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Pozzano

Pozzano

di Giuseppe Zingone

Veduta da Pozzano, Anonimo

Godetevi voi il vostro divino Pozzano che sognai anche mio – e compatite chi va a fare la vita disperata e rabbiosa del reporter.1Queste le parole di una Matilde Serao, in procinto di partire per Venezia in qualità di giornalista.2 Continua a leggere

  1. Matilde Serao, Lettera ad Olga Ossani, Napoli, 12 settembre 1881.
  2. A Pozzano, rinomato “paese” di villeggiatura campano, posto sopra Castellammare, la Serao dedicò un lungo articolo. Chiquita, La leggenda di Pozzano, Capitan Fracassa, 23 luglio 1882.

Hélène d’Orléans a Castellammare

a cura di Maurizio Cuomo

Carissimi quella che vengo a raccontarvi oggi è una brevissima storia che intreccia la vita di Hélène d’Orléans duchessa di Aosta e la nostra Castellammare di Stabia, all’indomani del 2 giugno 1946.

Buona conoscenza a tutti!!!


Hélène d'Orléans duchessa di Aosta

Hélène d’Orléans duchessa di Aosta

Nel 1908 viene inaugurata a Roma la scuola per le infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana e l’anno dopo fra le allieve in divisa bianca c’è anche una signora alta ed elegante, Hélène d’Orléans, la moglie di Emanuele Filiberto di Savoia duca di Aosta, cugino di re Vittorio Emanuele III. Adesione prestigiosa, salutata con la massima soddisfazione dai vertici italiani della C.R.I. perché sin da subito la duchessa, in veste di crocerossina, si prodiga con dinamismo e coraggio in varie missioni. L’opera di volontariato prosegue negli anni e si consolida soprattutto durante la prima guerra mondiale, periodo nel quale Hélène dà ampia prova di bravura, carattere e di grande efficienza. Resistendo alla fatica e ai disagi, la duchessa è piena di iniziativa e di una severità che la fa giudicare intransigente: Hélène non si lascia intimidire dalle greche dei generali ai quali rivolge le sue richieste di provvedimenti quando si trova di fronte a situazioni intollerabili, un carattere duro che si scioglie quando è vicina ai malati e ai feriti a cui presta ben volentieri la sua assistenza.

Per le valorose opere intraprese in guerra, Hélène ottiene: una medaglia d’Argento al Valor militare, tre Croci al Merito di Guerra, due onorificenze francesi, una inglese, e la medaglia Florence Nightingale.

Hélène d'Orléans

Hélène d’Orléans

Terminata la guerra e riacquistata la pace, Hélène riprende a viaggiare. Stimata dalla Chiesa per la sua devozione e la sua carità, ossequiata dalla autorità, popolare tra la gente, la duchessa visita anche i bassi di Napoli e fra la miseria più nera si muove con naturalezza; persino Matilde Serao, la potentissima giornalista de “Il Mattino”, le dimostra una certa simpatia. Negli anni intrattiene rapporti amichevoli con D’Annunzio e con Mussolini. Vedova dal 1931, resta a Capodimonte, dove dimora per tutto il secondo conflitto mondiale. Sono anni di grandi dolori, la morte del figli lontani, il referendum che cancella la monarchia,  la fuga del re, ma Hélène resiste e va avanti.

Dopo il 2 giugno 1946, si ritira in un albergo a Castellammare di Stabia e quando Umberto impone a tutta la famiglia di lasciare il Paese, la duchessa non si muove. “Sire”, fa sapere al re, “sono diventata italiana e resto in Italia”. L’ultimo gesto di amore per quella che ormai era la sua patria è il dono nel 1947, alla Biblioteca Nazionale di Napoli del Fondo Aosta. Hélène d’Orléans duchessa di Aosta muore a Castellammare di Stabia il 21 gennaio 1951.


Libri consultati: “101 storie di regine e principesse che non ti hanno mai raccontato”, opera di Marina Minelli.


Per ulteriori approfondimenti si consiglia: 

La Duchessa d’Aosta Elena d’Orleans