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Buon Compleanno a Maurizio Cuomo

Quando si vuole bene a qualcuno, il giorno ideale per ricordargli quanto egli possa essere importante per noi è proprio il giorno del suo compleanno. Oggi il nostro Direttore compie 50 anni, quale occasione migliore di questa per lasciargli un messaggio di stima ed affetto. Pensiamo che tutta la città debba tributargli stima infinita per aver fondato e poi condotto in oltre 20 anni di storia, il sito di Libero Ricercatore ai massimi livelli divulgativi.

https://youtu.be/X1kKpgFAC-g

Citata da testate nazionali e addirittura da Wikipedia la sua creatura è presa ad esempio, stimolo e fonte energetica, da tutti i moderni portali, che ahimè. tentano,  di trattare gli stessi temi.  Con un piccolo filmato che riporta immagini vecchie e nuove della nostra amicizia, speriamo di rendergli speciale questo giorno particolare, un tesoro affettivo che ciascuno di noi porterà dentro di sé per sempre. Tanta strada abbiamo percorso insieme e tanta ne faremo ancora, perseguendo le passioni comuni: – le tradizioni e la cultura della nostra terra -. Buon Compleanno Direttore da tutti gli amici di Libero Ricercatore. Per Aspera ad Astra!

Giovani canottieri stabiesi oggi come ieri (fotorendering Corrado Di Martino)

Il Circolo Nautico Stabia

a cura di Maurizio Cuomo

“Il Circolo Nautico Stabia, inaugurato il 23 aprile 1922, cominciò ad avere vita intorno al 1921, ad iniziativa dei proprietari dei Magazzini Generali, sigg. Enrietti e Cozzolino, che, occupando con uno chalet in legno l’area demaniale marittima in via Bonito, al tempo disponibile, vollero evitare l’eventuale sorgere di un doppione dell’attività commerciale già in piena efficienza, da essi realizzata, a lato della Capitaneria di Porto.

Giovani canottieri stabiesi: "Oggi come ieri" (fotorendering Corrado Di Martino)

Giovani canottieri stabiesi: “Oggi come ieri” (fotorendering Corrado Di Martino)

Sul motivo contingente c’era però una lodevole finalità sportiva, rispondente ai desideri della gioventù stabiese: far nascere e dare incremento allo sport nautico a remi. L’idea fece subito breccia, e fra i primi canottieri furono il dott. Carlo Vitelli, l’ing. Guglielmo Vanacore, il sig. Paolo Scognamiglio, gli avv. Guido e Nino Gaeta, il capitano di lungo corso Vincenzo Sorrentino, oggi tutti noti e stimati professionisti. E furono essi, sorretti dal primo presidente del Circolo, avv. Giuseppe Cozzolino (che poi ricoprì anche la carica di vice podestà al Comune) a dare localmente grande impulso all’attività nautica; la quale andò sempre più allargandosi e intensificandosi, continuando sempre ininterrotta, con la partecipazione a tornei e gare nazionali, conquistando primati e premi”1. Continua a leggere

  1. Tratto da “Stabiae e Castellammare di Stabia”, di Michele Palumbo – Aldo Fiory Editore Napoli, anno 1972, pag. 387.
Galletta di Castellammare

La galletta stabiese

a cura di Maurizio Cuomo

Pietanze, bevande e dolciumi quali: pizza napoletana, gnocchi alla sorrentina, torta caprese, vini vesuviani, pomodori San Marzano, pasta e vino di Gragnano; sono solo alcune delle decine di specialità campane conosciute in Italia ed all’estero per l’eccellente qualità. Castellammare di Stabia contribuisce notevolmente ad arricchire questa lista con diversi prodotti locali tra i quali vanno ricordati: l’acqua della Madonna, i carciofi degli orti di Schito, la galletta stabiese ed i tipici biscotti di Castellammare.


La galletta stabiese

Definita “biscotto di mare”, perché apprezzata e consumata già in epoca remota dai marinai, fu senz’altro prodotta con lo scopo di approvvigionare i velieri ed i mercantili per le lunghe traversate marittime. Un documento angioino risalente al 1283 relativo ad una commissione di gallette per l’armata navale, attesta l’antico nobile utilizzo di tale biscotto.

Galletta di Castellammare

Galletta di Castellammare

Durissima a forma tonda e schiacciata, la galletta a vent’otto buchi, ricordata nella tradizione locale come un impasto di pane privo di lievito e sale, cotto per un tempo addirittura doppio rispetto al comune pane (operazione richiesta per eliminare qualsiasi traccia di umidità), poteva essere conservata per lunghi periodi, senza pericolo di ammuffimento. Per il consumo era necessario ammollare la galletta con acqua, spesso e volentieri “Acqua della Madonna”. In periodo a noi non molto lontano, i produttori stabiesi di questo caratteristico sfarinato, venivano identificati come “gallettari”.

Demolizione delle Antiche Terme

Le antiche terme: una picconata al “cuore”

Le antiche terme: una picconata al “cuore”

l’Editoriale di Maurizio Cuomo

Prendendo spunto dalla struggente immagine d’archivio “Demolizione delle Antiche Terme: il primo colpo di piccone”1, che ho rimesso in calce a “Le antiche Terme“, un breve articolo descrittivo del prof. Giuseppe D’Angelo, e soprattutto, colpito dritto al cuore dal seguente commento rilasciato da Enzo Cesarano: “Quest’immagine della prima picconata (data alle Antiche Terme di Stabia quel maledetto 26 febbraio del 1956) iniziò a distruggere la memoria e l’anima della piccola città, trasformandola in qualcosa che, a distanza di anni, non si è capito cos’è…, purtroppo ancora oggi quel piccone nessuna mente illuminata riesce a fermare”, ho molto riflettuto e non posso esimermi dal commentare.

Demolizione delle Antiche Terme

Demolizione delle Antiche Terme: il primo colpo di piccone

Ebbene, credetemi, portare avanti liberoricercatore.it, non è cosa semplice, in circa 16 anni di attività, abbiamo archiviato centinaia di articoli e migliaia di immagini d’epoca; molte sono le difficoltà ed i sacrifici che giornalmente affrontiamo per mantenere aggiornata la cosiddetta “memoria storica cittadina“. Va da sè, che il nostro portale, animato giornalmente da numerosi collaboratori, ai quali va dato gran parte del merito del successo, viene portato avanti per semplice passione e senza alcuno scopo di lucro (sia chiaro, spesso ci rimettiamo dalle tasche, perché nella totale indifferenza di “Chi” dovrebbe elogiare e sostenere iniziative come le nostre, sovente siamo costretti ad autofinanziarci). Continua a leggere

  1. Immagine è gentilmente concessa da Lino Di Capua e Gelda Vollono di “Ex Diversis Unum”
carbonaio

Gravunaro (antichi mestieri)

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


Gravunaro (Cravunaro)
( a cura di Maurizio Cuomo )

(articolo del 12 gennaio 2014)

Un antico mestiere sempre più raro da vedersi è il “Gravunaro”. In origine la vendita di carboni e carbonelle, veniva effettuata da un ambulante solito girare per le case con delle grosse sacche trasportate a spalla. In seguito, alcuni “gravunari” scelsero una dimora fissa, per cui la vendita di questi combustibili (un tempo) indispensabili per alimentare il focolare di casa, avveniva molto più comodamente dalle buie botteghe.

carbonaio

Ormai rimpiazzato dai moderni fornelli da cucina (alimentati a gas), il ritiro dalla scena del vecchio focolare a carbone, di riflesso, ha causato anche la scomparsa di quasi tutti i “gravunari” stabiesi. Con molto piacere segnaliamo “Catello”, uno dei pochissimi mestieranti del carbone resistito agli eventi, che fa’ ancora bottega in via II De Turris (la via che da San Bartolomeo, porta alla piazzetta del Caporivo di Castellammare di Stabia).