di Giuseppe Zingone
Marzo, un anno a Castellammare
Ladispoli, lì 1 marzo 2011
Il cielo di Marzo sta sulla nostra testa, tra capo e collo, come una ghigliottina, se c’è il sole è in vigore un’amnistia, se piove chi si è visto si è visto e attenti agli schizzi… È proprio vero caro Di Giacomo: “Marzo è pazzo chiove, schiove e jesce ‘o sole!”.
Marzo spalanca violentemente le nostre finestre su un cielo turchino che invoca il sole, qualche stabiese il dolce tepore solare lo strapperebbe volentieri al paradiso rapendolo e ficcandoselo dentro casa a forza.
Qualcuno ha addirittura escogitato interessanti giochi di luce utilizzando i vetri delle macchine o le vetrine dei negozi dirimpetto per illuminare a giorno il proprio basso e quando la festa finisce bastano tre mandate al portoncino in ferro, per rincorrere sul Lungomare un sole rosso sangue che ha deciso di sciogliere il suo ultimo colore nel blu cobalto del mare come un acquerello.
A Marzo non disdegno, nonostante l’allergia alla soffice parietaria, di fare un giro in collina, la ritrovo ovunque per terra, sul tufo, nell’aria, non la voglio ma essa mi cerca e mi abbraccia lo stesso con il suo leggerissimo polline.
Qualche piccolo vortice di foglie nei tornanti di Quisisana, racconta che questo non è il primo rinnovamento di cui è testimone, ma la stagione è ancor fredda e l’inverno non cede del tutto il passo. Continua a leggere