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La Villa Comunale

Gli anni ’30 a Castellammare
( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )

Caro Maurizio, quando una persona invecchia, e per ragioni diciamo… naturali non ha più gli amici di un tempo, si rifugia in famiglia e nei ricordi. Ogni fatto, ogni cosa attuale lo riportano al tempo che fu. Capita naturalmente anche a me. Questa volta è successo mentre rileggevo “‘A Villa Comunale”, una bellissima poesia del grande Eduardo.

'A Villa Comunale (poesia di Eduardo)

‘A Villa Comunale (poesia di Eduardo)

L’incanto di questi versi mi hanno riportato indietro negli anni, quando ero ragazzino. Quando, se c’era una festa, nei viali della nostra bella villa si schieravano numerose bancarelle, addobbate con lampadine colorate e festoni multicolori anch’essi. Il frastuono di trombette e trombettelle, il vocio e i richiami dei genitori che raccomandavano ai loro scugnizzielli di non allontanarsi troppo per non perdersi tra la folla. Continua a leggere

Nomi dialettali stabiesi

( a cura di Maurizio Cuomo )

Elenchiamo a seguire una breve lista di nomi propri, con i relativi vezzeggiativi in uso a Castellammare. Solitamente attribuiti in tenera età, questi vezzeggiativi, danno luogo a delle vere e proprie alterazioni dialettali, che accompagnano la persona fino alla vecchiaia. Un esempio su tutti: mio zio Francesco, buon’anima, appellato sin da piccolo con il nome di “Ciccillo”, quando venne a mancare (alla veneranda età di ottant’anni), per gli amici e la famiglia era “Ciccillo”.

nomi dialettali stabiesi

nomi dialettali stabiesi

Adele: Tèlina

Addolorata: Dulurata – Duluratina

Agnese: Sisina – Sisinella

Agostino: Austino – Austiniello Continua a leggere

Cronotassi dei vescovi della diocesi stabiese

a cura di Enzo Cesarano

CRONOTASSI DEI VESCOVI DELLA DIOCESI STABIESE

CRONOTASSI DEI VESCOVI DELLA DIOCESI STABIESE

 

1- Orso 499
2- S. Catello VI Secolo
3- Lorenzo 599 – 612
4- Lubentino 649
5- Gregorio I 1085
6- Gregorio II 1110
7- Sergio I 1120
8- Giovanni I 1141 – 1144
9- Palmerio 1198 – 1245
10- Giovanni II 1252 – 1283
11- Teobaldo 1283 – 1295
12- Pietro 1295 – 1327
13- Landolfo Caracciolo 1327 – 1331
14- Matteo d’Alagno 1331 – 1360
15- Paolo de Aliano 1362 – 1370
16- Mariano del Giudice 1370 – 1373
17- Ugone de Terressonio 1373 – 1384
18- Giuliano 1384 – 1388
19- Gentile de Fusco 1392
20- Antonio Arcomanno 1392 – 1399
21- Giacomo Gallucio 1399 – 1420
22- Ludovico Certa 1421 – 1447
23- Nicola Anfora 1447 – 1496
24- Antonio Flores 1496 – 1504
25- Pietro Flores 1504 – 1537
26- Giovanni Fonseca 1537 – 1559
27- Antonio Lauro 1562 – 1577
28- Ludovico Maiorano 1581 – 1590
29- Giovanni Mir 1591 – 1596
30- Vittorino Manso 1599 – 1600
31- Girolamo Bernardo de Quiros 1601 – 1604
32- Ippolito Riva 1605 – 1621
33- Annibale Mascambruno 1627 – 1644

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Umberto Cesino (le pitture)

Vicolo sul mare al c.so De Gasperi (Umberto Cesino)

Vicolo sul mare al c.so De Gasperi (Umberto Cesino)

Umberto Cesino, figlio di Giuseppe, pittore di ispirazione impressionista, è nato a Castellammare di Stabia nel 1951.
Pittore, scultore, fotografo, grafico. Tra le opere di maggior rilievo vi è la scultura in bronzo per il monumento all’Emigrante, sita all’ingresso del centro abitato San Mango sul Calore, in provincia di Avellino.
E’ autore del busto in bronzo del Rev.mo Don Ciro Donnarumma, fondatore della Chiesa di San Marco, scoperto il 5 luglio 2009 in occasione del 50° della fondazione e sito nel piazzale della stessa.
Espone alla Galleria La Pergola di Firenze, alle Gallerie Consorti e Rosso Cinabro di Roma. La sua opera pittorica va dalla figura al paesaggio, tecniche usate: acrilico, tempera, olio, tecnica mista. Ha eseguito pitture parietali a trompe l’oeil in locali pubblici ed abitazioni private, fra cui una composizione nella Sala Consiliare del Municipio di Boscotrecase, in provincia di Napoli. Sue opere si trovano in diverse collezioni private. Tra le opere di grafica più significative vi sono le tavole delle ricostruzioni dei monumenti archeologici di Pompei, Ercolano, Capri e Sorrento, realizzate in collaborazione col figlio Giuseppe e pubblicate su pellicola trasparente nel volume “ Pompei ” dell’Editore d’Oriano. Una grande tela raffigurante “Il Ritorno di San Catello” è esposta nel Duomo di Castellammare di Stabia (NA).

A seguire mettiamo in galleria parte delle sue opere:

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Raffaele Gaeta, un socialista stabiese del primo ‘900

articolo di Raffaele Scala

Tessera Partito Socialista (anno 1944)

Tessera Partito Socialista (anno 1944)

Il 26 febbraio del 1944 nella sua casa napoletana di Piazza Bracco, al civico 1, muore a 83 anni, l’avvocato Raffaele Gaeta, uno dei primi e più battaglieri socialisti presenti a Castellammare tra la fine dell’Ottocento e inizio Novecento. L’Avanti!, il glorioso giornale socialista tornato in edicola soltanto alcuni mesi prima, dopo la cacciata dei tedeschi da Napoli e l’entrata degli Alleati il 1 ottobre 1943, non dedica un solo rigo alla sua scomparsa, eppure il direttore, Nino Gaeta, è suo figlio, uno dei protagonisti della rinascita del PSI nell’Italia liberata dall’oppressione nazi fascista. Lo stesso Raffaele era stato, nei primi anni del ‘900, un valente corrispondente dell’organo socialista e al Partito aveva dedicato i migliori anni della sua giovinezza, provando, con passione, energia e notevoli sacrifici a far maturare una sonnolenta classe operaia, imbrigliata e addomesticata da un contesto sociale soffocato dall’opprimente, ramificata presenza della chiesa con i suoi trenta edifici religiosi, tra chiese, cappelle, monasteri, basiliche, santuari e cattedrali, dove si muovevano centinaia di preti, suore, monaci, cappuccini, carmelitani, domenicani, francescani, gesuiti ed altri ancora, in una miscela esplosiva che lasciava poco spazio o nulla a chiunque non si riconosceva in questa religiosità così onnicomprensiva e soffocante nella vita quotidiana della popolazione stabiese, una chiesa in larga misura al servizio non dei poveri e dei bisognosi ma del potere costituito.

In un simile contesto la vita per chi aveva abbracciato una militanza come quella socialista non poteva non essere irta di ostacoli, senza tenere conto della repressione quotidiana operata dalla forza pubblica, al servizio incondizionato della borghesia, salvo rare eccezioni, sempre pronta a intervenire contro le più pacifiche manifestazioni indette dalla sinistra, sciogliendo comizi, operando arresti indiscriminati e intimidendo quanti per curiosità o per simpatia erano presenti. Un potere che schedava e teneva sotto stretta sorveglianza chiunque si iscrivesse a partiti di sinistra, ne frequentasse i militanti, leggesse e ricevesse stampa considerata sovversiva, nonostante fosse legale a tutti gli effetti, come appunto l’organo del Psi, l’Avanti!. Partiti sovversivi, pur nella loro legalità e con ampie rappresentanze parlamentari, erano ritenuti in particolare quello repubblicano, socialista e anarchico, quest’ultimo vero terrore della monarchia. E’ pur vero che il popolo stabiese era sinceramente e profondamente devoto alle idee monarchiche, se non altro per i numerosi benefici ricevuti prima dai Borbone e poi dai Savoia e perché il primo e più importante polo industriale cittadino, il Regio Cantiere Navale capace di dare lavoro ad oltre duemila operai era un industria di stato, con tutti i limiti ed i vincoli che questo comportava.

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