Archivi tag: Stabiae

Quante volte?

di Ferdinando Fontanella

Cari amici Liberi Ricercatori, vi scrivo prendendo spunto dall’editoriale del buon Enzo Cesarano, che giustamente denuncia la mancata celebrazione dei 100 anni dalla costruzione della Cassa Armonica. Castellammare purtroppo vive un’incresciosa, pericolosa e paradossale inerzia che ultimamente si sta palesando nel brutale e totale abbandono della città. E allora mi domando: “Perché ci stupiamo del mancato festeggiamento del compleanno di un monumento, se in città non si riesce più a garantire nemmeno la decenza quotidiana? Agli amministratori della nostra città, vorrei quindi chiedere:

Quante volte siete andati a fare un bagno ai lidi pubblici di Pozzano?
Quante volte siete andati a fare una passeggiata ai Boschi di Quisisana?
Quante volte siete andati a fare un’escursione per le vie e i sentieri collinari?
Quante volte vi siete soffermati ad osservare le aiuole, le fioriere e gli alberi della città?
Quante volte siete andati in bici o a passeggio per le viuzze del centro storico?
Quante volte avete fatto sport in Villa Comunale respirando i nauseabondi miasmi degli scarichi fognari?
Quante volte avete provato a raggiungere con i mezzi pubblici o a piedi gli scavi archeologici di Varano?
Quante volte avete usufruito dei servizi delle Terme di Stabia?
Quante volte avete provato a fare la raccolta differenziata consapevoli che la città non è attrezzata per la differenziata?
Quante volte avete provato a parcheggiare sperando di non essere molestati dall’abusivo di turno che pretende di essere pagato?
Quante volte vi siete immedesimati in un disoccupato, un licenziato o un pensionato che vive di pensione minima?
Quante volte avete considerato la civiltà, la cultura e i bisogni dei tanti extracomunitari che vivono in città?

Il giorno in cui Castellammare riuscirà ad esprimere un’amministrazione capace di rispondere con chiarezza e senza vergogna a tutte queste domande, e alle tante altre che ognuno di noi dovrebbe legittimamente poter fare, non dovremo più preoccuparci per il nostro futuro. Quel giorno, statene certi, anche la nostra Cassa Armonica sarà giustamente commemorata.

Un caro saluto, dal vostro amico naturalista Nando Fontanella.

“Puliamo il Mondo” all’arenile di Castellammare

Puliamo il Mondo è l’edizione italiana di Clean Up the World, il più grande appuntamento di volontariato ambientale del mondo. Una campagna di pulizia che comunica la necessità e la voglia di riappropriarsi del proprio territorio prendendosene cura, che segna il bisogno della gente di mettersi in relazione per tutelare gli spazi pubblici, prendendo coscienza che oltre a pulire, si dovrebbe imparare a non sporcare. L’azione dei volontari spazia dalla raccolta di cartacce, mozziconi e rifiuti di vario genere abbandonati nelle piazze, nei boschi, lungo i sentieri e sulle spiagge.

 Nell’ambito dell’iniziativa cittadina di “Puliamo il Mondo” tenutasi sabato 24 settembre 2011 nel tratto di arenile delimitato tra il Miramare ed il “Palazzo del Fascio” di Castellammare di Stabia, liberoricercatore.it ha prestato fattiva collaborazione mettendo in mostra 20 immagini d’epoca che ritraggono tale luogo dagli anni ’10 agli anni ’70 del 1900. La mostra espressamente richiesta dagli organizzatori: I.T.C.G Luigi Sturzo e G.E.N. di Legambiente è risultata opportuna per notificare ai tanti ragazzi intervenuti, la bellezza, la suggestione ed i trascorsi splendori del luogo. A seguire proponiamo una carrellata di foto ricordo dell’evento, gentilmente concessa dall’amico Pino Zurlo, al quale volgiamo un doveroso ringraziamento per aver messo a nostra disposizione la sua arte fotografica. Buona visione!

( Per visualizzare un maggiore ingrandimento è necessario cliccare sulle immagini )

Post fata Resurgo ( l’amara utopia )

 Carissimo Maurizio, scrivo per portare a conoscenza degli affezionati lettori di Libero Ricercatore, della protesta di don Ciro Esposito, parroco della Concattedrale di Castellammare di Stabia, il quale in questi giorni si è lamentato e ha protestato a mezzo stampa e televisione della mancanza d’attenzione da parte del Comune per il presepe che ogni anno viene allestito nel nostro duomo.

pastori

Una scena del Monumentale Presepe di Castellammare di Stabia

In poche parole don Ciro non chiede soldi o sussidi, ma solo attenzione per vedere inserito, e a giusta ragione, nel cartellone dei cosiddetti “eventi natalizi” anche la visita al presepe settecentesco, che purtroppo non è preso per nulla in considerazione, nonostante ci sia una sua richiesta indirizzata alle Autorità Comunali, che giace inascoltata ormai da due anni.
Mi sono tornati alla mente i pastori del duomo a grandezza naturale, vere e proprie opere d’arte, unici per stile e fattezza, da poco restaurati e patrimonio della Comunità stabiese.
Un parroco, in qualità di cittadino di Stabia, chiede solo attenzione per un qualcosa che dovrebbe essere normale: visitare il presepe della Cattedrale e comprenderne l’importanza storico/religiosa dovrebbe essere una priorità innanzitutto per il primo cittadino e poi per la stessa cittadinanza.
Oggi la protesta di don Ciro, purtroppo, si mescola fra incuria dell’Amministrazione e disinteresse degli stessi stabiesi, una miscela estremamente pericolosa che porterà alla sicura distruzione delle rimanenti nostre ricchezze, che secondo il mio personale parere, rimangono le uniche risorse buone che possono farci dire ancora: “Post fata resurgo”.
Cosa dire? Io so solo che don Ciro non riceve attenzione nonostante si trovi a pochi metri dal Comune, e che lo stesso assurdo trattamento è rivolto alla Reggia di Quisisana, agli Scavi di Stabiae e all’arenile stabiese, priorità anch’esse trascurate/ignorate da questa Amministrazione. E allora mi chiedo: Cosa si può fare? Nello sconforto più profondo e completo, propongo ai vertici della nostra Amministrazione, di istituire anche un Assessorato all’Utopia, una nuova figura, dove tutte le richieste saranno ascoltate e, con un po’ di fantasia, forse anche soddisfatte.
E in questo quadro desolante, partendo proprio dalla più amara utopia… vi abbraccio ed invio un caro saluto a te e a tutti i frequentatori di liberoricercatore.

Enzo Cesarano

Omaggio ai portatori di San Catello

( Il servizio fotografico dello stabiese Enzo Cesarano )

Un doveroso ringraziamento a Enzo Cesarano, nostro grande amico dalle mille risorse, che in data 18/01/2010, così scrive: “Caro Maurizio ti invio queste foto fatte da me in onore dei portatori di San Catello. In questi grandi e umili stabiesi c’é la forza e la pazienza della nostra cara Città, ti saluto calorosamente. Enzo”.

N.B.: le immagini possono essere ingrandite con un click!

MESSAGGIO di NATALE ( Natale del Signore 2011 )

del prof. Luigi Casale

E’ tempo di Natale. Festa della memoria e della tradizione.
L’atmosfera della festa la si respira nell’aria già a partire dagli ultimi giorni di novembre. Con ogni condizione di tempo. Neve o nebbia, bruma o pioggia, o anche bufera e tempesta.
Ma specialmente quando risplende la bella giornata dicembrina con il sole basso nel cielo e le ombre che si allungano sulla terra: quando i diversi piani di luce si sovrappongono trasparenti, ma ancora distinti e chiaramente individuabili nel riverbero della foschia pomeridiana, mentre si prepara il tramonto.
Sempre e comunque, però, la tipica atmosfera di festa resiste la durata di un mese. E a Santo Stefano subito si cambia registro. Tanto che la cultura popolare – quella condensata nei proverbi – per dire che qualcosa: un’emozione, un fenomeno, una promessa, un impegno, è di breve durata, esclama: “E’ durato Natale e Santo Stefano”.
In effetti succede che l’Avvenimento, presente nella evidente attualità storica e nella sua perenne contemporaneità psicologica, fuga dalla coscienza la tensione accumulatasi durante l’attesa della festa, ed esplode nella pienezza della gioia, il giorno della Festa.
Così passato il Natale svanisce anche il cosiddetto clima natalizio. Quello festaiolo e superficiale, naturalmente. E si ritorna alla consapevole realtà dell’oggi.
Perciò, quello che anche noi inseriti come siamo nella cultura popolare, semplicisticamente continuiamo a dire “tempo di natale”, la Liturgia cristiana, opportunamente invece, chiama “Tempo di Avvento”. Cioè tempo proiettato verso la venuta. Quindi, “Tempo dell’Attesa”. Tempo animato dal desiderio che genera fervore, mentre si avvicina il momento della gioia piena, quando la Festa sarà presente nel suo “essere”.
Il sabato del villaggio? Solo in parte! La differenza è che il Poeta dice che, dopo, ritorna la noia.).
La fiducia e la speranza cristiana ci fa dire invece che ritornano serenità e certezza.

* * *

Quanti si muovono alla ricerca del significato dei gesti, e quindi alla scoperta del loro fondamento nella esperienza esistenziale e alla loro conseguente esplicitazione, fino ad una rilettura più profonda e motivata del mito, e della sua rappresentazione, fanno opera educativa di carattere sociale. Fanno cultura. E qui non c’entra la religione. Anche se essa resta di primaria importanza.
Per parte nostra, noi, allungando lo sguardo a ritroso sulla vicenda umana: personale, di gruppo, o universale fino alle più recondite e misteriose origini, notiamo come la consapevolezza (la retta coscienza) dell’innato bisogno di trascendenza abbia sviluppato nella persona umana, insieme al processo di conoscenza o di crescita, la cosiddetta coscienza morale e il sentimento religioso. Questa ricerca, questo sviluppo umano che è crescita culturale, come detto, (e nella visione cristiana è segno dell’alleanza di Dio con l’uomo), ha prodotto quel sublime dato culturale (religioso) presente nelle Sacre Scritture. A cui l’uomo attinge la rivelazione del Dio (Epifania = manifestazione). Dio è nelle Scritture. O meglio nella Scrittura.
Ed è la stessa manifestazione di Dio che ritroviamo nella vita dell’uomo, quella che poi come storia esemplare ed emblematica confluisce nelle Scritture. Quelle antiche, con la esemplarità del “popolo eletto”. Le nuove, il Vangelo, con l’esemplarità della vita di Gesù.
Dio, quindi, è nella nostra vita e nella storia dell’uomo. Un modo diverso e interessante per cogliere il senso della “creazione” e della “redenzione”. Storia di salvezza.
Alla luce di questa certezza, diamo significato al Natale di Gesù, e alla sua Attesa.
Con questo spirito auguro a tutti un Buon Natale.

l.c.