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Il Quarto Stato (opera di Giuseppe Pellizza - anno 1901)

Il 1° Maggio a Castellammare di Stabia dalle origini al dopoguerra

Il 1° Maggio a Castellammare di Stabia dalle origini al dopoguerra

articolo del dott. Raffaele Scala

Il principio delle tre otto prevede
che otto ore siano destinate al lavoro,
otto ore alla svago e all’istruzione
e otto ore al sonno.

Il Quarto Stato (opera di Giuseppe Pellizza - anno 1901)

Il Quarto Stato (opera di Giuseppe Pellizza – anno 1901)

PREMESSA:

Quelli che seguono sono semplici appunti di un lavoro appena abbozzato, stralci rubati alle numerose ricerche effettuate negli anni, un puzzle composto alla meno peggio, ma sentivo la necessità di pubblicare qualcosa sulla Festa del I maggio, di dare un senso, al tempo del corona virus, a questa giornata un tempo così importante e ormai declassata a giorno di riposo, da trascorrere chiusi in casa, magari ad ascoltare musica, ovviamente leggera, scacciapensieri. Così in fretta e furia ho provato a mettere insieme i primi maggio vissuti in una Città ex industriale, antica roccaforte rossa al punto da essere definita la Stalingrado del sud. Dai primordi al 1948. Ho provato poi a chiudere questa breve panoramica con delle riflessioni a caldo, non bene ponderate. Ho deciso di lasciarle così, in attesa di una seconda, magari terza stesura che il tempo, la voglia e lo studio mi consentiranno di meglio definire. Perciò chiedo venia delle eventuali inesattezze, imprecisioni e perfino di alcuni acidi commenti ai quali mi sono dedicato in chiusura di questa mia breve panoramica.


La giornata internazionale per la riduzione dell’orario di lavoro

Il I maggio, quella che oggi conosciamo come festa dei lavoratori, nasce in realtà come giornata di mobilitazione per la conquista delle otto ore lavorative in un tempo in cui si era costretti a lavorare almeno 12/14 ore al giorno, con punte di sedici, per sei giorni alla settimana e spesso impiegati  anche la mattinata della domenica per la manutenzione degli impianti. Erano tempi in cui i diritti degli operai erano prossimi allo zero e perfino scioperare era considerato un reato da una legge matrigna che riconosceva esclusivamente i diritti dei padroni. Continua a leggere

Memorie e Speranze

Primo Maggio a Stabia: Memorie e Speranze

Immagini, parole, note…

Primo Maggio a Stabia

ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia), Città Viva e Libero Ricercatore

All’interno della galleria della Stazione delle Ferrovie dello Stato di Castellammare di Stabia in Piazza Matteotti  dalle ore 10,00 del 30 aprile e fino alle ore 21,00 del Primo Maggio

hanno esposto una mostra iconografica che ripercorreva la storia delle donne, degli uomini, delle aziende e del lavoro sotto tutte le forme intese, che fecero fiorire la nostra Città.

Esortazione ed invito ad Amministratori e Cittadini per ridare dignità ad un luogo che ha ancora tanto da dare. Di seguito il breve reportage

L’evento fu animato da artisti estemporanei stabiesi, tutti i giorni di mostra

dalle ore 11,30 alle 12,30 e dalle 19,00 alle 20,00

La rivolta del 3 novembre 1971 a Castellammare di Stabia

(di Raffaele Scala)

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La Villa Comunale avvolta nel fumo dei lacrimogeni esplosi durante gli scontri del 3 novembre 1971 (foto Nino Cuccurullo)

A Castellammare di Stabia, già nell’aprile 1970, vi erano state numerose proteste di disoccupati contro l’amministrazione comunale per la riduzione dei cantieri di lavoro da sei a tre mesi. Si chiedeva di avviare da subito i lavori di manutenzione delle strade e delle spiagge, per i quali erano stati stanziati centinaia di milioni. La protesta si estese contro l’ufficio di collocamento, reo di una gestione clientelare dei vari avviamenti e si lanciava addirittura l’accusa di un vero e proprio commercio, con la compravendita di questi posti, pur precari. Le proteste, puntuali, ripresero nei primi giorni d’aprile del 1971 ed erano sfociate nell’occupazione del comune, nella mattinata di giovedì otto, reclamando l’immediata apertura dei cantieri scuola. Nel pomeriggio i disoccupati ricevevano la solidarietà della Cgil e della Cisl, giunti in delegazione al comune, chiedendo un urgente incontro al sindaco Vincenzo Dattilo, subentrato all’ottava amministrazione D’Orsi, caduta il 26 ottobre 1970. Una nuova fiammata si ebbe il 14 e il 15 luglio, con un’altra occupazione dei locali del comune da parte dei disoccupati, reclamanti con sempre maggiore forza il lavoro. La situazione nella Città delle Acque era esplosiva, si registravano 4.400 disoccupati iscritti al Collocamento e i 15mila emigranti dell’ultimo decennio avevano alleggerito soltanto di poco la situazione. Continua a leggere