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Il Presepe del Duomo di Castellammare

di Massimiliano Greco

Il Presepe, rappresenta l’attimo in cui la storia umana ebbe a cambiare. Il Presepe, è il Vangelo, noto in ogni angolo del mondo: folklore, devozione, tradizione e famiglia si fondono nel crogiuolo melodico delle zampogne. Tempo è trascorso dal 24 dicembre del 1223, quando Frate Francesco (e il fido Frate Leone), ebbero una dispensa da Onorio III° per poter onorare il Natale in modo memorabile.

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Antonio Greco ( Maestro presepista )

( a cura di Enzo Cesarano )

Antonio Greco

Antonio Greco

Da sempre sono esistite persone che non sono diventate ricche e famose nonostante la loro bravura, ma importanti per i propri concittadini. Questo è il caso di don Antonio Greco maestro del presepe ed artista a tutto tondo. Le sue creazioni iniziavano dal nulla, dapprima modellava sapientemente i pastori con la creta, poi passando alla colorazione dei visi, delle mani e dei piedi, finiva con la vestitura, realizzata dalla moglie, la signora Clizia, che lo faceva adoperando i canoni del presepe napoletano del ‘700. Greco ha avuto intuizione e originalità anche nella  realizzazione finale della scenografia, nella quale collocava le sue creazioni, che lo hanno reso nel mondo dei presepi, una figura autorevole e di spicco. Continua a leggere

Post fata Resurgo ( l’amara utopia )

 Carissimo Maurizio, scrivo per portare a conoscenza degli affezionati lettori di Libero Ricercatore, della protesta di don Ciro Esposito, parroco della Concattedrale di Castellammare di Stabia, il quale in questi giorni si è lamentato e ha protestato a mezzo stampa e televisione della mancanza d’attenzione da parte del Comune per il presepe che ogni anno viene allestito nel nostro duomo.

pastori

Una scena del Monumentale Presepe di Castellammare di Stabia

In poche parole don Ciro non chiede soldi o sussidi, ma solo attenzione per vedere inserito, e a giusta ragione, nel cartellone dei cosiddetti “eventi natalizi” anche la visita al presepe settecentesco, che purtroppo non è preso per nulla in considerazione, nonostante ci sia una sua richiesta indirizzata alle Autorità Comunali, che giace inascoltata ormai da due anni.
Mi sono tornati alla mente i pastori del duomo a grandezza naturale, vere e proprie opere d’arte, unici per stile e fattezza, da poco restaurati e patrimonio della Comunità stabiese.
Un parroco, in qualità di cittadino di Stabia, chiede solo attenzione per un qualcosa che dovrebbe essere normale: visitare il presepe della Cattedrale e comprenderne l’importanza storico/religiosa dovrebbe essere una priorità innanzitutto per il primo cittadino e poi per la stessa cittadinanza.
Oggi la protesta di don Ciro, purtroppo, si mescola fra incuria dell’Amministrazione e disinteresse degli stessi stabiesi, una miscela estremamente pericolosa che porterà alla sicura distruzione delle rimanenti nostre ricchezze, che secondo il mio personale parere, rimangono le uniche risorse buone che possono farci dire ancora: “Post fata resurgo”.
Cosa dire? Io so solo che don Ciro non riceve attenzione nonostante si trovi a pochi metri dal Comune, e che lo stesso assurdo trattamento è rivolto alla Reggia di Quisisana, agli Scavi di Stabiae e all’arenile stabiese, priorità anch’esse trascurate/ignorate da questa Amministrazione. E allora mi chiedo: Cosa si può fare? Nello sconforto più profondo e completo, propongo ai vertici della nostra Amministrazione, di istituire anche un Assessorato all’Utopia, una nuova figura, dove tutte le richieste saranno ascoltate e, con un po’ di fantasia, forse anche soddisfatte.
E in questo quadro desolante, partendo proprio dalla più amara utopia… vi abbraccio ed invio un caro saluto a te e a tutti i frequentatori di liberoricercatore.

Enzo Cesarano

Don Antonio Esposito

( a cura di Massimiliano Greco )

don Antonio Esposito

don Antonio Esposito

Lo scorso Natale ho avuto un regalo particolarmente gradito da Enzo Cesarano, un articolo in ricordo di mio padre pubblicato su liberoricercatore.
Belle parole che hanno commosso me ed i miei famigliari; vedere mio padre nella sezione degli stabiesi illustri, mi ha riempito di orgoglio. Ho salvato la pagina tra i preferiti e non ti nascondo che ogni tanto vado a rileggermi l’articolo.
Castellammare ha una grande tradizione presepistica, ha ed ha avuto grandi artisti. Alcuni ancora viventi fortunatamente, mi vengono in mente don Ciccio Acanfora ed Ulderico Meledandri, altri purtroppo deceduti.
Tutti meritevoli di essere ricordati e non solo per le qualità artistiche. Purtroppo le informazioni che ho sono alquanto scarne, posso solo fare ricorso a vecchi ricordi d’infanzia, quando però gli interessi erano rivolti da tutt’altra parte.
Giusto un accenno sui cataloghi delle mostre di arte presepiale che da tre anni l’Associazione Stabiese dell’Arte e del Presepe propone ma nulla di più. Tra gli artisti del passato, mi piace ricordare la figura di don Antonio Esposito, vero mago della miniatura. Era amico di mio padre, entrambi soci dell’Associazione Italiana Amici del Presepe, don Antonio lo era da 1956. Ho impresso nella mente un’immagine vecchia più di trent’anni; lo ricordo magro, abito talare, basco ed una grossa sciarpa nera al collo, intento a contemplare i pastori ed i presepi che mio padre custodiva gelosamente nelle sue vetrine.
Cercando tra documenti e riviste, ho trovato un articolo del prof. Angelo Stefanucci pubblicato sul numero 86 di giugno 1976 de “Il Presepio”, rivista dell’ A.I.A.P., che rende perfettamente idea del livello artistico e delle mirabilie di cui era capace don Antonio. Continua a leggere