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Denza scrive a Flora Mariani De Angelis

In occasione dell’anniversario della nascita del grande Luigi Denza, vi proponiamo uno scritto originale a firma del maestro, diretto alla famosa cantante lirica Flora Mariani De Angelis (sorella di Maddalena Mariani Masi, soprano a sua volta), nel quale Denza, oltre a ringraziare per i saluti ed i complimenti, si dichiara soddisfatto per il successo della sua romanza: Rimembranza; e descrivendo poi la sua residenza di Mosca; rassicura la cantante sull’invio di una nuova ballata appena ricevute le parole da Boito.

Qui sotto la trascrizione della lettera autografa:

Gentilissima signora

Mi ha fatto immenso piacere ricevere il di lei carissimo foglio in data corrente; l’è stato un Vero regalone che mi ha voluto fare e gliene sono riconoscentissimo.

Cosa vuoi di meglio che ricevere notizie dai più cari amici?

Non mi sorprendo sentire che la mia romanza, Rimembranza, abbi piaciuto al sig. Giulio: Interpretata da lei, qualunque melodia diventa bella, sicché il merito è più suo che mio: La prego farsi dare al sig. Giulio le ultime romanze Giuliani, – il bacio più dolce-  e – Se –  e ne vous aime […] per farle diventare anche belle.

Il viaggio l’ho avuto ottimo e la dimora di Mosca non mi dispiace, sebbene per ora alquanto monotona. La prattica (arc. pratica) del teatro mi gioverà moltissimo dal lato artistico e nello stesso tempo non vi è molto da lavorare, sicché posso spesso studiare, e questo mi fa immenso piacere.

Non creda che abbi dimenticato il pezzo per la simpatica signora Flora. No. Potrà dirci da mia parte che quantunque le parole di Boito non son venute purtuttavia fra non molto avrà una Ballata con partizioni di orchestra e del genere che desiderava a lei poi la cura di farla bella.

Ci domandi, la prego se vuole che gliela spedisca a Genova.

Dunque, mi facci spesso il regalo di darmi sue notizie. M’informi dei successi di Genova e di tutti quelli che li seguiranno. Gradisca con suo marito i miei migliori saluti che le prego porgere anche al sig. Giulio ed al sig. Biraghi

Pacichelli, Castellammare 1701, collezione Gaetano Fontana

Castellammare di Stabia nelle Memorie di Giovan Battista Pacichelli

Castellammare di Stabia nelle Memorie di Giovan Battista Pacichelli

di Salvatore Gallo

Giovan Battista Pacichelli, 1703

Giovan Battista Pacichelli, 1703

Il nome di Giovan Battista Pacichelli (Roma, 1641-1695) è perlopiù associato alla città di Castellammare per mezzo della sua opera più celebre: “Il regno di Napoli in Prospettiva diviso in dodeci provincie”, pubblicata a cura del Muzio e del Parrino nel 1703 dopo la morte dell’autore avvenuta nel 1695, contenente la nota veduta a volo d’uccello della città dal mare con indicazione del suo perimetro murario, delle porte urbiche e delle principali emergenze architettoniche costituite da edifici sacri, giardini ed insulae conventuali. L’opera, nelle intenzioni dell’autore e dei curatori, doveva infatti offrire una rappresentazione corografica del regno attraverso i suoi principali nuclei urbani, tra cui la città di Castellammare, per ciascuno dei quali il testo riporta le note vedute prospettiche incise dallo spagnolo Cassiano de Silva accompagnate da una concisa descrizione dei luoghi trattati. Per comporre la parte letteraria del testo venne sintetizzato ed opportunamente rielaborato il vastissimo materiale fatto d’informazioni geografiche, archivistiche, storiche ed ecclesiastiche, pazientemente accumulato dal Pacichelli durante gl’innumerevoli viaggi compiuti dapprima in Europa in veste d’esponente della nunziatura e successivamente nel meridione d’Italia come incaricato dal duca di Parma di sovrintendere alla giurisdizione d’importanti università del regno quali Altamura e la stessa Castellammare di Stabia, infeudate alla casa Farnese. Tale materiale era già abbondantemente confluito nelle pubblicazioni precedenti dell’abate come le Memorie de’ viaggi per l’Europa christiana in quattro volumi, del 1685, le Memorie novelle de’ viaggi per l’Europa cristiana in due volumi, del 1691, e le Lettere Familiari, istoriche, erudite del 1695, che, necessariamente più estese rispetto all’opera di sintesi del 1703, per il loro carattere memorialistico e meno accademico, restituiscono la figura probabilmente più autentica dello scrittore, personaggio erudito e al tempo stesso straordinariamente curioso, osservatore insaziabile degli aspetti più vari legati agli usi ed alle tradizioni locali, spesso minuti e singolari ma in grado evidentemente di catturare il suo interesse, sedimentandosi nelle sue reminiscenze. Egli stesso nelle sue memorie ebbe a dire di sé: Mi piace insomma veder tutto, apprender in qualsisia parte, e ridurl’all’uso della Vita Civile; né si preoccupa di discorrere in un tempo d’argomenti alti e di aspetti vaghi: Di ciò che osservo nelle mie uscite, e di fuori, non son io già scarso ne’ ragguagli, i quali, ò vacui, ò colmi di materie singolari, godo che partecipin sempre gli amici, il molto, e il nulla di esse.

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‘A Capa ‘e pezza…

‘A Capa ‘e pezza

di Corrado Di Martino

Mio padre, ha sempre voluto che ricevessimo il massimo e, che facessimo il massimo, per la nostra formazione. Avevo da poco superato i quattro anni, quando decise che dovevo iniziare a frequentare una scuola, un asilo d’infanzia.

Corrado (anno 1956)

Corrado (anno 1956)

Questa decisione, fu presa in accordo con mamma, già piena di cose da fare nel seguire i nonni, mia sorella e mio fratello piccolo e me. Mia sorella maggiore, di tre anni più grande, frequentava le scuole elementari; papà pensò quindi, che prendendo il suo posto all’asilo, non ci sarebbero state variazioni traumatuche sul bilancio familiare. Non so se al tempo vi fossero asili comunali, non ne ho notizia. Io fui portato dalle Suore della Congregazione Religiosa dei Sacri Cuori di Gesù e Maria in via San Bartolomeo; Continua a leggere

Il Presepe di Viviani

Raffaele Viviani – 1932

Quest’anno in esclusiva assoluta, Libero Ricercatore, presenta l’evento nell’evento, che ha caratterizzato la Mostra del 2018. Nella grande rassegna di presepi artistici,composti da vari maestri artigiani stabiesi e non, spicca per particolare originalità, la sezione interamente dedicata al grande drammaturgo e poeta Raffaele Viviani.

La proposta inclusa nel cartellone Cantieri Viviani, realizzato dalla Regione Campania attraverso la Fondazione Campania dei Festival, e concepito da Giulio Baffi, è frutto di una collaborazione avviata per l’occasione con l’Associazione Stabiese dell’Arte e del Presepe presieduta da Massimiliano Greco, con il coinvolgimento per la promozione in esclusiva di Libero Ricercatore.

La sezione dedicata a Viviani è una sorta di sezione a tema; Antonio Sbacchi, maestro artigiano, ha immaginato Raffaele Viviani insieme a Carluccio indimenticabile figura cittadina, nei pressi dell’Arco di San Catello, in adorazione alla Natività. Ancora ispirate dai lavori di Viviani troviamo “’O Vico d’’e Guagliune” del maestro Antonio De Martino, ricco di particolari, che ci riportano alla mente come in un film mai dimenticato, i frame tratti dalle poesie di Viviani. “’E Piscature” del maestro Luigi Di Martino, un gruppo di pescatori e le loro famiglie, in riva alla spiaggia, mentre si preparano per il duro lavoro quotidiano. E poi “Faciteme magnà” del maestro Franco Liguori, un’osteria, affollata di beoni e nulla facenti dediti al vizio del mangiare. L’ultimo omaggio al poeta è quello di “Tiempe belle ‘e ‘na vota” di Pietro Giordano, nel quale si ricordano i giardini pubblici com’erano un tempo. L’esposizione di queste ed altre opere di pari pregio, resterà fruibile tutti i giorni fino al 6 gennaio 2019.

Sarà una buona occasione per tutti per ammirare i presepi, e ricordare che uno dei drammaturghi più grandi del novecento italiano è nato a Stabia.

17 1 1943, la Rotta della Morte

17 1 1943, la Rotta della Morte

11 dicembre 2018

Antonio Cimmino – ANMI

Continua la collaborazione fra Libero Ricercatore, l’ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) Gruppo Luigi Longobardi di Castellammare di Stabia, ed ITNS Nino Bixio di Piano di Sorrento.

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