Ispirata da “Le fonti di Stabiae”, prima foto giunta in redazione, gentilmente inviataci dal carissimo Remigio Russo, la rubrica propone una Castellammare ritratta dai nostri visitatori (esponiamo esclusivamente le fotografie che ritraggono: scorci, panorami e particolarità della città di Castellammare di Stabia). La raccolta è doverosamente dedicata a Mimì Paolercio, compianto amico d’animo cordiale, la cui brillante e luminosissima carriera di fotografo ha reso onore alla nostra Castellammare di Stabia, sua città di adozione. La galleria verrà ampliata in corso d’opera, eventuali collaborazioni sono estremamente gradite.
Chiunque volesse esporre sarà il benvenuto ed è pregato di contattarci alla seguente email:liberoricercatore@email.it
ultima fotografia inserita:
La Cassarmonica (foto Mariarita De Simone)
Galleria Immagini:
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Anno scolastico 1986/87: ero laureata da poco più di una settimana, quando iniziai ad insegnare: avevo forse quattro anni in più delle mie allieve diciottenni, ma nella scuola parificata dove iniziai la mia carriera, eravamo tutti giovanissimi. Anche Aniello. Aveva la mia stessa età, forse un anno in meno. E ci mandarono con le rispettive classi in gita scolastica sul lago di Garda…Desenzano, Sirmione, Verona. All’arrivo in albergo, i prevenuti (e un po’ nordisti) gestori non mi presero sul serio; ma dovettero chinare il capo quando ebbero a che fare con il ‘don’. Sì, perché Aniello era un giovane sacerdote: faccia da scugnizzo, ma le parole le pesava e aveva imparato già a farsi capire bene.
Un Nave prende il Mare (festa della Marina Militare Italiana)
di Corrado Di Martino 10-06-2019
La storia del Cantiere Navale è lunga e radicata nel tempo. In 236 anni, a Castellammare di Stabia, sono state progettate, costruite e varate le navi più rappresentative di ogni epoca vissuta dal nostro paese. A partire dalla corvetta Stabia, del 1786, passando per il vascello Monarca, per la sfortunata nave Colombo e la gemella Amerigo Vespucci, per il batiscafo Trieste, le navi militari, i traghetti ed altro ancora, è stato compiuto un percorso di sviluppo e di crescita, che ha reso il cantiere navale di Castellammare di Stabia uno dei più noti al mondo.
Oggi, dopo il taglio da parte della madrina, si sono rinnovati i riti antichi del varo, le emozioni, i brividi, e quella leggera commozione che pervade ciascuno di noi in queste grandi manifestazioni in cui la collettività è coinvolta. Il Cantiere Navale da sempre è stato considerato dagli Stabiesi come una cosa di famiglia, umanizzandolo il cantiere è diventato il parente stretto di ognuno di noi, credo si contino sulle dita di una mano coloro i quali non abbiano avuto il nonno, il padre, gli zii, un fratello, occupato a costruire navi nella fabbrica delle navi. Proprio per questo, il cantiere navale rappresenta per noi tutti la famiglia, una cosa cara. L’avventura cantieristica a Stabia è molto più antica di ciò che si pensi, come ci ha riferito Antonio Cimmino dell’ANMI, prima vi erano all’altezza di Porto Carello, tanti cantieri nautici per piccole imbarcazioni in legno, maestri d’ascia di grande abilità professionale costruivano il naviglio dell’epoca. Come è detto nel testo di Romano e Formicola “la Fabbrica delle Navi”, Filippo II detto il cattolico, commissionò a Stabia, alcuni degli otto galeoni che servivano per ricostruire la flotta andata persa contro gli inglesi. Siamo nel 1590 e Santiago de Galizia e Santissima Trinidad y San Vincente del 1592, erano i nomi di due galeoni costruiti proprio a Stabia. Purtroppo come spesso capita, la notizia è stata cannibalizzata da un modesto quotidiano locale, ma questo poco inficia, l’impegno di Antonio Cimmino nel riportare ai più la storia della marineria di Stabia.