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Santa Maria di Portosalvo

Santa Maria di Porto Salvo

a cura di Maurizio Cuomo

Il rito delle “incoronazioni mariane” si fa risalire al nobile Alessandro Sforza Pallavicini, il quale lasciò cospicui beni al Capitolo di San Pietro in Vaticano purché dopo la sua morte, come scritto nel testamento del 3 luglio 1636, provvedesse a incoronare le immagini più celebri della Vergine1.

A Castellammare ci sono sei Immagini della Madonna che, per i loro pregi artistici, per l’antichità e per la grande devozione dei fedeli, sono state incoronate con decreto del Rev.mo Capitolo Vaticano, in accoglimento del desiderio del popolo stabiese. A seguire ve le proponiamo corredate da una breve descrizione.


Le immagini incoronate della Madonna

Santa Maria di Portosalvo

Santa Maria di Portosalvo

Titolo dell’Immagine: Santa Maria di Porto Salvo
Data del rito d’Incoronazione: 8 agosto 1897
Prelato che ha proceduto al rito: (*) Vescovo Vincenzo Maria Sarnelli


Note:

(*) da Michele Palumbo – Stabiae e Castellammare di Stabia – Aldo Fiory Editore Napoli 1972.

  

  1. da: Luoghi dell’Infinito – “Val d’Ega, la fede delle Dolomiti”, articolo di Paolo Simoncelli
Antico santuario di San Michele Arcangelo al Monte Sant'Angelo a Tre Pizzi.

San Catello e il tempio al monte Aureo

articolo di Maurizio Cuomo

Leggenda vuole che ritiratisi in preghiera nella quiete di una grotta sulle alture del monte Aureo (così nel Medioevo era appellato l’odierno “monte Faito”), in una notte buia, il vescovo Catello e l’abate Antonino ebbero la celeste visione dell’Arcangelo Michele, che ordinò loro di edificare un tempietto sulla cima del monte, laddove si vedeva ardere un grosso cero; i religiosi ubbidirono con assoluta devozione ed in breve edificarono sulla designata cima del monte (oggi monte Sant’Angelo, quota 1444 metri), un tempietto in legno in onore di San Michele Arcangelo, una piccola dimora consacrata a Dio ove giornalmente veniva officiata la Santa Messa.

San Catello: apparizione nella grotta

San Catello: apparizione nella grotta

Tutto volse per il meglio, fin quanto proprio per la sua condotta eremitica, il vescovo Catello fu vittima di una inattesa calunnia, con la quale lo si accusava di aver trascurato e abbandonato i fedeli e la sua chiesa. Il vescovo fu così sospeso e condotto prigioniero nelle carceri di Roma, perché giudicato colpevole da Papa Pelagio II.

Catello, uomo di straordinaria fede, si chiuse in contemplazione e in preghiera, e accolse la momentanea ingiusta decisione con ammirevole spirito di sopportazione. Stretto in continua meditazione ed ispirato da illuminazione divina, l’incarcerato Catello predisse al diacono suo temporaneo custode di cella che in un futuro non lontano, egli da carceriere, sarebbe stato elevato a pontefice, ma tale affermazione pur sortendo nel diacono sorpresa e perplessità, fu ben presto dimenticata. Alla morte di Papa Pelagio II (anno 590), la predizione fatta tempo addietro nelle carceri, ebbe ad avverarsi: il diacono carceriere di Catello, fu realmente eletto Papa con il nome di Gregorio Magno.
In seguito alle rivelazioni avute in sogno da un monaco benedettino (presumibilmente Sant’Antonino), Papa Gregorio Magno, novello Papa, ebbe in ricordo la predizione di Catello (fatta nelle carceri), e mosso a commozione lo riconobbe innocente. Finalmente scarcerato, Catello fu accolto festosamente dal popolo stabiese per essere immediatamente reintegrato a pieno diritto con la carica di vescovo di Stabia. Continua a leggere

Cimitero vecchio di Castellammare (foto Maurizio Cuomo)

Il Cimitero vecchio di Castellammare

articolo a cura di Maurizio Cuomo

“In applicazione della legge 11 marzo 1817, con cui il re Ferdinando I di Borbone ordinava che in ogni Comune del Regno delle Due Sicilie venisse costruito il Camposanto, l’Intendente della provincia di Napoli dette incarico all’architetto D. Francesco Carpi, Commissario ai Lavori del Senato, e all’ingegnere D. Saverio Mastriani, di recarsi a Castellammare per procedere…

Cimitero vecchio di Castellammare (foto Maurizio Cuomo)

Cimitero vecchio di Castellammare (foto Maurizio Cuomo)

La scelta del suolo presentò moltissime difficoltà, e ci volle più di un anno per soffermarsi sul terreno di proprietà dei fratelli sigg. Michele e Antonio, e eredi di Pietrangelo e di Aniello Spagnuolo, loro germani, sito nella zona di Schito, precisamente nel luogo detto “Casabianca“, distante un quarto di miglio (m. 463 circa) dall’abitato… Continua a leggere

Madonna di Pozzano

Santa Maria di Pozzano

a cura di Maurizio Cuomo

Il rito delle “incoronazioni mariane” si fa risalire al nobile Alessandro Sforza Pallavicini, il quale lasciò cospicui beni al Capitolo di San Pietro in Vaticano purché dopo la sua morte, come scritto nel testamento del 3 luglio 1636, provvedesse a incoronare le immagini più celebri della Vergine1.

A Castellammare ci sono sei Immagini della Madonna che, per i loro pregi artistici, per l’antichità e per la grande devozione dei fedeli, sono state incoronate con decreto del Rev.mo Capitolo Vaticano, in accoglimento del desiderio del popolo stabiese. A seguire ve le proponiamo corredate da una breve descrizione.


Le immagini incoronate della Madonna:

Madonna di Pozzano

Madonna di Pozzano

Titolo dell’Immagine: Santa Maria di Pozzano
Data del rito d’Incoronazione: 2 luglio 1874
Prelato che ha proceduto al rito: (*) Vescovo Francesco Saverio Petagna


Note:

(*) da Michele Palumbo – Stabiae e Castellammare di Stabia – Aldo Fiory Editore Napoli 1972;

  

  1. da: Luoghi dell’Infinito – “Val d’Ega, la fede delle Dolomiti”, articolo di Paolo Simoncelli
Nocillo aromatizzato stabiese (foto Maurizio Cuomo)

Nocillo aromatizzato (alle cento erbe)

ricetta originale della compianta Zi’ Filumena di via Schito

a cura di Maurizio Cuomo (articolo pubblicato il 23/06/2003)

Tipico delle nostre zone, per tradizione è prodotto in maniera artigianale. Per l’alto contenuto alcolico questo liquore è quasi esclusivamente impiegato per la cura di varie sintomatologie, tra le quali ricordiamo: il mal di denti e la pesantezza nella digestione. La vena amara delle erbe aromatiche, in contrasto con il sapore spiritato, conferiscono al nocillo un inconfondibile sapore, che lo rende unico nel genere. Apprezzato dagli intenditori come amaro, viene degustato a piccole dosi.

Nocillo aromatizzato stabiese (foto Maurizio Cuomo)

Nocillo aromatizzato stabiese (foto Maurizio Cuomo)

La tradizione vuole che la raccolta delle noci e la preparazione di tutte le erbe avvenga esclusivamente il 23 giugno (vigilia di S. Giovanni). Proponiamo la ricetta originale di “Zi’ Filumena” (anziana signora di via Schito), che per anni e con amore, ha preparato per il vicinato le dosi esatte delle erbe necessarie alla produzione di questo antico liquore.

Ingredienti: Continua a leggere