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La confraternita di S. Maria di Piedigrotta e di San Gennaro e San Catello

San Catello a Taranto

La confraternita di Santa Maria di Piedigrotta e di San Gennaro e San Catello

(Nicola Caputo, Destinazione Dio, Maltese editore, Taranto, 1984)

La confraternita di S. Maria di Piedigrotta e di San Gennaro e San Catello

La confraternita di S. Maria di Piedigrotta e di San Gennaro e San Catello

La confraternita di Santa Maria di Piedigrotta e dei Santi Gennaro e San Catello fu fondata il 5 agosto 1895 con decreto dell’arcivescovo mons. Pietro Alfonso Jorio cui potevano iscriversi solo i dipendenti dell’allora Regio Arsenale.

La congrega fu voluta proprio dai lavoratori dell’Arsenale provenienti da Napoli e dai Cantieri Navali di Castellammare di Stabia.

I primi devoti della Madonna di Piedigrotta i secondi di San Catello patrono di Castellammare. Potevano iscriversi anche altri arsenalotti, ma in qualità di soci benemeriti, senza voto deliberativo e possibilità di occupare cariche. L’abito di rito era composto da camice bianco e mozzetta celeste e, al posto del cappuccio, una specie di panno bianco che scendeva sulle spalle. Continua a leggere

San Catello (2)

Catellus (Catello)

Catellus (Catello)

di Giuseppe Zingone

 “A mio padre Catello, a mio figlio Catello

San Catello

San Catello

Molto è stato scritto in passato sul cittadino, vescovo, patrono e protettore di Castellammare di Stabia, San Catello; iniziando dall’Anonimo sorrentino che riprende una Passio 1 risalente al IX secolo, le cui contraddizioni però si collocano più nella leggenda che nella storia, fino ai tempi più recenti con i libri: La Vita e il Culto di San Catello del Professor Giuseppe D’Angelo edito da Eidos (Nicola Longobardi) e i Vescovi e la Chiesa stabiana del fu Dottor Giovanni Celoro Parascandolo, anch’esso dell’editore stabiese Nicola Longobardi. Chi desiderasse però cimentarsi in uno studio sulla vita e le opere di San Catello si accorgerebbe che le fonti storiche a lui relative sono scarse, ma soprattutto che quel che di lui conosciamo è sempre in stretta connessione con un altro santo cioè Antonino Abate. Sia ben chiaro non vogliamo insinuare dubbi sull’esistenza di San Catello, cosa che screditerebbe inevitabilmente anche la vita di Sant’Antonino; a noi interessa soltanto che i due siano inseriti nel canone dei Santi della Chiesa cattolica.2 La nostra curiosità, però, ci ha portato a dedurre alcuni elementi che possano stimolare il lettore odierno o indurre altri a compiere nuove ricerche. Continua a leggere

  1.  Citata in: Alfredo Cattabiani, Santi D’Italia, RCS Rizzoli Libri, 1993, pag. 92-98.
  2.  Altre notizie su San Catello e il suo culto sono disponibili su “Liberoricercatore.it”, in Breve storia di San Catello.
San Catello (foto Michele Sarcinelli)

La statua lignea di San Catello

articolo di Maurizio Cuomo

San Catello (foto Michele Sarcinelli)

San Catello (foto Michele Sarcinelli)

La statua lignea di San Catello, in origine interamente indorata, posta sull’altare nella cappella di San Catello della Concattedrale di Santa Maria Assunta e San Catello di Castellammare di Stabia, viene portata in processione dai fedeli stabiesi il 19 gennaio (festa liturgica) e la II domenica di maggio (celebrazione del patrocinio). La statua del Santo Vescovo, venne commissionata nel 1604 a uno scultore napoletano di nome Giovanni Battista, e portata a Stabia il 16 gennaio 1609. Il Santo è inginocchiato su un cuscino, con la testa fiera, eretta, con le braccia incrociate sul petto, vestito con gli abiti pontificali (Mitra – Piviale – Pastorale) in atteggiamento di preghiera a Dio e di incoraggiamento e conforto al popolo. Il culto di San Catello fu approvato dalla Sacra Congregazione dei Riti il 13 Settembre del 1729, attribuendo la venerabilità di patrono di Castellammare di Stabia.

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emeroteca stabiese

Emeroteca stabiese

a cura di Gaetano Fontana

L’emeroteca stabiese (raccolta di giornali, riviste e pubblicazioni periodiche, edite e distribuite nella città di Castellammare di Stabia), nasce da una idea di Gaetano Fontana. A lui, già autore di importanti iniziative e rubriche contenute nel nostro portale web, va un particolare plauso per l’impegno profuso nella non facile costruzione di questa rilevante sezione, risorsa da oggi fruibile per la lettura e la consultazione, che di certo farà la felicità di: studiosi, studenti, ricercatori e semplici appassionati di storia locale.

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Vaco’ e pressa…

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L'apostolo di Stabia

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Radio Boomerang

Radio Boomerang

a cura di Gianfranco Piccirillo

Radio Boomerang nacque il 19 febbraio 1979 dopo le prime esperienze di Radio Europa One dagli attici del palazzo più alto di piazza Vesuviana e le frequenze concesse dalla normativa del settore fino ai primi anni duemila erano i 92.250 MHz. I conduttori sono stati tanti, ma il principale era il proprietario dell’emittente, Geppino Astarita, che teneva compagnia a tantissimi ascoltatori tutte le sere con un’apprezzata programmazione di musica napoletana, arricchita da tanti giochi a premi e spesso da cantanti e diversi personaggi del mondo dello spettacolo napoletano. Nell’anno dello scudetto del Napoli Geppino Astarita propose a me, Agostino Apuzzo e Gianpiero Buononato, compagni di liceo di suo figlio Catello di manifestare le nostre discussioni calcistiche in una trasmissione radiofonica settimanale, che sarebbe continuata fino al 2000, anche quando la proprietà dell’emittente passò a Catello Testa. Continua a leggere