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Raffaele Gaeta, un socialista stabiese del primo ‘900

articolo di Raffaele Scala

Tessera Partito Socialista (anno 1944)

Tessera Partito Socialista (anno 1944)

Il 26 febbraio del 1944 nella sua casa napoletana di Piazza Bracco, al civico 1, muore a 83 anni, l’avvocato Raffaele Gaeta, uno dei primi e più battaglieri socialisti presenti a Castellammare tra la fine dell’Ottocento e inizio Novecento. L’Avanti!, il glorioso giornale socialista tornato in edicola soltanto alcuni mesi prima, dopo la cacciata dei tedeschi da Napoli e l’entrata degli Alleati il 1 ottobre 1943, non dedica un solo rigo alla sua scomparsa, eppure il direttore, Nino Gaeta, è suo figlio, uno dei protagonisti della rinascita del PSI nell’Italia liberata dall’oppressione nazi fascista. Lo stesso Raffaele era stato, nei primi anni del ‘900, un valente corrispondente dell’organo socialista e al Partito aveva dedicato i migliori anni della sua giovinezza, provando, con passione, energia e notevoli sacrifici a far maturare una sonnolenta classe operaia, imbrigliata e addomesticata da un contesto sociale soffocato dall’opprimente, ramificata presenza della chiesa con i suoi trenta edifici religiosi, tra chiese, cappelle, monasteri, basiliche, santuari e cattedrali, dove si muovevano centinaia di preti, suore, monaci, cappuccini, carmelitani, domenicani, francescani, gesuiti ed altri ancora, in una miscela esplosiva che lasciava poco spazio o nulla a chiunque non si riconosceva in questa religiosità così onnicomprensiva e soffocante nella vita quotidiana della popolazione stabiese, una chiesa in larga misura al servizio non dei poveri e dei bisognosi ma del potere costituito.

In un simile contesto la vita per chi aveva abbracciato una militanza come quella socialista non poteva non essere irta di ostacoli, senza tenere conto della repressione quotidiana operata dalla forza pubblica, al servizio incondizionato della borghesia, salvo rare eccezioni, sempre pronta a intervenire contro le più pacifiche manifestazioni indette dalla sinistra, sciogliendo comizi, operando arresti indiscriminati e intimidendo quanti per curiosità o per simpatia erano presenti. Un potere che schedava e teneva sotto stretta sorveglianza chiunque si iscrivesse a partiti di sinistra, ne frequentasse i militanti, leggesse e ricevesse stampa considerata sovversiva, nonostante fosse legale a tutti gli effetti, come appunto l’organo del Psi, l’Avanti!. Partiti sovversivi, pur nella loro legalità e con ampie rappresentanze parlamentari, erano ritenuti in particolare quello repubblicano, socialista e anarchico, quest’ultimo vero terrore della monarchia. E’ pur vero che il popolo stabiese era sinceramente e profondamente devoto alle idee monarchiche, se non altro per i numerosi benefici ricevuti prima dai Borbone e poi dai Savoia e perché il primo e più importante polo industriale cittadino, il Regio Cantiere Navale capace di dare lavoro ad oltre duemila operai era un industria di stato, con tutti i limiti ed i vincoli che questo comportava.

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Operette e sceneggiate alle Terme

Gli anni ’30 a Castellammare
( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )

Le Terme stabiane (anni '30)

Le Terme stabiane (anni ’30)

Negli anni 30 d’estate, molti spettacoli teatrali si svolgevano alle Terme Stabiane (le vecchie Terme, quelle “fora ‘o cantiere”). Il palcoscenico e la platea venivano allestiti nello spazio che normalmente era frequentato da chi di giorno faceva la cura delle acque, bighellonando in attesa delle conseguenze delle bevute… Di sera, quando iniziavano gli spettacoli, dalla montagna scendeva una frescura che induceva molte signore a tirare fuori “lo scialletiello” e coprire le loro spalle o i pargoli che tenevano in braccio. Oh! come ricordo bene quel fresco. E quanta nostalgia e quanti ricordi mi suscita! Molte famiglie assistevano regolarmente agli allestimenti di “Operette” e “sceneggiate”. Di queste ultime una delle Compagnie più apprezzata era quella denominata “Cafiero e Fumo”, che erano i capocomici. Una superstite di questa dinastia di attori dialettali ha partecipato una quindicina di anni fa ad un noto film di Luciano De Crescenzo. Continua a leggere

Nè, ma che sta’ succedenne?!

editoriale di Maurizio Cuomo

Castellammare in cartolina

Quando Castellammare era una “Cartolina”!!!

Che un giorno o l’altro arriverà la biblica apocalisse è cosa saputa, ciò che non sapevo è che la fine del mondo dovesse iniziare proprio qui dalla nostra Castellammare.

Cito alcuni fatti occorsi negli ultimi giorni per un brevissimo quadro della situazione: incendio a via Gesù, smottamento a via Tuoro, ennesima esondazione del Sarno con allagamento degli adiacenti abitati, ed esplosione di un ordigno nella centralissima via Carrese. Oltre agli eventi accidentali e o naturali che colgono Castellammare sempre e comunque impreparata, per chi non se ne fosse accorto, qui da noi, con la frase/giustifica: “Non è a norma…” è anche tutto in via di chiusura: attività commerciali, servizi pubblici, posti di lavoro, speranze per il futuro e tutti gli annessi del caso.

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Don Peppino

articolo del dott. Tullio Pesola

Come sia affascinante ed emozionante assistere al battesimo di una nave è un sentimento che a noi Stabiesi appartiene particolarmente, è qualcosa di inesprimibile, come inesprimibile è quella sensazione che si avverte quando udiamo dire: “Madrina, in nome di Dio taglia!”.

Una particolare cerimonia, un particolare rito sono necessari quando si dà vita ad una materia inerte qual è l’informe quantità di lamiere o tavole di legname che, assemblate dalla sapienza del lavoro umano, danno infine forma a una nuova imbarcazione. Quella materia pesante e rozza, in apparenza a tutto idonea tranne che a galleggiare in acqua, si trasforma come per magia (la magia della tecnica umana!) in oggetti agili e sicuri fra le onde, perfino eleganti.

Don Peppino (foto - Tullio Pesola)

Don Peppino (foto – Tullio Pesola)

Occorre, quindi, amministrare il battesimo a quella imbarcazione con la benedizione religiosa e l’imposizione del nome prima del varo, ossia del suo primo ingresso in mare.

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Giovanni Minieri

Da sempre impegnato nel sociale e nel volontariato, quest’oggi, l’amico Giovanni Minieri, ci onora di un suo componimento poetico dialettale dedicato alle ventotto sorgenti stabiesi.

Nel ringraziare Giovanni per la gentilissima condivisione, auguriamo a tutti una felice lettura.

Le Antiche Terme di Stabia

Vintotto so’ ‘e surgente


Vintotto so’ ‘e surgente
(Giovanni Minieri)

Chi è surde nun ‘e sente,

so’ vintotte ‘e sunature

‘nu strumente bell’assaje ca’ riescene a suna’.

Chiude ll’uocchie, appizze ‘e recchie,

è ‘nu scroscio ‘e acqua pura

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