Archivi tag: libero ricercatore

Pacichelli, Castellammare 1701, collezione Gaetano Fontana

L’antefatto della storia intrigante di una famiglia: Gli antenati

di Raffaele Scala

Quando, come e con chi iniziare una storia di famiglia? Se uno nasce Re o Principe il problema non se lo pone perché nella Sala dei Ricordi vi è un albero genealogico che ti consente in qualsiasi momento di ricostruire le vicende del tuo casato, di sapere chi è stato il capostipite e di risalire all’inizio del tempo che fu, leggendo tranquillamente i nomi di quanti ti hanno preceduto, nonni, bisnonni, avi, conoscendo di ognuno le diverse date di nascita e di morte, ruoli e funzioni rivestite da ciascuno. Alcuni hanno la possibilità di scorrere i decenni ed i secoli, fino a toccare, non so, il tempo di Carlo Magno, altri, più blasonati, oppure maggiormente fortunati, riescono a giungere fino a Giulio Cesare, infine troviamo quelli che hanno il sangue più blu, dipinto di blu degli altri. A loro è concesso di viaggiare veloci i millenni fino ad arrivare ai capostipiti per antonomasia, i biblici Adamo ed Eva, al principio della vita. Ma se uno è un comune mortale allora le cose sono leggermente più complicate e nella migliore delle ipotesi ci si può affidare, e non sempre, soltanto all’archivio comunale, quando e se funziona, oppure, ma devi essere un tipo favorito dalla sorte, ai registri delle parrocchie, quelle più antiche e ben conservate.

Veduta di Castellammare di Stabia (tratta da: G.B. Pacichelli, il Regno di Napoli in prospettiva, 1703)

Veduta di Castellammare di Stabia (tratta da: G.B. Pacichelli, il Regno di Napoli in prospettiva, 1703)

A noi, povera gente, figli del popolo minuto, non è dato avere un albero genealogico illustre, composto d’uomini e donne nelle cui vene scorre il sangue nobile di conti e marchesi, di principi o re. Chi ci ha preceduto di mestiere faceva il cocchiere, il calzolaio, il bracciante, il pescatore, l’operaio, il muratore, il vetturino, il marinaio e perfino un lontano bottegaio nella Castellammare borbonica, con Stefano Palmigiano (1786 – 1846), marito di Maria Esposito e genitori di Annunziata Palmigiano (1829 – 1889), a sua volta moglie di Raffaele Ruocco (1820 – 1888), dai quali discende nonna Giovanna Scala (1906 – 1975). Non ci siamo fatti mancare diverse operaie filatrici, come abbiamo avuto modo di scoprire nel corso della nostra ricerca sulle undici generazioni che ci hanno preceduto, dalla fine del 1600 ad oggi.

Continua a leggere

Biscotti al vino rosso

Ricetta del sig. Catello Di Vuolo

La ricetta di questi biscotti semplici e gustosi, le cui origini sono sicuramente molto antiche, ci viene segnalata dal sig. Catello, il quale tiene a sottolineare che nonostante siano trascorsi più di cinquant’anni da quando ha assaggiato questi biscotti, ricorda il loro sapore ancora con assoluto piacere. I biscotti venivano preparati dalla sua cara mamma, anch’ella stabiese doc, che con paziente saper fare, trovava tempo e modo per deliziare i propri famigliari con semplici, ma saporite pietanze come questa (erano anni di difficoltà economica e di privazioni e la conoscenza di ricette spicciole ed economiche, era una vera e propria manna dal cielo). Oggi, che questa ricetta potrebbe sembrare superata (perché surclassata dall’eccessivo consumismo e dal benessere in cui viviamo giornalmente), ci sembra più che doveroso salvaguardarla (per non perderne memoria) e di riproporla a beneficio delle nuove generazioni. Continua a leggere

Particolare, Kirken i Pozzano, 11-12-1820, 210 x 277 mm

Il ghiaccio e la legna volante di Castellammare

Il ghiaccio e la legna volante di Castellammare

di Giuseppe Zingone

In un disegno del 1820 che ritrae la Basilica di Pozzano, del pittore norvegese Johan Christian Dahl,1 alcuni tratti a matita hanno catturato la mia curiosità. Il disegno a dire il vero andava meglio contrastato sia per far emergere i colori acquerellati sia per definire i tratti a matita che ne risultavano inevitabilmente sbiaditi.

Qui si può intravedere come fosse inizialmente lo schizzo, così come prelevato dal sito del Nasjonalmuseet for kunst, arkitektur og design di Oslo.

Kirken i Pozzan,kystparti ved Pozzano, Johan Christian Dahl, 11-12-1820

Kirken i Pozzan, kystparti ved Pozzano, Johan Christian Dahl, 11-12-1820, 21 x 27 cm

Continua a leggere

  1. In Liberoricercatore, Johan Christian Dahl e Castellammare.

Il bombardamento navale di Castellammare di Stabia

Caro Maurizio, credo che questo estratto da un libro edito dalla M.M. possa essere utile al nostro portale per chiarire alcuni aspetti del bombardamento del cantiere navale di Castellammare.

Buona giornata. Antonio Cimmino

clicca sulle immagini per ingrandire a pieno schermo!

copertina

copertina

Continua a leggere

Le Polene delle navi stabiesi

Le Polene delle navi stabiesi

di Giuseppe Zingone

Alle maestranze dei cantieri stabiesi che tanto lustro hanno recato a Castellammare

Polena, Amerigo Vespucci, su gentile concessione del Signor Ivan Guida

Descrizione dell’immagine: Dal castello di prua, è possibile osservare la polena. Sporgendosi leggermente oltre il parapetto di prora, infatti, la si può scorgere appena sopra il tagliamare, quasi sostenesse l’albero di bompresso. Scolpita in legno e rivestita in foglie d’oro zecchino, la polena raffigura il celebre navigatore italiano che dà il nome al veliero: la figura è intera, in piedi, a capo scoperto e con lo sguardo rivolto in avanti; inoltre, indossa una giubba con degli sbuffi sulle spalle e un mantello che la avvolge solo in parte. La scultura tiene la mano destra appoggiata sul petto, all’altezza del cuore, mentre con la sinistra impugna una carta nautica arrotolata che simboleggia gli studi di Amerigo Vespucci grazie ai quali i due grandi artisti tedeschi Martin Waldseemuller e Albrecht Durer disegnarono rispettivamente la mappa della costa atlantica del Nuovo Mondo nel 1507 e quella delle costellazioni del cielo australe nel 1515. La polena, come d’altronde anche i fregi di prora, è continuamente colpita dalle onde e col tempo può danneggiarsi. Per tale ragione, durante i lavori di manutenzione a cui la nave viene regolarmente sottoposta, questi pezzi vengono smontati e trasferiti nell’officina dei pittori dell’Arsenale Militare Marittimo di La Spezia per essere puliti, restaurati e nuovamente dorati. Alle spalle della polena, poi, sono state affisse le corna di toro, considerate un simbolo di buon auspicio.1

Castellammare, città delle “Acque”, materia liquida che ha nutrito gli stabiesi dai tempi antichi, ma quella davvero importante, rimane sempre l’acqua del mare, acqua salata (oggi inquinata). Durante la scorsa estate mentre camminavamo sul lungomare, io e mio padre ci trovammo a fare le solite campanilistiche considerazioni, sempre amare, sempre salate, sulle bellezze della nostra Città. Soffermandoci su quei discorsi vecchi, triti e ritriti, luoghi comuni, insomma, che sentirete miliardi di volte sotto il nostro cielo, dalle bocche di chi non si dà requie e non comprende assolutamente come questo paese, si trovi oggi in uno stato di agonia a fronte di tutte le sue ricchezze naturali. Continua a leggere

  1. Nave Amerigo Vespucci, informazioni tratte dal foglio matricolare della nave, Archivio storico della Marina Militare.