Archivi tag: stabiese

La Medusa (copertina di Asturi)

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo

Asturi-Medusa

La Medusa (copertina di Asturi)

La Medusa (copertina di Asturi)
Per gentile concessione della dott.ssa Anna Iozzino

Mio padre

Mio padre
( di Frank Avallone )

Carissima Delfina, ogni volta che esprimi i tuoi “feelings”, circa tuo padre (rif.: “Emozioni” di Delfina Ruocco), apri un capitolo della mia vita, col quale non riesco ancora a venire a termine. Mio padre morì nel 1963 ed io ancora non riesco a scrivere la sua storia! Ora grazie a te e col cuore colmo di amore per mio padre e non mi vergogno di dirti, anche con le lacrime agli occhi, voglio parlare un po’ di lui: Mio padre, figlio di Francesco Avallone e Cira Cesino, classe 1909, era un uomo di grande talento e al di sopra di tutto generoso e premuroso. Nato in una famiglia di 7 figli e 3 figlie, lui, come primogenito, si era prefisso di aiutare la famiglia. Mi hanno raccontato che il momento più turbolente, del loro vivere quotidiano, era la cena, durante la quale alcuni componenti della famiglia litigavano per avere più riso e fagioli nei loro piatti. Mio nonno era responsabile, col suo lavoro a provvedere ai bisogni di 12 persone; mia nonna, Girella ‘a Caffettera, la chiamavano così, perchè vendeva tazzine di caffè, a passanti e vicini di casa. Nel 1928, mio padre imparò a fare i gelati, non so dove o come, comprò una macchina per farli, era una grossa macchina, con una grande ruota, al cui cento c’era un recipiente, come un catino usato per macinare l’uva. Intorno ci mettevano molto ghiaccio e a turno, giravano la manovella per fare in modo che il liquido diventasse gelato.

Gelati stabiesi - ditta Avallone

Gelati stabiesi – ditta Avallone

Avevano un carrettino, montato su un telaio di bicicletta e vendevano il gelato a Castellammare. Questa macchina io la ricordo, poiche’ nel 1948 era situata nella stanza di entrata di mia nonna. Così la ditta Avallone crebbe ed altri carrettini furono aggiunti. Continua a leggere

Brindisi Anno nuovo 2015

Come da tradizione ormai consolidata, giovedì 1 gennaio 2015 (ore 12,00), la redazione di liberoricercatore.it si è riunita per il brindisi beneaugurante di Capodanno.

L’incontro giunto al 6° anniversario, si è svolto a Castellammare di Stabia, presso il centralissimo bar “Fontana” (P.zza Matteotti, a pochi metri dalla stazione delle Ferrovie dello Stato).

La foto di gruppo del 2015.

La foto di gruppo del 2015.

Oltre al direttivo di liberoricercatore.it (composto da: Gaetano Fontana, il naturalista Ferdinando Fontanella, il dott. Corrado di Martino, il dott. Giuseppe Plaitano, Giuseppe Zingone, Antonio Cimmino, Enzo Cesarano e Maurizio Cuomo), al brindisi erano presenti numerosi amici, simpatizzanti e diversi autori di redazione, tra cui: il prof. Giuseppe D’Angelo (Sovraintendente onorario dell’Archivio storico di Castellammare, nonché ricercatore ed autore di numerose pubblicazioni), Antonello Ferraro, il prof. Bonuccio Gatti, Catello Esposito Sansone, Enrico Discolo, Massimiliano Greco (Presidente dell’Associazione Stabiese dell’Arte e del Presepe) e Lino Di Capua. Estremamente compiaciuti, quest’anno tra i presenti, annoveriamo anche: Pasquale Esposito (pittore stabiese di particolare bravura), Carmine Iovine (fondatore e Past President del Circolo Legambiente Castellammare / Gragnano), Giuseppe Di Massa (ricercatore gragnanese di comprovato spessore, fondatore e Presidente del Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari), con la signora Carolina, sua gentile consorte,  il piccolo Catello Zingone ed il Generale di Divisione Rosario Castellano (visualizza la biografia).

P.S.: si coglie l’occasione per salutare con affetto il nostro webmaster Giovanni Grammegna, il M° Sebastiano Cascone, Giorgio Trojano, Antonio d’Orsi, Alberto Gargiulo, l’ing. Francesco Chianese e l’amico fraterno Aniello Lascialfari, che per intervenuti imprevisti, quest’anno non sono stati presenti.

Galleria immagini (foto Enzo Cesarano & Corrado di Martino):

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Per il Santo Natale la Madonnina del Faito “torna a casa”

editoriale di Maurizio Cuomo

Giovanni Grammegna, Emilio Leggero e Carmine Passaro

Giovanni Grammegna, Emilio Leggero e Carmine Passaro

Carissimi, a seguito degli articoli pubblicati sulle più svariate testate giornalistiche, tra cui: Il MattinoANSA, POSITANONEWS, BLIZ quotidiano, quest’oggi mi ritrovo a scrivere nel tentativo di mitigare e stemperare l’atmosfera surreale che si era venuta a creare in prossimità del Santo Natale. Ebbene per chi non fosse per nulla informato dei fatti dirò che su segnalazione del noto gruppo podistico ANTARES STABIA alcuni giorni fa è stata ritrovata la statua della Madonna sparita circa un mese fa dalla suggestiva edicola posta negli anni ’50 in località “Montagna spaccata” del Faito. Purtroppo, la statua, divelta da mani ignote dal suo alloggio, è stata ritrovata letteralmente in frantumi, in uno dei tornanti dello stradone. A tal proposito, si è quindi parlato di satanismo stabiese, infangando ancora una volta il buon nome della nostra Castelllammare.

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I Pastori di Castellammare di Stabia

(  a cura di Dora Celeste Amato )

articolo pubblicato su:
L’Espresso Napoletano n° 12 anno XII Dicembre 2012

Monsignor Petagna

Monsignor Petagna

Bella, operosa, Castellammare di Stabia sembra viversi una sorta di orgogliosa riluttanza ad apparire. Meglio arrivarci dalla vecchia città, per non privarci del fascino della scoperta, persino dell’immaginare il profumo dei suoi biscotti particolari, quelli al ‘naspro’, più noti, o quelli spolverati di zucchero al limone. Immaginato, sì, penetrato, attraversando la cittadina lungo i dislivelli di Quisisana, lo stretto viale tra alte mura di case antiche, il Faito protettivo eppure incombente -in 7 minuti la teleferica porta in cima, ove…, però, c’è poco o niente da vedere-, i visi vissuti di artigiani e cantieristi, l’eco di Raffaele Viviani, del pittore Bonito, del musicista Denza. Poi l’arrivo improvviso al mare, la Villa comunale, la Cassa armonica, la splendida piazza del Municipio e del Duomo, ti rendono consapevole che il motivo per cui sei qui risiede nella Storia. Ed è giusto che in essa ritorni.
Anche perché, forse per i giovani, campani e non, ahinoi, Castellammare di Stabia è soltanto un toponimo, tutt’al più legato al…mare, appunto; per l’attributo ‘di Stabia’, invece, non è così certo che se ne conosca l’origine, senza farsi aiutare da Internet, piuttosto che cercare sui libri. Ma chi ha almeno più di quarant’anni, scolarizzato o meno, non può non focalizzare le sue peculiarità. Che percorreremo rapidamente, poiché l’incontro odierno con i nostri lettori riguarda un unicum. Anche dal punto di vista divulgativo, visto che siamo la prima rivista-o giornale- di un certo nome che se ne occupa: parleremo della nutrita raccolta presepiale del Duomo di Castellammare, epoca XVIII-XIX secc., splendidi, diversi da tutti. E vedremo perché.
Il profumo dei biscotti, certo, la pasta stabiese; ma non possiamo fare a meno, memoria involontaria o meno, dell’altro odore, intenso, acre, “sulfureo e ferroso che proviene dalle sorgenti di acque medicamentose -scrive Pietro Gargano- che, elogiate da Plinio il Vecchio e da Cassiodoro, sono usate ogni anno da in milione di persone per curare molti acciacchi. Due gli stabilimenti, le Antiche Terme Stabiane costruite dai Borbone e rifatte in epoca Liberty e le Nuove Terme sulla collina del Solaro, Centoquarantamila metri quadri nel verde (…). Di fronte alle Antiche Terme, verso il mare, ecco il Cantiere navale edificato da Ferdinando IV nel 1783. Il primo vascello, qui, il Partenope, a 74 cannoni, sino alla nave-scuola Amerigo Vespucci, 1935 e alla portaelicotteri Vittorio Veneto, 1965”. Per citare i vari più famosi: oggi -e da tempo- cantieristica in crisi, si spera nell’ipotesi ‘naviglio fluviale’, dopo gli ultimi due pattugliatori. Continua a leggere