Antichi mestieri stabiesi
Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.
Maurizio Cuomo
Carnacuttaro
( a cura di Maurizio Cuomo )
Questo termine (per gli stabiesi di raro utilizzo), indica il venditore di carni cotte, ossia l’ambulante dedito alla vendita di: trippa, “pere e ‘o musso” (piede e muso di maiale) e particolari zuppe di frattaglie in brodo.
Questo mestiere ha origini molto remote, l’antica nobiltà, infatti, considerava “il piede ed il muso” del maiale, la trippa e le interiora, parti di scarto (una offesa al fine e nobile gusto). La servitù che viveva all’ombra di tanta signorilità, alle prese con la sopravvivenza quotidiana (dove nulla si butta e tutto può servire), in mancanza di meglio, imparò a sfruttare e ad apprezzare anche queste povere pietanze. Nello specifico, oggi, la tradizione locale ripropone ‘o pere e ‘o musso, come una prelibatezza servita a pezzetti in cartoccio, rigorosamente degustata con un pizzico di sale e qualche goccia di limone.