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Francesco Pandolfi

Il comm. Francesco Pandolfi

Il Comm. Francesco Pandolfi

brevissimo ricordo a cura di Maurizio Cuomo

Francesco Pandolfi (archivio liberoricercatore.it)

Francesco Pandolfi (archivio liberoricercatore.it)

Nato a Castellammare di Stabia il 2 settembre 1906, il comm. Francesco Pandolfi fu presidente dell’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo.

Seppure a brevi linee, il comm. Pandolfi, merita senza alcun dubbio di essere annoverato nella nostra antologia dei personaggi stabiesi, perché uomo dalle mille idee e dalle indiscutibili capacità manageriali e organizzative fuori dal comune.

Come molti ricorderanno, il presidente Franco Pandolfi, operò per il prestigio della nostra Castellammare già dagli anni ’50, dandole lustro, con fervore encomiabile per numerosi anni.

Nell’arco della sua gestione a capo della locale Azienda di Soggiorno, organizzò numerosissime manifestazioni turistico/culturali… coloro che hanno avuto la fortuna di assistervi, ricorderanno con assoluta nostalgia: il carosello storico, la Sagra dell’Acquafrescaio, l’Incendio al Castello, il circuito motociclistico e dei go-kart, il Festival nazionale della chitarra, solo per citarne alcune. Continua a leggere

La Bellezza che non muore

La Bellezza che non muore

di Giuseppe Zingone

Una delle edicole sulla strada per il Santuario della Madonna della Libera (foto G. Zingone)

E’ una bellezza straordinaria quella che avvolge le opere di pietà popolare. Oggetti di fattura grossolana e banale, di disarmante semplicità ci osservano dagli angoli delle strade, da luoghi solitari e ci accompagnano nella nostra quotidianità.

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Teatro Francesco I foto Corrado di Martino

Storia del fu teatro Francesco I

Storia del fu teatro Francesco I

a cura di Martina Cesarano

Teatro Francesco I (foto Corrado di Martino)

Teatro Francesco I (foto Corrado di Martino)

Il Real Teatro Francesco I è un teatro borbonico, sito nei pressi della chiesa San Giacomo, costruito tra il 1828 e il 1829. Fu commissionato all’architetto D. Ottavio d’Avitaya, su richiesta di Catello Gambardella; quest’ultimo comprò, il 22 settembre del 1828, dalle figlie del barone Giuseppe Cuomo, più di 1.500 m² di terreno, all’inizio della salita San Giacomo, per poter costruire l’edificio.

L’idea di erigere un teatro nacque in un periodo in cui, a Castellammare di Stabia, fiorivano i finanziamenti per le opere pubbliche e private destinate ad abbellire la città, soprattutto per la stagione turistica e anche dal fatto che la famiglia reale era abituata a trascorrere le estati al palazzo reale di Quisisana. Continua a leggere

'a panarella r''o Faito

‘a Panarella (ovvero la funivia del Faito)

a cura di Maurizio Cuomo

Michelangelo Gargiulo, un nostro caro, assiduo frequentatore, che da molti anni vive in provincia di Varese, non ha esitato nemmeno un attimo a segnalarci questa sua piccola scoperta, che per noi sa di dolce amarcord e che di certo farà piacere a moltissimi dei nostri visitatori.

Castellammare di Stabia - 'a Panarella

Castellammare di Stabia – ‘a Panarella

Ma andiamo per gradi: circa un anno fa, Michelangelo ci scrive per segnalare di aver rivisto la “panarella” del nostro Faito; fin qui tutto liscio (spesso capita di rivederne una su riviste d’epoca o su cartoline), ma quando lui, nella sua e-mail precisa che la “panarella” (quella vera, che ogni buon stabiese vissuto a Castellammare tra gli anni ’60 e ’80, ha visto in funzione), oggi fa bella mostra di sé, nel museo dei trasporti “Ogliari” di Ranco (riconosciuto dall’UNESCO patrimonio dell’umanità), ho provato stupore e immenso piacere. Chiaramente la notizia era talmente bella per lasciarla cadere nel dimenticatoio, senza per altro darle la giusta considerazione e la benché minima rilevanza, che chiesi subito a Michelangelo di documentare questa sua piccola graditissima scoperta, con qualche immagine, ed ecco che pochi giorni fa, a distanza di quasi un anno, Michelangelo ci scrive nuovamente, per corredare con qualche foto la sua segnalazione. Continua a leggere

Vesuvio da Pozzano (foto Gennaro Cesarano)

Eruzione pliniana del 79 d.C., quando Stabiae fu seppellita dal Vesuvio

articolo di Ferdinando Fontanella*

Vesuvio da Pozzano (foto Gennaro Cesarano)

Vesuvio da Pozzano (foto Gennaro Cesarano)

Millenovecentotrenta anni, tanti ne sono passati dal 79 d.C. ad oggi. Era il mese di agosto, il giorno 24**, quando il Monte Vesuvio rivelò, all’Impero romano, la sua natura vulcanica eruttando con violenza devastante, sconvolgendo per secoli le terre più incantevoli della prosperosa Campania.

Il Vesuvio prima del fatidico 79 d.C. veniva da un lungo periodo di quiescenza durato all’incirca 7 – 8 secoli, un lasso di tempo che aveva portato gli abitanti del suo circondario a credere che si trattasse di un tranquillo e fertile monte. Il geografo e storico greco Strabone, però, ne aveva intuito la natura vulcanica e così scriveva nel 10 a.C.: “Il Vesuvio è una montagna rivestita di terra fertile alla quale sembra che abbiano tagliato orizzontalmente la cima; codesta cima forma una pianura quasi piatta, totalmente sterile, del colore della cenere, Continua a leggere