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Monumento ai Caduti

Monumento ai Caduti

a cura di Maurizio Cuomo
Piazza Principe Umberto

Piazza Principe Umberto: luogo ideale per erigere un monumento solenne e maestoso.

Il monumento sorse ad iniziativa di un Comitato cittadino che, con deliberazione del 24 gennaio 1925, ne affidò l’incarico all’artista prof. Giuseppe Renda; e costò L. 150.000: somma comprensiva del bozzetto, della messa in opera del monumento atto alla inaugurazione e della direzione artistica; mentre la sistemazione dello spiazzo sistemato ad aiuole al di fuori del cancello che recingeva la base del monumento, costò L. 9000, come da deliberazione della Consulta Comunale in data 26 aprile 1928.

Ecco la relazione del prof. Renda sul significato della statua e dei quattro bassorilievi:

« Secondo il bando di concorso il monumento deve rispondere a queste condizioni:
1 – glorificare i Caduti e suscitare l’amore patrio;
2 – esprimere ciò senza simboli difficili a intendersi;
3 – ispirarsi alle grandi opere classiche.
Ho cercato di soddisfare queste esigenze con un gruppo di tre figure.
La lotta vittoriosa (rappresentata dal guerriero trionfante), i dolori sofferti (rappresentati dalla madre dei combattenti e dei Caduti), sono consacrati ed offerti a Roma, simbolo della patria. Roma risorge sulle rovine del suo passato, riprende e stringe nel pugno il mantello imperiale. La nuova potenza della patria si rivela ai combattenti, che vedono in essa la più alta glorificazione della propria opera. Mi è sembrato che così una sola rappresentazione unifichi l’esaltazione dei combattenti e l’amor patrio; che la guerra diventi vittoria della nazione e che si evitino le solite rappresentazioni di combattenti carichi di allori e di incoronati. Continua a leggere

Ugo Cafiero a Piero Girace

Ugo Cafiero a Piero Girace

di Giuseppe Zingone

La fontana di pietra, copertina

Nel 1931 il giornalista stabiese Ugo Cafiero1presenta e scrive una ricca introduzione al libro di poesie: La Fontana di pietra, di Piero Girace, il piccolo volumetto è di proprietà del Dottor Carlo Vingiani. Continua a leggere

  1. Leggi: Un giornalista d’altri tempi, di Raffaele Scala.
Guglielmo Acton

Il barone Guglielmo Acton

a cura di Antonio Cimmino

Il barone Guglielmo Acton

Il barone Guglielmo Acton

Il barone Guglielmo Acton nacque a Castellammare di Stabia il 25 marzo 1825. Figlio di Carlo e di Zoè Guique, contessa d’Alba, era un discendente di Sir John Edward Acton, ministro borbonico ed artefice della costruzione del cantiere navale di Castellammare di Stabia che giunse a Napoli dalla Toscana nel 1778 in quanto appartenente alla famiglia dei baroni dello Shropshire.
Guglielmo Acton intraprese la carriera militare nel 1841 nella Marina del Regno delle Due Sicilie; con il grado di Tenente di Vascello gli fu assegnato il comando della pirocorvetta a ruote Stromboli. L’unità era uno scafo in legno di 580 tonnellate varata a Pitcher North. Era un due alberi a vele quadre e bompresso; le ruote laterali motrici erano mosse da una macchina Maudslay & Field a 4 cilindri oscillanti alimentata da due caldaie in rame. L’armamento era costituito da 2 cannoni da 60 libbre, 4 obici Paixhans da 20 libbre e obici da 12 libbre. ( le dimensioni delle armi da fuoco, all’epoca, erano espresse secondo il peso dei proiettili e non secondo il calibro come avvenne successivamente) Acton e la sua nave furono coinvolti nel 1860 nello sbarco dei Mille di Garibaldi. Lo Stromboli, unitamente al piroscafo a vapore Capri avvistarono in ritardo le navi garibaldine Piemonte e Lombardo. Non avendo ricevuto ordini precisi, Acton, invece di cannoneggiare le navi sconosciute, prese a rimorchio la fregata a vela Partenope (foto a seguire) Continua a leggere

Raffaele Viviani

Raffaele Viviani, grande indimenticato stabiese

Raffaele Viviani, grande ed indimenticato stabiese

a cura della Redazione di Libero Ricercatore

Busto Viviani, proprietà G. Fontana

Poeta, commediografo, scrittore e attore, nacque a Castellammare di Stabia il 9 gennaio 1888, in un fabbricato dell’odierna Via Viviani. Poco più che un bambino, diede prove delle capacità e del suo grande talento, Thàlia già lo prese sotto protezione. Il piccolo Papilluccio (così lo chiamavano in famiglia poiché anche il padre si chiamava Raffaele), si imbevve della passione paterna, e già a 4 anni comparve sulla prima scena della sua vita (siamo intorno al 1892, nel teatro Nuovo San Carlino), al fianco della sorella Luisella, vestito di un buffo frack rosso, iniziava a portare il pane a casa.

Atto di nascita di Raffaele Viviano, Archivio di Stato, atto numero 57, pagina 20, del 10 Gennaio 1888

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Alberto Chiancone, Castellammare 1954, olio su tela, cm 40x50, Napoli, collezione Ammendola

Alberto Chiancone

Alberto Chiancone

a cura di Giuseppe Zingone

Alberto Chiancone, Castellammare 1954, olio su tela, cm 40x50, Napoli, collezione Ammendola

Alberto Chiancone, Castellammare 1954, olio su tela, cm 40×50, Napoli, collezione Ammendola

Chiancone1e Girace una profonda amicizia, visibile e tangibile in questo scritto, ma anche nel breve documento filmato, Tavolozza napoletana. L’amicizia non si ferma solo ad un giudizio squisitamente artistico della pittura di Chiancone, suoi infatti sono diversi disegni inseriti nella riedizione de Le Acque e il Maestrale del 1961, del critico d’arte, scrittore, poeta e paroliere di Castellammare di Stabia. Continua a leggere

  1. Alberto Chiancone nasce a Porto Santo Stefano il 26 dicembre 1904 e muore a  Napoli, 11 dicembre 1988.