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Mio padre

Mio padre
( di Frank Avallone )

Carissima Delfina, ogni volta che esprimi i tuoi “feelings”, circa tuo padre (rif.: “Emozioni” di Delfina Ruocco), apri un capitolo della mia vita, col quale non riesco ancora a venire a termine. Mio padre morì nel 1963 ed io ancora non riesco a scrivere la sua storia! Ora grazie a te e col cuore colmo di amore per mio padre e non mi vergogno di dirti, anche con le lacrime agli occhi, voglio parlare un po’ di lui: Mio padre, figlio di Francesco Avallone e Cira Cesino, classe 1909, era un uomo di grande talento e al di sopra di tutto generoso e premuroso. Nato in una famiglia di 7 figli e 3 figlie, lui, come primogenito, si era prefisso di aiutare la famiglia. Mi hanno raccontato che il momento più turbolente, del loro vivere quotidiano, era la cena, durante la quale alcuni componenti della famiglia litigavano per avere più riso e fagioli nei loro piatti. Mio nonno era responsabile, col suo lavoro a provvedere ai bisogni di 12 persone; mia nonna, Girella ‘a Caffettera, la chiamavano così, perchè vendeva tazzine di caffè, a passanti e vicini di casa. Nel 1928, mio padre imparò a fare i gelati, non so dove o come, comprò una macchina per farli, era una grossa macchina, con una grande ruota, al cui cento c’era un recipiente, come un catino usato per macinare l’uva. Intorno ci mettevano molto ghiaccio e a turno, giravano la manovella per fare in modo che il liquido diventasse gelato.

Gelati stabiesi - ditta Avallone

Gelati stabiesi – ditta Avallone

Avevano un carrettino, montato su un telaio di bicicletta e vendevano il gelato a Castellammare. Questa macchina io la ricordo, poiche’ nel 1948 era situata nella stanza di entrata di mia nonna. Così la ditta Avallone crebbe ed altri carrettini furono aggiunti. Continua a leggere

Brindisi Anno nuovo 2015

Come da tradizione ormai consolidata, giovedì 1 gennaio 2015 (ore 12,00), la redazione di liberoricercatore.it si è riunita per il brindisi beneaugurante di Capodanno.

L’incontro giunto al 6° anniversario, si è svolto a Castellammare di Stabia, presso il centralissimo bar “Fontana” (P.zza Matteotti, a pochi metri dalla stazione delle Ferrovie dello Stato).

La foto di gruppo del 2015.

La foto di gruppo del 2015.

Oltre al direttivo di liberoricercatore.it (composto da: Gaetano Fontana, il naturalista Ferdinando Fontanella, il dott. Corrado di Martino, il dott. Giuseppe Plaitano, Giuseppe Zingone, Antonio Cimmino, Enzo Cesarano e Maurizio Cuomo), al brindisi erano presenti numerosi amici, simpatizzanti e diversi autori di redazione, tra cui: il prof. Giuseppe D’Angelo (Sovraintendente onorario dell’Archivio storico di Castellammare, nonché ricercatore ed autore di numerose pubblicazioni), Antonello Ferraro, il prof. Bonuccio Gatti, Catello Esposito Sansone, Enrico Discolo, Massimiliano Greco (Presidente dell’Associazione Stabiese dell’Arte e del Presepe) e Lino Di Capua. Estremamente compiaciuti, quest’anno tra i presenti, annoveriamo anche: Pasquale Esposito (pittore stabiese di particolare bravura), Carmine Iovine (fondatore e Past President del Circolo Legambiente Castellammare / Gragnano), Giuseppe Di Massa (ricercatore gragnanese di comprovato spessore, fondatore e Presidente del Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari), con la signora Carolina, sua gentile consorte,  il piccolo Catello Zingone ed il Generale di Divisione Rosario Castellano (visualizza la biografia).

P.S.: si coglie l’occasione per salutare con affetto il nostro webmaster Giovanni Grammegna, il M° Sebastiano Cascone, Giorgio Trojano, Antonio d’Orsi, Alberto Gargiulo, l’ing. Francesco Chianese e l’amico fraterno Aniello Lascialfari, che per intervenuti imprevisti, quest’anno non sono stati presenti.

Galleria immagini (foto Enzo Cesarano & Corrado di Martino):

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I Pastori di Castellammare di Stabia

(  a cura di Dora Celeste Amato )

articolo pubblicato su:
L’Espresso Napoletano n° 12 anno XII Dicembre 2012

Monsignor Petagna

Monsignor Petagna

Bella, operosa, Castellammare di Stabia sembra viversi una sorta di orgogliosa riluttanza ad apparire. Meglio arrivarci dalla vecchia città, per non privarci del fascino della scoperta, persino dell’immaginare il profumo dei suoi biscotti particolari, quelli al ‘naspro’, più noti, o quelli spolverati di zucchero al limone. Immaginato, sì, penetrato, attraversando la cittadina lungo i dislivelli di Quisisana, lo stretto viale tra alte mura di case antiche, il Faito protettivo eppure incombente -in 7 minuti la teleferica porta in cima, ove…, però, c’è poco o niente da vedere-, i visi vissuti di artigiani e cantieristi, l’eco di Raffaele Viviani, del pittore Bonito, del musicista Denza. Poi l’arrivo improvviso al mare, la Villa comunale, la Cassa armonica, la splendida piazza del Municipio e del Duomo, ti rendono consapevole che il motivo per cui sei qui risiede nella Storia. Ed è giusto che in essa ritorni.
Anche perché, forse per i giovani, campani e non, ahinoi, Castellammare di Stabia è soltanto un toponimo, tutt’al più legato al…mare, appunto; per l’attributo ‘di Stabia’, invece, non è così certo che se ne conosca l’origine, senza farsi aiutare da Internet, piuttosto che cercare sui libri. Ma chi ha almeno più di quarant’anni, scolarizzato o meno, non può non focalizzare le sue peculiarità. Che percorreremo rapidamente, poiché l’incontro odierno con i nostri lettori riguarda un unicum. Anche dal punto di vista divulgativo, visto che siamo la prima rivista-o giornale- di un certo nome che se ne occupa: parleremo della nutrita raccolta presepiale del Duomo di Castellammare, epoca XVIII-XIX secc., splendidi, diversi da tutti. E vedremo perché.
Il profumo dei biscotti, certo, la pasta stabiese; ma non possiamo fare a meno, memoria involontaria o meno, dell’altro odore, intenso, acre, “sulfureo e ferroso che proviene dalle sorgenti di acque medicamentose -scrive Pietro Gargano- che, elogiate da Plinio il Vecchio e da Cassiodoro, sono usate ogni anno da in milione di persone per curare molti acciacchi. Due gli stabilimenti, le Antiche Terme Stabiane costruite dai Borbone e rifatte in epoca Liberty e le Nuove Terme sulla collina del Solaro, Centoquarantamila metri quadri nel verde (…). Di fronte alle Antiche Terme, verso il mare, ecco il Cantiere navale edificato da Ferdinando IV nel 1783. Il primo vascello, qui, il Partenope, a 74 cannoni, sino alla nave-scuola Amerigo Vespucci, 1935 e alla portaelicotteri Vittorio Veneto, 1965”. Per citare i vari più famosi: oggi -e da tempo- cantieristica in crisi, si spera nell’ipotesi ‘naviglio fluviale’, dopo gli ultimi due pattugliatori. Continua a leggere

Lettere alla Redazione 2014

Lettere alla Redazione

Lettere alla Redazione

martedì 16 dicembre 2014  (avv. Vincenzo Farro)

Ricordo che ebbi uno scambio di corrispondenza con Lei, qualche anno fa, con riferimento ai “purchiacchielli“. Leggo che la direzione/redazione del sito si trova a Schito. Questo luogo evoca in me tanti ricordi… Quando si diceva di “terre arracquate int’e Schito”, si parlava di ortaggi pregiati e di provenienza sicura.
Sono di Torre Annunziata (classe 1939); ho lasciato il mio paese nel 1966, per andare ad occupare la sede che mi era stata assegnata, come vincitore di pubblico concorso; poi cambiai sede e lavoro, sempre nell’ambito della P.A. Dal 1971 vivo ai castelli Romani. Sono Avvocato. In pensione. Ho un ricordo di quelle nostre zone, talvolta struggente. Anche se so bene delle difficoltà quotidiane di chi vi deve vivere ed operare. Spero di trovare nel Suo sito un po’ di quel sapore perduto nel tempo. Me ne scuso in anticipo, ma, di tanto in tanto, Le chiederò notizie di luoghi, di ricette, di sapori. D’altra parte (un giorno lo noterà anche Lei), andando avanti con gli anni, i ricordi sono la magna pars del nostro bagaglio esistenziale.
Ricordo Castellammare, quando la sera, d’estate, andavamo con la famiglia tutta, a sentire la musica, seduti al tavolino di Spagnuolo (mi pare fosse questo il nome del Caffè pasticceria gelateria), sorbendo qualche delizia; altre volte, andavamo di proposito da Mosca a prendere le “scazzette”, il cui sapore non ho più ritrovato da alcuna parte. Ottimi gelati, in tempi meno remoti, li ho gustati al K2. Così come ricordo sempre la pizza di Gigino “‘o zezzuso” (la prima pizza a metro).
Mi scusi, ma, con l’età, si diventa logorroici. La lascio ai Suoi ziti al ragù. Me ne giunge il profumo, mentre si sente il rumore dei maccheroni che vengono spezzati.
Buon appetito e grazie ancora.

Cordialmente. Vincenzo FARRO.

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antichi mestieri stabiesi

Antichi mestieri

Antichi mestieri stabiesi

antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


Acquaiuolo
( a cura di Maurizio Cuomo )


Ammuola forbece
( a cura di Maurizio Cuomo )


Capillaro
( a cura di Maurizio Cuomo )


Carcararo
( a cura di Nando Fontanella )


Carnacuttaro
( a cura di Maurizio Cuomo )


Castagnaro
( a cura di Maurizio Cuomo )


Cucchiere
( a cura di Maurizio Cuomo )


Gallettaro
( a cura di Maurizio Cuomo )


Gravunaro (Cravunaro)
( a cura di Maurizio Cuomo )


Lutammaro
( a cura di Maurizio Cuomo )


Masterascio e Segatore
( a cura di Maurizio Cuomo )


Materassaio
( a cura di Antonello Ferraro )


Mellunaro
( a cura di Maurizio Cuomo )


Muzzunaro
( a cura di Maurizio Cuomo )


Panzaruttaro
( a cura di Gioacchino Ruocco )


Pezzaro
( a cura di Gioacchino Ruocco )


Scupatore
( a cura di Maurizio Cuomo )


Stagnaro
( a cura di Gioacchino Ruocco )


Tosacavallo
( a cura di Antonello Ferraro )


Venditore ambulante di frutta secca e semi abbrustoliti
( a cura di Gioacchino Ruocco )


Venditore di fichi d’India
( a cura di Gioacchino Ruocco )


Vuttaro
( a cura di Maurizio Longobardi )

… Prossimamente:

‘o Sapunaro

‘a Spicajola

‘a Vammana

continua …