articolo del dott. Raffaele Scala
Castellammare di Stabia nei giorni della Resistenza e dell’orrore nazifascista
1 – settembre – 1 ottobre 1943
Premessa – Napoli si appresta a festeggiare gli 80 anni dalle gloriose Quattro Giornate che consentirono al capoluogo campano di essere la prima città europea a liberarsi dall’occupazione nazifascista senza l’intervento delle Forze Armate Alleate. Un fatto ancora più incredibile se si pensa che a farlo, a prendere le armi furono soltanto alcune centinaia di semplici cittadini, civili, uomini, donne, addirittura ragazzi, alcuni poco più che bambini, senza nessuna regia, nessuna organizzazione alle spalle. Tra loro molti militanti antifascisti, alcuni dei quali avevano pagato con il confino politico e il carcere la loro dissidenza durante il regime. Tra i partecipanti agli scontri armati non mancheranno alcuni stabiesi, come Ciro Verbale (1898 – 1960), Catello Bruno (1899 – 1971), riconosciuti Partigiani Combattenti e Catello D’Auria (1902 – ?), anche se la sua domanda sarà respinta dalla Commissione. Caduto per la Liberazione sarà invece Alfredo Mauriello (1903 – 1943), figlio di Angelo e di Luisa Violetta, gravemente ferito il 28 settembre e successivamente deceduto in ospedale. Altri, pur partecipando non furono riconosciuti per carenza di documentazione.
Quanto accaduto fu un fatto senza precedenti, o forse si, ma bisognerebbe andare indietro nel tempo di diversi secoli, ad altre gloriose giornate, quelle di Masaniello del luglio 1647, ai dieci giorni che fecero tremare un Regno intero, o se vogliamo, forse più attinente, ai giorni della Repubblica Napoletana del gennaio 1799. Certo, scenari storici e motivazioni completamente diverse e sicuramente paragoni azzardati, ma serviva giusto per dare un idea di cosa è capace il popolo napoletano, forse uno dei più tolleranti del pianeta, quando viene portato alla esasperazione.
Ma non è di questo che vogliamo parlare. Noi vogliamo soffermarci su altre giornate che vennero ancora prima di quelle, ormai leggendarie, vissute a Napoli tra il 27 e il 30 settembre 1943. Intendiamo quelle meno famose, meno clamorose e sicuramente più sfortunate che interessarono Castellammare di Stabia, dove un manipolo di operai e pochi altri militari dell’Esercito e della Marina italiana provarono a salvare l’onore del Paese e a difendere la Città delle Acque e le sue industrie dalla furia nazista e dal suo complice, un fascismo locale ormai in disarmo e per questo ancora più pericoloso. Dal primo al 29 settembre 1943, Castellammare di Stabia, la futura Stalingrado del Sud, fu teatro di manifestazioni contro la guerra, di frenetici assalti a mulini e pastifici, incuranti del pericolo, di scontri armati, di una vera e propria guerriglia urbana che provocò morti, feriti, feroci rappresaglie, deportazioni di massa, fucilazioni, veri e propri assassinii, atti di puro eroismo, fino al sacrificio supremo della propria vita.
Questa è la storia di quei giorni della Città Medaglia d’Oro al Valor Civile. Continua a leggere