Archivi tag: tradizioni

Anagrafe stabiese

Gli anni ’30 a Castellammare
( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )

Caro Maurizio, mi rifaccio all’episodio narrato dal Signor Alessandro per esporre anch’io un fatto che capitò a mio padre quando si sposò nel lontano 1920.
Bisogna premettere che una volta per accontentare i nonni, paterni e materni, alla nascita ogni bambino si vedeva appioppare due o tre nomi, oltre a quello, diciamo, principale. Cosa che puntualmente capitò anche a mio padre, inconscio pargoletto che ignorava quanto avevano fatto i suoi genitori.
Mio padre si doveva sposare e si recò in Comune per espletare le relative pratiche. Nell’anticamera dell’ufficio preposto, assieme ad altre coppie aspettava che lo chiamassero per completare l’iter. Dopo aver atteso parecchio tempo e dopo che tutti gli altri… aspiranti sposi avevano esaurite le incombenze, mio padre si rivolse all’incaricato chiedendo il perché solo lui mancava all’appello. Ed ecco il colloquio, riferitomi diverse volte da mio padre, che si svolse tra lui e il commesso:
Mio padre: “Scusate, pecché a me nun m’avito chiammato?”
Commesso: “Scusate, ma vuie comme vi chiammate?”
Mio padre: “Nocera Francesco”
Commesso: “…Ma io v’aggio chiammato tanti vote!”
Mio padre, convinto: “No, guardate, vuie nun m’avite mai chiammato!”
Commesso: “Vostro padre comme si chiamma?”
Mio padre: “Nocera Andrea”
Commesso: “Allora, vuie site Nocera Francesco Paolo Mario Taddeo!”
Mio padre: “No, guardate, io songo sulo Francesco Nocera”
Commesso: “Diciteme almeno comme se chiamma vostra madre”
Mio padre: “Genoveffa Salerno”
Commesso: “Allora vuie site Francesco Paolo Mario Taddeo!”
Mio padre, rassegnato e non convinto: “E si ‘o dicite vuie…..!”
E fu così che Francesco Paolo Mario Taddeo sposò Gemma Suarato, i quali poi generarono questo bel tipo.

Gigi Nocera

La Citizen Band

Citizen Band

Citizen Band

Citizen Band

La “Banda cittadina”, è la banda di frequenza di trasmissione (27 Mhz), sulla quale gli appassionati (pur non avendo un brevetto da radioamatore, con il pagamento di una semplice concessione governativa), possono mediante un apparato rice-trasmittente, comunicare a breve distanza in modulazione di frequenza.

La Citizen Band (negli anni ’70)
( dalle note di Enrico Discolo )

La Citizen Band (negli anni ’70)
( il canale 14 di Enrico Discolo )

La Citizen Band (negli anni ’70)
( la corsa agli armamenti di Enrico Discolo )

La Citizen Band (negli anni ’80)
( a cura di Maurizio Cuomo )

Depliant anni ’60

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo

Castellammare di Stabia: depliant anni '60

Castellammare di Stabia: depliant anni ’60

Interno2

fronte2

Libretto2_Retro

Depliant anni ’60
( pubblichiamo per gentile concessione di Maria Francesca Ruggiero )

Radio Stabia 1

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo

Radio Stabia 1

Radio Stabia 1

Radio Stabia 1 (biglietto pubblicitario)

Radio Stabia 1 (biglietto pubblicitario)

Radio Stabia 1 (tessera sociale)

Radio Stabia 1 (tessera sociale)

“C’era una volta Radio Stabia 1 …”
( collezione dott. Tullio Pesola )

Il presepe del duomo di Castellammare di Stabia

a cura di Massimiliano Greco

Premessa dell’autore:

Caro Maurizio, carissimi lettori, da stabiesi e da appassionati dell’arte presepiale, siamo molto legati ai pastori della nostra Cattedrale, un bene prezioso, un patrimonio della collettività che va assolutamente preservato e valorizzato. Ciò che l’Associazione Stabiese dell’Arte e del Presepe può fare per superare quest’impasse, per ricreare il giusto intesse e per farlo conoscere oltre i confini cittadini, è parlare e scrivere del presepe. Qualche riscontro l’abbiamo avuto, come l’interessamento della scrittrice e giornalista Dora Celeste Amato di cui mi pregio essere amico, che lo scorso dicembre ha scritto un bellissimo articolo pubblicato sulla rivista “l’Espresso Napoletano”. Per noi si è trattato di un grandissimo successo ma evidentemente non è bastato a smuovere la coscienza di chi deve decidere. L’articolo allegato, scritto a dicembre dello scorso anno e pubblicato nel mese di giugno 2013 sul numero 234 della rivista “Il Presepio”, organo ufficiale dell’Associazione Italiana Amici del Presepe, vuole essere il nostro piccolo contributo affinché il presepe stabile del Duomo di Castellammare diventi finalmente realtà. Proprio grazie a questo articolo, nel mese di agosto sono stato contattato da Pino Simonetti, giornalista e regista della RAI, interessato ad inserire la storia del nostro presepe, ne ignorava l’esistenza, in un suo libro sulla scenografia del presepe Napoletano. L’ho incontrato più volte e ovviamente l’ho accompagnato in Duomo a conoscere i pastori. Fermo restando l’inadeguatezza del luogo dove sono riposti, uno sgabuzzino di 7/8 mq senza areazione ma per fortuna non umido, ciò che abbiamo potuto vedere ci ha lasciati letteralmente senza parole:arti volanti, l’ala di un angelo spaccata e incollata alla meglio maniera, piedi tenuti su con la carta gommata. Continua a leggere