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Mario Buonsollazzi in arte Solatium

Mario Buonsollazzi in arte Solatium

di Giuseppe Zingone

I pittori stabiesi Gaeta e Filosa, immagine tratta da Michele Palumbo

Mario Buonsollazzi, nasce a Napoli (secondo la maggior parte dei documenti) nel 1859 e qui muore il 19 Dicembre del 1933. La sua grande attività di caricaturista non è frutto di studi, in quanto come leggeremo si è formato da autodidatta, rifiutando di frequentare l’Istituto di Belle Arti di Napoli. I suoi soggetti preferiti (le sue vittime): tutta la classe politica e la buona società napoletana di fine Ottocento ed inizi Novecento. E proprio in questo contesto culturale e soprattutto nelle parentesi estive che Mario Buonsollazzi si sposta a Castellammare di Stabia con la sua arma preferita: la matita. Continua a leggere

Fig. 5

Lo Stabias Hall

Lo Stabias Hall

di Lino Di Capua & Gelda Vollono

articolo del 13/10/2012


Lo Stabias hall

Lo Stabias hall

E’ fuori dubbio che l’Ottocento è stato il secolo d’oro per Castellammare di Stabia: l’ingrandimento e l’abbellimento, iniziati per volontà di Ferdinando IV già sul finire del settecento, continuati poi da tutti i discendenti di casa Borbone e prolungatisi ben oltre l’Unità d’Italia, fecero sì che la nostra città divenisse una delle mete a la page per tantissimi intellettuali, artisti, nobildonne e nobiluomini politici, ma anche per professionisti e gente comune nazionali e internazionali. Questi, sempre più numerosi, sceglievano la nostra città per trascorrervi le vacanze, attirati dalla bellezza dei luoghi, dall’incanto del mare, dalle innumerevoli fonti di acqua salubre, dall’atmosfera serena e festosa dei caffè e dai tanti eventi, tra cui le serate danzanti nei numerosi ed eleganti alberghi e gli spettacoli teatrali, che con frequenza allietavano il loro soggiorno. Castellammare di conseguenza ad ogni estate assumeva sempre più un tono decisamente mitteleuropeo: i frequenti collegamenti ferroviari e le linee di navigazione, che vi facevano scalo, la collocavano tra le località di villeggiatura più facilmente raggiungibili; per di più la nobiltà partenopea vi risiedeva stabilmente da quando, dopo l’Unità d’Italia, Napoli non era più capitale del regno, e la ricca borghesia vi affluiva sempre più numerosa. Bisognava pertanto offrire nuove occasioni di svago perché il soggiorno potesse competere con le migliori stazioni di villeggiatura italiane ed europee. Ecco come viene descritta la nostra città da Nicola Lazzaro(1) durante la stagione estiva del 1880: Continua a leggere