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Antichi mestieri: ‘o muzzunaro

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


‘o Muzzunaro

( a cura di Maurizio Cuomo )

'o Muzzunaro

‘o Muzzunaro

Quello del “Muzzunaro”, figura molto povera, operante nel recupero di tabacco (ricavato dalla raccolta di cicche di sigarette) da rivendere a basso costo, è oggi un mestiere poco ricordato ed in taluni casi addirittura dimenticato. Questa attività, effettuata essenzialmente per il bisogno di sopravvivere alla povertà, veniva svolta perlopiù da anziani e da scugnizzi di strada. Il recupero dei mozziconi di sigaretta, avveniva sia “a mano” (costringendo l’operatore di sorta a chinarsi in continuazione), o molto più agevolmente mediante un apposito bastone dalla punta acuminata. Continua a leggere

Indole e costume d’epoca di Castellammare

a cura di Maurizio Cuomo

A seguire proponiamo una breve descrizione d’epoca dell’indole e costume, o meglio del comportamento e dei costumi tipici stabiesi ancora in uso a metà 1800. La descrizione (fedelmente trascritta) è liberamente estrapolata dal “Cenno storico descrittivo della città di Castellammare di Stabia” di Catello Parisi, edito a Firenze nel 1842. Le pregevoli stampe ospitate in questa pagina (la cui pubblicazione è stata gentilmente autorizzata dal prof. Michele Naclerio) sono tratte dal libro “Storia Postale Prefilatelica del Distretto di Castellammare di Stabia e dei Circondari della Provincia di Napoli”; l’opera di notevole spessore documentaristico (unica nel suo genere) è del prof. Naclerio edita nel 2004.

“Costumi de’ dintorni di Napoli”, litografia colorata d’epoca di Gatti e Dura, 1850 circa.

“…Diciamo senza tema di offendere il vero, e senza tradir noi stessi che i cittadini di Castellammare tranquilli docili e religiosi sono – negli affari di commercio accorti e diligenti – industriosi non molto nè speculatori per riservatezza piuttosto che per ingegno – ad ogni passione sensibilissimi che sa destarsi nei loro cuori – nella sventura rassegnati e poco coraggiosi – nè molto festanti e clamorosi nei loro momenti di gioia – arditi e vivaci nei loro progetti ma tardi piuttosto che spediti nella esecuzione di essi – franchi ed aperti nelle loro operazioni e nei loro discorsi – d’ingegno perspicace e riflessivo ma volubile alquanto – buoni ed agili lavoratori ed agricoli ed eccellenti nelle cose marittime – facil’imitatori delle operazioni altrui e non spreggievoli nelle loro invenzioni – inclinati non molto alle feste popolari ed ai divertimenti – dei propri talenti coltivatori ma con restrizione – docili quasi sempre alle amichevoli composizioni e partinaci nelle quistioni – amici sviscerati del forestiere più ancora che del concittadino – amanti ed ammiratori del bello benchè tardi promotori di esso – arguti nei loro detti e facili rassimilatori nelle caricature faceti e finalmente tutti quelli altri caratteri tu vi osservi propri del clima e della nazione. I loro costumi e le loro usanze da quelli non si allontano ordinari del nostro regno e più particolarmente della provincia di Napoli. Continua a leggere

Emozioni

Emozioni
di Delfina Ruocco 

Diversi mesi fa è venuto nel mio ufficio un signore per affidarmi una pratica; mi ha formulato quesiti, esposto le sue perplessità, chiesti chiarimenti, ed io, come compete al mio ruolo, ho fornito risposte, dissipato dubbi e cercato di esporre nel modo più chiaro possibile qual era l’iter che la pratica avrebbe dovuto seguire. Soddisfatto della consulenza disse che avrebbe meditato su quanto gli avevo detto e sarebbe tornato da me non appena avesse preso una decisione.
Dopo un paio di settimane è tornato; si poteva dare il via alla pratica. Mentre raccoglievo la documentazione e prendevo gli appunti necessari, cercavo di intrattenere una conversazione. Mi piace farlo; sono una chiacchierona e mi piace che i clienti che si rivolgono a me respirino cordialità, si sentano in buone mani, tranquilli e rilassati.

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Scorcio di Castellammare visto dal Campus ex Salesiani (foto Antonio Cimmino).

Ho scoperto, durante la conversazione, che questo signore è un insegnate in pensione; si è parlato del ruolo degli educatori, della responsabilità che questi hanno nella formazione dei giovani e tra una parola e l’altra è venuto fuori che lui aveva collaborato per anni con i Salesiani, quando avevano ancora il loro Istituto qui a C/mare, e seguiva i ragazzi nella loro crescita anche in attività ludiche, organizzando spettacoli teatrali ecc. Continua a leggere

La colonna di via Sarnelli

( a cura del dott. Tullio Pesola )

La colonna di via Sarnelli (foto Tullio Pesola)

La colonna di via Sarnelli (foto Tullio Pesola)

Portandoci da Piazza Municipio su via Sarnelli, quasi al termine di questa strada, sulla destra, notiamo incassata nel muro di pertinenza dell’episcopio (quella che è comunemente conosciuta come la “dimora del vescovo”) – ma ben evidenziata – una colonna o quel che resta di essa. Un profano, quale io sono, si pone diversi interrogativi, ma la domanda ricorrente è quella di conoscere la storia o quanto meno sapere a cosa sia servita un tempo quella struttura. Noi sappiamo che la colonna ha origine assai antica e probabilmente deriva dall’uso primitivo di porre un tronco d’albero a sostegno di architetture lignee. In epoca storica la troviamo impiegata in serie ritmiche in funzione strutturale nell’architettura sacra e profana. Nei diversi periodi, poi, essa si differenzia e assume particolari caratteri e denominazioni in base all’ornamentazione e alla forma dei suoi tre elementi costitutivi: la base, il fusto e il capitello.
Ma… quale è stata la funzione della colonna di Via Sarnelli?…….. Continua a leggere

I cantieri metallurgici

a cura di Sebastiano Vitolo

Targhetta CMI (collez. Catello Esposito Sansone)

Targhetta CMI (collez. Catello Esposito Sansone)

Cenni storici:

Le industrie C.M.I. (Cantieri Metallurgici Italiani) nel 1924 vengono assorbite dal Gruppo Falck di Milano. Già presenti al nord Italia dall’inizio del ‘900, più tardi si insediano ed operano in Campania fino al 1995. Rinomatissimi furono i cantieri (C.M.I.) di Castellammare di Stabia, che in particolare erano specializzati nella costruzione di carri merci, la riparazione di carrozze e la fabbricazione di raccordi in ghisa per idraulica a differenza dei cantieri di Napoli in cui veniva effettuata la banda stagnata, e la zincatura di laminati. Continua a leggere