Ottobre, un anno a Castellammare
di Giuseppe Zingone
Ottobre di faccia o di profilo sempre uguale, cupo, serio, dispotico, tra l’altro ti ho visto mentre scacciavi quel caldo, tenero e democratico venticello che soffiava sul tuo grigiore, l’hai rinchiuso con veemenza in un anfratto tra il Faito e il mare. Ah…. Dittatore! T’intrufoli nelle case della gente, porti scompiglio, agiti le tende e ascolti i sussurri degli innamorati. Ottobre con la tua aria nervosa e agitata, nei ricordi della terra che trema e di edifici fragili caduti al suolo tra nubi di polvere. Ti ho seguito, l’ammetto! Ma solo per farti dispetto e vederti arrossire, quando giù per via Viviani, hai sostato davanti ad un portoncino di ferro; era la sagrestia della Parrocchia della Pace e sei entrato, tuttavia qui non hai potere, questo luogo è sacro, appartiene alla fede, né gli spiriti delle monache né la tracotante vegetazione che penetra le pietre, ti hanno dato udienza, oggi è il 16 Ottobre è San Gerardo.