Archivi tag: Lino di Capua

Rege Poste sotto al palazzo Cardone

Le sedi delle principali officine di posta a Castellammare di Stabia nell’Ottocento

Le sedi delle principali officine di posta a Castellammare di Stabia nell’Ottocento

articolo di Gelda Vollono & Lino Di Capua

Alla memoria del compianto prof. Michele Naclerio,
appassionato cultore e studioso di storia postale prefilatelica
del distretto di Castellammare e dei circondari della provincia di Napoli.

articolo del 26/03/2019


In un’epoca dominata dal telefono e da internet mandare e ricevere un messaggio è una cosa non solo comune e alla portata di tutti ma soprattutto immediata, tanto che fa quasi sorridere, perché antiquato e non al passo coi tempi, pensare di affidarlo ad un foglio di carta da piegare, affrancare ed imbustare. Tuttavia solo in un passato relativamente remoto era una rarità. Infatti perché un messaggio scritto possa esistere debbono sussistere diverse condizioni che nel corso dei secoli si sono sviluppate in maniera graduale.  Il primo requisito è che devono essere in molti a saper scrivere e leggere, cosa che per molti paesi europei si è verificato all’inizio del secolo scorso. Se poi guardiamo al nostro paese ed in particolare alle regioni del sud possiamo senz’altro affermare che fino agli anni ’40 del ‘900 la maggioranza della popolazione  era del tutto analfabeta, tanto che quello dello scrivano era un vero e proprio mestiere:

Lo scrivano

Fig.1 Lo scrivano. Immagine tratta da Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti di Francesco de BOURCARD

la celebre scena di Totò nella parte dello scrivano che riceve un cliente nel film “Miseria e nobiltà” fotografa in maniera crudele ma reale la situazione culturale della Napoli di fine ottocento, rimasta ahimè attuale fin quasi alla prima metà del ‘900. Secondo presupposto è che ci debba essere una distanza tra i due interlocutori tale da giustificare l’invio di una lettera, cosa che si verifica dopo l’unità d’Italia quando la mancanza di lavoro nelle campagne spinge intere popolazioni a cercare lavoro nel nord Europa o addirittura oltre oceano. Continua a leggere

Privilegio agli stabiesi per le acque termali

a cura di Maurizio Cuomo

Carissimi visitatori, visto che molti amici in questi giorni mi hanno chiesto di far luce su di una ipotetica concessione data agli stabiesi per la libera fruizione delle acque termali, di buon grado e nella certezza di poter favorire l’attività meritoria di “Ricomincio da Tre – Antiche Terme di Stabia“, organizzazione no profit di cittadini stabiesi, nata in quest’ultimo periodo per vigilare e salvaguardare il nostro patrimonio termale, abbiamo investito il carissimo Lino Di Capua (bibliofilo, appassionato di storia locale), dell’onere e dell’onore di rintracciare il documento o uno scritto che potesse suffragare la suddetta concessione, ormai tramandata da padre in figlio e della quale si era quasi perduta memoria. Sperando di aver fatto cosa utile e gradita, e che soprattutto, possa servire alla causa (come già succedeva al buon Viviani, st’acqua è ssanghe, e ccoce pure a noi), rimettiamo a seguire il frutto della sua ricerca.

Nella speranza di una Stabiae migliore e maggiormente consapevole, porgiamo a tutti i più cari saluti.

La redazione di liberoricercatore.it

Le acque di Stabiae (foto Ricomincio da Tre - Antiche Terme di Stabia)

Le acque di Stabiae (foto Ricomincio da Tre – Antiche Terme di Stabia)

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Brindisi Anno nuovo 2015

Come da tradizione ormai consolidata, giovedì 1 gennaio 2015 (ore 12,00), la redazione di liberoricercatore.it si è riunita per il brindisi beneaugurante di Capodanno.

L’incontro giunto al 6° anniversario, si è svolto a Castellammare di Stabia, presso il centralissimo bar “Fontana” (P.zza Matteotti, a pochi metri dalla stazione delle Ferrovie dello Stato).

La foto di gruppo del 2015.

La foto di gruppo del 2015.

Oltre al direttivo di liberoricercatore.it (composto da: Gaetano Fontana, il naturalista Ferdinando Fontanella, il dott. Corrado di Martino, il dott. Giuseppe Plaitano, Giuseppe Zingone, Antonio Cimmino, Enzo Cesarano e Maurizio Cuomo), al brindisi erano presenti numerosi amici, simpatizzanti e diversi autori di redazione, tra cui: il prof. Giuseppe D’Angelo (Sovraintendente onorario dell’Archivio storico di Castellammare, nonché ricercatore ed autore di numerose pubblicazioni), Antonello Ferraro, il prof. Bonuccio Gatti, Catello Esposito Sansone, Enrico Discolo, Massimiliano Greco (Presidente dell’Associazione Stabiese dell’Arte e del Presepe) e Lino Di Capua. Estremamente compiaciuti, quest’anno tra i presenti, annoveriamo anche: Pasquale Esposito (pittore stabiese di particolare bravura), Carmine Iovine (fondatore e Past President del Circolo Legambiente Castellammare / Gragnano), Giuseppe Di Massa (ricercatore gragnanese di comprovato spessore, fondatore e Presidente del Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari), con la signora Carolina, sua gentile consorte,  il piccolo Catello Zingone ed il Generale di Divisione Rosario Castellano (visualizza la biografia).

P.S.: si coglie l’occasione per salutare con affetto il nostro webmaster Giovanni Grammegna, il M° Sebastiano Cascone, Giorgio Trojano, Antonio d’Orsi, Alberto Gargiulo, l’ing. Francesco Chianese e l’amico fraterno Aniello Lascialfari, che per intervenuti imprevisti, quest’anno non sono stati presenti.

Galleria immagini (foto Enzo Cesarano & Corrado di Martino):

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paluorcio

Il paluorcio

Il paluorcio

articolo di Lino Di Capua Gelda Vollono

articolo del 07/03/2013


paluorcio

paluorcio

Caro Maurizio, ho riletto con interesse ed anche con una certa emozione l’appello accorato del dott. Vincenzo Esposito di giovedì 12 agosto 2010(1), in favore della conservazione del paluorcio, struttura di appoggio alla teleferica usata per il trasporto della neve, del legname e di altri prodotti fino alla prima metà dell’800. Esso mi ha fatto venire alla mente quella che mio padre, allora operaio del cantiere, aveva costruito in scala molto più ridotta all’inizio degli anni ’50. Consisteva essa in una serie di pulegge e di funi a cui era appeso il classico ‘panariello’ di vimini e che collegava il balcone posto al quarto piano della nostra casa con quello di fronte situato al primo piano della casa dove abitava la famiglia di mia madre. Attraverso questa teleferica casalinga era possibile trasferire da sopra a sotto e viceversa senza sforzo e in pochissimo tempo ogni genere di cose. Chissà perché ho sempre pensato che mio padre si fosse ispirato alla funivia del Faito ma, solamente dopo aver letto l’articolo e aver riflettuto sul fatto che lo usavamo già prima che la funivia andasse in funzione, ho capito che era ai paluorci che aveva pensato. Infatti egli, come tutti quelli che lavoravano ai cantieri navali, doveva sicuramente conoscerne la storia ed essendo poi un grande amante della montagna in qualche sua escursione doveva essere per forza imbattutosi in ciò che ne restava di essi. Mi sono poi ricordata che fino a qualche anno fa non era insolito, passeggiando per le strade del centro antico della nostra città, vedere calare dai balconi i ‘panari’ con i quali le signore solevano comprare la mercanzia da venditori ambulanti o da negozianti sotto casa e non mi è stato difficile pensare che forse anche quello è stato un riadattamento del più antico paluorcio. Continua a leggere

Monologhi stabiesi - Ex diversis unum

Monologhi stabiesi

di Lino Di Capua e Gelda Vollono

Monologhi stabiesi - Ex diversis unum

Monologhi stabiesi – Ex diversis unum

 

articoli disponibili:

Io son farfalla e volo

articolo del 28/05/2022


Dal Torrione al Palazzo Spagnuolo

articolo del 24/04/2022


Beppo: il piccolo giornalaio della Stazione di piazza Ferrovia

articolo del 05/03/2022


Le Cinque lettere del dott. Giovambattista Quadri

articolo del 12/12/2021


I “Conti di Castellamare”

articolo del 12/08/2021


La Portella del Quartuccio: una scoperta sorprendente

articolo del 28/07/2021


La via del Gesù

articolo del 19/07/2021


Alcune note sullo Stallone

articolo del 13/06/2021


Souvenir de Castellammare

articolo del 11/08/2019


Le sedi delle principali officine di posta a Castellammare di Stabia nell’Ottocento

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Villa Moliterno

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Perche’ “Palazzo Cardone”?

articolo del 12/02/2019


Joseph Lanner

articolo del 09/08/2018


Il paluorcio

articolo del 07/03/2013


Lo Stabias Hall

articolo del 13/10/2012


Le miracolose acque minerali di Castellammare

articolo del 09/03/2011


15 agosto 1807: Castellammare in festa

articolo del 13/01/2011


Un episodio di delinquenza “organizzata” risalente al 1888

articolo del 16/05/2010


Il cav. De Gaetano e la nascita della Piedigrotta Stabiese

articolo del 06/06/2009


La “Cirio” di Castellammare…

articolo del 06/06/2009

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Cenni biografici degli autori:

Vollono Geltrude: nata a Castellammare di Stabia (NA) il 16 ottobre 1949, dopo aver conseguito nel 1968 la Maturità presso il locale Liceo Classico Plinio Seniore, si laurea in Matematica presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli il 22 marzo 1973. Insegnante di ruolo di scienze matematiche presso la scuola media Di Capua di Castellammare, fino al 1997, non ha mai tralasciato di trasmettere ai suoi alunni l’amore per la propria città e il rispetto per le proprie radici storiche e culturali. Dal 2000 è impegnata nel coordinare i lavori di riordino e di informatizzazione del patrimonio librario della Biblioteca del Clero della locale chiesa del Gesù.
Di Capua Catello: nato a Castellammare di Stabia (NA) il 30 luglio 1969, infermiere professionale presso il Presidio Ospedaliero “Loreto Mare”. Da circa 25 anni bibliofilo di storia stabiese. Dal 2000 collabora come volontario ai lavori di riordino e di informatizzazione del patrimonio librario della Biblioteca del Clero della locale chiesa del Gesù. Avviato alla ricerca storica dal compianto dott. Giovanni Celoro Parascandolo, maestro di vita e di storia.