In questa rubrica (anima del sito), sono pubblicate brevi storie e le ricerche
effettuate dal Libero Ricercatore nella città di Castellammare di Stabia.
Archivi tag: stabiese
Racconto di gioventù
( di Catello Graziuso de’ Marini )
Cari amici stabiesi! Il caldo agostano non mi priva del piacere di scrivere a voi gestori del sito, megafono di una Stabia silente ma presente, onesta e lavoratrice comm ‘o surore che hann ittat’ ‘e pariente nuoste int’ ‘e cantieri navali!
I miei figli e nipoti mi hanno lasciato solo int”a sta città, ma l’addore r”o mare abbasce ‘a banchina ‘e zi’ Catiello, ‘o cafè ‘e Di Nocera e l’allucche re’ criature r”a ‘mbricciatella me fa venì ‘na voglia ‘e campà ca pare ca nun tengo uttantasette anne!
Vi racconto l’ulteriore episodio della mia gioventù, sperando di non tediarvi, di non infastidirvi, insomma… e nun v’accirere a salute comm a nu viecch nzallanut!
Dunque. Eravamo io, Peppe Guarracino, Michele “scannapalomm” e Pascale “anem ro priatorio”. Continua a leggere
Il pranzo degli operai del cantiere
Gli anni ’30 a Castellammare
( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )
Negli anni “30” nelle fabbriche si effettuava l’orario continuato, cioè si entrava al mattino e fino a sera non si usciva, pranzando sul posto di lavoro; ma non esistendo la sala mensa né tantomeno la cucina, si mangiava dove si poteva: accanto al posto di lavoro, su una cassa di legno, sulle lamiere, su qualsiasi posto dove ci si potesse sedere. Io per quel poco che ho lavorato in cantiere, mi ero trovato un posto su un MAS in disarmo.
Allora esisteva presso il Cantiere una “Scuola allievi operai” dove al mattino si studiavano le materie scolastiche, corrispondenti grosso modo a quelle delle scuole medie con l’aggiunta di una materia tecnica inerente il mestiere che si era scelto: saldatore, carpentiere, tracciatore, ecc. Il pomeriggio il capo-masto in officina insegnava il mestiere. Il mio pranzo consisteva il un “filone” di pane condito con una buona spalmata di sugna che mia madre mi preparava il mattino presto. Naturalmente col passare delle ore, al momento del pranzo, quel condimento così modesto si solidificava e quindi poco appetibile. Allora si prendeva questo pane e lo si poneva, appoggiato ad un pezzo di lamiera, sui carboni ardenti che bruciavano dentro i fornetti che servivano ad arroventare i chiodi che venivano poi ribaditi dai calafati per unire le lamiere che costituivano le fiancate delle navi in costruzione. Insomma un barbecue rudimentale. Col caldo la sugna si scioglieva impregnando di un buon sapore tutto il pane.
‘O Pazzariello
articolo del dott. Tullio Pesola
Giuseppe Marotta definiva ‘o pazzariello “uno strano miscuglio di banditore e di giullare”. Infatti, questa figura burlesca, molto diffusa e caratteristica di una Napoli compresa tra la fine del Settecento e la prima metà del Novecento, si trasformava in fine banditore che improvvisava scene comiche e pantomime per le vie di Napoli e… non solo di Napoli. Testimonianza ne è l’immagine a seguire, che ci mostra il noto attore Ugo d’Alessio che per un film di Montillo, interpreta un pazzariello nella piazza dell’Orologio di Castellammare di Stabia, nell’atto di attirare i passanti con i suoi strampalati spettacolini.
Vestito in modo molto vistoso, con balli, danze e filastrocche era solito annunciare l’apertura di nuovi negozi. Un piccolo gruppo di suonatori, composto per lo più da tamburino, putipù, scetavajasse e triccheballacche, sottolineava fragorosamente le frasi elogiative di questo singolare personaggio, mentre si muoveva – come si diceva – a passo di danza per le vie del rione. Continua a leggere
Lettere alla Redazione (anno 2015)
Domenica, 27 dicembre 2015 (Rosetta Schettino)
“Buonasera sono Rosetta Schettino e abito sopra via Viviani. A dire il vero, visto che ho 77 anni e non so come funziona il compiuter, vicino alla tastiera c’è mia figlia Antonietta.
A verità neanche mia figlia sa bene come funziona, lei abita nel vico sopra del mio e fa la casalinga, mentre suo marito Catello, lavora dereto il mercato perché c’ha il camion della frutta. Comunque penso che il messaggio vi arriva comunque.
Vi scrivo perché ho saputo che in questo vostro sito parlate della città in cui abito e volevo dirvi grazie. Complimenti vi seguo sempre e ho anche fatto alcune ricette da voi pubblicate“.
Con affetto. Rosetta Schettino.
Sabato, 26 dicembre 2015 (Prof. Giovanni Esposito)
“Buonasera, sono il professore Giovanni Esposito, insegnavo al Liceo storia dell’arte e disegno.
Sono appassionato di lettere antiche e storia di Castellammare, il mio più grande rammarico è stato non aver insegnato al Liceo Plinio Seniore di Castellammare di Stabia, culla della cultura della civiltà occidentale.
Si, credo di non esagerare se sostengo alla mia veneranda età il primato assoluto della città di Castellammare sulle bestie e sui cani che popolano questa nostra martoriata civiltà, senza trascurare gli imberbi che la gozzovigliano senza non avere mai implorato un barlume di speranza senza nessun intento.
Ebbene, cari appassionati come me della storia di questa città nella quale neanche oggi, a oltre ottanta anni riesco a vivere per colpa di mio genero Giuseppe che doveva prendersi per forza il posto come infermiere alla clinica di Pompei, ebbene amici cari, mai, mai ho pensato di disdire i miei natali e senza alcun retratto. Continua a leggere