di Giuseppe Zingone
Luglio, un anno a Castellammare
Luglio, caldo e appiccicoso come il miele, sei già estate, mese senza ombra, mare come sedia a dondolo, culla di pescatori, “’na spiga vulluta e ‘na fetta ‘e mellone” furtivamente mangiate per strada.
Affacciandomi dalla statale sul bagno Conte, vedo Tonino che gode le sue meritate ferie, sicuramente sudate, fino a ieri, infatti, ha sfacchinato spezzandosi la schiena in un cantiere edile sotto il sole spossante. È pronto per un tuffo che desterà meraviglia tra le belle sirene senza pinne, che si lasciano cingere dal mare; anch’esse attendono qualcosa, forse un marinaio stabiese da incantare. Un lieve spruzzo di schiuma ed un inconsistente gorgoglìo e i riccioli bruni di Tonino sono frantumati dall’acqua, ora il suo viso ne sembra incorniciato, intanto, occhi azzurri come questo cielo sereno predicono un nuovo amore.
Verso la calce e cementi, un gruppo scultoreo di pensionati color bronzo, divide a metà la spiaggia, proprio sulla scogliera, sono da sempre presenti su questo lido, parlano di calcio e di politica, fanno bagni dal mese di Maggio, sono i custodi indiscussi di questa spiaggia (ancora) libera che li ha visti giovinetti e come i loro antichi antenati greci apportano il loro contributo di pensiero a problemi che non conoscono soluzione. Continua a leggere