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Novembre

Novembre, un anno a Castellammare

Novembre, un anno a Castellammare

di Giuseppe Zingone

Affacciato alla finestra il muro dirimpetto mi appare annerito e muschiato, rugoso sembra che una grattugia lo abbia carezzato. Zampilla una estemporanea fontanella, ha trovato la strada per sfuggire i percorsi obbligati di un tubo, consumato e vecchio.
Novembre, mesto e silenzioso, mese dei morti, la vita qui è un ricciolo di sole adagiato su un ricamo di ferro battuto di un balcone.

Novembre

Novembre

A Castellammare, Novembre è vitale e arcobaleno come un Arlecchino, con i morti condivide poco, è piuttosto il mese della riconciliazione tra vita e morte, un abbraccio fraterno quasi gioioso tra chi ha perso qualcuno e chi alla propria vita ha ancora qualcosa da dare.
Due cimiteri Vecchio e Nuovo diversi tra loro come le pagine della Bibbia, ognuno di essi ha una storia e qualcosa da raccontare: il Vecchio, calmo e quieto con i suoi angeli di marmo, gli epigrammi, le sue antiche croci, invita alla riflessione attraverso il ricordo; il Nuovo un po’ freddo, copia della nostra frettolosa vita, ideato per allontanare la visione della morte e che costringe ad una innaturale e continua rievocazione del lutto. Continua a leggere

La rivolta del 3 novembre 1971 a Castellammare di Stabia

(di Raffaele Scala)

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La Villa Comunale avvolta nel fumo dei lacrimogeni esplosi durante gli scontri del 3 novembre 1971 (foto Nino Cuccurullo)

A Castellammare di Stabia, già nell’aprile 1970, vi erano state numerose proteste di disoccupati contro l’amministrazione comunale per la riduzione dei cantieri di lavoro da sei a tre mesi. Si chiedeva di avviare da subito i lavori di manutenzione delle strade e delle spiagge, per i quali erano stati stanziati centinaia di milioni. La protesta si estese contro l’ufficio di collocamento, reo di una gestione clientelare dei vari avviamenti e si lanciava addirittura l’accusa di un vero e proprio commercio, con la compravendita di questi posti, pur precari. Le proteste, puntuali, ripresero nei primi giorni d’aprile del 1971 ed erano sfociate nell’occupazione del comune, nella mattinata di giovedì otto, reclamando l’immediata apertura dei cantieri scuola. Nel pomeriggio i disoccupati ricevevano la solidarietà della Cgil e della Cisl, giunti in delegazione al comune, chiedendo un urgente incontro al sindaco Vincenzo Dattilo, subentrato all’ottava amministrazione D’Orsi, caduta il 26 ottobre 1970. Una nuova fiammata si ebbe il 14 e il 15 luglio, con un’altra occupazione dei locali del comune da parte dei disoccupati, reclamanti con sempre maggiore forza il lavoro. La situazione nella Città delle Acque era esplosiva, si registravano 4.400 disoccupati iscritti al Collocamento e i 15mila emigranti dell’ultimo decennio avevano alleggerito soltanto di poco la situazione. Continua a leggere