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Inno della Croce

Inno della Croce

di Giuseppe Zingone

Il tempio e la croce luminosa

L’inno della Croce, che qui presentiamo, prende vita dalla penna di Luigi Monsagrati, mentre la parte musicale del brano è invece opera di Giovanni Ermete Gaeta più noto con lo pseudonimo di E. A. Mario, uno dei più straordinari compositori napoletani. Di lui ricordiamo “Tammurriata nera”, “Santa Lucia luntana” e brani patriottici come, “La leggenda del Piave” e “Surdate ca tuorne” e molti altri. Continua a leggere

Cartolina commemorativa "Cesare Mutti" (coll. dott. Carlo Felice Vingiani)

4 novembre 1918, fine della Grande Guerra

a cura di Maurizio Cuomo

II 4 novembre 1918 ebbe termine la Prima Guerra mondiale la Grande Guerra“, un evento che ha segnato in modo indelebile e profondo l’inizio del ’90​0 e che ha determinato radicali mutamenti socio-politici anche nella nostra Castellammare.

Cartolina commemorativa "Cesare Mutti" (coll. dott. Carlo Felice Vingiani)

Cartolina commemorativa “Cesare Mutti” Castellammare di Stabia (coll. dott. Carlo Felice Vingiani)

Per renderne doverosa memoria, a seguire trascriviamo il telegramma inviato dal Comando Supremo, con il quale veniva messa la parola fine al sanguinoso conflitto bellico: Continua a leggere

Seminario Diocesano

Il Seminario Diocesano alla via Panoramica

a cura di Maurizio Cuomo

Nella certezza possa essere accolta con interesse, a seguire rimetto una brevissima ricerca relativa al Seminario Diocesano ubicato alla via Panoramica. Le notizie in mio possesso, che riverso in questa pagina di LR, sono tratte dall’antologia storica “Stabiae e Castellammare di Stabia“, curata dal Sovrintendente Michele Palumbo.

Seminario Diocesano

Seminario Diocesano

Negli anni ’20 del 1900 a seguito di controverse vicissitudini di carattere amministrativo, la città di Castellammare di Stabia rimaneva “orfana” del Seminario, fino a quel tempo ubicato nella centralissima piazza Municipio.

Per ovviare a tale, grave, mancanza, sin da subito Mons. Lavritano, Amministratore Apostolico della Diocesi, acquistò un suolo nelle campagne in località Annunziatella per costruirvi un nuovo Complesso. Essendo il sito troppo lontano dal centro cittadino, a tale progetto, però, si opposero Capitolo e Clero… di conseguenza il suolo fu alienato, e ne fu scelto un altro alla via Panoramica nel terziere collinare di Scanzano.

Nello specifico venne individuato un suolo dotato di ampio villino di proprietà delle Suore Compassioniste, che però, a giudizio del nuovo Vescovo, Mons. Pasquale Ragosta e del Clero, non fu ritenuto sufficientemente adatto perché anch’esso distante dalla Cattedrale.

Intanto i pochi seminaristi locali furono costretti a trasferirsi nei Seminari o di Sorrento o di Napoli. L’imbarazzante situazione di stallo, che perdurava ormai da tempo, venne a sbloccarsi diversi anni dopo, quando il salesiano Mons. Federico Emanuel, succeduto a Mons. Ragosta, ed entrato in Diocesi il 31 gennaio 1937, non potendo trovar di meglio, pragmatico e senza alcun indugio, acquistò il villino delle Suore Compassioniste e vi fece iniziare subito i lavori di ampliamento e di riattazione.

L’ammodernamento dello stabile, ebbe ad attenzionare, in tutta urgenza, le seguenti modifiche: costruzione della torre per i servizi igienici, impianto di acqua e luce elettrica, trasformazione del vigneto in palestra, approntamento di un salone all’ingresso.

I lavori iniziarono e proseguirono spediti, cosicché, sul finire dello stesso anno, il 3 novembre del 1937, Mons. Emanuel poteva radunare intorno a sè i seminaristi accolti nella nuova Casa e dar loro, sull’esempio del suo Padre spirituale S. Giovanni Bosco (a cui il Seminario s’intitola) “per la prima volta la buona notte, con parole paterne e incoraggianti”. Continua a leggere

Torroncino stabiese (foto Enzo Cesarano)

La vera storia del “torroncino stabiese”

a cura di Enzo Cesarano

Nel periodo delle festività dei morti, per tradizione popolare, in Campania si usa regalare il “torrone dei morti”. Un omaggio che vuole esorcizzare mediante il cibo l’angoscia della morte. Il torrone, originariamente composto da cioccolato e mandorle (oggi proposto nei più svariati gusti), secondo radicata credenza, simboleggia la nuda terra che inghiotte la vita.

Torroncino stabiese (foto Enzo Cesarano)

Torroncino stabiese (foto Enzo Cesarano)

Nella cultura napoletana, si usa preparare nel succitato periodo e per gli stessi motivi, un particolare torrone, a forma di sigaro, fatto di zucchero e mandorle, chiamato “ll’uosso ‘e muorto”. Continua a leggere