, umida, boccheggiante, Castellammare è “un dolce inferno” verrebbe da dire. Ai primi accenni di cambiamento di tempo le nostre case nel Centro Antico si schiudono, come le rose a Maggio, ed estendono i loro confini reali fin sulle strade, torniamo ad essere una grande famiglia, la cui vita si svolge per le vie, qui nascono nuove storie belle e brutte; i nostri figli giocano infinite partite di calcio nei vicoli e al porto; più volentieri ci si affaccia e i nostri sguardi s’imbrigliano negli occhi del vicino oppure nella casa del dirimpettaio. A qualcuno viene subito in mente la violata privacy, ma per noi è normale, è retaggio antico, del resto in posti come questo è nato il teatro napoletano, le canzoni, le tragedie. La sera, poi, la rassicurante frescura del Faito scivola giù a capofitto tra le strade antiche, lenendo le infuocate ferite scavate dal tempo nei muri; carne e polvere antica, fatta di uomini e fabbricati che chiedono incessantemente a Dio il giusto riposo eterno. Continua a leggere