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Tragedie dimenticate

a cura di Maurizio Cuomo

Per trattenerne il ricordo e renderne futura memoria, trascrivo a seguire, un brevissimo articolo d’epoca1 (segnalatomi da mio cugino Giuseppe Zingone), nel quale si racconta in maniera quasi telegrafica ed asettica, di una tragedia occorsa nella nostra Castellammare. Si noti che quelli che potrebbero sembrare errori o refusi di scrittura, sono invece una trascrizione fedele del testo, operata (tale e quale) in maniera di lasciare inalterato il fascino della scrittura e della cronaca dell’epoca. Buona cultura stabiana a tutti!!!

Scoglio di Rovigliano (12)

Scoglio di Rovigliano (cartolina d’epoca)

Un battelletto di Torreannunziata, mentre vi faceva ritorno da Castellammare nel giorno 6 del corrente, sorpreso da subitanea burrasca naufragò presso al Forte Rivigliano. L’unico marinaro che il governava per nome Salvatore Ajello, perì per effetto di tale disastro; nè se ne potè rinvenire il cadavere.

Francesco Filosa - Gli orti di Schito

Gli orti di Schito (Francesco Filosa)

Uno de’ fulmini scoppiati, durante il temporale, colpì frattanto nelle contrade di Schito un pagliajo, ove per iscansar la pioggia eransi ricoverati quattro individui. Tre di essi ne restarono illesi, ma una infelice per nome Nunziata Piedipalumbo ne rimase disgraziatamente estinta. È questa una pruova di più che in tali casi è meglio soffrir la pioggia e tenersi ne’ luoghi aperti, che il rifuggirsi ne’ pagliaj o sotto degli alberi.


Note:

  1.  Tratto da: “La Voce della Verità”, Gazzetta dell’Italia centrale, anno Quarto dal numero 466 di Martedì 29 Luglio 1834, pag 807.

Proverbi stabiesi

a cura di Maurizio Cuomo

Al fine di preservare i vecchi detti stabiesi da una probabile estinzione generazionale, ne raggruppiamo a seguire alcuni tra i più noti.

Proverbi stabiesi

Proverbi stabiesi

A San Michele ‘a castagna sotto a ‘o pere
(A San Michele la castagna sotto al “piede”)

I lussureggianti boschi stabiesi di Quisisana (tradizionale oasi di frescura estiva) e le ampie zone del Faito coltivate a castagno, nel primo periodo autunnale offrono agli improvvisati raccoglitori in cerca di una boccata di aria salubre, la possibilità di portare a casa un abbondante cesto di prelibate castagne da fare al forno, lesse o arrostite. Poiché nel suddetto periodo è festeggiato San Michele Arcangelo (29 settembre), Patrono di Scanzano e Compatrono di Castellammare di Stabia, in devozione a detto Santo ha avuto origine il seguente caratteristico detto: “A San Michele ‘a castagna sotto a ‘o pere” (“pere”: inteso come piede d’albero, in dialetto stabiese “‘o pere ‘e castagno!”).

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Uomini, viaggi, ingredienti

l’editoriale di Maurizio Cuomo

Giovanni, Nicola e Maurizio (selfie di Giovanni Santarpia)

Giovanni, Nicola e Maurizio (selfie di Giovanni Santarpia)

Uomini, viaggi, ingredienti; è il titolo del libro di Rino De Feo, chef stabiese di fama internazionale, che ha esportato la cucina italiana, la cucina stabiese, in Cina, a Guangzhou. Rino è riuscito a produrre in loco, sì in Cina, la mozzarella di bufala. Un grande chef, un grande formatore Rino De Feo, allievi figli di una cultura diversa, cinesi, vietnamiti, filippini, si sono affacciati alla cultura nostrana, seguendo i suoi insegnamenti. Insegnamenti che fanno ragionare e riflettere anche noi a migliaia di chilometri di distanza. Continua a leggere

Il Faito

a cura di Maurizio Cuomo

Seppur brevemente vogliamo dedicare una pagina di LR al Faito, il nostro “gigante buono”, riportando ciò che nel 1842 scriveva il nostro conterraneo Catello Parisi, nel suo encomiabile “Cenno storico descrittivo della città di Castellammare di Stabia”.

Faito - litografia del 1823 (coll. Gaetano Fontana)

Faito – litografia del 1823 (coll. Gaetano Fontana)

Dagli Appennini sub-Campani Castellammare è dominata. Il monte Faito che ne una diramazione da molti autori l’antico monte Lattario creduto, verso il sud le fa immediatamente spalliera e nel sottoposto mare si specchia. Alle sue falde fabbricata è la nostra città… Sulla sommità del monte Faito una immensa spianata trovasi di sorprendente amenità.

Il golfo di Stabiae (foto Maurizio Cuomo)

Panorama dal Faito (foto Maurizio Cuomo)

Vari paesi da essa guardansi sottosposti e l’occhio incantato percorre un estesissimo orizzonte di variato e pittoresco spettacolo. Gli Appenini, il Vesuvio, Napoli, tutta la Campania, il nostro golfo il nostro cratere vedesi da una parte, e dall’altra il golfo di Salerno è pur dominato da sì bella incantevole pianura. L’animo dello spettatore si eleva a tal sublime panorama e di pura dolcissima gioia trasogna. Continua a leggere

Faito “brucia”!!!

l’editoriale di Maurizio Cuomo

L’estate 2017 con il suo caldo torrido e la crescente siccità dovuta alla mancanza di pioggia, hanno inaridito all’ennesima potenza i terreni, riducendo quelli che appena un paio di mesi fa erano floridi cespugli ed arbusti, a sterili sterpaglie. Intere aree montane, come ben noto sono andate a fuoco, tra di esse, dapprima il versante Sud del Vesuvio, poi il versante gragnanese di monte Pendolo e a seguire il Faito in vari punti (versante Positano e zona Scurorillo fino ad arrivare al Belvedere).

Anche il Faito, il nostro “polmone verde” sta andando in fumo e con esso innumerevoli ettari di vegetazione… impossibile poi quantificare il numero di piccoli animali che nei roghi sono morti e che ancora moriranno.

Incuria ed abbandono e la totale assenza di pulizia preventiva del sottobosco, spiega il nostro naturalista Ferdinando Fontanella, sono la causa principale di possibili inneschi naturali. La natura di questi importanti incendi: dolosa, colposa o per cause naturali (rimandiamo alle cronache eventuali approfondimenti), in questi giorni, ha messo a nudo l’impreparazione e l’approssimazione della macchina  organizzativa, orfana alla base di un vero e proprio piano antincendio come la totale assenza di linee di taglio nelle zone boschive…

Sottintesi sono i ringraziamenti ai VV.FF., alla Protezione Civile e ai tantissimi Volontari che si sono realmente prodigati per spegnere le fiamme; ai tanti cialtroni, agli speculatori, ai mercenari e soprattutto ai diavoli incendiari eleviamo invece la peggiore delle maledizioni, nella speranza di vederli un giorno bruciare nei roghi da loro stessi appiccati per insulsi, beceri interessi!!!

Nella certezza che le immagini possano illustrare molto più di tante inutili parole e spiegare il mio e lo stato d’animo di chi come me ama la natura, a seguire poniamo il reportage fotografico di Enzo Cesarano, una galleria di immagini che tutti dovrebbero vedere! Continua a leggere