a cura di Maurizio Cuomo
Per il piacere di conoscere più approfonditamente la nostra storia e perché no, di “respirare” il suggestivo vissuto stabiese di fine Ottocento, mi pregio di riportare la descrizione del Parisi, riguardante i “Mercati”1 e le mercanzie che in quell’epoca venivano introdotte e vendute nella nostra Castellammare.
Castellammare principale città del suo distretto, nel centro di questo situata ed in molti prodotti fertile, oltre dello esterno suo commercio à pure dei larghi e ricchi mercati che molti dalle altre città continuamente vi richiamano e che a grande vantaggio di sè e della sua popolazione certamente pur sono. I lunedì, mercoledì e venerdì di ogni settimana improrogabilmente al suo mercato son destinati, dalla costa di Sorrento, di Amalfi – dalla provincia del Principato – Citeriore e da più remoti luoghi gente vi corre.
Molti grani dalle Puglie vengono e spesso cavalli, vaccine, majali, pecore dalle nostre province e principalmente da Salerno.
Dalla costa di Sorrento del burro, dei formaggi freschi, vi si portano e delle noci, una immensa quantità di eccellenti aranci e limoni e qualche piccola manifattura, estraendone della verdura in grande abbondanza, essendone privo quel paese, delle paste, della foglia di celso per la industria serica, dei salami e delle manifatture. Continua a leggere
- Contenuto tratto da: “Cenno storico descrittivo della città di Castellammare di Stabia, Catello Parisi, anno 1842, pagg. 77 e 78. ↩