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Lettere alla redazione 2009

Lettere alla Redazione

Lettere alla Redazione

giovedì 31 dicembre 2009 (Angelo Del Gaudio)

Il messaggio del carissimo Angelo Del Gaudio da Cremona.
“Anche se lontani, con il cuore siamo con te a brindare al nuovo anno ed alle fortune del Liberoricercatore.
Dillo a tutti: questa tua straordinaria intuizione è stata capace di trasformare gli stabiesi vicini e lontani da conoscenti in VERI AMICI. Un abbraccio. Angelo”.

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mercoledì 30 dicembre 2009 (Ersilia Cosenza)

Sono stata una cara amica di Franco Circiello e volevo sapere come pubblicare una lettera dedicata a lui che ci ha lasciato. Saluti.
“Caro Franco, circa un mese fa mi fu detto che forse non eri più qui con noi, su questa terra. Scacciai questa notizia e pensai che si trattava di un omonimo, in realtà col tuo nome ce ne sono parecchi a Castellammare. Penso che non feci niente per scoprire se la notizia era vera, perché non volevo che lo fosse. E solo ieri, dopo un mese, ho saputo che non ti avrei più visto, non ti avrei più parlato o scritto. Dolore, rabbia, sentimenti che ho avvertito e il pensiero che non potrò più vedere il tuo sorriso, che illuminava un viso talvolta stanco, già mi rattrista e tanto. Avevi detto che dovevo conservarti i confetti di mia figlia e li avevo custoditi per te, mi aspettavo di rivederti e vedere la gioia che i tuoi occhi hanno sempre espresso. E poi adesso di te devo solo avere i ricordi: i nostri discorsi sociali, il piacere di ascoltarti, la tua cultura infinita. E quando mi regalasti il tuo libro, in un tuo racconto mi avevi anche citata, il pensiero di leggere le tue storie mi rese felice, pensavo però di non leggere le poesie, ma dovetti ricredermi, tutte bellissime e tutte ricche di gioia e di vita, la tua vita vissuta. Quante storie mi hai raccontato e quanta cultura ho cercato di assorbire dalle tue parole, talvolta non ho condiviso le tue opinioni, talvolta mi sono entusiasmata al pensiero di avere avuto la fortuna incredibile di essere stata scelta da te come amica. Sono convinta che continuerai ad essere accanto a me, mi dicevi che il mondo dei morti era accanto a noi, che non esisteva un al di là; forse non avevo neanche capito bene o non volevo capire bene, ma ascoltarti mi era sempre assai gradito. Ieri sono corsa a casa, per vedere quando mi avevi mandato la tua ultima mail, il 6 ottobre, solo quattro giorni prima di non poterne più scrivere, invitandomi a vedere un film che mi avrebbe ricordato mio padre. Ti risposi il giorno dopo, e la cosa peggiore è che non ti ho più sentito o scritto, forse non volevo sapere. Ciao mio caro amico. Questa è una lettera per te, solo per te. Ersilia Cosenza”.

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lunedì 28 dicembre 2009 (Giuseppe Volpe)

Buongiorno, sono Giuseppe Volpe, sono nato a Castellammare di Stabia il 13/12/1950 e vissuto sino al 1964 in via Fratte (sino al 1975 in via Cicerone), attualmente in Cerveteri (Roma). Ho recentemente conosciuto il Vostro bellissimo (a proposito COMPLIMENTI) sito e… mi sono riconosciuto nella foto di 2^ elementare 1957-58 di Eresiarco Francesco e vorrei avere la possibilità di contattarlo.
Ho riconosciuto amici delle scuole medie Chianese Franco e vorrei avere la possibilità di contattarlo. Infine Ugo Meli, se è quello del’infanzia in via Fratte, vorrei avere la possibilità di contattarlo.

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venerdì 25 dicembre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Caro Maurizio, anche questa volta non ho saputo fare meno di invadere, se mi sarà concesso il tuo sito dando una risposta al sig. Cirillo (rif.: messaggio del 23 dicembre 2009), per la quale mi sento abilitato dalla mia professionalità e dal lavoro che ho svolto di ispettore del Lavoro dell’ASL di Ostia (Vedi l’allegato).
Ti saluto. Gioacchino Ruocco.

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mercoledì 23 dicembre 2009 (Ferdinando Cirillo)

Il sig. Ferdinando Cirillo sottopone una domanda ai lettori, se qualcuno sa rispondere è pregato di contattarci:
“Ho un problema tecnico che vorrei sottoporre alla vostra attenzione in quanto vostro assiduo lettore sperando che voi me lo passiate ai frequentatori del sito con l’auspicio che qualcuno di loro possa aiutarmi: Una lavanderia ad acqua che lava la biancheria usando solo detersivi biodegradabili al 90% , ipoclorito di sodio in ragione dell’ % del bagno di lavaggio ammorbidenti quando occorre; non fa candeggio, non lava a secco per cui non usa solventi di nessun genere deve essere classificata fra le industrie insalubri? Vi ringrazio anticipatamente, nandocirillo”.

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venerdì 18 dicembre 2009 (Silvano Cannavacciuoli)

Ci scrive il carissimo Silvano Cannavacciuoli dagli U.S.A.:
“Carissimo Maurizio, ho letto con immenso piacere la storia di Beppe Cuomo… sembrava come un film in bianco nero della mia gioventù (vissuta a quei tempi). Bravissimo… mi ha fatto commuovere… lo confesso… ricordandomi gioie e tristezze di carattere formativo, cose belle, cose brutte ed alcuni sbagli di una gioventù ormai svanita. Chissà se Beppe ha legami di parentela con Enzo Cuomo, il nostro allenatore di canottaggio degli anni cinquanta? Se ho indovinato… magari può dare i miei saluti affettuosi ad Enzo, una persona molto brava e stimata. Grazie mille e Buon Natale, Silvano Cannavacciuoli”.

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lunedì 14 dicembre 2009 (Cinzia Petagna Cripe)

Ci scrive la sig.ra Cinzia Petagna Cripe dagli U.S.A.:
“Gentile Sig. Cuomo, le scrivo dagli USA dove vivo da molti anni. Nipote e figlia di stabiesi, ho trascorso la prima parte della mia vita a Castellammare e le faccio i complimenti per gli sforzi e il bellissimo lavoro che conduce per valorizzare e sostenere la nostra cara Città.
Per essere breve, ho aperto un blog sul quale parlo di ricordi intrecciati a ricette così come mi sono state tramandate dalla mamma e dai nonni (tra l’altro proprietari di una delle migliori pasticcerie stabiesi fino agli anni ’60). Mi piacerebbe poter linkare il mio blog al suo sito e utilizzare qualcuna delle belle fotografie che lei possiede su di esso. Ho letto il Disclaimer e mi starebbe benissimo, ma mi piace anche un approccio personale in perfetto stile con il carattere di noi stabiesi. Quando avrà un attimo di tempo, provi a visitare il blog: www.cinziamaria.wordpress.com e mi dica le sue impressioni. Nel frattempo la saluto sperando di leggere una sua risposta molto presto. Cordialmente. Cinzia Petagna Cripe”.

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domenica 13 dicembre 2009 (Gigi Nocera)

Ci scrive il carissimo Gigi Nocera in ricordo dell’Illustre stabiese Gabriele De Rosa:
“Nei giorni scorsi è mancato alla cultura italiana un nostro illustre concittadino: GABRIELE DE ROSA. Era nato a Castellammare nel 1917. Per noi giovani che nel dopoguerra ci appassionammo alla democrazia (che era stata brutalmente soffocata nel ventennio fascista) imparammo presto a conoscerlo. Apparteneva a quei numerosi intellettuali della sinistra democristiana, che aveva quali esemplari componenti, fra gli altri,Giuseppe Dossetti e Giorgio La Pira. Fece anche parte di quel gruppo di esimi giuristi che scrissero la nostra Costituzione oggi incomprensibilmente (o comprensibilmente?) tanta avversata. De Rosa, all’interno del mondo cattolico, diventò uno dei più prestigiosi intellettuali. Nei suoi studi storici dedicò molta attenzione alle vicende del movimento cattolico. Offrì anche un importante contributo alla storia della religiosità popolare tramite il volume “Vescovi popolo e magia del Sud”. Fu intimo di Luigi Sturzo del quale scrisse una biografia. Insegnò nelle Università di Padova, Roma e Salerno della quale fu anche rettore. Fu eletto deputato e senatore in diverse legislature nelle file della DC e del PPI. Di questo illustre stabiese molto ci sarebbe da scrivere, ma il compito è molto arduo per me e quindi lo lascio ha chi ha più competenza. Con questa mia ho voluto soltanto mettere in condizione il LIBERO RICERCATORE di ricordare ai suoi lettori questo figlio di Stabia forse poco conosciuto nella sua città natale. Grazie professor De Rosa!”

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sabato 12 dicembre 2009 (Enzo Cesarano)

Rimettiamo alla vostra cortese attenzione l’accorata lettera scritta dal carissimo amico Enzo Cesarano:
“Carissimo Maurizio sai che cerco di disturbarti quanto meno è possibile perché so il lavoro e i sacrifici che ti procura il portare avanti con tanto amore questo Sito che io non mi stancherò mai di dirti che è un bene per tutti noi stabiesi. I problemi che affliggono questa Città sono tanti come il lavoro, la camorra, dei politici e inutile parlarne, ma adesso che si distrugge con tanta disinvoltura il nostro patrimonio storico culturale è di una gravità inaudita. Mi riferisco allo scempio che è stato fatto al Convento della Pace… Fino ad oggi, la chiesa della Pace è stata per centinaia di ragazzi l’unico centro di aggregazione sociale, della zona antica di Castellammare, parlo di via Viviani, Licerta, largo Pace, via Gesù, Santa Caterina. In questo luogo sacro ci sono ricordi bellissimi di intere generazioni, cosa dire non so: il dolore, il rammarico, la rabbia e tanto; cosa fare? Non perdere la speranza e continuare a credere che questa Città ritorni ad essere vivibile e normale, con progetti fattibili che aggregono l’intera comunità. Mi auguro e auguro a tutti di ritrovare nelle nostra identità culturale quello che c’è di bello, di grande, di utopistico e da lì prendere le forze per uscire da questo pantano.
Mai come oggi e senza retorica dobbiamo fare nostro il motto di Stabia “Post Fata Resurgo”. Ti ringrazio. Enzo Cesarano”.

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mercoledì 9 dicembre 2009 (Riccardo Scarselli)

La lettera scritta da Riccardo Scarselli:
“Gentile redattore, mi permetta di complimentarmi per questa magnifica iniziativa che con efficienza e continuità procede, mi dà la sensazione di un salvadanaio storico della nostra Città.
E’ un piacere cogliere attraverso queste scritture, quei detti, foto e tradizioni, emozioni di momenti vissuti, elementi che ravvivano forse finalmente in noi Stabiesi una circostanza di aggregazione che potrebbe aiutarci a conseguire quel traguardo molte volte pensato e citato ma mai raggiunto, forse per mancanza di umiltà da parte di ognuno di noi. Con piacere ho colto la partecipazione del Prof. Pippo d’Angelo, che con la sua pazienza e professionalità è e sarà sicuramente un importante supporto alla redazione per i quesiti storici che vi verranno posti. Voti augurali Natalizi e di crescita alla redazione ed a tutti coloro che leggono e partecipano alla crescita del “libero ricercatore stabiese”. Riccardo Scarselli”.

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lunedì 7 dicembre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Da Lido di Ostia, ci scrive lo stabiese Gioacchino Ruocco:
“Caro Maurizio, nella tua ultima del 13/11/2009 mi scrivi “apprezzo sempre la tua schiettezza e spero non prenderai a male queste mie poche righe scritte con altrettanta sincerità.” la mia risposta opposta alla tua nota era dovuta al seguito del tuo scritto anche se scrivevi “Facendo salvo quanto di buono fino ad oggi hai scritto e trascritto per il sito a beneficio dei nostri “Affezionati visitatori”. Ho cercato, al di là dei saluti e delle congratulazioni che gli altri ti inviano ed esprimono per il refrigerio che gli offre, di dare un contributo per accrescerlo nei contenuti che devono necessariamente esserne l’anima, come tu fin dall’inizio hai intuito e hai incominciato a fare lungo tutte le tue notti che hai sacrificato, per farlo rivisitare ed amare. Il fatto che non sempre da Castellammare arrivino risposte ai quesiti che pongono quelli di fuori ti dovrebbe far riflettere sul modo di divulgarlo anche a livello locale, visto che non bastano le rubriche di servizio e i tanti siti di altri sulla città che affollano e disorientano i naviganti.
Con le mie critiche ho cercato di stimolare l’interesse dei visitatori locali. Sto ancora qui, forse per l’ultima volta, a scriverti come la penso, anche se continuerò a visitare il tuo sito per mezzo del quale ho incontrato due squisite persone che ho conosciuto grazie principalmente al tuo contributo.
Se leggi la rubrica “Sei stabiese se…” che annovera ventitre pagine di se… ti renderai conto che molti sono stabiesi solo a chiacchiere e rifiutano il coinvolgimento perché amano “il quieto vivere, ‘e struffele, ‘e zeppole ‘e Natale, ecc”.
Comunque prima di lasciarti, ti faccio gli auguri di Buon Natale e Buon Anno a te e famiglia, di buon lavoro, per il sito, ecc. ecc.
In ultimo, ad ogni buon conto, ti chiedo la liberatoria per le cose che ti ho inviato, scritte o trascritte, pubblicate e non, in forma anonima o firmate per eventuali utilizzi futuri”.

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sabato 5 dicembre 2009 (Andrea Buonocore)

Ci scrive Andrea Buonocore da Benevento:
“Caro Maurizio, sono Andrea Buonocore di Benevento, durante una escursione in montagna dalle parti di Cusano Mutri (vecchie miniere di bauxite) parlavo con un tuo concittadino (Marcello Fattoruso) delle mie origini stabiesi e lui mi ha suggerito il tuo sito. Le uniche notizie certe che ho, è la nascita a Castellammare di mio padre (16/12/1916) Buonocore Catello fu Giovanni. Mio nonno Giovanni sposò Orsola Cicchella e con la famiglia si trasferirono a S. Giuseppe Vesuviano. Presumo che il mio bisnonno fosse Buonocore Catello che era interessato alla lavorazione del rame, forse era imparentato con la famiglia Damora o D’Amora pasticcieri. Ora ricordo che un fratello di mio nonno Adilio sia morto sulla nave B. Brin. Non so se tu per le tue conoscenze potrai aiutarmi a ricercare le origini della famiglia Buonocore. Ti comunico che anche una famiglia Cuomo si è trasferita a Benevento negli anni ‘50. Ti saluto e ti ringrazio per l’ospitalità”.

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venerdì 4 dicembre 2009 (Clara Renzo)

Ci scrive la carissima Clara Renzo:
“Caro Maurizio, come ricorderai, tempo fa ti informai del fatto che un brano di mio figlio, Antonello Cascone, era nell’ultimo CD di Andrea Bocelli, “Incanto”, intitolato “Pulcinella” (rif.: “Informatore stabiese del 29 ottobre 2008”). Ora voglio aggiornarti in merito al prosieguo della carriera di mio figlio, ( che, tra l’altro, questo Dicembre 2009 è impegnato in una serie di concerti, tra cui uno allo Stabia Hall). Antonello ha scritto, strumentato e diretto tutti i brani della prossima commedia musicale di Enrico Montesano, che debutterà a Roma a Dicembre. A tal proposito ti invio alcune foto. Spero che Castellammare si inorgoglirà, ancora una volta, per un suo figlio che porta in giro il suo nome con onore. Grazie. CLARA RENZO Cascone”.

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mercoledì 2 dicembre 2009 (Ferdinando Fontanella)

Ci scrive nuovamente il naturalista Ferdinando Fontanella per un breve ragguaglio:
“Caro Maurizio, ti scrivo per aggiornarti su alcune novità relative alla fontana di via Sanità. Salendo per via Quisisana ho incontrato il dott. Antonio Ferrara (coordinatore della staff del Sindaco Vozza), sapendo che anche lui vive a Quisisana, gli ho chiesto se avesse notato il danno alla fontana. Mi ha detto che si era accorto della vasca rotta e che ha fatto recuperare i pezzi dagli addetti del Comune. Questa è una buona notizia, ora dobbiamo sperare solo che la fontana sia riparata e riprenda la sua antica dignità. Buona giornata. Nando”.

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venerdì 27 novembre 2009 (Vittorio Cappa)

Ci scrive nuovamente il sig. Vittorio Cappa:
“Carissimo Maurizio, voglio far pervenire, tramite la redazione, al regista SALVATORE RAIOLA al sig. GIGI NOCERA e a tutti quelli che hanno portato sul sito la storia e la tradizione di “Fratielle e surelle”, un vivissimo ringraziamento, per averci donato dei momenti cosi belli. Ho 69 anni sono originario di piazza Orologio e ho un meraviglioso ricordo dell’IMMACOLATA e della mia infanzia. Adesso abito al S. Marco e stamane anche qui si è rinnovata la tradizione, dal balcone ho potuto notare la presenza di moltissimi giovani ai quali auguro vivamente che la MADONNA riesca a garantire loro un futuro sereno di lavoro e di fede cristiana. Ti saluto con affetto e ti ringrazio. VITTORIOK”.

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mercoledì 25 novembre 2009 (Vittorio Cappa)

Un ricordo del sig. Vittorio Cappa, in riferimento all’articolo “Il terremoto del 23 novembre 1980”:
“Caro Maurizio quella sera mi trovavo con mia moglie e i bambini dai nonni a Scanzano, dopo 1 minuto dalla scossa mia moglie mi chiese se era tutto passato, io le risposi che il peggio incominciava in quel momento. Intanto il lampione della luce sulla strada oscillava ancora molto forte. Tu eri bambino che ricordo hai? Il seguito fa parte della storia che tutti conosciamo. Ciao Maurizio alla prossima spero di raccontarti qualcosa di più divertente, vittoriok”

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sabato 21 novembre 2009 (Bruno Striano)

La richiesta del sig. Bruno Striano:
“Salve, scrive Bruno Striano. Sto collaborando alla realizzazione di un volume per conto di un ente pubblico che tratterà gli aspetti religiosi, turistici, archeologici etc. dei comuni della fascia costiera del Vesuvio. Sul vostro sito ho notato delle foto molto belle di Castellammare di Stabia e probabilmente potrei utilizzarne qualcuna. Se mi dà la Sua autorizzazione, a fronte naturalmente della citazione da Lei richiesta, ne sarei lusingato. La ringrazio in anticipo qualunque sia la Sua decisione e mi complimento per l’interessantissimo sito. Cordialità. Bruno Striano”.

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mercoledì 18 novembre 2009 (Silvestro Migliorini)

Il carissimo Silvestro Migliorini ringrazia Angelo Del Gaudio:
“Caro Angelo, le tue parole mi hanno commosso. Non mi dilungo per non cadere nelle frasi fatte. Sarai certamente d’accordo con me a ringraziare Maurizio per la sua opera, che dimostra come si può essere bravo figlio in questa terra bistrattata. Maurizio non fa battaglie ma, da l’esempio con il suo lavoro, la sua modestia, onestà, ed io che ho avuto la gioia di conoscerlo di persona aggiungo tranquillamente con la sua dolcezza. Anche tu, Angelo sei certamente un animo sensibile… Mia madre ci teneva ad avere consensi e, mi ripagava dicendomi che io ero il figlio che aveva saputo valorizzarla, senza nulla togliere alle tre sorelle che l’hanno accudita fino all’ultimo respiro. Caro Angelo, le vere poesie hanno l’anima, energia e, vita propria. Vi abbraccio. Silvestro”.

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domenica 15 novembre 2009 (Angelo Del Gaudio)

Il carissimo Angelo Del Gaudio commenta il “canto di un angelo”:
“Stimato Maurizio, ho letto con stupore ed ammirazione le poesie della signora Valanzano Titina… ne sono rimasto affascinato. Leggevo e quelle parole dagli occhi penetrando nella mente mi ritornavano sulle labbra e sentivo che per me parlava il cuore poetico di una donna semplice come un angelo.
Da poco qui a Milano hanno fatto i funerali di Stato ad Alda Merini, poetessa allucinante di cui non riuscivo a cogliere alcun senso nelle parole, eppure forse sarà addirittura sepolta nel Famedio. Titina non avrà questi onori di chi è grande per i bla bla bla, ma certamente da parte di quanti la leggeranno avrà il plauso e l’ammirazione uniti al ricordo di parole dolci e veramente poetiche che si stamperanno nel Famedio del cuore. Grazie al figlio per averci regalato queste perle.
Un abbraccio e un grazie anche a te Maurizio sempre attento e sensibile per le cose che fanno veramente felici i liberiricercatori. Angelo”.

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domenica 15 novembre 2009 (Umberto Cesino)

Scrive il carissimo Umberto Cesino (www.artez.it):
“Ciao, caro Maurizio. E’ un po’ che ti volevo scrivere. Ho letto il tuo articolo sulla Sacra Spina: quante cose affascinanti di Castellammare sono ignorate e quante cose tu contribuisci a divulgare con Libero Ricercatore. Questa città un giorno dovrà darti in qualche modo un riconoscimento ufficiale, quale cittadino che tanto impegno, capacità e amore mette al servizio della conoscenza della sua storia e delle sue bellezze, dei suoi figli migliori e della sua brava gente.
Un abbraccio, Umberto Cesino”.

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sabato 14 novembre 2009 (Giuseppe Zingone)

Il carissimo Giuseppe Zingone commenta la foto “Torneo al Seminario di Scanzano – anno 1977″, gentilmente inviataci dal sig. Michele Malafronte:
“La foto che ti hanno inviato riprende di lato Don Benito D’Aniello, grande sacerdote, padre Buono di tutti gli alunni della Scuola Media Statale Alfredo Panzini ed Ex Parroco della Parrocchia di san Nicola. Nei miei ricordi di studente soleva rivolgersi ai suoi alunni chiamandoli “Angioletti”, forse non lo eravamo… ma di sicuro ricorderemo la sua cordialità e bontà d’animo. Grazie!”

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venerdì 13 novembre 2009 (Antonio Di Vaio)

L’appello del sig. Antonio Di Vaio, se qualcuno ha informazioni utili è pregato di contattarci:
“In base alle mie faticose e lunghe ricerche, sono venuto a conoscenza delle mie origini. Per meglio dire delle origini di mia madre. Mia madre nasce a Castellammare di Stabia nel 1939, subito viene dichiarata al Comune sopra citato, ma poi per volontà della madre naturale viene portata alla Real Casa dell’Annunziata di Napoli. Oggi mia madre ha compiuto il suo 70° anno e siamo riusciti ad accedere all’archivio storico del brefatorio, scoprendo il nome della vera madre. Voglio premettere che mia madre fu adottata ed ha condotto con i suoi genitori adottivi una vita eccezionale, però il pensiero di sapere le origini è sempre stato forte. La donna che partorì mia madre si chiamava: Di Martino Lucia nata il 1907 in via Privati e morta il 1985. Si sposò nel 1940 con Schettino Andrea nato il 1910 e morto il 1984. Hanno avuto due figli maschi: Schettino Michele, nato il 1944 ed emigrato a Vicenza nel 1969 e Schettino Antonio, nato il 1946 e morto nel 1982. Quindi l’unico rimasto in vita è Schettino Michele. Se qualcuno può darmi notizie di questa persona sarebbe cosa molto gradita. Ringraziandovi di cuore aspetto vostre notizie”.

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lunedì 9 novembre 2009 (Silvestro Migliorini)

Ci scrive Silvestro Migliorini:
“Caro Maurizio, ringrazio te e tutti gli amici di Castellammare. Sono stato sommerso dall’affetto. Se vuoi, puoi pubblicare l’allegato. Ti abbraccio. Silvestro.

Fratello ritrovato!
Grazie a Titina, mia madre, ho ritrovato un fratello. Tra le tante testimonianze di solidarietà per la sua scomparsa, ho ricevuto da Torino una telefonata da un cugino perduto di vista: Romeo Di Martino. Mi ha ringraziato per aver condiviso il latte dal seno di mia madre. Titina allattava entrambi perché sua madre era deceduta poco dopo la sua nascita. Con questa testimonianza di cultura perduta ma, non dimenticata ringrazio tutti gli amici. Grazie fratello! E, …Titina allatta ancora!

Il primo dei nove figli Silvestro Migliorini”.

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domenica 8 novembre 2009 (prof. Aldo Cinque)

Ci scrive il prof. Aldo Cinque (studioso di storia locale):
“Voglio informarvi che sul mio blog http://agerola.spaces.live.com/ ho di recente pubblicato delle nuove cose. Tra cui, appena pochi minuti fa, un articolo sul “giallo” del manoscritto (scomparso) dell’agerolese del ‘600 (dimenticato) Francesco Antonio Porpora, canonista, poi vescovo di Montemarano e in privato grande appassionato di storia ed archeologia. Non vi rovino il piacere della scoperta con altre informazioni. Buona lettura e fatemi avere vostre impressioni e contributi. PREGOVI INOLTRARE AD ALTRI POTENZIALI LETTORI visto che tale blog non è ancora ben noto in giro. Grazie. Con cari saluti. Aldo Cinque.

P.S.: Sarei onorato di far parte degli Affezionati frequentatori del sito. Posso? Grazie e sempre complimenti per il successo e la qualità! Cordialmente. Prof. Aldo Cinque”.

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domenica 8 novembre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Gioacchino Ruocco, condoglianze per Titina Valanzano:
“Caro Maurizio, ho riletto con piacere i pensieri poetici ed accorati di Titina Valanzano, donna di sempre e accorata per il suo uomo che fu deportato come mio padre, mio zio e tanti altri offesi e violentati dalle barbarie della guerra. La pioggia che le sembrava un pianto di donna, lacrime, come gocce d’amore ci ricordano la sua dimensione ed i fremiti del suo cuore per l’uomo amato e per le creature che sotto le lenzuola piangevano per l’assenza, che non sapevano spiegarsi, del loro papà. Senza dimenticare i nostri torti, altro che donne di oggi sempre pronte a mollare la presa e la croce addosso a chi non è pronto a sorreggerle. Forse altri tempi, ma anche altre donne che sapevano assolverci e darsi coraggio con la preghiera. Con questo mi unisco al tuo proposito suggerendo ai visitatori del sito di rileggerla con attenzione per farla conoscere anche a chi non la mai conosciuta per unirci in un solo cordoglio. Saluti. Gioacchino”.

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sabato 7 novembre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Gioacchino Ruocco, commenta la prima parte della storia di Beppe Cuomo (rif.: “La mia Castellammare…”):
“Caro Maurizio, al di là dell’incipit che sa di cinematografico e a qualche pretesa letteraria che perde subito consistenza, la scrittura ed il racconto di Peppe Cuomo risultano molto vivaci ed immediati facendoci avvertire l’urgenza e il piacere dell’autore nel prendere contatto con la pagina bianca che rimanda a mille riflessioni prima di essere violata dalla scrittura. La lingua con la quale si esprime, nonostante l’esperienza americana, resta la nostra con inflessioni molto vicine al nostro dialetto, al nostro modo di parlare. Meglio così, sarà il racconto di un amico, che, per il momento, ha scelto di ritornare al suo paese rievocandolo nel rievocare quel pezzo di vita che vi ha vissuto, per evitare quello che ho scritto qualche mese addietro nella poesia “Vulesse riturnà, ma po’ che faccio… (Ostia Lido, 7 settembre 2009)”, per risvegliare, forse, l’apatia di quelli che lo chiamano raramente.
Si avverte il desiderio di rimanifestarsi, di riconquistare la realtà dei suoi ricordi per ricrearsi l’anima, quell’anima stabiese che sempre gli è rimasta cara e indispensabile per non perdersi negli immensi Stati Uniti.
Sicuramente, con le frequentazioni che ha avuto, ne racconterà di belle, ma quello che mi interessa sono i ricordi che ha della vita che ha vissuto a Castellammare.
I visitatori dai numeri che pubblichi sono tanti e gli elogi per il sito pure, ma quelli che hanno ricordi per testimoniare il carattere del paese che hanno lasciato sono pochi. Gli avvenimenti che racconta Peppe Cuomo, uomo di spettacolo, bisogna metterlo in conto, superano la sfera personale per il carattere pubblico che ha avuto l’esistenza della sua famiglia che negli anni, a partire dal dopoguerra in poi, si è fatta, comunque, artefice di avvenimenti che hanno tenuto vivi, in qualche modo, alcuni aspetti della nostra tradizione culturale e religiosa, della nostra formazione popolare e del nostro divenire segnato alternativamente da fatti che in certi casi hanno stravolto, in qualche modo, il carattere degli stabiesi.
Le feste in Villa sono tornate nella mia mente vive come le avevo vissute da ragazzo in mezzo a “nu votta votta” che inevitabilmente la moltitudine di gente che arrivava a Castellammare provocava col suo “moto perpetuo”.
Senza andare oltre, dico a Peppe Cuomo il mio bravo, curioso di leggere il seguito.
Per il resto ti scriverò a parte. Saluti e buon lavoro. Gioacchino”.

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mercoledì 28 ottobre 2009 (Vittorio Cappa)

Lo stabiese Vittorio Cappa segnala un evento religioso che si terrà nella Basilica di Pozzano (di cui prossimamente avremo cura di trasmettere maggiori dettagli):
“Caro Maurizio ti volevo comunicare che il 15/11/2009 nella Basilica di POZZANO sarà celebrata una messa in diretta tv su Rete Quattro, che sarà animata dal coro “SANTA MARIA ASSUNTA” della nostra Concattedrale (di cui io e mia moglie facciamo parte). Penso che tale evento possa eventualmente interessare tutti gli amici del nostro sito… Ti saluto affettuosamente, VITTORIO CAPPA”.

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martedì 27 ottobre 2009 (Concetta Suarato)

Ci scrive l’arch. Concetta Suarato su incarico di don Antonio Cioffi:
“Gentile Redazione, invio da parte di don Antonio Cioffi la locandina per le celebrazioni del IV centenario dalla fondazione del Collegio e della Chiesa del Gesù. Mi farebbe piacere se la pubblicaste. Grazie, Concetta Suarato”.

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lunedì 26 ottobre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Gioacchino Ruocco, commenta l’appello di Tiziana Adolescente (rif.: messaggio di domenica 25 ottobre 2009):
“Caro Maurizio, quando un uomo e una donna mettono su famiglia assumono l’impegno, vedi codice civile, di assistersi vicendevolmente nella buona come nella cattiva sorte. Chi si dichiara animalista e sponsorizza l’esistenza degli animali domestici, che tali non sono mai stati, dovrebbe assumersene tutte le responsabilità facendovi fronte economicamente e penalmente. Sovvertire le leggi della natura senza per questo sentirsi colpevole sembra veramente un po’ troppo, un affare che viene perpetrato alla faccia di quelli sempre pronti a commuoversi spendendo qualche lacrima e organizzando raccolte che di questi tempi vanno di moda. Sottrarre un animale al suo mondo e alla sua evoluzione è da sempre un delitto di cui l’uomo deve tener conto ascrivendosene la colpa senza trovare scappatoie per quello che ha fatto e continua a fare. Ho passato in campagna i miei primi anni di vita e ho imparato che ogni essere ha un suo ruolo. Davanti casa nostra il cane si era assunto il ruolo di guardiano e di cane da caccia. Un giorno, forse in cerca di cibo, Gemma si fermò da noi perché aveva trovato da mangiare. Nessuno le aveva chiesto niente, ma si mise ad abbaiare quando si accorse che eravamo sulle nostre perché davanti casa c’era una persona che non conoscevamo. Nessuno, tra l’altro, le aveva insegnato come catturare un uccello, eppure, durante il passaggio delle marzaiole e delle quaglie che si posavano sul terreno di mia nonna ne catturava ogni giorno e le consegnava alla padrona di casa ancora vive; al passaggio di estranei abbaiava per richiamare la nostra attenzione, ma non aggrediva mai nessuno. Gemma era una cagna eccezionale, dava rispetto e voleva rispetto senza aggredire o impaurire ringhiando. Era femmina, ma, da bastarda qual era, non accettava la corte di nessun altro cane che non le andasse a genio, tanto che non mise al mondo mai nessun altro essere. L’anagrafe canina voleva responsabilizzare i possessori di cani, ma questo non è avvenuto, specialmente nelle zone franche. Le ASL che, dopo l’opera di Dio, avrebbero dovuto dare un assetto ragionato all’assistenza sanitaria del nostro paese, non hanno mai risolto alcun problema e hanno tralasciato anche questo facendolo arrivare fino alla rubrica del Libero Ricercatore. Prima di rimandarlo al mittente, per quanto mi riguarda, la scrivente avrebbe fatto bene a non adoperare uno pseudonimo dietro al quale nascondersi e a dire subito, per dare modo di verificare la notizia, in quale zona del territorio esiste il problema che lei ha portato alla luce, dove si verificano periodicamente procreazioni a rischio di sopravvivenza per gli animali ancora piccoli e la diffusione del rischio biologico. Una cosa è la privacy e un’altra l’anonimato. Chi non ha coraggio delle proprie azioni non diventerà né santo né qualcosa d’altro, perché non sappiamo dove portare il soccorso richiesto. Un numero di telefono non rende visibili gli anonimi e palesi i problemi che si denunciano. Nessuno mi ha chiesto di commentare la richiesta della “Tiziana Adolescente”, ma l’ho fatto perché continuo a mettere in gioco la mia vita tutt’i giorni per affermare i principi morali che la rendono più sopportabile e meno stupida nei momenti del dubbio. Saluti. Gioacchino Ruocco”.

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lunedì 26 ottobre 2009 (Dr. Angelo Del Gaudio)

Ci scrive il dr. Angelo Del Gaudio, relativamente alla cartellonistica fuorviante impiantata dall’Ente Parco regionale dei Monti Lattari (rif.: messaggio di lunedì 12 ottobre 2009 a firma del naturalista Fontanella):
“Stimato Maurizio, arrivati a questo punto su una cartellonistica che fa oltraggio ad una Città in primo piano per cultura e tradizioni artistiche, vedi con qualche legale amico se non è il caso di citare i responsabili per oltraggio alla città di Castellammare (interesse diffuso da tutelare) e per omissione di atti di ufficio, vista la nota a suo tempo inviata dal sindaco Vozza. Gli elementi per farci rispettare non mancano, vedi tu cosa puoi fare, magari anche con altre iniziative più incisive. Se ci chiami siamo pronti ad una marcia mediatica. Con affetto, Dr. Angelo Del Gaudio”.

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domenica 25 ottobre 2009 (Tiziana Adolescente)

Salve, scrivo da Castellammare di Stabia, ho la necessità di trovare casa a queste piccole creaturine, potete darmi una mano? Vi giro il messaggio che sto inoltrando ad amici e siti animalisti della Campania. Grazie 1000!!!!!!!:
“Ciao a Tutti una delle cagnette della zona in cui abito ha partorito, di nuovo. Di solito, i cuccioli vengono subito adottati perché la zona è frequentatissima, ma ormai, col freddo, non arriva quasi più nessuno e queste creaturine rischiano di non arrivare al prossimo natale… la zona è già piena di cani e, anche se non ci sono abitanti in giro, cominciano a creare dei problemi. Nessuno tranne me ed un’altra persona si sono accorti della presenza dei cuccioli, che stiamo accudendo con non poche difficoltà. Al momento sono riparati in una casupola abbandonata che sarà un pessimo riparo con l’abbassarsi delle temperature… Stiamo cercando qualcuno in Campania che ne voglia adottare uno e desideri accudirlo con amore e rispetto. Dateci una mano”.
(per info: Tiziana 338/5811282)

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giovedì 22 ottobre 2009 (Pio Gaeta)

Un comunicato dell’amico Pio Gaeta del CAI Stabia:
“CAI Stabia – Sabato 24 Ottobre ( 4a Giornata per la Salvaguardia del Creato ): L’invito a partecipare è rivolto a tutti ed in modo particolare alle famiglie. I bambini e i ragazzi saranno organizzati, a seconda dell’età, in attività ludiche ed escursionistiche dai responsabili del C.A.I. Club Alpino Italiano, Sezione di Castellammare di Stabia. Gruppo Alpinismo Giovanile” (visualizza il programma).

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martedì 20 ottobre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Gioacchino Ruocco commenta la galleria fotografica di G. Cesarano:
“Caro Maurizio, la rubrica fotografica di G. Cesarano attraverso il bianco e nero delle prime tre, mostra della nostra cittadina, un volto che avevo da tempo dimenticato, un’intimità che le immagini delle cartoline generalmente non riescono a trasmettere. Il Faito innevato mi ha messo i brividi addosso come quand’ero bambino. Nell’immagine c’è il freddo che il vento di tramontana porta giù dalla montagna fino a livello del mare. E Faito, immobile e taciturno, sembra attonito nel silenzio che arriva dalle strade e dal lungomare vuote di gente, anche se l’Apocalisse della terza immagine sembra non appartenerci. Fondamentalmente sono tutte immagini con dentro un’anima. Queste mie annotazioni, anche se si presentano sotto forma di giudizi, vogliono essere solo un conforto per il lavoro degli altri. E’ bello trovare, senza sollecitarla, una nota sul proprio lavoro, perché, vuol dire, che qualcuno, nel bene o nel male, si è accorto di noi. Ciao e a presto. Gioacchino”

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domenica 18 ottobre 2009 (Carmine Spera)

Ci scrive il paroliere stabiese Carmine Spera (autore di testi di canzoni per bambini):
“Gentilissimo Maurizio voglio condividere con te ed i tantissimi visitatori di Liberoricercatore l’immensa gioia e la grande la soddisfazione di essere arrivato, come autore, in finale al 27° Festival Internazionale “Verdinote”. La manifestazione canora si terrà, dal 23 al 25 ottobre al Palazauli di Battipaglia, il mio brano “Le chitarre di zio Ernesto”, sarà interpretato da Maria Camporese una ragazzina salernitana che concorrerà nel settore “bambini” con interpreti provenienti anche dalla Svizzera, Serbia, Malta, Moldavia e altri paesi stranieri.
Come ricorderai non sono nuovo a questa kermesse, infatti, l’anno scorso vi partecipai classificandomi al terzo posto con la canzone “Ciro un cucciolo di ghiro”; brano interpretato da Aleksandra Betanska, con il quale ci aggiudicammo addirittura il primo posto al V Festival della Canzone Europea per bambini “Nutka Poliglotka”, svoltosi a Varsavia.
La canzone “Le chitarre di Zio Ernesto”, con la quale concorrerò quest’anno, è un invito a condividere i propri doni e capacità con chi nella vita non ha avuto la stessa fortuna, con essa, racconto lo stupore che prova una bambina nell’ascoltare le storie di suo zio musicista, esperienze fatte in giro per il mondo, suonando con la chitarra tanta musica, divertimento e speranza. Ciao, Carmine Spera ( www.filastrock.it )”.

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mercoledì 14 ottobre 2009 (Gigi Nocera)

Il carissimo Gigi Nocera segnala una interessante video/intervista agli amici di “Banca della Memoria”:
“Cari amici, collegatevi a questa pagina di www.rai.tv (attendete qualche istante che il video si carichi) e vedrete l’interessante intervista che hanno avuto questi tre bravi ragazzi con la Dandini, nel programma ‘Parla con me’. Gigi”.

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martedì 13 ottobre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Ci scrive il carissimo Gioacchino Ruocco da Lido di Ostia:
“Caro Maurizio, ti allego il resoconto di un incontro non desiderato col punteruolo rosso che ho trascritto in modo scherzoso ( visualizza l’allegato ). Ti saluto, come sempre. Gioacchino”.

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lunedì 12 ottobre 2009 (Nando Fontanella)

La fuorviante segnaletica del Parco Regionale dei Monti lattari (2a puntata):
“Caro Maurizio e Cari Liberi Ricercatori, approfitto ancora una volta della vostra bontà perché vorrei aggiornarvi sulla vicenda della cartellonistica fuorviante installata a Castellammare dall’Ente Parco Regionale dei Monti Lattari. Ricorderete certamente la vicenda dei due cartelli collocati a Quisisana, recanti uno la scritta Monte Faito (che invita a percorrere la pericolosa e interdetta via Giusso), l’altro invece un fantomatico “Albergo reale”.
Purtroppo non ho nessuna buona notizia da darvi, nonostante le numerose segnalazioni e le nostre proteste, seguite poi da una lettera ufficiale del Sindaco Vozza, che prendendo atto della drammatica situazione, ha scritto alla dirigenza del Parco, stranamente i cartelli sono ancora la in bella mostra.
Vi dirò, anzi, che i zelanti funzionari di questo “meraviglioso” ente pubblico continuano imperterriti nel loro lavoro ed hanno installato nuovi cartelli in altre zone collinari della città.
Oggi, infatti, ho deciso di ripercorrere una strada che non facevo da un po’ di tempo, ed accompagnato dal mio cane Nannina, ho fatto quattro passi diretto al Santuario della Madonna della Libera. Arrivato al nostro Castello medievale, salendo da via Fratte, ho notato che sul marciapiede era stato sistemato un nuovo cartello del Parco che riporta la dicitura “Santuario Madonna della Libera” con tanto di freccia che punta alla vicina via Castello.
Ho pensato: “Finalmente un cartello azzeccato!”, poi senza più pensarci ho continuato a camminare fin quando sono giunto al santuario ed è qua che ho notato un secondo cartello, mosso dalla curiosità di leggere cosa riportava mi sono avvicinato. Beh, che ci crediate o no, la scritta era sbagliata il santuario nel giro di qualche chilometro è passato da “Madonna della Libera” a Madonna della Libertà.
Come si spiegano questi svarioni? Vuoi vedere che questi signori non conoscono niente del nostro territorio?
Nel salutarvi e nel ringraziarvi per la cortese attenzione, vi auguro una buona giornata. Cordialmente, il vostro naturalista e amico. Ferdinando Fontanella”.

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domenica 11 ottobre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Condoglianze per la morte del prof. Franco Circiello:
“Caro Maurizio, la notizia del decesso di Franco Circiello mi ha in buona parte stordito. Non sapevo del suo stato di salute e quindi della probabile imminenza della sua dipartita. L’idea della morte è sempre presente nei miei pensieri fin dalla mia infanzia, quando scampai, assieme a mia madre, per due ore alle minaccia di morte di un soldato della liberazione che ci teneva il fucile puntato addosso. Forse è un’uscita di sicurezza per la nostra energia vitale, ma l’incertezza che l’accompagna mi mette addosso, quando sono più lucido, un desiderio sempre maggiore di restare agganciato il più possibile a questa realtà. La dipartita di Franco Circiello col quale avevo ristabilito un contatto tramite questo sito, che non ho saputo coltivare, mi pone, oggi, in uno stato di malessere. Il suo apprezzamento tardivo mi aveva riempito di meraviglia, perché dimostrava, nonostante tutto, che non mi aveva dimenticato, ma la distanza che ci separava non si era mai colmata anche se mi invitava il giorno dopo alla lettura della poesia che aveva dedicato a Villa Gabola. Augurandomi che le nostre anime non si perdano nel buco nero dell’irrazionale spero di incontrarlo ancora, quando sarà il momento, per farci, dopo tanto tempo passato lontani, un’insalata “cunciata cu ‘e mmane”, come aveva voluto ricordarmi. Condoglianze alla famiglia e al sito di cui era diventato un ospite assiduo”.

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domenica 11 ottobre 2009 (Giuseppe Zingone)

Un pensiero per Franco Circiello:
“Caro Maurizio, pur non conoscendo di persona Franco Circiello, volevo esprimere la mia tristezza per la sua improvvisa dipartita, penso infatti che di persone buone la nostra società oggi, abbia più bisogno che mai. Ciao Franco!”

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mercoledì 7 ottobre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Gioacchino Ruocco (Esperto qualificato / Tecnico della Prevenzione dell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro), commenta la comunicazione del sig. Francesco Cosenza da Ciampino (rif.: “Escursionisti stabiesi” lettera del 6 ottobre 2009):
“Ho letto con attenzione e con interesse lo scritto di Francesco Cosenza, nativo di Scanzano, dove ha vissuto sino alla età di 16 anni, che racconta della sua vita e delle sue esplorazioni sul territorio di Monte Coppola indotte dai racconti fatti dall’amico Tommaso che aveva conosciuto frequentando i Salesiani sin da piccolo.
Abitando a Monte Coppola Tommaso, con l’argento vivo che doveva sentirsi addosso, nella necessità fisica di esercitare la sua forza nascente, si arrampicava a piedi nudi sugli alberi ed era in grado di scalare colonne lisce di cemento, ma per rompere, forse, l’isolamento in cui viveva , raccontava ai suoi amici coetanei le esperienze esplorative che andava compiendo sul territorio di residenza e di una grotta che aveva scoperto e visitato e che solo lui conosceva.
Ma un giorno, Tommaso, come aveva promesso, introdusse nella sua grotta anche Costantino e Francesco che ci fornisce una sommaria, ma discreta descrizione dell’antro con particolari e annotazioni da speleologo, ma non ne ricorda la dislocazione territoriale.
Certo i ragazzi raccontano tante storie e le montagne sono piene di buchi che sicuramente hanno avuto certamente degli inquilini, ospitato nei secoli scorsi qualche eremita anche se Monte Coppola viene citato nel “Tavolario Conca” come li beni di Andrea Coppola, dove si dice dentro il rivo e quindi risultava frequentato e sorvegliato da chi ne era proprietario, almeno che…
Forse un nascondiglio ben dissimulato per i tempi tristi, forse era un covo per briganti che ancora oggi, se non portato alla luce, cioè identificato e segnalato, potrebbe servire ad altri come rifugio, tenuto conto delle dimensioni, della presenza di acqua e di nicchie che potrebbero tornare comunque utili ai rifugiati.
Che un siffatto rilievo montuoso potesse nascondere situazioni del genere non lo credevo proprio. Finché ho abitato nelle vicinanze non ne ho mai sentito parlare, eppure nel dopoguerra c’erano ragazzi che mettevano il naso dappertutto. Comunque, a mio giudizio, il racconto del sig. Francesco è da verificare con urgenza anche per accertare una realtà che potrebbe dar luogo a ritrovamenti di testimonianze primordiali, inaspettate, che potrebbero rendere la meta più appetibile per escursioni che, oggi, sono certamente poco significative, vista la modesta struttura fisica del monte o per rendere innocuo un eventuale pericolo con un rischio residuo molto elevato. Troppo tardi potrebbe dar luogo a lutti non auspicabili.
Mi auguro che il racconto venga preso nella giusta considerazione, mentre esprimo un plauso a questo nostro concittadino che dimostra di avere ancora una memoria attiva che gli consente di rivivere il suo passato come testimonianza e suggerimento per una più approfondita conoscenza del territorio di provenienza anche da parte del resto della popolazione.
Questa segnalazione dovrebbe fornire lo spunto a chi gestisce il territorio per una sua mappatura segnalandone i risultati, interessanti e non, e i rischi come il buon senso richiede e le norme obbligano a fare. Saluti e buon lavoro, Gioacchino”.

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lunedì 5 ottobre 2009 (Alfredo Volpe)

Il sig. Alfredo Volpe segnala all’A.N.M.I. di Castellammare, due storie di marinai:
“Gentile Sig. Maurizio, in allegato le segnalo n° 2 storie di carattere marinaro. Certo di un suo gradimento ed interesse in attesa di un suo riscontro, La saluto cordialmente. Alfredo Volpe”.

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domenica 27 settembre 2009 (Franco Circiello)

Da Castellammare a Bruxelles in 500, il viaggio dell’Amicizia del prof. Circiello:
“Caro Maurizio, ho fatto una breve sintesi con relativa documentazione del mio viaggio al Parlamento Europeo ( visualizza l’allegato ). Come tu hai giustamente osservato in un’altra mail, il viaggio fu motivato da un profondo senso di idealità e orgoglio stabiese. Ero appena tornato dalla California e intorno a me, fra gli stessi stabiesi, la stampa e la tv, c’era tanta negatività sul futuro della città che mi venne spontaneo voler fare qualcosa che desse lustro e speranza alla Castellammare della mia giovinezza, che io porto nel cuore. Come sai ho pubblicato un libro in cui scrivo anche del viaggio, ma voglio affidare questa sintesi al sito del Libero Ricercatore che per me è diventato il Sacrario della Comune Memoria, con la speranza che questo mio viaggio possa dare stimolo ai giovani stabiesi di sognare e osare per la terra che ci ha dato i natali. Per un vagabondo come me, mai fu terra così dolce come quella di Castellammare. Un saluto a te, alla tua famiglia e a tutta la Comunità Stabiese del Libero Ricercatore. Sempre in gamba, Maurizio. Franco Circiello”.

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giovedì 24 settembre 2009 (Gabriella Sicignano)

Ci scrive Gabriella Sicignano:
“Ciao!!!! Per l’imminente festa di San Michele Arcangelo organizzata dalla parrocchia SS. Salvatore di Scanzano, ti invio in allegato, sia il programma religioso che quello della XVII Sagra del Peperone. Grazie!!!”

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mercoledì 23 settembre 2009 (Elia Genovese)

Ci scrive Elia Genovese, relativamente al video “Ufo dal Faito?”, da noi rimesso in pubblicazione nei giorni scorsi:
“Ho visto il video del presunto ufo sul faito vorrei chiedere il link da youtube al suddetto video. Cercando ho trovato un video in cui appare un oggetto volante dalle stesse sembianze di questo. Questo è il link da youtube spero di ricevere il vostro link per poterli confrontare. Fiducioso di una vostra risposta le faccio i miei più cordiali saluti”.

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martedì 22 settembre 2009 (prof. Franco Circiello)

Il pensiero del carissimo prof. Circiello, che condivido con sincero e profondo cordoglio per le famiglie di questi nostri sfortunati fratelli:
“Caro Maurizio, sicuramente avrai visto pure tu la scena del piccolo Simone di due anni, che in braccio alla mamma all’aeroporto di Ciampino salutava la bara del papà morto in Afghanistan. Ebbene, forse non entra nelle definizioni della rubrica, ma io credo di interpretare un comune sentimento nel dire che: Sei stabiese se, vedendo Simone agitare il suo saluto al papà, t’è venuto un nodo alla gola, e una lacrima e una preghiera sono andate ad accarezzare quella manina. Non c’è bisogno di pubblicare, Maurizio, mi basta condividere questo pensiero con te che sei un giovane papà. Onore e Gloria all’Italia del Piccolo Simone. Franco Circiello”.

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mercoledì 16 settembre 2009 (Alfonso Zampaglione)

Ci scrive Alfonso Zampaglione di www.naveardito.it :
“Salve, sono Alfonso ZAMPAGLIONE, del Comitato Amici di Nave Ardito. Per dare risonanza alla manifestazione del 2° Raduno Equipaggi di Nave Ardito sul vostro sito, volevo inviarle in allegato, in formato jpeg, la locandina ed il programma della manifestazione. So che Antonio CIMMINO, ha già fornito un articolo del raduno con una scheda tecnica della nave. Oramai è imminente l’evento, il 19 e 20 settembre presso il Campus Fondazione RAS – Istituto Internazionale Vesuviano. L’ardito e l’ultima Unità Navale della Marina Militare costruita presso i Cantieri di Castellammare di Stabia. Nel sito da me gestito potrà trovare ulteriori informazioni ( www.naveardito.it )… Nel Ringraziarla per la collaborazione le invio i miei più cordiali saluti. Alfonso ZAMPAGLIONE “.

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sabato 12 settembre 2009 (Franco Circiello)

Il prof. Franco Circiello ringrazia Nello Lascialfari:
“Le passeggiate di Nello Lascialfari: Caro Maurizio, vorrei tanto che tu facessi da tramite (o da medium) per comunicare al signor Nello Lascialfari tutta la mia gratitudine per il piacere poetico e onirico che il suo scritto ( Strade antiche ) mi ha procurato. Altro che “la mia mancata scolarizzazione giovanile ha lasciato tracce che non riesco a correggere”. C’è più anima in questo scritto che in tante dotte banalità accademiche. Pensa che la casa rossa del racconto è stata il simbolo della magia della mia fanciullezza, quando abitavo a via S. Caterina nella casa dei nonni materni. Dal terrazzo della casa potevo vedere tutti i giorni la casa rossa sulla montagna che come una buona fata mi guidava e proteggeva nelle difficoltà del mio crescere e nella speranza dei miei desideri. Ma non è tutto. Voglio ringraziare l’autore per avermi introdotto alla poesia di Vittoria Aganoor. Lassù alle Fontane del Re, mentre Nello scriveva ed io leggevo, Vittoria passeggiava assorta nei suoi pensieri ma attenta al canto degli uccelli che raccontavano nuove storie di amore struggente. Inutile dirti, Maurizio, che mi sono letto tante poesie di Vittoria da sentirla vicina e sommessamente raccontarmi dei suoi sogni. Grazie di cuore, Nello, spero di poter leggere un altro tuo scritto vagabondo. E grazie a te, Maurizio, per il tuo interessamento a questa mia delicata richiesta. Franco Circiello”.

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mercoledì 2 settembre 2009 (Antonio d’Orsi)

Ci scrive lo stabiese Antonio d’Orsi:
“Per doverosa conoscenza della spettabile utenza di “liberoricercatore”, invio copia della petizione popolare che sto’ effettuando per ottenere l’adeguamento dell’ufficio postale di p.zza Giovanni XXIII (Visualizza pagina). Un abbraccio, Antonio”.

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domenica 30 agosto 2009 (Gigi Nocera)

Il carissimo Gigi Nocera, risponde a Gioacchino Ruocco:
“Approfitto di questo meraviglioso Sito per ringraziare il Sig. Ruocco per le belle parole che ha avuto per me. Lui si stupisce del fatto che io parlo di Castellammare come se ci vivessi ancora, mentre ne sono lontano da ben 71 anni. Ma vede caro Sig. Ruocco, nel suo ambito la mia famiglia aveva creato una “isola” stabiese. Mi spiego: oltre ai genitori, quando siamo arrivati a Torino eravamo 4 figli (un maschio e tre femmine), finito il conflitto a noi si è unito anche mio fratello che era il primogenito e che la guerra aveva tenuto lontano per molti anni. Questa tribù dei Nocera in casa parlava soltanto il dialetto. Noi pensavamo e parlavamo in napoletano. Poi come è inevitabile nella vita ognuno di noi ha creato un’altra propria famiglia. Ma ciò invece di disperdere la tribù l’ha resa più numerosa. E, continuando una tradizione di famiglia, ogni 15 giorni eravamo invitati tutti a pranzo dai miei genitori. Quella santa donna di mia madre preparava le lasagne al forno, o la parmigiana di melanzane oppure riso e fagioli che erano di una squisitezza unica. Poiché i compagni e le compagne di noi figli non erano meridionali, per loro fu gioco forza imparare a capirci in quanto noi si parlava sempre in dialetto. E di Castellammare sapevamo tutto in quanto eravamo in costante contatto con gli zii ed i cugini. Non solo, ma essendo mio padre funzionario delle FF.SS. avevamo i biglietti per viaggiare gratis sui treni e quindi almeno due volte l’anno trascorrevamo un periodo più o meno lungo nel nostro paese. Tutto ciò ci permetteva di non recidere completamente le radici che ci tenevano legati a Castellammare. Come ho quindi detto la nostra lingua parlata era il napoletano. Quando poi l’inesorabilità del destino ci ha privato dell’affetto dei nostri genitori, noi figli si è continuato a parlare, fra noi, in dialetto. Io poi mi sono letto e studiato tutti i maggiori scrittori e poeti napoletani del passato e del presente. Tutto ciò quindi non ha potuto che lasciare una indelebile impronta nel mio animo e nel mio cervello. Anche se io parlo in italtorinstabiese, penso sempre in napoletano. Quindi ecco perché quando parlo di Castellammare e del periodo della mia fanciullezza colà vissuta è come se avessi lasciato: Via S. Caterina, Piazza dell’Orologio, ‘o Cugnulo, ‘a Banchina ‘e zì Catiello, l’Acqua d’‘a Maronna, soltanto da pochi giorni. E poi in questi ultimi due/tre anni sono venuto in contatto con questi giovani cari amici del sito che con le loro sollecitazioni mi hanno fatto rivivere la mia giovinezza, hanno ravvivato i miei ricordi, in una parola, mi stanno allungando la vita. Li ringrazio. E grazie ancora anche al lei, Signor Ruocco, che mi ha onorato della sua attenzione. Gigi Nocera”.

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venerdì 28 agosto 2009 (Gioacchino Ruocco)

Rimettiamo in pubblicazione la bellissima lettera inviataci dal carissimo Gioacchino Ruocco da Lido di Ostia:
“Caro Maurizio, ho staccato un po’ con il lavoro e mi son rinfrescato l’anima… Gigi Nocera merita rispetto e considerazione per la lucidità che dimostra nel raccontare il suo passato facendolo vivere anche a chi non gli appartiene… Quando ero lontano da questo “maledetto paese” lo ricordavo solo raramente, ma Gigi Nocera che continua a viverne lontano, a Torino, dove anch’io ho trascorso dieci anni della mia vita dal 1963 al 1973, e continua a parlarne come invece stesse a Castellammare, dimostra di essere un uomo con un cuore grande e con un equilibrio emozionale eccezionale.
Molti nostri compaesani piangevano per la lontananza e non esagero, quando ti dico, che molti partivano da Torino il venerdì sera da Porta Nuova e ritornavano il lunedì mattina giusto in tempo per riprender il lavoro dopo aver preso una boccata di aria del paese. A Torino si raccontava che un napoletano male in arnese, senza una lira, vedendo una macchina targata NA le si era avvicinata e desideroso di respirare un po’ di aria di Napoli che non vedeva da molti anni, aveva sgonfiato uno dei quattro pneumatici respirandone l’aria. Sorpreso dal titolare minaccioso, rispose: “Lasseme stà! Vuleve sentire addore ‘e ll’aria ‘e Napule”. Grande fu la sua delusione quando l’altro gli rispose: “Ma mò l’avevo gunfiate!”.
Colgo l’occasione per aprire il dialogo ad una collaborazione meno occasionale per incrementare il prestigio del sito che incomincio a sentire anche mio. Ti dico che ho molte idee senza aspettare le rimesse dei visitatori.
Ciao e buon lavoro. G. Ruocco”

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martedì 25 agosto 2009 (prof. Salvatore Esposito)

Con la presente, il prof. Salvatore Esposito, fondatore e Presidente del Centro Studi “Libero D’Orsi”, comunica alla spettabile utenza di liberoricercatore, che per motivi strettamente tecnici il concorso canoro per l’infanzia “Cantamare 2009” (visualizza la locandina pubblicitaria), non potrà svolgersi per la data prevista ed è stato quindi rinviato a data da destinarsi. Nel ringraziare per l’attenzione, invia cordiali saluti.

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domenica 23 agosto 2009 (Serena Greco)

Carissimo, ho letto la pagina su “ La Flora ” di G. Zingone e volevo fargli sapere che il nostro affresco appare anche nel film americano “American Pie3, il matrimonio”. Non è certo un film di alta levatura culturale, ma è un segno di quanto sia apprezzata la nostra Flora, che appare per pochissimi istanti, come quadro posto sul camino del salotto del protagonista durante la festa di addio al celibato…
Ti invio il link della mostra su Stabia attualmente allestita a Ravenna e quello di una delle riviste ad essa dedicata. Ravenna è l’unica tappa italiana prevista di una mostra dedicata alla nostra città che è stata giudicata una delle più importanti al mondo e che ha riscosso un successo straordinario a San Pietroburgo e a Hong Kong dove è stata già ospitata, spero che il successo continuerà anche in Australia e negli Stati Uniti, prossime tappe previste. Io l’ho visitata ed è davvero splendida (la mostra è a Ravenna ancora un mese). Saluti. Serena Greco.

link della mostra su Stabiae
la rivista dedicata alla mostra

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domenica 16 agosto 2009 (Dante Esposito Sansone)

Giriamo in pubblicazione la lettera a firma dello stabiese Dante Esposito Sansone, giunta in questi giorni a mezzo posta tradizionale (visualizza la lettera originale):
“Ho ricevuto da Barcellona, tramite mia nuora, copia della lettera (e-mail) che mi hai inviato, di Gioacchino Ruocco (rif.: lettera del 27 luglio 2009). Devo precisare che il Sig. Sansone da lui menzionato, sulla Petroliera Massachusset Getty è mio fratello Roberto, che vive a C/mare, che è stato uno dei più giovani Comandanti della Soc. “Getty”, poi si stabilì presso la FINCANTIERI come Com.te all’Armamento. Attualmente in pensione, fa parte del Collegio CAPITANI di NAPOLI ed è molto attivo come esponente di COMMISSIONE ARBITRALE per i SINISTRI MARITTIMI. Penso di aver conosciuto anche il Sig. CIRCIELLO, il cognome non mi è nuovo, sicuramente più giovane di me diplomatosi dopo il 1956 a Piano di Sorrento, a cui invio tanti saluti, sempre attraverso il tuo indovinatissimo SITO. Attualmente sono a Riccione e se mi vuoi contattare, conosci il mio numero TFX. Non ho ancora e-mail.
Salutissimi, Dante, lì 1 agosto 2009″

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giovedì 30 luglio 2009 (Ferdinando Fontanella)

La “Fuorviante segnaletica”, lettera protocollata del Sindaco:
“La nostra “segnalazione” (rif.: “La fuorviante segnaletica”) riesce a smuovere qualcuno, ancora una volta il Sindaco Vozza ci ha dato retta, in allegato la lettera che gentilmente mi ha fatto inviare dal suo staff. Credo sia bello far sapere agli amici LiberiRicercatori che ai vertici si è sensibili e che qualche volta riusciamo a smuovere un po’ le acque ( visualizza la lettera protocollata del Sindaco ).
Ciao Nando”

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mercoledì 29 luglio 2009 (Giovanni Ferraro)

Tanti bei ricordi e una bellissima testimonianza di attaccamento a Castellammare, ci scrive il sig. Giovanni Ferraro da Jesolo:
“Caro Maurizio Cuomo, scusami il tono confidenziale, ma presumo di poterne far uso tranquillamente considerata la differenza d’età che sicuramente intercorrerà fra di noi. Dunque, mi chiamo Giovanni Ferraro, ho 72 anni suonati e attualmente vivo con la mia famiglia a Jesolo, una bella località balneare a poca distanza da Venezia. Pur essendo stabiese solo di adozione e non di nascita, sento comunque nel cuore e nell’anima questa splendida città, per esservi vissuto durante il periodo più bello della mia vita. Era il lontano 1944, avevo 7 anni, poco più poco meno, la guerra era appena finita, quando io, i miei genitori e le mie sorelle decidemmo di trasferirci da Terracina a Castellammare presso l’abitazione della nonna paterna al rione Spiaggia appena dopo la Ferrovia dello Stato. Qui ho abitato sino al 1961 e chissà, forse vi avrei abitato per sempre, se non fossi stato costretto un giorno a svernare qui al Nord per motivi di lavoro. Era il 1961. A Castellammare, oltre ad inseguire tante aspettative di lavoro che in concreto non poterono mai realizzarsi, ho inseguito il sogno di sfondare nel mondo del calcio, ma anche qui, a causa di più di qualche infortunio non ebbi tanta gloria. Tuttavia ricordo d’aver militato tra i giovani della Juve Stabia, nel Gragnano ed infine un paio d’anni nel Savoia di Torre Annunziata. Qui a Jesolo ho continuato ancora per qualche anno a calpestare l’erba del terreno di gioco, poi preso dai impegni familiari e di lavoro, ma soprattutto da problemi fisici, smisi del tutto. A Jesolo per tanti anni sono stato Ufficiale di Stato Civile del locale Comune. A Castellammare lasciai tanti amici, ma quello con cui ho più di tutti fraternizzato è stato Silvano Cannavacciuoli (visualizza la storia di Silvano), ora residente negli Stati Uniti. Con lui tuttora, sebbene siano trascorsi più di 60 anni dacché ci conosciamo, continua ancora una bella amicizia. Ci sentiamo spesso telefonicamente, ci scambiamo e-mail, ed inoltre sono stato anche a trovarlo varie volte in America con mia moglie. Silvano, credo sia uno stabiese del quale Castellammare può andar fiera. Costui negli Stati Uniti, sia nel campo del lavoro che in quello dello sport, si è dato molto da fare negli anni passati ed oggi di tutto ciò che ha fatto ne raccoglie meritatamente i frutti. E’ addirittura cintura nera del nono grado di karatè. Ma Silvano, oltre tutto, è grande come persona. Vengo di rado a Castellammare, però, in compenso seguo il tuo sito dove vi leggo di tutto. E mi auguro tanto potrai continuare a lungo in questa tua simpatica attività. Mi auguro anche tanto che Castellammare ritorni, come ci racconta la sua storia, ad essere ancor più splendida ed interessante di quanto già lo sia. Grazie davvero, Maurizio, per come e quanto riesci a fare per noi stabiesi lontani da Castellammare.
Cordialmente, Giovanni Ferraro”.

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martedì 28 luglio 2009 (Franco Circiello)

Franco Circiello risponde all’amico ritrovato Gioacchino Ruocco (rif.: lettera di lunedì 27 luglio 2009):
“Caro Maurizio, ti ringrazio con meraviglia per la tua solerte posta. Con due nuovi membri in famiglia non è facile mantenere ordinari impegni di comunicazione…
Ricordo benissimo Gioacchino Ruocco e te lo dico in due parole. Lo ricordo quando disse che un’insalata va “cunciata cu ‘e mmane”, immagine che mi accompagna ancora oggi quando preparo un’insalata. Lo ricordo per la sua grande sensibilità e anche timidezza (sentimenti che quasi sempre vanno a braccetto nella vita). E lo ricordo perché la sua anima mi comunicava una saggezza antica, quasi premonitrice dei mali che la nostra generazione ha saputo così bene elargire nella sua follia progressista. E sì, caro Gioacchino, ricordo benissimo le mie prime schermaglie letterarie, le commedie teatrali al Circolo Sociale, i personaggi sulla scena del teatro e su quella della vita, i sogni comuni e le nuove speranze del nuovo quartiere San Marco (domani sul sito troverai una mia poesia intitolata proprio San Marco). Non so dove ti ha portato il fiume della vita in tutti questi anni, spero e mi auguro che sia un’ansa dove i ricordi respirano l’eterno…
Vedi Maurizio, il successo del sito sta proprio in questo, di avere risvegliato in molti stabiesi lo spirito comune e non scritto di essere depositari e rinnovatori dei valori della vita e della nostra terra. Non è un caso che la natura ti ha premiato con due nuovi pargoletti. Saluto tutti di cuore,

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lunedì 27 luglio 2009 (Gioacchino Ruocco)

Una nuova accorata lettera del carissimo Gioacchino Ruocco:
“Caro Maurizio, ti riscrivo per gli spunti che di continuo mi fornisce la posta che pubblichi. Da quando ho incominciato a visitare il tuo sito per cercare Don Mimì Santoro di via Giuseppe Cosenza, che sicuramente starà a Via Napoli da molti anni, ma che nel tempo è diventato ‘o zio nisciuno per i frequentatori del sito, ho scoperto le altre potenzialità che il sito possiede. Oltre alla voglia di fare cultura e memoria che è quasi la stessa cosa, attira il melos dei nostalgici impotenti o non accondiscendenti neppure a se stessi per un eventuale ritorno al luogo natio. La frequentazione mi ha permesso anche di ritrovare mio zio Ciccio che ormai era vivo soltanto nei ricordi, scoprendo nella rubrica “Le immagini della memoria” una fotografia del suo matrimonio inviatati da una sua nipote e di scoprire nella stessa, in terzo piano, alcuni tratti del volto di mio padre e di mia madre sopravanzati da altri soggetti animati da un maggiore protagonismo. Ho letto di Circiello col quale frequentavo, in classe diversa, l’Istituto Nautico di Piano di Sorrento (la mattina facevamo la stessa strada per prendere il treno) e di Sansone (ufficiale di coperta) col quale sicuramente ho navigato (se è la stessa persona) per qualche mese sulla petroliera Massachusset Ghetty dove rimasi per un solo viaggio. Impossibilitato a vivere la realtà che vivete voi residenti assaporo nuovamente quella che ho già vissuto trovando non solo ricordi, ma anche spiccioli di soggetti con i quali ho avuto rapporti di vita che in qualche modo erano andati a collocarsi su percorsi non abituali della memoria. Circiello, spero, ricorderà le recite giù al Centro Sociale “Ina Casa” e tutti i compagni di allora, le assistenti sociali, ecc. ecc., le cose che già allora egli scriveva.
Di Sansone ricordo la cortesia e la simpatia, mai uno screzio. Di me non avrà, forse, nessun ricordo se non quello che sbarcai anzi tempo perché avevo avuto dei seri disturbi intestinali durante l’attraversamento del Canale di Suez dopo aver mangiato del pesce pescato dagli egiziani mentre eravamo alla fonda. Era il 1962″.

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sabato 25 luglio 2009 (Nando Fontanella)

Ci scrive il naturalista stabiese Ferdinando Fontanella:
“Caro Maurizio, ieri sera sono stato alla splendida serata di presentazione del libro del nostro amico cartografo Giovanni Visetti, che si è tenuta al Palazzo Vespoli di Massalubrense. Il libro dal titolo “Le coste di Sorrento e di Amalfi” è veramente bello e credo che tutti gli amanti delle nostre zone (tratta tutte le località della Costiera a iniziare proprio da Castellammare) dovrebbero avere. Anche il costo non è assolutamente eccessivo 14,00 €, e per tali motivi lo consiglio vivamente a tutti gli amici Liberi Ricercatori (per ulteriori approfondimenti). Lasciandoti ai tuoi doveri di padre impegnato, ti auguro una buona giornata. Ciao Nando”.

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giovedì 23 luglio 2009 (Gioacchino Ruocco)

Il comunicato del carissimo Gioacchino Ruocco:
“Caro Maurizio, scusa il tono affettuoso che non è piaggeria, ma il senso di una stima che cresce giorno per giorno, ti invio in allegato il comunicato stampa già diffuso tramite Internet e dalla stampa locale per annunciare la mostra dell’artista di origine umbra, Annita Mechelli, ma romana come tanti che lo sono solo perché risiedono a Roma, che mia moglie, storico e critico d’arte Anna Iozzino, presenterà domani 23 luglio di quest’anno ad Amelia in provincia di Terni. Ti scrivo chiedendoti la cortesia di pubblicare il programma di questo avvenimento nel tuo sito. Ti saluto caramente. Gioacchino Ruocco” (visualizza il programma della manifestazione).

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martedì 14 luglio 2009 (Dante Esposito Sansone)

A Maurizio Cuomo da Dante Esposito Sansone:

Sono veramente grato per aver avuto il piacere di sentire la voce del mio amico, Silvano Cannavacciuoli dagli Stati Uniti (rif.: “Stabiesi ritrovati”), ringrazio anche Catello Esposito Sansone sicuramente mio lontano parente di Castellamare (farò in modo di vederlo personalmente quanto prima). Mi sento un figlio di Castellammare ho avuto una vita di girovago, ma nel mio cuore ho sempre sognato i miei luoghi di infanzia: i miei nonni materni avevano una vendita di carbone e legna da ardere in via San Vincenzo. Sono stato anche un canottiere presso il Circolo Nautico Stabia, ho preso parte a diverse regate con gli allenatori Tassan Lovati e Vincenzo Cuomo, poi nel 1956 dopo aver terminato gli studi a Piano di Sorrento, ho iniziato il mio giro continuo per i mari di mezzo mondo, diventato poi tecnico alle costruzioni navali, sono stato tre anni in Giappone, dieci anni in Spagna e altri anni tra Stati Uniti e Italia fino a che grazie a voi ho potuto risentirmi con il mio caro amico Silvano. Grazie, grazie con affetto. Dante.

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martedì 14 luglio 2009 (Marika De Rosa)

Ci scrive Marika De Rosa di Faito DOC Festival:

“Alleghiamo, per gradita diffusione, la locandina dell’evento:
FAITO DOC FESTIVAL
28 luglio – 3 agosto
MONTE FAITO

Restiamo a disposizione e per qualsiasi altra informazione:

www.faitodocfestival.it/

Cordiali saluti, Marika De Rosa”.

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venerdì 10 luglio 2009 (Gigi Nocera)

L’accorato messaggio del carissimo Gigi Nocera:

“Caro Maurizio, prima di inviarti le considerazioni che seguono ho voluto far passare qualche giorno per non essere influenzato emozionalmente dalla vicinanza del fatto. Quindi con freddezza e quasi con divertimento espongo ora il mio pensiero sul caso in questione. Qualche giorno fa con ingenua malizia (attenzione, perché in questo caso i due termini non sono in contrasto; non è un ossimoro) è stata inviata a L.R. una lettera che all’interno di una proposta molto interessante relativa alla nostra Reggia, era nascosta una “soffiatina” per un noto movimento politico: niente di male se questo sito parlasse di politica, ma siccome lo stesso si propone di mettere in risalto le tradizioni, la storia, le bellezze e la vita passata e presente di questa nostra bella città, ho trovato, quella…”trovata” (se scritta con un secondo fine) perlomeno inappropriata. Ma tu gestisci con cura e buon senso questo sito meraviglioso: luogo di incontri degli stabiesi “vicini e lontani”. Come quelle belle telefonate che il buon Frank Avallone, dalla Florida, fa ai suoi concittadini, anche se mai conosciuti, come me, soltanto per sentire la voce e il dialetto di chi è nato sotto lo stesso cielo; che ha vissuto, anche se in epoche diverse le stesse emozioni provate nel tuffarsi dagli scogli della banchina ‘e zi’ Catiello, che ha riempito la “mummara” all’acqua della Madonna, che ha rincorso lo stesso treno che trasportava i materiali ferrosi al nostro glorioso Cantiere Navale ed ha corso gli stessi “vichi e vicarielli”. Solo questo volevo dirti, senza alcun intento polemico. Augurando al Libero Ricercatore un sempre maggior successo, porgo a te e a tutti gli stabiesi sparsi per il mondo un caro saluto ed un abbraccio. Gigi Nocera”.

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giovedì 9 luglio 2009 (Prof. Franco Circiello)

La lettera inviataci p.c. dal prof. Franco Circiello (che a sorpresa ha ricevuto una gradita telefonata dal nostro carissimo amico Frank Avallone, stabiese in Florida):

“Caro Franco, sapessi la gioia che mi hai dato con la tua telefonata. Tu parlavi e a me sembrava di essere su un aereo indeciso se atterrare a New York, a San Francisco, a Los Angeles oppure mieze ‘a funtana, all’acqua d’a madonna, o ‘ncoppa ‘a Caperrina. Tanta è la magia che con amore accomuna il grande al piccolo, il forte cavallo all’esile filo d’erba. Chiudendo il telefono, non mi sono sentito lontano e ho detto a me stesso di aver trovato un amico. Forse più in là scopriremo che abbiamo vissuto “on the opposite side of the tracks…” ma chi se ne frega se quello che ci lega è l’amore per la terra che ci vide nascere. Non perdiamoci di vista e auguri di felicità e salute. Franco Circiello.
P.S.: Mi sembra doveroso mandare una copia di questa mail a Libero Ricercatore. In un certo senso ha fatto la parte “d’a vammana”, aiutando a far nascere questa amicizia”.

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lunedì 6 luglio 2009 (Prof. Franco Circiello)

Ci scrive p.c., il prof. Franco Circiello, autore di www.friends-ofthe-world.net/ :

“Eccomi qua a cercare un contatto nello spazio cibernetico…

Poesie dei bambini alla parrocchia del San Marco:
grazie ai bambini e agli organizzatori della manifestazione a ricordo del caro Don Ciro. è stata una bella serata e mi sono sentito molto onorato per avervi partecipato come membro della giuria di qualità. Auguri di poterla continuare in futuro.

Targa americana con la scritta “STABIA”:
su di un blog stabiese nei mesi scorsi è andata in pubblicazione l’immagine di una targa automobilistica della Florida con la scritta “STABIA”. Scommetto che appartiene a Peppe Cuomo, zio di Maurizio Cuomo, editore del sito web stabiese “libero ricercatore”. Sarei proprio curioso di sapere se l’ho azzeccata. Conoscendo Peppe non mi meraviglierei.

Elezione del Re alla reggia di Quisisana:
come dissi alla festa della poesia a San Marco, la mia proposta per lanciare la rinata reggia è quella di organizzare un programma annuale con l’elezione popolare di un Re in carne ed ossa in carica come tale per 1 o 2 anni. Questo Re presiederà eventi culturali, nominerà baronetti e conti di un ordine cavalleresco creato ad hoc, indipendentemente dalla loro nazionalità e parteciperà come tale a sfilate, balli, cerimonie e feste.
Il suo titolo sarà quello di Re di Stabia e del Golfo per volontà di popolo e terrà corte nella reggia con udienze e programmi giornalieri, mensili e annuali. Potranno partecipare per le elezioni uomini di nazionalità napoletana ed estera (Italia inclusa).
Pubblicità e articoli commerciali porteranno il suo marchio, se autorizzati dalla Real Casa (esattamente come fa la regina d’Inghilterra).
Visto che sto mandando questa mail anche a “libero ricercatore” sarei curioso di sapere come la pensano Maurizio & company e forse si potrebbe coinvolgere anche lo storico stabiese Pippo D’Angelo che diventerebbe storico ufficiale del nuovo reame. E coinvolgendo anche il giornale Metropolis, questa proposta potrebbe raggiungere gli stabiesi tutti e diventare argomento di discussione di questa estate.
In fondo quello che propongo è a mio avviso presente nel DNA della fantasia napoletana: avere il loro Re, quale migliore opportunità di averne uno che nasce e regna nel cuore di essi come modello di civiltà del sentimento e del sogno e non come modello di potere. Detta la mia, aspetto la vostra. Franco Circiello”.

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mercoledì 1 luglio 2009 (Angelo Del Gaudio)

Ci scrive il carissimo Angelo Del Gaudio (rif.: “La fuorviante segnaletica”):
“Mio caro disincantato Maurizio, purtroppo parlando di parco regionale del Faito si sottintende un polpettone per sfamare nuove bocche; certamente ci sarà anche un famelico stabiese che ne fa parte. Ti suggerirei di interessarlo, facendolo conoscere ai cari concittadini, in modo che aiutandoti a risolvere questi problemi, abbia coscienza di meritarsi la pagnotta. Spero tanto che questo rappresentante sia quanto meno acculturato al punto di capire che il parco al limite è per Castellammare e non per il… Mezzogiorno. Ti abbraccio e tanti auguri di poter vincere questa piccola battaglia che sostanzia la civiltà, buon lavoro. Angelo”.

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martedì 23 giugno 2009 (dott. Giuseppe Errico)

Ci scrive il dottor Giuseppe Errico, psicologo, ricercatore e scrittore:
“Caro Maurizio Cuomo, considerato che come autore intendo ripubblicare il volume sul monaciello (Pironti) inserendo altre storie popolari e di testimonianza chiedo la liberatoria al fine di poter riportare (citando la fonte) i loro racconti sul monaciello (Gigi Nocera, Gaetano Cuomo). In attesa di cortese riscontro invio cordiali saluti”.

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domenica 21 giugno 2009 (Anna Di Maio)

I saluti e i ringraziamenti della sig.ra Anna Di Maio:
“Saluti allo staff di “libero ricercatore” e al Direttore M. Cuomo, grazie di tutto, soprattutto per l’interesse mostrato alla ricerca della mia amica che mi ha risposto tempestivamente e inviato saluti numero di telefono, video e foto (altrettanto farò io per qualche foto con lei). Vista la vostra serietà vi chiedo se tra coloro che hanno pubblicato le foto c’è qualcuno che abbia interesse o proposto foto di ragazze che andavano a scuola di ricamo presso le Suore di S. Anna, anno 1956 ca., perché cerco una mia amica che abita fuori C/mare che si chiama Immacolata Fariello, da giovinetta abitava al centro storico nei pressi delle Terme Antiche. Buona domenica. Anna Di Maio”.

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sabato 20 giugno 2009 (Anna Di Maio)

Ci scrive la sig.ra Anna Di Maio:
“Mi chiamo Anna Di Maio, mi sono riconosciuta da giovane nella rubrica “Immagini della memoria” (VII riga – III foto), insieme alle mie amiche. Ho saputo della pubblicazione della foto dal Signor G. Moraldi che abitava nel palazzo dove abitavo anche io. Mi farebbe piacere avere il numero di telefono di Enza per sapere come sta. Non potete credere che felicità che ho provato nel sapere che una persona mi abbia cercato e pensato in questo modo. Grazie a tutti e a presto. Un forte abbraccio. Anna Di Maio”.

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venerdì 19 giugno 2009 (Vincenzo Vanacore)

Ci scrive lo stabiese Vincenzo Vanacore da Trento:
“Chi Vi scrive è uno Stabiese che vive da tempo a Trento. Sono un insegnante con una grande passione per la scrittura e Vi seguo da tanto tempo. Rivivo tutte le mie esperienze passate attraverso il ricordo di Castellammare, motivo per cui credo svolgiate una grande funzione di amarcord, ma soprattutto un mezzo di comunicazione per poter cogliere le bellezze e le tradizioni della nostra città. E’ mio desiderio fare una richiesta che ho sempre rinviato: è possibile segnalare nei Vostri link anche l’indirizzo del mio sito? Scrivo poesie e racconti e un paio di anni fa ho avuto la possibilità di pubblicarne una raccolta. All’interno del mio sito già da tempo ho segnalato tra i miei link anche il Vostro sito. Vi auguro una buona giornata e invio cordiali saluti. Vincenzo Vanacore”.

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giovedì 18 giugno 2009 (Antonello Ferraro)

La proposta/idea di Antonello Ferraro:
“Ciao Maurizio, vorrei sottoporti un’idea che potrebbe pubblicizzare il sito e autofinanziarlo: perché non crei una maglietta per quest’estate con il logo del sito? Se pensi di farla fammi sapere come potrò acquistarla e dove. Ne sarei orgoglioso. Saluti, Antonello”.

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martedì 16 giugno 2009 (Gilbert Paraschiva)

I saluti del carissimo Gilbert Paraschiva che ci omaggia con alcuni suoi video:
“Caro Maurizio, essendo, nessuno più di te, un… “LIBERO RICERCATORE” (scherzo ovviamente) ti do’ la LIBERTA ’ di RICERCARE e, qualora tu lo voglia, di ATTINGERE da questi 2 LINK MOLTO INTERESSANTI il meglio del tuo amico GILBERT. Comunque anche se solo li andrai a vedere ne sarò felice. Ecco i link:

http://www.braviautori.com:80/autori/gilbertparaschiva
http://www.pitestiromania.ro/Pagina%20gilbert.htm

Con i miei migliori saluti e buona visione! GILBERT”.

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martedì 16 giugno 2009 (Francesco Chianese)

La lettera di cortesia di Francesco Chianese:
“Vi ringrazio vivamente della email (newsletter di giugno 2009). Siamo veramente lieti di aver scoperto il Vostro sito, che riteniamo un vanto per la nostra città. Siamo e saremo impegnati a contribuire al suo arricchimento ed alla sua diffusione. Cordialmente, FRANCESCO CHIANESE”.

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martedì 16 giugno 2009 (Giusy Somma)

Ci scrive Giusy Somma, autrice di http://gliamorididida.blogspot.com/:
“Gent.mo Maurizio Cuomo, sono Giusy Somma, ti scrivo per ringraziarti dal profondo del cuore per avermi regalato, attraverso il Libero Ricercatore, un’emozione forte stasera, come sempre faccio quando ricevo la tua graditissima newsletter, stavo girovagando tra il sito e stavolta mi sono soffermata sulle “Immagini della memoria”, curiosa soprattutto di riconoscere qualche volto, ma mi sono accorta di essere, fortunatamente, ancora troppo giovane, mi ero soffermata, quindi, sulla foto dei donatori di sangue dell’Italcantieri sperando di scorgervi il volto di mio padre che ne faceva parte attiva, ma se non sbaglio lui non c’è, poi mi ha incuriosito la foto delle telefoniste Sip e… con un tuffo al cuore ho riconosciuto, nell’unico volto maschile della foto, il carissimo zio Michele, più precisamente è, o meglio, purtroppo era, lo zio prediletto di mia madre che tanta parte ha avuto nella sua vita, lui, infatti, lavorava proprio alla Sip di Castellammare, ovviamente mi è stato possibile riconoscerlo perché è un volto a me familiare, è venuto a mancare un po’ troppo presto ma mia madre lo porta sempre nel cuore perché era di una bontà unica, non vedo l’ora che arrivi domani per poter mostrare la foto ai miei genitori! Volevo anche sapere se per l’invio di materiale fotografico è prevista la successiva restituzione una volta acquisita l’immagine, perché anche io ho qualche foto d’epoca che mi hanno lasciato i miei adorati nonni che mi farebbe piacere condividere con voi ma… ci terrei anche a conservarle!
Fammi sapere, nell’attesa invio affettuosi saluti a te e alla tua signora sperando che mi segua sempre sul mio blog di cucina, cordialmente. Giusy Somma”.

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venerdì 12 giugno 2009 (Teresa Boccacini)

Ci scrive Teresa Boccacini:
“Domenica 14 giugno, presso la scuola elementare “Cicerone”, alle ore 20.30, l’Associazione Culturale Teatro Popolare presenta: “LA CANZONE DELLE CANZONI” rassegna di musica & poesia a cura di Mino De Dilectis, con la regia di Tommaso Donnarumma. Conduce: Teresa Boccacini – Canta: Franco Staiano – Recitano: Iole Vanacore, Pino Palmieri, Luivi Iovino, Marò Reale, Pino Vitale, Leo Donnarumma. Vi aspetto” (Visualizza la locandina).

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venerdì 12 giugno 2009 (Angelo Del Gaudio)

Scrive il carissimo Angelo Del Gaudio per ringraziare l’amico Frank Avallone:
“Ringrazio Frank Avallone per avermi ricordato nelle sue memorie. Frank ricorderà che il professore Cirillo usava la famosa “spalmata” con cui suggellava i nostri minuti di ritardo a scuola: tante spalmate per quanti minuti si tardava ad arrivare. A conferma dell’episodio, cui ero presente, della lavagnetta rotta e del bozzolo del nostro compagno (credo fosse TITO – quell’omone in fase di recupero scolastico) e del sincero ringraziamento della mamma, vorrei ricordare, se può ancor di più definire il nostro “o tempora, o mora!!!”, quanto successe a me. Avevo ritardato di 5 minuti e 5 spalmate mi avevano gonfiato la mano sinistra.
Tornato a casa cercai connivenza o comprensione da mia mamma, ma… al pomeriggio mi mandò a comprare un “fiasco” di Chianti, pregiato e costoso per le nostre tasche, e quando le chiesi a cosa servisse, rispose: “Per un anniversario di papà”. Altro che anniversario! La mattina dopo mi preparò per la scuola, cartella a tracolla, e… nella mano incidentata dalle spalmate a reggere il fiasco di Chianti con la raccomandazione: ringrazia il professore a nome di papà e mamma! Non dico altro, ma solo che se il nostro professore ha seminato umanità e dignità è stato in questo facilitato da genitori come i nostri. Vi abbraccio. Angelo”.

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giovedì 11 giugno 2009 (Eugenio Muccio)

Ci scrive Eugenio Muccio, studente del Liceo Scientifico F. Severi di Castellammare di Stabia:
“Caro Maurizio Cuomo, mi scuso innanzitutto per il considerevole ritardo nello scriverle questa mail. Molteplici impegni scolastici (e non) mi hanno impedito di dedicarle il tempo dovuto.
Riguardo il progetto di cui le scrissi, la mia classe ha conseguito il 2° posto e un premio speciale aggiuntivo. La invito dunque a visitare il web site del nostro progetto. La ringrazio, infine, dei contenuti (opportunamente citati) messi da lei a disposizione e della sua professionalità. Cordialità. Eugenio Muccio.

P.S.: mi farebbe piacere ricevere un suo commento al progetto”.

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lunedì 8 giugno 2009 (Umberto Cesino)

Ci scrive l’amico Umberto Cesino (pittore/scultore stabiese):
“Carissimo Maurizio, molteplici impegni mi hanno portato per un po’ lontano da Liberoricercatore, luogo di sana informazione e serena riflessione. Ti saluto e mi complimento per i nuovi risultati del sito. Ti informo (e spero che tu abbia piacere di darne notizia attraverso L.R.) che il 5 luglio p.v., nell’occasione dell’anniversario della fondazione della chiesa, nel piazzale della parrocchia di S. Marco Evangelista a Castellammare, sarà scoperto il busto in bronzo del compianto parroco don Ciro Donnarumma, della cui esecuzione mi pregio di essere stato incaricato dal fratello don Vincenzo, attuale parroco. Sarà mia cura comunicarti eventuali altre informazioni al riguardo. Un caro saluto, Umberto Cesino”.

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lunedì 1 giugno 2009 (Gigi Nocera)

Ci scrive l’amico Gigi Nocera da Torino:
“Caro Maurizio, nell’ammirare la bella fotografia messa a disposizione dall’amico Gaetano Fontana, che rappresenta Piazza del Municipio ai primi del ‘900, ho rilevato alcune modifiche agli edifici apportate negli anni successivi e che io ho ripescato dalla mia memoria visiva. Quindi negli anni ‘30 la stessa Piazza la ricordo così:
1° Nell’edificio che si vede a destra non c’erano terrazzi dopo il primo piano, ma la facciata era tutta a filo del piano terreno. Dal primo piano in su c’era il vecchio ospedale San Leonardo, e nel negozio a piano terreno aveva sede la cartolibreria Canzanella, a quei tempi una delle più importante della città.
2° Nell’edificio di sinistra esisteva una stazione metereologica e le scuole che io ho frequentato (poco!). Sotto la falda del tetto, sulla parte liscia della facciata, c’era la seguente scritta in grossi caratteri: OSSERVATORIO METEREOLOGICO.
3° La pavimentazione della Piazza non era composta da mattoni regolari, ma dai famosi “vasuli”.
4° Se non sbaglio (e posso errare perchè la veduta non è chiara) la banchina ‘e zì Catiello è a livello del piano della Villa. Mentre negli anni 30 per accedere alla stessa c’era una breve discesa, che dal piano portava al moletto vero e proprio dove attraccavano le barchette dei pescatori.
5° Le costruzioni che si vedono sullo sfondo, proprio verso, appunto, la suddetta banchina, non esistevano. C’era invece uno spiazzo dove i ragazzi giocavano a rincorrersi liberamente, senza ostacoli. Tanto ho ritenuto di segnalare sperando che possa interessare ai cultori della storia di Castellammare. Invito quindi gli amici lettori del sito a guardare attentamente la suddetta fotografia, che, ripeto è molto interessante, e constatare quanti cambiamenti (in bene? in peggio?) ha subito la nostra sempre bella Città. Gigi Nocera”.

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sabato 30 maggio 2009 (Corrado Di Martino)

L’amico Corrado ci scrive per dare maggiori informazioni su alcune foto pubblicate di recente nella rubrica “Immagini della memoria”:
“Ciao Maurizio, da un po’ non ci sentiamo, oggi ho fatto uno dei miei “soliti giri” su LR ed ho notato tre vecchie foto che ritraggono delle centraliniste intente al proprio lavoro. Bèh a quei tempi (avevo pressappoco 10 o 11 anni) frequentavo quei locali perché spesso portavo il pranzo a mio padre che lavorava, appunto, nella sede di Corso Vittorio Emanuele (se la foto è stata scattata prima dell’ottobre ’67, si tratta dell’azienda di telefonia a carattere regionale SET (Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia) divenuta poi da quella data in poi SIP V° Zona). Pensa, inoltre che due anni dopo con la teleselezione non c’è stato bisogno più di operatrici ai centralini. Forse il primo dei momenti difficili dal punto di vista “interno” delle telecomunicazioni nel nostro Paese. Saluti a tutti. Corrado”.

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martedì 26 maggio 2009 (Gabriella)

L’avviso di Gabriella, presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale di Scanzano:
“Ciao!!! Sono Gabriella, presidente dell’Azione Cattolica della parrocchia SS. Salvatore di Scanzano; ti allego il volantino del “Punto Amico”, che aprirà oggi dalle 18.30 alle 20.00, in via Micheli; ti invierò poi gli orari in cui il punto resterà aperto nelle prossime settimane. Grazie”.

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martedì 26 maggio 2009 (Enzo Cesarano)

Giriamo alla vostra attenzione il messaggio dell’amico Enzo Cesarano, che ringraziamo di vero cuore:
“Carissimo Maurizio cerco di disturbarti quanto meno è possibile perchè so che non è facile portare avanti liberoricercatore, che ti chiede tempo e penso tanta pazienza, ma la lettera del dott. Fontanella fa parte di quei segnali che ti fanno riflettere, ho paragonato la figura di questo nostro concittadino ai padri del deserto descritti nella Bibbia, i quali vivevano da eremiti e andavano in città solo quando c’era il flagello delle cavallette per avvisare tutti della disgrazia che li stava colpendo. Cosa si fa di fronte ad un drammatico e accorto messaggio che paragona i mali della nostra città ad un tumore maligno? Come figlio di questa nostra terra ricca di storia, come cittadino e come padre cosa fare? E allora è importante ritornare senza retorica un poco indietro, non fermarsi, ma tornare indietro. E la risposta almeno nel mio piccolo è stata questa: solo la bellezza può sconfiggere tutto ciò. Anche la lettera del dottore è bellezza perché parla di un amore sconfinato, liberoricercatore è bellezza perché è memoria della nostra terra, gli articoli del signor Nocera sono esempio di come si deve essere stabiesi anche vivendo km lontani. Io credo che queste piccoli esempi possano aiutarci poi a risolvere i grossi problemi che attanagliano un po’ tutti.
Caro Maurizio questo mi sono sentito di dirti e questo ti ho scritto grazie ancora per la possibilità che dai a tutti noi di esprimere liberamente i nostri pensieri. Ti saluto, Enzo Cesarano”.

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domenica 24 maggio 2009 (Gigi Nocera)

Il carissimo Gigi Nocera ringrazia Antonio Cimmino (vicepresidente della locale Associazione Nazionale Marinai d’Italia), per i graditi omaggi ricevuti:
“Egregio e carissimo Signor Cimmino… Non son passate che 4 ore dall’arrivo del gradito dono che mi ha voluto fare e già mi son letto con estrema attenzione e commozione il bel libro “Uomini di mare e di guerra”. Molte cose si sono rinnovate nella mia memoria che, anche se ancora efficientissima, a volte fa cilecca. Si ricorda che in un mio scritto avevo detto che durante la Prima guerra mondiale mio padre era di stanza a Taranto? Lui mi parlava della sua guerra e mi citava anche il comandante della nave su cui era imbarcato; ma io non lo ricordavo. Ebbene scorrendo il libro mi è venuto in mente il nome che lui citava: Umberto Cagni, quindi l’incrociatore ( che lui chiamava DREADNOUGHT) su cui era imbarcato era il PISA. Forse non Le è noto che io ho frequentato per un anno la Scuola allievi operai presso il nostro valoroso cantiere navale facendo il corso di saldatore elettrico. Ebbene, presto imparai il mestiere e mi sovviene che per un certo periodo di tempo, diciamo un paio di settimane, ho lavorato dentro un grosso cilindro (così appariva a me). Essendo mingherlino ci entravo facilmente e facevo delle saldature (che si chiamavano sovratesta) sdraiato sul dorso. Nella descrizione che il libro fa dei famosi “maiali”, penso che allora (e siamo nei primi mesi del 1938) io abbia lavorato alla costruzione di questi micidiali mezzi. Però posso anche sbagliarmi, non conoscendo la data esatta della loro ideazione. Un’altra grande gioia che mi ha dato lo scorrere le pagine del libro è quella di aver rivisto in fotografia il mio non dimenticato cugino (per parte di mia madre) comm. Vincenzo Della Monica.
Caro Signor Cimmino, Lei gentilmente mi esorta a scrivere “in maniera più dettagliata la mia storia corredata anche di foto, specie per il periodo inerente alla guerra ed alla Resistenza”. Vede, è da tempo che ho pensato a ciò, ma ho allargato la visuale della mia vita, specialmente ora che si sta avvicinando il redde razionem. Quindi ho iniziato a mettere per iscritto tutta la mia vita, dal momento della mia nascita fino a quando….solo Dio lo sa. Non solo, ma sto ricostruendo anche se parzialmente la storia anche dei miei parenti più stretti, zii e zie; come vede quindi è un lavoro immane che mi assorbe per almeno due o tre ore al giorno (oltre alle altre 2/3 ore che dedico alla lettura). Certo, nel descrivere tutti questi avvenimenti e le cronistorie, nel mezzo c’è anche il periodo della guerra vera e propria e della gloriosa guerra di Liberazione, che in questi ultimi tempi qualche immemore vuole “revisionare” a suo uso e consumo. Per quanto riguarda una documentazione fotografica devo confessare che quella in mio possesso è abbastanza carente. Come si poteva pensare alle foto quando dal settembre 1943 all’aprile 1945 si era braccati giornalmente? La guerra ci teneva all’erta continuamente e le brigate nere ci tenevano d’occhio. L’unica fotografia di quel periodo mi è stata fatta durante i giorni della Liberazione,e appena posso la tirerò fuori.
Quei brani di memoria che saltuariamente il L.R. pubblica, sono il risultato delle amabili insistenza di questi bravi giovani stabiesi che ho conosciuto in questi ultimi anni: Maurizio, Ferdinando Fontanella il naturalista, Giuseppe Zingone, Gennaro Cesarano e gli altri che si sono aggiunti dopo, Lei compreso che mi lusinga e mi sprona con i suoi apprezzamenti.
Mi accorgo di essere stato molto lungo, ma io quando vengo a contatto con un mio concittadino non smetterei più. La nostalgia mi prende e i ricordi castelluonici fanno ressa nella mia mente. Per esempio, ricordi al mio cugino Vincenzo tutte le volte che abbiamo fatto il bagno assieme alla banchina e zì Catiello e come ci illudevamo di essere dei campioni di nuoto. Che tristezza,e che gioia ricordare e rimpiangere quei tempi!
La ringrazio di tutto (il distintivo lo metterò subito all’occhiello della giacca che indosso più sovente)… e saluto tutti con un abbraccio. Gigi Nocera”.

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martedì 19 maggio 2009 (Sig. Antonio)

Il sig. Antonio, scrive alla rubrica “Viaggio nella natura di Stabia” del naturalista stabiese Ferdinando Fontanella:
“Ho visitato il sito (pagina “Orchidee di Stabia”), in quanto ho scattato delle foto di orchidee ma non sono ancora riuscito bene ad identificarle. Nelle vostre pagine ci sono delle foto molto belle e i nomi scientifici sono ben distinti da una pianta all’altra. Vorrei chiedere se fosse possibile avere il vostro aiuto per conoscere i nomi scientifici delle piante che ho fotografato, ovviamente invio in allegato le immagini. Vi chiedo questo favore, sperando di non disturbare troppo. Grazie. Antonio”.

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lunedì 18 maggio 2009 (Luigi Totaro)

La lettera del prof. Luigi Totaro da Scafati:
“Egregio Sig. Libero Ricercatore, ho conseguito nel 1967 il diploma di “perito navale” presso l’Istituto Tecnico Industriale “Leonardo Fea”, quando era Preside, il prof . dott. Luigi Greco. Nel 1972 con la laurea in Scienze Naturali, dopo aver espletato il servizio militare come sott/le di complemento in M.M., sono diventato professore di scienze matematiche nelle medie, non dimenticando mai gli anni trascorsi tra i banchi delle superiori. Qualche anno fa, in occasione di un incontro con gli ex diplomati tra le due quinte A e B, ho voluto rivivere per iscritto quell’esperienza, intesa come un insieme di frammenti di ricordi che hanno plasmato nel bene l’anima, la mente e il cuore di molti giovani. Gragnanese di nascita (1948), Stabiese di origine: il nonno paterno era del terziere Privati di C/mmare, desidero vedere pubblicata questa semplice e succinta storia del “Fea”, per metterla anche a disposizione degli altri. Grazie, cordialità e ad majora per il prestigioso sito sulla multi variegata storia stabiese. Luigi prof. Totaro – Scafati (Sa)”.

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domenica 17 maggio 2009 (Giuseppe Di Massa)

Ci scrive l’amico gragnanese Peppe Di Massa, ricercatore di storia locale:
“Hi, cari Maurizio ed Egidio, grazie per la gradita newsletter (per Maurizio), quando si è soli all’estero, fa piacere ricevere un messaggio positivo, come sono i tuoi successi col sito. Vi scrivo anche per chiedervi una informazione su una tela del pittore Angelo Mozzillo, rappresentante una Madonna con Bambino tra due grandi angeli in volo, sui due lati, e ai piedi sant’Agostino e santa Monica che ricevono la cintura della congregazione. Si tratta di una tela d’altare di grandi dimensioni. Potreste far girare la mail, per verificare se una tela del genere é stata trafugata da qualche chiesa del circondario? Nel caso positivo, potremmo quasi sicuramente recuperarla e rimetterla al suo posto. Spero che qualcuno la reclami. Vi invio dalla stupenda Casablanca (come vedete non tutta l’Africa è come la tremenda Nigeria) i miei migliori saluti. Peppe”.

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sabato 16 maggio 2009 (Ing. Domenico Furci)

Rimettiamo in pubblicazione la segnalazione dell’ing. Domenico Furci, con la chiara speranza che l’Amministrazione locale, ne prenda atto e si adoperi per addivenire ad una rapida soluzione del problema:
“Buona sera, segnalo a voi lo stato indecente di via Varano che, specie in questo periodo, è percorsa da turisti che vogliono accedere alla zona archeologica a piedi o che dagli scavi scendono verso il centro. Non mi riferisco solo allo stato della pavimentazione, ma anche alla presenza di erbacce che restringono la striminzita sede stradale, già intasata spesso con cumuli di materiali ingombranti; e per concludere: la passeggiata dalle Terme Nuove alla stazione di via Nocera, in salita e in discesa, sui mini-mini-marciapiedi è ostruita da erbacce che cadono sulla testa dei passanti. Nel fantomatico progetto “Stabia la bella” c’è anche il ripristino della normale utilizzazione di queste strade e marciapiedi che io ho citato? Con stima. Mimmo Furci”.

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mercoledì 13 maggio 2009 (Restoring Ancient Stabiae)

Ci scrive la Fondazione RAS:
“Gentile Libero Ricercatore, inviamo in allegato il mensile di informazione telematico della Fondazione RAS al fine di far conoscere ad un “autentico” stabiese le attività in corso della stessa. Se interessato, può trasmettere le stesse attraverso i suoi canali. Cordiali saluti, Restoring Ancient Stabiae”.

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martedì 12 maggio 2009  (sig.ra Paola)

La sig.ra Paola dall’isola d’Elba, scrive alla rubrica “Viaggio nella natura di Stabia” del naturalista stabiese Ferdinando Fontanella:
“Gentile signore, la informo che presso il mio giardino crescono svariate piante di Cytinus hypocistis gialle e rosa di cui ignoravo l’esistenza e che ne sono venuta a conoscenza leggendo il suo sito dopo che mia figlia le ha trovate giocando in giardino. Vivo all’isola d’ Elba. Distinti saluti. Paola”.

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lunedì 11 maggio 2009 (dott. Giovanni Iorio)

Ci scrive il dott. Giovanni Iorio da Napoli:
“Gent.mo Sig. Maurizio, complimenti per il suo bellissimo sito che leggo spessissimo. Le invio due foto della mia infanzia a Castellammare di Stabia: sono foto di scolaresca scattate nella scuola elementare Basilio Cecchi, la prima nel 1956, la seconda credo nel 1958. Nella prima foto io sono a sinistra dell’ottimo maestro prof. Maresca (alla sua destra è ritratta la sua figliola e dalla quale mi farebbe piacere avere notizie) al quale mi legava un grande affetto e del quale conservo ancora un libricino di poesie per bambini con la sua dedica che mi regalò in occasione della Pasqua di quell’anno. Nella seconda foto (1958) sono ritratto alla destra del caro prof. Cozzolino che aveva con me grande pazienza. Nel 1960 la mia famiglia si è trasferita da Castellammare e, per qualche anno, ho cercato di mantenere i contatti frequentando, in estate, i bagni sul lungomare (andavo al Lido Moderno in compagnia di cari amici stabiesi, tra gli altri: i fratelli Corrado, Lillino e Salvio Guida). Ormai sono moltissimi anni che vivo a Napoli e vengo raramente a Castellammare, ma conservo vivissimo il ricordo e l’affetto per il mio paese e per questo seguo assiduamente le Sue pagine e le diffondo. In esse ho rivisto posti a me cari e ormai mutati per sempre (pensi che ho trovato una foto del palazzo dove sono nato e quella di dove ho abitato fino a 10 anni a Piazza Ferrovia, via Roma). La ringrazio per questo lavoro che fa per la nostra bellissima Città. Continui così, con la nostra stima e affetto. Cordialissimi saluti. Dott. Giovanni Iorio”.

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sabato 2 maggio 2009 (Gigi Nocera)

Ci scrive Gigi Nocera, per ringraziare Antonio Cimmino:
“Caro Maurizio, tramite il sito voglio ricambiare i cordiali saluti del signor Antonio Cimmino, che graziosamente si è voluto ricordare di me (rif.: corrispondenza privata). Ma io lo ringrazio calorosamente anche per l’impegno che mette nel gestire la locale sezione della A.N.M.I. e per quanta passione e affetto ci ricorda i marinai stabiesi caduti nell’espletamento del loro dovere. A suo tempo mi commosse il ricordo di un mio cugino, Aniello Della Monica, pubblicato su Libero Ricercatore. Lo ringrazio anche perchè tutte le volte che leggo qualcosa di suo, sul nostro sito, mi ritorna alla mente mio padre. Per molti sarà ridicolo quando sto per dire, ma per me ha un grande valore affettivo. Ecco di che si tratta. Mio padre ha partecipato alla prima Grande guerra, quella del 1915/18, imbarcato su un incrociatore di stanza a Taranto che pattugliava tutto il mare Adriatico fino a Trieste e Pola. E tutte le volte che io, curioso come ero (e sono), gli chiedevo di raccontarmi qualcosa di quella guerra, lui invariabilmente, con orgoglio, ricordava che era “Sottocapo, cannoniere, puntatore scelto”. Quanta enfasi e quanto orgoglio c’era nella sua voce quando, come una filastrocca, declamava queste sue qualifiche! Ecco perchè intendo ringraziare pubblicamente il Signor Cimmino: tutte le volte che lui parla dei marinai di Castellammare, mi fa ricordare mio padre, che ho tanto voluto bene; e che ancora oggi guida i miei pensieri e le mie azioni. Gigi Nocera”.

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giovedì 30 aprile 2009 (Concetta Suarato)

Ci scrive Concetta Suarato, presidente dell’Associazione Culturale “Musearte”:
“Gentile Direttore, anche quest’anno riproporremo le visite gratuite sul territorio. Come ha notato dal sondaggio effettuato, molti non hanno mai visto gli scavi, che stanno lì da tanto tempo, e figuriamoci se conoscono tutte le curiosità relative al centro storico o alle opere contenute nel neonato Museo Diocesano. E’ per questo che Le invio, come l’anno scorso, la locandina della manifestazione. Anche il pullman per gli scavi è gratuito, e le guide sono professioniste esperte. Grazie per la collaborazione, Concetta Suarato”.

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sabato 25 aprile 2009 (Enza Sabatino)

Ci scrive Enza Sabatino da Terni (se riconoscete qualche soggetto della foto siete pregati di contattarci):
“Caro Maurizio, sono Enza la moglie di Silvestro. Ho avuto il piacere di conoscerti la sera dell’incontro. Ti allego questa foto ( vedi la foto inviata ) con la speranza di esser contattata anch’io da qualcuna delle mie amiche perdute dal tempo. Ricordo solo qualche nome: Lina Vozza (la terza a destra). Con stima Enza Sabatino”.

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lunedì 20 aprile 2009 (Roberta Gargiulo)

La studentessa Roberta Gargiulo scrive al naturalista Ferdinando Fontanella:
“Gentile Libero Ricercatore, sono una studentessa di Scienze Biologiche dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”; sono rimasta molto affascinata dalle foto delle orchidee pubblicate sul sito e gradirei ricevere maggiori informazioni sulla localizzazione di questi esemplari. Ci tengo a precisare che il mio interesse, oltreché affettivo, è puramente scientifico; pertanto non ho intenzione di raccogliere esemplari né di danneggiarli, bensì fare qualche foto da presentare in una relazione che esporrò in sede d’esame.
La ringrazio in anticipo e faccio tanti complimenti a Lei e ai suoi collaboratori per il sito interessante e ben curato. Distinti saluti, Roberta Gargiulo”.

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sabato 18 aprile 2009 (Gigi Nocera)

Ci scrive il carissimo Gigi Nocera (stabiese D.O.C.) da Torino:
“Cari Maurizio e Nando, oggi ho ricevuto il libro ( Catalogo “Ex Diversis Unum” ) che mi avete mandato e non ho parole per ringraziarvi. Siete proprio commoventi! Pensate anche a far numerare con i dati del mio anno di nascita il bel volume che mi avete donato. Di quel numero nessuno me ne aveva parlato; io l’avevo notato, ma l’ho attribuito al caso; invece ci avete pensato voi: siete proprio carinissimi. A volte penso: “Cosa avrò mai fatto per meritarmi la vostra stima, la vostra simpatia, la vostra così palese e disinteressata amicizia, e diciamo pure affetto”. Beninteso, stima, simpatia, amicizia ampiamente ricambiata e meritata. Io non finisco mai di ringraziare il Cielo per avermi fatto conoscere voi in questi pochi anni che mi rimangono ancora da vivere. Già altre volte l’ho detto a Giuseppe che la vostra conoscenza mi ha rivitalizzato; mi ha dato la possibilità di ricordare i miei cari con più assiduità, la mia bella città e rivivere quei giorni indimenticabili della mia fanciullezza/prima giovinezza. Vedete cari amici, le persone quando sono avanti negli anni poco alla volta perdono gli amici più o meno della stessa età, perdono interesse per le cose della vita perchè non riescono a stare al passo con i tempi e di conseguenza non capiscono i giovani e questi non capiscono loro. E’ vero, ti restano i figli, i nipoti, ma anche loro non possono prestarti molta attenzione perchè presi dai propri impegni di lavoro o dallo studio. Ecco perchè considero una fortuna aver conosciuto voi che avete la pazienza di avermi come amico. Della vostra amicizia spero di esserne sempre degno. Non mi resta che ringraziarvi di tutto cuore: GRAZIE!”.

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mercoledì 15 aprile 2009 (Carmine Spera)

Ci scrive una nostra carissima conoscenza, Carmine Spera, compositore di testi e canzoni per bambini:
“Gentilissimo Maurizio, sono Carmine Spera ( www.filastrock.it ), ti scrivo per condividere con te ed i visitatori del tuo sito la gioia di aver saputo che una mia canzone per bambini è stata tradotta in Polacco da una nota poetessa di Varsavia, Ewa Chotomska e che il 19 aprile sarà interpretata da Aleksandra Betanska, all’International Chidren Song in Konin. Aleksandra è la bimba che sempre con un mio brano arrivò terza al Festival Internazionale Verdinote 2008 e si aggiudicò il primo posto al festival “Nutka Poliglotka” di Varsavia. Ciao e grazie. Carmine”.

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martedì 14 aprile 2009 (Comunicato stampa)

Giriamo alla vostra attenzione il comunicato stampa inviatoci da Tiziana Adolescente di Corto in Stabia:
“Corto in Stabia 2009: In gara 115 cortometraggi giunti da tutta Italia e dall’Estero.
Sono in totale 115 i cortometraggi scelti, tra gli oltre 250 giunti da tutta Italia e dall’estero, che concorreranno per aggiudicarsi uno dei premi delle quattro sezioni o, almeno una menzione speciale, del prestigioso Concorso Internazionale “Corto in Stabia” giunto quest’anno alla IV edizione. Sostenuto e patrocinato dal Sindaco Salvatore Vozza, dall’Assessore al Turismo, Termalismo e Beni Culturali Massimo De Angelis del Comune di Castellammare di Stabia, dall’Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Napoli e dall’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo stabiese amministrata da Dario Scalabrini, l’evento prenderà il via il 22 aprile nella nuova location del Cineteatro Montil di via Bonito. Il programma delle proiezioni è già visibile sul sito www.cortoinstabia.it in attesa della presentazione ufficiale alla stampa e alle Istituzioni prevista in settimana a Palazzo Farnese. Intanto cresce l’attenzione per la manifestazione che vedrà ancora una volta la patria di Viviani e Ruccello protagonista del cinema per ragazzi con una quattro giorni di proiezioni, incontri, spettacoli, mostre fotografiche e d’arte, oltre a set cinematografico d’eccezione per i giovani registi in erba: qui sarà realizzato infatti , in partenariato con l’Associazione Culturale romana IlCorto.it, il progetto “Ciak a Scuola”, corso teorico – pratico finalizzato alla realizzazione di un cortometraggio in digitale di pochi minuti, riservato a dodici studenti scelti tra le scuole campane di II grado che si sono particolarmente distinte nelle passate edizioni. Ospite d’eccezione sarà il cantante stabiese Tony Amodio che concluderà il suo tour italiano la sera del 24 aprile proprio a Castellammare con un concerto gratuito. L’artista, definito dai media americani “rivelazione italiana all’estero” è autore di canzoni per Al Jarreau, James Ingram e Bill Champlin dei Chicago; dopo aver conquistato il pubblico statunitense con il disco d’esordio “Dejà Vu” presenta il suo secondo album ,“II Me”, che raccoglie tredici nuove tracce di storie vissute negli ultimi due anni in giro per il mondo”.

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lunedì 13 aprile 2009 (Mario Vozza)

Ci scrive Mario Vozza”:
“Cara Redazione, sono un assiduo frequentatore del vostro sito e ci tengo a fare i miei più sinceri complimenti, per noi che viviamo fuori, io almeno per 27 giorni al mese sto fuori e lontano dalla mia Castellammare, il vostro sito è come una boccata di aria di mare, di quella che si respira sul lungomare alle 7 del mattino, che solo chi è stabiese può capire, e può avvertire ad ogni click sul “libero ricercatore”. Volevo segnalare un nuovo soprannome per la vostra simpatica e curiosa rubrica, quello del mio ormai defunto nonno Mario Vozza, pietra miliare del rione spiaggia, conosciuto da anni a questa parte come “Mario ‘a ranogna” per la sua conformazione fisica assimilabile ad una rana nei tempi della sua lontana giovinezza”.

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domenica 12 aprile 2009 (prof. Geltrude Vollono)

Ci scrive la prof. Gelda Vollono, presidente dell’Associazione “Ex Diversis Unum”:
“Caro Maurizio, non so più quali altre parole trovare per esprimerti la mia gratitudine per quello che fai non solo per le iniziative della nostra associazione ma soprattutto per Castellammare. Sono stata molto colpita come d’altronde tutto il mondo dal terremoto disastroso che è capitato proprio il giorno della presentazione del nostro “Catalogo”… vorrei fare anch’io qualcosa per quelle persone che dopo anni di sacrifici hanno perso tutto, se tu hai pensato a qualche iniziativa, saremmo lieti di aderire. Mio figlio Daniele, che è a Santo Domingo, dice che la gente quando sa che è italiano si mette a disposizione e non vuole che lui paghi quello che ha comprato, nonostante mio figlio spieghi che non è della zona del terremoto. Questo fa molto riflettere soprattutto se si pensa che la solidarietà viene da un popolo che ha un reddito molto basso. Nell’attesa di poter parlare da vicino, ti abbracciamo insieme alla tua famiglia e ti auguriamo una serena Pasqua. Gelda e Lino”.

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domenica 12 aprile 2009 (Corrado Di Martino)

Giriamo (con la preghiera di prestare la massima attenzione), questa missiva inviataci in data odierna (ore 09,34) dall’amico Corrado Di Martino. Buona Pasqua a tutti:
Caro Maurizio buona Pasqua, ti allego una nota che ho ricevuto da una collega -l’ing. Raffella Marzano-, prova a darci anche tu una mano, grazie di cuore. Corrado.
“Abbiamo bisogno di posti letto.. chiunque avesse una struttura alberghiera o similare in Abruzzo (costa, collina) chiami 0854308309.
L’Abruzzo si sta appoggiando all’Avis del Lazio, CERCANO URGENTEMENTE SANGUE DI RH 0 NEGATIVO. Per info: 06 491340. Per favore fate girare questa nota”.

P.S.: non avendo la benché minima idea di quando la richiesta di aiuto sia stata formulata e nella speranza che l’urgenza sangue sia terminata, consigliamo vivamente a tutti i potenziali donatori, di prendere in considerazione la missiva, ma di contattate i numeri indicati, per valutare al meglio se di questo aiuto (oggi) vi sia ancora effettiva necessità e urgenza.

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martedì 7 aprile 2009 (Enzo Esposito & Carmen Viviani)

Giriamo all’attenzione dei visitatori e di tutti gli appassionati della musica classica napoletana, l’invito di Enzo Esposito e Carmen Viviani (cantanti/attori stabiesi):
“Caro Libero ricercatore, vorremmo invitare tutti i visitatori al nostro prossimo spettacolo: Venerdì 24 aprile 2009 ore 20,30 presso il Teatro Supercinema di Castellammare di Stabia (NA) dal titolo: “Munasterio ‘e Santa Chiara” con Enzo Esposito e Carmen Viviani e con Anna Sciotti – Nunzio della Marca – Veronica Salzano – Mariano Lambiase – Ernesto Pragliola. Orchestra diretta dal Maestro Franco Farina. Coreografie di Corrado Capone. E in anterprima sarà rappresentata la mini sceneggiata del brano: “Zi munacella mia”. Regia: Antonio Sciotti.
Info e prenotazioni: 081 8717058 – 3470403573 – 3389060813.
VI ASPETTIAMO IN TANTI!!!”

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martedì 7 aprile 2009 (Comunicato stampa)

Giriamo alla vostra attenzione il comunicato stampa inviatoci dall’ing. Raffaele Luise del CAI Stabia:
“Vi comunico che giovedì mattina alle 8:45 ci incontreremo in Piazza Vesuviana, armati di guanti e forbici da giardino, roncole e macete, per recarci al Vallone Quisisana, ove effettueremo la riapertura del sentiero che conduce alla guglia Castellano. Tale guglia, conquistata per la prima volta da Cesare Capuis nel 1924, ha rappresentato per decenni la palestra di roccia per antonomasia del CAI Stabia, potendosi infatti raggiungere rapidamente a piedi da Castellammare.
Scalata per la prima volta da due stabiesi nel 1927 (come da relazione allegata, pubblicata su un bollettino della sezione di Napoli della primavera del ’27) si auspica che possa essere presto conquistata da tanti altri arrampicatori del CAI Stabia!”

Dal Bollettino della sezione di Napoli della primavera del 1927:
La sera del 6 Aprile, alle ore 18, il socio Arnaldo Fusco ed il sig. Francesco Cannavacciuoli fecero la difficile scalata della “Guglia Quisisana” presso Castellammare di Stabia. La salita fu iniziata da Fusco, che, dopo aver fissato un chiodo con anello in prossimità di quello utilizzato nelle prime due scalate e passata la corda nell’anello, affidandone il capo a Cannavacciuoli, ridiscese un paio di metri, poi girò lo spigolo per portarsi sul lato Nord seguendo una spaccatura della roccia. L’ultimo tratto della salita richiese moltissima precauzione a causa degli appigli malsicuri e della inefficienza della corda, impigliatasi nelle asperità dello spigolo, ma fu fatto senza incidenti. Sulla cima fu ritrovata la scatoletta di latta, contenente i biglietti con le firme dei primi scalatori (vedere Bollettino N. 12 del 1924, pagine 3 e 4 e N. 3 del 1925, pagina 6). La discesa fu eseguita al chiaro di luna.

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martedì 7 aprile 2009 (Alfonso Santarpia)

Un omaggio a “Stabia Friends” di Alfonso Santarpia:
“Caro Maurizio, ultimamente ho pubblicato su youtube un video poetico dedicato allo “Stabia Friends”, squadra amatoriale di amici di Stabia, dove gioca anche mio fratello Gennaro. Se hai un po’ di spazio per menzionare questo video, è un bel omaggio a questa squadra e mi farebbe molto piacere. Cari saluti. Alfonso”.

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venerdì 3 aprile 2009 (Sergio Sammarco)

Ci scrive Sergio Sammarco in ricordo dell’amico Mimì Paolercio:
“Ciao LiberoRicercatore, sono uno estimatore di Don Mimì Paolercio, che ancora oggi reputo uno dei numeri uno a livello di fotografia, quando stampavo il BN gli portavo le foto per avere delle correzioni.
Comunque invio delle foto di Castellammare per la pubblicazione.
Mi chiamo Sergio Sammarco… Grazie mille saluti”.

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mercoledì 1 aprile 2009 (Michelangelo Gargiulo)

Ci scrive Michelangelo Gargiulo da (Castiglione Olona – VA):
“Gent.mo Maurizio, ci ha rattristato la notizia della disgrazia avvenuta a Roma, alla suora di Castellammare. Mia moglie, Angelina Meli, si è ricordata di aver frequentato lo stesso “Istituto S. Croce”. A tal proposito e per renderle omaggio, ti invio la foto che la ritrae insieme alle compagne. Chi la conosceva, la riconoscerà nel gruppo. La suora si chiamava: Salvato Maria Rosaria. Grazie in anticipo, Michelangelo Gargiulo”

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martedì 31 marzo 2009 (prof. Franco Circiello)

Ci scrive il prof. Franco Circiello:
“Caro Maurizio, non ci conosciamo ma sono sicuro che sei più giovane di me e mi voglio congratulare con te come se parlassi a mio figlio. Sono quasi due mesi che ho scoperto il sito ed ora sostituisce il giornale al mattino. E poi guarda come le cose si azzeccano da sole, l’altro giorno parlavo con Antonio Cimmino al bar Fontana e anche lui mi accennava del sito e menzionava pure Gaetano.
È proprio vero che San Catello protegge la città attraverso persone come te. Bravo a te ed a tutti i collaboratori. Prof. Franco Circiello”.

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domenica 22 marzo 2009 (Comunicato stampa)

“Ulteriore importante affermazione della Scuola Primaria “Basilio Cecchi” di Castellammare di Stabia: dopo il terzo posto dello scorso anno alla Finale Interregionale del III Campionato di “Socialdance”, venerdì 20 c.m., gli alunni della V D diretti e coordinati dall’insegnante Giusy Barone, hanno partecipato alla Finale Interregionale del IV Campionato di “Socialdance” tenutosi al Palazzetto dello Sport di Cercola, classificandosi con un ottimo 2° posto.
Questo importante piazzamento ha permesso agli alunni stabiesi di guadagnare meritatamente la partecipazione alla Finale Nazionale di categoria che si terrà ad Ariano Irpino il 24 maggio prossimo venturo”.

Le congratulazioni della Redazione, innanzitutto al Dirigente Scolastico, Dott. Prof. Luigi Caccioppoli, all’Insegnante Giusy Barone e soprattutto agli alunni, per l’ottima performance.

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venerdì 20 marzo 2009 (Alfredo Volpe)

Ci scrive il sig. Alfredo Volpe (di www.ukraine-italy-association.it):
“Gentile Signor Maurizio Cuomo, le confesso che ho per lungo tempo tergiversato prima di contattarla per voler (sia pur in minima parte) collaborare alla sua encomiabile attività divulgativa, inviandole delle cartoline storiche in mio possesso della n/s bella città. Approfitto di questa occasione per segnalarle il mio sito di volontariato, con relativa associazione, dopo un mio inaspettato viaggio in una terra meravigliosa e sfortunata, quale è l’Ucraina. Ho iniziato a collaborare chiedendo il sostegno prima all’Associazione Italo-tedesca “Children First onlus” di Varese della dott.ssa Silvia Eigl, poi dell’Associazione del Sig. Andrea Bianco di Treviso denominata “Children Future Project” per fanciulli orfani o malati oncologici nella città di Bila Tzerkva. Con famiglie povere e prive di aiuti sia statali che comunali.
Lei subito mi obbietterà: “Cosa posso fare?” Intanto (data la sua attività) viene senz’altro in contatto e a conoscenza di famiglie in possesso di materiale medico in surplus ed inutilizzato per varie ragioni. Tale materiale potrebbe essere di grande aiuto a famiglie ed a persone prive di alcun sostegno. Tenga presente se oggi qui in Italia siamo mal messi, si figuri li (dove uno stipendio, se ancora si percepisce, va sui € 100) Se avrà la bontà e la cortesia di visionare il mio sito “ucraine-italy-association.it” potrà avere una visione più completa. Io da parte mia (a 72 anni), non ho alcun ambizione se non quella di essermi prodigato a far si di non essere vissuto invano, aiutando un po’ il prossimo più bisognoso. Non la voglio più tediare. La ringrazio di cuore fin d’ora per quanto potrà fare. Cordiali saluti. Alfredo Volpe.

N.B.: verso la metà del mese di maggio sarò in Ucraina con un gruppo di amici locali.

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giovedì 19 marzo 2009 (Gigi Nocera)

Scrive Gigi Nocera (in rif.: alla lettera di Gioia Bozzaotre del 18 marzo 2009):
“Ho letto con grande piacere la affettuosa lettera della Signora Gioia Bozzaotre. Alle sue considerazione sul carattere della sua cara zia Linuzza, ultracentenaria, vorrei aggiungere qualche mio consiglio indirizzati a chi una certa età l’ha già raggiunta. Modestamente però, perchè io rispetto a zia Linuzza sono un pivello.

1° Se non ci sono seri problemi di salute, essere sempre ottimisti. L’ottimismo rende allegri.
2° Il fisico invecchia, inesorabilmente. Quindi non piagnucolare se abbiamo qualche acciacco.
3° Il cervello non invecchia se lo si tiene in funzione.
4° Non guardare la televisione; è come l’oppio: ottenebra il cervello.
5° Fare progetti a lungo termine, come se dovessimo vivere almeno un’altra ventina d’anni.
6° Essere curiosi; leggere, leggere, leggere e indagare, studiare.
7° Amare il nostro prossimo.
8° Stare con i giovani, comprendere i giovani: il loro entusiasmo ci può contagiare.

Auguri e saluti a tutti. Gigi Nocera”.

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mercoledì 18 marzo 2009 (Gioia Bozzaotre)

Ci scrive Gioia Bozzaotre (una testimonianza di buon augurio per gli stabiesi):
“Caro Maurizio, da pochi giorni la mia cara zia Linuzza ha compiuto 103 anni, anche se non li dimostra affatto. Infatti, oltre ad essere in buona salute, ha una mente lucidissima e una voce squillante. Filomena Imparato, per tutti zia Linuzza, è nata a Castellammare nel lontano 1906. Figlia del dott. Salvatore Imparato, da te citato nei personaggi illustri della nostra città e della signora Rachele Spagnuolo, è vissuta sempre a Castellammare, la sua amata città. Sposata con Luigi Del Gaudio, ha avuto un figlio, Antonino, il quale gli ha regalato tre splendide nipoti che oggi accudiscono la loro nonna con tanto amore. Parlare con zia Linuzza è qualcosa che non si può descrivere: è un pozzo di saggezza, di ricordi che ti portano lontano nel periodo precedente la guerra. Ascoltando i suoi racconti, resti affascinato, la mente immagina posti, persone, avvenimenti che mai avrebbe potuto immaginare. La cosa più bella è che nella sua voce non c’è né malinconia, né tristezza per il tempo passato, al contrario nei suoi occhi, sul suo viso e nei suoi discorsi si avverte una curiosità per ciò che deve ancora avvenire; sembra quasi che a parlare sia una ventenne. Questo per me significa amare la vita e forse il segreto per vivere a lungo e bene è proprio questo: amare la vita intensamente con i suoi lati belli e quelli brutti, con le gioie e i dolori nonché ringraziare Dio ogni giorno per averci dato la possibilità di vivere quest’avventura meravigliosa. Questa testimonianza vuole essere di buon augurio per tutti gli stabiesi. Gioia Bozzaotre

P.S.: ti allego una foto della zia Linuzza nel giorno del suo centesimo compleanno”.

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giovedì 5 marzo 2009 (Comunicato stampa)

Il comunicato di Filomena D’Auria (gruppo G.A.S.M. parrocchia del San Marco):
“La parrocchia del rione San Marco a Castellammare torna ad assumere un ruolo da protagonista grazie al suo gruppo di giovani attori, il “G.A.S.M.” (Giovani Attori San Marco). I ragazzi del quartiere, infatti, lo scorso anno sono stati impegnati in tantissimi spettacoli teatrali e nella partecipazione di alcuni cortometraggi che stanno riscuotendo un discreto successo in campo nazionale ed internazionale. Grande la soddisfazione della coordinatrice del Gasm, la signora Filomena D’Auria, che ha seguito i suoi ragazzi in particolare nel progetto della “Dalfilm”, il comitato di produzione cinematografica composto anch’esso da giovani dell’area vesuviana. Due ragazzi del gruppo del San Marco, infatti, Francesco D’Auria e Luigi D’Amato, furono scelti, la scorsa estate, per entrare a far parte del cast del cortometraggio noir “Time to Die”, attualmente in giro per i concorsi italiani ed europei in cerca di consensi. Tornando nello specifico del gruppo Gasm, Filomena D’Auria ha annunciato il prossimo ritorno dei “suoi” giovani sulla scena, dopo un breve stop durato alcuni mesi. “Stiamo cercando di affermarci come realtà locale – ha spiegato la D ’Auria – nonostante al momento della costituzione del gruppo partissimo da zero. Ora, visto anche quello che abbiamo realizzato nel 2008, voglio attirare in parrocchia quanti più giovani possibile. Sono convinta che con l’impegno e la determinazione si può arrivare ovunque”. I ragazzi del Gasm finora si sono esibiti all’interno della parrocchia del San Marco, in un teatro “povero” con 200 posti a sedere. Ed è qui che continueranno a svolgersi le prove per gli spettacoli (nel 2008 più volte supervisionate dall’attore e fondatore del “Cat” stabiese, Italo Celoro), le manifestazioni teatrali e gli eventi a scopo benefico con protagonisti i giovani attori”.

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lunedì 2 marzo 2009 (Antonello Ferraro)

Ci scrive l’amico Antonello Ferraro:
“Ciao Maurizio, come stai? spero bene. Sfogliando questa pagina, dedicata alle celebrità stabiesi, il mio pensiero non può che riportarmi ai MITICI fratelli Abbagnale ed il timoniere Peppino Di Capua. Perchè non arricchire questa preziosa rubrica con una pagina dedicata a questa leggenda vivente del canottaggio? Penso che lo meritino a pieno titolo, non solo per l’ineguagliabile valore sportivo, ma anche perchè hanno contribuito a far conoscere la nostra città in tutto il mondo. Ti prego facci un pensierino. Grazie. Ciao”.

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sabato 28 febbraio 2009 (Antonio)

Un rimpianto dello stabiese Antonio:
“Caro Maurizio, ero perplesso se scriverti o meno, ma poi il rimpianto ha preso il sopravvento e ho deciso di ticchettare sui tasti. Ti starai chiedendo a cosa alludo quando parlo di rimpianto… Beh, mi riferisco alla classifica del FAI, e alla nostra 26 posizione! Si poteva aspirare a qualcosa di più, se non altro per portare all’attenzione di tutti la nostra bella e maledetta città, una volta tanto non in cronaca nera come da un bel po’ di tempo a questa parte, purtroppo le mancate promesse dell’amministrazione comunale (che su loro invito avevano promesso di patrocinare la nostra iniziativa “SALVIAMO LA FONTANA DEL RE”) hanno fatto mancare un supporto tecnico che noi non potevamo avere (giornali locali, manifestazioni pubbliche, volantinaggio). Spero solo che i “nostri” interlocutori istituzionali si rendano conto, magari con un po’ di rammarico, di aver perso ancora un’occasione per dimostrare di voler veramente bene alla nostra Città. Non posso fare a meno di notare che tanti amici di “Liberoricercatore” che vivono lontani da C/mare (come Peppe da Ladispoli o Gigi da Torino), la amano molto di più dei nostri amministratori, allora vorrei poter proporre un cambio: perché non esportiamo questi ultimi e riportiamo qui quelli che veramente vogliono bene a Stabia? Ne avremmo bisogno noi e soprattutto ne avrebbe bisogno la nostra cara Città!
Con affetto, Antonio”.

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venerdì 27 febbraio 2009 (Enzo Cesarano)

Enzo Cesarano commenta la lettera di Gigi Nocera (rif.: messaggio del 25 febbraio), nel ricordo di Annibale Ruccello:
“Caro Maurizio, ti scrivo dopo aver letto attentamente la mail del sig. Gigi Nocera, che mi ha colpito per il suo amore devoto a C/mmare anche se vive ormai a Torino. Dalla sua lettura ho tratto un pensiero che subito ho fatto mio e che mi ha fatto riflettere e cioè come mai sia stato un giovanotto di soli 86 anni a parlare per la prima volta nel sito di liberoricercatore e a farci riflettere sul miracolo stabiese di nome Ruccello? (almeno da quando lo seguo…). C/mmare ha rimosso la sua figura perché Ruccello è un personaggio scomodo, che fa paura, che rema contro lo pseudo perbenismo borghese di un paesone bigotto come il nostro. E’ più facile citare e provincializzare qualche frase del nostro Viviani, anche se non si è mai letto e capito ciò che ha voluto farci capire… difficile è citare Ruccello, eppure nelle sue opere ha tanto parlato della nostra città con le sue acque, di S. Catello, della periferia degli anni ’80. Egli non è amato perchè somiglia tanto a Pasolini. Sì ho detto bene come Pasolini perché portava una lingua teatrale capace di superare le città e la regione, usando il dialetto parlato e scritto, anche se era “solo” di C/mmare di Stabia. Vorrei tanto che la mia città si riconoscesse in Annibale non solo quando c’è qualcuno che ogni tanto ne chiede di parlare, ma lo facesse come segno di gratitudine verso una mente ingegnosa ed artistica che non ha fatto altro che donare lustro e fama, ma ahimé solo fuori di essa… A me resta il ricordo di una sera nel cinema teatro Nazionale quando Tonia Guarino (figlia di Andrea Guarino, grande elettricista cinematografico teatrale) che interpretava Adriana in “Notturno di donna con ospiti”, dopo la rappresentazione me lo presentò dicendomi: “Enzo, questo è Annibale”. Siccome il carissimo Gigi Nocera mi ha ispirato questa mail vorrei regalargli, laddove vi fosse la possibilità, un saggio di Rita Picchi “Scritti Inediti – una commedia e dieci saggi” su Annibale.
Infine ringrazio te, Maurizio che dai la possibilità ad ognuno di noi di esprimere le proprie idee, ti saluto con affetto. ENZO CESARANO”.

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giovedì 26 febbraio 2009 (Silvestro Migliorini)

Ci scrive il M° Silvestro Migliorini da Terni:
“Caro Maurizio, anche se con un po’ di ritardo ti mando tutti i “grazie” di questo mondo per la copertina del mese di Febbraio che mi hai dedicato. Il cuore napoletano è grande, mi dimostrate più affetto voi che…
Ti prometto che se verrò a Castellammare lo farò anche per abbracciarti. Silvestro.

P.S.: La grafica del calendario è stata curata dalla mia amata amica Gina Fazi ( GiEffebis@alice.it ) senza scopo di lucro, solo per amore per l’arte”.

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giovedì 26 febbraio 2009 (Giuseppe Di Massa)

Ci scrive il ricercatore gragnanese Giuseppe Di Massa, caro amico e Presidente del Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari “Alfonso Maria Di Nola“:
“Caro Maurizio, avrai saputo che ci sono problemi per i due progetti della Scuola di Restauro e del Museo Archeologico presso la Reggia di Quisisana. Speriamo che non sia l’ennesima occasione perduta per questo disastrato territorio. A nome del Centro Culturale di Gragnano e Monti Lattari ho inviato due lettere aperte a Bassolino e a Vozza, che ti allego, se lo ritieni utile divulgale. Ti ringrazio, sperando che ciò serva a qualcosa. Ciao dalla torrida Nigeria. Peppe Di Massa”.

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mercoledì 25 febbraio 2009 (Gigi Nocera)

Ci scrive il carissimo Gigi Nocera da Torino:
“Caro Maurizio, da quando ho conosciuto il Libero Ricercatore (ed ormai sono due anni) o capito che il suo scopo principale era quello di difendere e possibilmente valorizzare le bellezze naturali, le tradizioni e la Storia di Castellammare. Non solo, ma cerca di conservare viva la memoria dei suoi figli migliori; siano essi artisti, letterati, religiosi, civili, medici, ed anche umili cittadini degni di essere ricordati. A ciò concorrono anche i collaboratori casuali e disinteressati di questo sito, che trascurando di segnalare quelle effimere manifestazioni e fatti che riempiono di vuoto la vita di tante persone, dimostrano quanto anch’essi ci tengano e che di questo prezioso patrimonio cittadino nulla va trascurato o addirittura perduto. Purtroppo non tutti i nostri concittadini e non tutte le autorità locali dimostrano la stessa sollecitudine e la stessa cura per la salvaguardia dei succitati valori. Lo spunto per recriminare su questa trascuratezza mi è stato dato dal seguente fatto. Come sai da moltissimi anni vivo a Torino (ma con nel cuore sempre la mia amata Castellammare) e non mi perdo mai uno spettacolo canoro o teatrale che riguarda noi campani in genere. Ebbene in questi giorni, in un teatro cittadino l’attore e regista Enzo Moscato rappresenta una commedia scritta da un nostro illustre concittadino: Annibale Ruccello. Come è noto questo autore-attore morì nel 1986 in un terribile incidente d’auto; e non aveva che 30 anni! Molti critici sostenevano che “con Ruccello il Teatro napoletano entrava nel dopo Eduardo”. Si può capire quindi quanta è stata gravosa la perdita di questo grande figlio di Castellammare. La mia recriminazione iniziale mi è stata suggerita, e vieppiù riconfermata, da quanto scritto da Enzo Moscato sul giornale ” La Stampa ” nei giorni scorsi su Ruccello, suo fraterno amico. Ecco l’inizio dell’articolo: “Emotivamente, ho sempre rifiutato la morte di Ruccello: L’ho rimossa, negata, sin dai primi istanti successivi alla incredibile, terribile notizia datami per telefono quella sera del 12 settembre 1986. E questo rifiuto, questa rimozione, questa negazione del suo svanire fisicamente dal mondo e dalla sua città (che, in verità, non l’ha mai amato, come non ama nessuno che voglia cambiarla o aiutarla a cambiarsi) continua a persistere in me”. Ed ecco dove volevo arrivare! A Torino, distante non solo chilometricamente da Castellammare, si organizzano spettacoli e dibattiti su Annibale Ruccello; e noi? Nulla! Ha ragione quindi Moscato quando afferma quello che ho riportato io in corsivo. Pur vivendo molto lontano seguo attentamente quello che avviene nella MIA città. Me lo consentono i mezzi elettronici e i mezzi di comunicazione messimi a disposizione del progresso tecnico; e i contatti quasi giornalieri con i numerosi giovani amici stabiesi. Non vorrei quindi sbagliarmi, ma non ho mai avuto notizia di una qualche manifestazione in onore di Annibale (salvo l’inaugurazione del monumento in suo onore eretto nella Villa Comunale il 31 maggio 2000). Quale maledizione perseguita noi castelluonici che nulla facciamo per preservare e valorizzare questi tesori morali e materiali! Anzi!! Facciamo di tutto per distruggerli, per offenderli, per dimenticarli. Vedi, fra le altre, le battaglie che strenuamente conduce il naturalista stabiese Ferdinando Fontanella per fermare il degrado dei boschi di Quisisana, del monte Faito e della flora locale. Gigi Nocera
P.S.: nei giorni scorsi ho letto le vicissitudini vissute dal marinaio Cascone, così ben descritte dal Signor Cimmino sul nostro sito. Poiché io ho vissuto analoghe avventurose tribolazioni prima, durante e dopo l’ultima guerra; ed essendo suo coetaneo (ci separano 4 giorni: io il 18 lui il 22 febbraio 1923) avrei piacere prendere contatto con lui, se ne ha piacere”.

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sabato 21 febbraio 2009 (Gioacchino Ruocco)

“Alla ricerca di Don Mimì Santoro e della sua arte”: l’appello di Gioacchino Ruocco da Roma.
“Abitava in via Nocera sul lato destro della strada a 50 metri dalla biforcazione con via Catello Fusco. Aveva un negozio dove si vendeva un po’ di tutto, ma principalmente spartiti di musica e raccolte di canzoni napoletane in edizioni Bideri. Non era molto alto, ma aveva una verve che lo poneva all’attenzione di buona parte della popolazione e dei giovani con i quali veniva a contatto. Sapeva suonare il mandolino, scriveva poesie in italiano e napoletano, ne aveva sempre le tasche piene, e cosa incredibile per uno che era stato bambino assieme a Raffaele Viviani aveva acquisito negli anni una cultura che lasciava strabiliati. Citava l’enciclopedia Treccani. E la sua vita che aveva conosciuto disagi fin dall’infanzia per essere rimasto orfano in tenera età, diventava nei suoi racconti, una storia affascinante perché sapeva trasformare le disavventure in avvenimenti che finivano col divertire l’auditorio come se fossero state delle comiche, come le sue prime avventure amorose giovanili, ecc. ecc. Lo persi di vista quando mi allontanai da Castellammare per il servizio militare e poi per il lavoro che mi portò prima a Torino e poi a Roma dove ancora risiedo. I miei ritorni, sempre troppo brevi, non mi consentirono di rintracciare sue notizie fino a dimenticarlo per qualche tempo. Il suo sito, forse, potrebbe recuperarne la memoria e qualche verso che spero non siano andati persi, assieme agli spartiti delle sue musiche. Spero che esista ancora qualche suo discendente orgoglioso della sua vita e con la voglia di farlo conoscere anche ai giovani di oggi pubblicando quello che resta. Saluti sperando che questo appello giunga a buon fine. Gioacchino Ruocco”.

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sabato 21 febbraio 2009 (Clara Renzo)

Ci scrive Clara Renzo:
“Caro Maurizio, concedimi un po’ di spazio perché, dalle pagine del tuo… nostro sito, voglio ringraziare con tutto il cuore, mia nuora, Francesca Paola Del Gaudio in Cascone, figlia del dottor Nicola Del Gaudio, analista per 40 anni, all’Ospedale di Gragnano, e di Emilia Filosa, figlia del grande pittore Francesco Paolo Filosa. La voglio ringraziare perché mi ha dato 3 nipoti splendidi, belli ed intelligenti, perché ama mio figlio con sincerità e devozione, perché, a 20 anni, ha lasciato l’Università per dedicarsi a lui ed ai figli che sarebbero venuti, perché non è vero che suocera e nuora non vanno d’accordo; noi andiamo d’accordissimo proprio perché ci accomuna l’amore per lo stesso uomo. Grazie Francesca. P.S.: Guardatevi la foto e ditemi se mio figlio non è stato fortunato. Un abbraccio. Clara Renzo Cascone”.

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giovedì 19 febbraio 2009 (Vincenzo Massa)

Il Comunicato stampa di Vincenzo Massa (giornalista pubblicista):
“Dopo il successo di “Freddo dentro”, cortometraggio selezionato fuori concorso al festival di Cannes 2008, torna dietro la macchina da presa l’attore stabiese Fabio Massa; previsti infatti il 3 marzo i casting per la ricerca di attori e attrici del film “Linea di Konfine”, sua opera prima. La realizzazione dell’opera è prevista dal 4 al 23 maggio e sarà girata interamente a Castellammare di Stabia in provincia di Napoli. Il film, ispirato all’omonima sceneggiatura scritta da Massa e in uscita a marzo per conto da La mongolfiera editrice, narra le vicende del giovane Christian alle prese con le tematiche, le difficoltà, le gioie e le speranze di chi vive pienamente gli anni un po’ turbolenti della propria adolescenza. La pellicola, prodotta da Video Editing e Pragma Production, destinata essenzialmente ad un target giovanile, strizza l’occhio anche ad un pubblico maturo che riesce facilmente ad identificarsi nei contesti di vita proposti: rapporto tra madre, patrigno e figlio, il dramma della violenza domestica, la piaga dell’alcol. Protagonisti del lungometraggio l’attore Fabio Massa, Paolo Russo (entrambi reduci dal successo cinematografico al fianco di Maria Grazia Cucinotta nel film “Io non ci casco” di Pasquale Falcone) e Mirko Zagarella. Confermata al momento la presenza di tre importanti guests : gli attori Gaetano Amato, Lucio Ciotola e Vincenzo Merolla che interpreteranno ruoli cruciali all’interno del film. Ancora tanti i profili da ricercare: nello specifico interpreti di età compresa tra i 18 e i 50 anni per personaggi primari e secondari. Gli interessati possono inviare il proprio curriculum vitae e due foto, primo piano e figura intera, all’indirizzo di posta elettronica: lineadikonfine@fabiomassa.com. Ai selezionati verrà comunicato via e-mail, e in tempo utile, il giorno e il luogo dei provini”.

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martedì 17 febbraio 2009 (Vincenzo Vanacore)

Ci scrive Vincenzo Vanacore da Trento:
“Sono un assiduo frequentatore del Vs sito web e da tanto ricevo le Vs e-mail per tenermi aggiornato sulle diverse iniziative. Ritengo il sito Libero Ricercatore, per gli Stabiesi residenti all’estero o in diverse parti della nostra penisola, ma non solo, uno strumento utilissimo per non sentire la nostalgia e per rivivere i tanti passaggi storici che hanno caratterizzato la Ns città e tanto altro ancora. Sono uno Stabiese che da un decennio risiede nella splendida Trento in Trentino Alto Adige e non l’unico di Castellammare. Insegno da 8 anni in un Centro di Formazione Professionale ed una delle tante mie passioni è scrivere, in particolar modo poesie. Ho collaborato in passato anche con il quindicinnale “L’Opinione di Stabia” e di recente è stata pubblicata anche una mia raccolta di poesie dal titolo “Nel mio Giardino”. Ho un sito web dove si possono raccogliere informazioni: www.vincenzovanacore.it e tra i link ho inserito anche il Vs sito… Nel ringraziarVi del lavoro che svolgete Vi auguro buon lavoro e invio cordiali saluti”.

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martedì 17 febbraio 2009 (Alfredo Giordano)

La richiesta di informazioni di Alfredo Giordano da Firenze:
“Chiedo anticipatamente scusa se questa non fosse la sede adatta, ma io avrei bisogno di qualche informazione d’aiuto per sapere come poter rintracciare la mia radice storica d’origine dei miei avi a Castellammare di Stabia. Più esattamente esiste un archivio storico anagrafico in comune per poter rintracciare i nuclei familiari? Ad esempio io conosco i nomi dei miei bisnonni Giordano Alfredo e Esposito Fortunata posso aver modo di ricostruire all’indietro? Io risiedo a Firenze ma se esiste il modo verrei sul posto per eseguire la ricerca. Grazie… Saluti. Alfredo Giordano”.

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domenica 15 febbraio 2009 (Vincenzo Cimmino)

Enzo Cimmino, ringrazia Gigi Nocera (rif.: messaggio del 10 febbraio 2009):
“Caro Maurizio, vorrei ringraziare il Sig. Gigi Nocera da Torino per la sua lettera. Lettera confortante perchè dimostra che anche da lontano c’è un affezionato Stabiese che condivide le mie stesse vedute in merito ai valori e beni della nostra città. Purtroppo possiamo opporci contestare o proibire uno scempio, una crudeltà o qualsiasi atteggiamento che porta verso il degrado ambientale e sociale, ma non è possibile mettere al bando la cultura che l’ha generata. Fortunatamente il Sig. Nocera, visita Castellammare di tanto in tanto mentre noi questa cultura la dobbiamo sopportare tutti i giorni. Noi speriamo che ce la caveremo. Saluti Enzo”.

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domenica 15 febbraio 2009 (Gigi Nocera)

L’amico Gigi Nocera da Torino, commenta l’operato del naturalista stabiese dott. Ferdinando Fontanella (rif.: messaggio del 14 febbraio 2009):
“Ancora una volta la passione, la competenza e sopratutto l’amore per le nostre terre dello scienziato-poeta (come io ritengo che sia) Ferdinando Fontanella hanno avuto ragione. Le mura borboniche in zona Fratte che erano, anche se in piccola parte, crollate nelle scorse settimane sono state ripristinate quasi come erano in originale. Ma va già bene così! Come biasimiamo che certi interventi delle autorità comunali sono carenti o addirittura assenti, così ora dobbiamo riconoscere che in questo caso si è provveduto celermente e appropriatamente. Complimenti! E altri complimenti e ringraziamenti vanno rivolti al nostro naturalista che senza alcun interesse personale, anzi! E in questo ANZI potete vederci tante cose (costi economici e personali; avversione di qualcuno e di qualche ambiente che dal degrado e dalla trascuratezza può ricavarne dei particolari vantaggi, ecc.) fa il cane da guardia della natura, delle bellezze e delle nobili tradizioni della nostra bella Castellammare. Ancora GRAZIE, Ferdinando! Gigi Nocera”.

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sabato 14 febbraio 2009 (dott. Ferdinando Fontanella)

Vicende sul crollo di un muro borbonico alle Fratte”, ci scrive nuovamente il naturalista stabiese dott. Ferdinando Fontanella:
“Caro Maurizio e cari Liberi Ricercatori, scrivo per aggiornarvi sul crollo del muro di Via Fratte. Ricorderete che in data 22 gennaio 2009 in una lettera segnalavo il crollo di un piccolo tratto delle antiche mura di Via Fratte. Mi auguravo che nel rimediare al danno si usasse un po’ di buonsenso, in modo da scongiurare frettolose riparazioni emergenziali ed evitare così la sostituzione delle antiche pietre in tufo crollate, con volgari e banali colate di cemento. Oggi riscrivo per dirvi che il danno è stato riparato ed in parte le mie, e spero anche le vostre, speranze non sono state disattese, infatti, per la ricostruzione non è stato usato il “vile” cemento, ma nuovi blocchi in tufo. Certo, magari, si potevano recuperare i vecchi blocchi ed usare quelli, però questo già è un gran passo avanti. Volesse il cielo avessero fatto lo stesso nei crolli che ci sono stati in passato. Ora non ci resta che sperare che ci sia una sempre maggiore sensibilità e un maggiore rispetto per le peculiarità architettoniche di questa nostra amata Castellammare. Vogliate gradire i più distinti saluti. Il vostro naturalista Ferdinando Fontanella” .

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giovedì 12 febbraio 2009 (Antonio Cimmino)

Ci scrive l’amico Antonio Cimmino, esperto di storia marinaresca locale:
“Caro Maurizio, in allegato ti invio alcune fotografie sperando che qualche altro familiare e/o conoscente sia in grado di indicarmi la nave ove era imbarcato il marinaio Gennaro Valanzano (nocchiere, nato a Castellammare nel giugno del 1921 nella zona di “Fontana Grande”, risultato disperso nel gennaio del 1943). Saluti e grazie sempre per la tua cortesia. Antonio”.

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martedì 10 febbraio 2009 (Gigi Nocera)

(Pillole di saggezza). Un nuovo aneddoto del caro Gigi Nocera da Torino:
“Caro Maurizio, leggendo l’accorato commento del Signor Enzo Cimmino pubblicato ieri (in questa stessa rubrica) dal L.R. mi sono ricordato di un antipatico episodio, forse di poco conto per molti, ma indicativo della indifferenza e dello spregio che caratterizza molti nostri concittadini verso le bellezze di questa città e delle cose di comune interesse. Con grande dispiacere nel 1938 fummo costretti a trasferirci, per motivi di lavoro, in una città del nord. La nostalgia ci rodeva l’animo e approfittando delle facilitazioni ferroviarie di cui godevamo, (mio padre era dipendente delle FF.SS.), approfittavamo di tutte le occasioni per ritornare. E ciò avveniva almeno 3 – 4 volte ogni anno. A metà degli anni ‘50, durante uno di questi ritorni, io e mio padre uscendo dal Caffè Di Nocera per fare due passi in Villa sorprendemmo un ragazzo di 8 – 9 anni che strappava le foglie delle piante rigogliose che crescevano nella fontana posta proprio di fronte al locale. Al nostro rimprovero il papà di questo ragazzo che sostava nei pressi ci apostrofò con parole volgari e arroganti. La chiusa di quelle sue invettive fu: “Ma chesta fosse rrobba vosta?”. La risposta fu: “No, è rrobba di tutti, quindi pure nosta!”. Questa risposta fece infuriar ancora di più quel nostro concittadino che a quel punto dalle parole volgari e minacciose voleva passare a vie di fatto. Noi, non adusi a quelle volgarità e violenza, ci allontanammo amareggiati, schifati e indignati allo stesso tempo. Quindi, caro Signor Cimmino, come vede la maledizione di questa particolarità del nostro carattere ci perseguiterà sempre. Quello che ci lega e ci fa ancora amare questa città è sapere che sono esistite (e certamente esistono ancora) persone come la Signora Carla Imparato, la cui sensibilità d’animo è stata così ben descritta dalla sua cara nipote Signora Bozzaotre sul Libero Ricercatore nei giorni scorsi. A te caro Maurizio dico di mantenere sempre sui livelli attuali il contenuto di questo bel sito. Lascia che altri corrano dietro a fatuità e al disimpegno culturale. Cito ancora mio padre, stabiese doc e per me maestro di vita: “Giggì io me voglio magnà sulo nu purtuallo, ma hadda essere doce!” Quindi non perdiamo la qualità per la quantità. Gigi Nocera”.

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lunedì 9 febbraio 2009 (Vincenzo Cimmino)

Un accorato commento di Enzo Cimmino:
“Caro Maurizio, una breve nota sugli eventi che marchiano alle cronache la nostra città, note che persino mi giungono dai miei amici lontani ad indicare che siamo osservati, criticati e denigrati in tutto il mondo. Ebbene quando qualcuno viene ammazzato, come di recente, non viene ucciso qualcuno a noi estraneo, ma viene ucciso ognuno di noi! Siamo così violentati un po’ alla volta tutti, e tutti lentamente abituandoci e rassegnandoci con l’indifferenza accettiamo di morire poco alla volta, così come muore la nostra città. E’ una macchia su tutti: un lutto di tutti. Ognuno pensa di essere più furbo, più bravo o migliore nel saper fregare gli altri, lo si nota dal modo di guidare, di parcheggiare, di disfarsi dei rifiuti, tanti singoli che gettano la spazzatura sotto il tappeto per darsi un’apparenza esterna pulita, cari signori, svegliatevi: “In tal modo freghiamo noi stessi perché non saremo mai una comunità”. Un salace epigrammista alla Trilussa, amabile fustigatore di costumi, alla fine del Regno di Napoli (anno più, anno meno), scrisse: “Ciccio dice ca l’uommene sò rrare, l’uommene cumme a isse, e ca si fosse rre, farria jettà tutte li fessi a mmare. E i’ dico: Ciccio mio, comme farisse tu che nun sai natà?”. Il nostro male è l’indifferenza e l’assunta opinione di poter fare a meno gli uni degli altri e d’esser di botto diventati tutti guappi. Copio da Priebke: “Tutto ciò che è necessario per il trionfo del male, è che gli uomini buoni non facciano niente!”. Un affettuoso saluto a presto. Enzo”.

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domenica 8 febbraio 2009 (Ing. Giovanni Esposito)

Scrive l’ing. Giovanni Esposito da Milano:
“Carissimo Maurizio, passami l’espressione, volevo ringraziarti per le bellissime emozioni che mi hai fatto rivivere scorrendo le foto della tua raccolta, sopratutto la Chiesa di San Matteo indicata con il nome autentico, oggi molto spesso sostituito da Santa Rita. Sapessi quante partite a pallone ho disputato con i miei coetanei, molti dei quali ormai non più su questo mondo, davanti a quella scalinata, suscitando le proteste del compianto Parroco Don Alfredo Santaniello e del Suo organista Giovanni Esposito, Don Giuvannino ( non è un errore! ), mio nonno. Sono ormai oltre 40 anni che vivo a Milano lontano dalla mia città e dalla mia Quisisana, ma credimi è come se mai fossi andato via! Almeno con cadenza bimestrale devo fare una passeggiata sul nostro meraviglioso lungomare e prendere ” ‘na tazzulella ‘e cafè ” al Caffè Napoli, alias Bar Spagnolo, in compagnia dei miei fraterni amici Ing. Ruggierro, Ing. Sorrentino ed Ing. Bruno, nonché del Prof. Cerchia che ci ha recentemente lasciati e quant’altri, ammirati da una fraterna amicizia che si prolunga dalle aule del Liceo, si uniscono a noi. Ero entrato nel tuo Sito per muovere alcune osservazioni critiche a situazioni di degrado che non si capisce bene perchè sfuggono ai residenti, ma l’entusiasmo, le emozioni che ho vissuto, mi consigliano di rimandare ad altra occasione, magari ad una chiacchierata in occasione di una mia prossima venuta, davanti ad un acetosella nel solito bar, per non rovinarmi un momento così bello! A risentirci o rileggerci a presto…”.

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sabato 7 febbraio 2009 (Pinetta Jacono)

Scrive Pinetta Jacono (richiesta di informazioni):
“Gentilissimi, trovandomi in possesso di alcune incisioni di Gatti e Dura e non avendo, finora, trovato alcuna notizia sui suddetti, tranne che sul vostro interessantissimo Sito, mi sono decisa a scrivervi, sperando di riuscire a saperne di più. Le incisioni , che mi sono pervenute da mio nonno, portano i titoli di: Pescatori, Carro che trasporta vino, Calesse di Napoli, Calesse di Rosina, Marinai, Ballo della tarantella, Portantina di Battesimo, Acquaiolo. Le misure sono circa cm 30 x 25 e non sono colorate. Sapreste anche dirmi un eventuale prezzo di mercato? Ringraziandovi anticipatamente per ciò che riuscirete a dirmi, vi saluto cordialmente, Pinetta Jacono.

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venerdì 6 febbraio 2009 (Nicola D’Auria)

Scrive Nicola D’auria (di MagazinePragma.com):
“Ciao, innanzitutto scusatemi se vi disturbo, ma vi scrivo per avvisare della nascita del mio nuovo sito: www.magazinepragma.com un portale di informazione dedicato alla moda, musica, cinema, motori ed eventi nel quale è possibile commentare tutte le news con il blog presente sotto ognuna di esse. In riferimento agli eventi è disponibile un form che gratuitamente e senza iscrizione permette di segnalare e pubblicizzare i propri eventi. Il tutto in maniera snella e veloce, con possibilità di inserire link ed immagini (visualizza la pagina). Tra le novità, da qualche giorno abbiamo allestito una sezione dedicata al Week-End (notissimo giornale della provincia di Napoli, il giornale cartaceo gratuito più diffuso dell’area Vesuviana e della Penisola Sorrentina). Utilissimo anche per turisti in cerca di occasioni di alloggio (case ed alberghi), ricco di annunci (visualizza la pagina). Puoi iscriverti alla newsletter (inserendo la tua e-mail), semplicemente cliccando su questo link. Scusatemi per l’eventuale disturbo, cordialmente Nicola.

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giovedì 5 febbraio 2009 Giuseppe Zingone)

Scrive Giuseppe Zingone (rif.: rubrica “Avvisi” – messaggio del 04/02/09 – classifica ed esito dell’iniziativa “I luoghi del Cuore”):
“CORAGGIO! Il 26° posto non deve avvilirci anzi… Come anche TU hai notato se le forze BUONE di una Città, così complessa come Castellammare di Stabia, non lavorano sinergicamente, significa che bisognerà adoperarsi di più. Una ultima considerazione (per non dire sempre che è colpa degli ALTRI…) la rivolgo proprio a Noi del Liberoricercatore, dobbiamo lavorare di più perchè il nostro Sito, raggiunga capillarmente ogni cittadino stabiese che ha un collegamento internet. Con questo vi saluto, e agli Jettatori dico: “Noi saremo sempre presenti con iniziative e contenuti seri e lodevoli, se riuscite a starci dietro venite con Noi, poiché il viaggio è ancora lungo!”. Saluti Giuseppe Zingone!”.

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giovedì 5 febbraio 2009 (Gigi Nocera)

Scrive Gigi Nocera da Torino (rif.: messaggio di Giuseppe Zingone del 05/02/09):
“BRAVO Giuseppe! Ben detto! Cerchiamo tutti, per quello che ognuno può fare, di dare una mano a Maurizio che da solo fa quello che può, che è già tanto. Un abbraccio a tutti. Gigi”.

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martedì 3 febbraio 2009 (Titti Schettino)

Ci scrive Titti Schettino (studentessa in architettura):
“Salve, mi chiamo Titti Schettino e sono una studentessa in architettura. Poiché sto effettuando il rilievo del palazzo che segna il limite di piazza Spartaco tra via Roma e via Marconi (il palazzo del Tabacchi, quello giallo ocra) avrei piacere di conoscere le vicende storiche della piazza e/o le progressive evoluzioni che l’hanno condotta alla configurazione attuale. Chiedo pertanto notizie relative sia al palazzo che alla piazza, o anche indicazioni bibliografiche o cartografiche, qualora ne siate in possesso. Certa della vostra disponibilità, ringrazio in anticipo. Titti Schettino”.

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giovedì 29 gennaio 2009 (Francesco Renzo)

Ci scrive Francesco Renzo (lo stabiese in giro per il mondo):
“Ciao Maurizio, come forse ti avevo accennato, da inizio mese sono in Nuova Zelanda per un progetto di studio. Mi sto godendo il caldo e questa terra fantastica per gli ultimi giorni, dopo di che tornerò a Boston per la ripresa del master. Proverò anche ad incontrare il signor Silvano, lo stabiese bostoniano con cui mi hai messo in contatto. La Nuova Zelanda , per quanto mi risulta, è il posto più lontano possibile dall’Italia: guardando un mappamondo, si nota come sia esattamente dall’altro lato. Anche qua racconto di Castellammare, mi faccio un giretto ogni tanto su L.R., leggo il gazzettino vesuviano. E, come se non bastasse, ti mando un “Sei stabiese se”: “Sei stabiese se racconti quanto sia bella la tua città dovunque tu sia: a Londra, New York, Boston, Shanghai, Auckland o su Facebook…”.
Ti saluto con tutta la riconoscenza che provo per il tuo impegno. Francesco”.

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giovedì 29 gennaio 2009 (dott.ssa Giovanna Gaudio)

Ci scrive la dott.ssa Giovanna Gaudio da Firenze (saluti affettuosi e la piccola storia di un giovane stabiese…):
“Ti scrivo, ringraziandoti per il bellissimo sito sulla nostra città natale, ma anche per far conoscere a te e ai cari tuoi lettori una persona speciale, che deve essere d’esempio a tutti i bravi laureati della nostra Castellammare. Siamo tra quelli che possono ritenersi “fortunati cervelli in fuga”, ossia di chi è stato “prelevato” perché migliore di altri autoctoni a dirigere e offrire una maggiore professionalità, è il caso di Antonio, originario di una bella e nutrita famiglia stabiese d.o.c. che a soli 27 anni (a due anni dalla laurea in Ingegneria Elettrica conseguita brillantemente a Napoli), ha avuto l’onore e l’onere di divenire il responsabile dell’illuminazione pubblica (e non solo), a Firenze. In questi 6 anni ha realizzato splendide “acrobazie” cromatiche usando il meraviglioso scenario artistico di questa città amata in tutto il mondo (mai quanto Napoli è chiaro…), lasciando a bocca aperta i tanti turisti: Ponte Vecchio con i colori dell’arcobaleno, il David di un sontuoso blu, le porte della città in 52 colori, San Miniato di rosa, la Loggia dei Lanzi in un magico gioco di chiaroscuri e tanti altri monumenti ancora; senza trascurare le migliaia di punti luce che accendono la città quotidianamente. Non è stato facile lasciare la propria città, ma lo si è fatto con profondo amore e rispetto, senza denigrarla, ma molto spesso ancora oggi proteggendola, talvolta anche mantenendone segrete delle sfaccettature, che agli occhi di chi non vi è nato non potrebbe comprendere… sempre pronti ad esaltarne gli aspetti più belli, i suoi monumenti, il paesaggio, il folklore… La scelta di poter decidere dove vivere e magari far crescere i propri figli (ne abbiamo due: Gabriele di 6 anni e Leon Francesco di 7 mesi), in base ai propri meriti riconosciuti, è una forma di massima libertà che io come “giovane” auguro a tutti i ragazzi che come me, come noi, hanno studiato brillantemente cercando in questo modo di affermare se stessi e portando così in auge soprattutto la loro origine… Credetemi talvolta, non sempre, capita ancora di non avere bisogno di presentazioni particolari, se non Voi stessi e ciò che avete costruito con la voglia di studiare, di mettervi in discussione. Ah! dimenticavo se verrete a Firenze e passeggiando arriverete a Piazzale Michelangelo guardando la città pensate orgogliosamente che uno stabiese come Voi l’ha illuminata. Con affetto dott.ssa Giovanna Gaudio”.

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domenica 25 gennaio 2009 (Leopoldo D’Auria)

Ci scrive il sig. Leopoldo D’Auria (da Reggio Emilia):
“Gentili signori, per noi cresciuti a Quisisana (quella alta, attorno alla reggia Borbonica), il detto: “A Santu Catiello ‘o sole ‘o castiello, a Santu Biase ‘o sole a tutt”e case”, aveva un altro significato più meteo-geografico che religioso. In pieno inverno il sole invernale passava, e credo passi ancora, basso dietro il Faito, scarseggiando per settimane. Mentre a S. Catello (19/01) tornando a spostarsi l’orbita della Terra, arrivava ad illuminare il castello, mentre a S. Biagio (03/02) tornava ad illuminare anche le case dei quartieri più a ridosso del Faito, rispetto al castello (Fratte, Casasana, Pantanella, etc.) questo dal mio modesto punto di vista e dei ricordi.
P.S.: Mio nonno paterno (Papordo) è stato un famoso guardaboschi fino agli anni ‘50, lo ricorderanno solo gli ultra 60enni (fu sostituito poi da mio zio materno Gennaro). Mentre il nonno si ritirò nel caseggiato al limite del bosco dove c’era stata la locanda della madre Carmela ‘e Ruotolo. Alle spalle di un dissetante rubinetto detto ‘a funtanella.
Congratulazioni, per il sito e grazie per la nostalgia canaglia che ci aiutate a coltivare. Leopoldo D’Auria”.

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sabato 24 gennaio 2009 (Enzo Esposito & Carmen Viviani)

Ci scrivono Enzo Esposito e Carmen Viviani (cantanti attori stabiesi):
“Gentile Maurizio, vorrei invitare tutti coloro che sono cultori della canzone classica napoletana al nostro spettacolo “Cantata d’ammore” – La casa Editrice ” La Canzonetta ” al Festival della Canzone Napoletana”, che si terrà venerdì 30 gennaio p.v. alle ore 21 alla Sala Paradiso – Rione Alto – Napoli. E’ un evento culturale, nel foyer del teatro sarà allestita una mostra sul Festival Di Napoli.
Vi aspetto in tanti. Enzo Esposito e Carmen Viviani. Ingresso solo ad invito”.

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sabato 24 gennaio 2009 (Antonio Polichetti)

Il sig. Antonio Polichetti, scrive alcuni dei suoi cari ricordi:
“I VECCHI RICORDI: “Ogni anno il 2 novembre…” così come comincia la bellissima poesia di Totò, noi che siamo chierichetti e lettori di una volta, quelli che 40 e più anni fa, abbiamo servito le messe di don Michele Savarese (all’epoca parroco della Cattedrale); quelli che trascorrevamo le sere o anche le nottate giocando insieme (che però quando si serviva la messa eravamo seri e “adulti”), ogni anno (di consuetudine l’ultimo venerdì di luglio) ci riuniamo per andare a fare una cena. Quella della cena è una scusa perché è l’occasione per stare insieme nel ricordo di quei periodi. C’è chi viene da lontano o dalla stessa città, ci riuniamo e trascorriamo questa serata all’insegna dei ricordi dandoci alla fine della serata un piccolo regalo (chiamata bomboniera) per ricordarci il caro incontro. Ecco, ho scritto questa lettera per far sapere a tutti come alcuni ricordi non si dimenticano mai, anche dopo 40 anni e più. Distinti Saluti, Antonio Polichetti”.

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venerdì 23 gennaio 2009 (don Pasquale Somma)

Don Pasquale Somma, vice parroco della Concattedrale di Castellammare, comunica il programma delle prossime, imminenti attività parrocchiali:
“Salve, sono Don Pasquale Somma. Volevo approfittare per divulgare alcune iniziative: Innanzitutto sto cercando volontari, giovani e adulti da impegnare nel progetto del Centro Antico. Poi una volta al mese (un giovedì del mese, alle 21), facciamo un’adorazione per giovani offrendo la possibilità di confessare…siamo 5 o 6 sacerdoti… Inoltre, lunedì 26 fino alla fine di Giugno inizieremo il corso di preparazione al Matrimonio e giovedì 29 il corso di preparazione alla Cresima… Poi dal 2 al 12 febbraio arriva “La carovana di don Mazzi”… (ci sentiremo per questo evento…) per il momento può bastare… GRAZIE MILLE”.

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giovedì 22 gennaio 2009 (dott. Ferdinando Fontanella)

Rimettiamo alla vostra cortese attenzione, la segnalazione inviataci dal naturalista stabiese dott. Ferdinando Fontanella (visualizza la documentazione fotografica):
“Caro Maurizio e cari Liberi Ricercatori, vi scrivo per informarvi di un’altra piccola “disgrazia” che il nostro patrimonio storico ha subito in questi giorni. Ieri mattina a causa delle insistenti piogge è crollato un piccolo tratto delle antiche mura borboniche di Via Fratte (per intenderci la strada che dal Castello, passando per il rione Fratte, porta al rione Botteghelle). Questo nuovo crollo, sommato all’importante cedimento di un altro muro borbonico avvenuto recentemente a Quisisana nei pressi della Reggia, evidenzia come sia costante ed apparentemente inarrestabile la perdita di identità storica e architettonica della città. È auspicabile che l’amministrazione comunale avvii un immediato programma di consolidamento, ricostruzione e restauro conservativo di queste importanti opere architettoniche che rendono unico ed inconfondibile il profilo della città. È da evitare, assolutamente, la “ricostruzione emergenziale” che negli anni passati ha causato la sostituzione delle antiche murature (e la relativa perdita dei materiali originali che le costituivano) con volgari muraglioni in cemento armato. Via Fratte da questo punto di vista può fungere da esempio chiaro, infatti, alcuni anni fa in circostanze analoghe a questa odierna (crolli dovuti a pioggia) le mura cadute furono rimpiazzate da un’anonima colata di cemento. Così alla bell’architettura di archi in tufo in poco tempo si è sostituita una specie di “arte moderna” fatta di “anonimi” graffiti e Via Fratte, storicamente bella e caratteristica, è oggi molto simile ad una squallida via di un quartiere moderno di una qualunque città del mondo. Stessa sorte è toccata ad altre antiche strade della città. Spero, con la presente, di aver sollecitato lo spirito degli stabiesi che amano la loro città e che soffrono, come me, nel vederla agonizzante. Cordialmente, il vostro naturalista, Ferdinando Fontanella”.

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giovedì 22 gennaio 2009 (Raffaele Cuomo)

Raffaele Cuomo, invia un personale pensiero filosofico, nella certezza che possa essere motivo di riflessione per tutti i lettori:
“Caro amico, con la speranza di farti cosa gradita, ti scrivo per chiarire un concetto filosofico che tu puoi condividere o no: “L’intelligenza dell’anima”. Come tu sai tutti gli uomini hanno il dono dell’intelligenza della mente, chi più, chi meno per fortuna Dio ha riservato questo dono a tutti, anche se ognuno di noi è libero di usarlo come meglio crede. L’intelligenza della mente, ci tiene distanti e ci rende diversi, molte volte anche in base all’istruzione e alla cultura di ognuno di noi. Poi esiste l’intelligenza dell’anima, quella che io ritengo essere più importante, quella che ogni uomo deve cercare attraverso l’apertura della propria anima. Ed è questo dono, questa via, questa luce che una volta incontrata ci regala la grande sapienza della vita, che nessuna istruzione o cultura ci potrà mai dare. L’intelligenza dell’anima, unisce gli uomini facendoli sentire più vicini, supera ostacoli e pregiudizi, non conosce differenze di razza, paese, livello economico e cultura. Ed è questa che ci porta nei grandi giardini della vita e ci fa sentire tutti i suoi profumi più belli. Poi certamente ognuno di noi ha la sua vita con i suoi ostacoli, le sue gioie e i suoi dolori. Ma se dentro di te sei riuscito a spalancare la tua anima, ad accendere la luce, a sentire il calore del sole, allora tutte le avversità della vita, anche quelle insormontabili, vedrai risulteranno molto più facili da superare, e la vita tornerà ad essere un gioco meraviglioso. Ti abbraccio e ti saluto. Raffaele”.

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martedì 20 gennaio 2009 (Giuseppe Zingone)

Giuseppe Zingone, commenta la lettera della sig.ra Irene Cuticello Flynn da New Haven (rif.: messaggio del 19 gennaio 2009):
“Cari amici, leggendo del nuovo contatto con gli stabiesi di New Haven, mi sono commosso e non nascondo le lacrime, vorrei proporvi un riconoscimento all’unico stabiese oriundo ancora vivente, se ho ben interpretato le parole della signora Cuticello Flynn. Un riconoscimento che potrebbe avere sia valore affettivo per tutti gli altri che non abbiamo conosciuto sia per i ritrovati cittadini stabiesi di successive generazioni. Grazie e un abbraccio fraterno!”.

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lunedì 19 gennaio 2009 (Irene Cuticello Flynn)

In occasione della ricorrenza di San Catello, rimettiamo alla gentile attenzione dei visitatori di “Libero Ricercatore”, una interessante corrispondenza intrattenuta in questi giorni dal nostro esperto di stampe antiche Gaetano Fontana con la sig.ra Irene Cuticello Flynn di New Haven (Connecticut – USA), si ringrazia il sig. Paul Valanzuolo per la gentile collaborazione:
“Cara Irene, il mio nome è Gaetano Fontana, sono nato e vivo a Castellammare di Stabia, dove collaboro con altri amici al sito web www.liberoricercatore.it. Alcuni anni fa abbiamo appreso che a New Haven avete una statua di San Catello (visualizza il relativo articolo). Per ottenere delle informazioni sulla storia di questa statua, abbiamo anche scritto a Mister Catello Cuticello, possiamo avere qualche informazione in più in merito alla statua e alla San Catello Society? Molti stabiesi sono interessati ad avere notizie, soprattutto storici e persone del clero. Se avete bisogno di immagini, libri e preghiere di San Catello, siamo disposti ad inviarvele. Aspetto vostra risposta, Gaetano Fontana”.

Ecco la risposta della sig.ra Irene Cuticello Flynn:
“Gaetano: Catello Cuticello è mio fratello. Il nostro nonno e la nonna sono nati a Castellammare di Stabia e venuti in America. La Società “San Catello” è stata organizzata nel 1901 a New Haven, Connecticut. Abbiamo alcune vecchie foto dei suoi membri. Le allego a questa e-mail (vedi foto: 1926 Photo Saint Catello SocietyPhoto Front of St. Michael 1930’s). La statua di San Catello è nella chiesa di San Michele. In suo onore celebriamo una Messa la terza settimana di gennaio (questo fine settimana, Domenica 18 gennaio 2009) e ancora nel mese di maggio abbiamo un Comunione Breakfast. Vestiamo la statua di San Catello con la mitra vescovile. Abbiamo anche un gioiello (una croce pettorale) che abbiamo messo intorno al collo e, ovviamente, un anello di diamante al dito. Abbiamo anche posto ai piedi della statua di San Catello i fogli con la preghiera per le persone che pregano per la statua. Abbiamo un solo membro, che è nato a Stabia. Tutti gli altri sono figli, figlie o nipoti di membri della Società di San Catello. Vorrei inviare ulteriori informazioni. Grazie… Irene”.

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lunedì 19 gennaio 2009 (Liliana Longobardi)

L’Invito alla Conferenza “Emergenza fiume Sarno” di Liliana Longobardi:
“Carissimi, vi invio l’invito alla conferenza del Generale Jucci, Commissario nominato per il superamento emergenza fiume Sarno.
Se volete saperne di più sul nostro fiumiciattolo, il più inquinato d’Europa, martedì 20 gennaio 2009 partecipate tutti!!! Un caro saluto. Liliana Longobardi”.

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venerdì 16 gennaio 2009 (Maria Oddone)

Ci scrive Maria Oddone dell’Associazione “Stabia Rinasce”:
“E per la serie “alberi scomparsi” mestamente è sparita anche la grande palma al lato del monumento ai caduti, insieme a tutte le palme nei pressi della Chiesa di San Marco Evangelista e quelle che decorano i giardinetti esterni delle Nuove Terme. Dispiaciuti salutiamo… P.S.: ieri ho scoperto che in Ecuador le larve che infestano le palme sono considerate una prelibatezza… come ultima spiaggia perché non invitiamo una delegazione ecuadoregna a pranzo da noi?!?!? Maria Oddone”.

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lunedì 12 gennaio 2009 (Giuseppe Zingone)

Lo stabiese Giuseppe Zingone, commenta l’avviso relativo ai “Cannoni borbonici” del porto stabiese (rif.: “Avvisi” lettera del 11/01/2009):
“Gentile liberoricercatore, nella mia visita a Castellammare delle festività natalizie, avevo notato e fotografato più volte il porto proprio in prossimità della capitaneria, mi ero accorto delle inusuali bitte in quell’angolo dove attracca la mini crociera. Sono sconcertato, speriamo che non si tratti dell’ennesimo oltraggio alla memoria storica della Città ad opera dei soliti furbi, che nel buio e nel silenzio operano in maniera devastante sul nostro territorio. Auspico pertanto che le preposte autorità possano rispondere all’appello del liberoricercatore e di quanti se ne faranno carico responsabilmente in maniera rapida e tempestiva prima della scomparsa definitiva del o dei cannoni”.

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lunedì 12 gennaio 2009 (Gigi Nocera)

Lo stabiese Gigi Nocera da Torino, commenta l’avviso relativo ai “Cannoni borbonici” del porto stabiese (rif.: “Avvisi” lettera del 11/01/2009):
“Caro Maurizio, il meritorio e mai abbastanza apprezzato impegno dello scienziato-naturalista stabiese Nando Fontanella (che tanto si spende per la salvaguardia delle bellezze naturali e storiche di Castellammare) ancora una volta ha colpito nel segno. Ha portato a conoscenza, attraverso il nostro sito, dell’ennesimo delitto che si sta consumando (o si è già consumato?) a danno della nostra città. Il trafugamento (e non credo di esagerare nell’usare questo verbo) di due cannoni borbonici posti vicino alla Capitaneria. Di concreto io non posso fare nulla, ma voglio far sentire forte la mia protesta a quelle autorità locali, demaniali o governative che hanno permesso questo affronto alla storia e ai cittadini stabiesi. Voglio sperare che qualcuna di queste autorità si dia la pena di informare esaurientemente tutta la cittadinanza di come stanno effettivamente le cose attraverso il Libero Ricercatore. Gigi Nocera”.

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lunedì 12 gennaio 2009 (Catello Girace Lione)

Avviso agli “Affezionati visitatori” di Libero Ricercatore:
“Sono aperte le iscrizioni per la formazione di una nuova classe della SCUOLA DI CHITARRA del SOCIAL GUITAR PROJECT. La scuola di chitarra itinerante che insegna a suonare attraverso lezioni collettive, il progetto che ha ottenuto grande successo e straordinari risultati, apre una nuova classe presso la PARROCCHIA SAN MARCO EVANGELISTA. Se sei interessato, puoi prenotare il tuo posto inviando un’email a cat.girace@gmail.com o chiamando il numero 340/7836714.
Per avere maggiori informazioni puoi anche collegarti ai siti www.catgirace.com – www.socialguitarproject.splinder.com (Il Social Guitar Project è l’originale progetto di insegnamento della chitarra!) Se vuoi far parte della nuova classe devi ESCLUSIVAMENTE rivolgerti ai suddetti contatti (I PRIMI DUE INCONTRI SONO GRATIS!!). Un grazie particolare alla redazione di liberoricercatore”.

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domenica 11 gennaio 2009 (prof. Giuseppe D’Angelo)

Il prof. Giuseppe D’Angelo, commenta l’avviso relativo ai “Cannoni borbonici” del porto stabiese (rif.: “Avvisi” lettera del 11/01/2009):
“Non ne so niente. Ma se é così é un fatto gravissimo e sia il Comandante del Porto che il Sindaco di Castellammare sono obbligati, quali pubblici ufficiali, a farne denunzia all’Autorità Giudiziaria. Cordiali saluti. Prof. D’Angelo”.

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domenica 11 gennaio 2009 (Paolo Rastrelli)

Paolo Rastrelli della “Lega Navale italiana”, commenta l’avviso relativo ai “Cannoni borbonici” del porto stabiese (rif.: “Avvisi” lettera del 11/01/2009):
“Caro Maurizio. Non sono a conoscenza di questa operazione di espianto anche perché non sto frequentando Castellammare in questi ultimi tempi. Certamente bisogna intervenire e salvaguardare questi reperti storici. Anche nella sede della Lega Navale Italiana alla “Banchina Fontana” c’è ne uno che nessuno si sogna di espiantare. Bravo Maurizio e complimenti per tutto quello che fai. Paolo Rastrelli”.

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domenica 11 gennaio 2009 (dott. Ferdinando Fontanella)

Il naturalista Ferdinando Fontanella, commenta l’avviso relativo ai “Cannoni borbonici” del porto stabiese (rif.: “Avvisi” lettera del 11/01/2009):
“Caro Maurizio, speriamo che i cannoni siano stati rimossi per dargli migliore e più decorosa sistemazione (comunque i cannoni devono restare in Città!) e devono essere fruibili al pubblico… io quando entravo al porto ero solito passare vicino ai tre cannoni per accarezzarli, pensando e sognando i tempi in cui erano in uso e agli uomini che li hanno utilizzati… ora voglio continuare ad accarezzarli e a sognare. Pensa che la scorsa estate in occasione della Prima Comunione dei miei nipoti, li ho portati vicino ai cannoni del porto per fargli fare una foto ricordo… Caro amico, ti allego due foto (visualizza: foto 1 e foto 2), spero proprio che l’opinione pubblica questa volta sia sensibile… e speriamo bene. Ti abbraccio Nando”.

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domenica 11 gennaio 2009 (Antonello Ferraro)

Il commento dell’amico Antonello ad uno scritto del prof. Bonuccio Gatti:
“Ciao Maurizio, ho appena letto il pezzo su “ Don Salvatore d”e caramelle ” di Bonuccio Gatti. Provo una grande nostalgia nel leggere queste bellissime righe, e mi complimento sinceramente con l’autore che mi ha fatto rivivere il tenero ricordo di quando da bambino andavo a comprare ” ‘e catenelle “. Si tratta di catenelle a forma di S in plastica colorata, con le quali si giocava a chi le tirasse più lontano. Giochi innocenti che se raccontati ai bimbi di oggi, figli del PC e della Playstation, sembrerebbero cose da matti. Quante figurine abbiamo comprato di “Tutto Italia” e poi “Tutta Europa”! Cosa dire!!! Addio Don Salvatore! Ed un grazie a Bonuccio Gatti per averci donato l’emozione di un ricordo. Saluti, Antonello Ferraro”.

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giovedì 1 gennaio 2009 (dott. Ferdinando Fontanella)

Rimettiamo alla vostra cortese attenzione, il messaggio di auguri inviatoci dal naturalista stabiese dott. Ferdinando Fontanella (facciamone tesoro!):
“Il NaturalistaAmico augura a tutti un Anno nuovo, nel quale poter mettere da parte, definitivamente il mancato impegno e la rassegnazione, che sempre più, purtroppo, ci contraddistingue…
Rassegnazione è sinonimo di sopportazione e sta ad indicare la disposizione d’animo di chi accetta pazientemente un dolore, una sventura. Con rassegnazione molti di noi accettano i drammatici cambiamenti del nostro ambiente e con rassegnazione si rischia di entrare in questo nuovo anno. Ci siamo rassegnati? (sigh!) Allora i nostri figli vivranno in un mondo peggiore del nostro e i nostri nipoti forse non avranno nemmeno un mondo in cui vivere.
Tuttavia, forse non tutto è perduto, esiste ancora un modo per voltare pagina e provare a cambiare le cose. La ricetta è semplice, bisogna ragionare in piccolo e affrontare i problemi uno per volta e soprattutto è necessario che tutti noi ci impegniamo a difendere il territorio in cui viviamo avendo riguardo nel contempo dei luoghi dove vivono gli altri.
Un modo semplice, efficace ed immediato per fare qualcosa di concreto per la tutela del pianeta e della “nostra” stessa esistenza è dare il giusto esempio.
Chi ha la capacità, la sensibilità, la coerenza e perché no, l’intelligenza per farlo inizi da subito!
Certo, ci vuole un bel po’ di coraggio perché bisogna remare contro corrente, ci capiterà di essere additati come “fessi”. Oggi il concetto di benessere è legato al consumismo occidentale, per questo nostro cattivo esempio i paesi in forte sviluppo, come la Cina , stanno abbandonando i loro tradizionali stili di vita per adottare il nostro, e ciò contribuisce in modo significativo all’avvicinarsi della catastrofe.
Che ne dite, scegliamo di stare dalla parte giusta della barricata? Diamo il giusto esempio e iniziamo ad usare un pizzico di parsimonia. Per iniziare, si potrebbe: camminare maggiormente a piedi, in bici e con i servizi pubblici. Usare il meno possibile l’auto. Sprecare meno acqua. Bere meno acqua in bottiglia. Consumare prodotti locali. Consumare meno carne. Riutilizzare e riciclare prima di buttare. Non considerare fessi o poveracci quelli che fanno queste cose.
Alle “teste scelte” che ci governano chiedo solo due cose che reputo fondamentali:
1) “Rivoluzione energetica”, è necessario puntare su strategie energetiche ad alta efficienza e soprattutto su fonti rinnovabili, che rispettino di più il delicato equilibrio ambientale del nostro pianeta, liberandoci così gradualmente dalla mortale dipendenza dei combustibili fossili e dal miraggio dell’energia nucleare.
2) “Rivoluzione sociale”, in un mondo sovrappopolato da sette miliardi di esseri umani è auspicabile che chi ha di più faccia qualcosa per chi ha di meno. È necessario per la pace futura che ci sia maggiore equità sociale e maggiore rispetto per l’ambiente. Un Sereno e Prospero 2009 dal vostro amico naturalista. Nando”.

Lettere alla redazione 2013

Lettere alla Redazione

Lettere alla Redazione

sabato 23 novembre 2013   (Catello Izzo)

Ci scrive il signor Catello Izzo:

“Dieci milioni per il Faito! Quanti politicotti si vanteranno per questi fondi europei resi disponibili! (?)
Eppure, a leggere l’articolo del naturalista Ferdinando Fontanella (rif.: “Leggo e ripropongo…, post del 20 novembre 2013), da Voi riportato, già si intravedono problematiche di gestione per la mancanza di un Ente Parco.
Ce n’è abbastanza per pensare che, vista la stupida litigiosità dei nostri politici, staremo a guazzare in mezzo a centinaia di conflitti di attribuzione e ad un palleggiare di responsabilità fra gente estremamente incapace prima ancora che si metta mano all’impresa e, purtroppo, senza alcuna cura del tempo che passerà inutilmente.
Poi qualcuno proporrà qualche commissione che elegga una …commissione; poi certamente qualcuno riuscirà ad ottenere lo stralcio di importi accampando urgenze non prorogabili o altro e si aprirà la strada perché il tutto defluisca in mille rivoli di nepotismo e di gestioni malsane fino a che non vi sarà più nulla e sarà stato fatto nulla come tante altre volte.

Inutile dire che il mio augurio è quello di aver torto. Catello Izzo”.

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venerdì 22 novembre 2013   (Comitato per gli Scavi di Stabia)

Comunicato Stampa, “Stabiae sito UNESCO, occasione unica di sviluppo”:

scavi

CASTELLAMMARE DI STABIA, 21 NOVEMBRE 2013 – L’annuncio del ministro Massimo Bray sulla decisione di far rientrare le ville di Stabiae nel sito Unesco di Pompei, Ercolano e Oplontis, integrando e correggendo l’infelice decisione del 1997 quando Stabiae fu esclusa dalla lista del World Heritage List, sembra finalmente segnare quella scolta che il Comitato per gli Scavi di Stabia auspica da molti anni. L’iscrizione nella lista Unesco, che noi abbiamo chiesto a più riprese fin dal lontano 1997 sia ai soprintendenti sia ai sindaci che si sono succeduti, è importante – se ci sarà – perché dota il sito archeologico di Varano di uno strumento, il Piano di gestione, che è indispensabile per una corretta e sempre più avanzata tutela e valorizzazione. Non saranno cioè più possibili scelte estemporanee, come quelle di scavare senza preoccuparsi di restaurare e manutenere quanto già alla luce, circostanza purtroppo verificatasi per spinte non sempre coerenti con la difesa del bene comune.
Il Comitato per gli scavi di Stabia è pronto a dare il proprio contributo e invita l’Amministrazione comunale a procedere con speditezza alla sistemazione e alla bonifica urbanistica del territorio. Nello specifico, ribadiamo le nostre proposte, già segnalate in passato:
– predisporre uno Studio di fattibilità per la realizzazione del Parco archeologico di Stabiae e sviluppare una strategia condivisa con la nuova Soprintendenza archeologica di Pompei, Ercolano e Stabiae nell’ambito della nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, promosso dalla Regione Campania, nell’ambito delle linee strategiche definite dal Ministero per i beni e le attività culturali;
– avviare un confronto pubblico di condivisione sul Piano di gestione Unesco ai sensi della legge 20 febbraio 2006, n. 77 necessario per avanzare la richiesta di inserimento di Stabiae nella lista dei siti protetti dall’Unesco, accanto a Pompei, Ercolano e Oplontis (già iscritti nella lista Unesco nell’anno 1997);
– realizzare il museo archeologico di Stabiae a Quisisana, dando una sede degna alla raccolta di affreschi oggi stipati nei locali dell’ex Antiquarium di via Marco Mario;
– dare vita a un progetto organico di tutela e valorizzazione guidato dal pubblico (a partire dal Comune di Castellammare di Stabia e dalla Soprintendenza archeologica di Pompei, Ercolano e Stabiae), aperto alla partecipazione del privato sociale, della scuola e dell’associazionismo;
– migliorare i collegamenti tra la città e la collina di Varano e riqualificare l’intera zona, restituendo decoro e consentendo la migliore fruizione delle ville romane attualmente aperte al pubblico;
– stimolare e sostenere lo sviluppo di attività imprenditoriali private nel settore dell’industria culturale e della creatività, del turismo e dell’accoglienza, con particolare riguardo alle imprese innovative e giovanili.
SI RINGRAZIA
Il Comitato per gli Scavi di Stabia”.

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giovedì 14 novembre 2013   (Luigi Casale)

“Pensieri (stra)vaganti”: ci scrive il prof. Luigi Casale:

“Caro Maurizio! L’ammirazione, l’emozione, la suggestione, di fronte alla visione della foto pubblicata (il 13 novembre 2013: immagine della memoria) di una classe scolastica molto vicina alla mia generazione; e la conseguente constatazione statistica della presenza di tanti alunni dal cognome Esposito: circa il 50%, mi offrono lo spunto per una riflessione linguistica.
Per la cronaca: era Esposito anche la mia nonna materna.
Esposito (ex-positus) significa “esposto”; ed erano i bambini non accettati alla nascita.
Sai che presso i Romani il neonato doveva essere riconosciuto dal padre con un gesto: la donna che aveva aiutato la puerpera a partorire, consegnava il neonato al padre che lo prendeva tra le braccia e lo presentava alla famiglia; oppure lo rifiutava e lo deponeva ai suoi piedi; allora il bambino veniva consegnato ad un servo che lo “esponeva” (exponebat), lo “metteva fuori” dalla casa.
Ma non dobbiamo pensare che non vi fosse umanità anche presso gli antichi; anzi … !Normalmente, in caso di mancato riconoscimento, il bambino veniva consegnato a qualche famiglia disposta ad allevarlo. Crescendo, alla prima registrazione ufficiale da parte dei Censori, prendeva il prenome (corrispondente al nostro nome di battesimo) di Spurius.
In epoca più vicina a noi, quando però le registrazioni avvenivano ancora in lingua latina presso notai e parrocchie (l’ anagrafe venne molto tempo dopo), i “trovatelli” una volta battezzati insieme al nome di battesimo assumevano come identificativo di famiglia (il cognome) un soprannome qualsiasi; e comunque erano registrato come “expositus” (trovatello).
Così i senza nome cominciarono a chiamarsi Esposito, che divenne il loro cognome.
Questo nel meridione.
In altre realtà geografiche a causa di un esito diverso della evoluzione linguistica, o delle diverse tradizioni religiose, i trovatelli si chiamarono o Esposto e Degli Esposti, oppure Innocenti, Degli Innocenti, Santorum (dei santi), che poi divenne Santoro, ecc.
Proprio come noi ancora diciamo ” i figli della Madonna”.
A questo punto mi viene da pensare ad un’espressione che mia madre ripeteva spesso: “Munno era, e munno è”; per dire: le cose vanno sempre alla stessa maniera.
Ma non dobbiamo rassegnarci. Se dev’essere così, che sia! Ma se possibile, che non dipenda dalla nostra cattiveria!”.

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lunedì 11 novembre 2013 (Antonello Ferraro)

Il carissimo Antonello Ferraro scrive alla signora Assunta Carrese:

“Carissimo Maurizio, desidero chiederti, se possibile, inviare per me questa mail alla Sig.ra Assunta Carrese.
Desidero chiedere alla Signora Carrese, se l’idea Le piace, di scrivere un quaderno di ricordi sulla Castellammare della Sua infanzia ed oltre. Le Sue pagine che ho letto pubblicate sul Sito sono oltre che divertenti, estremamente interessanti.
Tutti ricordiamo i quaderni del grande Gigi Nocera che contengono bellissime pagine sulla nostra città negli anni 30, ed un’autrice così brava sarà sicuramente preziosa alla ricostruzione del periodo successivo.
Nel ringraziarti invio i miei più rispettosi saluti a te ed alla Signora Carrese”.

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mercoledì 23 ottobre 2013 (Giuseppe Mollo e Famiglia Dolci – Angelone)

Castellammare: Stazione F.S. incidente del 22/23.10.1944:

“All’attenzione dei Sigg. CUOMO, CIMMINO, FONTANA,
riesce oltremodo difficile trovare le parole per rendere adeguato merito al Vostro continuo impegno volto alla conoscenza, sotto il profilo storico – sentimentale, degli accadimenti relativi alla città di Castellammare. Grazie al Vostro portale, il giorno 19/10 u.s. in Milano si è potuto realizzare un incontro, dai toni emozionali altissimi, fra Giuseppe Mollo (C.mmare – Roma) e Simonpietro e Paolo Angelone (dalla Provincia di Sondrio) nel corso del quale si son potuti focalizzare gli aspetti salienti e, tutt’ora, ignoti, della vicenda che ha condizionato la nostra esistenza: l’incidente di cui all’oggetto. Saremmo immensamente grati e riconoscenti se Vi dedicaste ancora un po’, con la competenza che Vi è propria, a far luce sull’evento.
Con stima e riconoscenza. Giuseppe Mollo e Famiglia Dolci – Angelone”.

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sabato 19 ottobre 2013 (Catello Izzo)

La proposta del signor Catello Izzo:

“Egregio direttore, io, che sono lontano da anni, continuo a seguire il suo giornale e mi godo, fra l’altro, le poetiche descrizioni di Enrico D. che accompagnano quelle foto bellissime di Castellammare.
Ad ogni luogo che osservo è legato un ricordo che, chissà perchè, è sempre felice. Certamente conta il fatto che quei ricordi sono legati a degli anni che non ci sono più. Di tanto in tanto, poi, mi ritrovo a pensare a quelle che potrebbero essere le cose da suggerire (utopie) ai nostri amministratori circa quello che si potrebbe fare per rendere più accogliente ed interessante la nostra città. Sono certo che molti vorrebbero dire la loro e fare proposte (anche se saranno inutili) su questo tema magari anche votando le opinioni/proposte altrui. Da qui la domanda che faccio a Lei direttore: Non sarebbe realizzabile nel Libero ricercatore, fra le altre, una rubrica del tipo “Le nostre proposte per la Città e varie utopie” e lasciarla libera (con un certo “sfrondamento”) a chi intende fare per la città proposte serie o esporre le proprie “utopie”? Questa partecipazione attiva aperta a tutti potrebbe accendere ancora maggiori curiosità a vantaggio della Sua stessa pubblicazione.

Io avrei anche le mie prime tre proposte:
– Utilizzare parte dell’attuale arenile per creare un Viale Garibaldi a doppia corsia.
– Fare di tutto per ridare alla balneabilità la restante parte di arenile.
– Riattare tutti i pastori della Cattedrale ed esporli in un presepio artistico sempre visitabile.
Con i migliori saluti, Catello Izzo”.

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martedì 17 settembre 2013 (Catello Izzo)

“Leggendo quà e là…”, la lettera/riflessione del signor Catello Izzo:

“Egr. Direttore, mi soffermo spesso su “libero ricercatore” alla ricerca di novità sul recente e sull’antico della nostra amata città (e magari fosse altrettanto amata anche dai politici e da tanti altri concittadini!).
Questa volta “incappo” nella lettera accorata e validamente documentata della Sig.ra Celeste Amato sui pastori del Duomo che sono vere opere d’arte significative e belle a vedersi e ad ammirarsi anche singolarmente.
Contemporaneamente trovo, fra le foto offerteci dall’ormai “storico” Enrico Discolo, una didascalia su “i turisti tornano”… a Castellammare con il commento addolorato di un cittadino che aggiunge: …turisti che vanno poi subito a Pompei o a Sorrento perché tanto a Castellammare “non c’è più nulla” da vedere…
Premetto che la situazione felice di Castellammare da cui, nel giro di 30 minuti, si possono fare escursioni verso i posti più belli della Campania (Pompei, Sorrento, Amalfi, Napoli, Capri, Ischia, Caserta, etc…) già la dovrebbe porre all’attenzione delle agenzie turistiche, ma se tra le tante altre cose che pur ci sono, ci fosse quel presepio con la totalità di quei pastori sempre visitabile per tutto l’anno, non sarebbe un grande motivo di attrazione? Il Comune, per il benessere della Città potrebbe ben investire in questo ed in un po’ di pulizia – se non sugli scanni comunali – almeno per i viottoli.
Con i migliori saluti, Catello Izzo.”.

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mercoledì 11 settembre 2013   (Domenico Furci)

La missiva (del 10 settembre 2013) inviataci dall’ing. Domenico Furci:

“Cari amici, ho letto con piacere le note del signor Antonio Cimmino sulle vicende successive all’otto settembre 1943 nell’ex regio cantiere.
Vi ringrazio per la pubblicazione sul sito.
Al fine di non perdere la memoria degli avvenimenti così bene ricordati, mi faccio promotore di una iniziativa per proporre la lettura di quella vostra pagina (http://www.liberoricercatore.it/Storia/anmistabia/resistenza_castellammare.htm) nelle classi degli istituti superiori cittadini, facendo leva sulla sensibilità dei docenti di storia e dei responsabili scolastici.
Grazie per averci permesso di vivere quei momenti nei ricordi del signor Cimmino.
Ing. Domenico Furci.

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sabato 30 agosto 2013 (Ferdinando Fontanella)

A proposito di “Volontariato per amore”, scrive il naturalista Ferdinando Fontanella:

“Caro Maurizio e amici di Libero Ricercatore, ho letto attentamente l’editoriale “Volontariato per amore” e vorrei aggiungere alcune riflessioni in merito, con la speranza di contribuire in modo costruttivo alla discussione. Un volontario impegnato nel sociale, che presta spontaneamente e gratuitamente la propria opera di assistenza, di aiuto e di sostegno ad un’attività gestita dalla pubblica amministrazione offre un servizio alla comunità di inestimabile valore. Pensiamo ai volontari impegnati negli ospedali, cooperando con medici e infermieri, assistono e confortano i malati. Allo stesso modo i volontari impegnati nei musei, collaborando con guide e guardiani, valorizzano e tutela i reperti. Insomma, un volontario è veramente utile quando diventa un valore aggiunto. Purtroppo nella nostra città, dove i servizi pubblici latitano e l’ordinaria vita sociale è approssimativamente organizzata, l’opera del volontario da molti anni ha perso la fondamentale caratteristica di supporto, diventando un surrogato di quanti dovrebbero essere giustamente impiegati e adeguatamente retribuiti. Solo per citare alcuni esempi a Castellammare i volontari al meglio delle loro possibilità: ripuliscono i boschi, rassettano l’arenile, tagliano le erbacce, gestiscono il parcheggio. I rappresentanti del popolo, eletti per amministrare la cosa pubblica, siano essi della maggioranza o dell’opposizione, non sembrano ben consci di questa anomalia perché da lungo tempo sfruttano la buona intenzione dei volontari per sopperire a palesi fenomeni di scarsa capacità gestionale. Con questo, ovviamente, non intendo accusare la sola amministrazione Cuomo, eletta solo da pochi mesi, ma faccio riferimento anche a tutti i predecessori del neo Sindaco che hanno attinto a larghe mani dal volontariato. Mi rendo conto che con questo mio discorso ho forse rovinato l’immagine idilliaca di un’opera meritoria, ma spero almeno di aver dato una chiave di lettura diversa che può portare ad un concreto miglioramento della vita sociale della città. Purtroppo mi costa dirlo, ma se le cose non cambiano il volontariato di Castellammare ha lo stesso effetto del bicchiere d’acqua nella minestra salata: allunga il brodo e non risolve niente.
Con sincera stima, il vostro naturalista e amico, Ferdinando Fontanella”

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martedì 20 agosto 2013 (Luigi Casale)

In riferimento al post (pubblicato ieri 19 agosto 2013) scritto da Giuseppe Zingone, oggi ci scrive il prof. Luigi Casale, che a suo modo segnala un colto approfondimento sulla figura di “Pasquino”, leggetelo è molto interessante:

“(Pasquinata stabiese). Caro Maurizio, visto che Pasquino è ritornato e ha avuto il coraggio di fare uscire una sua “pasquinata stabiese”; prima che Giggino o zi’ Nicola (in essa richiamati) la faranno portar via: grazie per questo a chi ha avuto la fortuna di fotografarla e segnalarcela; mentre intanto continua la processione dei visitatori locali (i veri destinatari del messaggio) che si recano a vedere messa in atto la solenne provocazione di cui si parla già (grazie anche al Libero Ricercatore) in tutta la città; due cose sarebbero importanti.
Prima: “rinfrescare” alla memoria la storia di Pasquino.
Seconda: poter leggere integralmente la lapide su cui è affissa la satira.

pasquino

PASQUINO e PASQUINATE – Pasquino è l’avanzo d’un gruppo marmoreo della prima età ellenistica (secolo III a. C.), che rappresentava o Menelao col corpo di Patroclo o Aiace col corpo di Achille. Dissotterrato dove ora è la Piazza di Pasquino, fu nel 1501 fatto erigere su un piedistallo dal card. Oliviero Carafa all’angolo volto a oriente del palazzo Orsini (ora Braschi), dove il cardinale abitava. Perché al bel torso, che il Bernini e altri artisti giudicarono una delle migliori statue che fossero in Roma, sia stato dato quel nome, rimane dubbio. Simbolica è forse la tradizione, di origine piuttosto tarda, che lo fa risalire a un sarto Pasquino, che aveva bottega lì presso; anche la statua, vedremo, tagliava i panni addosso alla gente. Più antica, perché attestata già nel 1509, è la tradizione che vuole chiamata la statua da un “literator seu magister ludi”, da un maestro di scuola, che le abitava di contro. Altri parla d’un barbiere, altri d’un oste; s’è parlato pure di un Pasquino esule senese, ma vissuto un secolo prima che il torso fosse rimesso in onore.
Qualunque sia il motivo del nome affibbiato al torso, fatto è che Pasquino finì con l’impersonare la satira anonima romana, dotta e popolaresca, perché in suo nome furono composti libelli (le pasquinate) in latino e in volgare, in verso e in prosa contro i papi e il loro governo, contro i cardinali e la curia, contro persone e costumanze giudicate a dritto o a torto degne di biasimo, e i cartelli che li portavano scritti furono affissi al torso, al piedistallo, sui muri circostanti. Dal mondo classico… …il Rinascimento aveva ereditato il costume d’affiggere versi a statue, a muri, a pilastri, e ai marmi dovunque un pubblico frequente potesse leggerli e gustarli…

Note di approfondimento:
da: Enciclopedia Italiana (1935) di Vittorio Rossi

Saluti e buon lavoro. Luigi”.

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lunedì 19 agosto 2013   (Giuseppe Zingone)

Ci scrive lo stabiese Giuseppe Zingone:

“Allego una foto interessante e attuale di ciò che si potrebbe definire una lettera/poema “all’aperto” a firma di un certo Pasquino. Giusto per la cronaca la composizione è attaccata sulla lapide della fontana di san Giacomo.

lettera/poema all’aperto di Pasquino (visualizza l’allegato!!!)

Cari saluti, Giuseppe”

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venerdì 16 agosto 2013 (Sabato Schettino)

La cortese missiva del sig. Sabato Schettino:

“Le invio questa mia piccola perla con cui venivano chiamati i miei nonni paterni stabiesi doc. Quand’ero piccolo ricordo distintamente l’usanza di chiamare le persone per “contranomme” mio nonno originario del quartiere Scanzano possedeva un soprannome familiare, cioè tutta la sua famiglia ne portava il carico, li chiamavano i PARAPAPEL , che non so proprio cosa voglia indicare sarebbe bello una ricerca, la famiglia di mia nonna, stesso discorso, ma era originaria del quartiere Annunziatella li chiamavano i BARRACCHELL’ anche questo soprannome non mi fa balenare niente di che. Mio nonno, in più vista la mole, era alto 1.90 e per quei tempi credo fosse un po’ una anomalia , lo chiamavano CICCIO ‘O LUONGO.
Spero di aver contribuito alla vostra singolare quanto viva enciclopedia dei soprannomi.

Distinti saluti, Sabato Schettino”.

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mercoledì 14 agosto 2013 (Luigi Casale)

Lettere alla Redazione di un nostro collaboratore: scrive il prof Luigi Casale:

“Caro Maurizio, in qualità di collaboratore, sebbene atipico, del sito del Libero Ricercatore, non posso sottrarmi dall’offrire il mio contributo al dibattito suscitato dal recente intervento di Ferdinando Fontanella.
La mia marginalità però, che in un certo senso caratterizza la mia atipicità rispetto alla portata, e probabilmente anche alla finalità, dello strumento culturale e comunicativo del prezioso e apprezzato spazio di informazione e di formazione di cui tu sei l’animatore principe, mi consiglia di mantenermi nel mio campo specifico. Con questo non mi chiamo fuori dalla discussione, né d’altra parte vorrei sembrare insensibile ai temi della politica e dell’impegno civile e sociale.
Ti invio perciò questa pillola di cultura (“Scivolamento di significato…”), sollecitata proprio dal particolare momento storico e dalla nota circostanza che l’ha dettata, insieme a questa mia lettera che servirà per evidenziarla.

Buona giornata e buon lavoro. Luigi”

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martedì 13 agosto 2013   (Catello Izzo)

In riferimento all’editoriale “Essere, o non essere… stabiesi”, ci scrive il sig. Catello Izzo da San Benedetto del Tronto:

Denza (foto Giuseppe Plaitano)

Denza (foto Giuseppe Plaitano)

“Egr. sig. Cuomo, ritenendomi uno Stabiese “qualunque” come Lei, faccio mio ogni Suo risentimento e, alle frasi riportate del sig. Raffaele Amendola: “…’a munnezza d’a munnezza…” aggiungerei: “…ch’ teng’’a vere’ io?…” che è la più vergognosa scrollata di spalle che lo Stabiese (Castelluoneco?) usa per decretare il Suo menefreghismo ed il Suo “diritto” a vivere oltre l’interesse comune.
L’educazione civile è inesistente perché inesistente è la consapevolezza che il vivere insieme presuppone un rispetto reciproco.
Vorrei raccontare, sperando di non tediare, un fatto esemplare che, mi accadde, qualche anno fa, in villa Comunale verso il monumento a Luigi Denza: ero con mia moglie in vacanza nella mia bella città (ne vivo fuori da 50 anni) e passeggiavamo tranquilli quando una bambina intorno ai 10 anni, spingendo di corsa una carrozzina, deviava e ci veniva addosso. Nessuno si fece nulla ed io mi accinsi a sorridere e ad incoraggiare la bambina pensando che si fosse spaventata. Questa alzò gli occhi accigliata e disse aggressiva: “Ma non vede dove va?…”. Cos’altro dire, questi sono i ragazzi che vengono “allevati” in talune sacche di Castellammare. Io, in quel momento, avrei fatto una spremuta di quei genitori vergognosi che chissà dove erano e che certamente mi avrebbero negato ogni ragione. Notare che la bambina, quanto meno, mi si era rivolta con il Lei. Oggi quella bambine sarà forse madre? Sarà una professionista? Sarà dedita alla politica? Ma con quella base sarà comunque una castellonica come tanti altri.
Si può dare la colpa all’ignoranza, ma, come si fa ad essere sempre ignoranti se il minimo di un titolo di studio è la licenza media? Questo significa solo che più nessuno è preposto all’educazione a cominciare dalle famiglie e per finire alle scuole cui è stata tolta ogni autorità ed ogni minima possibilità di coercizione e dove tutto è gestito dal maleducato di turno che “sa farsi valere”.
L’educazione, poi, è il meno, il più è il come si fa a far nascere nel cuore l’amore per la propria città ed il rispetto per le cose comuni? Come si fa a mettere nella testa della gente che il voto a Castellammare non può essere solo quello di esprimere la propria opinione politica (…Io so’ sem’ pe ‘o stesso e no vota-bannera!) ma anche per punire gli amministratori inetti e sfruttatori e liberarsi di tanti anni di amministrazioni inutili e deleterie.
Ho sempre trovato tutti prontissimi alla critica di questi atteggiamenti, ma mai nulla cambia. Fino a quando ci chiederemo solo il perchè?

Catello Izzo da San Benedetto del Tronto”.

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lunedì 5 agosto 2013 (Antonio Ferrara)

“Scrive Antonio Ferrara, Presidente del “Comitato per gli Scavi di Stabia”:

Stabiae (foto Maurizio Cuomo)

Stabiae (foto Maurizio Cuomo)

“Pompei, Ercolano e Stabiae: insieme nella stessa soprintendenza (sembrerebbe anche nel nome, vista che così viene denominata negli atti ufficiali del ministero), ma non nel sito Unesco. È l’ultima anomalia che ci consegnano 16 anni di gestione autonoma della soprintendenza di Pompei istituita dal primo governo Prodi (Veltroni era il ministro dei bei culturali) che staccò Pompei da Napoli con una legge (la n. 352 del 1997) e diede autonomia finanziaria e organizzativa ai siti vesuviani. Un esperimento che durò dieci anni, fino a quando un altro governo Prodi (ministro Rutelli) riunificò di nuovo le soprintendenze archeologiche di Napoli e Pompei. Era il 2007. Ora, dopo sei anni, è di nuovo “divorzio”.
Ed è forse l’ultima occasione per chiedere – e si spera ottenere – l’inserimento dell’antica Stabiae nel sito Unesco, riconoscimento giustamente andato agli scavi archeologici di Pompei, Ercolano e Oplontis nel 1997.
Si badi che l’inserimento di Stabiae nella lista Unesco non è una rivendicazione campanilistica o la voglia di mettersi una medaglia, ma è un’assunzione di responsabilità: restare nella lista del patrimonio Unesco significa rispettare parametri di conservazione, valorizzazione e gestione. E – per quanto riguarda Castellammare di Stabia – significa mettere fine a una gestione privatistica degli scavi di Stabiae. Ecco
perché va salutata positivamente la decisione del ministro Massimo Bray di promuovere una soprintendenza unica per Pompei, Ercolano e Stabiae. Il fatto di aver citato Stabiae in conferenza stampa, a Palazzo Chigi, significa che siamo di fronte finalmente a un ministro competente, che sa di cosa parla. A lui sono certo sia il sindaco di Castellammare di Stabia sia i parlamentari campani sia gli esponenti della Regione Campania non mancheranno di ricordare che per salvare Stabiae serve un piano di gestione come quello che si sta redigendo per Pompei, Ercolano e Oplontis, perché è quello lo strumento che garantisce tutela e conservazione pubblica e valorizzazione, anche con il coinvolgimento del privato in un quadro di regole chiare e trasparenti.
La nuova soprintendenza di Pompei è povera di musei, forse anche per scelte sbagliate – e consapevoli – del passato. Dunque da Stabiae può venire un contributo anche in questa direzione, realizzando il grande museo archeologico della pittura stabiana e dell’ager nel Palazzo reale di Quisisana. La nuova soprintendenza di Pompei ha anche bisogno di una nuova sede e di un centro di ricerca per il restauro, e la risposta è di nuovo il Palazzo reale di Quisisana, individuato nel 2010 quale sede della sezione distaccata dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro di Roma, ma anche dotato di spazi sufficienti per ospitare gli uffici della soprintendenza. Il che, non lo si sottovaluti, consentirebbe anche di coprire parte delle spese di manutenzione e di gestione del complesso architettonico.
Infine, un auspicio. La legge 352 del 1997 istituì “un comitato, composto dal soprintendente, dal responsabile amministrativo, da un rappresentante della provincia di Napoli, da uno della regione Campania e dai sindaci dei comuni ricompresi nel territorio della soprintendenza, con il compito di esprimere pareri e di formulare proposte sui progetti e sulle iniziative volte a valorizzare le aree archeologiche e con funzioni propositive, di coordinamento e di scambio di informazioni e di conoscenze”. Questo comitato, di fatto, non è mai nato. Ma non è mai troppo tardi, soprattutto ora che si è ritornati allo spirito del 1997.

Antonio Ferrara,
Presidente del “Comitato per gli Scavi di Stabia fondato nel 1950”

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mercoledì 31 luglio 2013  (Catellino Graziuso de’Marini)

“Ricordi emozionali”: le riflessioni di Catellino Graziuso de’Marini.:

Veduta sul porto da salita Visanola (foto Maurizio Cuomo)

Veduta sul porto da salita Visanola (foto Maurizio Cuomo)

“Cari amici di Stabia, viva la nostra città! Mi farebbe piacere condividere con voi un “racconto emozionale”, ossia, come diceva lo stabiese Gennaro Di Martino nei “Racconti ai nipoti” (Ed. La Pace, Napoli, 1961), un racconto pieno di emozioni che lo scrivente comunica ai di lui lettori.
Ebbene, stamane mi sono recato, con la macchina di mio nipote Carlo (in compagnia della fidanzata Elvira e del cane Ferry) al castello che dà il nome alla nostra adorata cittadina. Quanto è stato bello ricordare cosa facevo in gioventù.
Dunque, un giorno di primavera inoltrata andai assieme ad alcuni miei amici “ncopp”o castello”, usufruendo di salita Visanola, strada pedonale, nota a tutti gli stabiesi di una certa età, che dall’Acqua della Madonna si inerpica fin su al Castello.
Tutti quanti noi arrivammo lì esausti e assudati solo per poter godere del panorama, che, come oggi, era fantastico. Cari amici stabiesi, riflettiamo sul significato del vivere in una città bella come la nostra e cerchiamo di educare le nuove generazioni, che “s’abboffano” ‘e Maria De Filippi, discoteca e droga, sulla immane importanza delle bellezze paesaggistiche e naturali in senso ampio.
Ma, “rich’io, no… ma aroppo ca ve site viste ‘a televisione, c’avite concluso?” Noi stabiesi di una certa età, che abbiamo vissuto la miseria, ma che con onestà abbiamo portato avanti le nostre famiglie, possiamo certamente consigliarvi di lasciar perdere le cose effimere della nostra breve, ma intensa vita, per accogliere a pieni polmoni l’aria della cittadina in cui viviamo!
Scusate se sono stato un po’ sconclusionato, ma mi sono infervorato pensando a Stabia. Voglio bene a tutti voi, miei concittadini.

Cordialmente, Catellino Graziuso de’Marini.”.

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lunedì 29 luglio 2013   (Carlo Piola Caselli)

Lo studioso Carlo Piola Caselli, pronipote del fu Segretario di Stato della Marina Siciliana, Giuseppe Alessandro Piola Caselli, scrive a Gaetano Fontana:

“Ho letto con molto interesse il saggio di Gaetano Fontana (rif.: “Attacco al Monarca”) e sono d’accordo che la figura di Giuseppe Piola (Giuseppe Alessandro Piola Caselli) meriti di essere rivalutata. Segnalo di aver da poche settimane pubblicato in www.piolacaselli.altervista.org il pdf “Cronache Marinare” di Giuseppe Alessandro Piola Caselli, aneddoti della marina militare sarda, garibaldina ed italiana (1843-1883), che può esser scaricato liberamente, in cui avevo tentato di sviscerare la complessa questione. Si tratta del fratello del mio trisnonno. Se l’autore vuole, possiamo metterci in sinergia, per ulteriori approfondimenti.
Cordialmente Carlo PIOLA CASELLI”

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sabato 27 luglio 2013 (Gaetano Amato)

Lettera aperta al Sindaco di Castellammare:

L'attore stabiese, Gaetano Amato

L’attore stabiese, Gaetano Amato

“Caro sindaco, ho letto le dichiarazioni dell’amico Nicola Corrado, con l’invito a presentare progetti, e ho pensato di aderire alla cosa, non inviandoti un progetto (per far quello ci si deve dedicare molto tempo) ma trasmettendovi una serie di incipit sull’argomento che più mi sta a cuore: la Cultura e l’Arte.

Faccio una premessa:
Hai l’onore di essere il primo cittadino di una città operaia che, malgrado questa sua caratteristica è, forse unica al mondo, tenendo conto del non elevatissimo numero di abitanti, per la quantità di artisti e sportivi prestati alla nazione.
Hai l’onore (e l’onere) di essere primo cittadino nella città che ha dato i natali a Viviani, a Denza, a Ruccello, a Bonito, solo per citarne qualcuno, e mi fermo per evitare di fare torto a qualcun altro dimenticando qualche nome. Grazie all’amore di un tuo concittadino,Ciro Madonna, un pazzo, uno che faceva il medico per mangiare e il teatro per vivere, molti di noi sono rimasti contagiati da quella malattia incurabile che è l’arte, sotto le sue forme più svariate. Ma proprio quel medico pazzo ci ha insegnato che l’arte è studio e non improvvisazione. Ho ancora nelle orecchie la sua voce quando, seduti al circolo nautico, eravamo li ad ascoltare le sue divagazioni, i suoi pensieri, su di Giacomo o Viviani, su Peppino de Filippo e sul teatro in genere.
Arte come cultura.
Vedi, a mio modesto avviso, attingere a risorse pubbliche per regalare alla città rappresentazioni teatrali o musicali, non va catalogato nella voce cultura.
Quello è spettacolo.
Fare cultura, sempre a mio avviso, dovrebbe essere qualcosa in più.
Come, per esempio, stimolare per far crescere negli abitanti la pretesa, il desiderio, non a gratis, di manifestazioni artistiche (spettacoli, libri, quadri, musica, danza) solo perché desiderosi di sapere.
Come, per esempio, programmazione a medio e lungo termine per il recupero di siti storici abbinandoli all’arte.

Caro Nicola, mi sono chiesto perché anche tu, che colto sei di nascita e di studi, hai pensato che per fare cultura bastava dedicarci distrattamente uno sguardo di tanto in tanto (considerato i problemi che come sindaco devi provare a risolvere, dalle terme alla Fincantieri, solo per citare i più eclatanti, e per i quali sinceramente non ti invidio, non credo tu possa dedicarci più di uno sguardo di tanto in tanto), e affidarsi al funzionario contabile di turno. Questo, permettimi,offende chi per una vita ha studiato e continua a studiare per accrescere il suo sapere, anche perché non hai fatto lo stesso con altri settori della pubblica amministrazione, dove invece ti sei preoccupato di circondarti di competenze specifiche. Non mi dire che anche tu la pensi come Tremonti, ovvero con la cultura non si mangia, perché rimarrei profondamente deluso e non riesco ad immaginare che possa essere un tuo pensiero, per quel poco che ho avuto modo di parlare con te.
Terminata la premessa vado al dunque e perdonami se i suggerimenti te li pongo come una sequela di interrogativi.
Perché invece di fare un recupero temporaneo di palazzo reale,montando un palco per una decina di sere d’estate, non si prova a trasformare lo stesso in polo culturale permanente facendolo diventare una sorta di biblioteca museo multimediale? Riempiendolo fino all’orlo di testi di teatro, di cinema, di musica, spostando là l’assessorato alla cultura e spettacolo. Magari provare a fare accordi con le università di Fisciano e di Napoli, e con i centri di cultura. Dai vita alla fondazione Viviani, dove per statuto tutti i componenti del consiglio di amministrazione che accetteranno l’incarico, lo faranno a titolo gratuito, in modo da non trasformarlo in un altro carrozzone appetitoso per qualche “trombato” politico (eh si, perché i politici, dove non ci sono soldi dimostrano scarso interesse). Metti la fondazione a gestire, per conto del comune e in diretto contatto con l’assessorato competente, la biblioteca museo e a reperire fondi per le iniziative.
Perché non provare a riattare il teatro a san Giacomo permettendo a tanti giovani e alle compagnie amatoriali di avere un posto dove esibirsi con i loro spettacoli, a patto che, prima però, studino la storia del teatro (grazie alla biblioteca museo di cui sopra)? La cosa potrebbe risultare un primo passo per il recupero del centro storico di cui da sempre sento parlare ma che non mi pare fino ad ora (mi riferisco alla varie amministrazioni che ti hanno preceduto) abbia avuto un serio avvio.

Considerando il regalo che la natura ha fatto a questa città, perché non provare a portarci il cinema e la tv? Perché non tentare di creare una film commission che raggruppi i comuni da Pompei a Massa Lubrense, da Torre Annunziata a Portici, e studiare insieme agli altri assessori del ramo un pacchetto da offrire alle produzioni, con vantaggi su alberghi, ristoranti, suolo pubblico. Interessare imprenditori locali per creare compartecipazioni produttive grazie alla tax shelter, offrire gratuitamente uffici alle produzioni interessate a girare in zona. Se ne ricaverebbero visibilità, pubblicità, lavoro per l’indotto,oltre che incremento turistico ( i film girati a Torino o in Puglia sono diventati i migliori spot per quelle terre), e si farebbe contemporaneamente formazione per i giovani all’interno delle troupe.

Fai nascere un laboratorio di scrittura per giovani, e poi mettendo a loro disposizione qualche attrezzatura digitale, (con poche decine di migliaia di euro si attrezza uno studio professionale), dai loro la possibilità di cavalcare la fantasia attraverso la realizzazione di documentari, corti, inchieste sulla città.
Sposta a palazzo reale la mostra dei presepi, inseriscila all’interno di un percorso di visita magari, mo ce vo’, abbinandolo a una manifestazione

La cultura, da che il mondo esiste, è forse l’unico mezzo per tirar via dalla strada chi non ha avuto la fortuna o la possibilità economica di studiare. Ma la fantasia, l’estro, l’arte, non è solo studio, è anche dono divino. Quel medico pazzo purtroppo non c’è più, e insieme a lui ci hanno lasciati anche altri maestri d’arte. Non lasciare che questa città diventi gretta ogni giorno di più. Non far assopire il desiderio d’arte che per mano divina è stato sparso su tanti nostri concittadini, perché chi non avrà la fortuna o i mezzi per alimentarlo sarà comunque costretto dalla vita a lascialo scemare.
Quanto da me elencato si può provare a fare a costo zero per le casse comunali, voglio dire senza alcun aggravio di bilancio, se non quello del personale per la gestione e la sorveglianza.

Ho tralasciato di darti suggerimenti per lo sport e per la scuola. Anche là ci sarebbe tanto da fare (te lo dico in quanto ex sportivo, molto ex, ma vicino allo sport che più ci gratifica nel mondo, e docente di ruolo da oltre 30 anni) ma poi viene a finire che penseresti che mi voglio sostituire al sindaco. Lungi da me questo desiderio. Sono sicuro che tu e i tuoi collaboratori, riflettendo, saprete trovare le giuste risposte affinché questa città non muoia culturalmente.
Auguri, Gaetano Amato”

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lunedì 22 luglio 2013 (Mario La Piano)

“Curiosità”: ci scrive il sig. Mario La Piano da Forlì:

“Buongiorno, scrivo perché spero che possiate soddisfare ad una mia curiosità. Visitando la rocca di Lugo di Romagna mi sono imbattuto in un’iscrizione commemorativa a Giuseppe Compagnoni scritta da Libero D’Orsi. Facendo una ricerca in internet ho letto che agli inizi degli anni ’40 era stato il preside del locale istituto tecnico. Si tratta dello stabiese Libero d’Orsi o è soltanto un caso di omonimia? Ecco una foto dell’iscrizione. In attesa di una risposta vi porgo i miei più sinceri complimenti per il sito.
Cordiali saluti, Mario La Piano, Forlì”.

Risposta: “Gentilissimo Mario, laureatosi in Lettere e poi in Filosofia, lo stabiese Libero d’Orsi, vinse ben due concorsi per essere destinato, prima in Puglia, ad Acquaviva delle Fonti, poi a Padova e, infine, da preside, proprio a Lugo di Romagna (durante la seconda guerra mondiale); finito il cataclisma, ottenne poi il meritato avvicinamento ed il trasferimento nella sua tanto amata Castellammare di Stabia, dove negli anni a seguire progetto e iniziò i lavori di scavo dell’antica Stabiae. La firma in calce alla lapide, da lei gentilmente segnalata, è certamente la sua!
Nella speranza che la sua curiosità sia soddisfatta, la saluto cordialmente,
Maurizio Cuomo”

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sabato 20 luglio 2013 (Francesco Paolo Giorgio)

“Toponomastica dialettale”: ci scrive il sig. Francesco Paolo Giorgio:

“Esprimo la mia gioia nel vedere con quanta cura è gestito il sito unico e più rappresentativo della nostra amata città. A tal proposito volevo integrare la discussione fornendo un particolare inerente l’appellativo che noi “stabiensi” diamo alla piazza Principe Umberto cioè “miez’ ‘o Quartuccio” il quale trae origine dalla antica formazione della città che prima della nascita del rione spiaggia vedeva ubicata proprio nella attuale piazza la porta nord della città e dove come posto di frontiera era dovuta una gabella appunto il quartuccio ( moneta ) per il transito delle merci verso la città. Scusandomi per la mancanza di particolari spero di dare uno spunto alla ulteriore ricerca . Con ammirazione.
Francesco Paolo Giorgio”.

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mercoledì 17 luglio 2013   (Bonuccio Gatti)

“L’Artistica Fontana della Basilio Cecchi”: un’accorata proposta del prof. Bonuccio Gatti:

“Al Libero Ricercatore di Stabia, e per esso a tanti che come me, hanno frequentato la Scuola Elementare, oggi Primaria, Basilio Cecchi.
Vi scrive Bonuccio Gatti, oggi insegnante di classe quinta della Scuola Basilio Cecchi, cinquant’anni fa scolaro di classe quinta della Scuola Basilio Cecchi, molti di voi avranno letto il mio articolo sull’Artistica Fontana della succitata Scuola, ebbene voglio confessarvi la mia sofferenza ogniqualvolta la mattina entro nella nostra Scuola e vedo l’Artistica Fontana, che una volta era il fiore all’occhiello della Scuola e forse anche della Città, che versa in uno stato di totale ed ingiusto abbandono. Voglio rivolgere un appello a tutti gli ex alunni della Scuola Basilio Cecchi, diamo il contributo simbolico di un euro per il restauro dell’Artistica Fontana, per riportarla all’antico splendore, per farla diventare un punto di riferimento per le odierne e future generazioni di scolari! Quanti fra gli ex alunni della Scuola Basilio Cecchi (perdonatemi la ripetizione, ma è voluta) oggi sono ingegneri, architetti, geometri, o anche, ma non ultimi, semplici operai edili, ebbene in ricordo di quello che certamente avrà rappresentato anche per voi l’Artistica Fontana regalate, come avvenne per la sua costruzione, una prestazione d’opera almeno di una giornata di lavoro per il restauro di quest’autentica opera d’arte. La mia esperienza di insegnante mi ha fatto capire che i fanciulli amano le cose belle, amano l’arte, la storia, la natura, diamo loro la possibilità di vivere in un mondo non solo virtuale, ma reale. Facciamo in modo che la mattina, quando si recano a scuola, trovino intorno a loro un ambiente pulito, ordinato, sereno e perché no anche denso di cultura, di arte, di storia, e di tutto ciò che di bello e artistico le generazioni precedenti hanno realizzato per le generazioni future!
prof. Bonuccio Gatti”.

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sabato 13 luglio 2013 (Sabato Schettino)

“Soprannomi stabiesi”: la gradita missiva del sig. Sabato Schettino:

“Segnalo questa mia piccola perla con cui venivano chiamati i miei nonni paterni stabiesi doc, quand’ero piccolo ricordo distintamente l’usanza di chiamare le persone per “contranomme”; mio nonno originario del quartiere Scanzano, possedeva un soprannome familiare, cioè tutta la sua famiglia ne portava il carico, li chiamavano i PARAPAPELE , che non so proprio cosa voglia indicare… sarebbe bello una ricerca, mia nonna stesso discorso, la sua famiglia, originaria del quartiere Annunziatella era chiamavata i BARRACCHELLE, anche questo soprannome non mi fa balenare niente di che. Mio nonno in più, vista la mole, era alto 1.90 e per quei tempi credo fosse un po’ un’anomalia , lo chiamavano CICCIO ‘O LUONGO.
Spero di aver contribuito alla vostra singolare quanto viva enciclopedia dei soprannomi . Distinti saluti. Sabato Schettino”.

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mercoledì 10 luglio 2013 (Ferdinando Fontanella)

Purchiacchielli: il naturalista stabiese Ferdinando Fontanella, risponde alla domanda del sig. Vincenzo Farro (post del 9 luglio 2013):

“Gentile sig. Vincenzo, la portulaca è una pianta comunissima, non è raro trovarla spontanea nei vasi di fiori che adornano i balconi, oppure nelle aiuole cittadine, ai margini dei viottoli e nei coltivi in campagna, insomma cresce praticamente ovunque.
Si tratta di una specie annuale, vive un solo anno, il tempo di produrre i semi che assicurano la generazione futura. Purtroppo non troverà questi semi in commercio, non è sicuramente una pianta orticola e non ha nessun interesse commerciale.
Si tratta semplicemente di una specie infestante delle colture, che i contadini di un tempo (tempo di privazioni) sradicavano e mangiavano. Oggi solo pochi nostalgici, buongustai amanti delle cose semplici, ne fanno raccolta per consumarla fresca, all ’insalata, o cotta.
Se desidera assaggiarla le consiglio di programmare, per la prossima primavera, una bella passeggiata in campagna (anche quella romana è stupenda) dove sicuramente potrà raccoglierne un bel po’. Magari nella stessa occasione porterà un vasetto, dove trapianterà qualche pianticella da tenere sul davanzale.
Spero di esserle stato utile, cordiali saluti, Ferdinando Fontanella”.

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martedì 9 luglio 2013   (Vincenzo Farro)

Ci scrive il torrese Vincenzo Farro dalla provincia di Roma:

“Gentile ricercatore, ho appena gustato (dal punto di vista letterario) la ricetta dei “purchiacchielli“. La ringrazio. Sono “saperi” che si vanno perdendo.
Vedo spesso questa pianta nei giardini pubblici, ma vorrei sapere se si pianta anche per talea. Non so se si vendano i semi. Proverei a metterne un po’, in vaso, sul terrazzo. Di più, non posso. Non ho, purtroppo, un giardino.
Approfitto della Sua disponibilità, per chiederLe se, dalle parti nostre (sono di Torre Annunziata), si vedono ancora, negli alimentari, quei tronchi di cono, o cilindri, di colore ruggine rossastro: la nostra diabolica “soffritta”.
Chiarisco il perché della mia curiosità: ho lasciato Torre nel 1966; vivo in provincia di Roma dal 1971. Ora, vi manco dal 2007. Col passare degli anni, divento sempre, necessitatamente, più sedentario. Mi farà piacere leggere la Sua risposta e sapere qualcosa di Lei. Grazie, per l’attenzione.
Cordiali saluti. Vincenzo FARRO”.

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sabato 6 luglio 2013 (Catello Graziuso de’Marini)

L’accorata missiva dello stabiese Catello Graziuso de’Marini:

“Egregi amministratori del sito “liberoricercatore”, dopo anni in cui le mie condizioni di salute non mi hanno permesso di tornare per più di una settimana a Castellammare, ecco che a 74 anni finalmente mi ritrasferisco nella città delle acque! …e scopro, su segnalazione di Mimmo Esposito e Lello Donnarumma, che è in linea (on line, come dicono i giovani!) un sito davvero emozionante, il VOSTRO!
Quanti ricordi affollano la mia stanca e ormai vetusta mente! La mia città, la nostra amata città di Stabia può e deve tornare ai fasti di un tempo attraverso opere come la promozione e diffusione della cultura stabiese da Voi propinata!
I miei avi sarebbero felici di ciò (mio nonno era il vice-Marico della Marina a Castellammare).
Vi trasmetterò quanto prima il materiale sulla città stabiese in mio possesso (foto e riproduzioni di stampe, anche di Giovanni De Tullio).
Complimenti, Catello Graziuso de’Marini”.

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venerdì 5 luglio 2013 (Antonio Farriciello)

“Effetti delle Acque”, ci scrive il diacono Antonio Farriciello:

“Erano anni che speravo di rivedere le “cartoline del pubblico” ( effetti delle acque ).
Da ragazzo ridevo come un matto nell’ osservarle attraverso le vetrine dei negozi di via Brin. Negli anni cinquanta mio nonno era il custode delle Terme Stabiane, ed io trascorrevo gran parte dell’estate all’interno delle Terme.
Bellissimi ricordi. Grazie infinite.
Diacono Antonio Farriciello”

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giovedì 4 luglio 2013 (Massimiliano Greco)

La gradita missiva di Massimiliano Greco, presidente dell’Associazione Stabiese dell’Arte e del Presepe:

“Ciao Maurizio, in allegato trovi 5 foto del “Carosello Storico” (mi sembra sia questa la giusta denominazione ), manifestazione stabiese degli anni ’50.
Alcuni protagonisti della prima foto li conosco, il primo sulla sinistra con il pizzetto è mio padre, il primo a destra dovrebbe essere Enzo Bisogni.
Nella seconda foto si riconosce anche Enzo Cuomo dell’Azienda di Cura Soggiorno e Turismo ( vedi anche: foto n. 3, foto n. 4 e foto n. 5 ).
In passato sul liberoricercatore.it ne avevo viste alcune, ricordo Ferdinando Cosenza che guidava la carrozza, ma non le trovo più.
Ti abbraccio, Massimiliano”.

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sabato 29 giugno 2013  (Raffaele Scala)

Il dott. Raffaele Scala, invia una lettera aperta al Sindaco di Castellammare di Stabia:

“Caro Sindaco, Nicola Cuomo, il buon Gerardo Marotta, esimio ed emerito avvocato e filosofo italiano, sta da qualche anno facendo “le messe scalze” per trovare una degna sistemazione ai 300mila volumi del suo Istituto Italiano per gli studi filosofici, il cui valore economico supera i dieci milioni di euro, mentre quello culturale è inestimabile per la rarità e la preziosità di alcuni volumi. Ora, nell’incapacità, tutta stabiese, di valorizzare in altro modo la nostra Reggia, perchè non cogliere l’occasione di farci avanti, offrendo degna ospitalità a questa preziosa biblioteca, che corre il serio rischio di andare perduta? Pensi all’onore che ne verrebbe alla nostra Città, alla pubblicità che ne deriverebbe, agli stimoli per migliaia di visitatori amanti della cultura, di cogliere l’occasione di venire a Castellammare, se non altro per vedere la nostra bellissima Reggia. In questo modo potremmo anche recuperare un poco del nostro orgoglio perduto e calpestato da una mala politica e da una pessima amministrazione dei troppi che Vi hanno preceduto. Certo di un Vostro riscontro, Vi ringrazio anticipatamente in nome della Cultura, della buona politica del Fare e di quanti aspettano un vero Rinascimento della nostra Amata Città.
Raffaele Scala”

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giovedì 6 giugno 2013 (Massimiliano Greco)

Ci scrive Massimiliano Greco, presidente dell’A.S.A.P. di Castellammare di Stabia:

“Ciao Maurizio, ti invio una foto, credo degli anni ’50, dell’interno della Latteria Romana che si trovava al corso Vittorio Emanuele ( visualizza immagine ).
Purtroppo non dispongo, né sono riuscito ad avere informazioni dirette sull’attività di mio nonno. Mi piacerebbe leggere i ricordi di terze persone che lo hanno conosciuto.
Forse qualche visitatore di liberoricercatore può aiutarmi.
Ti abbraccio, Massimiliano.

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lunedì 4 giugno 2013 (Giuseppe Zingone)

Le amare osservazioni sul futuro di Castellammare di Giuseppe Zingone da Ladispoli, che riflette sulle considerazioni di Veropalumbo e Verdoliva:

“Amari presagi di un passato che non torna: Cari Signori Verdoliva e Veropalumbo, ho letto con interesse le vostre accorate missive che nella sostanza sono praticamente gemelle. Anche io come Voi, vivo lontano da Castellammare e purtroppo constato ogni volta che vi ritorno che le è stato volutamente o “involontariamente” amputato un arto, un organo vitale, tanti piccoli pezzi che vengono strappati ai cittadini i quali per larga parte, ma non tutti meriterebbero qualcosa di più.
Vorrei però fare con voi alcune osservazioni:
La prima cosa che mi passa per la mente guardando le vecchie foto della nostra città termale (che oggi non è più), è che le Terme quelle vere delle fonti non sono quelle di cui parlate voi al Solaro ma sono quelle di fronte ai Cantieri Navali, lì dove Dio (o la natura) ha concesso che sgorgassero la maggiorparte delle fonti che oggi conosciamo. Le Nuove Terme nascono per un calcolo politico erroneo, un capriccio di interesse personale solo in un secondo momento, ma da bambino ricordo che accompagnavo mio padre per le cure termali alle Antiche Terme. Ma noi che avevamo le Terme più importanti del mondo come dite giustamente anche Voi avevamo bisogno di un doppione?
Ora voi capite che per mantenere un solo impianto termale i costi sono elevati, figuratevi due, ovvio che la brutta fine delle Antiche Terme lasciava già presagire a me che sono più giovane di voi la profetica morte delle Nuove. C’è da dire che al tempo del successo delle antiche la nostra città era quasi considerata una città industriale del Nord Italia, ma stiamo parlando di tempi lontani, già negli anni ottanta venivano solo i nostalgici o chi riusciva ad avere una esenzione ticket che uno Stato troppo sprecone e permissivo assicurava un po’ a tutti.
Altro elemento importante è che le classi politiche del tempo, che determinarono il successo delle nostre acque non esistono più perché politicamente estinte come i Savoia, o i compianti mega partiti come il PCI e la DC, dopo di loro il vuoto totale il BUCO NERO della politica. Uomini incapaci di guardare oltre il loro naso che hanno pensato bene di arricchirsi con i beni naturali che appartenevano a tutti NOI. Una città che non è stata mai in grado di comprendere bene se la sua vocazione fosse turistica o industriale.
Altri tempi dicevamo dove non pochi errori sono stati commessi. Antesignani di questi errori, alla portata della mia età, “La Calce e Cementi” le stesse Terme del Solaro che hanno devastato completamente alcuni trai più belli tratti paesaggistici del nostro territorio, la crescita abnorme della città senza un piano regolatore, ma voi avete camminato per le stesse mie strade le avete viste queste cose?
Ma una cultura politica ancor più miope ha distrutto il terrritorio verso la foce del Sarno, il Porto di Stabia. Ne avevamo bisogno? Un doppione dal lato opposto della Città che ha portato solo devastazione ed ha fatto comodo agli interessi di pochi, non un posto di lavoro per la Città, inoltre ingresso interdetto ai cittadini stabiesi.
E’ ovvio che guardo anche alla perdita di lavoro già fortemente compromesso a Castellammare. Ma ho una idea personale sul problema e spero anche voi la condividiate: Vendere una struttura che funziona bene soprattutto se il Comune è un azionario delle Terme è una impresa difficile non impossibile con gli avvocati di oggi e i saltimbanchi della politichetta della città, ma fino ad oggi, le Terme erano anche degli STABIESI.
Attenzione solo a Castellammare di Stabia area termale di interesse internazionale si chiudono i battenti in quanto a livello nazionale ed internazionale il settore termale non conosce crisi, anche con i tempi difficili di oggi.
La musica cambia però, se le terme falliscono o chiudono, è solo questione di tempo prima o poi il politico di turno dirà ai cittadini che l’unico modo di valorizzare lo spazio occupato dalle nuove terme è SVENDERLO al migliore offerente, cioè all’amico del politico di turno o allo stesso politico nascosto in una cordata di imprenditori nullatenenti, degli esseri inutili al BENE COMUNE cittadino e, che come avvoltoi attendono che il malato muoia per spolparlo.
Magari leggono o leggeranno disapprovando quello che scrivo oggi a VOI .
“Et voilà le jeux sont fait” vendere un patrimonio pubblico che prima non poteva essere venduto, a poche migliaia di euro, con qualche soldino lo si rimetterà in sesto oppure si faranno cose diverse. Tutti anche i buoni cittadini stabiesi saluteranno come eroi i nuovi acquirenti, magari pensando: “Ci sarà un indotto economico e lavorativo nuovo nella città con l’acquisizione di nuovi posti di lavoro!” ma purtroppo come è già storia vecchia, vedi Crown Plaza, vedi Marina di Stabia, è tutto già scritto, diventeranno luoghi privati nei quali i cittadini stabiesi non potranno entrare neanche per fare la pipì.
Io ho 41 anni e da un lato mi meraviglio che voi ancora vi chiedete perché le Terme muoiono basta leggere i giornali dove non arriva la delinquenza, ecco giunge la politica, io disapprovo l’una e l’altra, ma ciò che mi preoccupa più di tutto è che c’è una città che muore ed i cittadini sono sempre più ostaggi nella loro città.
Ci dicono che questo è il futuro che questa è la democrazia, io dico di NO (purtroppo io sono lontano), ma quando a soccombere sono i cittadini mi viene in mente una immagine solamente: gli ebrei che prima della deportazione venivano chiusi in un ghetto ben controllato per il rastrellamento.
Distinti saluti Giuseppe Zingone

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domenica 2 giugno 2013 (Vincenzo Veropalumbo)

La missiva del sig. Vincenzo Veropalumbo:

“In relazione, alla lettera di Vincenzo Verdoliva, “CHIUSURA TERME STABIANE DI SCANZANO” (post del 1 giugno 2013) volevo condividere appieno quanto così è stato, giustamente, esposto nella suddetta missiva. A ciò vorrei aggiungere che a tutto c’è un limite! Come si fa a chiudere una bellissima struttura termale di quella portata e nell’avvilente silenzio totale? Vorrei vedere, visto che sono uno stabiese trapiantato al nord, se chiudessero la produzione totale dei vini piemontesi? Ma come?! STABIA la città mondiale delle acque deve subire tale affronto. Non è più possibile sopportare l’indecenza di certi personaggi che sono colpevoli di tutto questo: come stabiese, ardentemente vorrei, che la nostra città, così bella e ammirata, risorgesse da quel torpore in cui è stata colpevolmente portata e risvegliare nelle coscienze la forza di migliorarla… ..ma non in peggio.
Cari saluti, VEROPALUMBO VINCENZO.

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sabato 1 giugno 2013 (Vincenzo Verdoliva)

Ci scrive lo stabiese Vincenzo Verdoliva dal Piemonte:

“Sig. Cuomo buongiorno. Vorrei fare un appello a tutte le persone sensibili che come Lei si dedicano non solo al sito di “Libero Ricercatore” ma a tutto ciò che c’era e forse c’è ancora di buono a Castellammare.
Solamente martedì 28 u.s. un mio caro amico (anche lui scanzanese come me e anche lui residente in Piemonte) di ritorno da Castellammare, mi ha riferito che le “Nuove Terme” di Scanzano sono state chiuse. Se la notizia è vera mi chiedo e Le chiedo come mai questa vicenda non ha destato scalpore non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale? Considerato che sono altri posti di lavoro che si perdono non solo direttamente, ma anche indirettamente (vedi le strutture alberghiere e non solo).
Non conosco la Sua età anagrafica (io ho 64 anni), per cui se Lei è più giovane di me potrei raccontarLe quando Castellammare era una città piena di industrie nel primo dopoguerra (non vorrei tediarla), se invece è più anziano di me, saprà bene che appunto in quegli anni una famiglia del nord si è insediata a Castellammare e negli anni a venire ha fatto man bassa sulle strutture e sul popolo e poi hanno continuato la famiglie autoctone… Mi scusi se sono stato un po’ prolisso, ma avevo bisogno di questo sfogo verso una persona di riferimento quale è Lei, perché ho avuto modo di apprezzare quanto fate Lei ed i suoi collaboratori sul sito sul quale spesso mi collego. Gradirei un Suo parere sul tema anche per avere un termine di paragone con un residente al di sopra delle parti. La ringrazio infinitamente.
Distinti saluti, Vincenzo Verdoliva.

P.S.: se lo ritenesse opportuno metta pure sul sito quanto ho scritto”.

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martedì 23 aprile 2013   (Giorgio de Angelis)

I ringraziamenti del carissimo Giorgio de Angelis:

“Caro Maurizio, ho notato che pian piano stai facendo delle mie opere un diario. Non posso che essere grato a Discolo che mi ha segnalato quel grande stabiese che sei, la persona che più e meglio riconosce quanto di buono uno stabiese produce. Sono certo che relativamente alle mie opere avrai letto quanto il compianto nostro grande concittadino avv. Gaetano Pagano (che a settembre ricorderemo, con ammirazione e gratitudine; in quanto grande scrittore cattolico ed artista). Concludo dicendoti che quanto fai per la tua/nostra città ti fa onore e per noi è privilegio averti incontrato e stimato… Grazie e spero di sentirci presto per il progetto che accennammo soltanto tempo addietro. Giorgio”.

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martedì 23 aprile 2013   (Paolo Fuschino)

I ringraziamenti di Paolo Fuschino, direttore responsabile di Oblò.it:

“Sig. Cuomo la ringrazio molto per la velocità e la cortesia dimostrata. Sono veramente dispiaciuto perché, purtroppo, anche la stampata da risoluzione maggiore non è il massimo ma, se null’altro c’è va bene così.
Sarebbe forse utile riuscire a sapere almeno il nome del giornale da cui è tratta la fotografia, in modo da farne cercare una copia nei tanti mercatini d’antichità che si trovano in giro per l’Italia. Impresa difficile ma non certo impossibile.
Ho, nell’occasione, potuto apprezzare il lavoro Suo e dei Suoi collaboratori. Io sono Stabiese solo “di striscio” essendo nato a Torino e vivendo da sempre in Piemonte ma il liberoricercatore ha saputo farmi tornare alla mente molti ricordi di una città che mi è rimasta nel cuore sin da quando, da piccolo, venivo a passarci le mie estati. Lì ho ancora molti vincoli parentali e lì spero di tornare, dopo 20 anni, quest’estate anche se solo per pochi giorni. Se tanti seguissero il Vostro esempio le nostre radici non rischierebbero di finire nel dimenticatoio, cosa grave perché senza passato non c’è futuro. Felice di averla conosciuta, seppur come giustamente ha detto, virtualmente.
Continui così… complimenti. Paolo Fuschino”

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lunedì 22 aprile 2013 (Paolo Fuschino)

Ci contatta Paolo Fuschino, direttore responsabile di Oblò.it:

“Buongiorno, mi chiamo Paolo Fuschino e sono capitato casualmente sul vostro sito internet dove, con mia grande sorpresa, ho trovato la scansione di una pagina di giornale dove compare mio nonno, Michele Fuschino, tra i premiati dalla Navalmeccanica (02/1958). La scansione in questione è la prima pubblicata sul sito e la foto di mio nonno compare in basso a destra.

Il link alla pagina è il seguente: http://www.liberoricercatore.it/Storia/premiati_navalmeccanica.htm

Mi piacerebbe moltissimo, se fosse possibile e ovviamente pagando il disturbo, poter avere una copia cartacea di questa pagina anche solo in fotocopia a colori ma più leggibile di quant’essa sia dalla foto su internet. Confido in una vostra gentile risposta.
Cordiali saluti. Paolo Fuschino ( Direttore Responsabile di www.oblo.it )”.

“Gentile Fuschino, nel tentativo di soddisfare la sua richiesta, ho contattato il dott. Antonio Cimmino (nostro collaboratore di redazione), che purtroppo, mi conferma che le immagini sono state acquisite in maniera dilettantistica. Purtroppo, da ciò che apprendo, il giornale dalle quali furono tratte “non esiste più”, e le foto a loro volta hanno subito un ulteriore passaggio allo scanner… per cui, penso che debba accontentarsi di ciò che può trarre direttamente dal nostro portale (non so se lo ha già fatto, ma se clicca sull’immagine pubblicata, ne richiamerà una di maggiore risoluzione, eventualmente ci provi). Mi creda, pur non conoscendola di persona, avrei anch’io avuto piacere nel poterle dare una mano; il nostro portale non ha alcun scopo di lucro ed il lavoro e l’impegno profuso per portarlo avanti, è ripagato dalla soddisfazione che traspare dalle missive di qualche nostro lettore, che di tanto in tanto abbiamo il piacere di leggere.
Felice di aver fatto la sua conoscenza, se non altro in modo virtuale. Certo della sua comprensione, l’occasione mi è gradita per porgere i miei migliori saluti.
Cordialmente. Maurizio Cuomo”

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venerdì 19 aprile 2013 (Vincenzo Russo)

Vincenzo Russo segnala il proprio soprannome:

“Buongiorno, volevo segnalarVi il soprannome di mio zio Andrea e che è passato a me, Vincenzo, per la nostra assomiglianza: “Zuppa ‘e latte”, ovvero la zuppa di latte che si mangia la mattina per colazione.
Nel ringraziarvi per lo splendido lavoro che ci offrite, Vi saluto e spero che prendere in considerazione la mia proposta ( rubrica soprannomi stabiesi ).

Vincenzo Russo”

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venerdì 29 marzo 2013   (Salvatore Turri)

Salvatore Turri pone un quesito a liberoricercatore:

“Scusate il disturbo. Domenica scorsa, per le giornate del FAI, visitando il parco della Reggia di Quisisana guidati da un ben informato botanico volontario, ho raccolto 2 semi di un albero di cui non ricordo il nome, detto “……….(?) borbonico”. Metterò a dimora i semi, però è meglio conoscerne il nome. Potete aiutarmi? Grazie!”.

“In tutta sincerità le notizie da lei fornite non sono sufficienti per dare una risposta certa. Purtroppo, non ero personalmente presente alla visita e non ho idea di cosa sia stato detto. Posso fare una supposizione. Nel giardino del Palazzo di Quisisana dimorano splendide camelie, la casa reale borbonica era particolarmente amante di questa essenza tanto da introdurre nella seconda metà del ‘700, nella residenza di Caserta, il primo esemplare d’Italia (poco dopo, suppongo, dovettero piantarne anche nella residenza stabiese). Da ciò presumo che possa essere una camelia la pianta indicata dalla guida come “borbonica”, ma ripeto, per averne la certezza bisognerebbe chiedere direttamente al botanico che ha curato le visite”.

(Ferdinando Fontanella)

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sabato 9 marzo 2013   (Giuseppe Plaitano)

A proposito di “paluorcio”, il dott. Plaitano aggiunge una documentazione storica:

“A completamento dell’articolo “Il Paluorcio” volevo aggiungere quanto riportato nel testo “Corso elementare di coltura dei boschi composto nella scuola Forestale di Nancy per M. Lorentz Antico Direttore di detta Scuola e poi Amministratore di Acque e Foreste, ufficiale della legion d’onore, Membro corrispondente della Società Imperiale centrale di Agricoltura”, edito a Napoli nel 1861 in cui si fa espresso riferimento al termine “palorcio” ed ai luoghi “Castellammare e dintorni”. Questi era un sistema di trasporto classificato come uno dei tipi di “cammini a slitta”, ovvero dei “lanciatoi, o sdrucciolatoi artificiali”. Uno di questi era quello di scavare un sentiero nella roccia, con direzione sinuosa facendo attenzione alle pendenze e sul letto dello stesso farvi una specie di rivestimento in legno, situati parallelamente e puntellati opportunamente, a i due lati si adattavano delle cosiddette “pertiche” per far si che la slitta o carretto non fuoriuscisse. Si aveva cura poi di ungere con sego o saponi il fondo della slitta. Al fianco di questo sentiero se ne praticava uno simile questo alfine di poter agevolare la salita delle slitte vuote, senza incrociare quelle piene. Per quanto riguarda il “palorcio”, questo è quanto viene riportato:
A Castellammare e dintorni solo però per le fascine ed altri minuti legnami, adoperano altro meccanismo per farli discendere dall’alto in basso delle montagne. Chiamasi sopra luogo palorcio, e consiste in un sistema di funi tese da una prominenza all’ altra, ed appuntate a convenienti tronchi di alberi in piedi. La distanza tra “l punto di partenza e quello dell’ arrivo viene così divisa in tanti tratti per quanti sono gli spazii tra l’una e l’altra prominenza che s’incontrano sulla linea. Ciascun tratto costituisce un palorcio. Nel punto più alto o di partenza, la fune, raccomandata ad un tronco di albero, si tiene sollevata sul suolo per mezzo di due aste legate in modo che poggi sulla loro inforcatura — Nel punto inferiore o di arrivo, si adatta ad altro tronco di albero il palorcio propriamente detto, formato da un cilindro di legno cui si avvolge l’altro capo della fune che per mezzo di leve, le quali agiscono sul cilindro medesimo, viene a tendersi a volontà. Formano necessario compimento di questo apparecchio alcune centinaia di crocchi o gangi di legno, di un palmo a due di lunghezza nella loro asta maggiore cui va congiunta una piccola corda destinata a legare la fascina o il legname che sospeso in tal modo col crocco alla fune, deve scendere a basso. Si ha cura di ungere la fune con sapone o sego per diminuire lo strofinio e per agevolare in alcuni casi la discesa. Se l’inclinazione è forte si prepara innanzi al palorcio un ostacolo di fascine per prevenire il danneggiamento de’ legnami. La provvista de’ crocchi ne’ punti superiori si proporziona per lo più al lavoro di una giornata; e raccolti la sera nei luoghi inferiori, vanno trasportati nel dì appresso ne’ superiori. — L’ economia di questo mezzo non ha bisogno di essere dimostrata.
Spero di essere stato utile. Cordialmente, Giuseppe Plaitano”.

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lunedì 25 febbraio 2013 (Massimo Paragallo)

Il sig. Massimo Paragallo scrive a nome della sig.ra Teresa Scafarto:

“Buongiorno, con l’autorizzazione della Sig.ra Teresa Scafarto, proprietaria dell’originale, invio la foto della recita scolastica tenutasi nel 1935/36 presso l’Asilo del Largo Pace, a Castellammare. Il messaggio della Sig,ra Teresa alle autorità cittadine è la speranza di vedere restaurato il plesso scolastico.

Visualizza la rubrica “Immagini della Memoria

Grazie per l’attenzione. Massimo Paragallo”.

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giovedì 21 febbraio 2013 (Raffaele Scala)

L’appello del dott. Raffaele Scala:

“Guardando le foto della rubrica “Immagini della memoria”, alle tante foto di scolaresche d’altri tempi non ho potuto fare a meno di ripensare al mio maestro elementare, Modestino Perrotta, un pugliese di Taranto (se la memoria non m’inganna e non mi gioca brutti scherzi) trasferitosi definitivamente a Castellammare, e ai suoi insegnamenti di scuola e di vita. Lo ricordo magro e alto, il viso smunto e le gite scolastiche a Varano, attraversando il terreno privato di un contadino di Grotta San Biagio, con il maestro a spiegarci le meraviglie della natura e in classe quella volta che ci mostrò una maschera antigas per ricordarci gli orrori della guerra. Purtroppo le foto di gruppo dei miei cinque anni di scuola elementare, nell’allora nuovissimo plesso scolastico del Cicerone, 1961- 62 – 1965-66 sono andate irrimediabilmente perdute in uno dei tanti traslochi di casa fatti dai miei genitori. Da qui il mio appello – disperato e probabilmente infruttuoso, seppure malinconicamente romantico – a quanti hanno frequentato con me quegli anni ormai lontani di farmi avere una copia di quelle foto. Tra i tanti compagni di allora ricordo il figlio di un medico, si chiamava, credo, Cataldo e poi Veropalumbo. Amici, compagni di classe di un tempo ormai perduto, se ci siete battete un colpo, per favore!
Cordiali saluti, Raffaele Scala”.

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giovedì 14 febbraio 2013 (Raffaele Scala)

Il dott. Raffaele Scala, ringrazia Antonio Cimmino:

“Egregio Maurizio, dice bene Antonio Cimmino: tanti piccoli mattoncini, messi l’uno sull’altro da tanti oscuri piccoli eroi, hanno fatto e fanno la storia dell’umanità, anche se nessuno li citerà mai, perché, come recitava Brecht: “Dentro i libri ci sono i nomi dei re. I re hanno trascinato quei blocchi di pietra? Babilonia tante volte distrutta, chi altrettante la riedificò? In quali case di Lima lucente d’oro abitavano i costruttori? Dove andarono i muratori, la sera che terminarono la Grande Muraglia?”
Non mi è chiaro se il Cimmino Raffaele, piccolo mattoncino della storia operai stabiese elencato tra i sovversivi del luglio ’48 è il padre di Antonio. Quei fatti del 1948 mi furono raccontati da Luigi D’Auria e da Eustachio Massa, i quali mi fornirono anche la documentazione, la stessa che Antonio ha pubblicato nel suo articolo di rievocazione. Storie lontane, in alcuni casi oggi inconcepibili, ma se oggi abbiamo almeno una parvenza di democrazia, dobbiamo ringraziare loro. Ricordarlo è un obbligo, un dovere civico.
Cordiali saluti, Raffaele Scala.”.

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martedì 12 febbraio 2013 (Antonio Cimmino)

Un piccolo “mattoncino” dimenticato di Antonio Cimmino:

“Caro Maurizio leggo sempre con attenzione e interesse gli articoli del dott. Scala. L’ultimo a proposito di Luigi D’Auria, già amico di mio padre, riporta un episodio avvenuto a seguito dell’attentato a Togliatti. Molte cose descritte me le raccontava mio padre, operaio della Navalmeccanica, semplice militante di base che in silenzio combatté la sua battaglia politica. Ho scritto e tu lo hai riportato, un breve appunto dal titolo “Il ’48 a Castellammare” che riporta anche i nominativi di altri operai coinvolti e condannati, molti dei quali ritornarono nei ranghi del partito e pagarono sulla loro pelle e su quella dei figli (fino agli anni ’60-’70) la loro militanza.
Sempre come semplice militante mio padre continuò a frequentare la sede del partito e, quando si ammalò di mesotelioma plerico (asbestosi) come ex saldatore elettrico, si aspettava che qualche compagno venisse a trovarlo a casa. Venne dalla Francia solo Davide Coda e fu commovente quando si lasciarono sapendo che quella era l’ultima volta che si vedevano. Piccoli mattoncini dimenticati.
Cari saluti. Antonio”.

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venerdì 8 febbraio 2013 (Maria Francesca Ruggiero)

Piccoli approfondimenti: ci scrive la dott.ssa Maria Francesca Ruggiero:

“Caro Maurizio, in merito alla lettera di Salvatore Schiano di Cola (rif.: post del 22 gennaio 2013), vorrei aggiungere che quel punto viene denominato anche con l’espressione “giù al mulino”, sempre perchè l’attuale Centro Laser, prima di diventare tale, era una pizzeria chiamata “Il Mulino”. A questo punto, credo si tratti di una gestione diversa da quella de “‘o Nfinfero”.
A presto. Francesca”

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sabato 2 febbraio 2013 (Francesco Donnarumma)

Ci scrive Francesco Donnarumma da Cesena:

“Ciao, sono Francesco Donnarumma da Cesena, ovviamente stabiese. Mi sono reso conto che su Wikipedia ci sono scarse notizie intorno all’onorato concittadino autore di Funiculì Funiculà. Contribuirei di mio ma, essendo lontano, non posseggo materiali utili allo scopo. Potresti, Maurizio, incaricare qualche appassionato che si
preoccupi di questo perchè credo che alla biblioteca “Filangieri” ci sia del materiale utile. Facciamo così, voi se ce la fate fatelo, io mi impegno a spiegare ai romagnoli il nuovo calannario del 2013 che ho appena stampato.
Tante belle cose. Francesco”.

“Caro Francesco, innanzitutto grazie per averci contattato, in effetti su wikipedia, la pagina dedicata a Luigi Denza è un po’ scarna e ciò mortifica di molto il valore del nostro illustre concittadino; in attesa di eventuali approfondimenti, ti invito, qualora non lo avessi ancora fatto, a dare una lettura alla pagina sul Denza, questo è il link:
http://www.liberoricercatore.it/?p=3766
dedicatagli invece dal nostro carissimo Giuseppe Zingone, ricerca ampiamente corredata anche da spartiti e da alcuni file musicali di qualche sua composizione.
Nella speranza di aver fatto cosa gradita, ti saluto caramente. Un abbraccio.”
(Maurizio Cuomo).

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lunedì 28 gennaio 2013   (Ferdinando Fontanella)

Ci scrive il naturalista Ferdinando Fontanella da Ladispoli (RM):

“Caro Maurizio, come vanno le cose a Castellammare? Ho saputo che hanno tagliato alcuni alberi della “canesta” e ci sono state un sacco di frane… l’incuria ci ucciderà prima o poi. A me va abbastanza bene, il lavoro non è particolarmente faticoso, sono ormai 18 giorni che sto qua a Ladispoli (salvo una breve venuta in Città per recuperare un po’ di cose), ma non riesco ad abituarmi. Per fortuna Giuseppe (Zingone) mi aiuta ad ambientarmi e spesso mi invita a casa sua, dove si respira aria stabiese. Però quando, come oggi, non lavoro e ho più tempo libero mi piglia sempre la nostalgia. Per farmela passare cerco di occupare il tempo e finisco per vagare. Oggi ad esempio sono stato a Roma per salutare un’amica, ho visto anche il Papa a San Pietro, ma poi sono tornato perché avevo da fare il bucato. In questi giorni cerco di riprendere il lavoro per il quaderno di L.R..
Un saluto a tutti gli amici, Nando”

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martedì 22 gennaio 2013   (Salvatore Schiano di Cola)

Per fugare un dubbio, Salvatore ci chiede il significato di un termine toponomastico dialettale:

“Gentilissimi del “Libero Ricercatore Stabiese”, ieri domenica 20 Gennaio 2013 stavo nell’autobus proveniente da Agerola, dopo aver effettuato una escursione montana, ho chiesto all’autista di scendere vicino alla Circumvesuviana, e sia un passeggero che l’autista mi consigliavano di scendere alla fermata vicino alla fermata di “Via Nocera”, perciò la fermata del Bus era detta “o Finfiro” oppure “o Finfero” oppure “o Vinvero”, cioè l’attuale fermato presso il “Centro Laser”.
Vi chiedo cortesemente se potete dirmi il significato: Vinvero-Finfero-Finfiro-vinfero
Grazie e cordiali saluti.
Salvatore Schiano di Cola”.

“Caro Salvatore, dove oggi è ubicato il “Centro Laser”, fino a metà anni ’80 (inizio ’90), vi era una notissima pizzeria denominata “‘o Nfinfero”, dove si poteva degustare la vera pizza. La pizzeria era talmente rinomata e frequentata, che tale zona ancora oggi è ricordata con il suo nome. In particolare il termine “‘o Nfinfero”, diede il titolo anche a una divertente canzone partenopea degli anni ’50, scritta da Giuseppe e Luigi Cioffi. La parola ormai in disuso da anni, nel dialettale dovrebbe identificare un bellimbusto un po’ guappo ed un po’ vigliacco, un personaggio che si compiace di sé, solito a usare atteggiamenti sciocchi e vanagloriosi in pubblico, una sorta di “guappo di cartone” per intenderci. Tutto qua. Spero di essere stato utile. Un caro saluto dalla Redazione di L.R.” (Maurizio Cuomo).

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martedì 8 gennaio 2013 (Luigi Casale)

Il prof. Casale risponde allo stabiese Angelo De Stefano da Corfù (Grecia):

“La richiesta del signor De Stefano può essere facilmente soddisfatta: intanto ci pone una questione di metodo. Se cioè analizziamo le tre parole singolarmente oppure se ci conviene spiegare in una sola volta l’intera espressione, in blocco.
Però avremmo bisogno di una rapida indagine per confermare che il modo di dire sia ricordato in maniera corretta e inoltre che sia realmente attestato a Castellammare, in particolare nella zona del vescovato. Perché, considerato il fatto che ci viene segnalato da una sola persona che non è sempre vissuta a Castellammare, diverse potrebbero essere le ipotesi. Prima. Che il detto sia effettivamente espressione dello standard linguistico di quella zona. Secondo. Che pure essendo una espressione in uso, essa appartenga al ristretto gruppo di famiglia in quanto conservata dalle generazioni precedenti. Terzo. Che il teste non essendo vissuto abitualmente a Castellammare, se non per brevi periodi e in maniera saltuaria, abbia registrata questa espressione e l’abbia poi usata credendola quella più comune nell’area dei parlanti. Ultimo. Che attraverso le varie interferenze subite dal parlante l’espressione si sia formata come idioletto e usata poi come codice nell’area comunicativa del soggetto,
A te, caro Maurizio, non dovrebbe mancare la possibilità di una rapida verifica in loco, mediante un reale sopralluogo nei vicoli del vescovado, presso persone di una certa età, anche se non necessariamente acculturate. Anzi, tutt’altro.
Premesso quanto sopra per parte mia non ho difficoltà, come detto, ad affrontare il mio lavoro, seppure in via di ipotesi.
Devo dirti, e non escludo che tu me ne possa dare conferma, visto che anche tu graviti sul versante torrese della città, che noi quel gioco lo chiamavamo altalena. Mi rendo conto però che altalena è anche il gioco da cortile o da prato che si fa sospendendo, con delle corde ai lati, un asse o un sedile, fissato ad un ramo o ad un traversa orizzontale per farsi dondolare a spinta. Mentre qui altalena è l’asse basculante sul perno centrale che sollecitata da due persone alle sue estremità si muove a saliscendi. Oggi che per lo più viviamo nei condomini e di cortili e di prati ne vediamo pochi, l’attrezzo, nelle due versioni, lo troviamo – a produzione industriale, costruito di tubolari colorati – nei parchi-giochi per bambini o negli spazi condominiali appositamente attrezzati, dove esistono.
E veniamo al saliscendi, o altalena, di cui ci parla il signor De Stefano, e alla espressione tipica per invitare al gioco, visto che si ha sempre bisogno di un’altra persona per potervi giocare: “Uagliò, pazziammo a segula balanza?”
Pazziammo è voce del verbo pazziare, da cui anche pazziella, pazziariello e pazzia (da non confondere con la “pazzia” che si incontra al manicomio, che è solamente un omofono, cioè ha lo stesso suono, ma è un’altra parola). Il nostro pazziare, come ben sai, corrisponde alla voce italiana: giocare. Dal verbo greco paìzein, a sua volta dal nome pais, paidòs (ragazzo, bambino) da cui tutta una serie di parole: pediatra (medico dei bambini) e pediatria, paidea (educazione) e pedagogia (scienza dell’educazione) e anche il napoletano pazziare (trastullarsi come fanno i bambini). [Ma pure gli aberranti: pedofilia e pedofilo (amico dei bambini – si fa per dire!)].
E così, pazziella è giocattolo, pazziariello è giocherellone, e pazzia è gioco.
Balanza, o valanza, è la bilancia. E il gioco in oggetto utilizza proprio un attrezzo che ha la forma, e dà l’idea, di una bilancia a due piatti, un bilanciere, insomma: da una parte una bambina, dall’altra un’altra.
Ho detto bilancia a due piatti. Ma questa è una ridondanza. Perché etimologicamente “la bilancia” è solo quella a due piatti. Infatti “bis lanx” significa proprio due piatti (vedi: “lasagna” – lanx satura = piatto pieno di ogni ben di dio ).
Ora la cosa che presenta qualche problema è “segula”. Crea problemi a me, naturalmente, che non conosco la parola. Allora devo procedere per supposizioni.
O segula è diminutivo di sega, e allora la parola potrebbe essere originata dall’immagine creata dal movimento ripetitivo dell’asse, il saliscendi che come una sega va avanti e indietro. Oppure segula è la forma locale di quello che nel mio lessico famigliare si diceva “nzocolo”, una forma avverbiale per dire avere piacere del movimento di un veicolo; come si dice: andare ‘nzocolo o ‘nzuocolo, del movimento a dondolo, o a zonzolo (oppure in gioco, detto alla veneziana: in zoco) delle gambe della nonna quando vezzeggiava un bambino. E qui le due cose si incontrano in quella filastrocca anche da noi recensita tra quelle che si cantavano ai bambini (spingendoli avanti e indietro) ancora cinquant’anni fa: Sega, sega, mastu Ciccio, ‘na panella e ‘nu sasiccio, …
Quindi, sintetizzando il tutto, potremmo tradurre il detto in una forma italiana che suonerebbe così: “Giochiamo a saliscendi facendoci trasportare con nostro grande piacere dall’altalena a forma di bilancia?”-

L.C.”.

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lunedì 7 gennaio 2013 (Mario La Piano)

Ci scrive lo stabiese Mario La Piano da Forlì (FC):

“Purtroppo, data la distanza, non mi è possibile acquistare la copia cartacea del calennario, ma ho comunque provveduto a trovare qui dove abito una tipografia che me l’ha stampato, ed ora è in bella mostra in casa, cosicché in ogni giorno di questo 2013 possa trovare un pezzo della mia città natale.
Cordiali saluti e complimenti per l’idea, Mario La Piano da Forlì (FC)”.

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sabato 5 gennaio 2013 (Angelo De Stefano)

Una bella missiva dello stabiese Angelo De Stefano da Corfù (Grecia):

“Salve, Libero Ricercatore, sono nato a Castellammare, ma non ho vissuto lì. Mia madre andò a partorire presso i suoi parenti che abitavano a Castellammare nei pressi del “Viscuvato”. Li abbiamo poi frequentati quasi ogni anno in occasione delle vacanze estive. Ho grande nostalgia di quegli anni e della Castellammare di allora (1945-1960). Dai miei cugini di Castellammare ricordo un termine che indicava il dondolarsi a “sali-scendi” seduti ciascuno all’estremità di un asse con un fulcro al centro. Mi pare dicessero: “pazziammo” (verbo da inserire nella Sua Lista) “a ssegula balanza”, forse di origine onomatopeica per il rumore prodotto dall’asse su un tronco di appoggio “segula-segula” e dal “bi-lanciarsi” alternativo sulle estremità dell’asse dei due partecipanti al gioco. Grato di ricevere una risposta e nella speranza di aver fornito materiale per il Sito, su cui sono capitato per caso, ma che ho apprezzato e che diffonderò, porgo distinti saluti,
Angelo De Stefano dalla Baia di Napoli e da Corfù (Grecia)”.

P.S.: se lo ritiene possibile, mi inserisca nella lista degli “affezionati visitatori”.

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venerdì 4 gennaio 2013 (Maria Carmen Matarazzo)

Gli auguri della prof.ssa Maria Carmen Matarazzo:

“Ho letto con ritardo il messaggio. Brindo virtualmente con voi rafforzando gli auspici espressi. Ci terrei ad avere il calendario.
Carmen Matarazzo”.

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giovedì 3 gennaio 2013 (Simonpietro Angelone)

L’accorata missiva del sig. Simonpietro Angelone dalla provincia di Sondrio:

“Mi chiamo Simonpietro Angelone e vivo in provincia di Sondrio. Facevo ricerche su internet (come mi capita spesso) ed ho letto per caso sul suo sito la lettera trasmessale dal sig. Mollo Giuseppe in data 05/12/2011 ove questi chiedeva informazioni in merito all’incidente occorso nella stazione di Castellammare di Stabia in data 23/10/1944, quando un treno “impazzito” deragliò. La cosa mi ha molto colpito in quanto mio nonno Dolci Giuseppe – classe 1910 nato a Valmasino (SO) – quella sera fu tra i 9 (???) militari che perirono nell’incidente. La mia famiglia uscì distrutta dalla guerra e da quel incidente in quanto il nonno lasciò mia nonna e due figlie in tenera età, una (mia zia) del 1938 e l’altra (mia madre) del 1941, che il papà non lo ha neanche conosciuto. Mia nonna ha oggi 98 anni e ha sempre parlato del nonno, suo unico amore di una vita. Mia madre è mancata lo scorso 17 settembre con la via segnata dalla mancanza di suo padre ed un dolore mai sopito. Le sarei immensamente grato se mi potesse gentilmente fornire alcune informazioni in merito a quei fatti del lontano 1944. Grazie ancora per l’attenzione.
Distinti saluti. Simonpietro Angelone”.

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mercoledì 2 gennaio 2013 (Mimmo Longobardi)

Gli auguri del carissimo Mimmo Longobardi:

“Auguri ai responsabili di un Sito che onora Castellammare e noi stabiesi.
Mimmo Longobardi”.

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mercoledì 2 gennaio 2013 (Sebastiano Somma)

Un conciso, ma gradito augurio di Sebastiano Somma:

“Sinceri auguri….
SebSomma”.

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mercoledì 2 gennaio 2013 (Giovanni Cavallaro)

Il saluti e i ringraziamenti di Giovanni Cavallaro da Montegranaro (FM):

“Ringrazio tutta la redazione di avermi dato la possibilità di stampare la prima copia del calendario del liberoricercatore, magari espongo nella cucina un po’ della mia Castellammare. Un saluto a tutti Voi dello staff in particolare a Enzo Cesarano
che conosco personalmente.
Auguri di Buon Anno. Giovanni Cavallaro”.

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mercoledì 2 gennaio 2013 (Tullio Pesola)

La gradita missiva del dott. Tullio Pesola:

“Dott. Maurizio, mi compiaccio per i Suoi nobili sentimenti che emergono dal messaggio augurale, al quale desidero aggiungere analoghe aspettative anche da parte mia per la nostra amata Città e per quanti si trovano in situazioni molto delicate. Sono rammaricato di non aver potuto prendere visione in tempo utile del suo invito al tradizionale brindisi; mi sarebbe fatto piacere conoscere di persona Lei ed altri collaboratori del sito. Una conoscenza che, sono certo, avverrà in una prossima occasione. Ne prendo atto solo ora che ho aperto la posta e mi accingo a ricambiare gli auguri per un 2013 prospero e ricco di soddisfazioni a Lei e alla la Sua famiglia.
Con stima. Tullio Pesola”.

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mercoledì 2 gennaio 2013 (Paolo Rastrelli)

Gli auguri del carissimo Paolo Rastrelli:

“AUGURI a tutti, a Castellammare e al mitico Direttore Responsabile anima di “libero ricercatore”.
Paolo Rastrelli”.

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mercoledì 2 gennaio 2013 (Enzo Veropalumbo)

Enzo Veropalumbo da Torino, ricambia gli auguri (auguri e un grazie di cuore):

“Vi ringrazio perchè esistete! Grazie per il lavoro che portate avanti per la nostra terra, con passione e tenacia che vi distingue e che apprezzo sempre di più. A chi è lontano come me, che vivo a Torino dal 1967, trasmettete ancora più forte il legame, incancellabile, che ho con la nostra città.
Grazie di cuore. Enzo”.

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mercoledì 2 gennaio 2013 (Antonio Sorrentino)

L’augurio di Antonio Sorrentino:

“Augurissimi a tutti gli stabiesi che desiderano che nel nuovo anno la nostra città risorga dalla inefficienza gestionale che l’ha contraddistinta per interi lustri.
Antonio Sorrentino”.

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mercoledì 2 gennaio 2013 (Adriana Di Giacomo)

Adriana Di Giacomo da Roma, ricambia gli auguri (auguri per un futuro di civiltà):

“Molto graditi gli auguri formulati come un richiamo ad un maggiore senso civico da parte delle istituzioni e di noi tutti. Vivo a Roma e il monito vale anche per questa città che sta affondando in un degrado che mortifica l’enorme patrimonio artistico che rappresenta. Castellammare fatica a risorgere e gli interessi individuali hanno sempre frenato il bene comune. Grazie per aver tanto lavorato per un risveglio culturale degli stabiesi.
Auguri… e buon anno. Adriana Di Giacomo”.

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martedì 1 gennaio 2013 (Antonello Ferraro)

Come ormai per tradizione, a mezzanotte in punto (ore 00.00 del 1° gennaio 2013), ci scrive il carissimo e sempre precisissimo Antonello Ferraro:

“Carissimi Amici, Vi confesso che fino a dieci giorni fa ero seriamente preoccupato per la profezia dei Maya. Mi chiedevo, infatti, se i Maya hanno ragione con chi ‘o faccio ‘o brindisi d”o primmo ‘e l’anno?
Poi, dopo il 21 dicembre ho capito. E’ questo Sito che è ‘a fine d”o munno! Buon 2013 a tutti, ma soprattutto tanta salute e felicità.
Con simpatia. Antonello Ferraro”.