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lettere alla redazione

Lettere alla Redazione (anno 2019)

Lettere alla Redazione

Lettere alla Redazione


Venerdì, 15 novembre 2019  (Massimiliano Greco)

Caro Maurizio, sto cercando di ricostruire la storia del presepe della Cattedrale attraverso immagini, articoli di giornale e documenti.
Per quanto abbia cercato, a parte una decina di foto e cartoline, dalle origini agli anni ’50 non ho trovato nulla.

Pastori cattedrale di Castellammare

Pastori cattedrale di Castellammare (foto Massimiliano Greco)

Escludendo il catalogo della mostra all’Angelicum del 1962 ed il video dell’istituto Luce, gli unici due documenti a me noti, parte dell’archivio di mio padre, sono la nomina di Mons. D’Arco, il verbale di consegna dei pastori alla soprintendenza di Napoli nel 1954 e due articoli di giornale de presepe del 1954 e 1955. Troppo poco direi.
Mi piacerebbe che gli amici di Liberoricercatore.it mi aiutassero in questa ricerca che servirà per una futura pubblicazione.

Ti abbraccio. Massimiliano.

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Epigrafe acqua acidula (foto Maurizio Cuomo)

L’Acqua Acidola

a cura di Maurizio Cuomo

Con ogni probabilità a tutti coloro che hanno avuto occasione di dissetarsi alla monumentale fonte dell’Acqua Acidola di Castellammare di Stabia, è sovvenuta almeno una volta la curiosità di comprendere e di capire il senso dell’antica epigrafe posta a ridosso della mescita… al fine di colmare questa mia (e forse anche vostra) atavica curiosità, ho improntato una personale ricerca che mi ha permesso di rintracciare un esaustivo articolo d’epoca1, che a beneficio dei nostri lettori trascrivo a seguire, rimettendolo nella sua integrità. Buona lettura e buona cultura stabiana a tutti!

Acqua Acidula (foto Maurizio Cuomo)

Acqua Acidula (foto Maurizio Cuomo)

Tra le numerose acque minerali del bacino idrico di Castellammare di Stabia quella che, fin dalla più remota antichità, godette maggiore fama fu la sorgente dell’Acqua Acidola.

Nell’antichità greco-romana, nel Medioevo e nei secoli seguenti, questa sorgente, che limpida, fresca e frizzante, sgorga dalle visceri della montagna, fu usata e lodata come rime­dio efficace nelle malattie dei reni, del fegato, dello stomaco e del ricambio in generale.

Il periodo di maggior fama di quest’acqua salutare credo che sia stato il Settecento. Il professore dell’Università di Napoli, Domenico Cotugno, il maggior clinico del tempo, famoso non solo in Italia ma in tutta l’Europa, ne sperimentò l’efficacia negli ospedali napoletani e la dichiarò superiore alla tanto celebre acqua di Spa. Continua a leggere

  1. articolo tratto da: “Castellammare di Stabia – Annuario turistico economico. Anno 1955 (archivio liberoricercatore.it).
Portocarello (rarissima foto d'epoca)

La Torre di Portocarello

articolo a cura di Maurizio Cuomo

Torre di Portocarello (opera del pittore Errico Gaeta)

Torre di Portocarello (opera del pittore Errico Gaeta)

Allo scopo di chiarire l’abbondante confusione che, negli ultimi anni, si è generata in merito all’esatta collocazione territoriale della “Torre di Portocarello” e per ben definire una vera e propria identità storica di questa antica fortificazione stabiese, pubblichiamo a seguire, una breve, ma esplicita lettera inviataci dall’Esimio prof. Giuseppe D’Angelo (massimo conoscitore storico locale contemporaneo), con la quale si ridimensiona gran parte di quanto è stato fino ad oggi erroneamente scritto da numerosi storici locali: Continua a leggere

Il mercato nel 1842

a cura di Maurizio Cuomo

Per il piacere di conoscere più approfonditamente la nostra storia e perché no, di “respirare” il suggestivo vissuto stabiese di fine Ottocento, mi pregio di riportare la descrizione del Parisi, riguardante i “Mercati”1 e le mercanzie che in quell’epoca venivano introdotte e vendute nella nostra Castellammare.

Il mercato a Castellammare (Giacinto Gigante - XIX sec.)

Il mercato a Castellammare (Giacinto Gigante – XIX sec.)

Castellammare principale città del suo distretto, nel centro di questo situata ed in molti prodotti fertile, oltre dello esterno suo commercio à pure dei larghi e ricchi mercati che molti dalle altre città continuamente vi richiamano e che a grande vantaggio di sè e della sua popolazione certamente pur sono. I lunedì, mercoledì e venerdì di ogni settimana improrogabilmente al suo mercato son destinati, dalla costa di Sorrento, di Amalfi – dalla provincia del Principato – Citeriore e da più remoti luoghi gente vi corre.

Molti grani dalle Puglie vengono e spesso cavalli, vaccine, majali, pecore dalle nostre province e principalmente da Salerno.

Dalla costa di Sorrento del burro, dei formaggi freschi, vi si portano e delle noci, una immensa quantità di eccellenti aranci e limoni e qualche piccola manifattura, estraendone della verdura in grande abbondanza, essendone privo quel paese, delle paste, della foglia di celso per la industria serica, dei salami e delle manifatture. Continua a leggere

  1. Contenuto tratto da: “Cenno storico descrittivo della città di Castellammare di Stabia, Catello Parisi, anno 1842, pagg. 77 e 78.

Le immagini incoronate della Madonna

a cura di Maurizio Cuomo

Il rito delle “incoronazioni mariane” si fa risalire al nobile Alessandro Sforza Pallavicini, il quale lasciò cospicui beni al Capitolo di San Pietro in Vaticano purché dopo la sua morte, come scritto nel testamento del 3 luglio 1636, provvedesse a incoronare le immagini più celebri della Vergine1.

A Castellammare ci sono sei Immagini della Madonna che, per i loro pregi artistici, per l’antichità e per la grande devozione dei fedeli, sono state incoronate con decreto del Rev.mo Capitolo Vaticano, in accoglimento del desiderio del popolo stabiese. A seguire ve le proponiamo corredate da una breve descrizione.

Santa Maria dell'Orto

Santa Maria dell’Orto

Titolo dell’Immagine: Santa Maria dell’Orto
Data del rito d’Incoronazione: 21 agosto 1892
Prelato che ha proceduto al rito: (*) Vescovo Vincenzo Maria Sarnelli Continua a leggere

  1. da: Luoghi dell’Infinito – “Val d’Ega, la fede delle Dolomiti”, articolo di Paolo Simoncelli