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Hélène d’Orléans a Castellammare

a cura di Maurizio Cuomo

Carissimi quella che vengo a raccontarvi oggi è una brevissima storia che intreccia la vita di Hélène d’Orléans duchessa di Aosta e la nostra Castellammare di Stabia, all’indomani del 2 giugno 1946.

Buona conoscenza a tutti!!!


Hélène d'Orléans duchessa di Aosta

Hélène d’Orléans duchessa di Aosta

Nel 1908 viene inaugurata a Roma la scuola per le infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana e l’anno dopo fra le allieve in divisa bianca c’è anche una signora alta ed elegante, Hélène d’Orléans, la moglie di Emanuele Filiberto di Savoia duca di Aosta, cugino di re Vittorio Emanuele III. Adesione prestigiosa, salutata con la massima soddisfazione dai vertici italiani della C.R.I. perché sin da subito la duchessa, in veste di crocerossina, si prodiga con dinamismo e coraggio in varie missioni. L’opera di volontariato prosegue negli anni e si consolida soprattutto durante la prima guerra mondiale, periodo nel quale Hélène dà ampia prova di bravura, carattere e di grande efficienza. Resistendo alla fatica e ai disagi, la duchessa è piena di iniziativa e di una severità che la fa giudicare intransigente: Hélène non si lascia intimidire dalle greche dei generali ai quali rivolge le sue richieste di provvedimenti quando si trova di fronte a situazioni intollerabili, un carattere duro che si scioglie quando è vicina ai malati e ai feriti a cui presta ben volentieri la sua assistenza.

Per le valorose opere intraprese in guerra, Hélène ottiene: una medaglia d’Argento al Valor militare, tre Croci al Merito di Guerra, due onorificenze francesi, una inglese, e la medaglia Florence Nightingale.

Hélène d'Orléans

Hélène d’Orléans

Terminata la guerra e riacquistata la pace, Hélène riprende a viaggiare. Stimata dalla Chiesa per la sua devozione e la sua carità, ossequiata dalla autorità, popolare tra la gente, la duchessa visita anche i bassi di Napoli e fra la miseria più nera si muove con naturalezza; persino Matilde Serao, la potentissima giornalista de “Il Mattino”, le dimostra una certa simpatia. Negli anni intrattiene rapporti amichevoli con D’Annunzio e con Mussolini. Vedova dal 1931, resta a Capodimonte, dove dimora per tutto il secondo conflitto mondiale. Sono anni di grandi dolori, la morte del figli lontani, il referendum che cancella la monarchia,  la fuga del re, ma Hélène resiste e va avanti.

Dopo il 2 giugno 1946, si ritira in un albergo a Castellammare di Stabia e quando Umberto impone a tutta la famiglia di lasciare il Paese, la duchessa non si muove. “Sire”, fa sapere al re, “sono diventata italiana e resto in Italia”. L’ultimo gesto di amore per quella che ormai era la sua patria è il dono nel 1947, alla Biblioteca Nazionale di Napoli del Fondo Aosta. Hélène d’Orléans duchessa di Aosta muore a Castellammare di Stabia il 21 gennaio 1951.


Libri consultati: “101 storie di regine e principesse che non ti hanno mai raccontato”, opera di Marina Minelli.


Per ulteriori approfondimenti si consiglia: 

La Duchessa d’Aosta Elena d’Orleans

Una veduta di Castellamare… da un affresco di Villa Torlonia a Roma

Gli spunti di ricerca e la stampa d’epoca di confronto sono di Gaetano Fontana, che ringraziamo unitamente al giornalista Dario Sorrentino (per le preziose informazioni concesse) e al sig. Federico Starace (per l’indispensabile collaborazione prestata e per la gentilissima concessione delle immagini fotografiche ritratte in loco).

Sala delle Vedute di Napoli

Sala delle Vedute di Napoli

Che Castellammare fosse nota per le “Acque”, i “Cantieri” e le tantissime altre peculiarità che la rendono Città unica al mondo, non è una novità, ma che un suo suggestivo scorcio ottocentesco fosse stato esportato a Roma, come soggetto di un importante affresco, questo lo ignoravo e mi pregio di condividere con voi questa importante notizia, gentilmente segnalata dal sig. Gaetano Fontana.

 Sala delle Vedute di Napoli: Pozzano

Sala delle Vedute di Napoli: Pozzano

Per meglio lasciar inquadrare anche a voi come si sono svolti i fatti, che poi hanno dato vita a questo breve articolo informativo, trascrivo uno stralcio della lettera inviata in redazione dal collezionista Gaetano Fontana: “Caro Maurizio, alcuni anni fa lessi su un settimanale un articolo riguardante il restauro di Villa Torlonia a Roma (ex residenza del Duce), in particolare mi colpì una foto di una parete sulla quale vi era un affresco che secondo me rappresentava Pozzano. Dopo vari tentativi di andare a verificare di persona e dopo aver chiesto a molti amici di Roma, finalmente ieri Federico Starace è andato di persona a Villa Torlonia ed ha fotografato la parete in questione”.

Pozzano

Pozzano

Facente parte delle opere murali (del Casino dei Principi – Sala delle antiche vedute del Golfo di Napoli), ritratte nelle prospettive di un peristilio di stile corinzio, la “Croce di Pozzano” che domina l’ottocentesca veduta della città di Castellamare (opera attribuita al pittore e architetto Giovan Battista Caretti, anno 1832 – 1840), risulta sorprendente per i minuziosi particolari (sicuramente ripresi da una delle numerose stampe coeve, che descrivono il luogo). Senza dubbio la bellezza monumentale di questo affresco è il segno indiscutibile che Castellamare (Castellammare di Stabia) per i suoi suggestivi scorci d’epoca, era anche modello artistico di bellezza paesaggistica.

Audot Pozzano

Audot Pozzano

A noi però, risulta altrettanto sorprendente, che al 2007, in tutte le guide ufficiali (web e cartacee), riguardanti il sito di Villa Torlonia a Roma, nel descrivere questo bellissimo affresco, non si faccia cenno alcuno all’antica Pozzano o alla città di Castellammare di Stabia, e che in taluni casi ne venga addirittura riportata una erronea attribuzione (come scorcio appartenente alla città o al golfo di Salerno).
Per tale notevole mancanza, confidiamo e ci appelliamo alla sensibilità degli enti preposti (nella persona del nostro Sindaco o all’Assessorato di competenza), di prendere contatti con chi ufficialmente cura le recensioni storiche della romana Torlonia, al fine di ripristinare il giusto, facendo conoscere finalmente la reale collocazione storico-geografica di questo antico scorcio panoramico stabiese.

Per dovere di cronaca, risulta doveroso riportare in calce la cortese e-mail di risposta (pervenuta giovedì 17 luglio 2007) a firma dell’attuale Sovrintendente alle Ville Storiche di Roma, dott.ssa Alberta Campitelli, che su invito di Gaetano Fontana ha letto il presente articolo-segnalazione:

“Gentile Dottor Fontana,
La ringrazio di cuore per la Sua preziosa segnalazione e ci dispiace per l’errore nel quale siamo incorsi! Provvederemo alla prossima ristampa a correggere l’errore. Grazie anche per l’interessante articolo. Cordiali saluti. Alberta Campitelli”.

Certo che la promessa sarà mantenuta e con la chiara consapevolezza che in tal modo venga finalmente onorato il giusto e la stessa città di Castellammare, “Libero Ricercatore” ringrazia (a nome dell’intera cittadinanza stabiese) il Sovrintendente alle Ville Storiche di Roma, nella persona della dott.ssa Alberta Campitelli, per l’alta sensibilità dimostrata e per l’immediata attenzione prestata.