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La colonna di via Sarnelli

( a cura del dott. Tullio Pesola )

La colonna di via Sarnelli (foto Tullio Pesola)

La colonna di via Sarnelli (foto Tullio Pesola)

Portandoci da Piazza Municipio su via Sarnelli, quasi al termine di questa strada, sulla destra, notiamo incassata nel muro di pertinenza dell’episcopio (quella che è comunemente conosciuta come la “dimora del vescovo”) – ma ben evidenziata – una colonna o quel che resta di essa. Un profano, quale io sono, si pone diversi interrogativi, ma la domanda ricorrente è quella di conoscere la storia o quanto meno sapere a cosa sia servita un tempo quella struttura. Noi sappiamo che la colonna ha origine assai antica e probabilmente deriva dall’uso primitivo di porre un tronco d’albero a sostegno di architetture lignee. In epoca storica la troviamo impiegata in serie ritmiche in funzione strutturale nell’architettura sacra e profana. Nei diversi periodi, poi, essa si differenzia e assume particolari caratteri e denominazioni in base all’ornamentazione e alla forma dei suoi tre elementi costitutivi: la base, il fusto e il capitello.
Ma… quale è stata la funzione della colonna di Via Sarnelli?…….. Continua a leggere

Chiesa del Cuore di Maria (ingresso)

Chiesa del Cuore di Maria

( a cura del dott. Tullio Pesola )

In Via B. Brin n° 48 (di fronte all’imbottigliamento dell’acqua Acetosella) è ubicata una graziosa chiesetta dedicata al “SACRO CUORE DI MARIA IMMACOLATA”.

Chiesa del Cuore di Maria (ingresso)

Chiesa del Cuore di Maria (ingresso)

Non dispongo di notizie storiche, per cui mi astengo dall’invadere un settore che risulterebbe di pertinenza unicamente di persone competenti. Di sicuro, però, posso ribadire quanto è già di pubblica conoscenza, e cioè che questa chiesa fu voluta da un gruppo di fedeli quanto meno non più tardi del 1852, cioè otto anni prima del 1860, epoca in cui si costituì in Confraternita con l’approvazione del re Francesco II. Credo sia sufficiente a supporto di quanto appena affermato la testimonianza desunta dalla lapide marmorea Continua a leggere

‘E caramell’ ‘e sciuscella

articolo del dott. Tullio Pesola

Con il cambio di stagione e l’inizio dei primi freddi siamo consapevoli che è facile ritrovarsi colpiti da disturbi alle vie respiratorie che, quando non costringono proprio a letto, rendono perlomeno difficoltoso condurre le normali attività quotidiane. E’ il caso, ad esempio, della tosse secca, particolarmente fastidiosa, perché caratterizzata dall’assenza di catarro da espettorare e spesso accompagnata da bruciori o senso di occlusione alla gola. Allora, per alleviarne il fastidio, interrompiamo i nostri comportamenti poco appropriati come fumare, bere alcool o mangiare in modo pesante e proviamo a consultare il nostro medico, perché ci riporti al più presto al nostro quotidiano.
Qualche anno fa, però, per tale problema un solo rimedio si rivelava effettivamente valido: le “caramelle di sciuscella” della Ditta Carrese, rinomata Pasticceria, nonché affermato e premiato Biscottificio della nostra Città.

Caramell''e sciuscelle

Caramelle di sciuscella

E per i dipendenti di tale Ditta era come se fosse un rito osservare minuziosamente i canoni di lavorazione indicati da don Mariano per le sue creazioni e fin’anche per le “caramelle di sciuscella”. Continua a leggere

Don Pascale ‘o cafettiere

articolo del dott. Tullio Pesola

Ad angolo del vicolo Cristallina in via Brin, di fronte all’ingresso dello stabilimento ex Vanacore, c’è una piccola bottega, dove un tempo si svolgeva servizio di bar. Si trattava di un locale gradevole, carino, un accogliente punto di ristoro a conduzione familiare, dove ogni componente aveva il suo compito ben preciso.

'O bar 'e don Pascale

‘O barriciello ‘e don Pascale – Via B. Brin

Alla cassa c’era la signora Anna, la moglie del titolare, che si alternava con la figlia Amalia in tale impiego; i figli Annuccia (la maggiore) e Carmine –quando gli impegni scolastici lo consentivano- erano preposti al servizio ai tavoli (solo due, a dire il vero, dati gli spazi piuttosto limitati!) ed alle consegne esterne; Pinuccia, la figlia più piccola, era seguita incessantemente dallo sguardo attento ed amoroso della mamma, e don Pasquale Sergio, il capofamiglia, addetto alla macchina del caffè ed al servizio di ristoro, passava gran parte della giornata lavorativa dietro al banco. D’inverno la clientela era costituita per lo più da dipendenti della Navalmeccanica, mentre d’estate l’attività diventava movimentata, di giorno per le innumerevoli presenze di ospiti curanti delle Terme Stabiane e di sera, invece, per quella girandola di convegni con la musica, il teatro, la moda, il divertimento ed il folklore che affascinava in tale periodo dell’anno grandi e piccoli nel suggestivo parco ex Vanacore. Continua a leggere

La pietra commemorativa dei Bottai

articolo del dott. Tullio Pesola

Lapide Confraternita dei Bottai

Lapide Confraternita dei Bottai

Ai piedi dell’Altare Maggiore della Parrocchia dello Spirito Santo, il tempio da molti conosciuto come “chiesa di San Ciro”, a suggello dell’ipogeo che custodiva le spoglie dei Bottai, confratelli dell’Arciconfraternita omonima, era situata un tempo una lapide storica. Essa costituiva la chiusura dell’accesso alle strutture sotterranee, frequentemente allagate a causa di infiltrazioni dovute al passaggio nelle immediate adiacenze del consistente flusso di acqua Ferrata, che svariati anni addietro alimentava la mescita al pubblico e lo stabilimento dei “Bagni del Molino”.

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