Archivi tag: racconti stabiesi

Ll’urdemo craparo

di Maurizio Cuomo

Domenica, 24 luglio 2016, Giuseppe Di Martino, ha salutato per l’ultima volta l’amena collina di Madonna della Libera, in cui viveva. Nativo di Pimonte, ma cresciuto e vissuto da sempre a Castellammare di Stabia, “Peppe ‘o craparo” (questo l’appellativo con il quale veniva soprannominato), era dedito alla pastorizia caprina, una delle forme più antiche di allevamento praticata a gregge. Un lavoro duro, fatto di sacrifici, quello del pastore che aveva reso Peppe un vero e proprio personaggio del posto.

Peppe 'o Craparo (foto Maurizio Cuomo)

Peppe ‘o Craparo (foto Maurizio Cuomo)

La triste notizia della morte di Peppe, dataci dal naturalista Ferdinando Fontanella, suo caro amico, turba e non poco, i componenti del nostro gruppo escursionistico che si erano letteralmente abituati alla presenza di questo bravissimo uomo e del suo gregge di capre tra i monti stabiani. Sovente, infatti, lo incontravamo allo “Scurorillo”, alla Vena del Brigante, sul sentiero per Capo d’Acqua e ogni qualvolta, in punta di piedi, “invadevamo” il suo territorio per qualche nostra ricerca. Con lui eravamo soliti scambiare quattro chiacchiere… amavamo intavolare argomentazioni semplici sul quotidiano vivere. Se dovessi definire Peppe con un aggettivo, infatti, utilizzerei  proprio il termine “semplice” (come la sua persona).  Continua a leggere

Titina Valanzano

Triste canto

Triste canto
di Titina Valanzano

Premessa del figlio
Caro Maurizio, fai conoscere gli scritti come meglio credi. Mamma è contenta così. Oggi ha 92 anni passati ed è una libera ricercatrice. Il formato è stato scelto per farlo viaggiare su Internet ma, tu lo puoi modificare a tuo piacimento…
Se fossi a C/mare, lavorerei per te. Faccio gli auguri a te ed a tutti gli amici di Libero Ricercatore. Con affetto, Silvestro Migliorini (www.silvestromigliorini.it)

Introduzione e brevi note sull’autrice

Titina Valanzano

Titina Valanzano

Continua a leggere

E Dio creò Castellammare

a cura di Gaetano Fontana

Mia nonna Bianca che ha 97 anni in periodo di elezioni mi raccontava sempre un storiella tipicamente stabiese.

Dio crea lo stabiese

E Dio creò lo stabiese (fotomontaggio G. Plaitano)

Un giorno il Padreterno decise di creare Castellammare e chiamò San Pietro per farsi aiutare.

Padreterno: Dobbiamo metterla in un luogo dove ci sia un clima mite e temperato tutto l’anno.
San Pietro: Va bene.
Padreterno: Diamogli le terme con 28 sorgenti.
San Pietro: Va bene. Ma non esageriamo.
Padreterno: Non ti preoccupare. Mettiamoci una montagna che sia facilmente raggiungibile e chiamiamola Faito.
San Pietro: Va bene. Basta così?
Padreterno: Non ti preoccupare. Diamogli un mare pulito e pescoso.
San Pietro: Va bene, ma non ti sembra che possa andare bene così?
Padreterno (impassibile): Non ti preoccupare. Diamogli una campagna fertile da coltivare.
San Pietro: Va bene. Fai tu, ma a me sembra troppo. Continua a leggere

L'album dei ricordi

L’Album dei ricordi

L’Album dei ricordi
di Nello Lascialfari

Introduzione e brevi note sull’autore
In questa pagina ospitiamo un secondo scritto di Nello Lascialfari (stabiese verace attualmente in pensione, amante: del jogging mattutino, della cultura locale e della poesia partenopea). L’appassionato autore stabiese (immergendosi nei ricordi), ripercorre e delinea mentalmente i suoi trascorsi vissuti, proponendo in questo secondo monologo l’Album dei suoi ricordi (ovvero, un ulteriore emozionante “tuffo nel passato” alla riscoperta della vera Castellammare di Stabia).

L’Album dei ricordi

L'album dei ricordi

L’album dei ricordi, immagine tratta dal web

È facile parlare dei nostri ricordi, in realtà non si fa altro che la cronaca della propria vita, molte volte questo raccontare è stimolato da qualcuno che ti ascolta con interesse, e magari vuol sapere di un passato a lui sconosciuto, o ancora, da qualche altro che è stato testimone di ciò che racconti, però cerca delle conferme ai suoi ricordi un po’ sbiaditi dal tempo e, spesso finisce con l’arricchire il tuo racconto, con episodi e personaggi che davanti ai tuoi occhi erano passati inosservati. Tutto questo ti porta a scavare nei meandri della tua memoria per ricordare sempre di più, si mette in moto uno strano meccanismo ed il passato diventa un film in cui i personaggi si susseguono velocemente e talvolta si sovrappongono l’uno all’altro stravolgendo l’ordine di apparizione, e a mano a mano che ti tuffi nei tuoi ricordi, hai l’impressione di rivivere quei momenti, di rivedere quei personaggi, di sentire quei profumi e quelle voci di una volta, le voci dei venditori ambulanti, ‘e tantu tiempo fa, chelli vvoce ca trasevene dint’‘e ccase, pure cu ‘e feneste ‘nchiuse! Comme erano belle!… Ve la ricordate a:

Masinella, cu’ chella piezz’‘e caurara… accumminciava primma cu ‘e fave, po’ quanno veneva ‘a staggione venneve ‘e spighe, e a settembre già era pronta cu ‘e primme castagne.
‘A Rossa ‘e copp’‘a Caperrina c’‘a riffa : “Ue chi me vo’, chi ‘a vo’ ‘na bella diecimila lire, jammo, poc’‘ati nummere!”.
Meniello ‘e miez’‘a Pace: “‘O ciardino, ‘a fava fresca, ‘e ffave freeesche!”.
‘Ndulino ‘o pezzaro: “M’accatto ‘e lume viecchie, ‘a ramma vecchia!”. Andrea Caccaviello, ‘o giurnalaio ‘e vicino ‘a Funtana ‘e San Giacumo, c’aspettava cu’ ‘nu fascio ‘e giurnale ‘mbraccio, ‘mmiez’‘a Caperrina, ll’operaie ca jeveno ‘a faticà’: “‘O Roma, ‘o Matino!”.
‘O Vuttariello cu’‘o megafeno ca deva ‘a voce d’‘a frutta: “È chella d’‘a massaria ‘e Puzzano, ih che perzeche signò’!”. Continua a leggere

Castellammare di Stabia, stabilimenti balneari, collezione Giuseppe Zingone

Ricordi

Ricordi
di Clara Renzo

Era di maggio quando noi bambini vedevamo, dal lungomare Garibaldi, gli operai che cominciavano a piantare le palafitte nella sabbia. Solo allora sapevamo che era tornata l’estate. Altri pochi giorni di scuola e poi sarebbero cominciate le vacanze che, a quei tempi, duravano fino al 30 settembre (la scuola cominciava il 1 ottobre).
Con la mia famiglia abitavo allora alla Via 1° De Turris. Tutte le mattine mia madre ci dava 200 lire ed io e mio fratello ci avviavamo tenendoci per mano. Passavamo sotto l’Arco di San Catello. Bastava attraversare e già vedevamo il mare. Al Lido Moderno si pagava 100 lire, alla Limpida 50. Noi andavamo al Moderno. Mia madre arrivava dopo poco con i panini e l’acqua. Avevamo fatto amicizia con i figli dei forestieri e, mentre mia madre giocava a carte con i genitori, mio fratello ed io, insegnavamo a nuotare ai figli. Per lo più i forestieri venivano dai paesi dell’entroterra campano e dunque non sapevano nuotare. Ricordo che, negli anni ’50, il bikini era proibito.

Castellammare di Stabia, stabilimenti balneari, collezione Giuseppe Zingone

Castellammare di Stabia, stabilimenti balneari, collezione Giuseppe Zingone

Al Moderno veniva anche la miss Stabia di quell’anno (il ’55), che abitava proprio sul lungomare in quel bel palazzo rosso pompeiano, categoricamente in bikini. Ma portava il cambio e, quando arrivavano i carabinieri, correva in cabina a cambiarsi.
Verso agosto, quando i nostri amichetti villeggianti erano ormai esperti di nuoto, prima che tornassero ai loro soffocanti paesi, dovevano superare la grande prova: attraversare con noi, le prime pinnole, le seconde pinnole e le terze pinnole che erano delle secche che permettevano di riposarsi lungo il viaggio verso il molo. Che incoscienza! Continua a leggere