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La Resistenza nasce a Castellammare di Stabia

La Resistenza nasce a Castellammare di Stabia

 ad opera dei marinai

articolo di Antonio Cimmino

Veduta sul Regio Cantiere di Castellammare di Stabia

Veduta sul Regio Cantiere di Castellammare di Stabia

Era l’inizio del mese di settembre del 1943, nel cantiere navale di Castellammare di Stabia – ex regio cantiere costruito nel lontano 1783 – alcune navi militari erano in allestimento. Altre sugli scali pronte per essere varate (corvette Vespa e Lucciola), piccole unità già in avanzato stato di armamento, erano affiancate ai moli (Vedette antisommergibile V.A.S. e M.A.S.), altre sette corvette (Calabrone, Cavalletta, Cicala, Coccinella, Grillo, Maggiolino, Libellula), un piroscafo, tre motozattere ed un sommergibile in costruzione avanzata, rappresentavano un notevole quantitativo di naviglio bellico. La massima autorità militare presente in cantiere era il Capitano di Corvetta Domenico Baffigo (1), di Cornigliano Ligure, di 31 anni, che sovrintendeva all’allestimento dell’incrociatore Giulio Germanico. L’ufficiale superiore era un pluridecorato con due Medaglie d’Argento, due di Bronzo ed una Croce di Guerra, per valorose azioni compiute in qualità di Osservatore Aereo Continua a leggere

Fig. 1 Particolare della carta del genio militare del 1812 conservata presso la biblioteca nazionale di Napoli.

Dal Torrione al Palazzo Spagnuolo

Dal Torrione al Palazzo Spagnuolo

(1790 -1857)

( articolo di Gelda Vollono & Lino Di Capua )

articolo del 24/04/2022

Gran Caffè Napoli

Gran Caffè Napoli

Castellammare di Stabia aveva una cinta muraria che partiva dall’attuale piazza Principe Umberto I° e, percorrendo la linea di costa, arrivava fino a piazza Fontana Grande, da dove risaliva fino al Castello. Lungo il suo perimetro erano posizionate alcune torri costiere, tra le quali quella del Quartuccio, costruita nel 1346. Nel 1798, con l’abbattimento della muraglia rimasero solo le torri, pertanto il 13 aprile 1802 il Comune (Generale Direzione), con atto del notaio Vincenzo Maria Bruni[1], vendette la Torre del Quartuccio, Torrione[2], al sig. Michele Stanzione[3]. Per la perizia di stima era stato incaricato l’arch. Catello Trojano[4] che valutò “l’area della Torre di palmi[5] 49,5 per 37,5 (ca. 12,87×9,75mq=125,5mq), comprese le grossezze dei muri”[6] (fig.1).

Fig. 1 Particolare della carta del genio militare del 1812 conservata presso la biblioteca nazionale di Napoli.

Fig. 1 Particolare della carta del genio militare del 1812 conservata presso la biblioteca nazionale di Napoli.

Insieme alla già menzionata Torre si cedette anche una porzione di suolo a seguire di lunghezza palmi 24 (ca. 6,24 m), per cui le due suindicate lunghezze risultarono essere di palmi 73,5 (ca. 19,45 m). Continua a leggere

Giovani canottieri stabiesi oggi come ieri (fotorendering Corrado Di Martino)

Il Circolo Nautico Stabia

a cura di Maurizio Cuomo

“Il Circolo Nautico Stabia, inaugurato il 23 aprile 1922, cominciò ad avere vita intorno al 1921, ad iniziativa dei proprietari dei Magazzini Generali, sigg. Enrietti e Cozzolino, che, occupando con uno chalet in legno l’area demaniale marittima in via Bonito, al tempo disponibile, vollero evitare l’eventuale sorgere di un doppione dell’attività commerciale già in piena efficienza, da essi realizzata, a lato della Capitaneria di Porto.

Giovani canottieri stabiesi: "Oggi come ieri" (fotorendering Corrado Di Martino)

Giovani canottieri stabiesi: “Oggi come ieri” (fotorendering Corrado Di Martino)

Sul motivo contingente c’era però una lodevole finalità sportiva, rispondente ai desideri della gioventù stabiese: far nascere e dare incremento allo sport nautico a remi. L’idea fece subito breccia, e fra i primi canottieri furono il dott. Carlo Vitelli, l’ing. Guglielmo Vanacore, il sig. Paolo Scognamiglio, gli avv. Guido e Nino Gaeta, il capitano di lungo corso Vincenzo Sorrentino, oggi tutti noti e stimati professionisti. E furono essi, sorretti dal primo presidente del Circolo, avv. Giuseppe Cozzolino (che poi ricoprì anche la carica di vice podestà al Comune) a dare localmente grande impulso all’attività nautica; la quale andò sempre più allargandosi e intensificandosi, continuando sempre ininterrotta, con la partecipazione a tornei e gare nazionali, conquistando primati e premi”1. Continua a leggere

  1. Tratto da “Stabiae e Castellammare di Stabia”, di Michele Palumbo – Aldo Fiory Editore Napoli, anno 1972, pag. 387.

Giovan Battista Filosa

Giovan Battista Filosa

di Giuseppe Zingone

Giovan Battista Filosa, immagine ricolorata, tratta da Enrico Giannelli

Tra i figli di Castellammare di cui abbiamo oggi poca memoria, c’è senz’altro Giovan Battista Filosa, (alunno del Morelli, secondo Domenico Maggiore)1pittore di livello superiore, di fama internazionale, tra i grandi stabiesi e vicino sicuramente all’altro nostro concittadino Enrico Gaeta. Continua a leggere

  1. Giovan Battista Filosa, In: Domenico Maggiore, Arte e artisti dell’Ottocento napoletano e scuola di Posillipo, Edizione Domenico Maggiore 1955, pag. 94.

Mario Buonsollazzi in arte Solatium

Mario Buonsollazzi in arte Solatium

di Giuseppe Zingone

I pittori stabiesi Gaeta e Filosa, immagine tratta da Michele Palumbo

Mario Buonsollazzi, nasce a Napoli (secondo la maggior parte dei documenti) nel 1859 e qui muore il 19 Dicembre del 1933. La sua grande attività di caricaturista non è frutto di studi, in quanto come leggeremo si è formato da autodidatta, rifiutando di frequentare l’Istituto di Belle Arti di Napoli. I suoi soggetti preferiti (le sue vittime): tutta la classe politica e la buona società napoletana di fine Ottocento ed inizi Novecento. E proprio in questo contesto culturale e soprattutto nelle parentesi estive che Mario Buonsollazzi si sposta a Castellammare di Stabia con la sua arma preferita: la matita. Continua a leggere