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Castellammare di Stabia

Castellammare di Stabia: città del Mediterraneo situata nel cuore del Golfo di Napoli. Magistralmente incastonata ai piedi del monte Faito, dove un tempo sorgeva l’antica Stabiae, gode della incantevole veduta panoramica sulle vicine isole di Capri e di Ischia. A pochi passi dalla storica Pompei (6 Km), dalla rinomata Sorrento (16 Km), dal celebre Vesuvio (15 Km) e dalla splendida Napoli (28 Km).

Castellammare di Stabia (Na)

Castellammare di Stabia (Na)

L’immagine indica la posizione geografica di Castellammare di Stabia.

 

La fontana di San Giacomo

Appello ai cittadini e alle Istituzioni locali

( articolo di Maurizio Cuomo )

La fontana di San Giacomo (foto M. Cuomo)

La fontana di San Giacomo (foto M. Cuomo)

Uno dei punti d’acqua più antichi e rinomati della città di Castellammare di Stabia è senza alcun dubbio la fontana di San Giacomo. Situata appena pochi passi più su della omonima chiesa che da secoli è riferimento per gli stabiesi del posto e ha dato origine al toponimo che identifica l’intera zona collinare, la fontana, affaccia su salita Quisisana (un erto stradone in basoli che congiunge la “Caperrina” alla zona delle “Botteghelle”).
Questa fonte, seppur di modesta portata, è divenuta celebre per la sua freschissima e apprezzata acqua sorgiva. A confermare quanto detto e a dovere di cronaca storiografica, riportiamo uno scritto dello storico stabiese Catello Parisi, che nel 1842 nel suo “Cenno storico descrittivo della città di Castellammare di Stabia”, così scriveva: “L’acqua di San Giacomo in sotterraneo sito sorge nei dintorni del luogo Madonna della Sanità detto, e per un ampio condotto di antichissima epoca n’è portata la sua poca quantità nella piccola fontana a due bocche prossima alla chiesa di San Giacomo nella strada di Quisisana… Nel luogo ove sorge fu rinvenuta una gran lamina di piombo sulla quale vedevasi dalle pareti della sotterranea volta gocciolare quest’acqua, locchè ne prova la sua antichità. Essa è fra le potabili la migliore – salutevole – ed accreditata”. Continua a leggere

Lettere alla redazione 2009

Lettere alla Redazione

Lettere alla Redazione

giovedì 31 dicembre 2009 (Angelo Del Gaudio)

Il messaggio del carissimo Angelo Del Gaudio da Cremona.
“Anche se lontani, con il cuore siamo con te a brindare al nuovo anno ed alle fortune del Liberoricercatore.
Dillo a tutti: questa tua straordinaria intuizione è stata capace di trasformare gli stabiesi vicini e lontani da conoscenti in VERI AMICI. Un abbraccio. Angelo”.

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mercoledì 30 dicembre 2009 (Ersilia Cosenza)

Sono stata una cara amica di Franco Circiello e volevo sapere come pubblicare una lettera dedicata a lui che ci ha lasciato. Saluti.
“Caro Franco, circa un mese fa mi fu detto che forse non eri più qui con noi, su questa terra. Scacciai questa notizia e pensai che si trattava di un omonimo, in realtà col tuo nome ce ne sono parecchi a Castellammare. Penso che non feci niente per scoprire se la notizia era vera, perché non volevo che lo fosse. E solo ieri, dopo un mese, ho saputo che non ti avrei più visto, non ti avrei più parlato o scritto. Dolore, rabbia, sentimenti che ho avvertito e il pensiero che non potrò più vedere il tuo sorriso, che illuminava un viso talvolta stanco, già mi rattrista e tanto. Avevi detto che dovevo conservarti i confetti di mia figlia e li avevo custoditi per te, mi aspettavo di rivederti e vedere la gioia che i tuoi occhi hanno sempre espresso. E poi adesso di te devo solo avere i ricordi: i nostri discorsi sociali, il piacere di ascoltarti, la tua cultura infinita. E quando mi regalasti il tuo libro, in un tuo racconto mi avevi anche citata, il pensiero di leggere le tue storie mi rese felice, pensavo però di non leggere le poesie, ma dovetti ricredermi, tutte bellissime e tutte ricche di gioia e di vita, la tua vita vissuta. Quante storie mi hai raccontato e quanta cultura ho cercato di assorbire dalle tue parole, talvolta non ho condiviso le tue opinioni, talvolta mi sono entusiasmata al pensiero di avere avuto la fortuna incredibile di essere stata scelta da te come amica. Sono convinta che continuerai ad essere accanto a me, mi dicevi che il mondo dei morti era accanto a noi, che non esisteva un al di là; forse non avevo neanche capito bene o non volevo capire bene, ma ascoltarti mi era sempre assai gradito. Ieri sono corsa a casa, per vedere quando mi avevi mandato la tua ultima mail, il 6 ottobre, solo quattro giorni prima di non poterne più scrivere, invitandomi a vedere un film che mi avrebbe ricordato mio padre. Ti risposi il giorno dopo, e la cosa peggiore è che non ti ho più sentito o scritto, forse non volevo sapere. Ciao mio caro amico. Questa è una lettera per te, solo per te. Ersilia Cosenza”.

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lunedì 28 dicembre 2009 (Giuseppe Volpe)

Buongiorno, sono Giuseppe Volpe, sono nato a Castellammare di Stabia il 13/12/1950 e vissuto sino al 1964 in via Fratte (sino al 1975 in via Cicerone), attualmente in Cerveteri (Roma). Ho recentemente conosciuto il Vostro bellissimo (a proposito COMPLIMENTI) sito e… mi sono riconosciuto nella foto di 2^ elementare 1957-58 di Eresiarco Francesco e vorrei avere la possibilità di contattarlo.
Ho riconosciuto amici delle scuole medie Chianese Franco e vorrei avere la possibilità di contattarlo. Infine Ugo Meli, se è quello del’infanzia in via Fratte, vorrei avere la possibilità di contattarlo.

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venerdì 25 dicembre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Caro Maurizio, anche questa volta non ho saputo fare meno di invadere, se mi sarà concesso il tuo sito dando una risposta al sig. Cirillo (rif.: messaggio del 23 dicembre 2009), per la quale mi sento abilitato dalla mia professionalità e dal lavoro che ho svolto di ispettore del Lavoro dell’ASL di Ostia (Vedi l’allegato).
Ti saluto. Gioacchino Ruocco.

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mercoledì 23 dicembre 2009 (Ferdinando Cirillo)

Il sig. Ferdinando Cirillo sottopone una domanda ai lettori, se qualcuno sa rispondere è pregato di contattarci:
“Ho un problema tecnico che vorrei sottoporre alla vostra attenzione in quanto vostro assiduo lettore sperando che voi me lo passiate ai frequentatori del sito con l’auspicio che qualcuno di loro possa aiutarmi: Una lavanderia ad acqua che lava la biancheria usando solo detersivi biodegradabili al 90% , ipoclorito di sodio in ragione dell’ % del bagno di lavaggio ammorbidenti quando occorre; non fa candeggio, non lava a secco per cui non usa solventi di nessun genere deve essere classificata fra le industrie insalubri? Vi ringrazio anticipatamente, nandocirillo”.

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venerdì 18 dicembre 2009 (Silvano Cannavacciuoli)

Ci scrive il carissimo Silvano Cannavacciuoli dagli U.S.A.:
“Carissimo Maurizio, ho letto con immenso piacere la storia di Beppe Cuomo… sembrava come un film in bianco nero della mia gioventù (vissuta a quei tempi). Bravissimo… mi ha fatto commuovere… lo confesso… ricordandomi gioie e tristezze di carattere formativo, cose belle, cose brutte ed alcuni sbagli di una gioventù ormai svanita. Chissà se Beppe ha legami di parentela con Enzo Cuomo, il nostro allenatore di canottaggio degli anni cinquanta? Se ho indovinato… magari può dare i miei saluti affettuosi ad Enzo, una persona molto brava e stimata. Grazie mille e Buon Natale, Silvano Cannavacciuoli”.

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lunedì 14 dicembre 2009 (Cinzia Petagna Cripe)

Ci scrive la sig.ra Cinzia Petagna Cripe dagli U.S.A.:
“Gentile Sig. Cuomo, le scrivo dagli USA dove vivo da molti anni. Nipote e figlia di stabiesi, ho trascorso la prima parte della mia vita a Castellammare e le faccio i complimenti per gli sforzi e il bellissimo lavoro che conduce per valorizzare e sostenere la nostra cara Città.
Per essere breve, ho aperto un blog sul quale parlo di ricordi intrecciati a ricette così come mi sono state tramandate dalla mamma e dai nonni (tra l’altro proprietari di una delle migliori pasticcerie stabiesi fino agli anni ’60). Mi piacerebbe poter linkare il mio blog al suo sito e utilizzare qualcuna delle belle fotografie che lei possiede su di esso. Ho letto il Disclaimer e mi starebbe benissimo, ma mi piace anche un approccio personale in perfetto stile con il carattere di noi stabiesi. Quando avrà un attimo di tempo, provi a visitare il blog: www.cinziamaria.wordpress.com e mi dica le sue impressioni. Nel frattempo la saluto sperando di leggere una sua risposta molto presto. Cordialmente. Cinzia Petagna Cripe”.

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domenica 13 dicembre 2009 (Gigi Nocera)

Ci scrive il carissimo Gigi Nocera in ricordo dell’Illustre stabiese Gabriele De Rosa:
“Nei giorni scorsi è mancato alla cultura italiana un nostro illustre concittadino: GABRIELE DE ROSA. Era nato a Castellammare nel 1917. Per noi giovani che nel dopoguerra ci appassionammo alla democrazia (che era stata brutalmente soffocata nel ventennio fascista) imparammo presto a conoscerlo. Apparteneva a quei numerosi intellettuali della sinistra democristiana, che aveva quali esemplari componenti, fra gli altri,Giuseppe Dossetti e Giorgio La Pira. Fece anche parte di quel gruppo di esimi giuristi che scrissero la nostra Costituzione oggi incomprensibilmente (o comprensibilmente?) tanta avversata. De Rosa, all’interno del mondo cattolico, diventò uno dei più prestigiosi intellettuali. Nei suoi studi storici dedicò molta attenzione alle vicende del movimento cattolico. Offrì anche un importante contributo alla storia della religiosità popolare tramite il volume “Vescovi popolo e magia del Sud”. Fu intimo di Luigi Sturzo del quale scrisse una biografia. Insegnò nelle Università di Padova, Roma e Salerno della quale fu anche rettore. Fu eletto deputato e senatore in diverse legislature nelle file della DC e del PPI. Di questo illustre stabiese molto ci sarebbe da scrivere, ma il compito è molto arduo per me e quindi lo lascio ha chi ha più competenza. Con questa mia ho voluto soltanto mettere in condizione il LIBERO RICERCATORE di ricordare ai suoi lettori questo figlio di Stabia forse poco conosciuto nella sua città natale. Grazie professor De Rosa!”

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sabato 12 dicembre 2009 (Enzo Cesarano)

Rimettiamo alla vostra cortese attenzione l’accorata lettera scritta dal carissimo amico Enzo Cesarano:
“Carissimo Maurizio sai che cerco di disturbarti quanto meno è possibile perché so il lavoro e i sacrifici che ti procura il portare avanti con tanto amore questo Sito che io non mi stancherò mai di dirti che è un bene per tutti noi stabiesi. I problemi che affliggono questa Città sono tanti come il lavoro, la camorra, dei politici e inutile parlarne, ma adesso che si distrugge con tanta disinvoltura il nostro patrimonio storico culturale è di una gravità inaudita. Mi riferisco allo scempio che è stato fatto al Convento della Pace… Fino ad oggi, la chiesa della Pace è stata per centinaia di ragazzi l’unico centro di aggregazione sociale, della zona antica di Castellammare, parlo di via Viviani, Licerta, largo Pace, via Gesù, Santa Caterina. In questo luogo sacro ci sono ricordi bellissimi di intere generazioni, cosa dire non so: il dolore, il rammarico, la rabbia e tanto; cosa fare? Non perdere la speranza e continuare a credere che questa Città ritorni ad essere vivibile e normale, con progetti fattibili che aggregono l’intera comunità. Mi auguro e auguro a tutti di ritrovare nelle nostra identità culturale quello che c’è di bello, di grande, di utopistico e da lì prendere le forze per uscire da questo pantano.
Mai come oggi e senza retorica dobbiamo fare nostro il motto di Stabia “Post Fata Resurgo”. Ti ringrazio. Enzo Cesarano”.

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mercoledì 9 dicembre 2009 (Riccardo Scarselli)

La lettera scritta da Riccardo Scarselli:
“Gentile redattore, mi permetta di complimentarmi per questa magnifica iniziativa che con efficienza e continuità procede, mi dà la sensazione di un salvadanaio storico della nostra Città.
E’ un piacere cogliere attraverso queste scritture, quei detti, foto e tradizioni, emozioni di momenti vissuti, elementi che ravvivano forse finalmente in noi Stabiesi una circostanza di aggregazione che potrebbe aiutarci a conseguire quel traguardo molte volte pensato e citato ma mai raggiunto, forse per mancanza di umiltà da parte di ognuno di noi. Con piacere ho colto la partecipazione del Prof. Pippo d’Angelo, che con la sua pazienza e professionalità è e sarà sicuramente un importante supporto alla redazione per i quesiti storici che vi verranno posti. Voti augurali Natalizi e di crescita alla redazione ed a tutti coloro che leggono e partecipano alla crescita del “libero ricercatore stabiese”. Riccardo Scarselli”.

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lunedì 7 dicembre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Da Lido di Ostia, ci scrive lo stabiese Gioacchino Ruocco:
“Caro Maurizio, nella tua ultima del 13/11/2009 mi scrivi “apprezzo sempre la tua schiettezza e spero non prenderai a male queste mie poche righe scritte con altrettanta sincerità.” la mia risposta opposta alla tua nota era dovuta al seguito del tuo scritto anche se scrivevi “Facendo salvo quanto di buono fino ad oggi hai scritto e trascritto per il sito a beneficio dei nostri “Affezionati visitatori”. Ho cercato, al di là dei saluti e delle congratulazioni che gli altri ti inviano ed esprimono per il refrigerio che gli offre, di dare un contributo per accrescerlo nei contenuti che devono necessariamente esserne l’anima, come tu fin dall’inizio hai intuito e hai incominciato a fare lungo tutte le tue notti che hai sacrificato, per farlo rivisitare ed amare. Il fatto che non sempre da Castellammare arrivino risposte ai quesiti che pongono quelli di fuori ti dovrebbe far riflettere sul modo di divulgarlo anche a livello locale, visto che non bastano le rubriche di servizio e i tanti siti di altri sulla città che affollano e disorientano i naviganti.
Con le mie critiche ho cercato di stimolare l’interesse dei visitatori locali. Sto ancora qui, forse per l’ultima volta, a scriverti come la penso, anche se continuerò a visitare il tuo sito per mezzo del quale ho incontrato due squisite persone che ho conosciuto grazie principalmente al tuo contributo.
Se leggi la rubrica “Sei stabiese se…” che annovera ventitre pagine di se… ti renderai conto che molti sono stabiesi solo a chiacchiere e rifiutano il coinvolgimento perché amano “il quieto vivere, ‘e struffele, ‘e zeppole ‘e Natale, ecc”.
Comunque prima di lasciarti, ti faccio gli auguri di Buon Natale e Buon Anno a te e famiglia, di buon lavoro, per il sito, ecc. ecc.
In ultimo, ad ogni buon conto, ti chiedo la liberatoria per le cose che ti ho inviato, scritte o trascritte, pubblicate e non, in forma anonima o firmate per eventuali utilizzi futuri”.

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sabato 5 dicembre 2009 (Andrea Buonocore)

Ci scrive Andrea Buonocore da Benevento:
“Caro Maurizio, sono Andrea Buonocore di Benevento, durante una escursione in montagna dalle parti di Cusano Mutri (vecchie miniere di bauxite) parlavo con un tuo concittadino (Marcello Fattoruso) delle mie origini stabiesi e lui mi ha suggerito il tuo sito. Le uniche notizie certe che ho, è la nascita a Castellammare di mio padre (16/12/1916) Buonocore Catello fu Giovanni. Mio nonno Giovanni sposò Orsola Cicchella e con la famiglia si trasferirono a S. Giuseppe Vesuviano. Presumo che il mio bisnonno fosse Buonocore Catello che era interessato alla lavorazione del rame, forse era imparentato con la famiglia Damora o D’Amora pasticcieri. Ora ricordo che un fratello di mio nonno Adilio sia morto sulla nave B. Brin. Non so se tu per le tue conoscenze potrai aiutarmi a ricercare le origini della famiglia Buonocore. Ti comunico che anche una famiglia Cuomo si è trasferita a Benevento negli anni ‘50. Ti saluto e ti ringrazio per l’ospitalità”.

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venerdì 4 dicembre 2009 (Clara Renzo)

Ci scrive la carissima Clara Renzo:
“Caro Maurizio, come ricorderai, tempo fa ti informai del fatto che un brano di mio figlio, Antonello Cascone, era nell’ultimo CD di Andrea Bocelli, “Incanto”, intitolato “Pulcinella” (rif.: “Informatore stabiese del 29 ottobre 2008”). Ora voglio aggiornarti in merito al prosieguo della carriera di mio figlio, ( che, tra l’altro, questo Dicembre 2009 è impegnato in una serie di concerti, tra cui uno allo Stabia Hall). Antonello ha scritto, strumentato e diretto tutti i brani della prossima commedia musicale di Enrico Montesano, che debutterà a Roma a Dicembre. A tal proposito ti invio alcune foto. Spero che Castellammare si inorgoglirà, ancora una volta, per un suo figlio che porta in giro il suo nome con onore. Grazie. CLARA RENZO Cascone”.

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mercoledì 2 dicembre 2009 (Ferdinando Fontanella)

Ci scrive nuovamente il naturalista Ferdinando Fontanella per un breve ragguaglio:
“Caro Maurizio, ti scrivo per aggiornarti su alcune novità relative alla fontana di via Sanità. Salendo per via Quisisana ho incontrato il dott. Antonio Ferrara (coordinatore della staff del Sindaco Vozza), sapendo che anche lui vive a Quisisana, gli ho chiesto se avesse notato il danno alla fontana. Mi ha detto che si era accorto della vasca rotta e che ha fatto recuperare i pezzi dagli addetti del Comune. Questa è una buona notizia, ora dobbiamo sperare solo che la fontana sia riparata e riprenda la sua antica dignità. Buona giornata. Nando”.

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venerdì 27 novembre 2009 (Vittorio Cappa)

Ci scrive nuovamente il sig. Vittorio Cappa:
“Carissimo Maurizio, voglio far pervenire, tramite la redazione, al regista SALVATORE RAIOLA al sig. GIGI NOCERA e a tutti quelli che hanno portato sul sito la storia e la tradizione di “Fratielle e surelle”, un vivissimo ringraziamento, per averci donato dei momenti cosi belli. Ho 69 anni sono originario di piazza Orologio e ho un meraviglioso ricordo dell’IMMACOLATA e della mia infanzia. Adesso abito al S. Marco e stamane anche qui si è rinnovata la tradizione, dal balcone ho potuto notare la presenza di moltissimi giovani ai quali auguro vivamente che la MADONNA riesca a garantire loro un futuro sereno di lavoro e di fede cristiana. Ti saluto con affetto e ti ringrazio. VITTORIOK”.

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mercoledì 25 novembre 2009 (Vittorio Cappa)

Un ricordo del sig. Vittorio Cappa, in riferimento all’articolo “Il terremoto del 23 novembre 1980”:
“Caro Maurizio quella sera mi trovavo con mia moglie e i bambini dai nonni a Scanzano, dopo 1 minuto dalla scossa mia moglie mi chiese se era tutto passato, io le risposi che il peggio incominciava in quel momento. Intanto il lampione della luce sulla strada oscillava ancora molto forte. Tu eri bambino che ricordo hai? Il seguito fa parte della storia che tutti conosciamo. Ciao Maurizio alla prossima spero di raccontarti qualcosa di più divertente, vittoriok”

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sabato 21 novembre 2009 (Bruno Striano)

La richiesta del sig. Bruno Striano:
“Salve, scrive Bruno Striano. Sto collaborando alla realizzazione di un volume per conto di un ente pubblico che tratterà gli aspetti religiosi, turistici, archeologici etc. dei comuni della fascia costiera del Vesuvio. Sul vostro sito ho notato delle foto molto belle di Castellammare di Stabia e probabilmente potrei utilizzarne qualcuna. Se mi dà la Sua autorizzazione, a fronte naturalmente della citazione da Lei richiesta, ne sarei lusingato. La ringrazio in anticipo qualunque sia la Sua decisione e mi complimento per l’interessantissimo sito. Cordialità. Bruno Striano”.

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mercoledì 18 novembre 2009 (Silvestro Migliorini)

Il carissimo Silvestro Migliorini ringrazia Angelo Del Gaudio:
“Caro Angelo, le tue parole mi hanno commosso. Non mi dilungo per non cadere nelle frasi fatte. Sarai certamente d’accordo con me a ringraziare Maurizio per la sua opera, che dimostra come si può essere bravo figlio in questa terra bistrattata. Maurizio non fa battaglie ma, da l’esempio con il suo lavoro, la sua modestia, onestà, ed io che ho avuto la gioia di conoscerlo di persona aggiungo tranquillamente con la sua dolcezza. Anche tu, Angelo sei certamente un animo sensibile… Mia madre ci teneva ad avere consensi e, mi ripagava dicendomi che io ero il figlio che aveva saputo valorizzarla, senza nulla togliere alle tre sorelle che l’hanno accudita fino all’ultimo respiro. Caro Angelo, le vere poesie hanno l’anima, energia e, vita propria. Vi abbraccio. Silvestro”.

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domenica 15 novembre 2009 (Angelo Del Gaudio)

Il carissimo Angelo Del Gaudio commenta il “canto di un angelo”:
“Stimato Maurizio, ho letto con stupore ed ammirazione le poesie della signora Valanzano Titina… ne sono rimasto affascinato. Leggevo e quelle parole dagli occhi penetrando nella mente mi ritornavano sulle labbra e sentivo che per me parlava il cuore poetico di una donna semplice come un angelo.
Da poco qui a Milano hanno fatto i funerali di Stato ad Alda Merini, poetessa allucinante di cui non riuscivo a cogliere alcun senso nelle parole, eppure forse sarà addirittura sepolta nel Famedio. Titina non avrà questi onori di chi è grande per i bla bla bla, ma certamente da parte di quanti la leggeranno avrà il plauso e l’ammirazione uniti al ricordo di parole dolci e veramente poetiche che si stamperanno nel Famedio del cuore. Grazie al figlio per averci regalato queste perle.
Un abbraccio e un grazie anche a te Maurizio sempre attento e sensibile per le cose che fanno veramente felici i liberiricercatori. Angelo”.

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domenica 15 novembre 2009 (Umberto Cesino)

Scrive il carissimo Umberto Cesino (www.artez.it):
“Ciao, caro Maurizio. E’ un po’ che ti volevo scrivere. Ho letto il tuo articolo sulla Sacra Spina: quante cose affascinanti di Castellammare sono ignorate e quante cose tu contribuisci a divulgare con Libero Ricercatore. Questa città un giorno dovrà darti in qualche modo un riconoscimento ufficiale, quale cittadino che tanto impegno, capacità e amore mette al servizio della conoscenza della sua storia e delle sue bellezze, dei suoi figli migliori e della sua brava gente.
Un abbraccio, Umberto Cesino”.

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sabato 14 novembre 2009 (Giuseppe Zingone)

Il carissimo Giuseppe Zingone commenta la foto “Torneo al Seminario di Scanzano – anno 1977″, gentilmente inviataci dal sig. Michele Malafronte:
“La foto che ti hanno inviato riprende di lato Don Benito D’Aniello, grande sacerdote, padre Buono di tutti gli alunni della Scuola Media Statale Alfredo Panzini ed Ex Parroco della Parrocchia di san Nicola. Nei miei ricordi di studente soleva rivolgersi ai suoi alunni chiamandoli “Angioletti”, forse non lo eravamo… ma di sicuro ricorderemo la sua cordialità e bontà d’animo. Grazie!”

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venerdì 13 novembre 2009 (Antonio Di Vaio)

L’appello del sig. Antonio Di Vaio, se qualcuno ha informazioni utili è pregato di contattarci:
“In base alle mie faticose e lunghe ricerche, sono venuto a conoscenza delle mie origini. Per meglio dire delle origini di mia madre. Mia madre nasce a Castellammare di Stabia nel 1939, subito viene dichiarata al Comune sopra citato, ma poi per volontà della madre naturale viene portata alla Real Casa dell’Annunziata di Napoli. Oggi mia madre ha compiuto il suo 70° anno e siamo riusciti ad accedere all’archivio storico del brefatorio, scoprendo il nome della vera madre. Voglio premettere che mia madre fu adottata ed ha condotto con i suoi genitori adottivi una vita eccezionale, però il pensiero di sapere le origini è sempre stato forte. La donna che partorì mia madre si chiamava: Di Martino Lucia nata il 1907 in via Privati e morta il 1985. Si sposò nel 1940 con Schettino Andrea nato il 1910 e morto il 1984. Hanno avuto due figli maschi: Schettino Michele, nato il 1944 ed emigrato a Vicenza nel 1969 e Schettino Antonio, nato il 1946 e morto nel 1982. Quindi l’unico rimasto in vita è Schettino Michele. Se qualcuno può darmi notizie di questa persona sarebbe cosa molto gradita. Ringraziandovi di cuore aspetto vostre notizie”.

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lunedì 9 novembre 2009 (Silvestro Migliorini)

Ci scrive Silvestro Migliorini:
“Caro Maurizio, ringrazio te e tutti gli amici di Castellammare. Sono stato sommerso dall’affetto. Se vuoi, puoi pubblicare l’allegato. Ti abbraccio. Silvestro.

Fratello ritrovato!
Grazie a Titina, mia madre, ho ritrovato un fratello. Tra le tante testimonianze di solidarietà per la sua scomparsa, ho ricevuto da Torino una telefonata da un cugino perduto di vista: Romeo Di Martino. Mi ha ringraziato per aver condiviso il latte dal seno di mia madre. Titina allattava entrambi perché sua madre era deceduta poco dopo la sua nascita. Con questa testimonianza di cultura perduta ma, non dimenticata ringrazio tutti gli amici. Grazie fratello! E, …Titina allatta ancora!

Il primo dei nove figli Silvestro Migliorini”.

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domenica 8 novembre 2009 (prof. Aldo Cinque)

Ci scrive il prof. Aldo Cinque (studioso di storia locale):
“Voglio informarvi che sul mio blog http://agerola.spaces.live.com/ ho di recente pubblicato delle nuove cose. Tra cui, appena pochi minuti fa, un articolo sul “giallo” del manoscritto (scomparso) dell’agerolese del ‘600 (dimenticato) Francesco Antonio Porpora, canonista, poi vescovo di Montemarano e in privato grande appassionato di storia ed archeologia. Non vi rovino il piacere della scoperta con altre informazioni. Buona lettura e fatemi avere vostre impressioni e contributi. PREGOVI INOLTRARE AD ALTRI POTENZIALI LETTORI visto che tale blog non è ancora ben noto in giro. Grazie. Con cari saluti. Aldo Cinque.

P.S.: Sarei onorato di far parte degli Affezionati frequentatori del sito. Posso? Grazie e sempre complimenti per il successo e la qualità! Cordialmente. Prof. Aldo Cinque”.

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domenica 8 novembre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Gioacchino Ruocco, condoglianze per Titina Valanzano:
“Caro Maurizio, ho riletto con piacere i pensieri poetici ed accorati di Titina Valanzano, donna di sempre e accorata per il suo uomo che fu deportato come mio padre, mio zio e tanti altri offesi e violentati dalle barbarie della guerra. La pioggia che le sembrava un pianto di donna, lacrime, come gocce d’amore ci ricordano la sua dimensione ed i fremiti del suo cuore per l’uomo amato e per le creature che sotto le lenzuola piangevano per l’assenza, che non sapevano spiegarsi, del loro papà. Senza dimenticare i nostri torti, altro che donne di oggi sempre pronte a mollare la presa e la croce addosso a chi non è pronto a sorreggerle. Forse altri tempi, ma anche altre donne che sapevano assolverci e darsi coraggio con la preghiera. Con questo mi unisco al tuo proposito suggerendo ai visitatori del sito di rileggerla con attenzione per farla conoscere anche a chi non la mai conosciuta per unirci in un solo cordoglio. Saluti. Gioacchino”.

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sabato 7 novembre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Gioacchino Ruocco, commenta la prima parte della storia di Beppe Cuomo (rif.: “La mia Castellammare…”):
“Caro Maurizio, al di là dell’incipit che sa di cinematografico e a qualche pretesa letteraria che perde subito consistenza, la scrittura ed il racconto di Peppe Cuomo risultano molto vivaci ed immediati facendoci avvertire l’urgenza e il piacere dell’autore nel prendere contatto con la pagina bianca che rimanda a mille riflessioni prima di essere violata dalla scrittura. La lingua con la quale si esprime, nonostante l’esperienza americana, resta la nostra con inflessioni molto vicine al nostro dialetto, al nostro modo di parlare. Meglio così, sarà il racconto di un amico, che, per il momento, ha scelto di ritornare al suo paese rievocandolo nel rievocare quel pezzo di vita che vi ha vissuto, per evitare quello che ho scritto qualche mese addietro nella poesia “Vulesse riturnà, ma po’ che faccio… (Ostia Lido, 7 settembre 2009)”, per risvegliare, forse, l’apatia di quelli che lo chiamano raramente.
Si avverte il desiderio di rimanifestarsi, di riconquistare la realtà dei suoi ricordi per ricrearsi l’anima, quell’anima stabiese che sempre gli è rimasta cara e indispensabile per non perdersi negli immensi Stati Uniti.
Sicuramente, con le frequentazioni che ha avuto, ne racconterà di belle, ma quello che mi interessa sono i ricordi che ha della vita che ha vissuto a Castellammare.
I visitatori dai numeri che pubblichi sono tanti e gli elogi per il sito pure, ma quelli che hanno ricordi per testimoniare il carattere del paese che hanno lasciato sono pochi. Gli avvenimenti che racconta Peppe Cuomo, uomo di spettacolo, bisogna metterlo in conto, superano la sfera personale per il carattere pubblico che ha avuto l’esistenza della sua famiglia che negli anni, a partire dal dopoguerra in poi, si è fatta, comunque, artefice di avvenimenti che hanno tenuto vivi, in qualche modo, alcuni aspetti della nostra tradizione culturale e religiosa, della nostra formazione popolare e del nostro divenire segnato alternativamente da fatti che in certi casi hanno stravolto, in qualche modo, il carattere degli stabiesi.
Le feste in Villa sono tornate nella mia mente vive come le avevo vissute da ragazzo in mezzo a “nu votta votta” che inevitabilmente la moltitudine di gente che arrivava a Castellammare provocava col suo “moto perpetuo”.
Senza andare oltre, dico a Peppe Cuomo il mio bravo, curioso di leggere il seguito.
Per il resto ti scriverò a parte. Saluti e buon lavoro. Gioacchino”.

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mercoledì 28 ottobre 2009 (Vittorio Cappa)

Lo stabiese Vittorio Cappa segnala un evento religioso che si terrà nella Basilica di Pozzano (di cui prossimamente avremo cura di trasmettere maggiori dettagli):
“Caro Maurizio ti volevo comunicare che il 15/11/2009 nella Basilica di POZZANO sarà celebrata una messa in diretta tv su Rete Quattro, che sarà animata dal coro “SANTA MARIA ASSUNTA” della nostra Concattedrale (di cui io e mia moglie facciamo parte). Penso che tale evento possa eventualmente interessare tutti gli amici del nostro sito… Ti saluto affettuosamente, VITTORIO CAPPA”.

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martedì 27 ottobre 2009 (Concetta Suarato)

Ci scrive l’arch. Concetta Suarato su incarico di don Antonio Cioffi:
“Gentile Redazione, invio da parte di don Antonio Cioffi la locandina per le celebrazioni del IV centenario dalla fondazione del Collegio e della Chiesa del Gesù. Mi farebbe piacere se la pubblicaste. Grazie, Concetta Suarato”.

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lunedì 26 ottobre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Gioacchino Ruocco, commenta l’appello di Tiziana Adolescente (rif.: messaggio di domenica 25 ottobre 2009):
“Caro Maurizio, quando un uomo e una donna mettono su famiglia assumono l’impegno, vedi codice civile, di assistersi vicendevolmente nella buona come nella cattiva sorte. Chi si dichiara animalista e sponsorizza l’esistenza degli animali domestici, che tali non sono mai stati, dovrebbe assumersene tutte le responsabilità facendovi fronte economicamente e penalmente. Sovvertire le leggi della natura senza per questo sentirsi colpevole sembra veramente un po’ troppo, un affare che viene perpetrato alla faccia di quelli sempre pronti a commuoversi spendendo qualche lacrima e organizzando raccolte che di questi tempi vanno di moda. Sottrarre un animale al suo mondo e alla sua evoluzione è da sempre un delitto di cui l’uomo deve tener conto ascrivendosene la colpa senza trovare scappatoie per quello che ha fatto e continua a fare. Ho passato in campagna i miei primi anni di vita e ho imparato che ogni essere ha un suo ruolo. Davanti casa nostra il cane si era assunto il ruolo di guardiano e di cane da caccia. Un giorno, forse in cerca di cibo, Gemma si fermò da noi perché aveva trovato da mangiare. Nessuno le aveva chiesto niente, ma si mise ad abbaiare quando si accorse che eravamo sulle nostre perché davanti casa c’era una persona che non conoscevamo. Nessuno, tra l’altro, le aveva insegnato come catturare un uccello, eppure, durante il passaggio delle marzaiole e delle quaglie che si posavano sul terreno di mia nonna ne catturava ogni giorno e le consegnava alla padrona di casa ancora vive; al passaggio di estranei abbaiava per richiamare la nostra attenzione, ma non aggrediva mai nessuno. Gemma era una cagna eccezionale, dava rispetto e voleva rispetto senza aggredire o impaurire ringhiando. Era femmina, ma, da bastarda qual era, non accettava la corte di nessun altro cane che non le andasse a genio, tanto che non mise al mondo mai nessun altro essere. L’anagrafe canina voleva responsabilizzare i possessori di cani, ma questo non è avvenuto, specialmente nelle zone franche. Le ASL che, dopo l’opera di Dio, avrebbero dovuto dare un assetto ragionato all’assistenza sanitaria del nostro paese, non hanno mai risolto alcun problema e hanno tralasciato anche questo facendolo arrivare fino alla rubrica del Libero Ricercatore. Prima di rimandarlo al mittente, per quanto mi riguarda, la scrivente avrebbe fatto bene a non adoperare uno pseudonimo dietro al quale nascondersi e a dire subito, per dare modo di verificare la notizia, in quale zona del territorio esiste il problema che lei ha portato alla luce, dove si verificano periodicamente procreazioni a rischio di sopravvivenza per gli animali ancora piccoli e la diffusione del rischio biologico. Una cosa è la privacy e un’altra l’anonimato. Chi non ha coraggio delle proprie azioni non diventerà né santo né qualcosa d’altro, perché non sappiamo dove portare il soccorso richiesto. Un numero di telefono non rende visibili gli anonimi e palesi i problemi che si denunciano. Nessuno mi ha chiesto di commentare la richiesta della “Tiziana Adolescente”, ma l’ho fatto perché continuo a mettere in gioco la mia vita tutt’i giorni per affermare i principi morali che la rendono più sopportabile e meno stupida nei momenti del dubbio. Saluti. Gioacchino Ruocco”.

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lunedì 26 ottobre 2009 (Dr. Angelo Del Gaudio)

Ci scrive il dr. Angelo Del Gaudio, relativamente alla cartellonistica fuorviante impiantata dall’Ente Parco regionale dei Monti Lattari (rif.: messaggio di lunedì 12 ottobre 2009 a firma del naturalista Fontanella):
“Stimato Maurizio, arrivati a questo punto su una cartellonistica che fa oltraggio ad una Città in primo piano per cultura e tradizioni artistiche, vedi con qualche legale amico se non è il caso di citare i responsabili per oltraggio alla città di Castellammare (interesse diffuso da tutelare) e per omissione di atti di ufficio, vista la nota a suo tempo inviata dal sindaco Vozza. Gli elementi per farci rispettare non mancano, vedi tu cosa puoi fare, magari anche con altre iniziative più incisive. Se ci chiami siamo pronti ad una marcia mediatica. Con affetto, Dr. Angelo Del Gaudio”.

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domenica 25 ottobre 2009 (Tiziana Adolescente)

Salve, scrivo da Castellammare di Stabia, ho la necessità di trovare casa a queste piccole creaturine, potete darmi una mano? Vi giro il messaggio che sto inoltrando ad amici e siti animalisti della Campania. Grazie 1000!!!!!!!:
“Ciao a Tutti una delle cagnette della zona in cui abito ha partorito, di nuovo. Di solito, i cuccioli vengono subito adottati perché la zona è frequentatissima, ma ormai, col freddo, non arriva quasi più nessuno e queste creaturine rischiano di non arrivare al prossimo natale… la zona è già piena di cani e, anche se non ci sono abitanti in giro, cominciano a creare dei problemi. Nessuno tranne me ed un’altra persona si sono accorti della presenza dei cuccioli, che stiamo accudendo con non poche difficoltà. Al momento sono riparati in una casupola abbandonata che sarà un pessimo riparo con l’abbassarsi delle temperature… Stiamo cercando qualcuno in Campania che ne voglia adottare uno e desideri accudirlo con amore e rispetto. Dateci una mano”.
(per info: Tiziana 338/5811282)

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giovedì 22 ottobre 2009 (Pio Gaeta)

Un comunicato dell’amico Pio Gaeta del CAI Stabia:
“CAI Stabia – Sabato 24 Ottobre ( 4a Giornata per la Salvaguardia del Creato ): L’invito a partecipare è rivolto a tutti ed in modo particolare alle famiglie. I bambini e i ragazzi saranno organizzati, a seconda dell’età, in attività ludiche ed escursionistiche dai responsabili del C.A.I. Club Alpino Italiano, Sezione di Castellammare di Stabia. Gruppo Alpinismo Giovanile” (visualizza il programma).

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martedì 20 ottobre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Gioacchino Ruocco commenta la galleria fotografica di G. Cesarano:
“Caro Maurizio, la rubrica fotografica di G. Cesarano attraverso il bianco e nero delle prime tre, mostra della nostra cittadina, un volto che avevo da tempo dimenticato, un’intimità che le immagini delle cartoline generalmente non riescono a trasmettere. Il Faito innevato mi ha messo i brividi addosso come quand’ero bambino. Nell’immagine c’è il freddo che il vento di tramontana porta giù dalla montagna fino a livello del mare. E Faito, immobile e taciturno, sembra attonito nel silenzio che arriva dalle strade e dal lungomare vuote di gente, anche se l’Apocalisse della terza immagine sembra non appartenerci. Fondamentalmente sono tutte immagini con dentro un’anima. Queste mie annotazioni, anche se si presentano sotto forma di giudizi, vogliono essere solo un conforto per il lavoro degli altri. E’ bello trovare, senza sollecitarla, una nota sul proprio lavoro, perché, vuol dire, che qualcuno, nel bene o nel male, si è accorto di noi. Ciao e a presto. Gioacchino”

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domenica 18 ottobre 2009 (Carmine Spera)

Ci scrive il paroliere stabiese Carmine Spera (autore di testi di canzoni per bambini):
“Gentilissimo Maurizio voglio condividere con te ed i tantissimi visitatori di Liberoricercatore l’immensa gioia e la grande la soddisfazione di essere arrivato, come autore, in finale al 27° Festival Internazionale “Verdinote”. La manifestazione canora si terrà, dal 23 al 25 ottobre al Palazauli di Battipaglia, il mio brano “Le chitarre di zio Ernesto”, sarà interpretato da Maria Camporese una ragazzina salernitana che concorrerà nel settore “bambini” con interpreti provenienti anche dalla Svizzera, Serbia, Malta, Moldavia e altri paesi stranieri.
Come ricorderai non sono nuovo a questa kermesse, infatti, l’anno scorso vi partecipai classificandomi al terzo posto con la canzone “Ciro un cucciolo di ghiro”; brano interpretato da Aleksandra Betanska, con il quale ci aggiudicammo addirittura il primo posto al V Festival della Canzone Europea per bambini “Nutka Poliglotka”, svoltosi a Varsavia.
La canzone “Le chitarre di Zio Ernesto”, con la quale concorrerò quest’anno, è un invito a condividere i propri doni e capacità con chi nella vita non ha avuto la stessa fortuna, con essa, racconto lo stupore che prova una bambina nell’ascoltare le storie di suo zio musicista, esperienze fatte in giro per il mondo, suonando con la chitarra tanta musica, divertimento e speranza. Ciao, Carmine Spera ( www.filastrock.it )”.

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mercoledì 14 ottobre 2009 (Gigi Nocera)

Il carissimo Gigi Nocera segnala una interessante video/intervista agli amici di “Banca della Memoria”:
“Cari amici, collegatevi a questa pagina di www.rai.tv (attendete qualche istante che il video si carichi) e vedrete l’interessante intervista che hanno avuto questi tre bravi ragazzi con la Dandini, nel programma ‘Parla con me’. Gigi”.

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martedì 13 ottobre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Ci scrive il carissimo Gioacchino Ruocco da Lido di Ostia:
“Caro Maurizio, ti allego il resoconto di un incontro non desiderato col punteruolo rosso che ho trascritto in modo scherzoso ( visualizza l’allegato ). Ti saluto, come sempre. Gioacchino”.

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lunedì 12 ottobre 2009 (Nando Fontanella)

La fuorviante segnaletica del Parco Regionale dei Monti lattari (2a puntata):
“Caro Maurizio e Cari Liberi Ricercatori, approfitto ancora una volta della vostra bontà perché vorrei aggiornarvi sulla vicenda della cartellonistica fuorviante installata a Castellammare dall’Ente Parco Regionale dei Monti Lattari. Ricorderete certamente la vicenda dei due cartelli collocati a Quisisana, recanti uno la scritta Monte Faito (che invita a percorrere la pericolosa e interdetta via Giusso), l’altro invece un fantomatico “Albergo reale”.
Purtroppo non ho nessuna buona notizia da darvi, nonostante le numerose segnalazioni e le nostre proteste, seguite poi da una lettera ufficiale del Sindaco Vozza, che prendendo atto della drammatica situazione, ha scritto alla dirigenza del Parco, stranamente i cartelli sono ancora la in bella mostra.
Vi dirò, anzi, che i zelanti funzionari di questo “meraviglioso” ente pubblico continuano imperterriti nel loro lavoro ed hanno installato nuovi cartelli in altre zone collinari della città.
Oggi, infatti, ho deciso di ripercorrere una strada che non facevo da un po’ di tempo, ed accompagnato dal mio cane Nannina, ho fatto quattro passi diretto al Santuario della Madonna della Libera. Arrivato al nostro Castello medievale, salendo da via Fratte, ho notato che sul marciapiede era stato sistemato un nuovo cartello del Parco che riporta la dicitura “Santuario Madonna della Libera” con tanto di freccia che punta alla vicina via Castello.
Ho pensato: “Finalmente un cartello azzeccato!”, poi senza più pensarci ho continuato a camminare fin quando sono giunto al santuario ed è qua che ho notato un secondo cartello, mosso dalla curiosità di leggere cosa riportava mi sono avvicinato. Beh, che ci crediate o no, la scritta era sbagliata il santuario nel giro di qualche chilometro è passato da “Madonna della Libera” a Madonna della Libertà.
Come si spiegano questi svarioni? Vuoi vedere che questi signori non conoscono niente del nostro territorio?
Nel salutarvi e nel ringraziarvi per la cortese attenzione, vi auguro una buona giornata. Cordialmente, il vostro naturalista e amico. Ferdinando Fontanella”.

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domenica 11 ottobre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Condoglianze per la morte del prof. Franco Circiello:
“Caro Maurizio, la notizia del decesso di Franco Circiello mi ha in buona parte stordito. Non sapevo del suo stato di salute e quindi della probabile imminenza della sua dipartita. L’idea della morte è sempre presente nei miei pensieri fin dalla mia infanzia, quando scampai, assieme a mia madre, per due ore alle minaccia di morte di un soldato della liberazione che ci teneva il fucile puntato addosso. Forse è un’uscita di sicurezza per la nostra energia vitale, ma l’incertezza che l’accompagna mi mette addosso, quando sono più lucido, un desiderio sempre maggiore di restare agganciato il più possibile a questa realtà. La dipartita di Franco Circiello col quale avevo ristabilito un contatto tramite questo sito, che non ho saputo coltivare, mi pone, oggi, in uno stato di malessere. Il suo apprezzamento tardivo mi aveva riempito di meraviglia, perché dimostrava, nonostante tutto, che non mi aveva dimenticato, ma la distanza che ci separava non si era mai colmata anche se mi invitava il giorno dopo alla lettura della poesia che aveva dedicato a Villa Gabola. Augurandomi che le nostre anime non si perdano nel buco nero dell’irrazionale spero di incontrarlo ancora, quando sarà il momento, per farci, dopo tanto tempo passato lontani, un’insalata “cunciata cu ‘e mmane”, come aveva voluto ricordarmi. Condoglianze alla famiglia e al sito di cui era diventato un ospite assiduo”.

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domenica 11 ottobre 2009 (Giuseppe Zingone)

Un pensiero per Franco Circiello:
“Caro Maurizio, pur non conoscendo di persona Franco Circiello, volevo esprimere la mia tristezza per la sua improvvisa dipartita, penso infatti che di persone buone la nostra società oggi, abbia più bisogno che mai. Ciao Franco!”

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mercoledì 7 ottobre 2009 (Gioacchino Ruocco)

Gioacchino Ruocco (Esperto qualificato / Tecnico della Prevenzione dell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro), commenta la comunicazione del sig. Francesco Cosenza da Ciampino (rif.: “Escursionisti stabiesi” lettera del 6 ottobre 2009):
“Ho letto con attenzione e con interesse lo scritto di Francesco Cosenza, nativo di Scanzano, dove ha vissuto sino alla età di 16 anni, che racconta della sua vita e delle sue esplorazioni sul territorio di Monte Coppola indotte dai racconti fatti dall’amico Tommaso che aveva conosciuto frequentando i Salesiani sin da piccolo.
Abitando a Monte Coppola Tommaso, con l’argento vivo che doveva sentirsi addosso, nella necessità fisica di esercitare la sua forza nascente, si arrampicava a piedi nudi sugli alberi ed era in grado di scalare colonne lisce di cemento, ma per rompere, forse, l’isolamento in cui viveva , raccontava ai suoi amici coetanei le esperienze esplorative che andava compiendo sul territorio di residenza e di una grotta che aveva scoperto e visitato e che solo lui conosceva.
Ma un giorno, Tommaso, come aveva promesso, introdusse nella sua grotta anche Costantino e Francesco che ci fornisce una sommaria, ma discreta descrizione dell’antro con particolari e annotazioni da speleologo, ma non ne ricorda la dislocazione territoriale.
Certo i ragazzi raccontano tante storie e le montagne sono piene di buchi che sicuramente hanno avuto certamente degli inquilini, ospitato nei secoli scorsi qualche eremita anche se Monte Coppola viene citato nel “Tavolario Conca” come li beni di Andrea Coppola, dove si dice dentro il rivo e quindi risultava frequentato e sorvegliato da chi ne era proprietario, almeno che…
Forse un nascondiglio ben dissimulato per i tempi tristi, forse era un covo per briganti che ancora oggi, se non portato alla luce, cioè identificato e segnalato, potrebbe servire ad altri come rifugio, tenuto conto delle dimensioni, della presenza di acqua e di nicchie che potrebbero tornare comunque utili ai rifugiati.
Che un siffatto rilievo montuoso potesse nascondere situazioni del genere non lo credevo proprio. Finché ho abitato nelle vicinanze non ne ho mai sentito parlare, eppure nel dopoguerra c’erano ragazzi che mettevano il naso dappertutto. Comunque, a mio giudizio, il racconto del sig. Francesco è da verificare con urgenza anche per accertare una realtà che potrebbe dar luogo a ritrovamenti di testimonianze primordiali, inaspettate, che potrebbero rendere la meta più appetibile per escursioni che, oggi, sono certamente poco significative, vista la modesta struttura fisica del monte o per rendere innocuo un eventuale pericolo con un rischio residuo molto elevato. Troppo tardi potrebbe dar luogo a lutti non auspicabili.
Mi auguro che il racconto venga preso nella giusta considerazione, mentre esprimo un plauso a questo nostro concittadino che dimostra di avere ancora una memoria attiva che gli consente di rivivere il suo passato come testimonianza e suggerimento per una più approfondita conoscenza del territorio di provenienza anche da parte del resto della popolazione.
Questa segnalazione dovrebbe fornire lo spunto a chi gestisce il territorio per una sua mappatura segnalandone i risultati, interessanti e non, e i rischi come il buon senso richiede e le norme obbligano a fare. Saluti e buon lavoro, Gioacchino”.

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lunedì 5 ottobre 2009 (Alfredo Volpe)

Il sig. Alfredo Volpe segnala all’A.N.M.I. di Castellammare, due storie di marinai:
“Gentile Sig. Maurizio, in allegato le segnalo n° 2 storie di carattere marinaro. Certo di un suo gradimento ed interesse in attesa di un suo riscontro, La saluto cordialmente. Alfredo Volpe”.

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domenica 27 settembre 2009 (Franco Circiello)

Da Castellammare a Bruxelles in 500, il viaggio dell’Amicizia del prof. Circiello:
“Caro Maurizio, ho fatto una breve sintesi con relativa documentazione del mio viaggio al Parlamento Europeo ( visualizza l’allegato ). Come tu hai giustamente osservato in un’altra mail, il viaggio fu motivato da un profondo senso di idealità e orgoglio stabiese. Ero appena tornato dalla California e intorno a me, fra gli stessi stabiesi, la stampa e la tv, c’era tanta negatività sul futuro della città che mi venne spontaneo voler fare qualcosa che desse lustro e speranza alla Castellammare della mia giovinezza, che io porto nel cuore. Come sai ho pubblicato un libro in cui scrivo anche del viaggio, ma voglio affidare questa sintesi al sito del Libero Ricercatore che per me è diventato il Sacrario della Comune Memoria, con la speranza che questo mio viaggio possa dare stimolo ai giovani stabiesi di sognare e osare per la terra che ci ha dato i natali. Per un vagabondo come me, mai fu terra così dolce come quella di Castellammare. Un saluto a te, alla tua famiglia e a tutta la Comunità Stabiese del Libero Ricercatore. Sempre in gamba, Maurizio. Franco Circiello”.

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giovedì 24 settembre 2009 (Gabriella Sicignano)

Ci scrive Gabriella Sicignano:
“Ciao!!!! Per l’imminente festa di San Michele Arcangelo organizzata dalla parrocchia SS. Salvatore di Scanzano, ti invio in allegato, sia il programma religioso che quello della XVII Sagra del Peperone. Grazie!!!”

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mercoledì 23 settembre 2009 (Elia Genovese)

Ci scrive Elia Genovese, relativamente al video “Ufo dal Faito?”, da noi rimesso in pubblicazione nei giorni scorsi:
“Ho visto il video del presunto ufo sul faito vorrei chiedere il link da youtube al suddetto video. Cercando ho trovato un video in cui appare un oggetto volante dalle stesse sembianze di questo. Questo è il link da youtube spero di ricevere il vostro link per poterli confrontare. Fiducioso di una vostra risposta le faccio i miei più cordiali saluti”.

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martedì 22 settembre 2009 (prof. Franco Circiello)

Il pensiero del carissimo prof. Circiello, che condivido con sincero e profondo cordoglio per le famiglie di questi nostri sfortunati fratelli:
“Caro Maurizio, sicuramente avrai visto pure tu la scena del piccolo Simone di due anni, che in braccio alla mamma all’aeroporto di Ciampino salutava la bara del papà morto in Afghanistan. Ebbene, forse non entra nelle definizioni della rubrica, ma io credo di interpretare un comune sentimento nel dire che: Sei stabiese se, vedendo Simone agitare il suo saluto al papà, t’è venuto un nodo alla gola, e una lacrima e una preghiera sono andate ad accarezzare quella manina. Non c’è bisogno di pubblicare, Maurizio, mi basta condividere questo pensiero con te che sei un giovane papà. Onore e Gloria all’Italia del Piccolo Simone. Franco Circiello”.

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mercoledì 16 settembre 2009 (Alfonso Zampaglione)

Ci scrive Alfonso Zampaglione di www.naveardito.it :
“Salve, sono Alfonso ZAMPAGLIONE, del Comitato Amici di Nave Ardito. Per dare risonanza alla manifestazione del 2° Raduno Equipaggi di Nave Ardito sul vostro sito, volevo inviarle in allegato, in formato jpeg, la locandina ed il programma della manifestazione. So che Antonio CIMMINO, ha già fornito un articolo del raduno con una scheda tecnica della nave. Oramai è imminente l’evento, il 19 e 20 settembre presso il Campus Fondazione RAS – Istituto Internazionale Vesuviano. L’ardito e l’ultima Unità Navale della Marina Militare costruita presso i Cantieri di Castellammare di Stabia. Nel sito da me gestito potrà trovare ulteriori informazioni ( www.naveardito.it )… Nel Ringraziarla per la collaborazione le invio i miei più cordiali saluti. Alfonso ZAMPAGLIONE “.

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sabato 12 settembre 2009 (Franco Circiello)

Il prof. Franco Circiello ringrazia Nello Lascialfari:
“Le passeggiate di Nello Lascialfari: Caro Maurizio, vorrei tanto che tu facessi da tramite (o da medium) per comunicare al signor Nello Lascialfari tutta la mia gratitudine per il piacere poetico e onirico che il suo scritto ( Strade antiche ) mi ha procurato. Altro che “la mia mancata scolarizzazione giovanile ha lasciato tracce che non riesco a correggere”. C’è più anima in questo scritto che in tante dotte banalità accademiche. Pensa che la casa rossa del racconto è stata il simbolo della magia della mia fanciullezza, quando abitavo a via S. Caterina nella casa dei nonni materni. Dal terrazzo della casa potevo vedere tutti i giorni la casa rossa sulla montagna che come una buona fata mi guidava e proteggeva nelle difficoltà del mio crescere e nella speranza dei miei desideri. Ma non è tutto. Voglio ringraziare l’autore per avermi introdotto alla poesia di Vittoria Aganoor. Lassù alle Fontane del Re, mentre Nello scriveva ed io leggevo, Vittoria passeggiava assorta nei suoi pensieri ma attenta al canto degli uccelli che raccontavano nuove storie di amore struggente. Inutile dirti, Maurizio, che mi sono letto tante poesie di Vittoria da sentirla vicina e sommessamente raccontarmi dei suoi sogni. Grazie di cuore, Nello, spero di poter leggere un altro tuo scritto vagabondo. E grazie a te, Maurizio, per il tuo interessamento a questa mia delicata richiesta. Franco Circiello”.

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mercoledì 2 settembre 2009 (Antonio d’Orsi)

Ci scrive lo stabiese Antonio d’Orsi:
“Per doverosa conoscenza della spettabile utenza di “liberoricercatore”, invio copia della petizione popolare che sto’ effettuando per ottenere l’adeguamento dell’ufficio postale di p.zza Giovanni XXIII (Visualizza pagina). Un abbraccio, Antonio”.

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domenica 30 agosto 2009 (Gigi Nocera)

Il carissimo Gigi Nocera, risponde a Gioacchino Ruocco:
“Approfitto di questo meraviglioso Sito per ringraziare il Sig. Ruocco per le belle parole che ha avuto per me. Lui si stupisce del fatto che io parlo di Castellammare come se ci vivessi ancora, mentre ne sono lontano da ben 71 anni. Ma vede caro Sig. Ruocco, nel suo ambito la mia famiglia aveva creato una “isola” stabiese. Mi spiego: oltre ai genitori, quando siamo arrivati a Torino eravamo 4 figli (un maschio e tre femmine), finito il conflitto a noi si è unito anche mio fratello che era il primogenito e che la guerra aveva tenuto lontano per molti anni. Questa tribù dei Nocera in casa parlava soltanto il dialetto. Noi pensavamo e parlavamo in napoletano. Poi come è inevitabile nella vita ognuno di noi ha creato un’altra propria famiglia. Ma ciò invece di disperdere la tribù l’ha resa più numerosa. E, continuando una tradizione di famiglia, ogni 15 giorni eravamo invitati tutti a pranzo dai miei genitori. Quella santa donna di mia madre preparava le lasagne al forno, o la parmigiana di melanzane oppure riso e fagioli che erano di una squisitezza unica. Poiché i compagni e le compagne di noi figli non erano meridionali, per loro fu gioco forza imparare a capirci in quanto noi si parlava sempre in dialetto. E di Castellammare sapevamo tutto in quanto eravamo in costante contatto con gli zii ed i cugini. Non solo, ma essendo mio padre funzionario delle FF.SS. avevamo i biglietti per viaggiare gratis sui treni e quindi almeno due volte l’anno trascorrevamo un periodo più o meno lungo nel nostro paese. Tutto ciò ci permetteva di non recidere completamente le radici che ci tenevano legati a Castellammare. Come ho quindi detto la nostra lingua parlata era il napoletano. Quando poi l’inesorabilità del destino ci ha privato dell’affetto dei nostri genitori, noi figli si è continuato a parlare, fra noi, in dialetto. Io poi mi sono letto e studiato tutti i maggiori scrittori e poeti napoletani del passato e del presente. Tutto ciò quindi non ha potuto che lasciare una indelebile impronta nel mio animo e nel mio cervello. Anche se io parlo in italtorinstabiese, penso sempre in napoletano. Quindi ecco perché quando parlo di Castellammare e del periodo della mia fanciullezza colà vissuta è come se avessi lasciato: Via S. Caterina, Piazza dell’Orologio, ‘o Cugnulo, ‘a Banchina ‘e zì Catiello, l’Acqua d’‘a Maronna, soltanto da pochi giorni. E poi in questi ultimi due/tre anni sono venuto in contatto con questi giovani cari amici del sito che con le loro sollecitazioni mi hanno fatto rivivere la mia giovinezza, hanno ravvivato i miei ricordi, in una parola, mi stanno allungando la vita. Li ringrazio. E grazie ancora anche al lei, Signor Ruocco, che mi ha onorato della sua attenzione. Gigi Nocera”.

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venerdì 28 agosto 2009 (Gioacchino Ruocco)

Rimettiamo in pubblicazione la bellissima lettera inviataci dal carissimo Gioacchino Ruocco da Lido di Ostia:
“Caro Maurizio, ho staccato un po’ con il lavoro e mi son rinfrescato l’anima… Gigi Nocera merita rispetto e considerazione per la lucidità che dimostra nel raccontare il suo passato facendolo vivere anche a chi non gli appartiene… Quando ero lontano da questo “maledetto paese” lo ricordavo solo raramente, ma Gigi Nocera che continua a viverne lontano, a Torino, dove anch’io ho trascorso dieci anni della mia vita dal 1963 al 1973, e continua a parlarne come invece stesse a Castellammare, dimostra di essere un uomo con un cuore grande e con un equilibrio emozionale eccezionale.
Molti nostri compaesani piangevano per la lontananza e non esagero, quando ti dico, che molti partivano da Torino il venerdì sera da Porta Nuova e ritornavano il lunedì mattina giusto in tempo per riprender il lavoro dopo aver preso una boccata di aria del paese. A Torino si raccontava che un napoletano male in arnese, senza una lira, vedendo una macchina targata NA le si era avvicinata e desideroso di respirare un po’ di aria di Napoli che non vedeva da molti anni, aveva sgonfiato uno dei quattro pneumatici respirandone l’aria. Sorpreso dal titolare minaccioso, rispose: “Lasseme stà! Vuleve sentire addore ‘e ll’aria ‘e Napule”. Grande fu la sua delusione quando l’altro gli rispose: “Ma mò l’avevo gunfiate!”.
Colgo l’occasione per aprire il dialogo ad una collaborazione meno occasionale per incrementare il prestigio del sito che incomincio a sentire anche mio. Ti dico che ho molte idee senza aspettare le rimesse dei visitatori.
Ciao e buon lavoro. G. Ruocco”

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martedì 25 agosto 2009 (prof. Salvatore Esposito)

Con la presente, il prof. Salvatore Esposito, fondatore e Presidente del Centro Studi “Libero D’Orsi”, comunica alla spettabile utenza di liberoricercatore, che per motivi strettamente tecnici il concorso canoro per l’infanzia “Cantamare 2009” (visualizza la locandina pubblicitaria), non potrà svolgersi per la data prevista ed è stato quindi rinviato a data da destinarsi. Nel ringraziare per l’attenzione, invia cordiali saluti.

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domenica 23 agosto 2009 (Serena Greco)

Carissimo, ho letto la pagina su “ La Flora ” di G. Zingone e volevo fargli sapere che il nostro affresco appare anche nel film americano “American Pie3, il matrimonio”. Non è certo un film di alta levatura culturale, ma è un segno di quanto sia apprezzata la nostra Flora, che appare per pochissimi istanti, come quadro posto sul camino del salotto del protagonista durante la festa di addio al celibato…
Ti invio il link della mostra su Stabia attualmente allestita a Ravenna e quello di una delle riviste ad essa dedicata. Ravenna è l’unica tappa italiana prevista di una mostra dedicata alla nostra città che è stata giudicata una delle più importanti al mondo e che ha riscosso un successo straordinario a San Pietroburgo e a Hong Kong dove è stata già ospitata, spero che il successo continuerà anche in Australia e negli Stati Uniti, prossime tappe previste. Io l’ho visitata ed è davvero splendida (la mostra è a Ravenna ancora un mese). Saluti. Serena Greco.

link della mostra su Stabiae
la rivista dedicata alla mostra

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domenica 16 agosto 2009 (Dante Esposito Sansone)

Giriamo in pubblicazione la lettera a firma dello stabiese Dante Esposito Sansone, giunta in questi giorni a mezzo posta tradizionale (visualizza la lettera originale):
“Ho ricevuto da Barcellona, tramite mia nuora, copia della lettera (e-mail) che mi hai inviato, di Gioacchino Ruocco (rif.: lettera del 27 luglio 2009). Devo precisare che il Sig. Sansone da lui menzionato, sulla Petroliera Massachusset Getty è mio fratello Roberto, che vive a C/mare, che è stato uno dei più giovani Comandanti della Soc. “Getty”, poi si stabilì presso la FINCANTIERI come Com.te all’Armamento. Attualmente in pensione, fa parte del Collegio CAPITANI di NAPOLI ed è molto attivo come esponente di COMMISSIONE ARBITRALE per i SINISTRI MARITTIMI. Penso di aver conosciuto anche il Sig. CIRCIELLO, il cognome non mi è nuovo, sicuramente più giovane di me diplomatosi dopo il 1956 a Piano di Sorrento, a cui invio tanti saluti, sempre attraverso il tuo indovinatissimo SITO. Attualmente sono a Riccione e se mi vuoi contattare, conosci il mio numero TFX. Non ho ancora e-mail.
Salutissimi, Dante, lì 1 agosto 2009″

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giovedì 30 luglio 2009 (Ferdinando Fontanella)

La “Fuorviante segnaletica”, lettera protocollata del Sindaco:
“La nostra “segnalazione” (rif.: “La fuorviante segnaletica”) riesce a smuovere qualcuno, ancora una volta il Sindaco Vozza ci ha dato retta, in allegato la lettera che gentilmente mi ha fatto inviare dal suo staff. Credo sia bello far sapere agli amici LiberiRicercatori che ai vertici si è sensibili e che qualche volta riusciamo a smuovere un po’ le acque ( visualizza la lettera protocollata del Sindaco ).
Ciao Nando”

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mercoledì 29 luglio 2009 (Giovanni Ferraro)

Tanti bei ricordi e una bellissima testimonianza di attaccamento a Castellammare, ci scrive il sig. Giovanni Ferraro da Jesolo:
“Caro Maurizio Cuomo, scusami il tono confidenziale, ma presumo di poterne far uso tranquillamente considerata la differenza d’età che sicuramente intercorrerà fra di noi. Dunque, mi chiamo Giovanni Ferraro, ho 72 anni suonati e attualmente vivo con la mia famiglia a Jesolo, una bella località balneare a poca distanza da Venezia. Pur essendo stabiese solo di adozione e non di nascita, sento comunque nel cuore e nell’anima questa splendida città, per esservi vissuto durante il periodo più bello della mia vita. Era il lontano 1944, avevo 7 anni, poco più poco meno, la guerra era appena finita, quando io, i miei genitori e le mie sorelle decidemmo di trasferirci da Terracina a Castellammare presso l’abitazione della nonna paterna al rione Spiaggia appena dopo la Ferrovia dello Stato. Qui ho abitato sino al 1961 e chissà, forse vi avrei abitato per sempre, se non fossi stato costretto un giorno a svernare qui al Nord per motivi di lavoro. Era il 1961. A Castellammare, oltre ad inseguire tante aspettative di lavoro che in concreto non poterono mai realizzarsi, ho inseguito il sogno di sfondare nel mondo del calcio, ma anche qui, a causa di più di qualche infortunio non ebbi tanta gloria. Tuttavia ricordo d’aver militato tra i giovani della Juve Stabia, nel Gragnano ed infine un paio d’anni nel Savoia di Torre Annunziata. Qui a Jesolo ho continuato ancora per qualche anno a calpestare l’erba del terreno di gioco, poi preso dai impegni familiari e di lavoro, ma soprattutto da problemi fisici, smisi del tutto. A Jesolo per tanti anni sono stato Ufficiale di Stato Civile del locale Comune. A Castellammare lasciai tanti amici, ma quello con cui ho più di tutti fraternizzato è stato Silvano Cannavacciuoli (visualizza la storia di Silvano), ora residente negli Stati Uniti. Con lui tuttora, sebbene siano trascorsi più di 60 anni dacché ci conosciamo, continua ancora una bella amicizia. Ci sentiamo spesso telefonicamente, ci scambiamo e-mail, ed inoltre sono stato anche a trovarlo varie volte in America con mia moglie. Silvano, credo sia uno stabiese del quale Castellammare può andar fiera. Costui negli Stati Uniti, sia nel campo del lavoro che in quello dello sport, si è dato molto da fare negli anni passati ed oggi di tutto ciò che ha fatto ne raccoglie meritatamente i frutti. E’ addirittura cintura nera del nono grado di karatè. Ma Silvano, oltre tutto, è grande come persona. Vengo di rado a Castellammare, però, in compenso seguo il tuo sito dove vi leggo di tutto. E mi auguro tanto potrai continuare a lungo in questa tua simpatica attività. Mi auguro anche tanto che Castellammare ritorni, come ci racconta la sua storia, ad essere ancor più splendida ed interessante di quanto già lo sia. Grazie davvero, Maurizio, per come e quanto riesci a fare per noi stabiesi lontani da Castellammare.
Cordialmente, Giovanni Ferraro”.

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martedì 28 luglio 2009 (Franco Circiello)

Franco Circiello risponde all’amico ritrovato Gioacchino Ruocco (rif.: lettera di lunedì 27 luglio 2009):
“Caro Maurizio, ti ringrazio con meraviglia per la tua solerte posta. Con due nuovi membri in famiglia non è facile mantenere ordinari impegni di comunicazione…
Ricordo benissimo Gioacchino Ruocco e te lo dico in due parole. Lo ricordo quando disse che un’insalata va “cunciata cu ‘e mmane”, immagine che mi accompagna ancora oggi quando preparo un’insalata. Lo ricordo per la sua grande sensibilità e anche timidezza (sentimenti che quasi sempre vanno a braccetto nella vita). E lo ricordo perché la sua anima mi comunicava una saggezza antica, quasi premonitrice dei mali che la nostra generazione ha saputo così bene elargire nella sua follia progressista. E sì, caro Gioacchino, ricordo benissimo le mie prime schermaglie letterarie, le commedie teatrali al Circolo Sociale, i personaggi sulla scena del teatro e su quella della vita, i sogni comuni e le nuove speranze del nuovo quartiere San Marco (domani sul sito troverai una mia poesia intitolata proprio San Marco). Non so dove ti ha portato il fiume della vita in tutti questi anni, spero e mi auguro che sia un’ansa dove i ricordi respirano l’eterno…
Vedi Maurizio, il successo del sito sta proprio in questo, di avere risvegliato in molti stabiesi lo spirito comune e non scritto di essere depositari e rinnovatori dei valori della vita e della nostra terra. Non è un caso che la natura ti ha premiato con due nuovi pargoletti. Saluto tutti di cuore,

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lunedì 27 luglio 2009 (Gioacchino Ruocco)

Una nuova accorata lettera del carissimo Gioacchino Ruocco:
“Caro Maurizio, ti riscrivo per gli spunti che di continuo mi fornisce la posta che pubblichi. Da quando ho incominciato a visitare il tuo sito per cercare Don Mimì Santoro di via Giuseppe Cosenza, che sicuramente starà a Via Napoli da molti anni, ma che nel tempo è diventato ‘o zio nisciuno per i frequentatori del sito, ho scoperto le altre potenzialità che il sito possiede. Oltre alla voglia di fare cultura e memoria che è quasi la stessa cosa, attira il melos dei nostalgici impotenti o non accondiscendenti neppure a se stessi per un eventuale ritorno al luogo natio. La frequentazione mi ha permesso anche di ritrovare mio zio Ciccio che ormai era vivo soltanto nei ricordi, scoprendo nella rubrica “Le immagini della memoria” una fotografia del suo matrimonio inviatati da una sua nipote e di scoprire nella stessa, in terzo piano, alcuni tratti del volto di mio padre e di mia madre sopravanzati da altri soggetti animati da un maggiore protagonismo. Ho letto di Circiello col quale frequentavo, in classe diversa, l’Istituto Nautico di Piano di Sorrento (la mattina facevamo la stessa strada per prendere il treno) e di Sansone (ufficiale di coperta) col quale sicuramente ho navigato (se è la stessa persona) per qualche mese sulla petroliera Massachusset Ghetty dove rimasi per un solo viaggio. Impossibilitato a vivere la realtà che vivete voi residenti assaporo nuovamente quella che ho già vissuto trovando non solo ricordi, ma anche spiccioli di soggetti con i quali ho avuto rapporti di vita che in qualche modo erano andati a collocarsi su percorsi non abituali della memoria. Circiello, spero, ricorderà le recite giù al Centro Sociale “Ina Casa” e tutti i compagni di allora, le assistenti sociali, ecc. ecc., le cose che già allora egli scriveva.
Di Sansone ricordo la cortesia e la simpatia, mai uno screzio. Di me non avrà, forse, nessun ricordo se non quello che sbarcai anzi tempo perché avevo avuto dei seri disturbi intestinali durante l’attraversamento del Canale di Suez dopo aver mangiato del pesce pescato dagli egiziani mentre eravamo alla fonda. Era il 1962″.

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sabato 25 luglio 2009 (Nando Fontanella)

Ci scrive il naturalista stabiese Ferdinando Fontanella:
“Caro Maurizio, ieri sera sono stato alla splendida serata di presentazione del libro del nostro amico cartografo Giovanni Visetti, che si è tenuta al Palazzo Vespoli di Massalubrense. Il libro dal titolo “Le coste di Sorrento e di Amalfi” è veramente bello e credo che tutti gli amanti delle nostre zone (tratta tutte le località della Costiera a iniziare proprio da Castellammare) dovrebbero avere. Anche il costo non è assolutamente eccessivo 14,00 €, e per tali motivi lo consiglio vivamente a tutti gli amici Liberi Ricercatori (per ulteriori approfondimenti). Lasciandoti ai tuoi doveri di padre impegnato, ti auguro una buona giornata. Ciao Nando”.

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giovedì 23 luglio 2009 (Gioacchino Ruocco)

Il comunicato del carissimo Gioacchino Ruocco:
“Caro Maurizio, scusa il tono affettuoso che non è piaggeria, ma il senso di una stima che cresce giorno per giorno, ti invio in allegato il comunicato stampa già diffuso tramite Internet e dalla stampa locale per annunciare la mostra dell’artista di origine umbra, Annita Mechelli, ma romana come tanti che lo sono solo perché risiedono a Roma, che mia moglie, storico e critico d’arte Anna Iozzino, presenterà domani 23 luglio di quest’anno ad Amelia in provincia di Terni. Ti scrivo chiedendoti la cortesia di pubblicare il programma di questo avvenimento nel tuo sito. Ti saluto caramente. Gioacchino Ruocco” (visualizza il programma della manifestazione).

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martedì 14 luglio 2009 (Dante Esposito Sansone)

A Maurizio Cuomo da Dante Esposito Sansone:

Sono veramente grato per aver avuto il piacere di sentire la voce del mio amico, Silvano Cannavacciuoli dagli Stati Uniti (rif.: “Stabiesi ritrovati”), ringrazio anche Catello Esposito Sansone sicuramente mio lontano parente di Castellamare (farò in modo di vederlo personalmente quanto prima). Mi sento un figlio di Castellammare ho avuto una vita di girovago, ma nel mio cuore ho sempre sognato i miei luoghi di infanzia: i miei nonni materni avevano una vendita di carbone e legna da ardere in via San Vincenzo. Sono stato anche un canottiere presso il Circolo Nautico Stabia, ho preso parte a diverse regate con gli allenatori Tassan Lovati e Vincenzo Cuomo, poi nel 1956 dopo aver terminato gli studi a Piano di Sorrento, ho iniziato il mio giro continuo per i mari di mezzo mondo, diventato poi tecnico alle costruzioni navali, sono stato tre anni in Giappone, dieci anni in Spagna e altri anni tra Stati Uniti e Italia fino a che grazie a voi ho potuto risentirmi con il mio caro amico Silvano. Grazie, grazie con affetto. Dante.

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martedì 14 luglio 2009 (Marika De Rosa)

Ci scrive Marika De Rosa di Faito DOC Festival:

“Alleghiamo, per gradita diffusione, la locandina dell’evento:
FAITO DOC FESTIVAL
28 luglio – 3 agosto
MONTE FAITO

Restiamo a disposizione e per qualsiasi altra informazione:

www.faitodocfestival.it/

Cordiali saluti, Marika De Rosa”.

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venerdì 10 luglio 2009 (Gigi Nocera)

L’accorato messaggio del carissimo Gigi Nocera:

“Caro Maurizio, prima di inviarti le considerazioni che seguono ho voluto far passare qualche giorno per non essere influenzato emozionalmente dalla vicinanza del fatto. Quindi con freddezza e quasi con divertimento espongo ora il mio pensiero sul caso in questione. Qualche giorno fa con ingenua malizia (attenzione, perché in questo caso i due termini non sono in contrasto; non è un ossimoro) è stata inviata a L.R. una lettera che all’interno di una proposta molto interessante relativa alla nostra Reggia, era nascosta una “soffiatina” per un noto movimento politico: niente di male se questo sito parlasse di politica, ma siccome lo stesso si propone di mettere in risalto le tradizioni, la storia, le bellezze e la vita passata e presente di questa nostra bella città, ho trovato, quella…”trovata” (se scritta con un secondo fine) perlomeno inappropriata. Ma tu gestisci con cura e buon senso questo sito meraviglioso: luogo di incontri degli stabiesi “vicini e lontani”. Come quelle belle telefonate che il buon Frank Avallone, dalla Florida, fa ai suoi concittadini, anche se mai conosciuti, come me, soltanto per sentire la voce e il dialetto di chi è nato sotto lo stesso cielo; che ha vissuto, anche se in epoche diverse le stesse emozioni provate nel tuffarsi dagli scogli della banchina ‘e zi’ Catiello, che ha riempito la “mummara” all’acqua della Madonna, che ha rincorso lo stesso treno che trasportava i materiali ferrosi al nostro glorioso Cantiere Navale ed ha corso gli stessi “vichi e vicarielli”. Solo questo volevo dirti, senza alcun intento polemico. Augurando al Libero Ricercatore un sempre maggior successo, porgo a te e a tutti gli stabiesi sparsi per il mondo un caro saluto ed un abbraccio. Gigi Nocera”.

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giovedì 9 luglio 2009 (Prof. Franco Circiello)

La lettera inviataci p.c. dal prof. Franco Circiello (che a sorpresa ha ricevuto una gradita telefonata dal nostro carissimo amico Frank Avallone, stabiese in Florida):

“Caro Franco, sapessi la gioia che mi hai dato con la tua telefonata. Tu parlavi e a me sembrava di essere su un aereo indeciso se atterrare a New York, a San Francisco, a Los Angeles oppure mieze ‘a funtana, all’acqua d’a madonna, o ‘ncoppa ‘a Caperrina. Tanta è la magia che con amore accomuna il grande al piccolo, il forte cavallo all’esile filo d’erba. Chiudendo il telefono, non mi sono sentito lontano e ho detto a me stesso di aver trovato un amico. Forse più in là scopriremo che abbiamo vissuto “on the opposite side of the tracks…” ma chi se ne frega se quello che ci lega è l’amore per la terra che ci vide nascere. Non perdiamoci di vista e auguri di felicità e salute. Franco Circiello.
P.S.: Mi sembra doveroso mandare una copia di questa mail a Libero Ricercatore. In un certo senso ha fatto la parte “d’a vammana”, aiutando a far nascere questa amicizia”.

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lunedì 6 luglio 2009 (Prof. Franco Circiello)

Ci scrive p.c., il prof. Franco Circiello, autore di www.friends-ofthe-world.net/ :

“Eccomi qua a cercare un contatto nello spazio cibernetico…

Poesie dei bambini alla parrocchia del San Marco:
grazie ai bambini e agli organizzatori della manifestazione a ricordo del caro Don Ciro. è stata una bella serata e mi sono sentito molto onorato per avervi partecipato come membro della giuria di qualità. Auguri di poterla continuare in futuro.

Targa americana con la scritta “STABIA”:
su di un blog stabiese nei mesi scorsi è andata in pubblicazione l’immagine di una targa automobilistica della Florida con la scritta “STABIA”. Scommetto che appartiene a Peppe Cuomo, zio di Maurizio Cuomo, editore del sito web stabiese “libero ricercatore”. Sarei proprio curioso di sapere se l’ho azzeccata. Conoscendo Peppe non mi meraviglierei.

Elezione del Re alla reggia di Quisisana:
come dissi alla festa della poesia a San Marco, la mia proposta per lanciare la rinata reggia è quella di organizzare un programma annuale con l’elezione popolare di un Re in carne ed ossa in carica come tale per 1 o 2 anni. Questo Re presiederà eventi culturali, nominerà baronetti e conti di un ordine cavalleresco creato ad hoc, indipendentemente dalla loro nazionalità e parteciperà come tale a sfilate, balli, cerimonie e feste.
Il suo titolo sarà quello di Re di Stabia e del Golfo per volontà di popolo e terrà corte nella reggia con udienze e programmi giornalieri, mensili e annuali. Potranno partecipare per le elezioni uomini di nazionalità napoletana ed estera (Italia inclusa).
Pubblicità e articoli commerciali porteranno il suo marchio, se autorizzati dalla Real Casa (esattamente come fa la regina d’Inghilterra).
Visto che sto mandando questa mail anche a “libero ricercatore” sarei curioso di sapere come la pensano Maurizio & company e forse si potrebbe coinvolgere anche lo storico stabiese Pippo D’Angelo che diventerebbe storico ufficiale del nuovo reame. E coinvolgendo anche il giornale Metropolis, questa proposta potrebbe raggiungere gli stabiesi tutti e diventare argomento di discussione di questa estate.
In fondo quello che propongo è a mio avviso presente nel DNA della fantasia napoletana: avere il loro Re, quale migliore opportunità di averne uno che nasce e regna nel cuore di essi come modello di civiltà del sentimento e del sogno e non come modello di potere. Detta la mia, aspetto la vostra. Franco Circiello”.

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mercoledì 1 luglio 2009 (Angelo Del Gaudio)

Ci scrive il carissimo Angelo Del Gaudio (rif.: “La fuorviante segnaletica”):
“Mio caro disincantato Maurizio, purtroppo parlando di parco regionale del Faito si sottintende un polpettone per sfamare nuove bocche; certamente ci sarà anche un famelico stabiese che ne fa parte. Ti suggerirei di interessarlo, facendolo conoscere ai cari concittadini, in modo che aiutandoti a risolvere questi problemi, abbia coscienza di meritarsi la pagnotta. Spero tanto che questo rappresentante sia quanto meno acculturato al punto di capire che il parco al limite è per Castellammare e non per il… Mezzogiorno. Ti abbraccio e tanti auguri di poter vincere questa piccola battaglia che sostanzia la civiltà, buon lavoro. Angelo”.

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martedì 23 giugno 2009 (dott. Giuseppe Errico)

Ci scrive il dottor Giuseppe Errico, psicologo, ricercatore e scrittore:
“Caro Maurizio Cuomo, considerato che come autore intendo ripubblicare il volume sul monaciello (Pironti) inserendo altre storie popolari e di testimonianza chiedo la liberatoria al fine di poter riportare (citando la fonte) i loro racconti sul monaciello (Gigi Nocera, Gaetano Cuomo). In attesa di cortese riscontro invio cordiali saluti”.

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domenica 21 giugno 2009 (Anna Di Maio)

I saluti e i ringraziamenti della sig.ra Anna Di Maio:
“Saluti allo staff di “libero ricercatore” e al Direttore M. Cuomo, grazie di tutto, soprattutto per l’interesse mostrato alla ricerca della mia amica che mi ha risposto tempestivamente e inviato saluti numero di telefono, video e foto (altrettanto farò io per qualche foto con lei). Vista la vostra serietà vi chiedo se tra coloro che hanno pubblicato le foto c’è qualcuno che abbia interesse o proposto foto di ragazze che andavano a scuola di ricamo presso le Suore di S. Anna, anno 1956 ca., perché cerco una mia amica che abita fuori C/mare che si chiama Immacolata Fariello, da giovinetta abitava al centro storico nei pressi delle Terme Antiche. Buona domenica. Anna Di Maio”.

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sabato 20 giugno 2009 (Anna Di Maio)

Ci scrive la sig.ra Anna Di Maio:
“Mi chiamo Anna Di Maio, mi sono riconosciuta da giovane nella rubrica “Immagini della memoria” (VII riga – III foto), insieme alle mie amiche. Ho saputo della pubblicazione della foto dal Signor G. Moraldi che abitava nel palazzo dove abitavo anche io. Mi farebbe piacere avere il numero di telefono di Enza per sapere come sta. Non potete credere che felicità che ho provato nel sapere che una persona mi abbia cercato e pensato in questo modo. Grazie a tutti e a presto. Un forte abbraccio. Anna Di Maio”.

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venerdì 19 giugno 2009 (Vincenzo Vanacore)

Ci scrive lo stabiese Vincenzo Vanacore da Trento:
“Chi Vi scrive è uno Stabiese che vive da tempo a Trento. Sono un insegnante con una grande passione per la scrittura e Vi seguo da tanto tempo. Rivivo tutte le mie esperienze passate attraverso il ricordo di Castellammare, motivo per cui credo svolgiate una grande funzione di amarcord, ma soprattutto un mezzo di comunicazione per poter cogliere le bellezze e le tradizioni della nostra città. E’ mio desiderio fare una richiesta che ho sempre rinviato: è possibile segnalare nei Vostri link anche l’indirizzo del mio sito? Scrivo poesie e racconti e un paio di anni fa ho avuto la possibilità di pubblicarne una raccolta. All’interno del mio sito già da tempo ho segnalato tra i miei link anche il Vostro sito. Vi auguro una buona giornata e invio cordiali saluti. Vincenzo Vanacore”.

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giovedì 18 giugno 2009 (Antonello Ferraro)

La proposta/idea di Antonello Ferraro:
“Ciao Maurizio, vorrei sottoporti un’idea che potrebbe pubblicizzare il sito e autofinanziarlo: perché non crei una maglietta per quest’estate con il logo del sito? Se pensi di farla fammi sapere come potrò acquistarla e dove. Ne sarei orgoglioso. Saluti, Antonello”.

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martedì 16 giugno 2009 (Gilbert Paraschiva)

I saluti del carissimo Gilbert Paraschiva che ci omaggia con alcuni suoi video:
“Caro Maurizio, essendo, nessuno più di te, un… “LIBERO RICERCATORE” (scherzo ovviamente) ti do’ la LIBERTA ’ di RICERCARE e, qualora tu lo voglia, di ATTINGERE da questi 2 LINK MOLTO INTERESSANTI il meglio del tuo amico GILBERT. Comunque anche se solo li andrai a vedere ne sarò felice. Ecco i link:

http://www.braviautori.com:80/autori/gilbertparaschiva
http://www.pitestiromania.ro/Pagina%20gilbert.htm

Con i miei migliori saluti e buona visione! GILBERT”.

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martedì 16 giugno 2009 (Francesco Chianese)

La lettera di cortesia di Francesco Chianese:
“Vi ringrazio vivamente della email (newsletter di giugno 2009). Siamo veramente lieti di aver scoperto il Vostro sito, che riteniamo un vanto per la nostra città. Siamo e saremo impegnati a contribuire al suo arricchimento ed alla sua diffusione. Cordialmente, FRANCESCO CHIANESE”.

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martedì 16 giugno 2009 (Giusy Somma)

Ci scrive Giusy Somma, autrice di http://gliamorididida.blogspot.com/:
“Gent.mo Maurizio Cuomo, sono Giusy Somma, ti scrivo per ringraziarti dal profondo del cuore per avermi regalato, attraverso il Libero Ricercatore, un’emozione forte stasera, come sempre faccio quando ricevo la tua graditissima newsletter, stavo girovagando tra il sito e stavolta mi sono soffermata sulle “Immagini della memoria”, curiosa soprattutto di riconoscere qualche volto, ma mi sono accorta di essere, fortunatamente, ancora troppo giovane, mi ero soffermata, quindi, sulla foto dei donatori di sangue dell’Italcantieri sperando di scorgervi il volto di mio padre che ne faceva parte attiva, ma se non sbaglio lui non c’è, poi mi ha incuriosito la foto delle telefoniste Sip e… con un tuffo al cuore ho riconosciuto, nell’unico volto maschile della foto, il carissimo zio Michele, più precisamente è, o meglio, purtroppo era, lo zio prediletto di mia madre che tanta parte ha avuto nella sua vita, lui, infatti, lavorava proprio alla Sip di Castellammare, ovviamente mi è stato possibile riconoscerlo perché è un volto a me familiare, è venuto a mancare un po’ troppo presto ma mia madre lo porta sempre nel cuore perché era di una bontà unica, non vedo l’ora che arrivi domani per poter mostrare la foto ai miei genitori! Volevo anche sapere se per l’invio di materiale fotografico è prevista la successiva restituzione una volta acquisita l’immagine, perché anche io ho qualche foto d’epoca che mi hanno lasciato i miei adorati nonni che mi farebbe piacere condividere con voi ma… ci terrei anche a conservarle!
Fammi sapere, nell’attesa invio affettuosi saluti a te e alla tua signora sperando che mi segua sempre sul mio blog di cucina, cordialmente. Giusy Somma”.

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venerdì 12 giugno 2009 (Teresa Boccacini)

Ci scrive Teresa Boccacini:
“Domenica 14 giugno, presso la scuola elementare “Cicerone”, alle ore 20.30, l’Associazione Culturale Teatro Popolare presenta: “LA CANZONE DELLE CANZONI” rassegna di musica & poesia a cura di Mino De Dilectis, con la regia di Tommaso Donnarumma. Conduce: Teresa Boccacini – Canta: Franco Staiano – Recitano: Iole Vanacore, Pino Palmieri, Luivi Iovino, Marò Reale, Pino Vitale, Leo Donnarumma. Vi aspetto” (Visualizza la locandina).

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venerdì 12 giugno 2009 (Angelo Del Gaudio)

Scrive il carissimo Angelo Del Gaudio per ringraziare l’amico Frank Avallone:
“Ringrazio Frank Avallone per avermi ricordato nelle sue memorie. Frank ricorderà che il professore Cirillo usava la famosa “spalmata” con cui suggellava i nostri minuti di ritardo a scuola: tante spalmate per quanti minuti si tardava ad arrivare. A conferma dell’episodio, cui ero presente, della lavagnetta rotta e del bozzolo del nostro compagno (credo fosse TITO – quell’omone in fase di recupero scolastico) e del sincero ringraziamento della mamma, vorrei ricordare, se può ancor di più definire il nostro “o tempora, o mora!!!”, quanto successe a me. Avevo ritardato di 5 minuti e 5 spalmate mi avevano gonfiato la mano sinistra.
Tornato a casa cercai connivenza o comprensione da mia mamma, ma… al pomeriggio mi mandò a comprare un “fiasco” di Chianti, pregiato e costoso per le nostre tasche, e quando le chiesi a cosa servisse, rispose: “Per un anniversario di papà”. Altro che anniversario! La mattina dopo mi preparò per la scuola, cartella a tracolla, e… nella mano incidentata dalle spalmate a reggere il fiasco di Chianti con la raccomandazione: ringrazia il professore a nome di papà e mamma! Non dico altro, ma solo che se il nostro professore ha seminato umanità e dignità è stato in questo facilitato da genitori come i nostri. Vi abbraccio. Angelo”.

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giovedì 11 giugno 2009 (Eugenio Muccio)

Ci scrive Eugenio Muccio, studente del Liceo Scientifico F. Severi di Castellammare di Stabia:
“Caro Maurizio Cuomo, mi scuso innanzitutto per il considerevole ritardo nello scriverle questa mail. Molteplici impegni scolastici (e non) mi hanno impedito di dedicarle il tempo dovuto.
Riguardo il progetto di cui le scrissi, la mia classe ha conseguito il 2° posto e un premio speciale aggiuntivo. La invito dunque a visitare il web site del nostro progetto. La ringrazio, infine, dei contenuti (opportunamente citati) messi da lei a disposizione e della sua professionalità. Cordialità. Eugenio Muccio.

P.S.: mi farebbe piacere ricevere un suo commento al progetto”.

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lunedì 8 giugno 2009 (Umberto Cesino)

Ci scrive l’amico Umberto Cesino (pittore/scultore stabiese):
“Carissimo Maurizio, molteplici impegni mi hanno portato per un po’ lontano da Liberoricercatore, luogo di sana informazione e serena riflessione. Ti saluto e mi complimento per i nuovi risultati del sito. Ti informo (e spero che tu abbia piacere di darne notizia attraverso L.R.) che il 5 luglio p.v., nell’occasione dell’anniversario della fondazione della chiesa, nel piazzale della parrocchia di S. Marco Evangelista a Castellammare, sarà scoperto il busto in bronzo del compianto parroco don Ciro Donnarumma, della cui esecuzione mi pregio di essere stato incaricato dal fratello don Vincenzo, attuale parroco. Sarà mia cura comunicarti eventuali altre informazioni al riguardo. Un caro saluto, Umberto Cesino”.

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lunedì 1 giugno 2009 (Gigi Nocera)

Ci scrive l’amico Gigi Nocera da Torino:
“Caro Maurizio, nell’ammirare la bella fotografia messa a disposizione dall’amico Gaetano Fontana, che rappresenta Piazza del Municipio ai primi del ‘900, ho rilevato alcune modifiche agli edifici apportate negli anni successivi e che io ho ripescato dalla mia memoria visiva. Quindi negli anni ‘30 la stessa Piazza la ricordo così:
1° Nell’edificio che si vede a destra non c’erano terrazzi dopo il primo piano, ma la facciata era tutta a filo del piano terreno. Dal primo piano in su c’era il vecchio ospedale San Leonardo, e nel negozio a piano terreno aveva sede la cartolibreria Canzanella, a quei tempi una delle più importante della città.
2° Nell’edificio di sinistra esisteva una stazione metereologica e le scuole che io ho frequentato (poco!). Sotto la falda del tetto, sulla parte liscia della facciata, c’era la seguente scritta in grossi caratteri: OSSERVATORIO METEREOLOGICO.
3° La pavimentazione della Piazza non era composta da mattoni regolari, ma dai famosi “vasuli”.
4° Se non sbaglio (e posso errare perchè la veduta non è chiara) la banchina ‘e zì Catiello è a livello del piano della Villa. Mentre negli anni 30 per accedere alla stessa c’era una breve discesa, che dal piano portava al moletto vero e proprio dove attraccavano le barchette dei pescatori.
5° Le costruzioni che si vedono sullo sfondo, proprio verso, appunto, la suddetta banchina, non esistevano. C’era invece uno spiazzo dove i ragazzi giocavano a rincorrersi liberamente, senza ostacoli. Tanto ho ritenuto di segnalare sperando che possa interessare ai cultori della storia di Castellammare. Invito quindi gli amici lettori del sito a guardare attentamente la suddetta fotografia, che, ripeto è molto interessante, e constatare quanti cambiamenti (in bene? in peggio?) ha subito la nostra sempre bella Città. Gigi Nocera”.

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sabato 30 maggio 2009 (Corrado Di Martino)

L’amico Corrado ci scrive per dare maggiori informazioni su alcune foto pubblicate di recente nella rubrica “Immagini della memoria”:
“Ciao Maurizio, da un po’ non ci sentiamo, oggi ho fatto uno dei miei “soliti giri” su LR ed ho notato tre vecchie foto che ritraggono delle centraliniste intente al proprio lavoro. Bèh a quei tempi (avevo pressappoco 10 o 11 anni) frequentavo quei locali perché spesso portavo il pranzo a mio padre che lavorava, appunto, nella sede di Corso Vittorio Emanuele (se la foto è stata scattata prima dell’ottobre ’67, si tratta dell’azienda di telefonia a carattere regionale SET (Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia) divenuta poi da quella data in poi SIP V° Zona). Pensa, inoltre che due anni dopo con la teleselezione non c’è stato bisogno più di operatrici ai centralini. Forse il primo dei momenti difficili dal punto di vista “interno” delle telecomunicazioni nel nostro Paese. Saluti a tutti. Corrado”.

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martedì 26 maggio 2009 (Gabriella)

L’avviso di Gabriella, presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale di Scanzano:
“Ciao!!! Sono Gabriella, presidente dell’Azione Cattolica della parrocchia SS. Salvatore di Scanzano; ti allego il volantino del “Punto Amico”, che aprirà oggi dalle 18.30 alle 20.00, in via Micheli; ti invierò poi gli orari in cui il punto resterà aperto nelle prossime settimane. Grazie”.

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martedì 26 maggio 2009 (Enzo Cesarano)

Giriamo alla vostra attenzione il messaggio dell’amico Enzo Cesarano, che ringraziamo di vero cuore:
“Carissimo Maurizio cerco di disturbarti quanto meno è possibile perchè so che non è facile portare avanti liberoricercatore, che ti chiede tempo e penso tanta pazienza, ma la lettera del dott. Fontanella fa parte di quei segnali che ti fanno riflettere, ho paragonato la figura di questo nostro concittadino ai padri del deserto descritti nella Bibbia, i quali vivevano da eremiti e andavano in città solo quando c’era il flagello delle cavallette per avvisare tutti della disgrazia che li stava colpendo. Cosa si fa di fronte ad un drammatico e accorto messaggio che paragona i mali della nostra città ad un tumore maligno? Come figlio di questa nostra terra ricca di storia, come cittadino e come padre cosa fare? E allora è importante ritornare senza retorica un poco indietro, non fermarsi, ma tornare indietro. E la risposta almeno nel mio piccolo è stata questa: solo la bellezza può sconfiggere tutto ciò. Anche la lettera del dottore è bellezza perché parla di un amore sconfinato, liberoricercatore è bellezza perché è memoria della nostra terra, gli articoli del signor Nocera sono esempio di come si deve essere stabiesi anche vivendo km lontani. Io credo che queste piccoli esempi possano aiutarci poi a risolvere i grossi problemi che attanagliano un po’ tutti.
Caro Maurizio questo mi sono sentito di dirti e questo ti ho scritto grazie ancora per la possibilità che dai a tutti noi di esprimere liberamente i nostri pensieri. Ti saluto, Enzo Cesarano”.

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domenica 24 maggio 2009 (Gigi Nocera)

Il carissimo Gigi Nocera ringrazia Antonio Cimmino (vicepresidente della locale Associazione Nazionale Marinai d’Italia), per i graditi omaggi ricevuti:
“Egregio e carissimo Signor Cimmino… Non son passate che 4 ore dall’arrivo del gradito dono che mi ha voluto fare e già mi son letto con estrema attenzione e commozione il bel libro “Uomini di mare e di guerra”. Molte cose si sono rinnovate nella mia memoria che, anche se ancora efficientissima, a volte fa cilecca. Si ricorda che in un mio scritto avevo detto che durante la Prima guerra mondiale mio padre era di stanza a Taranto? Lui mi parlava della sua guerra e mi citava anche il comandante della nave su cui era imbarcato; ma io non lo ricordavo. Ebbene scorrendo il libro mi è venuto in mente il nome che lui citava: Umberto Cagni, quindi l’incrociatore ( che lui chiamava DREADNOUGHT) su cui era imbarcato era il PISA. Forse non Le è noto che io ho frequentato per un anno la Scuola allievi operai presso il nostro valoroso cantiere navale facendo il corso di saldatore elettrico. Ebbene, presto imparai il mestiere e mi sovviene che per un certo periodo di tempo, diciamo un paio di settimane, ho lavorato dentro un grosso cilindro (così appariva a me). Essendo mingherlino ci entravo facilmente e facevo delle saldature (che si chiamavano sovratesta) sdraiato sul dorso. Nella descrizione che il libro fa dei famosi “maiali”, penso che allora (e siamo nei primi mesi del 1938) io abbia lavorato alla costruzione di questi micidiali mezzi. Però posso anche sbagliarmi, non conoscendo la data esatta della loro ideazione. Un’altra grande gioia che mi ha dato lo scorrere le pagine del libro è quella di aver rivisto in fotografia il mio non dimenticato cugino (per parte di mia madre) comm. Vincenzo Della Monica.
Caro Signor Cimmino, Lei gentilmente mi esorta a scrivere “in maniera più dettagliata la mia storia corredata anche di foto, specie per il periodo inerente alla guerra ed alla Resistenza”. Vede, è da tempo che ho pensato a ciò, ma ho allargato la visuale della mia vita, specialmente ora che si sta avvicinando il redde razionem. Quindi ho iniziato a mettere per iscritto tutta la mia vita, dal momento della mia nascita fino a quando….solo Dio lo sa. Non solo, ma sto ricostruendo anche se parzialmente la storia anche dei miei parenti più stretti, zii e zie; come vede quindi è un lavoro immane che mi assorbe per almeno due o tre ore al giorno (oltre alle altre 2/3 ore che dedico alla lettura). Certo, nel descrivere tutti questi avvenimenti e le cronistorie, nel mezzo c’è anche il periodo della guerra vera e propria e della gloriosa guerra di Liberazione, che in questi ultimi tempi qualche immemore vuole “revisionare” a suo uso e consumo. Per quanto riguarda una documentazione fotografica devo confessare che quella in mio possesso è abbastanza carente. Come si poteva pensare alle foto quando dal settembre 1943 all’aprile 1945 si era braccati giornalmente? La guerra ci teneva all’erta continuamente e le brigate nere ci tenevano d’occhio. L’unica fotografia di quel periodo mi è stata fatta durante i giorni della Liberazione,e appena posso la tirerò fuori.
Quei brani di memoria che saltuariamente il L.R. pubblica, sono il risultato delle amabili insistenza di questi bravi giovani stabiesi che ho conosciuto in questi ultimi anni: Maurizio, Ferdinando Fontanella il naturalista, Giuseppe Zingone, Gennaro Cesarano e gli altri che si sono aggiunti dopo, Lei compreso che mi lusinga e mi sprona con i suoi apprezzamenti.
Mi accorgo di essere stato molto lungo, ma io quando vengo a contatto con un mio concittadino non smetterei più. La nostalgia mi prende e i ricordi castelluonici fanno ressa nella mia mente. Per esempio, ricordi al mio cugino Vincenzo tutte le volte che abbiamo fatto il bagno assieme alla banchina e zì Catiello e come ci illudevamo di essere dei campioni di nuoto. Che tristezza,e che gioia ricordare e rimpiangere quei tempi!
La ringrazio di tutto (il distintivo lo metterò subito all’occhiello della giacca che indosso più sovente)… e saluto tutti con un abbraccio. Gigi Nocera”.

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martedì 19 maggio 2009 (Sig. Antonio)

Il sig. Antonio, scrive alla rubrica “Viaggio nella natura di Stabia” del naturalista stabiese Ferdinando Fontanella:
“Ho visitato il sito (pagina “Orchidee di Stabia”), in quanto ho scattato delle foto di orchidee ma non sono ancora riuscito bene ad identificarle. Nelle vostre pagine ci sono delle foto molto belle e i nomi scientifici sono ben distinti da una pianta all’altra. Vorrei chiedere se fosse possibile avere il vostro aiuto per conoscere i nomi scientifici delle piante che ho fotografato, ovviamente invio in allegato le immagini. Vi chiedo questo favore, sperando di non disturbare troppo. Grazie. Antonio”.

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lunedì 18 maggio 2009 (Luigi Totaro)

La lettera del prof. Luigi Totaro da Scafati:
“Egregio Sig. Libero Ricercatore, ho conseguito nel 1967 il diploma di “perito navale” presso l’Istituto Tecnico Industriale “Leonardo Fea”, quando era Preside, il prof . dott. Luigi Greco. Nel 1972 con la laurea in Scienze Naturali, dopo aver espletato il servizio militare come sott/le di complemento in M.M., sono diventato professore di scienze matematiche nelle medie, non dimenticando mai gli anni trascorsi tra i banchi delle superiori. Qualche anno fa, in occasione di un incontro con gli ex diplomati tra le due quinte A e B, ho voluto rivivere per iscritto quell’esperienza, intesa come un insieme di frammenti di ricordi che hanno plasmato nel bene l’anima, la mente e il cuore di molti giovani. Gragnanese di nascita (1948), Stabiese di origine: il nonno paterno era del terziere Privati di C/mmare, desidero vedere pubblicata questa semplice e succinta storia del “Fea”, per metterla anche a disposizione degli altri. Grazie, cordialità e ad majora per il prestigioso sito sulla multi variegata storia stabiese. Luigi prof. Totaro – Scafati (Sa)”.

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domenica 17 maggio 2009 (Giuseppe Di Massa)

Ci scrive l’amico gragnanese Peppe Di Massa, ricercatore di storia locale:
“Hi, cari Maurizio ed Egidio, grazie per la gradita newsletter (per Maurizio), quando si è soli all’estero, fa piacere ricevere un messaggio positivo, come sono i tuoi successi col sito. Vi scrivo anche per chiedervi una informazione su una tela del pittore Angelo Mozzillo, rappresentante una Madonna con Bambino tra due grandi angeli in volo, sui due lati, e ai piedi sant’Agostino e santa Monica che ricevono la cintura della congregazione. Si tratta di una tela d’altare di grandi dimensioni. Potreste far girare la mail, per verificare se una tela del genere é stata trafugata da qualche chiesa del circondario? Nel caso positivo, potremmo quasi sicuramente recuperarla e rimetterla al suo posto. Spero che qualcuno la reclami. Vi invio dalla stupenda Casablanca (come vedete non tutta l’Africa è come la tremenda Nigeria) i miei migliori saluti. Peppe”.

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sabato 16 maggio 2009 (Ing. Domenico Furci)

Rimettiamo in pubblicazione la segnalazione dell’ing. Domenico Furci, con la chiara speranza che l’Amministrazione locale, ne prenda atto e si adoperi per addivenire ad una rapida soluzione del problema:
“Buona sera, segnalo a voi lo stato indecente di via Varano che, specie in questo periodo, è percorsa da turisti che vogliono accedere alla zona archeologica a piedi o che dagli scavi scendono verso il centro. Non mi riferisco solo allo stato della pavimentazione, ma anche alla presenza di erbacce che restringono la striminzita sede stradale, già intasata spesso con cumuli di materiali ingombranti; e per concludere: la passeggiata dalle Terme Nuove alla stazione di via Nocera, in salita e in discesa, sui mini-mini-marciapiedi è ostruita da erbacce che cadono sulla testa dei passanti. Nel fantomatico progetto “Stabia la bella” c’è anche il ripristino della normale utilizzazione di queste strade e marciapiedi che io ho citato? Con stima. Mimmo Furci”.

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mercoledì 13 maggio 2009 (Restoring Ancient Stabiae)

Ci scrive la Fondazione RAS:
“Gentile Libero Ricercatore, inviamo in allegato il mensile di informazione telematico della Fondazione RAS al fine di far conoscere ad un “autentico” stabiese le attività in corso della stessa. Se interessato, può trasmettere le stesse attraverso i suoi canali. Cordiali saluti, Restoring Ancient Stabiae”.

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martedì 12 maggio 2009  (sig.ra Paola)

La sig.ra Paola dall’isola d’Elba, scrive alla rubrica “Viaggio nella natura di Stabia” del naturalista stabiese Ferdinando Fontanella:
“Gentile signore, la informo che presso il mio giardino crescono svariate piante di Cytinus hypocistis gialle e rosa di cui ignoravo l’esistenza e che ne sono venuta a conoscenza leggendo il suo sito dopo che mia figlia le ha trovate giocando in giardino. Vivo all’isola d’ Elba. Distinti saluti. Paola”.

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lunedì 11 maggio 2009 (dott. Giovanni Iorio)

Ci scrive il dott. Giovanni Iorio da Napoli:
“Gent.mo Sig. Maurizio, complimenti per il suo bellissimo sito che leggo spessissimo. Le invio due foto della mia infanzia a Castellammare di Stabia: sono foto di scolaresca scattate nella scuola elementare Basilio Cecchi, la prima nel 1956, la seconda credo nel 1958. Nella prima foto io sono a sinistra dell’ottimo maestro prof. Maresca (alla sua destra è ritratta la sua figliola e dalla quale mi farebbe piacere avere notizie) al quale mi legava un grande affetto e del quale conservo ancora un libricino di poesie per bambini con la sua dedica che mi regalò in occasione della Pasqua di quell’anno. Nella seconda foto (1958) sono ritratto alla destra del caro prof. Cozzolino che aveva con me grande pazienza. Nel 1960 la mia famiglia si è trasferita da Castellammare e, per qualche anno, ho cercato di mantenere i contatti frequentando, in estate, i bagni sul lungomare (andavo al Lido Moderno in compagnia di cari amici stabiesi, tra gli altri: i fratelli Corrado, Lillino e Salvio Guida). Ormai sono moltissimi anni che vivo a Napoli e vengo raramente a Castellammare, ma conservo vivissimo il ricordo e l’affetto per il mio paese e per questo seguo assiduamente le Sue pagine e le diffondo. In esse ho rivisto posti a me cari e ormai mutati per sempre (pensi che ho trovato una foto del palazzo dove sono nato e quella di dove ho abitato fino a 10 anni a Piazza Ferrovia, via Roma). La ringrazio per questo lavoro che fa per la nostra bellissima Città. Continui così, con la nostra stima e affetto. Cordialissimi saluti. Dott. Giovanni Iorio”.

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sabato 2 maggio 2009 (Gigi Nocera)

Ci scrive Gigi Nocera, per ringraziare Antonio Cimmino:
“Caro Maurizio, tramite il sito voglio ricambiare i cordiali saluti del signor Antonio Cimmino, che graziosamente si è voluto ricordare di me (rif.: corrispondenza privata). Ma io lo ringrazio calorosamente anche per l’impegno che mette nel gestire la locale sezione della A.N.M.I. e per quanta passione e affetto ci ricorda i marinai stabiesi caduti nell’espletamento del loro dovere. A suo tempo mi commosse il ricordo di un mio cugino, Aniello Della Monica, pubblicato su Libero Ricercatore. Lo ringrazio anche perchè tutte le volte che leggo qualcosa di suo, sul nostro sito, mi ritorna alla mente mio padre. Per molti sarà ridicolo quando sto per dire, ma per me ha un grande valore affettivo. Ecco di che si tratta. Mio padre ha partecipato alla prima Grande guerra, quella del 1915/18, imbarcato su un incrociatore di stanza a Taranto che pattugliava tutto il mare Adriatico fino a Trieste e Pola. E tutte le volte che io, curioso come ero (e sono), gli chiedevo di raccontarmi qualcosa di quella guerra, lui invariabilmente, con orgoglio, ricordava che era “Sottocapo, cannoniere, puntatore scelto”. Quanta enfasi e quanto orgoglio c’era nella sua voce quando, come una filastrocca, declamava queste sue qualifiche! Ecco perchè intendo ringraziare pubblicamente il Signor Cimmino: tutte le volte che lui parla dei marinai di Castellammare, mi fa ricordare mio padre, che ho tanto voluto bene; e che ancora oggi guida i miei pensieri e le mie azioni. Gigi Nocera”.

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giovedì 30 aprile 2009 (Concetta Suarato)

Ci scrive Concetta Suarato, presidente dell’Associazione Culturale “Musearte”:
“Gentile Direttore, anche quest’anno riproporremo le visite gratuite sul territorio. Come ha notato dal sondaggio effettuato, molti non hanno mai visto gli scavi, che stanno lì da tanto tempo, e figuriamoci se conoscono tutte le curiosità relative al centro storico o alle opere contenute nel neonato Museo Diocesano. E’ per questo che Le invio, come l’anno scorso, la locandina della manifestazione. Anche il pullman per gli scavi è gratuito, e le guide sono professioniste esperte. Grazie per la collaborazione, Concetta Suarato”.

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sabato 25 aprile 2009 (Enza Sabatino)

Ci scrive Enza Sabatino da Terni (se riconoscete qualche soggetto della foto siete pregati di contattarci):
“Caro Maurizio, sono Enza la moglie di Silvestro. Ho avuto il piacere di conoscerti la sera dell’incontro. Ti allego questa foto ( vedi la foto inviata ) con la speranza di esser contattata anch’io da qualcuna delle mie amiche perdute dal tempo. Ricordo solo qualche nome: Lina Vozza (la terza a destra). Con stima Enza Sabatino”.

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lunedì 20 aprile 2009 (Roberta Gargiulo)

La studentessa Roberta Gargiulo scrive al naturalista Ferdinando Fontanella:
“Gentile Libero Ricercatore, sono una studentessa di Scienze Biologiche dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”; sono rimasta molto affascinata dalle foto delle orchidee pubblicate sul sito e gradirei ricevere maggiori informazioni sulla localizzazione di questi esemplari. Ci tengo a precisare che il mio interesse, oltreché affettivo, è puramente scientifico; pertanto non ho intenzione di raccogliere esemplari né di danneggiarli, bensì fare qualche foto da presentare in una relazione che esporrò in sede d’esame.
La ringrazio in anticipo e faccio tanti complimenti a Lei e ai suoi collaboratori per il sito interessante e ben curato. Distinti saluti, Roberta Gargiulo”.

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sabato 18 aprile 2009 (Gigi Nocera)

Ci scrive il carissimo Gigi Nocera (stabiese D.O.C.) da Torino:
“Cari Maurizio e Nando, oggi ho ricevuto il libro ( Catalogo “Ex Diversis Unum” ) che mi avete mandato e non ho parole per ringraziarvi. Siete proprio commoventi! Pensate anche a far numerare con i dati del mio anno di nascita il bel volume che mi avete donato. Di quel numero nessuno me ne aveva parlato; io l’avevo notato, ma l’ho attribuito al caso; invece ci avete pensato voi: siete proprio carinissimi. A volte penso: “Cosa avrò mai fatto per meritarmi la vostra stima, la vostra simpatia, la vostra così palese e disinteressata amicizia, e diciamo pure affetto”. Beninteso, stima, simpatia, amicizia ampiamente ricambiata e meritata. Io non finisco mai di ringraziare il Cielo per avermi fatto conoscere voi in questi pochi anni che mi rimangono ancora da vivere. Già altre volte l’ho detto a Giuseppe che la vostra conoscenza mi ha rivitalizzato; mi ha dato la possibilità di ricordare i miei cari con più assiduità, la mia bella città e rivivere quei giorni indimenticabili della mia fanciullezza/prima giovinezza. Vedete cari amici, le persone quando sono avanti negli anni poco alla volta perdono gli amici più o meno della stessa età, perdono interesse per le cose della vita perchè non riescono a stare al passo con i tempi e di conseguenza non capiscono i giovani e questi non capiscono loro. E’ vero, ti restano i figli, i nipoti, ma anche loro non possono prestarti molta attenzione perchè presi dai propri impegni di lavoro o dallo studio. Ecco perchè considero una fortuna aver conosciuto voi che avete la pazienza di avermi come amico. Della vostra amicizia spero di esserne sempre degno. Non mi resta che ringraziarvi di tutto cuore: GRAZIE!”.

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mercoledì 15 aprile 2009 (Carmine Spera)

Ci scrive una nostra carissima conoscenza, Carmine Spera, compositore di testi e canzoni per bambini:
“Gentilissimo Maurizio, sono Carmine Spera ( www.filastrock.it ), ti scrivo per condividere con te ed i visitatori del tuo sito la gioia di aver saputo che una mia canzone per bambini è stata tradotta in Polacco da una nota poetessa di Varsavia, Ewa Chotomska e che il 19 aprile sarà interpretata da Aleksandra Betanska, all’International Chidren Song in Konin. Aleksandra è la bimba che sempre con un mio brano arrivò terza al Festival Internazionale Verdinote 2008 e si aggiudicò il primo posto al festival “Nutka Poliglotka” di Varsavia. Ciao e grazie. Carmine”.

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martedì 14 aprile 2009 (Comunicato stampa)

Giriamo alla vostra attenzione il comunicato stampa inviatoci da Tiziana Adolescente di Corto in Stabia:
“Corto in Stabia 2009: In gara 115 cortometraggi giunti da tutta Italia e dall’Estero.
Sono in totale 115 i cortometraggi scelti, tra gli oltre 250 giunti da tutta Italia e dall’estero, che concorreranno per aggiudicarsi uno dei premi delle quattro sezioni o, almeno una menzione speciale, del prestigioso Concorso Internazionale “Corto in Stabia” giunto quest’anno alla IV edizione. Sostenuto e patrocinato dal Sindaco Salvatore Vozza, dall’Assessore al Turismo, Termalismo e Beni Culturali Massimo De Angelis del Comune di Castellammare di Stabia, dall’Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Napoli e dall’Azienda di Cura, Soggiorno e Turismo stabiese amministrata da Dario Scalabrini, l’evento prenderà il via il 22 aprile nella nuova location del Cineteatro Montil di via Bonito. Il programma delle proiezioni è già visibile sul sito www.cortoinstabia.it in attesa della presentazione ufficiale alla stampa e alle Istituzioni prevista in settimana a Palazzo Farnese. Intanto cresce l’attenzione per la manifestazione che vedrà ancora una volta la patria di Viviani e Ruccello protagonista del cinema per ragazzi con una quattro giorni di proiezioni, incontri, spettacoli, mostre fotografiche e d’arte, oltre a set cinematografico d’eccezione per i giovani registi in erba: qui sarà realizzato infatti , in partenariato con l’Associazione Culturale romana IlCorto.it, il progetto “Ciak a Scuola”, corso teorico – pratico finalizzato alla realizzazione di un cortometraggio in digitale di pochi minuti, riservato a dodici studenti scelti tra le scuole campane di II grado che si sono particolarmente distinte nelle passate edizioni. Ospite d’eccezione sarà il cantante stabiese Tony Amodio che concluderà il suo tour italiano la sera del 24 aprile proprio a Castellammare con un concerto gratuito. L’artista, definito dai media americani “rivelazione italiana all’estero” è autore di canzoni per Al Jarreau, James Ingram e Bill Champlin dei Chicago; dopo aver conquistato il pubblico statunitense con il disco d’esordio “Dejà Vu” presenta il suo secondo album ,“II Me”, che raccoglie tredici nuove tracce di storie vissute negli ultimi due anni in giro per il mondo”.

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lunedì 13 aprile 2009 (Mario Vozza)

Ci scrive Mario Vozza”:
“Cara Redazione, sono un assiduo frequentatore del vostro sito e ci tengo a fare i miei più sinceri complimenti, per noi che viviamo fuori, io almeno per 27 giorni al mese sto fuori e lontano dalla mia Castellammare, il vostro sito è come una boccata di aria di mare, di quella che si respira sul lungomare alle 7 del mattino, che solo chi è stabiese può capire, e può avvertire ad ogni click sul “libero ricercatore”. Volevo segnalare un nuovo soprannome per la vostra simpatica e curiosa rubrica, quello del mio ormai defunto nonno Mario Vozza, pietra miliare del rione spiaggia, conosciuto da anni a questa parte come “Mario ‘a ranogna” per la sua conformazione fisica assimilabile ad una rana nei tempi della sua lontana giovinezza”.

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domenica 12 aprile 2009 (prof. Geltrude Vollono)

Ci scrive la prof. Gelda Vollono, presidente dell’Associazione “Ex Diversis Unum”:
“Caro Maurizio, non so più quali altre parole trovare per esprimerti la mia gratitudine per quello che fai non solo per le iniziative della nostra associazione ma soprattutto per Castellammare. Sono stata molto colpita come d’altronde tutto il mondo dal terremoto disastroso che è capitato proprio il giorno della presentazione del nostro “Catalogo”… vorrei fare anch’io qualcosa per quelle persone che dopo anni di sacrifici hanno perso tutto, se tu hai pensato a qualche iniziativa, saremmo lieti di aderire. Mio figlio Daniele, che è a Santo Domingo, dice che la gente quando sa che è italiano si mette a disposizione e non vuole che lui paghi quello che ha comprato, nonostante mio figlio spieghi che non è della zona del terremoto. Questo fa molto riflettere soprattutto se si pensa che la solidarietà viene da un popolo che ha un reddito molto basso. Nell’attesa di poter parlare da vicino, ti abbracciamo insieme alla tua famiglia e ti auguriamo una serena Pasqua. Gelda e Lino”.

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domenica 12 aprile 2009 (Corrado Di Martino)

Giriamo (con la preghiera di prestare la massima attenzione), questa missiva inviataci in data odierna (ore 09,34) dall’amico Corrado Di Martino. Buona Pasqua a tutti:
Caro Maurizio buona Pasqua, ti allego una nota che ho ricevuto da una collega -l’ing. Raffella Marzano-, prova a darci anche tu una mano, grazie di cuore. Corrado.
“Abbiamo bisogno di posti letto.. chiunque avesse una struttura alberghiera o similare in Abruzzo (costa, collina) chiami 0854308309.
L’Abruzzo si sta appoggiando all’Avis del Lazio, CERCANO URGENTEMENTE SANGUE DI RH 0 NEGATIVO. Per info: 06 491340. Per favore fate girare questa nota”.

P.S.: non avendo la benché minima idea di quando la richiesta di aiuto sia stata formulata e nella speranza che l’urgenza sangue sia terminata, consigliamo vivamente a tutti i potenziali donatori, di prendere in considerazione la missiva, ma di contattate i numeri indicati, per valutare al meglio se di questo aiuto (oggi) vi sia ancora effettiva necessità e urgenza.

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martedì 7 aprile 2009 (Enzo Esposito & Carmen Viviani)

Giriamo all’attenzione dei visitatori e di tutti gli appassionati della musica classica napoletana, l’invito di Enzo Esposito e Carmen Viviani (cantanti/attori stabiesi):
“Caro Libero ricercatore, vorremmo invitare tutti i visitatori al nostro prossimo spettacolo: Venerdì 24 aprile 2009 ore 20,30 presso il Teatro Supercinema di Castellammare di Stabia (NA) dal titolo: “Munasterio ‘e Santa Chiara” con Enzo Esposito e Carmen Viviani e con Anna Sciotti – Nunzio della Marca – Veronica Salzano – Mariano Lambiase – Ernesto Pragliola. Orchestra diretta dal Maestro Franco Farina. Coreografie di Corrado Capone. E in anterprima sarà rappresentata la mini sceneggiata del brano: “Zi munacella mia”. Regia: Antonio Sciotti.
Info e prenotazioni: 081 8717058 – 3470403573 – 3389060813.
VI ASPETTIAMO IN TANTI!!!”

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martedì 7 aprile 2009 (Comunicato stampa)

Giriamo alla vostra attenzione il comunicato stampa inviatoci dall’ing. Raffaele Luise del CAI Stabia:
“Vi comunico che giovedì mattina alle 8:45 ci incontreremo in Piazza Vesuviana, armati di guanti e forbici da giardino, roncole e macete, per recarci al Vallone Quisisana, ove effettueremo la riapertura del sentiero che conduce alla guglia Castellano. Tale guglia, conquistata per la prima volta da Cesare Capuis nel 1924, ha rappresentato per decenni la palestra di roccia per antonomasia del CAI Stabia, potendosi infatti raggiungere rapidamente a piedi da Castellammare.
Scalata per la prima volta da due stabiesi nel 1927 (come da relazione allegata, pubblicata su un bollettino della sezione di Napoli della primavera del ’27) si auspica che possa essere presto conquistata da tanti altri arrampicatori del CAI Stabia!”

Dal Bollettino della sezione di Napoli della primavera del 1927:
La sera del 6 Aprile, alle ore 18, il socio Arnaldo Fusco ed il sig. Francesco Cannavacciuoli fecero la difficile scalata della “Guglia Quisisana” presso Castellammare di Stabia. La salita fu iniziata da Fusco, che, dopo aver fissato un chiodo con anello in prossimità di quello utilizzato nelle prime due scalate e passata la corda nell’anello, affidandone il capo a Cannavacciuoli, ridiscese un paio di metri, poi girò lo spigolo per portarsi sul lato Nord seguendo una spaccatura della roccia. L’ultimo tratto della salita richiese moltissima precauzione a causa degli appigli malsicuri e della inefficienza della corda, impigliatasi nelle asperità dello spigolo, ma fu fatto senza incidenti. Sulla cima fu ritrovata la scatoletta di latta, contenente i biglietti con le firme dei primi scalatori (vedere Bollettino N. 12 del 1924, pagine 3 e 4 e N. 3 del 1925, pagina 6). La discesa fu eseguita al chiaro di luna.

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martedì 7 aprile 2009 (Alfonso Santarpia)

Un omaggio a “Stabia Friends” di Alfonso Santarpia:
“Caro Maurizio, ultimamente ho pubblicato su youtube un video poetico dedicato allo “Stabia Friends”, squadra amatoriale di amici di Stabia, dove gioca anche mio fratello Gennaro. Se hai un po’ di spazio per menzionare questo video, è un bel omaggio a questa squadra e mi farebbe molto piacere. Cari saluti. Alfonso”.

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venerdì 3 aprile 2009 (Sergio Sammarco)

Ci scrive Sergio Sammarco in ricordo dell’amico Mimì Paolercio:
“Ciao LiberoRicercatore, sono uno estimatore di Don Mimì Paolercio, che ancora oggi reputo uno dei numeri uno a livello di fotografia, quando stampavo il BN gli portavo le foto per avere delle correzioni.
Comunque invio delle foto di Castellammare per la pubblicazione.
Mi chiamo Sergio Sammarco… Grazie mille saluti”.

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mercoledì 1 aprile 2009 (Michelangelo Gargiulo)

Ci scrive Michelangelo Gargiulo da (Castiglione Olona – VA):
“Gent.mo Maurizio, ci ha rattristato la notizia della disgrazia avvenuta a Roma, alla suora di Castellammare. Mia moglie, Angelina Meli, si è ricordata di aver frequentato lo stesso “Istituto S. Croce”. A tal proposito e per renderle omaggio, ti invio la foto che la ritrae insieme alle compagne. Chi la conosceva, la riconoscerà nel gruppo. La suora si chiamava: Salvato Maria Rosaria. Grazie in anticipo, Michelangelo Gargiulo”

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martedì 31 marzo 2009 (prof. Franco Circiello)

Ci scrive il prof. Franco Circiello:
“Caro Maurizio, non ci conosciamo ma sono sicuro che sei più giovane di me e mi voglio congratulare con te come se parlassi a mio figlio. Sono quasi due mesi che ho scoperto il sito ed ora sostituisce il giornale al mattino. E poi guarda come le cose si azzeccano da sole, l’altro giorno parlavo con Antonio Cimmino al bar Fontana e anche lui mi accennava del sito e menzionava pure Gaetano.
È proprio vero che San Catello protegge la città attraverso persone come te. Bravo a te ed a tutti i collaboratori. Prof. Franco Circiello”.

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domenica 22 marzo 2009 (Comunicato stampa)

“Ulteriore importante affermazione della Scuola Primaria “Basilio Cecchi” di Castellammare di Stabia: dopo il terzo posto dello scorso anno alla Finale Interregionale del III Campionato di “Socialdance”, venerdì 20 c.m., gli alunni della V D diretti e coordinati dall’insegnante Giusy Barone, hanno partecipato alla Finale Interregionale del IV Campionato di “Socialdance” tenutosi al Palazzetto dello Sport di Cercola, classificandosi con un ottimo 2° posto.
Questo importante piazzamento ha permesso agli alunni stabiesi di guadagnare meritatamente la partecipazione alla Finale Nazionale di categoria che si terrà ad Ariano Irpino il 24 maggio prossimo venturo”.

Le congratulazioni della Redazione, innanzitutto al Dirigente Scolastico, Dott. Prof. Luigi Caccioppoli, all’Insegnante Giusy Barone e soprattutto agli alunni, per l’ottima performance.

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venerdì 20 marzo 2009 (Alfredo Volpe)

Ci scrive il sig. Alfredo Volpe (di www.ukraine-italy-association.it):
“Gentile Signor Maurizio Cuomo, le confesso che ho per lungo tempo tergiversato prima di contattarla per voler (sia pur in minima parte) collaborare alla sua encomiabile attività divulgativa, inviandole delle cartoline storiche in mio possesso della n/s bella città. Approfitto di questa occasione per segnalarle il mio sito di volontariato, con relativa associazione, dopo un mio inaspettato viaggio in una terra meravigliosa e sfortunata, quale è l’Ucraina. Ho iniziato a collaborare chiedendo il sostegno prima all’Associazione Italo-tedesca “Children First onlus” di Varese della dott.ssa Silvia Eigl, poi dell’Associazione del Sig. Andrea Bianco di Treviso denominata “Children Future Project” per fanciulli orfani o malati oncologici nella città di Bila Tzerkva. Con famiglie povere e prive di aiuti sia statali che comunali.
Lei subito mi obbietterà: “Cosa posso fare?” Intanto (data la sua attività) viene senz’altro in contatto e a conoscenza di famiglie in possesso di materiale medico in surplus ed inutilizzato per varie ragioni. Tale materiale potrebbe essere di grande aiuto a famiglie ed a persone prive di alcun sostegno. Tenga presente se oggi qui in Italia siamo mal messi, si figuri li (dove uno stipendio, se ancora si percepisce, va sui € 100) Se avrà la bontà e la cortesia di visionare il mio sito “ucraine-italy-association.it” potrà avere una visione più completa. Io da parte mia (a 72 anni), non ho alcun ambizione se non quella di essermi prodigato a far si di non essere vissuto invano, aiutando un po’ il prossimo più bisognoso. Non la voglio più tediare. La ringrazio di cuore fin d’ora per quanto potrà fare. Cordiali saluti. Alfredo Volpe.

N.B.: verso la metà del mese di maggio sarò in Ucraina con un gruppo di amici locali.

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giovedì 19 marzo 2009 (Gigi Nocera)

Scrive Gigi Nocera (in rif.: alla lettera di Gioia Bozzaotre del 18 marzo 2009):
“Ho letto con grande piacere la affettuosa lettera della Signora Gioia Bozzaotre. Alle sue considerazione sul carattere della sua cara zia Linuzza, ultracentenaria, vorrei aggiungere qualche mio consiglio indirizzati a chi una certa età l’ha già raggiunta. Modestamente però, perchè io rispetto a zia Linuzza sono un pivello.

1° Se non ci sono seri problemi di salute, essere sempre ottimisti. L’ottimismo rende allegri.
2° Il fisico invecchia, inesorabilmente. Quindi non piagnucolare se abbiamo qualche acciacco.
3° Il cervello non invecchia se lo si tiene in funzione.
4° Non guardare la televisione; è come l’oppio: ottenebra il cervello.
5° Fare progetti a lungo termine, come se dovessimo vivere almeno un’altra ventina d’anni.
6° Essere curiosi; leggere, leggere, leggere e indagare, studiare.
7° Amare il nostro prossimo.
8° Stare con i giovani, comprendere i giovani: il loro entusiasmo ci può contagiare.

Auguri e saluti a tutti. Gigi Nocera”.

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mercoledì 18 marzo 2009 (Gioia Bozzaotre)

Ci scrive Gioia Bozzaotre (una testimonianza di buon augurio per gli stabiesi):
“Caro Maurizio, da pochi giorni la mia cara zia Linuzza ha compiuto 103 anni, anche se non li dimostra affatto. Infatti, oltre ad essere in buona salute, ha una mente lucidissima e una voce squillante. Filomena Imparato, per tutti zia Linuzza, è nata a Castellammare nel lontano 1906. Figlia del dott. Salvatore Imparato, da te citato nei personaggi illustri della nostra città e della signora Rachele Spagnuolo, è vissuta sempre a Castellammare, la sua amata città. Sposata con Luigi Del Gaudio, ha avuto un figlio, Antonino, il quale gli ha regalato tre splendide nipoti che oggi accudiscono la loro nonna con tanto amore. Parlare con zia Linuzza è qualcosa che non si può descrivere: è un pozzo di saggezza, di ricordi che ti portano lontano nel periodo precedente la guerra. Ascoltando i suoi racconti, resti affascinato, la mente immagina posti, persone, avvenimenti che mai avrebbe potuto immaginare. La cosa più bella è che nella sua voce non c’è né malinconia, né tristezza per il tempo passato, al contrario nei suoi occhi, sul suo viso e nei suoi discorsi si avverte una curiosità per ciò che deve ancora avvenire; sembra quasi che a parlare sia una ventenne. Questo per me significa amare la vita e forse il segreto per vivere a lungo e bene è proprio questo: amare la vita intensamente con i suoi lati belli e quelli brutti, con le gioie e i dolori nonché ringraziare Dio ogni giorno per averci dato la possibilità di vivere quest’avventura meravigliosa. Questa testimonianza vuole essere di buon augurio per tutti gli stabiesi. Gioia Bozzaotre

P.S.: ti allego una foto della zia Linuzza nel giorno del suo centesimo compleanno”.

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giovedì 5 marzo 2009 (Comunicato stampa)

Il comunicato di Filomena D’Auria (gruppo G.A.S.M. parrocchia del San Marco):
“La parrocchia del rione San Marco a Castellammare torna ad assumere un ruolo da protagonista grazie al suo gruppo di giovani attori, il “G.A.S.M.” (Giovani Attori San Marco). I ragazzi del quartiere, infatti, lo scorso anno sono stati impegnati in tantissimi spettacoli teatrali e nella partecipazione di alcuni cortometraggi che stanno riscuotendo un discreto successo in campo nazionale ed internazionale. Grande la soddisfazione della coordinatrice del Gasm, la signora Filomena D’Auria, che ha seguito i suoi ragazzi in particolare nel progetto della “Dalfilm”, il comitato di produzione cinematografica composto anch’esso da giovani dell’area vesuviana. Due ragazzi del gruppo del San Marco, infatti, Francesco D’Auria e Luigi D’Amato, furono scelti, la scorsa estate, per entrare a far parte del cast del cortometraggio noir “Time to Die”, attualmente in giro per i concorsi italiani ed europei in cerca di consensi. Tornando nello specifico del gruppo Gasm, Filomena D’Auria ha annunciato il prossimo ritorno dei “suoi” giovani sulla scena, dopo un breve stop durato alcuni mesi. “Stiamo cercando di affermarci come realtà locale – ha spiegato la D ’Auria – nonostante al momento della costituzione del gruppo partissimo da zero. Ora, visto anche quello che abbiamo realizzato nel 2008, voglio attirare in parrocchia quanti più giovani possibile. Sono convinta che con l’impegno e la determinazione si può arrivare ovunque”. I ragazzi del Gasm finora si sono esibiti all’interno della parrocchia del San Marco, in un teatro “povero” con 200 posti a sedere. Ed è qui che continueranno a svolgersi le prove per gli spettacoli (nel 2008 più volte supervisionate dall’attore e fondatore del “Cat” stabiese, Italo Celoro), le manifestazioni teatrali e gli eventi a scopo benefico con protagonisti i giovani attori”.

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lunedì 2 marzo 2009 (Antonello Ferraro)

Ci scrive l’amico Antonello Ferraro:
“Ciao Maurizio, come stai? spero bene. Sfogliando questa pagina, dedicata alle celebrità stabiesi, il mio pensiero non può che riportarmi ai MITICI fratelli Abbagnale ed il timoniere Peppino Di Capua. Perchè non arricchire questa preziosa rubrica con una pagina dedicata a questa leggenda vivente del canottaggio? Penso che lo meritino a pieno titolo, non solo per l’ineguagliabile valore sportivo, ma anche perchè hanno contribuito a far conoscere la nostra città in tutto il mondo. Ti prego facci un pensierino. Grazie. Ciao”.

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sabato 28 febbraio 2009 (Antonio)

Un rimpianto dello stabiese Antonio:
“Caro Maurizio, ero perplesso se scriverti o meno, ma poi il rimpianto ha preso il sopravvento e ho deciso di ticchettare sui tasti. Ti starai chiedendo a cosa alludo quando parlo di rimpianto… Beh, mi riferisco alla classifica del FAI, e alla nostra 26 posizione! Si poteva aspirare a qualcosa di più, se non altro per portare all’attenzione di tutti la nostra bella e maledetta città, una volta tanto non in cronaca nera come da un bel po’ di tempo a questa parte, purtroppo le mancate promesse dell’amministrazione comunale (che su loro invito avevano promesso di patrocinare la nostra iniziativa “SALVIAMO LA FONTANA DEL RE”) hanno fatto mancare un supporto tecnico che noi non potevamo avere (giornali locali, manifestazioni pubbliche, volantinaggio). Spero solo che i “nostri” interlocutori istituzionali si rendano conto, magari con un po’ di rammarico, di aver perso ancora un’occasione per dimostrare di voler veramente bene alla nostra Città. Non posso fare a meno di notare che tanti amici di “Liberoricercatore” che vivono lontani da C/mare (come Peppe da Ladispoli o Gigi da Torino), la amano molto di più dei nostri amministratori, allora vorrei poter proporre un cambio: perché non esportiamo questi ultimi e riportiamo qui quelli che veramente vogliono bene a Stabia? Ne avremmo bisogno noi e soprattutto ne avrebbe bisogno la nostra cara Città!
Con affetto, Antonio”.

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venerdì 27 febbraio 2009 (Enzo Cesarano)

Enzo Cesarano commenta la lettera di Gigi Nocera (rif.: messaggio del 25 febbraio), nel ricordo di Annibale Ruccello:
“Caro Maurizio, ti scrivo dopo aver letto attentamente la mail del sig. Gigi Nocera, che mi ha colpito per il suo amore devoto a C/mmare anche se vive ormai a Torino. Dalla sua lettura ho tratto un pensiero che subito ho fatto mio e che mi ha fatto riflettere e cioè come mai sia stato un giovanotto di soli 86 anni a parlare per la prima volta nel sito di liberoricercatore e a farci riflettere sul miracolo stabiese di nome Ruccello? (almeno da quando lo seguo…). C/mmare ha rimosso la sua figura perché Ruccello è un personaggio scomodo, che fa paura, che rema contro lo pseudo perbenismo borghese di un paesone bigotto come il nostro. E’ più facile citare e provincializzare qualche frase del nostro Viviani, anche se non si è mai letto e capito ciò che ha voluto farci capire… difficile è citare Ruccello, eppure nelle sue opere ha tanto parlato della nostra città con le sue acque, di S. Catello, della periferia degli anni ’80. Egli non è amato perchè somiglia tanto a Pasolini. Sì ho detto bene come Pasolini perché portava una lingua teatrale capace di superare le città e la regione, usando il dialetto parlato e scritto, anche se era “solo” di C/mmare di Stabia. Vorrei tanto che la mia città si riconoscesse in Annibale non solo quando c’è qualcuno che ogni tanto ne chiede di parlare, ma lo facesse come segno di gratitudine verso una mente ingegnosa ed artistica che non ha fatto altro che donare lustro e fama, ma ahimé solo fuori di essa… A me resta il ricordo di una sera nel cinema teatro Nazionale quando Tonia Guarino (figlia di Andrea Guarino, grande elettricista cinematografico teatrale) che interpretava Adriana in “Notturno di donna con ospiti”, dopo la rappresentazione me lo presentò dicendomi: “Enzo, questo è Annibale”. Siccome il carissimo Gigi Nocera mi ha ispirato questa mail vorrei regalargli, laddove vi fosse la possibilità, un saggio di Rita Picchi “Scritti Inediti – una commedia e dieci saggi” su Annibale.
Infine ringrazio te, Maurizio che dai la possibilità ad ognuno di noi di esprimere le proprie idee, ti saluto con affetto. ENZO CESARANO”.

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giovedì 26 febbraio 2009 (Silvestro Migliorini)

Ci scrive il M° Silvestro Migliorini da Terni:
“Caro Maurizio, anche se con un po’ di ritardo ti mando tutti i “grazie” di questo mondo per la copertina del mese di Febbraio che mi hai dedicato. Il cuore napoletano è grande, mi dimostrate più affetto voi che…
Ti prometto che se verrò a Castellammare lo farò anche per abbracciarti. Silvestro.

P.S.: La grafica del calendario è stata curata dalla mia amata amica Gina Fazi ( GiEffebis@alice.it ) senza scopo di lucro, solo per amore per l’arte”.

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giovedì 26 febbraio 2009 (Giuseppe Di Massa)

Ci scrive il ricercatore gragnanese Giuseppe Di Massa, caro amico e Presidente del Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari “Alfonso Maria Di Nola“:
“Caro Maurizio, avrai saputo che ci sono problemi per i due progetti della Scuola di Restauro e del Museo Archeologico presso la Reggia di Quisisana. Speriamo che non sia l’ennesima occasione perduta per questo disastrato territorio. A nome del Centro Culturale di Gragnano e Monti Lattari ho inviato due lettere aperte a Bassolino e a Vozza, che ti allego, se lo ritieni utile divulgale. Ti ringrazio, sperando che ciò serva a qualcosa. Ciao dalla torrida Nigeria. Peppe Di Massa”.

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mercoledì 25 febbraio 2009 (Gigi Nocera)

Ci scrive il carissimo Gigi Nocera da Torino:
“Caro Maurizio, da quando ho conosciuto il Libero Ricercatore (ed ormai sono due anni) o capito che il suo scopo principale era quello di difendere e possibilmente valorizzare le bellezze naturali, le tradizioni e la Storia di Castellammare. Non solo, ma cerca di conservare viva la memoria dei suoi figli migliori; siano essi artisti, letterati, religiosi, civili, medici, ed anche umili cittadini degni di essere ricordati. A ciò concorrono anche i collaboratori casuali e disinteressati di questo sito, che trascurando di segnalare quelle effimere manifestazioni e fatti che riempiono di vuoto la vita di tante persone, dimostrano quanto anch’essi ci tengano e che di questo prezioso patrimonio cittadino nulla va trascurato o addirittura perduto. Purtroppo non tutti i nostri concittadini e non tutte le autorità locali dimostrano la stessa sollecitudine e la stessa cura per la salvaguardia dei succitati valori. Lo spunto per recriminare su questa trascuratezza mi è stato dato dal seguente fatto. Come sai da moltissimi anni vivo a Torino (ma con nel cuore sempre la mia amata Castellammare) e non mi perdo mai uno spettacolo canoro o teatrale che riguarda noi campani in genere. Ebbene in questi giorni, in un teatro cittadino l’attore e regista Enzo Moscato rappresenta una commedia scritta da un nostro illustre concittadino: Annibale Ruccello. Come è noto questo autore-attore morì nel 1986 in un terribile incidente d’auto; e non aveva che 30 anni! Molti critici sostenevano che “con Ruccello il Teatro napoletano entrava nel dopo Eduardo”. Si può capire quindi quanta è stata gravosa la perdita di questo grande figlio di Castellammare. La mia recriminazione iniziale mi è stata suggerita, e vieppiù riconfermata, da quanto scritto da Enzo Moscato sul giornale ” La Stampa ” nei giorni scorsi su Ruccello, suo fraterno amico. Ecco l’inizio dell’articolo: “Emotivamente, ho sempre rifiutato la morte di Ruccello: L’ho rimossa, negata, sin dai primi istanti successivi alla incredibile, terribile notizia datami per telefono quella sera del 12 settembre 1986. E questo rifiuto, questa rimozione, questa negazione del suo svanire fisicamente dal mondo e dalla sua città (che, in verità, non l’ha mai amato, come non ama nessuno che voglia cambiarla o aiutarla a cambiarsi) continua a persistere in me”. Ed ecco dove volevo arrivare! A Torino, distante non solo chilometricamente da Castellammare, si organizzano spettacoli e dibattiti su Annibale Ruccello; e noi? Nulla! Ha ragione quindi Moscato quando afferma quello che ho riportato io in corsivo. Pur vivendo molto lontano seguo attentamente quello che avviene nella MIA città. Me lo consentono i mezzi elettronici e i mezzi di comunicazione messimi a disposizione del progresso tecnico; e i contatti quasi giornalieri con i numerosi giovani amici stabiesi. Non vorrei quindi sbagliarmi, ma non ho mai avuto notizia di una qualche manifestazione in onore di Annibale (salvo l’inaugurazione del monumento in suo onore eretto nella Villa Comunale il 31 maggio 2000). Quale maledizione perseguita noi castelluonici che nulla facciamo per preservare e valorizzare questi tesori morali e materiali! Anzi!! Facciamo di tutto per distruggerli, per offenderli, per dimenticarli. Vedi, fra le altre, le battaglie che strenuamente conduce il naturalista stabiese Ferdinando Fontanella per fermare il degrado dei boschi di Quisisana, del monte Faito e della flora locale. Gigi Nocera
P.S.: nei giorni scorsi ho letto le vicissitudini vissute dal marinaio Cascone, così ben descritte dal Signor Cimmino sul nostro sito. Poiché io ho vissuto analoghe avventurose tribolazioni prima, durante e dopo l’ultima guerra; ed essendo suo coetaneo (ci separano 4 giorni: io il 18 lui il 22 febbraio 1923) avrei piacere prendere contatto con lui, se ne ha piacere”.

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sabato 21 febbraio 2009 (Gioacchino Ruocco)

“Alla ricerca di Don Mimì Santoro e della sua arte”: l’appello di Gioacchino Ruocco da Roma.
“Abitava in via Nocera sul lato destro della strada a 50 metri dalla biforcazione con via Catello Fusco. Aveva un negozio dove si vendeva un po’ di tutto, ma principalmente spartiti di musica e raccolte di canzoni napoletane in edizioni Bideri. Non era molto alto, ma aveva una verve che lo poneva all’attenzione di buona parte della popolazione e dei giovani con i quali veniva a contatto. Sapeva suonare il mandolino, scriveva poesie in italiano e napoletano, ne aveva sempre le tasche piene, e cosa incredibile per uno che era stato bambino assieme a Raffaele Viviani aveva acquisito negli anni una cultura che lasciava strabiliati. Citava l’enciclopedia Treccani. E la sua vita che aveva conosciuto disagi fin dall’infanzia per essere rimasto orfano in tenera età, diventava nei suoi racconti, una storia affascinante perché sapeva trasformare le disavventure in avvenimenti che finivano col divertire l’auditorio come se fossero state delle comiche, come le sue prime avventure amorose giovanili, ecc. ecc. Lo persi di vista quando mi allontanai da Castellammare per il servizio militare e poi per il lavoro che mi portò prima a Torino e poi a Roma dove ancora risiedo. I miei ritorni, sempre troppo brevi, non mi consentirono di rintracciare sue notizie fino a dimenticarlo per qualche tempo. Il suo sito, forse, potrebbe recuperarne la memoria e qualche verso che spero non siano andati persi, assieme agli spartiti delle sue musiche. Spero che esista ancora qualche suo discendente orgoglioso della sua vita e con la voglia di farlo conoscere anche ai giovani di oggi pubblicando quello che resta. Saluti sperando che questo appello giunga a buon fine. Gioacchino Ruocco”.

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sabato 21 febbraio 2009 (Clara Renzo)

Ci scrive Clara Renzo:
“Caro Maurizio, concedimi un po’ di spazio perché, dalle pagine del tuo… nostro sito, voglio ringraziare con tutto il cuore, mia nuora, Francesca Paola Del Gaudio in Cascone, figlia del dottor Nicola Del Gaudio, analista per 40 anni, all’Ospedale di Gragnano, e di Emilia Filosa, figlia del grande pittore Francesco Paolo Filosa. La voglio ringraziare perché mi ha dato 3 nipoti splendidi, belli ed intelligenti, perché ama mio figlio con sincerità e devozione, perché, a 20 anni, ha lasciato l’Università per dedicarsi a lui ed ai figli che sarebbero venuti, perché non è vero che suocera e nuora non vanno d’accordo; noi andiamo d’accordissimo proprio perché ci accomuna l’amore per lo stesso uomo. Grazie Francesca. P.S.: Guardatevi la foto e ditemi se mio figlio non è stato fortunato. Un abbraccio. Clara Renzo Cascone”.

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giovedì 19 febbraio 2009 (Vincenzo Massa)

Il Comunicato stampa di Vincenzo Massa (giornalista pubblicista):
“Dopo il successo di “Freddo dentro”, cortometraggio selezionato fuori concorso al festival di Cannes 2008, torna dietro la macchina da presa l’attore stabiese Fabio Massa; previsti infatti il 3 marzo i casting per la ricerca di attori e attrici del film “Linea di Konfine”, sua opera prima. La realizzazione dell’opera è prevista dal 4 al 23 maggio e sarà girata interamente a Castellammare di Stabia in provincia di Napoli. Il film, ispirato all’omonima sceneggiatura scritta da Massa e in uscita a marzo per conto da La mongolfiera editrice, narra le vicende del giovane Christian alle prese con le tematiche, le difficoltà, le gioie e le speranze di chi vive pienamente gli anni un po’ turbolenti della propria adolescenza. La pellicola, prodotta da Video Editing e Pragma Production, destinata essenzialmente ad un target giovanile, strizza l’occhio anche ad un pubblico maturo che riesce facilmente ad identificarsi nei contesti di vita proposti: rapporto tra madre, patrigno e figlio, il dramma della violenza domestica, la piaga dell’alcol. Protagonisti del lungometraggio l’attore Fabio Massa, Paolo Russo (entrambi reduci dal successo cinematografico al fianco di Maria Grazia Cucinotta nel film “Io non ci casco” di Pasquale Falcone) e Mirko Zagarella. Confermata al momento la presenza di tre importanti guests : gli attori Gaetano Amato, Lucio Ciotola e Vincenzo Merolla che interpreteranno ruoli cruciali all’interno del film. Ancora tanti i profili da ricercare: nello specifico interpreti di età compresa tra i 18 e i 50 anni per personaggi primari e secondari. Gli interessati possono inviare il proprio curriculum vitae e due foto, primo piano e figura intera, all’indirizzo di posta elettronica: lineadikonfine@fabiomassa.com. Ai selezionati verrà comunicato via e-mail, e in tempo utile, il giorno e il luogo dei provini”.

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martedì 17 febbraio 2009 (Vincenzo Vanacore)

Ci scrive Vincenzo Vanacore da Trento:
“Sono un assiduo frequentatore del Vs sito web e da tanto ricevo le Vs e-mail per tenermi aggiornato sulle diverse iniziative. Ritengo il sito Libero Ricercatore, per gli Stabiesi residenti all’estero o in diverse parti della nostra penisola, ma non solo, uno strumento utilissimo per non sentire la nostalgia e per rivivere i tanti passaggi storici che hanno caratterizzato la Ns città e tanto altro ancora. Sono uno Stabiese che da un decennio risiede nella splendida Trento in Trentino Alto Adige e non l’unico di Castellammare. Insegno da 8 anni in un Centro di Formazione Professionale ed una delle tante mie passioni è scrivere, in particolar modo poesie. Ho collaborato in passato anche con il quindicinnale “L’Opinione di Stabia” e di recente è stata pubblicata anche una mia raccolta di poesie dal titolo “Nel mio Giardino”. Ho un sito web dove si possono raccogliere informazioni: www.vincenzovanacore.it e tra i link ho inserito anche il Vs sito… Nel ringraziarVi del lavoro che svolgete Vi auguro buon lavoro e invio cordiali saluti”.

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martedì 17 febbraio 2009 (Alfredo Giordano)

La richiesta di informazioni di Alfredo Giordano da Firenze:
“Chiedo anticipatamente scusa se questa non fosse la sede adatta, ma io avrei bisogno di qualche informazione d’aiuto per sapere come poter rintracciare la mia radice storica d’origine dei miei avi a Castellammare di Stabia. Più esattamente esiste un archivio storico anagrafico in comune per poter rintracciare i nuclei familiari? Ad esempio io conosco i nomi dei miei bisnonni Giordano Alfredo e Esposito Fortunata posso aver modo di ricostruire all’indietro? Io risiedo a Firenze ma se esiste il modo verrei sul posto per eseguire la ricerca. Grazie… Saluti. Alfredo Giordano”.

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domenica 15 febbraio 2009 (Vincenzo Cimmino)

Enzo Cimmino, ringrazia Gigi Nocera (rif.: messaggio del 10 febbraio 2009):
“Caro Maurizio, vorrei ringraziare il Sig. Gigi Nocera da Torino per la sua lettera. Lettera confortante perchè dimostra che anche da lontano c’è un affezionato Stabiese che condivide le mie stesse vedute in merito ai valori e beni della nostra città. Purtroppo possiamo opporci contestare o proibire uno scempio, una crudeltà o qualsiasi atteggiamento che porta verso il degrado ambientale e sociale, ma non è possibile mettere al bando la cultura che l’ha generata. Fortunatamente il Sig. Nocera, visita Castellammare di tanto in tanto mentre noi questa cultura la dobbiamo sopportare tutti i giorni. Noi speriamo che ce la caveremo. Saluti Enzo”.

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domenica 15 febbraio 2009 (Gigi Nocera)

L’amico Gigi Nocera da Torino, commenta l’operato del naturalista stabiese dott. Ferdinando Fontanella (rif.: messaggio del 14 febbraio 2009):
“Ancora una volta la passione, la competenza e sopratutto l’amore per le nostre terre dello scienziato-poeta (come io ritengo che sia) Ferdinando Fontanella hanno avuto ragione. Le mura borboniche in zona Fratte che erano, anche se in piccola parte, crollate nelle scorse settimane sono state ripristinate quasi come erano in originale. Ma va già bene così! Come biasimiamo che certi interventi delle autorità comunali sono carenti o addirittura assenti, così ora dobbiamo riconoscere che in questo caso si è provveduto celermente e appropriatamente. Complimenti! E altri complimenti e ringraziamenti vanno rivolti al nostro naturalista che senza alcun interesse personale, anzi! E in questo ANZI potete vederci tante cose (costi economici e personali; avversione di qualcuno e di qualche ambiente che dal degrado e dalla trascuratezza può ricavarne dei particolari vantaggi, ecc.) fa il cane da guardia della natura, delle bellezze e delle nobili tradizioni della nostra bella Castellammare. Ancora GRAZIE, Ferdinando! Gigi Nocera”.

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sabato 14 febbraio 2009 (dott. Ferdinando Fontanella)

Vicende sul crollo di un muro borbonico alle Fratte”, ci scrive nuovamente il naturalista stabiese dott. Ferdinando Fontanella:
“Caro Maurizio e cari Liberi Ricercatori, scrivo per aggiornarvi sul crollo del muro di Via Fratte. Ricorderete che in data 22 gennaio 2009 in una lettera segnalavo il crollo di un piccolo tratto delle antiche mura di Via Fratte. Mi auguravo che nel rimediare al danno si usasse un po’ di buonsenso, in modo da scongiurare frettolose riparazioni emergenziali ed evitare così la sostituzione delle antiche pietre in tufo crollate, con volgari e banali colate di cemento. Oggi riscrivo per dirvi che il danno è stato riparato ed in parte le mie, e spero anche le vostre, speranze non sono state disattese, infatti, per la ricostruzione non è stato usato il “vile” cemento, ma nuovi blocchi in tufo. Certo, magari, si potevano recuperare i vecchi blocchi ed usare quelli, però questo già è un gran passo avanti. Volesse il cielo avessero fatto lo stesso nei crolli che ci sono stati in passato. Ora non ci resta che sperare che ci sia una sempre maggiore sensibilità e un maggiore rispetto per le peculiarità architettoniche di questa nostra amata Castellammare. Vogliate gradire i più distinti saluti. Il vostro naturalista Ferdinando Fontanella” .

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giovedì 12 febbraio 2009 (Antonio Cimmino)

Ci scrive l’amico Antonio Cimmino, esperto di storia marinaresca locale:
“Caro Maurizio, in allegato ti invio alcune fotografie sperando che qualche altro familiare e/o conoscente sia in grado di indicarmi la nave ove era imbarcato il marinaio Gennaro Valanzano (nocchiere, nato a Castellammare nel giugno del 1921 nella zona di “Fontana Grande”, risultato disperso nel gennaio del 1943). Saluti e grazie sempre per la tua cortesia. Antonio”.

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martedì 10 febbraio 2009 (Gigi Nocera)

(Pillole di saggezza). Un nuovo aneddoto del caro Gigi Nocera da Torino:
“Caro Maurizio, leggendo l’accorato commento del Signor Enzo Cimmino pubblicato ieri (in questa stessa rubrica) dal L.R. mi sono ricordato di un antipatico episodio, forse di poco conto per molti, ma indicativo della indifferenza e dello spregio che caratterizza molti nostri concittadini verso le bellezze di questa città e delle cose di comune interesse. Con grande dispiacere nel 1938 fummo costretti a trasferirci, per motivi di lavoro, in una città del nord. La nostalgia ci rodeva l’animo e approfittando delle facilitazioni ferroviarie di cui godevamo, (mio padre era dipendente delle FF.SS.), approfittavamo di tutte le occasioni per ritornare. E ciò avveniva almeno 3 – 4 volte ogni anno. A metà degli anni ‘50, durante uno di questi ritorni, io e mio padre uscendo dal Caffè Di Nocera per fare due passi in Villa sorprendemmo un ragazzo di 8 – 9 anni che strappava le foglie delle piante rigogliose che crescevano nella fontana posta proprio di fronte al locale. Al nostro rimprovero il papà di questo ragazzo che sostava nei pressi ci apostrofò con parole volgari e arroganti. La chiusa di quelle sue invettive fu: “Ma chesta fosse rrobba vosta?”. La risposta fu: “No, è rrobba di tutti, quindi pure nosta!”. Questa risposta fece infuriar ancora di più quel nostro concittadino che a quel punto dalle parole volgari e minacciose voleva passare a vie di fatto. Noi, non adusi a quelle volgarità e violenza, ci allontanammo amareggiati, schifati e indignati allo stesso tempo. Quindi, caro Signor Cimmino, come vede la maledizione di questa particolarità del nostro carattere ci perseguiterà sempre. Quello che ci lega e ci fa ancora amare questa città è sapere che sono esistite (e certamente esistono ancora) persone come la Signora Carla Imparato, la cui sensibilità d’animo è stata così ben descritta dalla sua cara nipote Signora Bozzaotre sul Libero Ricercatore nei giorni scorsi. A te caro Maurizio dico di mantenere sempre sui livelli attuali il contenuto di questo bel sito. Lascia che altri corrano dietro a fatuità e al disimpegno culturale. Cito ancora mio padre, stabiese doc e per me maestro di vita: “Giggì io me voglio magnà sulo nu purtuallo, ma hadda essere doce!” Quindi non perdiamo la qualità per la quantità. Gigi Nocera”.

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lunedì 9 febbraio 2009 (Vincenzo Cimmino)

Un accorato commento di Enzo Cimmino:
“Caro Maurizio, una breve nota sugli eventi che marchiano alle cronache la nostra città, note che persino mi giungono dai miei amici lontani ad indicare che siamo osservati, criticati e denigrati in tutto il mondo. Ebbene quando qualcuno viene ammazzato, come di recente, non viene ucciso qualcuno a noi estraneo, ma viene ucciso ognuno di noi! Siamo così violentati un po’ alla volta tutti, e tutti lentamente abituandoci e rassegnandoci con l’indifferenza accettiamo di morire poco alla volta, così come muore la nostra città. E’ una macchia su tutti: un lutto di tutti. Ognuno pensa di essere più furbo, più bravo o migliore nel saper fregare gli altri, lo si nota dal modo di guidare, di parcheggiare, di disfarsi dei rifiuti, tanti singoli che gettano la spazzatura sotto il tappeto per darsi un’apparenza esterna pulita, cari signori, svegliatevi: “In tal modo freghiamo noi stessi perché non saremo mai una comunità”. Un salace epigrammista alla Trilussa, amabile fustigatore di costumi, alla fine del Regno di Napoli (anno più, anno meno), scrisse: “Ciccio dice ca l’uommene sò rrare, l’uommene cumme a isse, e ca si fosse rre, farria jettà tutte li fessi a mmare. E i’ dico: Ciccio mio, comme farisse tu che nun sai natà?”. Il nostro male è l’indifferenza e l’assunta opinione di poter fare a meno gli uni degli altri e d’esser di botto diventati tutti guappi. Copio da Priebke: “Tutto ciò che è necessario per il trionfo del male, è che gli uomini buoni non facciano niente!”. Un affettuoso saluto a presto. Enzo”.

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domenica 8 febbraio 2009 (Ing. Giovanni Esposito)

Scrive l’ing. Giovanni Esposito da Milano:
“Carissimo Maurizio, passami l’espressione, volevo ringraziarti per le bellissime emozioni che mi hai fatto rivivere scorrendo le foto della tua raccolta, sopratutto la Chiesa di San Matteo indicata con il nome autentico, oggi molto spesso sostituito da Santa Rita. Sapessi quante partite a pallone ho disputato con i miei coetanei, molti dei quali ormai non più su questo mondo, davanti a quella scalinata, suscitando le proteste del compianto Parroco Don Alfredo Santaniello e del Suo organista Giovanni Esposito, Don Giuvannino ( non è un errore! ), mio nonno. Sono ormai oltre 40 anni che vivo a Milano lontano dalla mia città e dalla mia Quisisana, ma credimi è come se mai fossi andato via! Almeno con cadenza bimestrale devo fare una passeggiata sul nostro meraviglioso lungomare e prendere ” ‘na tazzulella ‘e cafè ” al Caffè Napoli, alias Bar Spagnolo, in compagnia dei miei fraterni amici Ing. Ruggierro, Ing. Sorrentino ed Ing. Bruno, nonché del Prof. Cerchia che ci ha recentemente lasciati e quant’altri, ammirati da una fraterna amicizia che si prolunga dalle aule del Liceo, si uniscono a noi. Ero entrato nel tuo Sito per muovere alcune osservazioni critiche a situazioni di degrado che non si capisce bene perchè sfuggono ai residenti, ma l’entusiasmo, le emozioni che ho vissuto, mi consigliano di rimandare ad altra occasione, magari ad una chiacchierata in occasione di una mia prossima venuta, davanti ad un acetosella nel solito bar, per non rovinarmi un momento così bello! A risentirci o rileggerci a presto…”.

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sabato 7 febbraio 2009 (Pinetta Jacono)

Scrive Pinetta Jacono (richiesta di informazioni):
“Gentilissimi, trovandomi in possesso di alcune incisioni di Gatti e Dura e non avendo, finora, trovato alcuna notizia sui suddetti, tranne che sul vostro interessantissimo Sito, mi sono decisa a scrivervi, sperando di riuscire a saperne di più. Le incisioni , che mi sono pervenute da mio nonno, portano i titoli di: Pescatori, Carro che trasporta vino, Calesse di Napoli, Calesse di Rosina, Marinai, Ballo della tarantella, Portantina di Battesimo, Acquaiolo. Le misure sono circa cm 30 x 25 e non sono colorate. Sapreste anche dirmi un eventuale prezzo di mercato? Ringraziandovi anticipatamente per ciò che riuscirete a dirmi, vi saluto cordialmente, Pinetta Jacono.

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venerdì 6 febbraio 2009 (Nicola D’Auria)

Scrive Nicola D’auria (di MagazinePragma.com):
“Ciao, innanzitutto scusatemi se vi disturbo, ma vi scrivo per avvisare della nascita del mio nuovo sito: www.magazinepragma.com un portale di informazione dedicato alla moda, musica, cinema, motori ed eventi nel quale è possibile commentare tutte le news con il blog presente sotto ognuna di esse. In riferimento agli eventi è disponibile un form che gratuitamente e senza iscrizione permette di segnalare e pubblicizzare i propri eventi. Il tutto in maniera snella e veloce, con possibilità di inserire link ed immagini (visualizza la pagina). Tra le novità, da qualche giorno abbiamo allestito una sezione dedicata al Week-End (notissimo giornale della provincia di Napoli, il giornale cartaceo gratuito più diffuso dell’area Vesuviana e della Penisola Sorrentina). Utilissimo anche per turisti in cerca di occasioni di alloggio (case ed alberghi), ricco di annunci (visualizza la pagina). Puoi iscriverti alla newsletter (inserendo la tua e-mail), semplicemente cliccando su questo link. Scusatemi per l’eventuale disturbo, cordialmente Nicola.

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giovedì 5 febbraio 2009 Giuseppe Zingone)

Scrive Giuseppe Zingone (rif.: rubrica “Avvisi” – messaggio del 04/02/09 – classifica ed esito dell’iniziativa “I luoghi del Cuore”):
“CORAGGIO! Il 26° posto non deve avvilirci anzi… Come anche TU hai notato se le forze BUONE di una Città, così complessa come Castellammare di Stabia, non lavorano sinergicamente, significa che bisognerà adoperarsi di più. Una ultima considerazione (per non dire sempre che è colpa degli ALTRI…) la rivolgo proprio a Noi del Liberoricercatore, dobbiamo lavorare di più perchè il nostro Sito, raggiunga capillarmente ogni cittadino stabiese che ha un collegamento internet. Con questo vi saluto, e agli Jettatori dico: “Noi saremo sempre presenti con iniziative e contenuti seri e lodevoli, se riuscite a starci dietro venite con Noi, poiché il viaggio è ancora lungo!”. Saluti Giuseppe Zingone!”.

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giovedì 5 febbraio 2009 (Gigi Nocera)

Scrive Gigi Nocera da Torino (rif.: messaggio di Giuseppe Zingone del 05/02/09):
“BRAVO Giuseppe! Ben detto! Cerchiamo tutti, per quello che ognuno può fare, di dare una mano a Maurizio che da solo fa quello che può, che è già tanto. Un abbraccio a tutti. Gigi”.

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martedì 3 febbraio 2009 (Titti Schettino)

Ci scrive Titti Schettino (studentessa in architettura):
“Salve, mi chiamo Titti Schettino e sono una studentessa in architettura. Poiché sto effettuando il rilievo del palazzo che segna il limite di piazza Spartaco tra via Roma e via Marconi (il palazzo del Tabacchi, quello giallo ocra) avrei piacere di conoscere le vicende storiche della piazza e/o le progressive evoluzioni che l’hanno condotta alla configurazione attuale. Chiedo pertanto notizie relative sia al palazzo che alla piazza, o anche indicazioni bibliografiche o cartografiche, qualora ne siate in possesso. Certa della vostra disponibilità, ringrazio in anticipo. Titti Schettino”.

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giovedì 29 gennaio 2009 (Francesco Renzo)

Ci scrive Francesco Renzo (lo stabiese in giro per il mondo):
“Ciao Maurizio, come forse ti avevo accennato, da inizio mese sono in Nuova Zelanda per un progetto di studio. Mi sto godendo il caldo e questa terra fantastica per gli ultimi giorni, dopo di che tornerò a Boston per la ripresa del master. Proverò anche ad incontrare il signor Silvano, lo stabiese bostoniano con cui mi hai messo in contatto. La Nuova Zelanda , per quanto mi risulta, è il posto più lontano possibile dall’Italia: guardando un mappamondo, si nota come sia esattamente dall’altro lato. Anche qua racconto di Castellammare, mi faccio un giretto ogni tanto su L.R., leggo il gazzettino vesuviano. E, come se non bastasse, ti mando un “Sei stabiese se”: “Sei stabiese se racconti quanto sia bella la tua città dovunque tu sia: a Londra, New York, Boston, Shanghai, Auckland o su Facebook…”.
Ti saluto con tutta la riconoscenza che provo per il tuo impegno. Francesco”.

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giovedì 29 gennaio 2009 (dott.ssa Giovanna Gaudio)

Ci scrive la dott.ssa Giovanna Gaudio da Firenze (saluti affettuosi e la piccola storia di un giovane stabiese…):
“Ti scrivo, ringraziandoti per il bellissimo sito sulla nostra città natale, ma anche per far conoscere a te e ai cari tuoi lettori una persona speciale, che deve essere d’esempio a tutti i bravi laureati della nostra Castellammare. Siamo tra quelli che possono ritenersi “fortunati cervelli in fuga”, ossia di chi è stato “prelevato” perché migliore di altri autoctoni a dirigere e offrire una maggiore professionalità, è il caso di Antonio, originario di una bella e nutrita famiglia stabiese d.o.c. che a soli 27 anni (a due anni dalla laurea in Ingegneria Elettrica conseguita brillantemente a Napoli), ha avuto l’onore e l’onere di divenire il responsabile dell’illuminazione pubblica (e non solo), a Firenze. In questi 6 anni ha realizzato splendide “acrobazie” cromatiche usando il meraviglioso scenario artistico di questa città amata in tutto il mondo (mai quanto Napoli è chiaro…), lasciando a bocca aperta i tanti turisti: Ponte Vecchio con i colori dell’arcobaleno, il David di un sontuoso blu, le porte della città in 52 colori, San Miniato di rosa, la Loggia dei Lanzi in un magico gioco di chiaroscuri e tanti altri monumenti ancora; senza trascurare le migliaia di punti luce che accendono la città quotidianamente. Non è stato facile lasciare la propria città, ma lo si è fatto con profondo amore e rispetto, senza denigrarla, ma molto spesso ancora oggi proteggendola, talvolta anche mantenendone segrete delle sfaccettature, che agli occhi di chi non vi è nato non potrebbe comprendere… sempre pronti ad esaltarne gli aspetti più belli, i suoi monumenti, il paesaggio, il folklore… La scelta di poter decidere dove vivere e magari far crescere i propri figli (ne abbiamo due: Gabriele di 6 anni e Leon Francesco di 7 mesi), in base ai propri meriti riconosciuti, è una forma di massima libertà che io come “giovane” auguro a tutti i ragazzi che come me, come noi, hanno studiato brillantemente cercando in questo modo di affermare se stessi e portando così in auge soprattutto la loro origine… Credetemi talvolta, non sempre, capita ancora di non avere bisogno di presentazioni particolari, se non Voi stessi e ciò che avete costruito con la voglia di studiare, di mettervi in discussione. Ah! dimenticavo se verrete a Firenze e passeggiando arriverete a Piazzale Michelangelo guardando la città pensate orgogliosamente che uno stabiese come Voi l’ha illuminata. Con affetto dott.ssa Giovanna Gaudio”.

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domenica 25 gennaio 2009 (Leopoldo D’Auria)

Ci scrive il sig. Leopoldo D’Auria (da Reggio Emilia):
“Gentili signori, per noi cresciuti a Quisisana (quella alta, attorno alla reggia Borbonica), il detto: “A Santu Catiello ‘o sole ‘o castiello, a Santu Biase ‘o sole a tutt”e case”, aveva un altro significato più meteo-geografico che religioso. In pieno inverno il sole invernale passava, e credo passi ancora, basso dietro il Faito, scarseggiando per settimane. Mentre a S. Catello (19/01) tornando a spostarsi l’orbita della Terra, arrivava ad illuminare il castello, mentre a S. Biagio (03/02) tornava ad illuminare anche le case dei quartieri più a ridosso del Faito, rispetto al castello (Fratte, Casasana, Pantanella, etc.) questo dal mio modesto punto di vista e dei ricordi.
P.S.: Mio nonno paterno (Papordo) è stato un famoso guardaboschi fino agli anni ‘50, lo ricorderanno solo gli ultra 60enni (fu sostituito poi da mio zio materno Gennaro). Mentre il nonno si ritirò nel caseggiato al limite del bosco dove c’era stata la locanda della madre Carmela ‘e Ruotolo. Alle spalle di un dissetante rubinetto detto ‘a funtanella.
Congratulazioni, per il sito e grazie per la nostalgia canaglia che ci aiutate a coltivare. Leopoldo D’Auria”.

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sabato 24 gennaio 2009 (Enzo Esposito & Carmen Viviani)

Ci scrivono Enzo Esposito e Carmen Viviani (cantanti attori stabiesi):
“Gentile Maurizio, vorrei invitare tutti coloro che sono cultori della canzone classica napoletana al nostro spettacolo “Cantata d’ammore” – La casa Editrice ” La Canzonetta ” al Festival della Canzone Napoletana”, che si terrà venerdì 30 gennaio p.v. alle ore 21 alla Sala Paradiso – Rione Alto – Napoli. E’ un evento culturale, nel foyer del teatro sarà allestita una mostra sul Festival Di Napoli.
Vi aspetto in tanti. Enzo Esposito e Carmen Viviani. Ingresso solo ad invito”.

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sabato 24 gennaio 2009 (Antonio Polichetti)

Il sig. Antonio Polichetti, scrive alcuni dei suoi cari ricordi:
“I VECCHI RICORDI: “Ogni anno il 2 novembre…” così come comincia la bellissima poesia di Totò, noi che siamo chierichetti e lettori di una volta, quelli che 40 e più anni fa, abbiamo servito le messe di don Michele Savarese (all’epoca parroco della Cattedrale); quelli che trascorrevamo le sere o anche le nottate giocando insieme (che però quando si serviva la messa eravamo seri e “adulti”), ogni anno (di consuetudine l’ultimo venerdì di luglio) ci riuniamo per andare a fare una cena. Quella della cena è una scusa perché è l’occasione per stare insieme nel ricordo di quei periodi. C’è chi viene da lontano o dalla stessa città, ci riuniamo e trascorriamo questa serata all’insegna dei ricordi dandoci alla fine della serata un piccolo regalo (chiamata bomboniera) per ricordarci il caro incontro. Ecco, ho scritto questa lettera per far sapere a tutti come alcuni ricordi non si dimenticano mai, anche dopo 40 anni e più. Distinti Saluti, Antonio Polichetti”.

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venerdì 23 gennaio 2009 (don Pasquale Somma)

Don Pasquale Somma, vice parroco della Concattedrale di Castellammare, comunica il programma delle prossime, imminenti attività parrocchiali:
“Salve, sono Don Pasquale Somma. Volevo approfittare per divulgare alcune iniziative: Innanzitutto sto cercando volontari, giovani e adulti da impegnare nel progetto del Centro Antico. Poi una volta al mese (un giovedì del mese, alle 21), facciamo un’adorazione per giovani offrendo la possibilità di confessare…siamo 5 o 6 sacerdoti… Inoltre, lunedì 26 fino alla fine di Giugno inizieremo il corso di preparazione al Matrimonio e giovedì 29 il corso di preparazione alla Cresima… Poi dal 2 al 12 febbraio arriva “La carovana di don Mazzi”… (ci sentiremo per questo evento…) per il momento può bastare… GRAZIE MILLE”.

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giovedì 22 gennaio 2009 (dott. Ferdinando Fontanella)

Rimettiamo alla vostra cortese attenzione, la segnalazione inviataci dal naturalista stabiese dott. Ferdinando Fontanella (visualizza la documentazione fotografica):
“Caro Maurizio e cari Liberi Ricercatori, vi scrivo per informarvi di un’altra piccola “disgrazia” che il nostro patrimonio storico ha subito in questi giorni. Ieri mattina a causa delle insistenti piogge è crollato un piccolo tratto delle antiche mura borboniche di Via Fratte (per intenderci la strada che dal Castello, passando per il rione Fratte, porta al rione Botteghelle). Questo nuovo crollo, sommato all’importante cedimento di un altro muro borbonico avvenuto recentemente a Quisisana nei pressi della Reggia, evidenzia come sia costante ed apparentemente inarrestabile la perdita di identità storica e architettonica della città. È auspicabile che l’amministrazione comunale avvii un immediato programma di consolidamento, ricostruzione e restauro conservativo di queste importanti opere architettoniche che rendono unico ed inconfondibile il profilo della città. È da evitare, assolutamente, la “ricostruzione emergenziale” che negli anni passati ha causato la sostituzione delle antiche murature (e la relativa perdita dei materiali originali che le costituivano) con volgari muraglioni in cemento armato. Via Fratte da questo punto di vista può fungere da esempio chiaro, infatti, alcuni anni fa in circostanze analoghe a questa odierna (crolli dovuti a pioggia) le mura cadute furono rimpiazzate da un’anonima colata di cemento. Così alla bell’architettura di archi in tufo in poco tempo si è sostituita una specie di “arte moderna” fatta di “anonimi” graffiti e Via Fratte, storicamente bella e caratteristica, è oggi molto simile ad una squallida via di un quartiere moderno di una qualunque città del mondo. Stessa sorte è toccata ad altre antiche strade della città. Spero, con la presente, di aver sollecitato lo spirito degli stabiesi che amano la loro città e che soffrono, come me, nel vederla agonizzante. Cordialmente, il vostro naturalista, Ferdinando Fontanella”.

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giovedì 22 gennaio 2009 (Raffaele Cuomo)

Raffaele Cuomo, invia un personale pensiero filosofico, nella certezza che possa essere motivo di riflessione per tutti i lettori:
“Caro amico, con la speranza di farti cosa gradita, ti scrivo per chiarire un concetto filosofico che tu puoi condividere o no: “L’intelligenza dell’anima”. Come tu sai tutti gli uomini hanno il dono dell’intelligenza della mente, chi più, chi meno per fortuna Dio ha riservato questo dono a tutti, anche se ognuno di noi è libero di usarlo come meglio crede. L’intelligenza della mente, ci tiene distanti e ci rende diversi, molte volte anche in base all’istruzione e alla cultura di ognuno di noi. Poi esiste l’intelligenza dell’anima, quella che io ritengo essere più importante, quella che ogni uomo deve cercare attraverso l’apertura della propria anima. Ed è questo dono, questa via, questa luce che una volta incontrata ci regala la grande sapienza della vita, che nessuna istruzione o cultura ci potrà mai dare. L’intelligenza dell’anima, unisce gli uomini facendoli sentire più vicini, supera ostacoli e pregiudizi, non conosce differenze di razza, paese, livello economico e cultura. Ed è questa che ci porta nei grandi giardini della vita e ci fa sentire tutti i suoi profumi più belli. Poi certamente ognuno di noi ha la sua vita con i suoi ostacoli, le sue gioie e i suoi dolori. Ma se dentro di te sei riuscito a spalancare la tua anima, ad accendere la luce, a sentire il calore del sole, allora tutte le avversità della vita, anche quelle insormontabili, vedrai risulteranno molto più facili da superare, e la vita tornerà ad essere un gioco meraviglioso. Ti abbraccio e ti saluto. Raffaele”.

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martedì 20 gennaio 2009 (Giuseppe Zingone)

Giuseppe Zingone, commenta la lettera della sig.ra Irene Cuticello Flynn da New Haven (rif.: messaggio del 19 gennaio 2009):
“Cari amici, leggendo del nuovo contatto con gli stabiesi di New Haven, mi sono commosso e non nascondo le lacrime, vorrei proporvi un riconoscimento all’unico stabiese oriundo ancora vivente, se ho ben interpretato le parole della signora Cuticello Flynn. Un riconoscimento che potrebbe avere sia valore affettivo per tutti gli altri che non abbiamo conosciuto sia per i ritrovati cittadini stabiesi di successive generazioni. Grazie e un abbraccio fraterno!”.

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lunedì 19 gennaio 2009 (Irene Cuticello Flynn)

In occasione della ricorrenza di San Catello, rimettiamo alla gentile attenzione dei visitatori di “Libero Ricercatore”, una interessante corrispondenza intrattenuta in questi giorni dal nostro esperto di stampe antiche Gaetano Fontana con la sig.ra Irene Cuticello Flynn di New Haven (Connecticut – USA), si ringrazia il sig. Paul Valanzuolo per la gentile collaborazione:
“Cara Irene, il mio nome è Gaetano Fontana, sono nato e vivo a Castellammare di Stabia, dove collaboro con altri amici al sito web www.liberoricercatore.it. Alcuni anni fa abbiamo appreso che a New Haven avete una statua di San Catello (visualizza il relativo articolo). Per ottenere delle informazioni sulla storia di questa statua, abbiamo anche scritto a Mister Catello Cuticello, possiamo avere qualche informazione in più in merito alla statua e alla San Catello Society? Molti stabiesi sono interessati ad avere notizie, soprattutto storici e persone del clero. Se avete bisogno di immagini, libri e preghiere di San Catello, siamo disposti ad inviarvele. Aspetto vostra risposta, Gaetano Fontana”.

Ecco la risposta della sig.ra Irene Cuticello Flynn:
“Gaetano: Catello Cuticello è mio fratello. Il nostro nonno e la nonna sono nati a Castellammare di Stabia e venuti in America. La Società “San Catello” è stata organizzata nel 1901 a New Haven, Connecticut. Abbiamo alcune vecchie foto dei suoi membri. Le allego a questa e-mail (vedi foto: 1926 Photo Saint Catello SocietyPhoto Front of St. Michael 1930’s). La statua di San Catello è nella chiesa di San Michele. In suo onore celebriamo una Messa la terza settimana di gennaio (questo fine settimana, Domenica 18 gennaio 2009) e ancora nel mese di maggio abbiamo un Comunione Breakfast. Vestiamo la statua di San Catello con la mitra vescovile. Abbiamo anche un gioiello (una croce pettorale) che abbiamo messo intorno al collo e, ovviamente, un anello di diamante al dito. Abbiamo anche posto ai piedi della statua di San Catello i fogli con la preghiera per le persone che pregano per la statua. Abbiamo un solo membro, che è nato a Stabia. Tutti gli altri sono figli, figlie o nipoti di membri della Società di San Catello. Vorrei inviare ulteriori informazioni. Grazie… Irene”.

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lunedì 19 gennaio 2009 (Liliana Longobardi)

L’Invito alla Conferenza “Emergenza fiume Sarno” di Liliana Longobardi:
“Carissimi, vi invio l’invito alla conferenza del Generale Jucci, Commissario nominato per il superamento emergenza fiume Sarno.
Se volete saperne di più sul nostro fiumiciattolo, il più inquinato d’Europa, martedì 20 gennaio 2009 partecipate tutti!!! Un caro saluto. Liliana Longobardi”.

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venerdì 16 gennaio 2009 (Maria Oddone)

Ci scrive Maria Oddone dell’Associazione “Stabia Rinasce”:
“E per la serie “alberi scomparsi” mestamente è sparita anche la grande palma al lato del monumento ai caduti, insieme a tutte le palme nei pressi della Chiesa di San Marco Evangelista e quelle che decorano i giardinetti esterni delle Nuove Terme. Dispiaciuti salutiamo… P.S.: ieri ho scoperto che in Ecuador le larve che infestano le palme sono considerate una prelibatezza… come ultima spiaggia perché non invitiamo una delegazione ecuadoregna a pranzo da noi?!?!? Maria Oddone”.

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lunedì 12 gennaio 2009 (Giuseppe Zingone)

Lo stabiese Giuseppe Zingone, commenta l’avviso relativo ai “Cannoni borbonici” del porto stabiese (rif.: “Avvisi” lettera del 11/01/2009):
“Gentile liberoricercatore, nella mia visita a Castellammare delle festività natalizie, avevo notato e fotografato più volte il porto proprio in prossimità della capitaneria, mi ero accorto delle inusuali bitte in quell’angolo dove attracca la mini crociera. Sono sconcertato, speriamo che non si tratti dell’ennesimo oltraggio alla memoria storica della Città ad opera dei soliti furbi, che nel buio e nel silenzio operano in maniera devastante sul nostro territorio. Auspico pertanto che le preposte autorità possano rispondere all’appello del liberoricercatore e di quanti se ne faranno carico responsabilmente in maniera rapida e tempestiva prima della scomparsa definitiva del o dei cannoni”.

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lunedì 12 gennaio 2009 (Gigi Nocera)

Lo stabiese Gigi Nocera da Torino, commenta l’avviso relativo ai “Cannoni borbonici” del porto stabiese (rif.: “Avvisi” lettera del 11/01/2009):
“Caro Maurizio, il meritorio e mai abbastanza apprezzato impegno dello scienziato-naturalista stabiese Nando Fontanella (che tanto si spende per la salvaguardia delle bellezze naturali e storiche di Castellammare) ancora una volta ha colpito nel segno. Ha portato a conoscenza, attraverso il nostro sito, dell’ennesimo delitto che si sta consumando (o si è già consumato?) a danno della nostra città. Il trafugamento (e non credo di esagerare nell’usare questo verbo) di due cannoni borbonici posti vicino alla Capitaneria. Di concreto io non posso fare nulla, ma voglio far sentire forte la mia protesta a quelle autorità locali, demaniali o governative che hanno permesso questo affronto alla storia e ai cittadini stabiesi. Voglio sperare che qualcuna di queste autorità si dia la pena di informare esaurientemente tutta la cittadinanza di come stanno effettivamente le cose attraverso il Libero Ricercatore. Gigi Nocera”.

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lunedì 12 gennaio 2009 (Catello Girace Lione)

Avviso agli “Affezionati visitatori” di Libero Ricercatore:
“Sono aperte le iscrizioni per la formazione di una nuova classe della SCUOLA DI CHITARRA del SOCIAL GUITAR PROJECT. La scuola di chitarra itinerante che insegna a suonare attraverso lezioni collettive, il progetto che ha ottenuto grande successo e straordinari risultati, apre una nuova classe presso la PARROCCHIA SAN MARCO EVANGELISTA. Se sei interessato, puoi prenotare il tuo posto inviando un’email a cat.girace@gmail.com o chiamando il numero 340/7836714.
Per avere maggiori informazioni puoi anche collegarti ai siti www.catgirace.com – www.socialguitarproject.splinder.com (Il Social Guitar Project è l’originale progetto di insegnamento della chitarra!) Se vuoi far parte della nuova classe devi ESCLUSIVAMENTE rivolgerti ai suddetti contatti (I PRIMI DUE INCONTRI SONO GRATIS!!). Un grazie particolare alla redazione di liberoricercatore”.

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domenica 11 gennaio 2009 (prof. Giuseppe D’Angelo)

Il prof. Giuseppe D’Angelo, commenta l’avviso relativo ai “Cannoni borbonici” del porto stabiese (rif.: “Avvisi” lettera del 11/01/2009):
“Non ne so niente. Ma se é così é un fatto gravissimo e sia il Comandante del Porto che il Sindaco di Castellammare sono obbligati, quali pubblici ufficiali, a farne denunzia all’Autorità Giudiziaria. Cordiali saluti. Prof. D’Angelo”.

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domenica 11 gennaio 2009 (Paolo Rastrelli)

Paolo Rastrelli della “Lega Navale italiana”, commenta l’avviso relativo ai “Cannoni borbonici” del porto stabiese (rif.: “Avvisi” lettera del 11/01/2009):
“Caro Maurizio. Non sono a conoscenza di questa operazione di espianto anche perché non sto frequentando Castellammare in questi ultimi tempi. Certamente bisogna intervenire e salvaguardare questi reperti storici. Anche nella sede della Lega Navale Italiana alla “Banchina Fontana” c’è ne uno che nessuno si sogna di espiantare. Bravo Maurizio e complimenti per tutto quello che fai. Paolo Rastrelli”.

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domenica 11 gennaio 2009 (dott. Ferdinando Fontanella)

Il naturalista Ferdinando Fontanella, commenta l’avviso relativo ai “Cannoni borbonici” del porto stabiese (rif.: “Avvisi” lettera del 11/01/2009):
“Caro Maurizio, speriamo che i cannoni siano stati rimossi per dargli migliore e più decorosa sistemazione (comunque i cannoni devono restare in Città!) e devono essere fruibili al pubblico… io quando entravo al porto ero solito passare vicino ai tre cannoni per accarezzarli, pensando e sognando i tempi in cui erano in uso e agli uomini che li hanno utilizzati… ora voglio continuare ad accarezzarli e a sognare. Pensa che la scorsa estate in occasione della Prima Comunione dei miei nipoti, li ho portati vicino ai cannoni del porto per fargli fare una foto ricordo… Caro amico, ti allego due foto (visualizza: foto 1 e foto 2), spero proprio che l’opinione pubblica questa volta sia sensibile… e speriamo bene. Ti abbraccio Nando”.

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domenica 11 gennaio 2009 (Antonello Ferraro)

Il commento dell’amico Antonello ad uno scritto del prof. Bonuccio Gatti:
“Ciao Maurizio, ho appena letto il pezzo su “ Don Salvatore d”e caramelle ” di Bonuccio Gatti. Provo una grande nostalgia nel leggere queste bellissime righe, e mi complimento sinceramente con l’autore che mi ha fatto rivivere il tenero ricordo di quando da bambino andavo a comprare ” ‘e catenelle “. Si tratta di catenelle a forma di S in plastica colorata, con le quali si giocava a chi le tirasse più lontano. Giochi innocenti che se raccontati ai bimbi di oggi, figli del PC e della Playstation, sembrerebbero cose da matti. Quante figurine abbiamo comprato di “Tutto Italia” e poi “Tutta Europa”! Cosa dire!!! Addio Don Salvatore! Ed un grazie a Bonuccio Gatti per averci donato l’emozione di un ricordo. Saluti, Antonello Ferraro”.

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giovedì 1 gennaio 2009 (dott. Ferdinando Fontanella)

Rimettiamo alla vostra cortese attenzione, il messaggio di auguri inviatoci dal naturalista stabiese dott. Ferdinando Fontanella (facciamone tesoro!):
“Il NaturalistaAmico augura a tutti un Anno nuovo, nel quale poter mettere da parte, definitivamente il mancato impegno e la rassegnazione, che sempre più, purtroppo, ci contraddistingue…
Rassegnazione è sinonimo di sopportazione e sta ad indicare la disposizione d’animo di chi accetta pazientemente un dolore, una sventura. Con rassegnazione molti di noi accettano i drammatici cambiamenti del nostro ambiente e con rassegnazione si rischia di entrare in questo nuovo anno. Ci siamo rassegnati? (sigh!) Allora i nostri figli vivranno in un mondo peggiore del nostro e i nostri nipoti forse non avranno nemmeno un mondo in cui vivere.
Tuttavia, forse non tutto è perduto, esiste ancora un modo per voltare pagina e provare a cambiare le cose. La ricetta è semplice, bisogna ragionare in piccolo e affrontare i problemi uno per volta e soprattutto è necessario che tutti noi ci impegniamo a difendere il territorio in cui viviamo avendo riguardo nel contempo dei luoghi dove vivono gli altri.
Un modo semplice, efficace ed immediato per fare qualcosa di concreto per la tutela del pianeta e della “nostra” stessa esistenza è dare il giusto esempio.
Chi ha la capacità, la sensibilità, la coerenza e perché no, l’intelligenza per farlo inizi da subito!
Certo, ci vuole un bel po’ di coraggio perché bisogna remare contro corrente, ci capiterà di essere additati come “fessi”. Oggi il concetto di benessere è legato al consumismo occidentale, per questo nostro cattivo esempio i paesi in forte sviluppo, come la Cina , stanno abbandonando i loro tradizionali stili di vita per adottare il nostro, e ciò contribuisce in modo significativo all’avvicinarsi della catastrofe.
Che ne dite, scegliamo di stare dalla parte giusta della barricata? Diamo il giusto esempio e iniziamo ad usare un pizzico di parsimonia. Per iniziare, si potrebbe: camminare maggiormente a piedi, in bici e con i servizi pubblici. Usare il meno possibile l’auto. Sprecare meno acqua. Bere meno acqua in bottiglia. Consumare prodotti locali. Consumare meno carne. Riutilizzare e riciclare prima di buttare. Non considerare fessi o poveracci quelli che fanno queste cose.
Alle “teste scelte” che ci governano chiedo solo due cose che reputo fondamentali:
1) “Rivoluzione energetica”, è necessario puntare su strategie energetiche ad alta efficienza e soprattutto su fonti rinnovabili, che rispettino di più il delicato equilibrio ambientale del nostro pianeta, liberandoci così gradualmente dalla mortale dipendenza dei combustibili fossili e dal miraggio dell’energia nucleare.
2) “Rivoluzione sociale”, in un mondo sovrappopolato da sette miliardi di esseri umani è auspicabile che chi ha di più faccia qualcosa per chi ha di meno. È necessario per la pace futura che ci sia maggiore equità sociale e maggiore rispetto per l’ambiente. Un Sereno e Prospero 2009 dal vostro amico naturalista. Nando”.

La “Vespucci” torna a Castellammare

( articolo di Maurizio Cuomo )

vespucci

La “Vespucci” sullo scalo scende in mare per il suo battesimo

La nave scuola Amerigo Vespucci, vanto stabiese e della Marina Militare, il 13 settembre 2011, torna a Castellammare di Stabia, per onorare la città che ottanta anni fa la vide scendere per la prima volta in mare. Dagli annali di cronaca d’epoca si apprende infatti che la Vespucci “…fu impostata il 12 maggio del 1930, su progetto del Tenente Colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi… e grazie alle sapienti maestranze degli operai del cantiere di Castellammare, fu varata, dopo appena 10 mesi, quando, in un tripudio di folla festante, ebbe il suo battesimo dell’acqua”.

Un felice ritorno di una “figlia” di Stabia e di un’eccellenza nazionale che, inevitabilmente mette a confronto due epoche diverse, e seppur di riflesso, racconta in tutta la sua crudeltà, il triste e amaro excursus storico, che in questi ultimi anni ha interessato Fincantieri ed in particolare gli operai del comprensorio stabiese. Continua a leggere

Lettere alla redazione 2011

Lettere alla Redazione

Lettere alla Redazione

giovedì 29 dicembre 2011  (Gaetano Caruso)

Ci scrive il carissimo Gaetano Caruso:
“Carissimo Libero Ricercatore, vorrei rinnovare i miei complimenti per il Vostro meraviglioso sito ed il Vostro, oramai, insostituibile contributo a questa realtà che permette a tutti gli Stabiesi nel mondo di poter, anche se lontani, sentire meno la mancanza e la nostalgia della nostra Grande Città. Con l’occasione ne approfitto per inviarVi due miei contributi fotografici, che spero di vedere pubblicati appena vi è possibile. Nella foto n. 1 vi sono i miei genitori, Caruso Catello e De Riso Carmela con in braccio la mia sorella maggiore Esterina che si trovano (a giudicare dalla palma alle loro spalle), nella nostra Villa comunale, siamo agli inizi degli anni ’50. Nella foto n. 2 vediamo mio zio Antonio De Riso nei pressi del porto, qui penso che siamo nei primissimi anni ’60. Nella speranza di veder presto questo mio contributo colgo anche l’occasione per rivolgere a tutto lo Staff di Libero Ricercatore i miei più sinceri Auguri di buone feste.
Con Stima. Gaetano Caruso”.

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lunedì 26 dicembre 2011 (Massimiliano Greco)

Ci scrive Massimiliano Greco dell’Associazione Stabiese dell’Arte e del Presepe:
“Caro Maurizio, ti segnalo un ignobile furto. Una mano sacrilega ha rubato il bambino Gesù dal presepe posto nella vetrina di un negozio di Castellammare di Stabia che ha aderito alla manifestazione “Natale In… vetrina”, promossa dall’Associazione stabiese dell’Arte e del Presepe e dall’ASCOM.
Il negoziante, sebbene sconcertato, mortificato e offeso dal gesto di questa persona sporca nel profondo dell’anima, ha avuto la prontezza e lo spirito di esporre il cartello riprodotto nell’allegata foto.
Salvo miracoli, l’originale non sarà reso, ma Gesù è comunque al suo posto grazie al gentile dono di alcune suore, credo del San Marco.
Ti abbraccio e ancora buon Natale. Massimiliano”.

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giovedì 22 dicembre 2011 (Gigi Nocera)

Ci scrive Gigi Nocera (l’eccezione che conferma la tradizione!!!):
“Caro Maurizio, ho riletto ancora con molto interesse lo studio sul “munaciello”, pubblicato a suo tempo su Libero Ricercatore. A distanza di tempo l’ho confrontato col mio relativo ricordo di bambino e la descrizione che ne facevo. Ebbene, è grande la mia soddisfazione nel rilevare le molte analogie contenute nei due scritti e il mio intimo piacere nel constatare quanta sia ancora valida la mia memoria.
Nello studio si afferma che questo munaciello si manifesta “solo ad alcuni membri della famiglia”. E difatti, a casa mia, soltanto mio fratello di 8/9 anni affermava di “sentirlo”. Si dice anche che, tra l’altro, “rompe o nasconde oggetti”: e a mio fratello nascondeva i calzini o gli metteva in disordine il portapenne.
Perchè sono ritornato su questo argomento? In quello studio citato si afferma che “a volte una vecchia storia subisca nel tempo delle involontarie modifiche, imputabili ad omissioni di tracce ritenute poco importanti o addirittura inserimenti di nuovi particolari per rendere il tutto più credibile. Questa involontaria, ma continua alterazione può trasformare la vecchia storia, generando addirittura una credenza popolare di straordinario impatto suggestivo”.
Poiché i miei ricordi relativi erano, e sono, ben chiari nella mia mente, state pur certi che nessuna delle suddette alterazioni hanno modificato il mio racconto.
Gigi Nocera”

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martedì 20 dicembre 2011 (Ugo Meli)

Ci scrive il carissimo Ugo Meli da Mozzate (CO):
“Ciao a tutti, ancora una volta devo dirVi grazie per avermi fatto incontrare una parte della mia famiglia di cui non sapevo la discendenza.
Mi spiego: nel leggere una lettera alla redazione del 17 ottobre 2011 ho saputo di Giovanni Cosenza che è alle prese con l’Albero Genealogico della fam. Cosenza. Mia nonna era una Cosenza e così con un giro di ricerca ho trovato il numero di telefono di Giovanni e ci siamo parlati e siamo addivenuti alla conclusione che siamo parenti. Sua moglie si ricorda di me perché abitavamo tutti vicini e adesso sto contribuendo alla costruzione dell’Albero Genealogico della famiglia.
Caramente a tutti Voi e famiglie AUGURO BUONE FESTE!
Alla prossima Ugo Meli”.

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sabato 17 dicembre 2011 (Anna D’Arco)

Ci scrive la sig.ra Anna D’Arco:
“Gentile sig. Cuomo, mio cognato segue con molta attenzione il Suo sito, infatti ogni sera legge le novità che vi si trovano pubblicate; per la verità anche io mi collego, ma in modo più sporadico. Questa sera mi ha chiamato e mi ha detto di andare su “tiempe belle ‘e ‘ na vota” per leggere la new pubblicata “Biscotti Jolanda: pubblicità d’inizio Novecento”. A questo punto mi devo presentare: mi chiamo Anna D’Arco e sono la nipote del sig. Catello D’Arco pasticciere di via del Gesù, 36. Sono stata molto contenta di leggere la pubblicità dei biscotti Jolanda inventati e prodotti da mio nonno. Deve sapere che quei biscotti si chiamano Jolanda perchè il nonno chiese al re il permesso di chiamarli con il nome della figlia, permesso che gli fu concesso e per i quali ottenne numerose medaglie ancora in possesso di noi nipoti. Questo per confermare che gli “unici veri biscotti Jolanda” sono quelli della ricetta in possesso, mio e dei miei fratelli. Comunque Le scrivo perchè sarei molto felice di poter contattare personalmente il signor Antonio Sorrentino di cui Le chiedo la mail o il numero telefonico, se in Suo possesso.
La ringrazio anticipatamente e Le invio i miei più sinceri saluti. Anna D’Arco”.

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martedì 13 dicembre 2011 (Gigi Nocera)

Per l’artista Umberto Cesino:
“Al Maestro Cesino, il grande artista stabiese, auguro un meritato successo alla sua mostra. E voglio ringraziarlo affettuosamente per aver esposto in prima fila il quadro che generosamente mi donò. Lo stesso rappresenta il Largo della Pace dove sono cresciuto e fatto uomo.
Grazie Maestro! Gigi Nocera”

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sabato 10 dicembre 2011 (Antonio Cimmino)

Una lettera/appello di Antonio Cimmino:
“Caro Maurizio, Elio Masini di Genova (mio amico di facebook) ex marinaio, mi ha scritto in merito alla ricerca di notizie di suo suocero, ora deceduto.
Il suocero di nome MORSI NORBERTO era un marinaio di Genova che faceva servizio a Castellammare, si fidanzò e poi sposò la Signora CUOMO CARMELA che aveva una pizzeria a Via Bonito. Dopo l’8 settembre del 1943 combatté agli ordini del suo corregionale Comandante Domenico Baffigo e, alla morte di questi, fu internato in Germania. Ritornato a Castellammare sposò la signora Cuomo Carmela e giocò, fino al 1951 come portiere nella squadra di calcio della TURRIS (notizia certa) e forse anche nel PORTICI. Nel 1952 si trasferì con la sua famiglia a Genova sua città natale e da lì non si è più mosso fino al suo decesso. Sembra di capire che la nostra concittadina Cuomo Carmela sia ancora in vita (chissà se riusciamo a rintracciarla).
Ti ho scritto nella speranza che qualche lettore di liberoricercatore, abbia conosciuto le persone di cui sopra e possa fornire qualche dettaglio in più in merito. In tal caso fammi sapere.
Buon fine settimana, Antonio”

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lunedì 5 dicembre 2011 (Giuseppe Mollo)

Ci scrive il sig. Giuseppe Mollo:
“Buonasera, mi chiamo Giuseppe Mollo e sono nato a Castellammare di STABIA il 24 10 1938 e ricordo piuttosto confusamente la tragedia che si abbattè su Castellammare e la mia famiglia nella notte fra il 22-23 ottobre 1944.
Mio padre Mollo Luigi era il gestore del buffet della stazione delle ferrovie dello stato sito in detta città. Nella notte suddetta, che io sappia e confusamente ricordi due soldati (forse inglesi) misero in moto in Gragnano una locomotiva alimentata a carbone che, a velocità sempre crescente, raggiunse la stazione FS di Castellammare; scalò i gradini posti in testa ai binari sfondando i locali biglietteria, sala di attesa, bar-buffet, e retrobottega dove avevano trovato temporaneo alloggio alcuni soldati, forse 12, originari dell’Italia del nord in attesa di rientrare alle loro città compatibilmente con lo sviluppo degli eventi bellici.
Di quella sciagura, che condizionò l’esistenza della mia famiglia, mio padre si ammalò quasi subito, decedendo esattamente tre anni dopo, il 22-10-1947, conservo un ricordo molto labile e nebuloso e nessuna documentazione fotografica/articoli di giornale. Gradirei avere ulteriori notizie al riguardo se disponibili.
Cordialmente, Giuseppe Mollo.”.

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sabato 3 dicembre 2011 (Rita Lina Cosenza)

La graditissima missiva di Rita Lina Cosenza:
“Mi presento sono una STABIESE residente da 47 anni a CORMANO (MI) che non dimentica le sue origini. Faccio i complimenti x questo sito dove ci sono foto d’epoca di alcuni miei parenti e di mia mamma che non conoscevo. So che conoscete UGO MELI con il quale avrei piacere di parlare per scambiare due chiacchiere relative alle nostre famiglie. Anche a me piacciono molto le foto (ne possiedo di vecchie che hanno molto fascino e vi posso assicurare che danno più emozioni di quelle nuove).
Ringrazio di nuovo perché ci avete fatto provare delle emozioni che non avremmo mai pensato di provare nel vedere i nostri cari da giovani. Ora possiamo dire senza ombra di dubbio che belli ci si nasce!
Saluti LINA COSENZA”

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giovedì 24 novembre 2011 (Tullio Pesola)

Una nuovo gentilissimo contributo del dott. Tullio Pesola:
“Dott. Maurizio, gradirebbe che Le inviassi qualche altro soprannome da inserire nella Sua rubrica? Bene! Si appresti a verificare che quelli che Le invio… (rif. rubrica “Soprannomi stabiesi”, aggiornamento odierno) non siano stati già segnalati. Al momento non ne ricordo altri.
Distinti saluti. Pesola”

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giovedì 17 novembre 2011 (Ugo Meli)

Ci scrive il carissimo Ugo Meli per un gradito contributo:
“Ciao a tutti, quando andavo alla scuola elementare con noi c’era un ragazzone che spaccava i banchi e beveva l’inchiostro (a quei tempi adoperavamo ancora le penne con i pennini), poi c’era: Giuseppe ‘e nannella (che abita nei pressi della farmacia di Scanzano e che lavora al Comune come ingegnere (di cognome fa Scalzi), poi… (rif. rubrica “Soprannomi stabiesi”, aggiornamento odierno). Sperando che questi nomi possono contribuire ad allungare l’elenco pubblicato vi saluto caramente.
Alla prossima. Ugo Meli”

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domenica 13 novembre 2011 (Tullio Pesola)

Una nuova gradita missiva del dott. Tullio Pesola:
“Dottor Maurizio, intendo contribuire -anche se solo di qualche centimetro- all’allungamento della lista dei soprannomi stabiesi. Passo subito all’azione… (rif. rubrica “Soprannomi stabiesi”, aggiornamento odierno).
Se dovessero passarmene altri per la mente, sarà mia cura inviarglieli.
Cordiali saluti. Tullio Pesola”.

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giovedì 10 novembre 2011 (Michelangelo Gargiulo)

Ci scrive il carissimo Michelangelo Gargiulo:
“Un saluto a tutti voi. Come quasi ogni giorno, mi “affaccio” al vostro sito per “respirare” un poco di aria paesana, così oggi ho potuto leggere la “Tombola Stabiese” e siccome mi è piaciuta moltissimo, voglio fare i complimenti all’autore per l’originalità e la fantasia che ha avuto nell’ideazione. Penso che se ci fossero più persone come voi di “LIBERORICERCATORE” la nostra Castellammare sarebbe di gran lunga migliore.
Con stima, vostro affezionato lettore Gargiulo Michelangelo”.

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mercoledì 9 novembre 2011 (Mauro Avino)

Ci scrive il sig. Mauro Avino:
“Caro Libero Ricercatore, sto conducendo da qualche giorno delle ricerche sul ex Teatro Francesco I di Borbone, acquistato dal mio bisnonno Raffaele Perna ad inizio secolo scorso. Vorrei chiederle se potesse aiutarmi a rintracciare info, descrizioni o illustrazioni dell’epoca dai quale ricavare lo stato originale di quello che doveva essere un edificio costruito con gusto ed i dettami architettonici dell’epoca.
Le sarei molto grato (ho letto con molta attenzione i suoi articoli e quelli del professor D’angelo).
Grazie in anticipo. Mauro Avino”

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domenica 6 novembre 2011 (Frank Avallone)

Frank Avallone risponde e ringrazia Marianna Virginia Sala (rif.: post del giorno 1 novembre 2011):
“Carissima, Marianna Virginia Sala, la ringrazio per avermi reso noto, il nome della mia levatrice. Deve sapere che il nome “PANE ‘E FARINA”, nell’immediato dopoguerra a Castellammare era famosissimo; infatti se qualcuno accusava un qualsiasi mal di pancia, diceva: “CHIAMATEMI A PANE ‘E FARINA”. Anche nel teatro stabiese [nella cantata dei pastori] quando Razzullo e Sarchiapone credevano di essere stati avvelenati,chiedevano aiuto a lei! Come vede la sua prozia era tenuta in gran conto, credo per la sua abilità e certamente per la sua bontà.
La ringrazio e la saluto caramente dalla sunny Florida. Frank Avallone.
P.S.: dove abitava la sua prozia?”.

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sabato 5 novembre 2011 (Delfina Ruocco)

Delfina Ruocco risponde a Gigi Nocera ( rif.: In ricordo dei miei cari ):
“Carissimo Gigi, mi permetta di usare questo tono confidenziale, ho avuto il piacere di conoscerLa personalmente alla presentazione del Suo Secondo Quaderno tenutasi nel luglio scorso a Castellammare, al Cinema Teatro Montil, anche se – grazie all’encomiabile lavoro di liberoricercatore.it – mi sembrava di conoscerLa da tempo. Sono compiaciuta di aver suscitato in Lei, con il mio scritto, il ricordo “di un giorno qualsiasi” grazie al quale i nostri pensieri tornano ai nostri cari ai quali dobbiamo il dono della vita. Quel che siamo oggi, oltre alle esperienze vissute, lo dobbiamo anche a loro. Ho notato il tono reverenziale con il quale, citando Sua madre, usa la lettera maiuscola, ed è con altrettanto rispetto che io la uso con Lei, ringraziandola per il Suo graditissimo commento.
A risentirLa presto. Delfina Ruocco”

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venerdì 4 novembre 2011 (Gigi Nocera)

Il carissimo Gigi Nocera scrive a Delfina Ruocco ( rif.: In ricordo dei miei cari ):
“Cara Signora Ruocco, anch’io non vado al Cimitero nei giorni in cui ci vanno tutti perchè così vuole la tradizione. No, io non vado dai miei genitori perchè sono loro che vengono da me: quasi tutte le sere, appena mi metto a letto. Quasi a volermi dare la buona notte. E se in quel momento mi viene in mente qualche canzone napoletana che mio padre canticchiava mentre si faceva la barba, io piango: e per pudore nascondo la testa sotto le lenzuola. E da allora sono passati quasi 40 anni! E mia mamma! Benedico quei giorni in cui rimasta vedova mi chiedeva: “Giggì stasera vien”a durmì cu’ mico?!”. Io che avevo già famiglia, lasciavo la mia sposa e mia figlia e mi recavo da Lei. Al mattina ero ben felice di essere svegliato dal tintinnio del cucchiaino nella tazzina del caffè che Lei mi portava a letto, e il suo richiamo “Giggì, songhe ‘e sei”. Ed io trafelato mi vestivo per salutare la mia compagna e recarmi al lavoro. Vede cara Signora Delfina, questo ricordo mi è venuto non nel giorno di Ognisanto, ma, grazie al suo scritto, oggi, che è un giorno qualsiasi. E di “giorni qualsiasi” per me durante l’anno ce ne sono tanti.
Con cordialità e simpatia. Gigi Nocera”

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martedì 1 novembre 2011 (Marianna Virginia Sala)

Marianna Virginia Sala scrive a Frank Avallone:
“Gentilissimo Maurizio, è da tempo che seguo il vostro bellissimo sito e vorrei farvi i miei complimenti! Vi scrivo perchè ho letto un articolo del signor Avallone e, parlando della sua nascita, ho visto che fa riferimento alla mia famiglia… che sorpresa!!! La sua mamma durante il parto è stata assistita da una levatrice conosciuta come “Pane ‘e farina” e scrive che nessuno conosce il suo nome, io sono la sua pronipote. Volevo che sapesse che il soprannome deriva dal fatto che anticamente la famiglia della mia bisnonna possedeva una panetteria, questa è la motivazione per cui quel soprannome ha accompagnato prima la mia bisnonna Angela Cataldo e successivamente la mia prozia Virginia Sala e tutte e due svolgevano la professione di levatrice. Quando è nato il signor Avallone al parto ha assistito la mia prozia Virginia. Non so se lei può farle avere queste informazioni, nel caso mi farebbe davvero piacere.
Marianna Virginia Sala”

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lunedì 31 ottobre 2011 (Catello Nastro)

Solidarietà alla popolazione ligure. La lettera dello stabiese Catello Nastro:
“Venerdì 28 ottobre 2011, telegiornale serale. Ancora immagini del disastro in Liguria. Terrazzamenti, ma non speculazione edilizia, dice l’onorevole intervistato. E forse ha ragione. La Liguria rispetta – salvo qualche sporadica eccezione – l’integrità del paesaggio perchè ha capito che il turismo è un insieme di interventi che non prevedono la speculazione. Di nessun genere. Figuriamoci quella edilizia. Eppure una forte pioggia caduta in poco tempo ha creato un disastro, con morti, feriti, case e negozi distrutti, strade che sembravano torrenti in piena, gente che piangeva. Immagini terribili che forse non avremmo voluto vedere per l’atrocità e l’impotenza della popolazione – specialmente gli anziani – a reagire. Una rapidità che non ha dato modo di trovare scampo. Un nubifragio annunciato, ma non di quella portata. Le riprese televisive sono varie, ma quasi tutte della stessa serie: allagamenti, strade come fiumi in piena, porte e finestre sfondate, muri crepati, case distrutte ed intere famiglie in cerca di salvezza. Ma in tutto questo dramma, arrivato in pochi minuti, ma chissà in quanto tempo sanato, c’è stata una parentesi che mi ha colpito molto. Una vecchietta –avrà avuto ottanta o novanta anni – distesa su una barella, con lo sguardo nel vuoto e nel dramma, veniva tirata fuori di casa e portata all’esterno per essere trasportata al più vicino ospedale per l’assistenza immediata e per le cure del caso. Vicino a lei un volontario della Protezione Civile. Non so di quale gruppo, di quale paese, di quale associazione. Un uomo alto, normale, quaranta anni o forse cinquanta – con un sorriso accarezza le guance della sfortunata donna che a quella età deve notare, vivere e sopportare una catastrofe naturale, forse la peggiore della sua ultraottuagenaria vita. L’uomo continua ad accarezzarle le guance, l’anziana donna volge lo sguardo verso di lui, quasi per ringraziarlo di quello che ha fatto. Una carezza. Una semplice carezza fatta ad una donna anziana, malata, in barella, in una situazione drammatica per cause atmosferiche. Eppure in quelle semplici carezze, di un semplice volontario della Protezione Civile, non so di quale paese, ma poco interessa, ci sta, evidente, tutto il significato di una parola che molta gente ha dimenticato: la Solidarietà. Essa non ha età, sesso, religione, partito politico, nazionalità, condizione sociale. La Solidarietà è forse la cosa più pura che esiste in una società non sempre lodevole per il suo operato. Una società definita “di merda”, ma che non può essere generalizzata. In quella carezza ho visto la carezza di Cristo sceso tra gli alluvionati, per portare una parola di conforto, un aiuto materiale che non costa niente e che non è retribuito. Una carezza ad una anziana nella sofferenza e nella disperazione. Una carezza di un uomo qualsiasi, del nord o del sud, che vota Bossi, Bersani o Berlusconi, che crede in Cristo o in Maometto o in Buddha, che è laureato o ha solo la terza media, che vive in una villa o nelle case popolari. Questa è la carezza della Solidarietà: è la carezza di Dio.
Catello Nastro”

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domenica 30 ottobre 2011 (Silvano Cannavacciuolo)

Ci scrive Silvano Cannavacciuolo da Boston:
“Carissimo Maurizio, fu proprio per un caso che ho trovato sulla rete l’annuncio della scomparsa del mio caro amico Pasquale Gaeta, una cosa molto triste per me:

ROMA, 02 ottobre 2010 – “Perdiamo il padre di tutti quanti noi”. Con queste parole il campione Giuseppe Abbagnale comunica la scomparsa di Pasquale Gaeta, presidente negli anni d’Oro (1977-1988) del Circolo Nautico Stabia. La Federazione Italiana Canottaggio si stringe attorno alla famiglia Gaeta e alla famiglia remiera del sodalizio di Castellammare in questo triste momento. I funerali si terranno domani alla Chiesa del Carmine alle ore 9.00. Per tutti coloro che intendono mandare le loro condoglianze l’indirizzo è via Alcide De Gasperi, 105 (Castellammare di Stabia). A corredo del comunicato, Pasquale Gaeta (quinto in piedi) è ritratto con i suoi ragazzi in una foto d’epoca.

Pasquale Gaeta fu parte di un equipaggio di noi canottieri negli anni cinquanta durante una regata a Salerno. Noi eravamo ottimi amici anche assieme con Bruno De Stefano che fu il capovoga nel nostro equipaggio Pattison con me al numero due.
L’ultima volta che ci siamo riabbracciati con Pasquale e Bruno fu nel ’82 durante una mia visita a Castellammare quando Pasquale Gaeta era Presidente del circolo Nautico. Nei giorni susseguenti, io e il mio amico Gianni Ferraro, fummo invitati a Pranzo a casa di Pasquale dove anche presente fu Bruno De Stefano, siccome tutti e due abitavano fianco a fianco in ‘Penthouse’ appartamenti con viste meravigliose di mare e monti. A quel tempo io avevo il numero di telefono di Bruno che adesso sembra che sia cambiato perché non riesco a contattarlo e non è neanche presente nei numeri dell’elenco telefonico di C/mare. La ragione per cui ho scritto questa lettera è anzitutto per offrire un sincero cordoglio alla famiglia Gaeta nel ‘passaggio’ del caro Amico Pasquale ed anche di cercare aiuto al Libero ricercatore nel contattare il mio amico Bruno De Stefano. Io credo che Bruno sarà senz’altro ancora socio al Circolo Nautico come sempre. Io ho ancora moltissimi ricordi di bei tempi passati in compagnia di Bruno e Pasquale al Circolo Nautico, in particolare le feste da ballo a casa di Giorgio Criscuolo ed i veglioni al Circolo a fine d’anno. Giorni di immensa felicità nell’appartenere alla famiglia remiera della nostra bella città.
Se possibile, vorrei avere la e-mail e il numero di telefono Di Bruno, così che posso rimettermi in contatto e chiacchierare a lungo dei nostri bei tempi trascorsi assieme a Pasquale.
Mille grazie in anticipo. Sinceramente, Silvano”

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venerdì 28 ottobre 2011 (Luigi Casale)

Una nuova lettera del prof. Luigi Casale:
“Caro Maurizio, vedi come cambia la lingua nel tempo? Mi rifaccio al REGOLAMENTO pubblicato oggi, pur limitandomi alla copertina. La prima parola che merita un commento è “commesso”. Oggi il commesso è il dipendente del supermercato o di qualsiasi altro magazzino: un venditore; anche se siamo abituati ad usarlo al femminile: “la commessa”. A rigore dovremmo dire “il commesso (o la commessa) di negozio”. Perché chi lavora presso una banca o presso un altro Ufficio di una certa importanza sa che il commesso è il “fattorino” (a proposito, in Francia il “postino” si chiama “facteur”), cioè l’addetto a fare “le commissioni”, cioè a ricevere “la commessa (affidamento di un incarico)” , o cioè – ancora – la consegna. Ancora è rimasta la terminologia di “messo comunale”, cioè colui che è mandato (da qualche parte a fare qualche cosa) a fare una commissione o commessa. Oggi diciamo un incaricato di fiducia. Ma non si tratta ancora di una qualifica burocratica. Di un titolo di funzione o di mansione o di mestiere. Quindi il “commesso” del nostro testo se non è l’incarico in sé (come suppongo), è l’incaricato a cui l’incarico viene affidato. Dobbiamo leggere allora: o Regolamento per l’incarico, oppure Regolamento dell’incaricato (delegato, addetto). Addetto a che cosa? “Alla custodia della sala di disciplina”. Perciò: il guardiano, la guardia, il sorvegliante. La sala di disciplina, poi, è la cella di rigore, dove vengono fermati e custoditi quei militari che meritano una punizione. Qui si tratta allora della cella di rigore del “quartiere” della Guardia Nazionale. Si dice ancora “acquartierare le truppe”, quando i militari in attività di servizio e durante le operazioni d’istituto vengono alloggiati in strutture civili o militari. Quindi il quartiere è la caserma. E infatti la caserma più importante di un territorio si dice “Quartiere generale”, cioè l’Ufficio del Comandante Generale. Ciò che suona strano è quel “ammessa”. Sarebbe stato meglio “annessa”. O forse la parola non era ancora in uso? Altrimenti se non è una svista del tipografo, dobbiamo supporre che l’istituzione della cella di rigore sia stata conseguenza di una recente deliberazione: ammessa – cioè – nel senso di concessa, accordata, permessa; e per la quale novità erano necessari la nomina di un custode e il regolamento relativo ai suoi compiti d’ufficio. Un’altra possibilità è che in ambiente militare si dicesse proprio così: ammesso = annesso. Ho fatto delle ipotesi. Ho posto il problema, al ricercatore il ricercare. E anche sulla Guardia Nazionale. Cioè: in quale circostanza storica nasce la denominazione? come poi il nome si è evoluto in ragione dei mutamenti organizzativi? e a quale corpo di militari corrisponderebbe oggi?

Buona giornata. Luigi”.

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domenica 23 ottobre 2011 (Luigi Casale)

Una nuova lettera del prof. Luigi Casale:
“Caro Maurizio, ieri, 22 ottobre, hai pubblicato due notizie molto interessanti che in qualche modo mi toccano. Forse suggestionato anche dal fatto che il 22 ottobre è la festa patronale a Torre Annunziata (vedi un po’ di nostalgia è rimasta anche a me che passo per uno che ha il cuore indurito).
La prima: la riapertura al culto della chiesa del Rosario. Ti avevo anticipato a luglio che sarebbe stata riaperta per ottobre; e le suore hanno mantenuto l’impegno. Grazie a chi ci ha lavorato: con la burocrazia, con le finanze, con la fatica e con la buona volontà. Una sinergia insomma. E di tutto questo dobbiamo ringraziare Dio. Ma, per l’occasione, avresti potuto richiamare anche la presenza dell’edicola votiva ai piedi della salita, di cui parlammo a luglio. Adesso capisco anche perché lá c’è la Madonna del Rosario.
Seconda notizia: la visita del papa nel 1849. Ti ho voluto fare la traduzione del testo della lapide per consentire a tutti i nostri lettori di comprendere quello che dice. Verso la fine c’è scritto che “la lapide è stata messa lì per evitare che il tempo distrugga la memoria dell’avvenimento”.
Allora rinfreschiamola questa memoria. Ringraziando anche il dott. Plaitano.
Rispetto all’articolo riportato, però, dubito che la “basilica” sia quella del santuario mariano. Essa più probabilmente è quella degli scavi dell’antica Pompei.
Buona serata. Luigi”.

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mercoledì 19 ottobre 2011 (Luigi Casale)

Una nuova lettera del prof. Luigi Casale:
“Caro Maurizio, sono sempre al “confino” di Lussemburgo, costretto (piacevolmente) dalla nipotina. Sarò restituito (restando nella metafora) alla mia libertà , spero, per la settimana dei Santi (e anche dei morti, che sono santi anch’essi). Intanto vi saluto tutti, da questa capitale europea che – bene o male – merita di essere visitata e conosciuta. Adesso (in rif.: alla spigolatura relativa ai vaccarielli di S. Giovanni) vorrei pregarti di chiedere al dott. Cimmino se è possibile, attraverso il confronto di alcune coincidenze, avanzare qualche ipotesi di analogia o di corrispondenza, sulla usanza infantile (d’altri tempi, peraltro) di giocare colle “vaccarelle” di S. Antonio (così le chiamavamo noi).
Ecco le coincidenze: l’insetto dovrebbe chiamarsi “Lucanus cervus” ed è quello che comunemente è detto “cervo volante”.
In Francia, “giocare a cervo volante” significa lanciare in aria l’aquilone (che credo si chiami appunto cerf-volant = “cervo-volante”).
È tutto. Solo aggiungere un’ultima cosa, recuperata dai miei ricordi. Quello che facevamo noi, ragazzi, nel nostro quartiere.
Durante quelle stagioni primaverili (che era anche quella della nostra età!), insieme alle vaccarelle uscivano i maggiolini, detti “i mùlleri”. E quelli, molto più piccoli di dimensione, oltre ad essere dorati (metallizzati), erano variamente colorati; quindi avevano un diverso valore di scambio fra i ragazzi. Insomma erano più ricercati, specialmente quelli azzurri. Ad essi il filo di cotone veniva legato alla zampetta posteriore. Ma quando o per stanchezza, o forse più probabilmente a causa del nostro maltrattamento, non erano più capaci di volare, dicevamo di averli ammaestrati: li lasciavamo per terra ed essi nel tentativo di riprendere il volo ruotavano sulle élitre (le alette dure e colorate). E noi, per dimostrare che li avevamo addomesticati, assecondavamo il loro movimento con degli ordini da domatori di leoni.
Buona giornata.

Un abbraccio generale. In particolare a chi ci rinfresca questi ricordi, che vorremmo rivivere almeno per un giorno insieme ai nostri giovani. Luigi”.

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lunedì 17 ottobre 2011 (Giovanni Cosenza)

Ci scrive il sig. Giovanni Cosenza:
“Gentile Maurizio, Un grande plauso per la bella ed ammirevole opera che fate con Libero Ricercatore. Ho appreso di voi da mio cugino Gianfranco (che lavora presso Incisud, dall’altro ns. cugino Giulio) e da allora vi seguo con immenso piacere, pur avendo fatto nel tempo innumerevoli lavori anche disagiati e/o non proprio vicino casa. Ora che vivo a Gragnano e lavoro spesso a C.mare, ho trovato anche il tempo per ricostruire l’Albero Genealogico dei Cosenza e di TUTTI i familiari collegati. E proprio per questo Vi chiedo una cortesia. Mi piacerebbe avere, rimborsando le spese, una copia del Manifesto con la Lista Politica per le Elezioni Comunali del famoso Sindaco Cecchi (non so se 1° o 2° Giunta). In quella Lista, che era sul Vs. sito ma ora non trovo più, compare il nome del mio amato nonno Giovanni Cosenza, del quale io solo (fra i discendenti in zona) porto gli stessi Nome & Cognome.
Ed inoltre, per approfondire ancor più sulla (sterminata) genealogia dei ns. avi, mi farebbe molto piacerebbe conoscere di persona Lei ed altri che mi potrebbero aiutare con ulteriori Cenni/Dati/Foto eccetera sui ns. congiunti vicini e lontani. La ringrazio in anticipo per quanto si potrà fare e Le rinnovo l’invito a perseverare sulla Sua preziosa ed unica opera.
Cari saluti, Giovanni Cosenza”.

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venerdì 14 ottobre 2011 (Raffaele Scala)

La missiva del dott. Raffaele Scala:
“Cara Redazione, in riferimento all’episodio raccontato dagli amici Gianni Ferraro e Silvano Cannavacciuolo sul treno di Gragnano, posso aggiungere il breve passo tratto dalla relazione di Uccio De Santis letto in un Convegno di studi storici tenutosi a Napoli nel 2005 e che riporto, insieme ad altri episodi, nel mio volume sulla storia della Camera del Lavoro di Gragnano edito nel 2010, spero sia sufficiente ad appagare la curiosità di chi legge: “… il 23 ottobre 1944, a Gragnano, alcuni soldati australiani ubriachi mettono in moto il treno TB 33 che in discesa raggiunge velocissimo la stazione di Castellammare uccidendo 6 militari italiani di guardia e ferendone altri 4 più 2 civili…”.
Cordiali saluti, dott. Raffaele Scala”

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martedì 11 ottobre 2011 (Gianni Ferraro)

Ci scrive Gianni Ferraro da Jesolo:
“Scorrendo la corrispondenza delle “lettere alla redazione”, la richiesta dell’amico Silvano Cannavacciulo da Boston, ha scosso un po’ la mia memoria catapultandomi indietro nel tempo di oltre 65 anni. Il fatto cui lui fa riferimento credo rappresenti una delle pagine più tristi del periodo in cui a Castellammare, o a Gragnano, c’erano le truppe alleate. Non che gli americani ci facessero del male, non dico questo, sicuramente però le loro bravate erano tutt’altro che cose da poco conto. Io a quell’epoca avevo appena sette anni, ma la scena di quella locomotiva, mezza dentro e mezza fuori dalla stazione, non la dimenticherò mai. Era il 1944, non ricordo esattamente che mese fosse, ed io con tutta la mia famiglia arrivavamo da Terracina per stabilirci a Castellammare presso la mia nonna materna che abitava ad un centinaio di metri dalla Stazione dove accadde l’incidente. Ricordo che di quel fatto, per tutta la durata in cui la locomotiva rimase imprigionata tra le pareti della stazione, si fece un gran parlare e tutti dicevano la loro. Solo quando si svolsero di lì a pochi giorni dall’impatto i funerali delle vittime si seppe poi che la locomotiva era partita da Gragnano azionata da un soldato americano ubriaco, incapace di condurla, e questa aveva finito la sua corsa nella stazione di Castellammare uccidendo nel sonno alcuni militari italiani mentre dormivano nella sala d’attesa della stazione. Non so se questa testimonianza possa soddisfare il mio amico Silvano, ma che mi ricordi io, mai nessuno me l’ha mai raccontata in maniera diversa, nemmeno un paio di parenti ai quali ho chiesto se di quell’accaduto conoscessero una versione diversa. Le vittime ci furono, eccome!!
Cordialmente Gianni Ferraro da Jesolo”.

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domenica 9 ottobre 2011 (Antonello Ferraro)

Una bella missiva di Antonello Ferraro:
“Caro Maurizio, per caso ho ritrovato uno scritto che avevo perso, me lo diede un signore anziano che anni fa faceva il volontario davanti alle scuole, ed in questo particolare momento, in cui la superficialità e l’egoismo surclassano ogni altra cosa, vorrei riproporlo a te e a tutti i nostri cari lettori.
Trovo che sia bellissimo e lo invio, nella speranza che faccia riflettere noi tutti.

Per la strada vidi una ragazzina che tremava dal freddo;
aveva un vestitino leggero e poca speranza di un pasto decente.
Mi arrabbiai e dissi a Dio:
“Perché permetti tutto questo? Perché non fai qualcosa?”.
Per un po’ Dio non disse niente.
Poi improvvisamente quella notte mi rispose:
“Ho fatto te!”.

( Scritto nel dicembre 1999 da una bambina disabile di dieci anni, di cui purtroppo non conosco il nome )

Ciao Antonello”.

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sabato 8 ottobre 2011 (Silvano Cannavacciuolo)

Ci scrive il carissimo Silvano Cannavacciuolo da Boston:
“Caro Maurizio, nel parlare recentemente con Beppe Cuomo, lui mi ha detto che alcuno tempo fa, una persona, non so chi sia, gli accennò di quel disastro alla ferrovia dello stato durante l’occupazione degli alleati a Castellammare quando dei soldati ubriachi a Gragnano salirono sulla locomotiva in stazione che era rimasta accesa per mantenerla calda in partenza il mattino seguente e la misero in moto. La locomotiva ‘impazzita’ senza frenata, andò a sbattere contro la stazione, attraversandola tutta e uccidendo quei poveri soldati Italiani in accampamento dentro. Io a quel tempo ero a casa mia, via Corso Vittorio Emanuele 191 [ oggi 42 corso Alcide De Gasperi ] e mi svegliai impaurito da un rumore e scossa tremenda che sembrava un terremoto. Sul sito non si vede nessuna foto di quel disastro. Io mi ricordo di aver visto la Locomotiva sbucare dall’edificio al momento che venne a fermarsi, ed anche la processione funebre per i poveri soldati deceduti. Vorremmo sapere se qualcun’altra persona, forse anche il Signor Gigi Nocera per caso, si ricorda del disastro e se qualcuno abbia delle foto. Senz’altro dovrebbero esserci delle foto in qualche posto.
Tanti saluti da Boston. Silvano”

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sabato 1 ottobre 2011 (Luigi Casale)

Una nuova lettera del prof. Luigi Casale:
“Buongiorno! Oggi, primo ottobre, è la festa di s. Remigio. Negli anni passati in questa data iniziava l’anno scolastico. Chi se ne ricorda più? Eppure i nuovi iscritti della prima elementare si chiamano ancora “remigini”. E possiamo continuare a mantenere il nome: in ricordo della festa che quel giorno ha rappresentato e continua a rappresentare per mamme e piccini. Ho avuto un insegnante di liceo di nome Remigio, che oggi mi piace ricordare e che mi ha dato tanto: di cultura e di umanità. Come, d’altronde, tanti altri insegnanti della mia lunga (troppo lunga, ahimé!) carriera di studi. Pur avendo dimenticato il mio primo giorno di scuola, ricordo con piacevole gioia tanti momenti sereni e le persone che mi hanno aiutato con tanto affetto a viverli. Perciò auguro a tutti i novelli remigini (anche se la scuola è già iniziata da circa un mese) di incontrarne altrettante e, se possibile, anche di più. Auguri, quindi, ai remigini!
Ma più ancora auguri alla scuola che li accoglie. Luigi”.

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giovedì 29 settembre 2011 (Vincenzo de Simone)

Il sig. Vincenzo de Simone nel leggere ” ‘A Caperrina anni ’50 “, scrive un’accorata lettera a Nello Lascialfari:
“Egregio signor Nello LASCIALFARI, mi chiamo Vincenzo de SIMONE ed appartengo alla famiglia dei “lattari” che una volta avevano i caseifici in via Rivo, in particolare sono il figlio di Sisto che da qualche anno ha chiuso l’ultimo negozio laboratorio in detta via. Manco da Castellammare da moltissimi anni, ed anche se vengo a trovare i miei genitori una volta ogni tanto, raramente sono andato sulla “Caperrina”, perchè nel vedere la citata piazza e le vie adiacenti in quelle condizioni di degrado mi fa male, e nel vedere il luogo dove sono nato (via Rivo, 24) con gli occhi di chi ha servito per 35 anni lo Stato fa ancora più male. Leggendo questo suo “sogno” mi ha aperto lo scrigno dei ricordi, alcuni dei personaggi che lei ha indicato non li ho conosciuti, ma mi ha fatto ricordare i luoghi, i negozi, la fontana, la piazza, le vie che la circondano e nel bene e nel male i loro figli, miei amici di scuola e mi sono sentito il “forestiero” che lei ha “sognato”.
La ringrazio. Vincenzo de SIMONE”

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giovedì 22 settembre 2011 (Luigi Casale)

Il prof. Luigi Casale fa gli auguri a modo suo!!!:
“Caro Maurizio, la “certezza di Gigi” è confortata dalla mia risposta di adesione.
Sottoscrivo tutto. A u g u r i !
Luigi Casale”.

P.S.: Mauricius, Fabricius, Patricius, poi divenuti Maurizio, Fabbrizio, Patrizio, sono all’origine aggettivi sostantivati formatisi da un nome (Maurus, Faber, Pater) e il suffisso aggettivale -icius che indica “alla maniera di” o “derivante da”. Patres, a Roma sono i senatori: quindi patrizio significa di famiglia senatoria. Faber è l´operaio, l’artefice: quindi fabrizio (originariamente) è chi ha qualche rapporto col lavoro o con l’arte, o, per metafora, col “fare la storia”.
Mauricius è uno che vive alla maniera dei Mauri, popolo della Mauritania.
Poi questi nome si sono diffusi come nomi propri. (Ma tutti i nomi propri – sia i Nomi che i Cognomi -, in quanto appellativi, hanno un’origine occasionale e pretestuosa. Cioè erano dei soprannomi per individuare la persona.
E´ come oggi chiamare una persona Onorato, Felice, Fortunato, Giocondo, o nel medioevo Francesco (francese), Chiara, ecc.

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giovedì 22 settembre 2011 (Gigi Nocera)

I graditi AUGURI! del carissimo Gigi Nocera:
“Carissimo Maurizio, in occasione del tuo onomastico questo affettuoso abbraccio contiene tutta la mia stima e la mia ammirazione per la tua persona e per il tuo impegno per il riscatto civile della nostra città. Sono certo che questi sentimenti sono comuni a tutti coloro che ti conoscono e in special modo dai validi collaboratori del Libero Ricercatore e dai suoi lettori.
Sii felice sempre, assieme alla tua meravigliosa Famiglia. Gigi Nocera”.

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martedì 20 settembre 2011 (Giuseppe Calabrese)

Una sera ho incontrato Fabrizio De André, ci scrive Giuseppe Calabrese:
“Quella sera c’ero anch’io (si dice così, vero?), giovane innamorato del Poeta. E’ stata quella l’unica volta che l’ho sentito cantare, e visto, da vicino. Un ricordo indelebile, ma confuso nelle nebbie del tempo che (ahimè) è passato…
Ero alla ricerca di documenti che raccontassero quella sera, per rivivere ricordi lontani, ma anche per assicurarmi che fosse successo veramente… ricordate la data, io dovevo avere 15-16 anni (52 gli attuali).
Grazie! Saluti, Giuseppe Calabrese”.

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martedì 20 settembre 2011 (Luigi De Simone)

Ci scrive il laureando Luigi De Simone:
“Salve, sono Luigi De Simone, laureando in Scienze dell’Architettura presso la Seconda Università degli Studi Napoli. Conduco uno studio sul Floreale a Castellammare di Stabia, in particolare studio la ricca ed interessantissima CASSA ARMONICA. Ho trovato molto interessante il sito e Le sarei molto grato per ulteriori approfondimenti. Le chiedo qualche informazione e/o articoli e/o approfondimenti inerente al mio studio. La ringrazio per l’attenzione.
Cordiali saluti, Luigi De Simone”.

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domenica 18 settembre 2011 (Gigi Nocera)

In riferimento all’editoriale sulla Vespucci ci scrive il carissimo Gigi Nocera:
“Caro Maurizio, avete fatto un capolavoro! Organizzare un così importante incontro con il Comandante e l’equipaggio della nave più bella del mondo e come aver portato sulla tolda di quel magico veliero tutta la cittadinanza di Castellammare, di allora e di oggi. Hai voluto benevolmente citarmi, perché di quella “figlia” del lavoro dei nostri bravi operai, io a suo tempo assistetti al suo sposalizio col mare del golfo nostro. Ma che merito si ha se si nasce prima o dopo? E’ solo un caso; in tale occasione, fortunato perché ebbi la possibilità di posare il piedino di un bimbo di 7 anni sulla stessa tolda dove voi nei giorni scorsi avete portato il saluto degli stabiesi, degli eredi di quella maestranza ben rappresentata dalla fotografia che avete donato al Comandante. Ancora una volta complimenti a te e a tutti gli amici collaboratori del sito.
Vi abbraccio tutti. Gigi Nocera”.

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domenica 18 settembre 2011 (Daniela Rapicano)

In riferimento all’editoriale sulla Vespucci ci scrive Daniela Rapicano:
“Caro Maurizio è bello poter vedere uno squarcio magnifico del passato della nostra amata città. Le fotografie che sono state pubblicate sul libero ricercatore suscitano in me emozioni contrastanti: da una parte sono orgogliosissima di quello che un tempo Castellammare è stata in anni addietro, dall’altra parte sono anche rattristata perchè la nostra città potrebbe ritornare come era un tempo, una città altamente industrializzata come a quei tempi che elargiva lavoro anche alle città limitrofe… Di chi è stata la colpa? Una politica inadatta? Dei cittadini per niente attaccati alle loro radici ed al futuro dei propri figli? Imprenditori poco corretti? Chissà cosa ci aspetta… E’ già difficile per noi trovare un impiego anche se abbiamo tutti i requisiti per poter accedere nel mondo del lavoro! Sarò utopista ma mi va ancora di sognare e sperare in un futuro migliore per la mia amata Castellammare… Spero che questi momenti di ritorno al passato possano risvegliare un po’ la coscienza collettiva di tutti noi per poter risollevare le sorti della città delle acque.
Daniela Rapicano

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domenica 18 settembre 2011 (Gennaro Manzo)

In riferimento all’editoriale sulla Vespucci ci scrive Gennaro Manzo:
“Complimenti a mio cugino Maurizio per questo bellissimo editoriale e per le bellissime foto a corredo, di Giuseppe Plaitano. Maurizio, ha saputo rendere Liberoricercatore (e io, questo impeccabile strumento di Cultura e di Tradizioni stabiesi, lo seguo dai primi passi) un’Enciclopedia digitale su Castellammare, prodotta nei tempi di ritaglio dalla sua professione (e questa dà ancora più valore all’opera). Materiale di grande valore che mostrano Castellammare e le sue opere sempre più belle.
Gennaro Manzo”.

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domenica 18 settembre 2011 (Salvatore Manzo)

In riferimento all’editoriale sulla Vespucci ci scrive Salvatore Manzo:
“Quando si parte per un avventura, si è consapevoli degli ostacoli e dei rischi che può comportare il viaggio verso il raggiungimento dell’obiettivo, e la soddisfazione del successo arriva con la determinazione, con la tenacia, con l’umiltà, con l’entusiasmo e con la passione …che certo non è mancata a Maurizio in questo suo progetto, e parafrasando il celebre motto della Vespucci: “NON CHI COMINCIA, MA QUEL CHE PERSEVERA”, si comprende bene che la cosa più importante è crederci fino in fondo!!
Salvatore Manzo”.

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venerdì 16 settembre 2011 (Marianna Sala)

La gradita missiva di Marianna Sala:
“Carissima redazione di Liberoricercatore, vi seguo ormai da molto tempo e il vostro sito diventa sempre più bello e più ricco. Vi scrivo perchè ho una curiosità da soddisfare e spero davvero mi siate d’aiuto. Vorrei sapere se i palazzi che c’erano in via salita San Giacomo, nei pressi del carcere vecchio e se non ricordo male nello specifico il civico 36, esistono ancora. Ve lo chiedo perchè lì c’era la casa dei miei nonni e fino a prima del terremoto ci andavo per le feste e per le vacanze estive. Castellammare custodisce tutti i miei ricordi più belli e quelle zone sono a me molto care, se riuscite a darmi informazioni ve ne sono davvero grata.
Saluti e ancora complimenti. Marianna”.

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mercoledì 7 settembre 2011 (Angelo Del Gaudio)

Il clamoroso svarione, la missiva del dott. Angelo Del Gaudio:
“Caro Maurizio, caro Gigi e caro Nando, ma perchè prendersela tanto per aver trovato la nuova Castellammare sul portale del Comune?!
Sapete bene, e lo sappiamo tutti, che i politici, a qualsiasi livello, non sono altro che scaltri Cicero pro domo sua e per raggiungere lo scopo prendono in franchising una sigla di un partito o di un sindacato e ne sfruttano l’immagine.
Ma, visto che le teste di legno fan sempre del chiasso, per darsi un aspetto credibile, usano nel modo di fare il copia e incolla, sopratutto ripetendo chiacchiere e paroloni dei vari capoccia in auge al momento ( il capoccione da parecchio non fa più proclami! ). Detto questo è naturale che, nella penuria di cultura, abbiano pensato bene di fare un copia e incolla anche del profilo della nostra città, senza nemmeno accorgersi che si trattava di un’altra città.
Nemo dat quod non habet, che tradotto in lingua napoletana vuol dire chi nasce tunno nun more quadro. Aspettiamoci un nuovo copia e incolla per la soluzione dei problemi della città, augurandoci però che, perlomeno, non facciano danni.
Cordialità. dr. Angelo Del Gaudio”.

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martedì 6 settembre 2011 (Luigi Casale)

Uno spunto di riflessione del prof. Luigi Casale:
“Avendo raggiunto alla mia età una certa maturità di pensiero, in questi giorni mi è solleticata per la testa la seguente idea: se invece di dedicare la poesia ad una donna, la dedicassimo alla città, cosa ne verrebbe fuori? Mi spiego meglio: immaginiamo che l’illustre Luigi Denza, abbia dedicato le parole della sua celebre “Si tu m’aimais!.. non a una donna dei suoi tempi, ma alla nostra odierna Castellammare, così tanto bistrattata, ecco ora che la nostra città, è protagonista e come per incanto, riceve finalmente la facoltà di parola, rivolgendosi allo “stabiese” prima e a tutta la cittadinanza poi, nell’invariato testo della canzone direbbe:

“Se tu m’amassi… chi sa?,
quante cose…
Ma voi, non mi amate!

Cari saluti. Luigi Casale”.

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lunedì 5 settembre 2011 (Gigi Nocera)

La lettera di Gigi Nocera all’indomani del clamoroso svarione:
“Caro Libero Ricercatore, che dire… Sono mortificato, umiliato, ma non demoralizzato. Se anche le Autorità cittadine trattano la nostra bella Stabia con un pressappochismo da far paura, allora cosa dobbiamo fare, arrenderci? No mai! Piuttosto, ribelliamoci, indigniamoci. Raddoppiamo i nostri sforzi, il nostro impegno. Non lasciamoci travolgere dal solito ritornello “ma ‘a mme chi mmò fa fà?”. Se ci chiudiamo nel nostro individualismo infruttuoso saremo fottuti. Quei pochi volenterosi che si battono per dare dignità alla città, vedi: il nostro portale,”Spiaggia pulita”, gli Amici del Filangieri, il dottor Fontanella, naturalista amico e tante altre organizzazioni culturali e sportive non devono combattere sempre, non demoralizzarsi. Amici battetevi per la nostra bella Castellammare. Mi avrete sempre al vostro fianco; magari con poca forza fisica (che non occorre in questo caso), ma con tanta forza morale. Coraggio, amici.
Vi abbraccio tutti. Gigi Nocera”.

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sabato 3 settembre 2011 (Gianni Ferraro)

La lettera di Gianni Ferraro da Jesolo:
“Caro Maurizio Cuomo, sono Gianni Ferraro e ti scrivo da Jesolo. Ho appreso dal mio amico Silvano Cannavacciuolo che vive negli Usa, che pochi giorni fa è deceduto a Castellammare Vincenzo Cuomo, noto personaggio degli anni ’50 nell’ambiente del canottaggio stabiese. Pur non essendo mai intercorso un rapporto di amicizia vero e proprio tra il sottoscritto e Vincenzo in quanto entrambi frequentavamo ambiti sportivi diversi, lo conoscevo molto bene e di lui mi sono note le sue capacità professionali e come e quanto si dedicasse ai giovani canottieri
di Castellammare. Per questo sento il dovere di far pervenire alla sua famiglia in questo momento le mie più sincere espressioni di cordoglio attraverso la tua rubrica di “lettere alla direzione”.
Ti ringrazio e ti porgo un cordiale saluto. Gianni Ferraro da Jesolo”.

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domenica 28 agosto 2011 (Ferdinando Puzzella)

Un graditissimo pensiero di Ferdinando Puzzella:
“Vi seguo da un sacco di tempo e ogni volta che apro c’è sempre qualcosa di nuovo… siete pure la pagina iniziale sul mio pc. Grazie, grazie, grazie per quello che fate… …ma se volessi aiutarvi pure io, come devo fare?
Un abbraccio. POST FATA RESURGO!!!!”

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sabato 27 agosto 2011 (Silvano Cannavacciuolo)

Silvano da Boston, ci comunica la triste perdita di Enzo ( la redazione tutta di liberoricercatore.it si stringe in cordoglio alla famiglia Cuomo ed in particolare al fratello Beppe, da sempre nostro amico fraterno ). Ecco il messaggio di Silvano:
“Caro Maurizio, ho ricevuto notizia da Beppe Cuomo che il suo caro fratello, Enzo ha lasciato questo mondo. La notizia mi avvilisce perché Enzo nella mia prima gioventù era il ‘Mister Cannottaggio’ di Castellammare ed era sempre stato associato ai miei sogni giovanili e della felicità che io sentii quando lui mi scelse per equipaggi Pattison ed una susseguente gara a Salerno. Io allora, dopo un anno in più di assenza, ero appena tornato dall’Argentina e poter diventare un canottiere al circolo, nella mia bella Castellammare tanto mancata e appena ‘ritrovata’, fu come un sogno. Enzo era una persona sempre molto gentile, incoraggiante e simpatica.
Ricordo anche che prima di partire per Napoli per la regata Pattison, Enzo portò il nostro equipaggio al ristorante Fontana per un pranzo leggero. Tantissimi ricordi di meravigliose giornate di allenamenti e serate incantevoli al circolo in compagnia di Enzo… Purtroppo la nostra vita è così breve. Esprimo le mie sincere e sentite condoglianze alla famiglia Cuomo. Sarebbe molto gradito di poter vedere alcune foto di Enzo ai suoi tempi di allenatore al circolo. Chissà se il Nautico abbia alcune sue foto negli archivi.
Sinceramente, Silvano Cannavacciuolo”.

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giovedì 25 agosto 2011 (Antonello Ferraro)

Ci scrive il carissimo Antonello Ferraro:
“Carissimo Maurizio, carissimi Amici Stabiesi, leggendo un po’ le vostre ultime lettere alla Redazione, ed in particolare quella del carissimo Gigi Nocera del 6 agosto, mi nasce spontaneo esternare le sensazioni che ho provato durante l’ultimo viaggio lontano dalla nostra Città. Non posso dire esattamente dove sono stato, capite bene le ragioni, ma posso dirvi che siamo stati accolti sempre e ovunque con
grande cortesia e cordialità. Ho visitato diversi piccoli centri che, con tutto il rispetto, non hanno neppure la minima parte di ciò che abbiamo noi stabiesi, eppure tutto funziona alla perfezione e tutti vivono in maniera decorosa. Non posso fare a meno di chiedermi: perchè da noi non è così? Cosa ci manca per poter essere in linea con i grandi centri turistici? Vi assicuro, ed è un pensiero ricorrente quando viaggio, che cerco sempre qualcosa che mi ricordi la nostra Castellammare: un profilo montagnoso, uno scorcio di mare, un po’ di panorama…! Tutto inutile! La nostra città è davvero unica. I suoi panorami, i suoi colori, i suoi profumi…! Non buttiamo tutto alle ortiche. Cerchiamo di fare tutti un piccolo sforzo affinché si torni all’antico splendore. Ho letto della nostra Cassa Armonica. Mi auguro di sentire in futuro quella bella musica che ascoltavo da bambino, quando con i miei si usciva a passeggiare in villa comunale. Sono certo che tanti piccoli sforzi, tanti tentativi ci porteranno di sicuro qualcosa di buono.
Con grande amicizia. Antonello Ferraro”.

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mercoledì 24 agosto 2011 (Gigi Nocera)

Una nuova lettera del carissimo Gigi Nocera:
“Don Ciro Alminni ha scritto in dialetto quello che riportano i libri di Storia. Ma per chi ha vissuto quei tempi è più aderente alla realtà la descrizione semplice e genuina fatta da don Ciro. Di quell’epoca noi siamo i superstiti. è quindi nostro dovere portare a conoscenza dei giovani i fatti e gli avvenimenti, belli e brutti, di quei tempi. Dopo le nostre testimonianze dirette subentrano le ricostruzioni degli storici, che molte volte sono parziali e viste con occhio partigiano. Pertanto tutti coloro che quei tempi hanno vissuto, hanno il dovere morale di mettere a disposizione dei giovani i loro ricordi. Del resto non si dice che “quando muore un vecchio è come se bruciasse una intera biblioteca”? Quindi, coraggio, miei coetanei.
Gigi Nocera”.

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sabato 13 agosto 2011 (Luigi Casale)

Politica o morale: chi viene prima? Ci scrive il prof. Luigi Casale:
“Caro Maurizio, ho riletto il lemma “Ecologia”. E’ breve, è essenziale. Mi piace. E’ detto poco: ma è tutto. E ne ho fatto omaggio a Nando.
Quando l’avevo scritto mi era sembrato involuto, ermetico, quasi come sono io o come credo di vedermi rispecchiato nella scrittura. Adesso però mi sento precipitato in una crisi esistenziale, se anche la scrittura mi sfugge di mano. Mi tradisce!?
E’ meglio “smarrirsi e tacere” ? Oppure “il naufragar m’è dolce in questo mare”?
Si parte con una certa intenzione, poi si ritorna con un altro stato d’animo. Delusione? Eccitazione? Sorpresa? Compiacimento?
Per me sarà un problema continuare: con questi dubbi esistenziali. Tutto il programma è stato scompaginato. Si marcia a vista nella nebbia. Ciononostante vorrei agganciarmi alla chiusa con cui è uscita ieri la voce “ecologia”, che più o meno dice così: “… e meno male che si era detto che non dovevamo parlare di politica! Ma di morale possiamo parlare?” Questo dilemma si è incuneato nell’asse progettata di un lavoro che marciava bene, con i suoi tempi, con la sua misura, con i suoi richiami, i rimpalli, i salti, e i voli pindarici. Stavamo sviluppando il tema “casa”. E poi… Come spiegherò oggi ai miei lettori l’etimologia di politica e di morale? Con la freddezza dell’analista? E chi troverò disposto a leggermi? Su queste realtà tutti già sanno tutto. Allora cercherò di mostrare quello che so io. E lo farò questa volta con una lettera alla redazione. In maniera schematica. Elementare. Per questo motivo non scomoderò neppure la grafia greca anche se a quella lingua da cui provengono le due parole: politica ed etica (sostitutiva di morale) sarò costretto a ricorrere. Insieme alla latina. Politica, stando all’uso italiano è un sostantivo astratto. Si riferisce ad un’attività, un modo di pensare, un’idea. All’origine (politiká) doveva essere un aggettivo neutro plurale e come tale era sostantivato col valore di nome collettivo (le cose che riguardano il cittadino), essendo “polítēs”, proprio il cittadino. E visto che “pólis” è la città. Città organizzata con le sue istituzioni, la sua amministrazione, il suo governo. Ricapitoliamo, allora. Da pólis (la città) deriva polítēs (il cittadino); e da questo poi deriva politiká (le cose del cittadino). Siamo nella lingua greca. Ma queste parole, pur essendo diventata complessa la realtà di riferimento, hanno mantenute sostanzialmente il loro significato. Sono parole dotte. Cioè salvate dalla trasformazione evolutiva e dall’oscuramento da parte di parole nuove più vicine a noi, come potrebbero essere quelle derivate dal urbs, plebs, civis, civitas, (urbano, plebiscito, civile [civiltà], città, cittadino, ecc.) che tuttavia esistono in italiano e che vengono usate con altri registri di lingua a seconda dei casi. La politica è dunque tutto quanto riguarda il cittadino. (E perché non dovremmo allora parlare di politica, visto che abbiamo il dovere di farla?). Morale è un calco di etica: ciò significa che il meccanismo logico di formazione delle due parole è analogo, parallelo, identico, sia in latino come in greco; poi le rispettive storie e le singole letterature dei due mondi culturali: Atene e Roma, a noi che siamo formati dell’una e dell’altra (sia se parliamo di storie che di letterature: ma potremmo aggiungere anche Gerusalemme, Alessandria, Antiochia ) le hanno leggermente differenziate da farcele sembrare addirittura diverse.
Morale è un aggettivo singolare, anch’esso sostantivato. In genere è il neutro (né maschile, né femminile) che si sostantivizza. Il singolare indica il concetto astratto di ciò che l’aggettivo significa; il plurale invece le cose, le situazioni, gli oggetti concreti quindi sempre in collegamento con ciò che l’aggettivo significa. Prendendo ad esempio l’aggettivo moralis, la sua forma neutra: “morale” (singolare) indica il comportamento in astratto; “moralia” (plurale) indica la serie di azioni, delle situazioni, legate al significato di “moralis”. Ma che significa moralis? L’aggettivo ha per radice un sostantivo monosillabico “mos” che significa abitudine, costume, tradizione. Plurale: mores. Questo nome, come si vede in mores, ha delle forme con la “r”. Esempio: moris, mores, more, moribus. Perciò forma l’aggettivo derivato “moralis” il cui neutro è “morale”. Cioè che riguarda le abitudini, i costumi, le tradizioni; e, quindi, il comportamento. La stessa cosa succede alla parola “etica” nella lingua greca. “L’éthos” è proprio il comportamento. Perciò ethicá (neutro plurale) sono le azioni, le situazioni che riguardano il comportamento. Oggi però – se sembra anche a voi – morale è più usato per indicare i comportamenti reali, mentre etica è più usato per indicare la disciplina, lo studio, quella parte di filosofia che ha per oggetto “il giusto” cioè il problema morale. Forse ci siamo allineati involontariamente anche noi alla scuola che vuole che la filosofia (la ricerca speculativa) ci viene da Atene e l’attività pratica (il diritto) ci viene da Roma? Ma oggi un’altra disciplina studia i comportamenti, e di uomini e di animali: quei comportamenti – diciamo, per intenderci – automatici, cioè che non sono originati da finalità deliberate e perciò non soggetti a giudizi morali; e si chiama etologia. Resta il dilemma: politica o morale, quale delle due viene prima? Ieri siamo inciampati su economia ed ecologia. Oggi rischiamo di scivolare su politica e morale (o etica, se preferite). Non etologia: quella riguarda più gli animali.
Luigi Casale”.

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domenica 7 agosto 2011 (Luigi Casale)

A proposito di Cassarmonica… ci scrive il prof. Luigi Casale:
“Prendete tutti i cori delle scuole, tutti i gruppi musicali (i complessi), le compagnie di canto popolare, le bande, i cultori del bel canto, gli alunni dei conservatori, le corali liturgiche, le vecchiette della marina, le contadinelle di Varano, i militari, il CAI con i suoi canti di montagna, ecc. ecc. e programmate un mese di manifestazioni pubbliche (tutto gratis: poi vedrete se il Comune penserà di concedervi un contributo di incoraggiamento). Non costa niente e si fa subito.
Per un mese intero, ogni sera dalle otto alle nove un’ora di intrattenimento sulla Cassa armonica (più un paio d’ore per le prove e gli allestimenti) e vedrete come si valorizza il monumento.
I cittadini saranno contenti, il turismo si rilancia, e nello stesso tempo vivono anche i tarallari … e i borseggiatori. E se vi diranno che la Cassa è inagibile, almeno i cori (quelli che non usano strumentazioni elettriche) potranno esibirsi sui giardinetti o lungo la passeggiata dell’arenile.
Luigi Casale”.

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sabato 6 agosto 2011 (Gigi Nocera)

L’accorato messaggio dello stabiese Gigi Nocera:
“Caro Maurizio, il “grido di dolore” lanciato nei giorni scorsi dall’amico Enzo Cesarano non è niente altro che uno schiaffo in faccia a moltissimi stabiesi. Quelli la cui filosofia di vita (quella degli ignavi) è contenuta nella frase “Ma ‘a mme chi mmò fa fà! Che è dda mia Castiellammare!?” – A costoro mi permetto di dire che si! “Castiellammare è pure da toia!”- Noi abbiamo avuto la fortuna di nascere in una città che per tradizione, storia, bellezza non ha nulla da invidiare ad altri luoghi esageratamente decantati. Amici stabiesi, quando avete un poco di tempo disponibile recatevi in fondo al Corso Garibaldi. E da lì ammirate l’incantevole paesaggio che si presenta ai vostri occhi: a sinistra l’austero Faito che ci fa da guardiaspalle. Alle sue falde si esalta il maestoso il Castello- Poi la Madonna della libera e volgendo lo sguardo in giù, il glorioso Cantiere e poi quel mare, quella spiaggia, quella Cassa Armonica! Dove mai si può trovare una così perfetta armonia (è il caso di dire) di luce e di colori? E noi che possediamo questo tesoro lo vogliamo sperperare? Buttarlo via? La Cassa Armonica! Perchè non ospita più quei concerti di musica operistica che un tempo attiravano turisti da molte località meridionali? In uno dei miei ricordi pubblicato qualche tempo fa dal Libero Ricercatore descrivevo questi eventi che si svolgevano in Villa, il salotto di Castellammare. Amici stabiesi andate a rileggerlo, rivivrete quella atmosfera che i nostri padri hanno (e anche qualcuno di noi) respirato in quei tempi difficili e felici allo stesso tempo.
Io che non sono un nostalgico, ma che, malgrado tutto, ho lo sguardo rivolto al futuro, quando ritorno in questa mia bellissima città vado sovente al fondo di Corso Garibaldi e mi riempio gli occhi di quel magico paesaggio che alla fine sfuoca sulla amica e confidenziale sagoma della Cassa Armonica. Miei amici e fratelli castelluonici, qualche volta andateci anche voi là in fondo al Corso e vi sorprenderete a dirvi: QUANTA E’ BELLA CASTIELLAMMARE!

Gigi Nocera”.

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venerdì 5 agosto 2011 (Antonio Cimmino)

Un breve commento del carissimo Antonio Cimmino:
“A proposito della cassa armonica, Nando con il suo pamphlet ha sintetizzato il fallimento della classe politica stabiese. Il suo “Quante volte?” vuole anche scuotere l’apatia in cui ci crogioliamo noi cittadini che abbiamo perso anche la capacità di indignarci. Bravo Nando! Speriamo che alla tua voce isolata, se ne aggiungano altre per farci finalmente uscire dalla nostra colpevole indifferenza verso i problemi che affliggono la nostra città.
Antonio Cimmino”.

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giovedì 28 luglio 2011 (Silvano Cannavacciuolo)

Silvano Cannavacciuolo da Boston, ringrazia liberoricercatore nella persona di Gaetano Fontana, che in seguito alla corrispondenza intrattenuta, ha avuto il gentilissimo pensiero di inviargli il nostro secondo quaderno “Gli anni ’30 a Castellammare – vol. II” di Gigi Nocera, il libro dal titolo “Il 1943 a Castellammare di Stabia” del dott. prof. Antonio Vozza ed una foto con gli autografi dei fratelli Abbagnale e del timoniere Di Capua:
“Carissimo Gaetano, aver pensato di mandarmi quei due libri è stata davvero un’idea fantastica da parte tua! Non ho parole per ringraziarti del gentilissimo pensiero, per il quale hai dovuto, oltretutto, sostenere anche le relative spese di spedizione. Ritrovarmi la sorpresa del pacchetto con il contenuto dei due libri nella mia cassetta della posta, è stata una bella emozione. Era un qualcosa che avrei voluto avere sin da quando dal Libero ricercatore venni a conoscenza della pubblicazione di questi due libri per me molto interessanti. Ma vorrei anche ringraziarti caramente per il tuo pensiero della foto con dedica a me indirizzata dai F.lli Abbagnale, orgoglio dello sport stabiese, la cui notorietà ricordo sempre… perché ritengo che il canottaggio Stabiese è una fratellanza immensurabile. Io e il mio grande amico Gianni Ferraro, una volta portiere della Juve Stabia, fummo brevemente presentati ai fratelli Abbagnale nel Circolo Nautico durante una mia visita di ritorno da Boston, da Pasquale Gaeta, allora presidente del circolo ed anche una volta sul mio equipaggio ‘quattro con’ in una regata a Salerno. Senza falsa retorica, lascia che ti dica che per me anche questo è stato una forte emozione per i tanti ricordi che improvvisamente mi sono passati per la mente. Li ringrazio tutti e tre, per il tuo tramite, con il cuore ricolmo di esultanza. Avrei tanto piacere se tu un giorno potessi spingerti sin qui negli Usa per trascorrere qualche giorno assieme per darmi l’opportunità di ricambiare la tua gentilezza avuta nei miei confronti. A risentirci e intanto ti saluto cordialmente.
A big hello` to your wonderful grandmother. Con affetto, Silvano”.

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sabato 23 luglio 2011 (Silvano Cannavacciuolo)

Ci scrive Silvano Cannavacciuolo da Boston:
“Carissimo Maurizio, con immenso piacere ti scrivo questa missiva dopo che (grazie a te e all’amico Gaetano Fontana), ho potuto rintracciare il caro Beppe Cuomo che abita in Florida. Beppe mi ha scritto una e-mail, e poi si è fatto sentire al telefono qualche giorno dopo. Per entrambi è stato un tuffo nel passato, Beppe mi ha fatto ricordare che noi due ci allenavamo insieme nel hangar imbarcazioni del Circolo Nautico, dove c’erano gli anelli ed altri attrezzi di ginnastica che utilizzavamo noi canottieri. Mi ha poi detto che suo fratello, Enzo Cuomo… nostro allenatore dell’equipaggio Pattison di quel tempo, si è ricordato di me. E` stato veramente una bella cosa ritrovarci per parlare della nostra bella Castellammare e della nostra gioventù fuggita via. Beppe verrà a Boston per rivedersi con me prossimamente. Grazie mille per il tuo aiuto nel facilitare questo incontro.
Un abbraccio, Silvano Cannavacciuolo”.

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lunedì 18 luglio 2011 (Luigi Casale)

Integrazione alla lettura dell’immagine del Rosario della Caperrina:
“Caro Maurizio, vorrei ritornare sull’immagine della Madonna del Rosario riprodotta sul murale in maiolica di salita Santa Croce alla Caperrina. Per segnalare un particolare del quadro, che per mia grave disattenzione mi era sfuggito.
Nella descrizione precedente, mi ero soffermato su alcuni simboli che caratterizzano la figura di S. Vincenzo Ferreri (la più ricca di elementi identificativi). Questi simboli sono ricavati dalla letteratura agiografica (racconti delle vite dei santi). Ora nelle rappresentazioni della Madonna del Rosario, spesso ricorrono alcuni particolari, come: coppia di angeli che depongono una corona di regina sulla testa della Madonna (qui la Madonna risulta già incoronata; come pure il Bambino); angioletti che lasciano cadere una pioggia di rose (le grazie richieste dai devoti?), qui raggruppate in un mazzettino nelle mani della Madre e del Figlio; un libro dalla parte di s. Domenico (la dottrina), qui mancante; il giglio dalla parte di s. Caterina, qui mancante. Dalla presenza di questi indizi si potrebbe risalire al modello iconografico d’ispirazione dell’opera, se non addirittura all’ambiente culturale in cui essa fu concepita ( e di conseguenza alla data di produzione). Come si vede, la maggior parte di questi simboli mancano nel quadro della Caperrina, non certo a causa della tecnica di esecuzione (la ceramica, il cotto). Ma perché l’artista autore di questa opera non li ha ancora incontrati nei modelli a lui noti. Tuttavia, però, egli ne ha riportato un altro del tutto originale, che certamente avrà visto nel suo modello (e che a me – distratto come sono – era sfuggito nel fare la descrizione precedente).
Se si fa attenzione , ai piedi di s. Domenico si nota un piccolo cane con una fiaccola in bocca. (Un’immagine simile l’avevo vista già in Francia e in Alto Adige. Ti allego quella della Francia. Si tratta della vetrata della cappella laterale della chiesa dei Carmelitani di Clermont-Ferrand. La cappellina è dedicata alla Madonna del Rosario [XVIII sec.], per cui anche la vetrata s’intona al tema).
Passiamo alla lettura del particolare. Il cane è l’ordine dei Domenicani (“Domini-cani” [dativo]= il cane del Signore). E’ fedele e fa la guardia alla Casa del Signore, la Chiesa: rappresenta cioè la difesa della fede e Ia santa inquisizione, operate dai Domenicani. La fiaccola è la parola di Dio (i Domenicani sono i “predicatori” per eccellenza) che infiamma il mondo.
La cosa interessante è constatare come questi simboli affiorano in opere distanti nel tempo e nello spazio (mentre a noi molto spesso sfugge il loro significato). Luigi”.

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martedì 12 luglio 2011 (Luigi Casale)

Lettera a Gigi:
“Caro Gigi, complimenti e onore a te, per la presentazione della seconda raccolta dei tuoi racconti. Mi associo alla compagnia e, lieto, partecipo ai festeggiamenti. Per i molti? … i pochi? … tutto è relativo! … anni accantonati. I tuoi, preziosi di esperienza e di ricordi; quelli del liberoricercatore.it, piccoli germogli di speranza. Proprio per questo, in omaggio a te e al liberoricercatore stamattina ho voluto leggermi il tuo scritto: Confidenze… familiari.
E mi sono chiesto: Ma perché chiama in causa proprio me per dirimere una questione di “analisi sociologica”?
Tu dici, perché sarei istruito. (Su questo punto ti dedicherò una delle prossime voci nella rubrica “pillole di cultura”). Siamo quasi tutti pensionati, almeno quelli fino alla classe ’46; o “emeriti” – come si dice – di fronte al personale della nostra rispettiva categoria ancora in attività si servizio. Ma ciò, in ogni caso, non sminuisce la condizione di dignità e di rispetto.
E’ vero, in altri tempi sono stato professore. Ma, in altri tempi. Ora, perché non mi chiamate (voi tutti – è un plurale!) “Luigi” come fa Maurizio? E cominciano a fare anche gli altri? Vedi in Francia! Sono tutti o “Monsieur” o “Madame”.
Visto però che ti aspetti anche da me una “precisazione”, proverò a risponderti.
Anch’io ho avuto dei nonni, in tutto quattro. Quelli paterni non ho fatto in tempo a conoscerli. Di quelli materni ricordo poco, ma abbastanza per coglierne tratti di personalità. Non credo che si dessero del voi. Anzi si chiamavano addirittura con appellativi come “bella figliò” e “nennella”. Ma anche il : “…portami le scarpe!” non sarebbe stato degradante. Né il “… che vulite mangià, stasera?”, un indice di sottomissione. Quando c’era l’amore, ….
Il fatto stesso che si raggiungesse insieme la vecchiaia e, una volta vecchi, spesso si morisse a distanza di due giorni l’uno dall’altro, la dice lunga sui rapporti coniugali. Il resto fa parte del costume e delle mentalità; cose che cambiano di epoca in epoca. Con questo non voglio dire che non sia esistito il “maschilismo”. Né però mi convincerete tanto facilmente che esso sia superato. “Ogni mondo è paese” si dice. Mia madre diceva “Mondo era e mondo è”, per dire che l’uomo, alla fin fine, non cambia. Da qui la necessità di acuire intuito e intelligenza. Sviluppare l’autonoma capacità di giudizio. E tentare l’avventura … della ricerca. Ma di che cosa? Stavo per dire: la verità. Intanto mi accontento di dire: la libertà. Cioè l’autodeterminazione razionale. La promozione.
Quanto ai tuoi nonni Catella e Luigi, da come li presenti, ferme restando la caratterizzazione dei ruoli e un certa standardizzazione dovuta alle convenzioni sociali dell’epoca, mi pare che il personaggio più forte fosse proprio nonna Catella. E che nonno Luigi, nonostante i suoi modi sbrigativi fosse profondamente buono. Se poi dici che era il contrario, … non per questo siamo tenuti a generalizzare. Potrebbero costituire un caso isolato.
Con affetto e … ad maiora. Luigi”.

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giovedì 7 luglio 2011 (Ferdinando Fontanella)

Una breve missiva del naturalista Nando Fontanella:
“Caro Maurizio, ho partecipato alla manifestazione “E mò pedala”. Un vero successo per partecipazione e buone intenzioni!
Son rimasto favorevolmente colpito dalla bontà di tutti quei ragazzi, l’unica vera speranza per un futuro migliore per la città, la provincia, la regione, la nazione, il continente e infine il mondo intero! La presente solo per sottolineare che qui a Castellammare qualcosa di buono si sta facendo, “Gli amici della Filangieri” sono davvero una bella associazione!
Un abbraccio. Nando”.

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mercoledì 6 luglio 2011 (Luigi Casale)

Ci scrive il prof. Luigi Casale:
“Caro Maurizio, a conclusione delle cure termali (di tutto c’è la fine!) è giunto il momento di ripartire da Castellammare. A breve avrò cura di inviarti una serie di foto che insieme a tante altre ho ripreso durante il mio soggiorno stabiese. Le altre seguiranno. A scandire i lunghi giorni dell’inverno e il ritmo della nostra
comunicazione. Come l’anno scorso, ho fatto tante foto, ma mi son rifiutato di fotografare gli immensi cumuli di immondizia (per dignità e rispetto) e i festoni (un altro scempio) per la riconquistata serie B da parte dello Stabia. Tuttavia, forse, qualcosa apparirà nelle mie foto, ma – ti assicuro – è stato tutto involontario. L’unico scopo era riprendere la città e la sua vita…
Ti auguro ogni successo col tuo – e di riflesso anche nostro – liberoricercatore.
Luigi”.

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lunedì 4 luglio 2011 (Gigi Nocera)

La lettera di indignazione dello stabiese Gigi Nocera:
“Caro Maurizio, ha ragione il caro Antonio Orazzo: questa è una città che sta morendo anche perchè ai suoi abitanti manca il coraggio di INDIGNARSI. Di ribellarsi. L’espressione “ma a mme cchi mo fa fà” si è impadronito dell’animo di molti cittadini, ecco perchè siamo in questo stato. Quei buzzurri cafoni dei leghisti ce ne dicono di tutti i colori e noi come reagiamo”Và bbuò n’he dà aurienzio!”.
Stabiesi, napoletani, campani INDIGNATEVI; RIBELLATEVI, non arrendetevi: “Chi se fa pecora ‘o lupo s’ha magna!”.
Il caro Orazzo e tutti i miei cari amici stabiesi spero di incontrarli domenica prossima, durante la mia scappata a Castellammare.
Gigi Nocera”.

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lunedì 4 luglio 2011 (Antonio Orazzo)

Un nuovo messaggio di Antonio Orazzo presidente della UNITRE di Castellammare:
“Chiedo scusa, nel vedere ieri e stamane tanti incendi dell’immondizia a C/mare, ho dimenticato di accludere la lettera inviata alle autorità.
Cordialmente, Antonio Orazzo”.

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domenica 3 luglio 2011 (Antonio Orazzo)

Il messaggio di Antonio Orazzo presidente della UNITRE di Castellammare:
“Stiamo vivendo il peggiore periodo da quando C/mare di Stabia è diventata città. Dobbiamo agire, anche subito o scappare dalla nostra città visto che, secondo indagini, a causa delle immondizie, della diossina che circola nell’aria e delle polveri sottili dovute ai roghi continui, i nostri figli vivranno menomati. Fra 10 anni vedremo le prime conseguenze.
Cordialmente, Antonio Orazzo”.

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martedì 28 giugno 2011 (Gennaro Lambiase)

Il messaggio di Gennaro Lambiase:
“Grazie Maurizio, gentilissimo… continuate così che mi state facendo scoprire cose uniche al mondo, un abbraccio fortissimo a tutto lo staff.
Gennaro Lambiase”.

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lunedì 27 giugno 2011 (Vincenzo Di Martino)

La gradita missiva di Vincenzo Di Martino:
“Egregio dr. CUOMO, volevo ringraziare Lei e tutta la redazione di Libero Ricercatore, per la pubblicazione del video di mia figlia Daniela, nell’interpretazione della coreografia che ha coronato il suo ed il nostro sogno di verderLa laureata con il massimo dei voti all’Accademia Nazionale di Danza di Roma. Spero che altri successi possano presto dimostrare le sue doti artistiche, e che Lei, qualora ciò avvenisse, possa dedicare ancora un piccolo spazio.
Ancora grazie per la Sua squisita sensibilità. Enzo Di Martino”.

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domenica 26 giugno 2011 (Beppe Cuomo)

Una nuova missiva del carissimo Beppe Cuomo dalla Florida:
“La foto che a suo tempo inviai con Gegé Di Giacomo fu scattata appunto al laghetto dei Cigni, quando venni a Castellammare con l’orchestra di Riccardo Rauchi, sassofonista con Renato Carosone. Ricordo che l’appalto del bar era stato dato a Catello Tolino (buonanima): un mese di agosto meraviglioso del 1967, se la memoria non mi tradisce, la seconda orchestra dopo di noi era un gruppo locale denominato ‘I Germani’. Spero che il laghetto e con esso le Terme tutte vengano restituite agli antichi splendori (rif.: “Avvisi”: post di martedì 7 giugno 2011), ma è un chiedere troppo…
Un abbraccio, Beppe Cuomo”.

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martedì 21 giugno 2011 (Beppe Cuomo)

Ci scrive il carissimo Beppe Cuomo dalla Florida:
“Caro libero ricercatore, tutto il giorno, domenica 19 giugno (festa del padre qua in America), non ho fatto altro che pensare alla Juve Stabia in serie B e mi tornava alla mente il vecchio Stabia di 60 anni fa dello spareggio a Firenze col Foggia (arbitro un certo… Agnolin). Avevo 11 anni e, abitando all’inizio in via Nocera, ricordo le carrozzelle che sfrecciavano verso lo stadio, dove aprivano le porte negli ultimi dieci minuti e lasciavano entrare le persone che erano rimaste fuori. Incontrammo la Roma, il Genoa ed altre grandi squadre (in particolare uno zero a zero con la Roma), ma il sogno della B durò un solo anno e fu la fine del glorioso Stabia. Ma da oggi basta con i ricordi: sono orgoglioso di essere Stabiese ed auguro a tutti un meraviglioso Campionato. Forza JUVE STABIA!!!
Beppe Cuomo dalla Florida.

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lunedì 20 giugno 2011 (Luigi Casale)

Juve Stabia: Le riflessioni del carissimo Luigi Casale:
“Caro Maurizio, a te l’onore e il merito di aver stilato, il pomeriggio di domenica 19 giugno 2011, un editoriale tempestivo, opportuno e pertinente. Che fisserà la storica data. Ieri è capitato anche a me di aver visto in televisione un pezzo della partita Atletico Roma – Juve Stabia. Grazie anche alle informazioni che opportunamente passano sul sito, nella rubrica “Stabiaeventi” (agenda on-line). Forse, se non l’avessi letto, neppure mi sarebbe capitato di assistere allo spezzone conclusivo di un evento che ha coronato un ciclo di lavoro, di passione, di impegno, che – come tu dici – ha visto coinvolta tutta la città ripagandola di altre sofferenze.
Partecipare alla letizia generale è stato per me un onore e una gioia, pur essendo io per natura e per cultura abbastanza distaccato dalle manifestazioni sportive, in particolare quelle del calcio. Né tifoso, né competente. Degli avvenimenti sportivi mi piace la cronaca, la storia, e quel tanto di umanità che è possibile riconoscervi. Ieri, per esempio, ho visto una squadra volitiva, ma lealmente sportiva; sicura nella conduzione del gioco, ma disposta ad accettare qualsiasi verdetto; umile – come ripetutamente hanno sottolineato i telecronisti – ma orgogliosa, e – cosa molto importante – sempre rispettosa dei concorrenti.
E anche la festa dei tifosi è stata composta e luminosa. La posta in gioco era importante: la promozione. Promozione che è arrivata, sì, con la partita di ieri, ma che è stata costruita partendo da lontano. Credo – pur non conoscendo tutti i particolari della vicenda calcistica stabiese – credo da quando si è allargata la base della partecipazione, della condivisione, ma soprattutto della consapevolezza e del consenso tra operatori, sportivi, tifosi, amatori, simpatizzanti, cittadini.
Perciò questa “promozione”, merito di tutta la cittadinanza, dev’essere assunta come emblema di una promozione più generalizzata, nella quale tutti indistintamente possano sentirsi bene perché realizzati, soddisfatti e rispettati per aver saputo rispettare, e dove si rifugga dal far torto, ledere o mortificare chicchessia.
Ecco, detto questo, voglio partecipare anch’io al gioco del “Sei stabiese”.
“Sei stabiese se… fai della promozione la ragione della tua vita”. Luigi.

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lunedì 20 giugno 2011 (Giuseppe Zingone)

La missiva di augurio di Giuseppe Zingone da Ladispoli:
“Caro Maurizio, auguro alla Juve Stabia tante future vittorie in serie B, un ringraziamento a tutta la Dirigenza, all’allenatore ed a tutta la squadra.
Speriamo che i tifosi e la Città rispondano sempre in maniera civile all’impegno cui andranno incontro il prossimo anno.
Un abbraccio, Giuseppe Zingone”.

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venerdì 17 giugno 2011 (CPS Castellammare)

L’iniziativa del Comitato per l’acqua di Castellammare in ricordo di Don Gennarino Somma:
“Carissimi, in seguito al risultato del referendum sull’acqua, il Comitato per l’acqua di Castellammare ha organizzato un momento di saluto e di ringraziamento a don Gennaro, come segno per tutto l’impegno da lui profuso per l’acqua, bene comune.
L’appuntamento è per sabato 18 giugno alle ore 9.30 davanti al cimitero nuovo di Castellammare di Stabia; da lì ci si recherà sulla tomba di don Gennaro.
Ci auguriamo di trovarci numerosi per portare il nostro saluto e il nostro ricordo.

CPS – Comunità Promozione e Sviluppo
Via S. Vincenzo, 15 – 80053 Castellammare di Stabia (NA)
tel. 081-8704180 – fax 081-8704180
e-mail: info@cps-ong.it – sito: www.cps-ong.it”.

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mercoledì 15 giugno 2011 (Silvano Cannavacciuolo)

La gradita missiva di Silvano Cannavacciuolo da Boston (U.S.A.):
“Carissimo Maurizio, chi ti scrive è Silvano Cannavacciuolo da Boston Massachusetts. Non so se anche questa richiesta è alla tua portata… ma negli anni cinquanta quando io facevo il canottiere al Circolo Nautico avevo conosciuto una persona molto simpatica, anche lui un ex canottiere. Un certo Mario Siano [non son sicuro dello spelling]… che a quel tempo usciva sempre con la sua barca a vela. Lui aveva una bellissima fidanzata, bionda, che abitava nel palazzo di fronte al circolo, verso la Cattedrale. Lei suonava il pianoforte al Circolo, ed era molto brava. Mario era un giovanotto molto affabile sempre con un sorriso per tutti. Vorrei sapere, se è possibile, se è ancora in giro e dove posso contattarlo. Mille grazie Maurizio. Volevo anche farti sapere che il mio carissimo amico Esposito Sansone Dante [che sei riuscito a rintracciare a Riccione e con il quale mi hai messo nuovamente in contatto], ci sentiamo per telefono ogni due settimane. Spero tutto bene con te e famiglia.
Sinceramente, Silvano Cannavacciuolo”.

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sabato 11 giugno 2011 (Angelo Del Gaudio)

Stabiae dimenticata…: la missiva del dott. Angelo Del Gaudio:
“Caro Maurizio, ho letto con angoscia l’ulteriore schiaffo dato alla nostra città con l’esclusione dagli interventi a favore dei suoi siti culturali quali gli scavi di Varano e la Reggia di Quisisana. Una volta si diceva che delle tre città distrutte dal Vesuvio, Stabia, Ercolano e Pompei, era stata privilegiata quest’ultima perchè bastava e avanzava come testimonianza storica dell’habitat dei Romani. Si faceva a meno di scavare a Stabia ed Ercolano ( che si dice abbia sommersa una delle più ricche biblioteche dell’antichità?!) perchè altrimenti avrebbero dovuto abbattere le costruzioni delle due città fino a cancellarle dai loro siti. Sarà anche vero, ma adesso che Stabia ha quel che resta delle ville romane sul Varano ( cioè quel che resta del saccheggio dei tombaroli, molti ed agguerriti – e ne ho conosciuto alcuni veri professionisti nell’individuare nelle campagne sotto un certo strato di lapillo antiche dimore – ) sarebbe opportuno intervenire perchè si conservi quantomeno un così prezioso patrimonio culturale, vanto di una città all’avanguardia della civiltà romana. Castellammare ha validi onorevoli, culturalmente preparati, dell’uno e l’altro schieramento, che dovrebbero essere seriamente incalzati perchè facciano sentire la loro voce autorevole presso le istituzioni di competenza. Inutile manifestare e gridare se poi tutto finisce come diceva il Carducci ” eco di tromba che si perde a valle “. Si faccia una mobilitazione generale, anche degli stabiesi lontani dalla città, perchè sostengano e facciano sentire alta la voce di questi loro rappresentanti presso le istituzioni. Spero di aver solo sussurrato un’idea senza scopo di polemica.
Cordialità. dr. Angelo Del Gaudio”.

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giovedì 9 giugno 2011 (Luigi Casale)

In vista del Referendum, una “precisazione” del prof. Luigi Casale:
“Caro Maurizio, permettimi di ringraziarti per la cortesia e per la pazienza che hai con me. Non è la prima vota che dopo averti mandato i pezzi (le pillole letterarie) sono costretto a richiamare per pregarti di correggere qualche mia svista (refuso di stampa). Spesso è veramente colpa mia: per sbadataggine o eccessiva superficialità. Ma questa volta vorrei scusarmi perché credo di avere scoperto un attenuante. Il motivo che adduco non è pretestuoso, una classica “scusa”, per cercare di vedere ridotte le mie colpe; ma una difficoltà reale. Per questo motivo ho preferito scriverti questa lettera alla Redazione. Per esprimere il mio disagio anche a quei lettori affezionati che mi leggono con interesse e con piacere. Che rispetto, stimo, e pubblicamente ringrazio per l’interesse e la comprensione.
Ma questa volta, “l’errore”, si sarebbe potuto fare a meno di correggerlo. Tuttavia, nel rispetto dei lettori, voglio fare ugualmente la precisazione.
Nella nuova pillola, “‘a ciòrta”, compare l’espressione: “fortuna seconda”. Ero sicuro di avere scritto “secunda”. Allora sono andato a rileggere il testo originale e mi sono accorto che riportava proprio “seconda”, come risulta sul sito. Ho provveduto subito alla correzione della mia copia; almeno per mantenere una memoria d’archivio che non mi lasciasse incertezze in futuro. Ebbene, sai che mi ha fatto il mio elaboratore? In un momento di mia distrazione, appena ho digitato lo spazio alla fine della parola, di sua iniziativa, mi ha corretto “secunda” in “seconda”. Ancora una volta! La cosa in sé non è grave; ma finalmente ho capito l’origine di certi miei errori ortografici. Non di tutti, naturalmente. Ma solo di quelle parole che il correttore automatico, non essendo tarato per la lingua latina, mi corregge di sua iniziativa.
E con questo chiedo scusa agli affezionatissimi lettori, ai quali -per farmi perdonare- dedico questa postilla (aggiunta: ‘a jonta) alla già citata pillola.
Fortuna, come dicevo, è la sorte; cioè, fondamentalmente, il caso. Per cui essa non implica necessariamente, come succede a noi parlanti moderni, un qualcosa di favorevole, di positivo. Per lo stesso motivo i Romani dicevano “fortuna secunda” o “fortuna adversa” per distinguere la fortuna buona da quella cattiva.
“Secunda” significa, infatti “che segue, seguente”; cioè che ci viene da dietro, e quindi ci spinge in avanti. Pensate al verbo “assecondare” (= guidare il movimento spingendo da dietro). Mentre “adversa” è contraria: cioè (da “ad + versus”) che ci viene incontro girata verso di noi, perciò si oppone al nostro movimento. Ci frena, se non – addirittura – ci respinge. Buona giornata a tutti. E buona fortuna!
E mi raccomando: “Tutti a votare domenica!”. Se ci stanno a cuore la nostra sorte e – insieme – la nostra fortuna. Che sia “secunda”!
Luigi”.

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mercoledì 8 giugno 2011 (Angelo Del Gaudio)

Solidarietà agli operai: ancora una missiva del dott. Angelo Del Gaudio:
“Domenica lo dicevo “in fondo al tunnel c’è sempre la luce” e finalmente appare tenue il filo della speranza che ancora una volta Stabia, il suo Cantiere e la sua gente risorgeranno… post fata resurgo … mai profezia fu più idonea!
Forza amici operai della Fincantieri, parva favilla gran fiamma seconda.
Angelo”.

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lunedì 6 giugno 2011 (Bonuccio Gatti)

Il messaggio del carissimo Bonuccio Gatti:
“Carissimo Maurizio, nella certezza che sul tuo Pregiatissimo, nonché Nobilissimo Portale, in questi giorni, troverai tempo per sensibilizzare a votare SI al prossimo referendum contro la privatizzazione dell’acqua, saluto te e tutti i tuoi graditi lettori in questo modo: “Acquaiuò’ ll’acqua è fresca? Manc”a neve!” Nella speranza che sarà questo il grido di riscossa della “Città delle acque” che viene “privata”, perchè “privatizzata”, della sua risorsa più grande e più importante: l’acqua!
Cordialmente, Bonuccio Gatti”.

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sabato 4 giugno 2011 (Luigi Casale)

Solidarietà agli operai: la missiva del prof. Luigi Casale:
“Il Cantiere non chiude! Finalmente stamattina un bella notizia anche per Castellammare. Ma perché si è dovuto arrivare fino a tanto?
Mentre cercheremo di capirlo, continueremo a restare vigili. E’ questo, infatti, il momento di maggiore attenzione.
Poi, recuperata una non illusoria serenità, continueremo ad approfondire la riflessione per capire. E’ importante.
Così non solo rammarico e disperazione, ma idee e proposte animeranno i nostri discorsi (anche nelle lettere alla Redazione), frutto di impegno e senso civico. Per la formazione di una vera coscienza di solidarietà.
Che continuino le lettere e i contributi personali, perché adesso più che mai c’è bisogno di incoraggiamento e di amicizia. Ora possiamo riprendere il canto: “Stringiamoci a coorte…” .
Luigi”.

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giovedì 2 giugno 2011 (Umberto Verdoliva)

Ci scrive lo stabiese Umberto Verdoliva (al quale facciamo i nostri complimenti):
“Ciao Maurizio, spero tu stia bene è da parecchio che non ci sentiamo. A te vanno sempre i miei complimenti per l’impegno e il lavoro che fai per Castellammare di Stabia. Per chi come me è lontano, il tuo portale è fonte di forti emozioni.
Volevo metterti al corrente di questo mio lavoro fotografico, pubblicato su varie riviste di fotografia e per ultimo, giorni fa, su repubblica.it ( visualizza la pagina ).
Spero un giorno di poter fare una mostra a Castellammare e magari liberoricercatore a farmi da supporto, sarebbe molto bello far conoscere la “fotografia” anche nella mia città, è una forma d’arte poco praticata dagli stabiesi e promuoverla per me sarebbe un onore.
Ciao. Umberto Verdoliva”.

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martedì 31 maggio 2011 (Francesca Tramparulo)

La gradita missiva della carissima Francesca Tramparulo:
“Carissimi amici di L.R., vi sono profondamente grata dell’aiuto offertomi in tutti questi mesi in cui ho elaborato la mia tesi di laurea intitolata – STABIA E IL SUO TERRITORIO NEL MEDIOEVO – Devo in modo particolare dire grazie a Maurizio Cuomo perché con il sito da lui creato, mi ha fatto conoscere persone studiose, ma soprattutto amanti della nostra bella città che mi hanno contagiata con l’amore per la ricerca continua sui fasti della nostra gloriosa Stabia.
Ringrazio la prof.ssa Gelda Vollono, Lino Di Capua, Gaetano Fontana, il dott. Giuseppe Plaitano, il maestro di vita Gigi Nocera e Corrado Di Martino.
Abbraccio tutti perché dopo la mia famiglia siete le persone a cui ho dedicato il mio lavoro, che, naturalmente metto a disposizione degli amici di Libero Ricercatore.
Un saluto e un grande abbraccio virtuale.
Francesca Tramparulo”.

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domenica 29 maggio 2011  (Angelo Del Gaudio)

Solidarietà agli operai: l’accorata missiva del dott. Angelo Del Gaudio:
“Caro Maurizio, ti avevo già a suo tempo inviato un’accorata lettera per i cari stabiesi in sofferenza per la mancanza di lavoro, anche se in forma anonima.
Sento sempre più la rabbia dentro di me per il destino crudele di queste famiglie a disagio. L’INNOCENTE SOFFRE, MA NON PERDE MAI così diceva mia nonna.
Questi nostri concittadini che senza colpa alcuna si vedono privati di un bene primario quale il lavoro per vivere, sappiano che in fondo al tunnel c’è sempre la luce e primo o poi si risveglierà anche per loro la primavera della speranza.
Coraggio uomini e donne fiere di Stabia, voi che avete sempre cavalcato le avversità ritrovando la felicità smarrita, ce la farete anche questa volta. E’ la mia, la nostra, la vostra speranza.
Angelo”.

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sabato 28 maggio 2011 (Lucia Amendola)

Solidarietà agli operai: in un chiaro pensiero della prof.ssa Lucia Amendola:
“Ci stanno negando la vita: anche io sento il bisogno di dare la mia solidarietà a Castellammare in un momento che considero tragico per i diretti interessati e tristissimo per la città. Non mi arrendo a credere che possa chiudere il cantiere. Conservo gelosamente tutte le cartoline elaborate dal nostro Antonio Cimmino e penso che la sua opera di diffusione sia di un valore pregevole, anche per il grande amore che rivela per l’emblema della sua città, della nostra città. Possibile che non ci siano soluzioni? Cosa può fare ciascuno di noi? Nel mio piccolo, nelle varie presentazioni del mio libro, manifesto al pubblico il mio dolore profondo per quanto sta accadendo a Castellammare. Ringrazio tutti voi per quello che fate e sono solidale con Luigi Casale. Mai come oggi mi sento “stabiana” e mi accorgo che ci stanno togliendo tutto! Indegnamente sento di essere una delle persone cui stanno negando il lavoro, forse la vita stessa, ma spero ancora che qualcuno o qualcosa possa fermare questo meccanismo perverso e mostruoso.
Lucia Amendola”.

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venerdì 27 maggio 2011 (Luigi Casale)

Solidarietà agli operai: la missiva del prof. Luigi Casale:
“Caro Maurizio, so che ve la passate brutta. Quanta tristezza! La vita non è facile per nessuno. “Stringiamoci a coorte …” stiamo cantando ancora in quest’anno giubilare, mentre i lavoratori vengono “giubilati”.
Noi, invece, stringiamoci a ranghi compatti e solidali, e ognuno faccia … il proprio dovere, di “persona”, di “cittadino” e di “lavoratore” (art. 3 della Costituzione), esercitando tutti gli altri diritti che la nostra Costituzione ci riconosce. Lealmente e onestamente. Non le cose che si vedono in televisione. Ci vuole rispetto, ma anche autorevolezza…
La mia visione globale del mondo e della vita considera “educazione”, “cultura”, “senso civico” e “impegno politico e sociale” come un tutt’uno, come l’aria che respiriamo. E’ l’ossigeno che ci consente di vivere, ma non possiamo respirarlo da solo (anche questa similitudine sarà una banalità!? Ma spero che mi intendiate). Coraggio! E buon lavoro … (… è il caso di aggiungere: “A tutti!”).
Luigi”.

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giovedì 26 maggio 2011 (Gaetano Fontana)

Un’accorata lettera di Gaetano Fontana:
“Caro Maurizio, vorrei aggiungere alla rubrica “modi di dire” una frase molto usata dai nostri concittadini tanto che, si potrebbe elevarla addirittura a motto cittadino.
Il modo di dire in questione è: “Che tengo ‘a verè”. Della chiusura del cantiere tutti gli stabiesi oggi hanno qualcosa “’a verè”. Il cantiere rappresenta il fulcro dell’economia cittadina. Se chiude saltano i già precari equilibri economici e sociali. Personalmente non riesco ad immaginare cosa potrebbe succedere. Pertanto invito tutti gli stabiesi ad essere solidali con lo sciopero degli operai ed invito questi ultimi a scioperare con dignità e pacificamente (ricordando loro che basta poco a passare dalla ragione al torto). Una volta il lavoro al cantiere si trasmetteva di padre in figlio, capitava che nello stesso periodo vi lavorassero tre generazioni della stessa famiglia. Tutti gli operai avevano qualcosa “a verè” perché il cantiere assicurava il lavoro a loro ed alle generazioni future. Penso che sia uno dei momenti più difficili per la nostra città comportiamoci TUTTI di conseguenza. Mettiamoci Tutti un poco del Proprio. Vorrei infine dare uno spunto. Quando tutta questa storia sarà risolta per il meglio, perché non cambiamo il nostro motto cittadino “Post Fata Resurgo” che non mi è mai piaciuto in quanto ha un non so che di malaugurante (forse sarà la parola “Fata”) in “TENGO ‘A VERE’”?
A presto. Gaetano”.

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lunedì 16 maggio 2011 (Gigi Nocera)

Gigi Nocera si complimenta con il dott. Plaitano:
“Caro Maurizio, ho appena letto della eruzione del Vesuvio del 1631 e la storia del SS. Crocifisso apparso sulle onde del mare di Castellammare. Pur se dettagliato questo racconto è tutt’altro che arido e freddo; anzi, ti rende partecipe dello stato d’animo di quei nostri concittadini che poco meno di 4 secoli fa vissero quel dramma e quelle emozioni. E ciò, secondo me, è dovuto alla magistrale ed emozionante descrizione che ne fa l’autore: il Dott. Giuseppe Plaitano, cultore ed amante della storia di questa bella e sfortunata città. Quanti nostri concittadini conoscevano in dettaglio i fatti descritti? Credo pochi, ed io fra essi. Quindi ripeto l’invito che feci la volta scorsa: chi è in possesso di conoscenze storiche o tradizionali relative alla nostra Castellammare le porti a conoscenza del maggior numero di cittadini attraverso il Libero Ricercatore; avranno la gratitudine degli stabiesi amanti della loro terra.
Gigi Nocera”.

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domenica 15 maggio 2011 (Antonello Ferraro)

Ci scrive il carissimo Antonello Ferraro:
“Ciao Maurizio, voglio farti i complimenti per questa nuova veste che hai fatto indossare al sito. La pagina iniziale ha acquistato molto.
Abbracci Antonello”.

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sabato 14 maggio 2011 (Cira Ambrosio)

Ci scrive la signora Cira Ambrosio:
“Ringrazio voi di libero ricercatore e il signor Frank Avallone… che nella pagina “Giganti stabiesi”, cita il mio bisnonno Catello “Cinciniello”… e posso confermare dai racconti di mio padre che è tutto vero ciò che è stato scritto… RE MIDA vestito da povero… umiltà e generosità è ciò che distingue la nostra famiglia.
Cira Cinciniello”.

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sabato 14 maggio 2011 (Eduardo Zamino)

Ci scrive il signor Eduardo Zamino:
“Complimenti a libero ricercatore, ed elogio al grande Antonio Cimmino, davvero bella e suggestiva la storia della “Borbona”. Bravi.
Eduardo Zamino”.

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lunedì 9 maggio 2011 (Emanuela Donnarumma)

Ci scrive la laureanda Emanuela Donnarumma:
“Gentile LiberoRicercatore, sfogliando i tesori culturali che mette a disposizione dell’utenza internauta, mi sono imbattuta in quell’interessante documento che ha per oggetto l’interramento della sorgente dell’acqua rossa per le sue proprietà antifasciste. Siccome sto compilando una tesi di laurea in storia contemporanea che ha per oggetto lo studio dell’Onmi a Castellammare (ente che assisteva la maternità e l’infanzia e che divenne uno degli strumenti più validi del regime in campo di politiche demografiche), avrei pensato di inserirlo nel mio lavoro di ricerca. Le chiedo, dunque, la gentile concessione di poterlo fare e, qualora non le arrecasse fastidio, di comunicarmi eventualmente le fonti.
Con stima e apprezzamento, Emanuela Donnarumma”.

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domenica 8 maggio 2011 (Vyncent Valo)

La gradita missiva del cantante stabiese Vyncent Valo:
“Cara Redazione, vi ringrazio tanto, tantissimo per l’appoggio datomi durante le votazioni de “La compagnia delle fragole” nel contest di PopOn.it.
Se sono in finale ( visualizza classifica ) è anche merito vostro! Speriamo di stringerci le mani a breve, un saluto a voi e alla nostra città.
A prestissimo e buon lavoro! Vyncent Valo”.

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sabato 14 maggio 2011 (Eduardo Zamino)

Ci scrive il signor Eduardo Zamino:
“Complimenti a libero ricercatore, ed elogio al grande Antonio Cimmino, davvero bella e suggestiva la storia della “Borbona”. Bravi.
Eduardo Zamino”.

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martedì 3 maggio 2011 (Gigi Nocera)

Gigi Nocera plaude ai contributi storici di Plaitano & Fontana:
“Caro Maurizio, ho letto con grande interesse e godimento la storia del turco Dragut, che non conoscevo. E mi son chiesto, chissà quanti altri stabiesi la conoscevano? Io penso, davvero pochi. Quindi cade a proposito il suggerimento che rivolgo al Dottor Giuseppe Plaitano (come anche il Sig. Gaetano Fontana, che mi risulta siano entrambi cultori della storia e delle tradizioni della nostra Stabia): “Vogliate mettere sempre a disposizione dei fruitori del Libero Ricercatore queste pagine, gli stabiesi ne hanno bisogno!”. Penso che il sito e l’intera collettività, ne ricaverebbero nuovo impulso ed interessamento. Un saluto e un ringraziamento a te, al Dottor Plaitano e al signor Fontana.
Gigi Nocera”.

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lunedì 25 aprile 2011 (Gioacchino Longobardi)

Il graditissimo commento lasciato da Gioacchino Longobardi sul fanclub di facebook:
“Ho appena potuto visitare la raccolta fotografica; ringrazio Libero Ricercatore per aver custodito nel tempo le memorie di una Cittá stupenda. Le foto mi hanno lasciato senza parole. Cordiali saluti dagli Stati Uniti d’America.
Gioacchino Longobardi”.

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giovedì 21 aprile 2011 (Lucia Amendola)

Ci scrive la gentilissima prof.ssa Lucia Amendola da Roma:
“Carissimo Maurizio, volevo scriverti da tanto, ma ho rimandato tra un impegno e l’altro. Ieri sera per combinazione ho visto che il nostro caro e bravo Gigi Nocera ha addirittura recitato a Castellammare. Purtroppo l’ho scoperto troppo tardi. Non mi arrivano più gli avvisi di nessun genere e non sempre apro il sito, ma come si fa a sapere in anticipo le notizie? Uso malissimo facebook. Solo ora ho un po’ più di tempo per consultarlo, ma spesso faccio pasticci. Ho visto che avete un calendario degli eventi. Mi piacerebbe a maggio/giugno fare una presentazione del mio libro a Castellammare. Mi fai sapere tu quando? Ho visto le foto nuove e il libro di Nando Fontanella. Come fare per acquistarlo? Ho tanto desiderio di riprendere i contatti con voi e chiedo scusa per il lungo silenzio. Pare che “La luna a strisce” stia avendo successo, ma solo da questo aprile lo hanno messo in vendita presso le librerie, sempre su richiesta. Ti allego un video della recensione che mi ha fatto il tg2 in questi giorni. Saluti a tutti, in particolare alla tua famiglia e a Nando e complimenti a Gigi, al quale scriverò personalmente.
Sempre con affetto, Lucia Amendola”

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mercoledì 20 aprile 2011 (Ugo Meli)

Ci scrive il carissimo Ugo Meli da Mozzate (Co):
“Ciao Maurizio, ti scrivo per darti una piccola notizia, relativa alle prime scritte sui silos (rif.: “I Magazzini Generali”). Mia mamma mi diceva che esse (se la memoria non mi abbandona) “sale e grano”, furono scritte da mio nonno Alfonso Filosa,
padre dei famosi pittori Francesco e Giacomo. Spero che questa notizia possa completare un eventuale quadro di ricordi. Vi saluto caramente.
Ugo Meli”.

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lunedì 18 aprile 2011 (Salvatore Mancino)

Ci scrive il sig. Salvatore Mancino da Torino:
“Egregio dott. Cuomo, Le scrivo dopo tanto tempo per segnalarLe ulteriori soprannomi stabiesi che, se lo riterrà opportuno, potrà inserire nel sito che Lei pregevolmente cura. Si tratta, per una curiosa coincidenza, di ben tre appellativi riferiti al nome Vincenzo e uno al nome Eduardo, e sono: Vecienzo pasta ‘e fasule, Vecienzo Zuppa ‘e latte, Vecienzo Rocelamerda e Eduardo ‘o Speretiatore.
Gli ultimi due, come vede, sono abbastanza coloriti, ma il suo sito è bello proprio perché racconta la realtà stabiese senza censure di alcun tipo. In ogni caso, mi rimetto ad una sua valutazione di opportunità. Dimenticavo. L’altra sera, visitando il mio vecchio amico nonché stabiese doc Gennaro Esposito (‘o Capemastre), in una conversazione tra vecchi sono emersi due detti che potrebbe inserire nella sezione “modi di dire”, anch’essi coloriti, ma quantomai originali.
Il primo è: “Meglio ‘o cazone rutto ‘ngulo ca ‘o culo rutto int”o cazone”, espressione che si usava dire a chi per qualsiasi motivo si strappava i pantaloni, per invitare a guardare il lato positivo delle cose, così come da sempre fa lo stabiese di fronte alle avversità della vita. Il secondo è: “Tengo ‘n’affare p”e mmane ca si s’adderizza jamme buono tutt”e dduie”, espressione dal doppio senso evidente che si diceva a chi era in cerca di affari e guadagni facili, quasi a dire “lascia stare gli affari, che poi trovi i malintenzionati”. Le rinnovo i miei auguri e complimenti. Io dopo un breve soggiorno stabiese sono di nuovo a casa di mio figlio a Torino, ma La seguo con affetto, il suo sito mi aiuta a colmare la distanza dal suolo natio e dalla terra che amo e che amiamo. Grazie della Sua attenzione e mi scusi se mi sono dilungato (la vecchiaia porta ad essere logorroici!, ma quando si parla di Castellammare chiunque che la ami lo diventa!).
Salvatore Mancino”.

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domenica 17 aprile 2011 (Gigi Nocera)

I ringraziamenti del carissimo Gigi Nocera:
“Caro Maurizio, soltanto la gioia di essere ritornato in famiglia ha attenuato il rammarico di aver lasciato, temporaneamente, i cari amici del Libero Ricercatore. L’affetto con il quale mi hanno accolto e le premure dedicatemi mi hanno veramente commosso. Vorrei abbracciarli uno ad uno: quelli presenti a Castellammare e quelli, che seppur da lontano, mi hanno seguito con lo stesso affetto. Vorrei citarli tutti individualmente, ma ho paura che l’emozione me ne lasci qualcuno fra questi tasti.
A te che con la tua iniziativa e lo spirito organizzativo (che ti contraddistingue) hai fatto in modo che questo affettuoso incontro si sia potuto realizzare, un grazie particolare; e grazie anche allo spirito fraterno con il quale il buon Enzino mi ha seguito passo passo per rendermi sempre più gradevole la breve permanenza a Castellammare. Con grande affetto auguro a voi e alle vostre Famiglie una domenica serena.
Gigi Nocera”.

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martedì 12 aprile 2011 (Mary Santaniello)

Ci scrive la laureanda Mary Santaniello:
“Gentilissimo Maurizio Cuomo sono entrata per motivi di studio in contatto con il tuo sito e l’ho trovato davvero interessante. I motivi che mi hanno spinto a scriverti sono legati ad esigenze di studio: ho intenzione di terminare il mio percorso di laurea con una tesi sperimentale sulla nostra bella città. In verità il progetto è per bambini di scuola dell’infanzia e volevo chiedere il tuo consiglio nonché prendere in prestito qualche immagine per completare il mio lavoro…
In attesa di riscontro ti saluto, Mary Santaniello”.

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domenica 10 aprile 2011 (sig. F. De Martino)

Ci scrive il sig. F. De Martino da Taranto:
“Egregio Sig. Cuomo, nella pagina che ricorda il disastro ferroviario di Balvano, avete ricordato anche mio zio, morto come tanti altri, asfissiati dal fumo della motrice fermatasi in salita in galleria per il troppo carico. E’ la vittima al numero 134. Io non l’ho mai conosciuto perchè non ancora nato, ma di lui e dell’ incidente mi hanno raccontato i miei genitori sempre con grande commozione e amarezza; fa piacere che si ricordino quelle persone che rimarranno sempre nei cuori di chi le ha conosciute e di chi ne ha sentito raccontare.
Grazie. F. De Martino da Taranto”.

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sabato 9 aprile 2011 (Rosa Ingenito)

Ci scrive Rosa Ingenito, studentessa di architettura:
“Gentile Libero Ricercatore, sono una studentessa di Architettura della Federico II, abito a Castellammare di Stabia. Quest’anno per l’università devo svolgere un’esercitazione per il laboratorio di restauro; mi è stato chiesto di scegliere un manufatto architettonico che presenti valore storico-artistico e che abbia evidenti fenomeni di degrado. Navigando sul vostro sito, ho notato una chiesetta davvero interessante, dedicata a San Raffaele Arcangelo; sarebbe perfetta per il mio tema d’anno, ma non sono riuscita a capire bene come raggiungerla. Volevo chiedervi se avevate maggiori informazioni sulla chiesa e sulla sua localizzazione, dato che non è segnata su alcuna carta, o quantomeno dove reperirle.
Distinti Saluti, Rosa Ingenito”.

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giovedì 7 aprile 2011 (Luigi Casale)

Uno scatto d’autore del carissimo prof. Casale:
“Caro Maurizio, mi sento depresso. Molto probabilmente a questa mia depressione contribuisce in parte anche il fatto che non trovo più sul sito notizie sui Cantieri, né da fonti ufficiali, né da fonti di parte, come Amministrazioni o Sindacati, e neppure noto altri segnali da parte della base del popolo che di Cantieri vive: la Città, insomma. Eppure – suppongo – che a parte la chiamata a manifestare in piazza o negli altri forum, la gente poi voglia essere anche informata. Non solo per curiosità, né solo per conoscenza; io personalmente lo pretendo soprattutto per rispetto. Visto che ogni tanto la notizia ricorre anche sulle nostre rubriche. Non so gli altri. Sembra quasi che i problemi si addormentino sotto anestesia, per essere risvegliati a scadenza. Mi chiedo: Dopo che ci siamo indignati, dopo che abbiamo sottoscritto la nostra adesione a questo o a quell’altro proclama, possiamo fare anche noi qualche cosa? E che cosa?
Ma sono depresso principalmente per ciò che sta succedendo in mezza Africa e nel vicino Oriente; per ciò che sta capitando nell’Oriente lontano (ma, infine!, quanto lontano?); per quello a cui tutti i giorni assistiamo – sì, assistiamo! – perché queste tragedie succedono alle porte di casa nostra, nel Canale di Sicilia; per come si comportano i nostri governanti; per come reagisce l’Europa (che non c’è); per le azioni esitanti e non sempre chiare della Nato, ecc. O forse siamo convinti che tutte queste cose non c’entrino coi problemi dei Cantieri? O non hanno a che fare con la nostra vita? D’accordo siamo entrati nella campagna elettorale e non possiamo fare politica! Allora non lamentiamoci. Ma poi chi lo dice che fare politica sia solo ambire voti per questo o quel partito, per questa o quella fazione?
Diceva un mio amico, che per fare politica bisogna essere o cogli uni o cogli altri. Qui mi pare che ci siamo ridotti ad essere tutti “cogliuni”.
Ma non credi che fare educazione sia il miglior modo di fare politica? Convinciamocene! Aiutare i giovani a crescere, aiutare le persone – cominciando da noi stessi – a cambiare mentalità, attitudine e comportamenti, non è questa la vera politica? Quella che hai scelto di fare col tuo liberoricercatore? O si pensava ad altro? Scusami per lo sconforto, che è tutto mio, e per le parole forti che ti sono rivolte solo per sollecitare una forma di simpatia e di conforto.
Intanto, fammi sapere notizie sui Cantieri, anche se in privato, che da qui mi è difficile percepire gli umori e i sentimenti della Città.
Coraggio, e in gamba! Tu, che fai già tanto per tenere la città unita e aggrappata a valori positivi con buoni sentimenti.
Ti ammiro. Luigi”.

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domenica 27 marzo 2011 (Gigi Nocera)

In riferimento all’editoriale del 25 marzo 2011, ci scrive anche il carissimo Gigi Nocera da Torino:
“Caro Maurizio, col cuore colmo di tristezza per le sorti del nostro glorioso Cantiere e delle relative maestranze, non posso non fare le seguenti considerazioni.
Se le più alte autorità cittadine sono state catapultate a Castellammare da altre zone, da altre città, per motivi politici, e quindi non hanno nel sangue il DNA “stabiese”, come possono sentire l’amore per la nostra bella e sfortunata città? Quindi non stupiamoci se il loro interesse per Castellammare è così scarso.
Se alcuni frequentatori di questo sito non lo sanno, chi scrive ha imparato un mestiere, e anche in parte a vivere, proprio in questo Cantiere. Quando non era più un bambino e non ancora un giovanotto. Le esperienze che si fanno a quell’età rimangono indelebili nel cuore e nel carattere. Ecco perché amo il Cantiere e gli operai che ci lavorano. Ed ecco perché sono triste se penso al futuro dell’uno e degli altri.
A Loro tutta la mia solidarietà. Gigi Nocera”.

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sabato 26 marzo 2011 (Uno dei tanti stabiesi)

In riferimento all’editoriale del 25 marzo 2011, ci scrive uno dei tanti stabiesi vicino alla causa lavorativa degli operai del Cantiere Navale:
“Pensando ai tanti papà dei Cantieri Navali, con nel cuore la nera prospettiva di non poter più portare pane ai propri figli, mi brucia negli occhi l’immagine di questi piccoli che aspettano, teneri, inconsci, speranzosi, non il fatuo giocattolo come surrogato della sofferenza, ma il tozzo di pane che li aiuta a vivere e a crescere.
Quei signori che snobbano i poveri operai come massa vociante, escano dall’involucro di ipocrisia che li sostanzia e pensino per qualche istante a questi poveri figli che, per la tragica realtà in cui si trovano a vivere, nulla hanno in più della indigenza di quei negretti a cui la carità pelosa delle mogli invia ogni tanto i 50 euro di elemosina per sgravarsi la coscienza. Cari bambini, vi abbraccio uno ad uno e nel tendervi un dolce sorriso vi chiedo di perdonare chi fa pentire i vostri papà di essere nati a Castellammare, ormai così mal ridotta. Forza operai navali, alla fine del tunnel c’è sempre la luce. Vi abbraccio tutti.
Uno dei tanti stabiesi a voi vicino“.

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mercoledì 16 marzo 2011 (Dina Cimmino)

Ci scrive la gentilissima Dina Cimmino:
“Carissimo Maurizio, Come stai? Colgo l’occasione per inviarti i miei più calorosi saluti e complimentarmi con il nostro prezioso amico Nando Fontanella per il suo libro:”Racconti di un naturalista stabiese”!!!
La nostra città avrebbe bisogno di più persone come te e Nando, persone genuine, semplici e veramente innamorate della propria terra !!!!!
Sempre vostra amica, Dina Cimmino”.

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martedì 15 marzo 2011 (William Acton)

I ringraziamenti del sig. William Acton (rif.: rubrica “Avvisi” post del 13 marzo 2011):
“Dear Maurizio, mille Grazie! Ho aggiornato l’albero genealogico dove avevo commesso uno o due errori e ho aggiunto anche più membri della famiglia per l’albero. Non appena possibile le invio l’albero aggiornato.
Best wishes, William”.

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martedì 15 marzo 2011 (Angelo Del Gaudio)

Ci scrive il dr. Angelo Del Gaudio:
“Leggere i testi postati dall’incommensurabile GIGI NOCERA, scevri di arzigogoli e quintessenze, provoca sempre un rinverdire di ricordi cari all’infanzia, come la cara vecchia Villa Comunale. Si sente che questo caro vecchio bambino scrive per togliersi la soddisfazione di visualizzare sempre più chiaramente le vaghe impressioni di meraviglia e bellezza che suscita la nostra amata Castellammare.
Avanti Gigi, continua a scrivere, di te abbiamo bisogno, degli scritti aerem verberantes, no.
Un abbraccio cordiale. Angelo”.

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lunedì 14 marzo 2011 (Susan Speakman)

I ringraziamenti di Susan Speakman (rif.: rubrica “Avvisi” post del 13 marzo 2011):
“Dear Maurizio, thank you so much for your prompt reply. Before I could make contact myself, William had already sent an email to me. This is a very meaningful contact. Thanks to your site, this has allowed me to confirm my own research and opened up much more about my Acton family.
Kindest regards, Susan Speakman”.

Traduzione:
“Caro Maurizio, grazie mille per la pronta risposta. Prima che potessi entrare in contatto io, William aveva già inviato una mail a me. Questo è un contatto molto significativo. Grazie al vostro sito, questo mi ha permesso di confermare la mia ricerca e ha aperto molto di più sulla mia famiglia Acton.
Cordiali saluti, Susan Speakman”.

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domenica 13 marzo 2011 (Gigi Nocera)

Gigi Nocera scrive al sig. Nando Fontanella:
“In riferimento alla rubrica “Viaggio nella natura di Stabia”, volevo avvertire il “naturalista amico” sig. Nando Fontanella di non proseguire nella sua campagna terroristica con la quale fa conoscere sul web le brutture di Castellammare dovute alla incuria e al menefreghismo delle autorità locali. Con i tempi che corrono, dove i divieti imposti ai cittadini sono di molto superiori alle iniziative positive, corre il rischio di essere denunciato per denigrazione della città. Finché queste brutture da lei denunciate restano fra noi, va bene (tanto a noi che ce ne fotte!), ma farle conoscere in giro, fuori dell’ambito cittadino, no.
Quindi Signor Nando Fontanella (faccio nome e cognome in modo che possa essere facilmente identificato) stia tranquillo: si tenga le brutture, le cacche dei cani e quel che c’è di peggio a Castellammare, e stia zitto!
Gigi Nocera”.

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giovedì 10 marzo 2011 (Raffaele Scala)

Ci scrive il dott. Raffaele Scala:
“Egregio Direttore, nel ringraziarvi vivamente per la pubblicazione della locandina che annuncia la presentazione del libro sulla storia della Camera del Lavoro di Gragnano, colgo l’occasione per rinnovarvi i miei più sinceri complimenti per l’opera meritoria a favore della diffusione della cultura e della tradizione della nostra amatissima città e del suo circondario. Sarà per me un piacere, appena mi sarà possibile, farvi avere copia del volume. Allo scopo fatemi sapere l’indirizzo della sede o altro luogo d’incontro. Inutile dirle che, se libero da altri impegni, vorrà essere presente domani sera a Gragnano, non potrà che farmi piacere, se non altro per poterla incontrare e conoscere.
Cordiali saluti, Raffaele Scala

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sabato 5 marzo 2011 (Peppe)

Ci scrive Peppe di stazionidelmondo.it:
“Cara Redazione di LiberoRicercatore, sono un giovane stabiese che, anche se per volere del destino ha fatto tutt’altro nella sua vita, ho una passione pura per l’archeologia, soprattutto quella stabiana, di cui sono da sempre un instancabile sostenitore e nel mio piccolo divulgatore. Nell’ultimo periodo ho fatto un bel po’ di ricerche sull’ager stabiano e devo dire che sono rimasto colpito dall’enorme quantità di testimonianze archeologiche che sono presenti sul nostro territorio, da molti sconosciute: questo mio lavoro mi è servito per portare a termine una voce sull’enciclopedia Wikipedia, ossia Scavi archeologici di Stabia, che ho curato personalmente sia nei testi, che nelle foto, e che poco più di un anno fa, il 19 novembre 2009, ha avuto il riconoscimento di essere una delle migliori voci della Wikipedia italiana. Ho inoltre creato su Facebook una pagina chiamata Scavi archeologici di Stabiae che aggiorno sovente con notizie, immagini e descrizioni dei reperti: insomma cerco nel mio piccolo di contribuire a far conoscere questo nostro stupendo patrimonio. Il mio sogno? Veder realizzato il parco archeologico e poter visitare un giorno la Grotta di San Biagio e la l’Area Christianorum sotto la cattedrale (quest’ultimo un mio grandissimo desiderio).
Approfittando di ringraziare il vostro sito per l’aiuto che mi ha fornito nella mia ricerca, vi porgo i più cordiali saluti. Peppe”.

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giovedì 3 marzo 2011 (Angelo Del Gaudio)

Il dr. Angelo Del Gaudio, scrive al prof. Casale:
“E’ sempre con vivo piacere leggere gli intenti acculturanti rivolti ai piccoli frequentatori del Liberoricercatore da parte del prof. Casale. Mi permetto sussumere due piccole chiose al suo ultimo scritto. Ho voluto riferire l’origine ebraica del termine ‘ncignà perchè un mio vecchio docente di ebraico me ne aveva fatto cenno in quanto riferito al periodo pasquale (il passaggio del Mar Rosso per gli ebrei) ed alla loro ritrovata salvezza e rinnovata vita.
Come lei suggerisce però, lasciamo queste cose a chi avrà voglia e tempo di entrare in una biblioteca ben fornita, magari con un intento di impostare un lavoro scientifico.
Credevo che lei avesse facilità di ricerca, visto il grande e vasto interesse culturale per l’acculturazione della nostra gente, perciò l’ho disturbata.
In secondo luogo, e non me ne voglia, vorrei segnalare che scrivere III°, cioè il numero romano con il circolino, è un errore ortografico perché già di per sè III si legge terzo, mentre il numero ordinale 3 si legge tre ma diventa terzo solo se porta il circolino – 3° = terzo.
Capisco che per lei sarà stato un errore di battitura, ma, facendo tesoro dello spirito con cui si rivolge alle nuove leve, è bene veicolare anche queste precisazioni che erano la fisima dei nostri esperti di ortografia.
Continui a deliziarci delle sue ricerche ed a spronare una maggiore attività del nostro pago cervello.
Sempre con stima, e buon lavoro. Dr. Del Gaudio”.

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mercoledì 2 marzo 2011 (Luigi Casale)

Una interessante iniziativa segnalata dal carissimo prof. Casale:
“Caro Maurizio, per essere andato a letto ieri sera un’ora prima del solito, stamattina già a quest’ora mi ritrovo in piedi ad affrontare la giornata. La vecchiaia è una brutta bestia! In compenso, però, ho scorso www.vesuvioweb.com. Era tanto che non lo visitavo. E da Natale non avevo sentito neppure Argenziano. Ho notato (ma avrei potuto anche ricordarmene) che gli interventi di Iandolo (lezioni di analisi morfosintattica del napoletano moderno con excursus diacronici) su “vesuvioweb” si chiamano “pillole linguistiche”. Lui è molto più tecnico rispetto alla mia competenza, che è – se posso dirlo – più letteraria e quasi filosofica; però anche più vaga e approssimativa. Ma per me va bene così. Nelle mie c’è maggior coinvolgimento e più comunicativa. E comunque è fatto salvo il fine, che è di incuriosire e di cercare di avvicinare le persone ai problemi. Non solo quelli della lingua. Scorrendo poi l’indice delle novità ho aperto il pdf del 1° numero 2011 della “Rassegna d’Ischia” e ho evidenziato i due inserti che ti allego (ma puoi trovarli sul sito di “vesuvioweb”), che presentano le prossime celebrazioni della cultura imperniate su Napoli [Napoli 2013; Neapolis 2019]. Il primo senza firma (sarà stato redatto dalla testata), il secondo opportunamente firmato. Non so che relazione abbiano le due celebrazioni programmate con l’altra manifestazione chiamata “Città europea della cultura” che a rotazione si svolge nelle diverse città dei paesi dell’Unione Europea. Parlatene nel prossimo comitato di redazione, cercate qualche riferimento negli organismi organizzativi (ci sarà pure un Comitato a Napoli) e valutate se c’è un po’ di spazio all’interno del programma delle iniziative anche per Castellammare. Un’altra curiosità. Sempre su “vesuvioweb” è presentato un articolo di Mimmo Liguoro sulla “posteggia”, lemma che ti ho trasmesso la scorsa settimana per la rubrica. Si tratta del III° capitolo di una pubblicazione dello stesso autore, già uscita in stampa nel 1995 presso la Newton Compton (Tascabili Economici Newton) da me citata nella storia che ti ho trasmessa in Redazione. (La mia “posteggia” è autobiografica). Si tratta di una “posteggia” più modesta e familiare – la mia – emblema di quelle che eravamo abituati a vedere (ce ne sono ancora?) in provincia.
Mentre prosegui autonomamente questa ricerca, e in attesa di coinvolgere anche il Comitato di redazione, puoi presentare questo mio messaggio tra le “Lettere alla Redazione”. Hai visto mai? Che qualche lettore (magari un funzionario del Comune!) possa attivarsi per conto suo. E’ un servizio all’informazione, alla cultura e alla napoletanità.
Luigi”.

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mercoledì 2 marzo 2011 (Luigi Casale)

Il prof. Casale risponde al dr. Del Gaudio (rif.: post del 28 febbraio 2011):
“Il dott. Del Gaudio è troppo buono a lusingarmi di così alti riconoscimenti; ma nello stesso tempo si mostra un po’ distratto. Credo di aver precisato – nella premessa alla rubrica, nelle lettere, nella esposizione dei lemmi – l’ambito di questa mia ricerca (perché tra liberiricercatori stiamo parlando!). Ho pure individuato i destinatari, chiarite le finalità, precisate le modalità di fruizione. E, soprattutto, ho indicato i miei limiti. (Vedi risposta a Frank Avallone).
Tutto ciò fa parte dei patti. O meglio delle dichiarazioni di intento. Dei metodi della programmazione. E quello che chiede il dott. Del Gaudio, francamente, è al di fuori del quadro normativo di riferimento. Inoltre, a mio modesto avviso, non è di interesse generale. E soprattutto non serve a rendere più “chiara” la lingua a gente povera e modesta come noi. Proprio per questo motivo, dopo aver citato l’indeuropeo – una sola volta, ma solo per trasmettere una cognizione ai miei giovani amici di scuola media, che cominciano a studiare questa presenza, come cultura materiale, come crogiolo di istituzioni, e come compagine linguistica, alla base della nostra storia comune – non sono mai risalito alle “radici indeuropee” che sono ormai ricostruite e codificate per la maggior parte delle istituzioni sociali, economiche e religiose.
Spingere oltre la ricerca, indubbiamente, può servire a superare i particolarismi, gli egocentrismi, i campanilismi, e tutte le altre manifestazioni di separazione e di discriminazione. Di questo sia benemerito anche il dott. Del Gaudio. Per cercare un etimo di origine ebraica basta entrare in una qualsiasi biblioteca mediamente quotata. Ai nostri piccoli liberiricercatori basterà collegare la cara parola napoletana ‘ncignà al greco kainòs, lingua che si è parlata a lungo nelle nostre regioni, o saperla derivante dal medievale incaeniare, epoca che ci ha plasmato nel profondo della coscienza. Poi, se qualcuno di loro nel prosieguo dei suoi studi, ricordandosi di questi avvii (e un pochino anche di noi, come noi facciamo dei nostri maestri) vorrà continuare l’approfondimento su basi scientifiche e con un atteggiamento professionale, vorrà dire che per qualche verso saremo anche noi entrati nel flusso della storia. Al dott. Del Gaudio, lettore assiduo e …( puntiglioso?) – no! Mi sa di riecheggiamento: meglio puntuale! – i sensi di stima e di amicizia. Saluti. [Prossimo lavoro sul verbo propinare].
Luigi Casale”.

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lunedì 28 febbraio 2011 (Angelo Del Gaudio)

Ci scrive il carissimo dr. Angelo Del Gaudio:
“A proposito dell’etimologia della parola ‘ncignà vorrei chiedere, sommessamente, al prof. Casale se gli risulta, come a me, che la parola suddetta deriva dall’ebraico.
Purtroppo mi sfugge l’etimo ebraico, ma sono sicuro che la sua solerte e puntigliosa ricerca saprà arrivare ad appurare anche questa possibile derivazione della parola che, appunto, in ebraico, significa rinnovarsi o mettersi a nuovo. Sempre grato per quanto ci propina con la sua ricerca.
Dr. Del Gaudio”.

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venerdì 25 febbraio 2011 (Francesco Chianese)

Ci scrive il carissimo ing. Francesco Chianese:
“CARO MAURIZIO, se puoi indica quale soprannome a caso ‘Nanà’, è il mio modo di onorare una persona cara che un amaro destino ha strappato all’affetto di quanti la conoscevano ed ai suoi alunni.
Grazie, FRANCESCO CHIANESE”

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lunedì 21 febbraio 2011 (Luigi Casale)

Il prof. Casale risponde al sig. Averna e a Frank Avallone:
“Nel rispondere all’amico Frank Avallone dalla Florida e al sig. Giuliano Averna di Venezia (rif.: post del 20 febbraio 2011), mi vedo costretto a derogare alle due disposizioni metodologiche che guidano questa mia attività divulgativa orientata a suscitare nuovi interessi intorno ai fenomeni della lingua.
Primo. Gli ordini di servizio della Direzione, resi necessari dal coordinamento redazionale.
Secondo. La propedeuticità degli interventi, funzionale allo sviluppo del soggetto.
Linguistica? Semantica? Etimologia? Io direi di più. Sensibilizzazione sociale e politica!
E, in effetti, di questo si tratta: un pretesto per parlare d’altro. Chi legge attentamente le voci pubblicate può rendersi conto che i messaggi meta-testuali sono molti e abbastanza espliciti (e, tutto sommato, quasi tutti intertestuali).
Se il buon Frank e il simpatico sig. Giuliano avessero avuto la pazienza di attendere lo “sviluppo del programma”, probabilmente avrebbero trovato, se non queste, tante altre risposte tali da rendere superflua questa estemporanea loro rispettiva richiesta.
Visto però che mi sono compromesso, mi assumo le obbligazioni che me ne derivano.
Ho parlato di sensibilizzazione sociale e politica. Non vorrei che mi si fraintendesse. Allora sarò chiaro. Rendere la lingua trasparente resta per me lo scopo primario. Ma poiché personalmente tento di raggiungerlo a partire dal vocabolario, un fine recondito è quello di educare i giovani che volessero cimentarsi con la stessa avventura, i primi ed unici destinatari del mio disquisire, a provvedersi di questo strumento, ad usarlo fino a consumarlo, a rinnovarlo quando diventa desueto. Lì dentro è nascosto il segreto del mio mestiere. Che poi è lo stesso del liberoricercatore.
Ora però il rispetto degli altri, e una certa idea che ho di educazione (nelle due accezioni di abito mentale, e di intervento pedagogico) mi obbligano a rispondere ai cortesi lettori che pongono domande; ma, ancor più, mi gratificano di un apprezzamento di cui esprimo tutta la mia riconoscenza.
Al signor Giuliano dico che il termine mambrucco non fa parte del mio lessico, per cui non conoscendone il significato non mi azzardo neppure a farne un analisi semantica. Tuttavia come dovere di liberoricercatore lo annoterò nell’agenda, in attesa di nuovi elementi che possano aiutare me e, indirettamente, anche il sig. Giuliano. Glielo prometto.
All’amico Frank dico invece che il suo materiale è già in cantiere e, con la compiacenza del Direttore ad applicare un’ulteriore deroga, potrà essere pubblicato quanto prima.
Ad entrambi un caro saluto e mille ringraziamenti per l’attenzione; nonché – lo voglio sperare – per la considerazione nei miei riguardi
Luigi Casale”.

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domenica 20 febbraio 2011 (Frank Avallone)

Il carissimo Frank Avallone dalla Florida, pone una domanda al prof. Casale:
“Caro Maurizio, la nuova rubrica “Pillole di cultura” del professore Luigi Casale, è veramente interessante. I miei complimenti a te ed al professore!
Una parola che mi lascia perplesso è “accendere” la luce o “spegnerla”; queste potevano andare bene quando si accendevano o spegnevano le candele o le lampade etc., ma oggi per mettere in funzione le luci, bisogna premere gli interruttori. Caro professore mi dia un aiuto! Mi illumini! Grazie e saluti.
Frank Avallone dalla sunny Florida”.

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domenica 20 febbraio 2011 (Giuliano Averna)

Ci scrive il sig. Giuliano Averna (di Venezia):
“Gentile Signore, ho rintracciato nella lista di vocaboli del dialetto di Castellammare di Stabia da lei messo in rete il termine “mambrucco” (rif.: rubrica “Termini dialettali”). Sarei interessato a conoscerne l’origine o l’etimologia, se lei è in grado di potermela fornire. Questo per una mia ricerca, in tutt’altro dialetto, il veneziano, dove ho rinvenuto una voce simile, mambruch. In passato esisteva un ballo popolare così chiamato, e in alcuni dialetti troviamo la parola mambrucca con significato di carro da trasporto con due grandi ruote. Ma secondo me il significato che mambrucco ha nella parlata stabiese è quello che più si avvicina a quello che dovrebbe avere nel contesto dello scritto veneziano da me rinvenuto.
In attesa di sue cortesi notizie, cordiali saluti”

 

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sabato 19 febbraio 2011 (Lucia Amendola)

Ci scrive la gentilissima e apprezzabilissima scrittrice Lucia Amendola:
“Carissimo Maurizio, ho letto tra gli avvisi il lungo articolo sul mio libro (rif.: sezione “Avvisi” post di giovedì 13 gennaio 2011) e ti ringrazio di cuore, anche se con tanto ritardo. La mia vita è diventata molto complicata anche se ricca di emozioni, perchè ho tanti impegni nuovi che si aggiungono a quelli di una volta. Continuo a visitare il sito per non essere tagliata fuori dalla vostra comunità e spero di poter venire presto di persona a ringraziarti di tutto.
Scusami per il silenzio. Lucia”.

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mercoledì 9 febbraio 2011 (Luigi Casale)

Il prof. Luigi Casale saluta e commenta l’intervento di Gigi Nocera:
“La risposta a Gigi Nocera – mi permetto di chiamarlo confidenzialmente così come egli ama presentarsi, ricambiando la simpatia e l’amicizia – è molto semplice. Eccola. Perché di ipotesi ce ne sono tante e tante; e ognuno sceglie quella che gli piace. Le altre le lasciamo immaginare ai lettori. Per esempio si può anche prendere in considerazione che i contadini (ma i cafoni sono solo i contadini?) tirassero la vacca con la fune, o che con la fune trascinassero l’asino fuori dal pantano, ecc, ecc, … o che sempre con la fune legassero i covoni.
Saluti amichevoli. Luigi”.

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mercoledì 9 febbraio 2011 (Gigi Nocera)

Il carissimo Gigi Nocera scrive in riferimento alla etimologia del termine cafone:
“Egregi Professori e amici Angelo Del Gaudio e Luigi Casale, posso intromettermi? Scusatemi, io che sono quasi semianalfabeta vorrei portare il mio modesto contributo nell’identificare l’origine della parola CAFONE. Nel mio disordinato e acrobatico itinerario fra i libri che ho letto, mi ricordo che fra uno di questi (non saprei dire se fra i tanti scritti da Ignazio Silone (oltre a “Fontamara”,”Vino e Pane”, “Il Segreto di Luca”, ed altri; oppure quello di Vincenzo Rabito “Terra matta”) trovai una spiegazione molto semplice; eccola: poiché i contadini hanno sempre lavorato molto e guadagnato poco, per risparmiare, i pantaloni non li tenevano su con una cintura, ma con una fune. Ecco perché cà fune. Questa versione la conoscono in molti e quindi mi stupisco che i suddetti amici non l’abbiano presa in considerazione, neanche come ipotesi. A me sembra la più attentibile, anche cacofonicamente.
E’ vero anche che in una Enciclopedia che possiedo è scritto: “Etimo incerto; forse dal nome di un centurione romano di nome CAFO a cui sarebbero stati elargiti dei fondi nell’agro campano”. Dato che trattava i contadini in modo rozzo, tutti coloro che agivano come lui venivano detti cafoni.
Chiedo scusa, apro la porta e me ne esco discretamente, così come sono entrato.
Al caro Angelo Del Gaudio e al Prof. Casale i miei più cordiali saluti.
Gigi Nocera”.

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martedì 8 febbraio 2011 (Angelo Del Gaudio)

Ci scrive il carissimo dr. Angelo Del Gaudio:
“Sempre grato al professore Casale per le sue puntualizzazioni culturali, vorrei riferire quanto appreso per tradizione sul significato della parola cafone (sperando di non far sorridere qualche saputello di turno!). Il termine nel suo significato etimologico, più che dal greco kakofonos deriverebbe dal modo con cui i signorotti indicavano i villani, cioè quelli che venivano dalla campagna. Nel Medio Evo, quando le città erano cintate per difendersi dai predatori occasionali, spesso erano circondate da alte mura e ne era vietato l’accesso ai cosiddetti villani. Ma questi, scarpe grosse e cervello fino, si servivano di grosse e robuste funi e rozzi rampini con cui scalavano, non senza fatica, le alte mura. Una volta entro le mura, a chi chiedeva loro come avessero fatto ad entrare, rispondevano candidamente “ca’ fune”, donde il loro appellativo di cafoni, socialmente, oggi, villani. Non è un dogma, ma nemmeno una scemenza e mi è caro pensare che l’etimologia della parola sia piuttosto plausibile. Mi scuso con il prof. Casale per questo umile contributo al suo dotto disquisire.
Cordialità, dr. Angelo Del Gaudio”.

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lunedì 31 gennaio 2011 (Gigi Nocera)

Il carissimo Gigi Nocera scrive in riferimento all’Editoriale odierno:
“Caro Maurizio, i fatti (o misfatti) avvenuti a Quisisana il giorno 29 scorso, e da te obiettivamente esposti e biasimati nell’Editoriale del 31/1, sono talmente comici che non possono non sotterrare sotto una grossa risata i responsabili della poliziesca iniziativa. Come su alcune reti Rai tv stanno incominciando a prendere piede la censura preventiva, forse a Castellammare stanno facendo le prove generali per soffocare tutte quelle iniziative, anche culturali, che generosi e disinteressati stabiesi vogliono mettere in atto per far conoscere e valorizzare la nostra cultura, la nostra storia, le nostre bellezze naturali? Speriamo di no. Ma l’esperienza mi rende prudente. Quindi, amici aprite gli occhi. Nella vita c’è sempre una prima volta. Tutta la mia solidarietà ai partecipanti a quella innocua e meritoria gita turistica.
Cordiali saluti a tutti gi amici del Libero Ricercatore.
Gigi Nocera”.

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domenica 30 gennaio 2011 (Vincenzo Di Maio)

La gradita lettera del signor Vincenzo Di Maio, con la quale ci richiede informazioni (che per fortuna abbiamo) e che sono rintracciabili nella biografia pubblicata un po’ di tempo fa, che Alfonso Esposito, ha dedicato a suo padre “Vicienzo ll’acquaiuolo”:
“Caro Libero Ricercatore, peccato che soltanto adesso ho visto questo appuntamento sotto riportato nella mia casella di posta, altrimenti sarei venuto sicuramente perché mi piace e appoggio l’iniziativa, anche perché poi magari avrei avuto la possibilità di complimentarmi personalmente con voi per il vostro encomiabile lavoro continuo e costante. Fra l’altro ti scrivo per segnalarti un’altra cosa importante che secondo me andrebbe in qualche modo ricercata, anche perché, fra l’altro, io proprio non saprei come trovarla, e riguarda l’iscrizione esterna dell’acquafrescaio di via Principessa Mafalda, vicoletto che collega via Padre Kolbe con via IV Novembre, quel negozietto oramai chiuso che si trovava vicino all’orologeria De Meo. Quell’acquafrescaio, acquaiuolo o acquivendolo (non so come definirlo tecnicamente), a parte il fatto che era una reale testimonianza del passato, nonché una ‘sopravvivenza antropologica’ stabiese (ormai estinta), ma aveva quella iscrizione dipinta a mano dove descriveva una buona quantità di acque minerali e il loro uso medico-terapico.
Penso sia importante recuperare una foto di quel ‘tipico soggetto antropo-economico’ del nostro paese anche perché ‘testimoniava’ una continuità con il passato. Spero che questa segnalazione vi abbia fatto cosa gradita. Anche perché era un elemento essenziale che manca al bellissimo sito di liberoricercatore.it.

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venerdì 21 gennaio 2011 (Francesco Tolino)

Ci scrive Francesco Tolino:
“Ciao Maurizio, sono Francesco Tolino, da tempo seguo questo fantastico sito, luogo ideale di ritrovo per tutti coloro i quali amano Castellammare.
Ho scoperto con una punta di orgoglio che nello scritto “Eduardo e Castellammare”, il sig. Gigi Nocera riporta una breve poesia tratta da “‘O canisto” del grande Eduardo in cui viene citato lo storico locale della mia famiglia: il ristorante Tolino. Spero di fornire un piccolo, ma utile contributo inviandoti la scansione delle prime pagine de “‘o canisto” con una speciale dedica che il grande maestro, cliente affezionato del ristorante (all’epoca gestito dal mio prozio Camillo), fece a mio padre Catello Tolino ( visualizza scansione ).
Cordiali saluti

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venerdì 21 gennaio 2011 (Giuseppe Di Massa)

L’invito dello studioso Giuseppe Di Massa, presidente del Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari “Alfonso Maria Di Nola”:
“Ciao Maurizio, per sabato 22 ore 10,30 volevo invitarti alla presentazione del libro “Gragnano e Monti Lattari. Le vicende artistiche e l’arte negata”, dove tratto delle tante opere rubate dal nostro territorio, Castellammare compresa. Lo so che hai impegni di turno, se non potrai intervenire, ti farò avere il libro, ma intanto potresti mandare una comunicazione ai visitatori e ai collaboratori (soprattutto) del Libero Ricercatore che sono tutti attenti a queste problematiche? Dimenticavo: la presentazione avverrà presso il Palazzo di Giustizia di Gragnano in via Vittorio Veneto, 1, di fronte al Comune.
Grazie, ciao. Peppe”.

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mercoledì 19 gennaio 2011 (Silvano Moro)

Il chitarrista Silvano Moro dall’Austria, scrive al ritrovato amico Beppe Cuomo:
“Sono un chitarrista genovese che ha suonato con Beppe Cuomo negli anni ’60 per esattezza nel ’64/’65 alla Garitta di Albissola Marina insieme ad Oscar Prudente e Sergio Sandrini. Poi con Beppe mi sono ritrovato sempre suonando sull’Andrea C. sul quale facevamo crociere nel Mediterraneo. Io poi andai con un’altra orchestra in Danimarca e Beppe si fermó con le Navi della linea C. per fare crociere nei Caraibi. Così le nostre strade, come spesso succede, si divisero. Più avanti Oscar Prudente mi disse che Beppe Cuomo si era fermato in California. Qualche giorno fa jettando in internet provai a scrivere su google “Cuomo Beppe” ed arrivai alla vostra pagina dove vidi i ricordi di Castellammare di Stabia di Beppe, con le foto scolastiche e le foto dei tempi di Riccardo Rauchi. Ora vi chiedo gentilmente se fosse possibile avere
l’indirizzo mail di Beppe Cuomo, perché mi farebbe tanto piacere ritrovare un grande amico dal quale ho imparato tantissime cose e col quale ho condiviso tempi bellissimi. Io vivo in Austria ed ho aperto da 26 anni un ristorante italiano in montagna. Sperando in una vostra risposta, vi saluto cordialmente.
Silvano Moro”.

domenica 16 gennaio 2011 (Antonio Orazzo)

Antonio Orazzo, presidente dell’UNITRE di Castellammare di Stabia, ha elaborato un “Dizionario delle Immondizie”, utile a fare un po’ di chiarezza per eventuali dubbi:
“Spett. le redazione, dopo aver girovagato per tutta la città negli ultimi giorni, ieri ho aggiornato il “dizionario delle immondizie” adatto per i cittadini stabiesi. A C/mare molti contenitori non portano scritte e contenitori di colori diversi portano la stessa dicitura. Per la raccolta differenziata è un caos completo… I cittadini sono disorientati specialmente quando vedono vicini un contenitore con la scritta “Vetro” ed uno senza scritta dello stesso colore o quando vedono due contenitori di colore diverso entrambi portando la stessa scritta. Inoltre spesso i contenitori sono esposti con l’apertura dalla parte opposta del marciapiede ed accade che una persona rischia di essere investita dalle auto che sfrecciano a velocità elevate. Mi duole ancora il braccio per un auto che oltre un mese fa mi sfiorò mentre scaricavo i rifiuti nell'”organico”. Il dizionario che vi propongo è pubblicabile e alcune copie le regalerò alle persone che hanno partecipato agli incontri.
Cordialmente Antonio Orazzo”.

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sabato 15 gennaio 2011 (Antonio Orazzo)

Allo scopo di organizzare al meglio la “raccolta differenziata” dei rifiuti urbani, Antonio Orazzo, presidente dell’UNITRE di Castellammare di Stabia, organizza una petizione popolare con la raccolta di firme”:
“L’Unitre, visto che a C/mare l’Amministrazione comunale è “allergica” alla raccolta differenziata, ha iniziato a raccogliere le firme per una petizione al
Sindaco e… alla Comunità Europea. Invita tutte le associazioni che vogliono collaborare alla raccolta delle firme, sui cui moduli ( si veda allegato ) possono apporre il timbro dell’associazione di appartenenza, di rivolgersi al Presidente dell’Unitre tutti i pomeriggi dalla 17 alle 19 presso la scuola media “Stabiae”
Cordiali saluti Antonio Orazzo”.

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venerdì 14 gennaio 2011 (Luigi Casale)

Una nuova ipotesi del prof. Luigi Casale, in merito alla cantilena segnalata dal sig. Domenico Cuomo (rif.: “Papà, papà, papà…” della rubrica “Cantilene e filastrocche”:
“Ripensando alla cantilena segnalata dal sig. Domenico Cuomo, avrei una nuova ipotesi, ecco il quanto: in occasione della commemorazione dei defunti in certe comunità si offrivano – e dove la tradizione continua si offrono – dolcetti ai bambini.
Vuoi vedere che questo canto non voglia riprodurre proprio la situazione che si crea in famiglia nei giorni in cui ci si accinge a ricordare i propri defunti secondo le tradizioni locali? Preparazione dei dolci e ricordo degli antenati la cui presenza è viva all’interno della casa?
Da noi si offriva, oltre al melograno (simbolo di immortalità), un salvadanaio di cartone (detto “u kiryeleiso” [Kirye eleison]). In effetti si realizzava uno scambio: da una parte il frutto, dall’altra una rinuncia (la monetina da conservare). Forse per i poveri o per le messe, come si soleva dire, in suffragio delle anime del purgatorio. “Frisc’all’anime du purgatorio”.
Stranamente anche la “moderna” giornata del risparmio è fissata al 31 ottobre.
Alla prossima, Luigi”.

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giovedì 13 gennaio 2011 (Luigi Casale)

Il prof. Luigi Casale, scrive in merito alla cantilena segnalata dal sig. Domenico Cuomo (rif.: “Papà, papà, papà…” della rubrica “Cantilene e filastrocche”:
“Il termine dialettale “Vava” (ava) in genere indica la nonna e “vavona” la bisnonna (o anche la nonna, quando la parola è da sola non accompagnata da “vava”; oppure il nonno). Ma è strano che in questa filastrocca la nonna sia chiamata “vava” e il papà non sia chiamato “tatillo”. Evidentemente la cantilena si è contaminata con l’uso.
Non si capisce l’allusione alla nonna come “cap’i morta” che sta “a ret’ a porta”. A meno che non si voglia rappresentare il proverbiale astio tra genero e suocera.
Comunque a tutte queste stroppole (frottole), quando si è perduto il contatto con la fonte letteraria (perché c’è sempre un “autore individuo”, anche se anonimo), è difficile dare un senso logico. Sono filastrocche, cantilene, ricche di ritmo, rime ed assonanze, e proprio il non-senso è il loro pregio. Giocano sull’immediatezza, e sulla festosità del ridere.
Alla prossima, Luigi”.

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mercoledì 12 gennaio 2011 (Angelo Del Gaudio)

Il carissimo dott. Angelo Del Gaudio, ringrazia il prof. Luigi Casale:
“Sempre caro Maurizio, una mia piccola e modesta sussunta allo scritto del prof. Casale circa una poesia del Natale, ha provocato una Sua sottile, garbata e dotta digressione sul significato della nostra tradizione natalizia. Non vorrei che queste mie righe creassero il tautologico caso del serpe che si morde la coda perchè mi permetto ancora chiosare il Suo scritto. Non conosco il prof. Casale, ma sento il dovere di dire che ho visto in Lui il vero spirito del libero ricercatore: una notizia, un cenno, un documento, un’impressione che fa da supporto alla libera ricerca nel sapere e nella nostra tradizione in specie. Diceva Dante parva favilla gran fiamma seconda e dobbiamo essere grati a personaggi come il prof. Casale che non si arroccano nella posizione dell’ipse dixit ma, con umiltà, aprono alle piccole e grandi chiosature di chi segue con amore e competenza le sorti di una meravigliosa realtà della cultura stabiese come il LIBERORICERCATORE. Spero che il messaggio giunga a tutti quelli che non trovano modo o tempo di riscontrare qualche piccolo arricchimento proposto ai loro interventi nel sito. Ancora auguri Maurizio e grazie per quello che fai.
Ti abbraccio con la stima e l’affetto di sempre. Angelo”.

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lunedì 10 gennaio 2011 (Luigi Casale)

Ci scrive il prof. Luigi Casale:
“Caro Maurizio, passato il periodo delle feste natalizie ritorniamo all’ordinario, ognuno al suo posto. Di lavoro, di presenza, di impegno, di testimonianza. Almeno nelle intenzioni.
Scrivo a te – ma mi rivolgo, nello stesso tempo, e al gruppo ristretto dei tuoi collaboratori e all’intero popolo dei fedelissimi che manifestano consenso sulla linea editoriale e sulla funzione sociale del liberoricercatore. Nonché a tutti quei lettori, che, ricercando anch’essi con buona coscienza, trovano elementi di positività per la loro indagine conoscitiva e, tutto sommato, per la loro vita – ti scrivo, dicevo, per ringraziare il dott. Angelo Del Gaudio, che a commento di una mia lettera (rif.: post del 26 dicembre 2010), aggiungeva una postilla, doverosa postilla, a completamento dell’informazione sul contenuto della mia missiva.
Ora questo, oltre che allargare la discussione, crea una rete di rimandi, un tessuto di dati (persone, luoghi, avvenimenti: notizie) che completando il quadro della informazione, definiscono la sostanza della nostra cultura locale.
Nella mia lettera in quella del dott. del Gaudio, si parlava di Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo e santo, e di Enrico Buondonno, monaco francescano, a proposito di un soggetto natalizio (testo letterario in lingua napoletana e relativo adattamento musicale), patrimonio della memoria più profonda e più antica di ogni napoletano, specialmente se cresciuto nei territori della provincia. Chi di noi, infatti, non avverte come componente essenziale della sua formazione culturale quella nenia natalizia, nata con noi perché ascoltata in casa dalla voce della mamma, o della nonna, con o senza parole, oppure per le strade, chiara e distinta nella melodia, ma frammentaria nel testo, parodia popolare talvolta, la quale proprio per questo motivo abbiamo considerato sempre come “anonima”?
E invece essa è di dominio mondiale, universale, come universale è il “Tu scendi dalle stelle …” di S. Alfonso M. de’ Liquori.
“Buondonno” e “Liguori” due cognomi diffusi nella nostra area, perché originari proprio di queste parti. Nomi collegati a Napoli e Pagani, a Gragnano e Nocera Superiore, solo se osserviamo i luoghi degli estremi cronologici (ma tutta la loro vita si è svolta in questa regione) delle due personalità, che, rispettivamente, hanno dato il loro apporto caratteristico ed originale al ‘700 e al ‘900 (vogliamo dire: napoletano?) Ecco la nostra storia. Di questo patrimonio dobbiamo essere gelosi custodi. Non voglio dilungarmi per non rischiare di tediare il lettore occasionale preso dalla fretta, ma volentieri ti parlerei di me. Come da te tante volte richiestomi.
E questa sarebbe una occasione propizia.
Con grande amicizia, Luigi”.

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sabato 8 gennaio 2011  (Antonio Orazzo)

La lettera aperta di Antonio Orazzo, presidente dell’UNITRE di Castellammare di Stabia, all’indomani del 2° incontro sulla “Raccolta Differenziata”:
“Spett.le Redazione Liberoricercatore, ieri sera alle ore 17 presso la scuola media “Stabiae” abbiamo avuto il 2° incontro sulla “Raccolta differenziata”. E poiché sul bollettino n.8 anno 80 dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Napoli e Provincia, leggemmo che “La crisi rifiuti in Campania induce la percezione di gravi rischi per la salute a causa dei rifiuti non raccolti. Gli studi hanno ravvisato la possibilità di un incremento di malattie infettive, dovuto ai rifiuti non raccolti. Circa la patologia tumorale , essa non nasce dal contatto con i rifiuti abbandonati……… Circa le malattie infettive l’Ass. reg. alla Sanità punta sul monitoraggio dell’andamento di alcune sindrome acute. Viene pertanto costituita una task force di specialisti…”, invitammo ufficialmente, oltre a scrivere una lettera aperta, il Signor Sindaco ed il Signor Commissario ASL NA 3 SUD per sapere cosa si sta facendo di concreto nella nostra città. Il Commissario straordinario ASL NA 3SUD, dottor Vincenzo Russo, ritenendo la problematica in discussione di notevole rilievo, per suoi impegni istituzionali improrogabili, ha delegato i dirigenti sanitari, dottor Alfonso Ciniglio ed il dottor Francesco Giuliano, a fornirci utili informazioni sulle malattie infettive correlate all’accumulo dei rifiuti. I due dirigenti sono stati molto esaustivi e ci hanno tolto tanti dubbi e noi li ringraziamo e ringraziamo anche il Commissario straordinario ASL NA3 dottor Vittorio Russo. I due non hanno potuto esaudire i nostri desideri riguardo alla discarica di via Schito ed alla raccolta differenziata. Il nostro Sindaco non ci ha considerato e noi abbiamo dedotto che l’Amministrazione Comunale è contraria ad una perfetta “Raccolta differenziata”. Visto che è intervenuta la Comunità Europea per la “munnezza” della Campania faremo presente al Commissario Barroso la situazione di C/mare dato che a tutt’oggi non si è fatto altro che aumentare la TARSU facendo diventare C/mare il paese che paga più di tutti. Ripetiamo che per una corretta raccolta differenziata occorre urgentemente:
– l’istituzione di almeno due isole ecologiche per gli ingombranti (bisogna riconoscere che gli ingombranti attualmente vengono ritirati puntualmente) e per l’olio esausto, premettendo che l’olio esausto può produrre almeno tre posti di lavoro per giovani che hanno voglia di lavorare e non per tre persone, messe là dai partiti, le quali correrebbero dietro al lavoro come fanno quelli sistemati, oltre nel Comune, nelle aziende municipalizzate.
– la sostituzione dei contenitori fatiscenti.
– la frequenza almeno trimestrale del lavaggio e disinfezione dei contenitori.
– l’esonero della tassa della Tarsu per le persone sole, specialmente donne, che non riescono più a vivere.
Inoltre, visto che a C/mare di Stabia non esiste un regolamento sui colori dei contenitori e visto che molti contenitori, di vario colore, non portano scritte, mentre altri di colori diversi portano la stessa scritta e poiché i cittadini stabiesi si sforzano di fare la raccolta differenziata, non esistendo a C/mare la raccolta porta a porta, esigiamo che il Comune predisponga che almeno sui contenitori ci siano le seguenti scritte sia davanti che di dietro e che i contenitori siano posti con l’apertura dalla parte del marciapiede:
1. Contenitore con la scritta “ORGANICO”
2. Contenitore con la scritta “CARTA E CARTONE”
3. Contenitore con la scritta “VETRO”
4. Contenitore con la scritta “PLASTICA E LATTINE”
5. Contenitore con la scritta “RIFIUTI NON DIFFERENZIABILI”
6. Contenitore con la scritta “INDUMENTI USATI”
Poiché i contenitori con indumenti usati o con vetro o…. non si trovano in tutte le zone, desideriamo che venga preparata una mappa dell’ubicazione dei contenitori.
Per i partecipanti all’incontro.
Il Presidente dell’Unitre, Antonio Orazzo”.

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giovedì 6 gennaio 2011 (Giuseppe Zingone)

Messaggio per la Befana di Giuseppe Zingone:
“Caro cugino la Befana è ormai solo un ricordo di chi, come noi, l’attendeva per un solo giorno di giochi; soprattutto oggi che è Babbo Natale tutti i dì. Penso però che la nostra fiducia l’abbia ripagata a tal punto che Lei stessa è scesa nelle nostre vie per portar via con sé l’immondizia della Città di Castellammare. Auguri a tutti… e soprattutto ai nostri netturbini (allego foto befana avvistata nei pressi del Montil).
Giuseppe Zingone”.

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giovedì 6 gennaio 2011 (ing. Francesco Chianese)

Ci scrive il carissimo ing. Francesco Chianese:
“CARI AMICI TUTTI, questo anno priorità familiari mi hanno tenuto lontano da Castellammare e non ho potuto godere del piacere della vostra compagnia per il brindisi augurale. Alle 12.00 del 01.01.2011 sono stato comunque vicino a voi.
Auguro a tutti voi ed alle vostre famiglie salute e momenti di tregua, vi auguro di realizzare qualcuno dei vostri desideri, ma soprattutto, visto il legame che ci unisce, auguro a noi tutti che, chi può, ci faccia vivere in una città più pulita, più ordinata e più sicura. FRANCESCO CHIANESE”.

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mercoledì 5 gennaio 2011 (Paolo e Caterina Balzano)

Ci scrivono Paolo e Caterina Balzano:
“Carissimo Maurizio, faccio gli AUGURI di Buon Anno a te e a i tuoi cari… la posta purtroppo l’ho letta solo ora… mi avrebbe fatto piacere brindare… Sono tornato l’altro ieri da Tivoli e mi divido fra Torre del Greco e Stabia…
Ho fatto subito un giro per le vie del centro e siamo sempre + convinti di ritornarcene quanto prima a Castellammare… è davvero bella… è una città che vive… Nel clima Natalizio poi, vederla piena di gente con tutti i negozi aperti fa tanto piacere…!!!
Ci sono xò tante altre cose che si dovrebbero mettere a posto… lo… spero tantissimo che con gli anni a venire tutto questo possa succedere!!… BUON 2011 Mauri’… continuiamo così…!!!
PAOLO E CATERINA BALZANO”.

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martedì 4 gennaio 2011 (Angelo Del Gaudio)

Ci scrive il carissimo dott. Angelo Del Gaudio:
“Caro Maurizio, non darmi del fesso se ti dico che guardando le foto del brindisi con gli amici ho visto con emozione le facce della Stabia pulita. Pensando a C/mare, prima dicevo con la canzone celeberrima “ma c’aggia fà, me fa paura ‘e ce turnà”, ora potrei dire “nun vedo ll’ora ‘e ce turnà!!!”. Siate benedetti per quello che fate per questa Stabia che, come aquila ferita , prima o poi, ritornerà a volare. Sempre con voi per un futuro migliore della nostra città che sia degna di accogliere i nostri figli.
Altius – Citius – Fortius.
Con tanta simpatia, Angelo”.

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martedì 4 gennaio 2011 (Gaetano Cotticelli)

La missiva del dott. Gaetano Cotticelli:
“Carissimo Direttore, ricambio di cuore gli auguri per 2011 di pace e serenità a Lei ed a tutta la sua famiglia; un augurissimo a tutti i lettori ed utenti del libero ricercatore ultimo faro di una Castellammare per bene e colta che chi sa mai se sopravviverà allo sconquassante terremoto di becera volgarità che pervade tutta la nostra società. Sempre grato per lo spazio che la Sua Redazione concede al convegno di Epatologia che ogni due anni mi ostino ad organizzare a Stabia, che richiama, per fortuna, un costante interesse della classe medica stabiese e non , ma ahimè quest’anno ha visto la latitanza della nostra Amministrazione Comunale che per la prima volta (rispetto alle precedenti edizioni) non ha presenziato alla cerimonia di inaugurazione del convegno alla quale hanno viceversa aderito, con estrema e puntuale sensibilità istituzionale le autorità accademiche nella persona del Magnifico Rettore della Seconda Università di Napoli. Un’altra occasione persa nell’ottica del risveglio culturale della nostra città!!!!
Un fraterno abbraccio, Gaetano Cotticelli”.

 

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domenica 2 gennaio 2011 (Antonello Ferraro)

Antonello Ferraro scrive una lettera al carissimo Gigi Nocera:
“Egregio Signor Gigi, vorrei per prima cosa augurarLe un buon 2011, ricco di serenità e di tutte quelle cose che il Suo cuore desidera. Sono un fan del sito Libero Ricercatore di Stabia, grazie al quale ho potuto conoscere le meravigliose pagine del Suo libro “Gli anni ’30 a Castellammare”. Francamente penso che il suo libro possa essere tranquillamente paragonato ad un quadro bellissimo dipinto con una grande maestria. Ho letto tutti i suoi scritti con grande attenzione ed emozione. Complimenti, sono veramente bellissimi!
Man mano che scorrevo le pagine mi sembrava di sentire la voce della mia povera mamma, mancata ormai da oltre dieci anni, che mi raccontava i suoi bellissimi anni verdi. Mia mamma era del 1923 ed abitava a via Salita San Giacomo, di fronte al carcere. La cosa simpatica è che il ciabattino da Lei descritto è il nonno di mia cognata. Oggi conservo questo libro come una reliquia. Stamattina assieme agli amici del sito ci siamo scambiati, al bar Fontana, gli auguri e prima del brindisi abbiamo ascoltato la Sua bellissima Mail, letta da Sua sorella. E’ stato un momento molto bello e tutti noi abbiamo sentito la Sua bella presenza anche se così lontana. Mi farebbe piacere conoscerLa personalmente, ma siamo troppo lontani.
Le invio i miei più rispettosi saluti e gli auguri per il futuro.
Antonello Ferraro”.

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sabato 1 gennaio 2011 (Antonello Ferraro)

A mezzanotte in punto (ore 00.00 del 1° gennaio 2011), ci scrive il carissimo e sempre preciso Antonello Ferraro:
“Carissimi Amici, in questo momento brindo alla Vostra salute ed auguro a tutti Voi, “fratelli del sito”, un anno di salute, di pace e di prosperità.
I miei più sinceri auguri al mitico Maurizio (se non ci fossi tu, bisognerebbe inventarti) e tutta la sua famiglia. Un pensiero speciale con gli auguri più sinceri, lo invio agli Stabiesi lontani dalla nostra Città. Quanto a me, cosa dire!!! Mi basta un Vostro sorriso!
Con affetto… Antonello Ferraro”.