Archivi tag: stabiese

La “Resistenza” e noi stabiesi

a cura di Francesco Ferrigno

Ricerca di famiglia intrapresa in memoria dello stabiese Attilio Uvale

La Resistenza: lapide

La Resistenza: lapide

In questa lapide affissa nell’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze compare anche il nome di Attilio Uvale, di anni 23.  Continua a leggere

Omaggio a Don Carlo Schizzo

di Rodolfo Armenio

Don Carlo Schizzo

Don Carlo Schizzo

Don Carlo nacque a Caivano il 12 aprile del 1919: era il quinto di sette fratelli. Dopo aver frequentato l’Istituto ginnasiale del Sacro Cuore di Frattamaggiore, iniziò il Seminario Diocesano, preparandosi con impegno alla teologia. Terminati gli studi, pur non avendo ancora raggiunto l’età prevista dal Codice, con dispensa della Santa Sede, si preparò ad essere ordinato Sacerdote. La mattina del 2 febbraio 1942 ai piedi dell’Altare di Tempio di Teano, venne ordinato Sacerdote per sempre da S. E. Mons. Tamburrini. Dopo aver frequentato il corso di S. Eloquenzia, tenne conferenze e prediche all’Azione Cattolica di Benevento, Avellino, Bari, Lecce ed in altre Città del Nord Italia e del Nord America, successivamente venne affidato alla parrocchia di S. Lucia a Mare, a Napoli, come vice parroco. Nel 1946, Mons. Federico Emanuel, Ordinario della Diocesi di Castellammare di Stabia, lo volle nella propria Diocesi per affidarlo, il 9 giugno, al popolo di Ponte Persica che attendeva l’uomo mandato da Dio a comprendere e a condividere le esigenze in cui dibatteva. Una volta a Ponte Persica si sbrigò a tracciare un programma ben deciso: nel 1950 acquistò un terreno adiacente alla vecchia Cappella di S. Maria dell’Arco. L’anno successivo iniziarono i lavori del nuovo complesso parrocchiale che comprendeva: la Parrocchia, l’asilo infantile, i saloni parrocchiali, le scuole elementari, le stanze per le suore, il laboratorio di taglio, cucito e ricamo. Nel frattempo Continua a leggere

Collezione “Educazione Civica”:

Alcuni giorni fa, Francesco Russo, un mio carissimo amico, mi ha fatto dono di una piccola collezione di cartoline (da egli ritrovata in un cassetto di scrivania). La collezione consta nella riproduzione di cinque emblematiche pitture (ritratte da altrettanti artisti stabiesi), ognuna delle quali riporta sul retro una frase significativa a tema (che spero vivamente lasci riflettere). Pur se attempata, la collezione per alcuni versi risulta ancora attuale nei suoi contenuti; per dovere di cronaca segnalo che la collezione è andata in stampa diversi anni fa a cura della Sezione Cultura del P.C.I. di Castellammare di Stabia. A titolo personale e a nome dei lettori che eventualmente apprezzeranno, ringrazio gli ideatori delle cartoline per la bella iniziativa, nella speranza che il pensiero di rivalsa, oggi, possa essere colto da ogni singolo stabiese, a prescindere da eventuali ideologie politiche.

Maurizio Cuomo

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Tartaruga dal guscio di noce

a cura del naturalista dott. Ferdinando Fontanella

"Dettaglio tartaruga giocattolo"

“Dettaglio tartaruga giocattolo”

Da bambino ho trascorso interi pomeriggi a realizzare piccole tartarughe con i gusci delle noci. Mi divertivo, ero contento, stavo bene. Oggi, a distanza di anni, ho riscoperto questa fantastica sensazione. Nell’ambito di un progetto di educazione ambientale ho avuto l’onore d’insegnare agli alunni del “Terzo Circolo San Marco” questo fantastico gioco. Vedere i bimbi indaffarati ad usare la fantasia per divertirsi è la cosa che più mi dà speranza. Sono fermamente convinto che il territorio conserva ancora le risorse naturali e l’energia culturale per riprendersi. Questo piccolo gioco, la cui realizzazione allieta e stimola la creatività dei più piccoli, riallacciandoli all’anima del territorio, può contribuire a non far morire la speranza di un futuro migliore. Quello che non potrà mai fare un freddo ed estraniante gioco elettronico.

Materiali e metodo:

Zompa Cavalier

( articolo di Maurizio Cuomo )

Una famosa opera di Pieter Bruegel (il Vecchio) dal titolo “Giochi di fanciulli”, risalente al 1560 (conservata ed esposta al pubblico nel Kunsthistorisches Museum di Vienna), testimonia le origini antichissime di questo giuoco (in alcune zone d’Italia  anche conosciuto col nome di “Cavallo lungo”). Nello specifico il gioco è illustrato nell’angolo basso a destra del dipinto.

Giochi di fanciulli ( Zompa Cavalier )

Giochi di fanciulli ( Zompa Cavalier )

 

Modalità e svolgimento del gioco:

Definiti i due gruppi (composti da un minimo di due giocatori per squadra) e designato un ulteriore partecipante (neutrale) che farà da cosiddetto “cuscino” (in alcuni casi detto anche “mamma”), il gioco ha i presupposti per avere inizio. A questo punto due rappresentanti, delegati dalle squadre, fanno il “tocco” (la conta), e la sorte decide il resto, ovvero chi farà da “cavallo” e chi da “cavaliere”. Stabiliti i ruoli di ciascun gruppo, i giocatori si predispongono nel seguente modo: il partecipante “cuscino” (il quale ha il ruolo di sostenere, di ammortizzare e di proteggere la testa del capo fila del gruppo “cavallo”), posizionatosi in piedi con spalle al muro, viene cinto alla vita dalle braccia del primo dei giocatori che fanno da “cavallo”, il quale, piegato a novanta gradi (testa e spalla al “cuscino”), cercherà nei limiti del possibile di trovare una posizione comoda e soprattutto sicura, adatta allo svolgimento del gioco; il secondo del gruppo “cavallo”, ugualmente piegato a novanta, si predispone avvinghiato saldamente alla vita del suo capo fila, il terzo e gli eventuali ulteriori componenti del gruppo “cavallo”, avranno cura di posizionarsi allo stesso modo (formando così un unico corpo “cavallo”, saldo e sicuro). La squadra dei “cavalieri” (chiaramente di pari numero), previa consona rincorsa, inizia quindi a saltare sulla schiena dei ragazzi dell’opposto gruppo (azione che ha dato origine al nome del gioco “Zompa cavalier”), facendo attenzione a permanervi nel tentativo di abbattere con il peso i giocatori sottoposti.
E’ uso comune e buona norma (per dare preavviso ai “cavalli” in attesa, rivolti di spalle), che i saltatori accompagnino la rincorsa per il salto dando la relativa voce: “Zo-mba ca-valier”.
Tatticamente si darà incarico al primo “cavaliere” (in genere quello più agile, veloce e coordinato), di effettuare un salto sufficientemente lungo al fine di lasciare spazio utile ai successivi saltatori; a slancio compiuto, il primo “cavaliere”, in attesa che tutti gli altri saltatori abbiano compiuto il relativo slancio, dovrà permanere aggrappato alla schiena del sottostante “cavallo”, facendo attenzione a non cadere, pena la sconfitta della squadra di appartenenza. Il gioco metterà alla prova l’agilità e l’equilibrio dei “cavalieri” e la resistenza e la compattezza dei “cavalli”, designando un vincitore solo su rinuncia, o quando un componente dei due gruppi sbaglia (se un “cavaliere” cade o un “cavallo” cede).