( di Catello Graziuso de’ Marini )
Archivi tag: stabiese
Il Generale Rosario Castellano
( a cura di Antonio Cimmino )
Il Generale di Corpo d’Armata Rosario CASTELLANO è nato a Castellammare di Stabia (NA) il 17 novembre del 1959. Dal 1978 al 1982 ha frequentato il 160° Corso presso l’Accademia Militare di Modena e la Scuola la d’Applicazione d’Arma di Torino. Nel 1983, è stato assegnato al 5° Battaglione paracadutisti “El Alamein” dove ha comandato sia il plotone che la compagnia paracadutisti e, successivamente, ha ricoperto l’incarico di Capo Ufficio Addestramento, Operazioni e Informazioni. Dal 1993 al 1996 ha frequentato il Corso di Stato Maggiore, il Corso Superiore di Stato Maggiore presso l’Esercito Spagnolo in Madrid, il Corso Superiore di SM in Italia ed infine il Corso ISSMI.
Con il grado di Tenente Colonnello ha comandato, negli anni 1998 e 1999, il 5° Battaglione paracadutisti “EL ALAMEIN” per poi essere trasferito presso gli organi centrali. Rientrato nella “FOLGORE” col grado di Colonnello, è stato Comandante del 186° Reggimento paracadutisti dal 2002 al 2004. Lasciato il comando del reggimento è stato nuovamente impiegato presso gli Organi Centrali quale Capo Divisione Piani del Comando Operativo Interforze.
Dal 10 luglio 2017, Generale di Corpo d’Armata, ha ricoperto l’incarico di Generale di Divisione, per ben tre anni (dal luglio 2014) come Capo Reparto Operativo – Assistent Chief Staff for Operation del C.O.I. Continua a leggere
Scupatore (antichi mestieri)
Antichi mestieri stabiesi
Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.
Maurizio Cuomo
‘o Scupatore
( a cura di Maurizio Cuomo )
Il termine moderno “operatore ecologico”, con il quale genericamente viene identificata una vasta categoria di manodopera operaia (meccanizzata e non), interessata all’attività di pulizia e alla raccolta di rifiuti dall’ambito urbano, ha quasi definitivamente rimpiazzato il caratteristico termine di “Scupatore” adoperato nel dialettale per identificare la vecchia figura professionale dello spazzino (netturbino).
Questa professione (il cui termine traeva chiare origini, dalla grossa scopa di saggina, adoperata per la pulizia delle strade), simbolo del ceto povero della società, ha ispirato i pensieri di eccelsi poeti napoletani, tra di essi ricordiamo alcuni versi emblematici del nostro Raffaele Viviani, tratti dalla poesia “‘O scupatore”:
“[…]E’ nu brutto mestiere, ‘o scupatore!
E io vo dico cu tutta l’esattezza,
pecchè ce so’ nato int”a munnezza;
e tengo competenza e serieta’. Continua a leggere
Castellammare di Stabia e le sue Acque
Tiempe belle ‘e ‘na vota
“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…
Maurizio Cuomo
‘O Rillorgio
( di Catello Graziuso de’ Marini )
Cari amici concittadini stabiesi, vorrei iniziare queste mie riflessioni di primavera da una cosa che ho letto su questo vostro pregevole sito: nella sezione denominata la tombola stabiese, ho piacevolmente e condivisibilmente letto che il numero uno è dedicato alla nostra Castellammare, numero uno al mondo. Mai parole più giuste e Sante sono mai state pronunciate. Sarebbe proprio il caso di dire, mutuando dalla sezione “modi di dire stabiesi” del vostro sito, agli abitanti delle città limitrofe “ammisurateve ‘a palla”.
Qual è invero una delle città vicine alla nostra Stabia che possa dirsi anche lontanamente paragonabile a Castellammare per eloquenza, bellezza intrinseca, bellezze naturali, bellezze storico artistiche, deplorenza senile, salubrità dell’aria? A tale proposito mi sono ricordato di una diatriba che vi fu a Piazza Municipio nei primi anni ’50 tra me (accompagnato da alcuni miei inseparabili amici), e un abitante di Boscotrecase.
Dunque, eravamo io, Gennaro Esposito, Antonio “Fatturacanunquaglia” (così soprannominato per la sua propensione all’evasione fiscale) e “Ciruzzo ‘o Spartirecchie”. Continua a leggere