(di Enzo Cesarano)
L’amico Gigi Nocera diceva che sono un tormentato democristiano e un nostalgico comunista, perché cresciuto nel periodo più tragico di quella che è stata chiamata la Guerra fredda.
Castellammare di Stabia, la famiglia, la vita quotidiana… ogni cosa appariva esattamente spaccata a metà. Blocco orientale contro Blocco occidentale, Unione sovietica contro Stati Uniti d’America, Partito Comunista Italiano contro Democrazia Cristiana.
La situazione era così ingarbugliata che gli stabiesi si contendevano perfino San Catello. Gli operai comunisti del Cantiere navale per non dare soddisfazione al Vescovo democristiano e, al contempo, non fare torto al Santo Patrono inventarono addirittura la leggenda che Catello era stato il primo operaio della fabbrica e solo per questo motivo ogni volta che usciva in processione dalla Cattedrale andava a salutarli. Per non far mancare niente al “compagno santo” tutte le maestranze partecipavano ad una sontuosa colletta… la qual cosa metteva a tacere anche i più scettici circa quelle manifestazioni d’affetto non certo cattoliche.
Anche in famiglia le cose erano parecchio confuse. Dal lato paterno erano tutti ferventi comunisti, uno zio era stato per anni perseguitato dai fascisti prima e dai governi repubblicani dopo. I nonni materni invece erano fanatici democristiani, la nonna, in particolare, da piccola era stata indottrinata alla “difesa della croce” ed era solita dire una preghiera anche quando passava davanti alla sede della DC che si trovava a Piazza “Vescovato”. Continua a leggere