Archivi tag: Liberoricercatore

Vascello Partenope (anno 1786)

 ( a cura di Antonio Cimmino )

Varo del vascello Partenope (autore Filippo Hackert)

Varo del vascello Partenope (autore Filippo Hackert)

Il vascello PARTENOPE, fu varato nel cantiere navale di Castellammare di Stabia, il 16 agosto 1786. Costituita da uno scafo in legno con carena coperta con lastre di rame per proteggerla contro la corrosione e dai parassiti, in luogo della tradizionale pitturazione con miscela a base di zolfo, sego, minio, olio di pesce e catrame, la nave era lunga 55,68 metri, larga 14,40 ed aveva un equipaggio di 680 uomini. Il vascello possedeva tre ponti e l’armamento marinaresco era formato da tre alberi (trinchetto, maestro, mezzana) con vele quadre e il bompresso, piccolo albero sistemato a prua con un’inclinazione di circa 30° rispetto al livello del mare. L’artiglieria era sistemata in una batteria scoperta ed una coperta, ed era formata da 74 cannoni da 28 libbre (peso dei proiettili a palle), 18 carronate cioè cannoni a gittata ridotta, caricati spesso “a mitraglia” per il tiro ravvicinato ed altri 12 cannoni di minore dimensioni. Tutte le bocche da fuoco erano a “canna liscia” cioè l’interno non era rigato elicoidalmente (come avvenne in seguito per dare maggiore precisione al tiro imprimendo al proiettile una rotazione a spirale), per cui il tiro era molto impreciso.

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Biglietto pubblicitario anni ’20

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo

Biglietto pubblicitario anni '20 segnalato dal dott. Tullio Pesola

Biglietto pubblicitario anni ’20

Biglietto pubblicitario anni ’20
( su gentile segnalazione del dott. Tullio Pesola )

Tesserato con l’Ass. Calcio Stabia (anno 1936)

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo

La tessera FICG di Vozza Giuseppe

La tessera FICG di Vozza Giuseppe

Tesserato con l’Ass. Calcio Stabia (anno 1936)

(su gentile concessione del dott.  prof. Antonio Vozza)

Claudio Morelli (le pitture)

Claudio Morelli

Viottolo di campagna - Morelli

Viottolo di campagna – Morelli

Estesi paesaggi dove non si avvertono presenze di figure sia pure solitarie, ma anche luoghi onirici, surreali, case dalle forme geometrizzanti messe in risalto da un’esplosione scintillante di colori, caratterizzano lo stile creativo dell’artista stabiese Claudio Morelli. E’ possibile rilevare dalle sue opere un palese turbamento interiore, misto a desiderio di cambiamento, miglioramento, trasformazione. Nelle stesse notiamo, infatti, come l’Artista sogni un mondo migliore, più giusto, dove regna l’armonia, dove i fiori hanno colori più intensi, dove i prati sono caratterizzati da un verde delicato ed intenso nello stesso tempo, che permette all’anima di inebriarsi di serenità. Attraverso la sua tecnica, inoltre, Morelli riesce ad arricchire le sue immagini di poesia e di lirismo. Ad ogni pennellata esse acquistano una maggior volumetria, mentre i toni si caricano di intensa cromaticità.
In quanto pittore generoso, altruista, Claudio Morelli ci regala dei dipinti meravigliosi con colori stupendi, intensi, luminosi, pieni di speranze e con una natura pura, delicata, tutta da scoprire.
Tra le righe, infatti, ci dice di svegliarci e di proteggere la cosa più bella che abbiamo: La Natura.

Dott. Tullio Pesola

Galleria delle sue opere:

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Mentre ‘o miedeco sturéa ‘o malato se ne more!!!

editoriale di Maurizio Cuomo

Estremamente emblematico, questo vecchio adagio dialettale la dice lunga sulla saggezza popolare tramandataci dai nostri padri; ebbene, titolo migliore, a mio personale avviso, non potevamo dare alla delicata questione dell’archivio storico comunale “sfrattato” che per sua/nostra sfortuna, non trova la dignità di una fissa dimora.

Ma veniamo brevemente ai fatti: per chi non lo avesse ancora inteso, l’archivio storico in questione è quello della città di Castellammare di Stabia, da diversi mesi traslocato nei locali di una scuola di periferia, in attesa che gli venga assegnata una più dignitosa residenza. A sollevare l’importantissima questione è il prof. Giuseppe D’Angelo, Soprintendente Onorario all’Archivio Storico Comunale “Catello Salvati” di Castellammare di Stabia, che in un’intervista/denuncia su di un quotidiano, notifica a chiari parole quanto sia inappropriata l’attuale sede che attualmente ospita la preziosa documentazione.

Articolo del prof. D'Angelo

Articolo del prof. D’Angelo

Preso coscienza dell’importante problematica liberoricercatore non poteva esimersi dal manifestare, seppur sotto forma di modestissimo editoriale, il suo personale pensiero: la posta in palio è troppo alta e non abbiamo tempo da investire in inutili chiacchiere (qui rischiamo di perdere un inestimabile patrimonio di cultura stabiese).

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