Archivi tag: tradizioni

La brocchetta delle Terme

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo

La brocchetta delle Terme (foto Enzo Cesarano)

La brocchetta delle Terme (foto Enzo Cesarano)

La brocchetta delle Terme (foto Enzo Cesarano)

La brocchetta delle Terme (foto Enzo Cesarano)

 

La brocchetta delle Terme

“anni ’30”
( collezione Pio Natale )

Il Santuario della Basilica di Pozzano

articolo a cura di Maurizio Cuomo

Il Santuario della Basilica di Pozzano

Il Santuario della Basilica di Pozzano (foto M. Cuomo)

In prossimità del rinomato Cantiere Navale stabiese, a ridosso della strada Panoramica che da Castellammare conduce a Sorrento, sorge (sulla omonima collina) il Santuario della Basilica di Pozzano. Probabilmente ciò che ha dato luogo al toponimo Pozzano, è il celebre pozzo (attualmente conservato nell’ipogèo della Basilica), nel quale fu rinvenuta la sacra tela con l’immagine della Madonna (secondo gli storici, opera risalente ad epoca compresa tra l’XI e il XIII secolo). Continua a leggere

Il Giovedì Santo al… profumo di caffè

( a cura del dott. Tullio Pesola )

Chiesa dello Spirito Santo – Fronte

Diversi anni fa, vale a dire quando la Parrocchia dello Spirito Santo (da molti conosciuta come la Chiesa di San Ciro) era retta dai Frati minori, chi vi accedeva la sera del Giovedì Santo o il giorno dopo, avvertiva un forte, ma gradevole odore di caffè. In quell’oasi di pace e di preghiera tutti i fedeli che si alternavano nell’incontro con Cristo, si scambiavano sguardi interrogativi, ma nessuno riusciva a darsi una spiegazione e chi ci provava, concludeva –sorridendo – col dire che i frati fronteggiassero la stanchezza col sorbire diversi caffè e protrarre, così, la loro veglia di adorazione davanti alla “cappella della Reposizione”.
Già! La “cappella” o anche – per talune chiese – l’ “altare” della Reposizione! Comunque, sia l’una che l’altro costituiscono, giusto per intenderci, quello “spazio” della chiesa allestito al termine della “Missa in Coena Domini” del Giovedì Santo destinato ad accogliere le specie eucaristiche consacrate e a conservarle fino al pomeriggio del Venerdì Santo, quando, al termine della liturgia penitenziale, vengono distribuite ai fedeli per la comunione sacramentale. Continua a leggere

Proverbi stabiesi

a cura di Maurizio Cuomo

Al fine di preservare i vecchi detti stabiesi da una probabile estinzione generazionale, ne raggruppiamo a seguire alcuni tra i più noti.

Proverbi stabiesi

Proverbi stabiesi

A San Michele ‘a castagna sotto a ‘o pere
(A San Michele la castagna sotto al “piede”)

I lussureggianti boschi stabiesi di Quisisana (tradizionale oasi di frescura estiva) e le ampie zone del Faito coltivate a castagno, nel primo periodo autunnale offrono agli improvvisati raccoglitori in cerca di una boccata di aria salubre, la possibilità di portare a casa un abbondante cesto di prelibate castagne da fare al forno, lesse o arrostite. Poiché nel suddetto periodo è festeggiato San Michele Arcangelo (29 settembre), Patrono di Scanzano e Compatrono di Castellammare di Stabia, in devozione a detto Santo ha avuto origine il seguente caratteristico detto: “A San Michele ‘a castagna sotto a ‘o pere” (“pere”: inteso come piede d’albero, in dialetto stabiese “‘o pere ‘e castagno!”).

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Scupatore (antichi mestieri)

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


‘o Scupatore
( a cura di Maurizio Cuomo )

Il termine moderno “operatore ecologico”, con il quale genericamente viene identificata una vasta categoria di manodopera operaia (meccanizzata e non), interessata all’attività di pulizia e alla raccolta di rifiuti dall’ambito urbano, ha quasi definitivamente rimpiazzato il caratteristico termine di “Scupatore” adoperato nel dialettale per identificare la vecchia figura professionale dello spazzino (netturbino).

L'organico per il servizio di nettezza urbana ai piedi di Palazzo Farnese (fine anni '50)

L’organico per il servizio di nettezza urbana ai piedi di Palazzo Farnese (fine anni ’50)

Questa professione (il cui termine traeva chiare origini, dalla grossa scopa di saggina, adoperata per la pulizia delle strade), simbolo del ceto povero della società, ha ispirato i pensieri di eccelsi poeti napoletani, tra di essi ricordiamo alcuni versi emblematici del nostro Raffaele Viviani, tratti dalla poesia “‘O scupatore”:

“[…]E’ nu brutto mestiere, ‘o scupatore!
E io vo dico cu tutta l’esattezza,
pecchè ce so’ nato int”a munnezza;
e tengo competenza e serieta’. Continua a leggere