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Pitture nostrane

( La rubrica raccoglie la vita e le opere di pittori stabiesi e non
che hanno dato vanto alla Città di Castellammare di Stabia )

Pitture nostrane

Pitture nostrane

“Il blu cobalto del mare che all’orizzonte si fonde con un terso cielo turchino, il verde smeraldo del Faito ebbro di pioggia dopo un improvviso temporale estivo, il sole che al tramonto fa capolino nel golfo con mille sfumature vermiglie tutt’intorno, uno scorcio suggestivo rubato al quotidiano vivere del centro antico, una tavolozza in cui un pennello viene intinto e si ubriaca dei più ricchi e variegati colori, questo e tanto altro ancora è Castellammare di Stabia agli occhi di un pittore, città incantevole incastonata tra i monti ed il mare, che da sempre ha ispirato l’operato di prestigiosi paesaggisti e ha dato i natali a numerosi maestri di questa nobile arte…”.

Maurizio Cuomo

Le gallerie disponibili:

Ciro Birrese

Castellammare di Stabia (miscellanea)

Umberto Cesino

Guglielmo Cirillo

Catello Coda

Catello D’Amato

Gaetano De Riso

Francesco Filosa

Claudio Morelli

Antonio Serrapica

Gerardo Trattelli

Alfonso chi?

( nei ricordi del dott. Raffaele Scala )

Premessa d’autore:

A Maurizio Cuomo che ama scoprire e far rivivere storie antiche, e pur sempre moderne, di una Castellammare che non esiste più, qui propongo una sorta di “Chi l’ha visto”, narrando una storia assolutamente vera e più interessante di tante telenovelas, oggi così di moda. Questa storia piacerà anche a Donna Assunta Carrese, che, chissà, aprendo uno dei tanti cassettini della sua memoria, non possa svelare questo pezzo di verità nascosta nei meandri delle stradine del Centro Antico, ormai sepolta dalla polvere del tempo. E allora andiamo al racconto in allegato così come l’ho raccolto e che giro all’attenzione dei lettori di questo sempre più prezioso sito.

Vostro, Raffaele Scala.

senza volto

senza volto

Alfonso, sposato con prole, viveva nel cuore del Centro Antico, quando nella seconda metà degli anni Venti sedusse la più giovane e nubile Giovanna. Non fu il capriccio di un momento, ma una vera storia d’amore, una lunga relazione dalla quale nacquero due figli, Emilia e Gennaro. Continua a leggere

Il marinaio Catello Iovino

( a cura di Antonio Cimmino )

dall’affondamento del sommergibile Uarsciek
al campo di concentramento in Palestina

Catello Iovino

Catello Iovino

Catello Iovino nacque a Castellammare di Stabia nel 1920 alla Via Coppola di fronte al fabbricato che ospitava, nei secoli passati, il Consolato dell’Impero russo e, successivamente, la caserma dei carabinieri. Dall’età di 14 anni lavorava nel cantiere navale, prima come allievo operaio e poi come operaio qualificato. Nel 1939  il regio cantiere fu scisso in due tronconi, il primo rimase allo Stato e deputato alla costruzione dei cordami (Maricorderia) mentre per la costruzione navale fu creata la Navalmeccanica , una società  privata. Il giovane Catello, di temperamento volitivo, unitamente ad altri operai, partecipò a manifestazioni di protesta. Cosa assurda nel regime ed alla vigilia della guerra. Per questo fu incarcerato ed inviato a Poggioreale e solo per l’intercessione di amici di famiglia, così come racconta il fratello Vittorio, uscì dal carcere dopo una settimana di detenzione e ritornò al lavoro. Scoppiata la guerra, nel 1941 fu chiamato alle armi nella Regia Marina ed inviato a Taranto con la categoria di “segnalatore”. Continua a leggere

Guglielmo Acton (i retroscena)

( un personaggio stabiese visto da un’altra angolazione )

Castellammare di Stabia, lì 10 ottobre 2010. Nel leggere i personaggi famosi stabiesi sul vostro sito, sono rimasto meravigliato che ancora oggi, dopo 150 anni, la storia “ufficiale” riesca ad ingannare le giovani generazione. Penso che è giunto il momento di finirla. Forse non si conosce il comportamento di Guglielmo Acton a Gaeta e poi… E’ stato considerato un criminale di guerra. Ecco un piccolo esempio. 

Cordialmente, Antonio Orazzo

                 L’ultimo giorno dell’assedio di Gaeta ( la ferocia di Guglielmo Acton )

Guglielmo Acton

Guglielmo Acton

“Inorridito dalle stragi, Francesco II, avendo compreso ormai di essere stato definitivamente abbandonato al suo destino dai sovrani stranieri, l’11 febbraio chiese una sospensione delle ostilità per trattare la resa; ma il bombardamento italiano continuò implacabilmente.
Nel pomeriggio del 13, mentre a Villa Caposele si firmava finalmente il capitolo di resa, i proiettili piemontesi e dei traditori meridionali, tra i quali lo stabiese Guglielmo Acton al comando della pirofregata “Maria Adelaide”, ancora disumanamente continuavano ad oltraggiare la città, provocando una seconda drammatica esplosione: una nuova altissima cortina di fumo si alzò dall’estremità meridionale del fronte di terra. Continua a leggere