La Cattedrale si fa bella.
08-10-2020 a cura di Corrado Di Martino
Dopo l’inaugurazione del Presepe Stabile Stabiano, dello scorso dicembre, ci prepariamo ad un altro avvenimento molto importante per la città: – il restauro dell’organo polifonico della Concattedrale di SS. aria Assunta e San Catello. In attesa di comunicarvi date e programmi dell’evento, vi invitiamo a leggere le poche note sull’organo della Cattedrale stabiese.
Catello Parisi nel 1842, scriveva: – un organo vi si attende alla magnificenza della città. – Il riferimento era all’attesa della Curia e della Città, per il ricevimento dell’organo della Cattedrale da parte del maestro organaro D. Quirino Gennoni.
Organo polifonico – Chiesa di SS. Maria Assunta e San Catello. Foto Vincenzo Cesarano
Il Consiglio Comunale Decurionale, aveva affidato nel 1839 a Quirico Gennoni l’incarico di costruire un organo a canne che prendesse il ruolo di primo piano nella musica sacra e nella liturgia .
Quirino Gennoni, alto esponente di una eccellente istituzione musicale dell’epoca, diede gran mostra della sua innegabile professionalità.
Il Vescovo in carica Mons. Angelo Maria Scanzano , riuscì a soddisfare le spese per la costruzione dello strumento musicale, operando la vendita per 500 ducati di due campane appartenenti alla chiesa di San Francesco situata in piazza Municipio, ormai demolita; a cui si aggiunsero altri 200 ducati dalle opere di bene dell’Ente Cappella del Santissimo.
Per dare la giusta sede al nuovo organo, su progetto dell’architetto D. Ottavio d’Alaja si eseguirono lavori di ampliamento della Cantoria , che è quella attuale sita nella chiesa di SS. Maria Assunta.
Questa volta anche il Comune contribuì alle spese 200 ducati, oltre ai 160 elargiti dal Vescovado.
Nella prima metà del secolo scorso, don Raffaele Vanacore, raccolte offerte di carità, riuscì ad aggiungere altri strumenti e registri all’organo della Cattedrale, divenuto così un pezzo unico ed esclusivo. Parteciparono all’inaugurazione dell’organo polifonico l’Arcivescovo di Napoli S. E. Cardinale Ascalesi e il Vescovo S.E. Rev.ma Mons. Pasquale Ragosta. Oggi lo strumento mai più soggetto di restauro si presenta in uno stato di totale abbandono ed in pessimo stato di conservazione. Purtroppo almeno da due decenni l’organo è completamente muto. collocato sopra un’ampia cantoria lignea, sovrastante la porta dell’ingresso principale, è racchiuso in una cassa armonica di grandi dimensioni per ospitare tutti i numerosi componenti necessari al funzionamento di un organo con due manuali e pedaliera per n° 18 registri di cui n° 3 ai ‘Pedali’. La cassa dorata è riccamente adornata ed intagliata e presenta una sola finestra centrale ad arco con due ordini di canne di facciata disposte su due file parallele. Le canne di facciata sono in zinco e purtroppo tutte presentano tracce, più o meno evidenti, di corrosione dovuta al cosiddetto ‘ cancro dello stagno ‘. Sono molto palesi le tracce di infiltrazioni d’acqua sia dalla parete posteriore che dal soffitto, come testimoniano molte chiazze che hanno scolorito alcune canne del ‘pedale’ e corroso molte assi di chiusura della cassa armonica nella parte posteriore. valvole in pelle che non eccitate per così lunghi anni, sono sicuramente da sostituire. I somieri, sono attaccati, in modo indubitabile da parassiti xilofagi . Tuttavia, nonostante il pessimo stato di conservazione dello strumento, non è impedito un restauro, che allo stato attuale invita all’ottimismo, garantendo il ritorno alla piena funzionalità nel pieno rispetto delle caratteristiche costruttive originarie