LA STRAGE PROLETARIA DI PONTE PERSICA
( da molti conosciuta come: “La strage di Torre Annunziata” del 31 agosto 1903 )
articolo del prof. Luca Iozzino
La politica del Giolitti
Nel 1892 in Italia saliva al potere lo statista Giovanni Giolitti (che Urbanino Rattazzi, consigliere del re e nipote di Urbano Rattazzi, capo della Sinistra subalpina, aveva indicato al re come l’uomo nuovo della monarchia ), succedendo al ministero di Destra guidato dal marchese Di Rudinì.
Non mancarono odi e risentimenti per la sua elezione, sia da parte del Crispi, il famoso eroe dei Mille di Garibaldi, che aveva accusato Giolitti di avere goduto, per la sua ascesa al potere, della protezione del re, sia anche da parte dei moderati e di una frangia dell’Estrema Sinistra.
Giolitti, già noto qualche anno primo come leader del partito delle economie nella Sinistra Liberale, ora incontrava appoggi e adesioni incondizionati da parte della nuova Camera.
Il programma del neo- presidente del Consiglio prevedeva, tra l’altro, l’improcrastinabile risanamento del bilancio dello Stato.
Sotto il suo governo la società da rurale divenne composita e pluralista: la crescita produttiva si limitò al Nord, dove gli investimenti permisero il progresso dell’industria e dell’agricoltura rispetto al sud, le cui strutture erano rimaste ferme dal tempo dell’unificazione.
I Moti di Milano
Il malcontento nazionale era molto forte per la forte disoccupazione e i bassi salari; ma la goccia che fece traboccare il vaso e innescò la rivolta popolare, fu l’aumento del costo del grano, e quindi del pane da 35 a 60 centesimi al chilo, aumento dovuto all’esiguità del raccolto.
Rivolte popolari si verificarono in Puglia e Romagna il 26 e il 27 aprile, a Firenze il 2 maggio e in Sicilia.
Ai Fasci Siciliani (1891-1894) partecipò il proletariato urbano, cui si aggiunsero in seguito minatori, braccianti agricoli, operari e lavoratori della marineria.
I moti furono repressi tragicamente dai mafiosi locali e dal governo nazionale.
Altri moti avvennero nella Lunigiana e a Milano.
I moti di Milano terminarono nel maggio 1898 con la feroce repressione degli insorti ad opera del generale Bava Beccaris, soprannominato il macellaio di Milano, che per questo atto fu insignito dal re della croce di Grande Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia.
Il generale Beccaris ottenne il 16 giugno 1898 un seggio al Sud.
Queste sanguinose repressioni destarono enorme sdegno negli emigrati italiani all’estero.
II 1900 si chiudeva con l’eccidio di Umberto I, assassinato il 29 luglio dall’anarchico Gaetano Bresci, emigrato negli Stati Uniti, che con questo atto aveva voluto vendicare i caduti del maggio 1898 e la vergogna della decorazione conferita al generale Beccaris.
Dopo il moto di Milano finito nel sangue, Giovanni Giolitti impresse un nuovo corso alla politica italiana, iniziando una politica neutrale nel conflitto capitale-lavoro.
Egli seppe interpretare i segni dei tempi e favorì le istanze più vitali del socialismo e quelle dell’eredità liberale, attirandosi così l’adesione di molti oppositori, sia di sinistra che di destra, e anche dei cattolici.
Oggi, a distanza di più di un secolo, quando gli odi e le rigide contrapposizioni hanno perduto la sua virulenza, sembra eccessivamente ingenerosa l’accusa che gli fu mossa da qualcuno: quella di empirismo, secondo cui egli cercò di mascherare con l’esperienza la sua povertà di ideali e di principi.
La strage proletaria di Ponte Persica
Ma, nonostante la neutralità decisa dal governo Giolitti, nel Sud d’Italia continuarono le stragi proletarie compiute dalle forze armate dello Stato, per difendere gli interessi della borghesia a danno delle richieste legittime dei contadini e operai.
Dopo tanto sangue si giunse alla strage proletaria di Ponte della Persica (chiamata anche: strage di Torre, o di Pontenuovo o di Ponte sul Sarno o di Ponte De Rosa), avvenuta la sera del 31 agosto del 1903, un eccidio che suscitò un’ondata di proteste e di emozione nella pubblica opinione europea, particolarmente tra i membri del socialismo, e gettò nel terrore e nel lutto molte famiglie. Continua a leggere