Archivi tag: Liberoricercatore

Lettere alla Redazione (anno 2017)

Lettere alla Redazione

Lettere alla Redazione


Lunedì, 16 ottobre 2017  (Giuseppe Mollo – Roma)

Caro Direttore, desidero vivamente complimentarmi con il Sig. Antonio Cimmino, per aver sciorinato dal prezioso “scrigno” dei suoi ricordi “Spigolature stabiesi” un’autentica rassegna storico-folcloristica su fatti, personaggi e accadimenti afferenti la nostra città. A proposito della stessa, mi preme apportare una piccola e, forse, insignificante precisazione. Laddove si afferma che in occasione della festa della Madonna dei Bagni (contrada del Comune di Scafati – SA), i ragazzi di Castellammare e paesi limitrofi colà si recavano facendo roteare un “chirchio” infiocchettato, non perpetravano un’usanza in onore di San Sandolo, ma in onore della Madonna dei Bagni in quanto ivi esistevano alle spalle del Santuario delle vasche ricolme di acque che la credenza popolare riteneva miracolose.

Quanto sopra, ripeto, non vuole essere un appunto, bensì una semplice precisazione, avendo titolo per affermarlo. Sta di fatto che Sandulillo ‘e Vagne corrispondeva al nome di Sandolo Desiderio, mio nonno materno, che genitore di una numerosissima prole, fra cui mia madre Clorinda, ha gestito in proprio e, poi, attraverso gli eredi un grande ristorante fino agli anni ’90. Con stima. Giuseppe Mollo (Roma).

Giuseppe Mollo da Roma


Continua a leggere

Proverbi stabiesi

a cura di Maurizio Cuomo

Al fine di preservare i vecchi detti stabiesi da una probabile estinzione generazionale, ne raggruppiamo a seguire alcuni tra i più noti.

Proverbi stabiesi

Proverbi stabiesi

A San Michele ‘a castagna sotto a ‘o pere
(A San Michele la castagna sotto al “piede”)

I lussureggianti boschi stabiesi di Quisisana (tradizionale oasi di frescura estiva) e le ampie zone del Faito coltivate a castagno, nel primo periodo autunnale offrono agli improvvisati raccoglitori in cerca di una boccata di aria salubre, la possibilità di portare a casa un abbondante cesto di prelibate castagne da fare al forno, lesse o arrostite. Poiché nel suddetto periodo è festeggiato San Michele Arcangelo (29 settembre), Patrono di Scanzano e Compatrono di Castellammare di Stabia, in devozione a detto Santo ha avuto origine il seguente caratteristico detto: “A San Michele ‘a castagna sotto a ‘o pere” (“pere”: inteso come piede d’albero, in dialetto stabiese “‘o pere ‘e castagno!”).

– – –

Continua a leggere

Carluccio d”e ricuttelle

Carluccio d”e ricuttelle
di Frank Avallone

Carluccio (foto Maurizio Cuomo)

Carluccio (foto Maurizio Cuomo)

Ascolta la voce di Carluccio (gentilmente concessa da Edis Film)

Ogni mattina, intorno alle sette e mezza, lui passava per la Fontana Grande; alluccanno: “‘E ricuttelle fresche ‘e ricuttelle!” Immediatamente, qualche nobile rampollo del vicinato, gli rispondeva con un pernacchio; un altro: “Carlu’, tiene ‘e corne!” E lui: “Grazie, grazie, fra poco cresceranno pure a vuie!” “Se so’ scetate mappine, mappine! Carlu’, ‘e ricuttelle so’ bbone? Signo’ si erano bbone me mangiavo io! Carlu’ ‘e ricuttelle so’ cchiu’ peccerelle stammatina! Signò n’aggio fatte ascì cchiu’ assaie!” Aveva la risposta pronta per tutti, sempre calmo, tranquillo. Io non l’ho visto mai arrabbiato o scortese, neanche quando lo sfottevano; credo che lui capisse che gli volevano bene e che tutto avveniva senza malizia. Infatti, se qualche mattina nessuno lo sfotteva; lui urlava: “So’ muorte ‘e figlie ‘e ntrocchie!” Forse si sentiva trascurato in quelle circostanze, forse voleva far sentire la sua presenza, come a dire: “Io sono qui per voi, sfottete, pazziate, faciteme ‘e pernacchie, ma fatemi sentire che mi avete notato”. Era come un attore che si aspetta applausi o anche fischi, ma il silenzio no e no! Così con una frasca in testa, come la corona di alloro, che si dava in premio ai vincitori, lui sembrava dicesse: “Io sono un vincitore, non c’è nessun altro come me; perciò notatemi fino a che sarò con voi; io vi voglio bene, voletemi bene un po’ anche voi!” Così Carluccio continuava il suo cammino, verso ‘a Chiazza, ‘o Cognulo, Licerta, ‘a Caperrina e tanti altri vicoli, dove gente povera, ma onesta lo aspettava ogni mattina per ricevere le sue ricottelle e una buona dose di buon umore. Carluccio viveva per questi incontri, gli davano energia, gioia e una ragione di vivere.

Continua a leggere