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‘O Pazzariello

articolo del dott. Tullio Pesola

Giuseppe Marotta definiva ‘o pazzariello “uno strano miscuglio di banditore e di giullare”. Infatti, questa figura burlesca, molto diffusa e caratteristica di una Napoli compresa tra la fine del Settecento e la prima metà del Novecento, si trasformava in fine banditore che improvvisava scene comiche e pantomime per le vie di Napoli e… non solo di Napoli. Testimonianza ne è l’immagine a seguire, che ci mostra il noto attore Ugo d’Alessio che per un film di Montillo, interpreta un pazzariello nella piazza dell’Orologio di Castellammare di Stabia, nell’atto di attirare i passanti con i suoi strampalati spettacolini.

L'attore Ugo d'Alessio, interpreta 'o Pazzariello in piazza "Orologio" (foto segnalata dal dott. Tullio Pesola).

L’attore Ugo d’Alessio, interpreta ‘o Pazzariello in piazza “Orologio” (foto segnalata dal dott. Tullio Pesola).

Vestito in modo molto vistoso, con balli, danze e filastrocche era solito annunciare l’apertura di nuovi negozi. Un piccolo gruppo di suonatori, composto per lo più da tamburino, putipù, scetavajasse e triccheballacche, sottolineava fragorosamente le frasi elogiative di questo singolare personaggio, mentre si muoveva – come si diceva – a passo di danza per le vie del rione. Continua a leggere

Don Peppino

articolo del dott. Tullio Pesola

Come sia affascinante ed emozionante assistere al battesimo di una nave è un sentimento che a noi Stabiesi appartiene particolarmente, è qualcosa di inesprimibile, come inesprimibile è quella sensazione che si avverte quando udiamo dire: “Madrina, in nome di Dio taglia!”.

Una particolare cerimonia, un particolare rito sono necessari quando si dà vita ad una materia inerte qual è l’informe quantità di lamiere o tavole di legname che, assemblate dalla sapienza del lavoro umano, danno infine forma a una nuova imbarcazione. Quella materia pesante e rozza, in apparenza a tutto idonea tranne che a galleggiare in acqua, si trasforma come per magia (la magia della tecnica umana!) in oggetti agili e sicuri fra le onde, perfino eleganti.

Don Peppino (foto - Tullio Pesola)

Don Peppino (foto – Tullio Pesola)

Occorre, quindi, amministrare il battesimo a quella imbarcazione con la benedizione religiosa e l’imposizione del nome prima del varo, ossia del suo primo ingresso in mare.

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Claudio Morelli (le pitture)

Claudio Morelli

Viottolo di campagna - Morelli

Viottolo di campagna – Morelli

Estesi paesaggi dove non si avvertono presenze di figure sia pure solitarie, ma anche luoghi onirici, surreali, case dalle forme geometrizzanti messe in risalto da un’esplosione scintillante di colori, caratterizzano lo stile creativo dell’artista stabiese Claudio Morelli. E’ possibile rilevare dalle sue opere un palese turbamento interiore, misto a desiderio di cambiamento, miglioramento, trasformazione. Nelle stesse notiamo, infatti, come l’Artista sogni un mondo migliore, più giusto, dove regna l’armonia, dove i fiori hanno colori più intensi, dove i prati sono caratterizzati da un verde delicato ed intenso nello stesso tempo, che permette all’anima di inebriarsi di serenità. Attraverso la sua tecnica, inoltre, Morelli riesce ad arricchire le sue immagini di poesia e di lirismo. Ad ogni pennellata esse acquistano una maggior volumetria, mentre i toni si caricano di intensa cromaticità.
In quanto pittore generoso, altruista, Claudio Morelli ci regala dei dipinti meravigliosi con colori stupendi, intensi, luminosi, pieni di speranze e con una natura pura, delicata, tutta da scoprire.
Tra le righe, infatti, ci dice di svegliarci e di proteggere la cosa più bella che abbiamo: La Natura.

Dott. Tullio Pesola

Galleria delle sue opere:

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Sacro ed Immacolato Cuore di Maria

 

Caro Maurizio, come da accordo telefonico, ti rimetto in allegato copia di un documento storico relativo alla formazione della Congrega intitolata al Sacro Cuore di Maria Immacolata. Contestualmente ti allego fedele interpretazione della scrittura con cui fu redatto lo stesso nel 1881. La Confraternita del Sacro Cuore di Maria Immacolata era –come, d’altronde, ogni altra istituzione di pari struttura giuridica- un’associazione ecclesiastica di fedeli, prettamente laici, canonicamente eretta, avente un proprio Consiglio Direttivo (Governo) con un Superiore (Priore), un Padre Spirituale, due Assistenti e due Vicari. Alla stessa maniera di altre Confraternite, essa curava la dignità del culto e l’animazione delle celebrazioni liturgiche nella Chiesa in cui aveva sede; inoltre, promuoveva nello spirito del volontariato, la solidarietà umana e cristiana con iniziative socio-caritative e, in caso di morte, anche se non provvedeva alla sepoltura dei confratelli, né ad accogliere le loro ossa in colombaie che non possedeva, disponeva per essi suffragi in ottemperanza alle proprie norme regolamentari.

Ti abbraccio. Tullio Pesola


CENNO STORICO DELLA CONGREGAZIONE SOTTO IL TITOLO DEL SACRO ED IMMACOLATO CUORE DI MARIA NEL COMUNE DI CASTELLAMMARE DI STABIA

Sacro ed Immacolato Cuore di Maria (Medaglietta)

Sacro ed Immacolato Cuore di Maria (Medaglietta)

Nell’anno 1850 dal defunto Vescovo di questa Diocesi Monsignor Don Francesco Saverio Petagna, volendosi istituire una Cappella Serotina in Castellammare di Stabia, e propriamente nel luogo detto Acqua Rossa, si determinò di prendere in fitto un Magazzino posto nel pian terreno del casamento in condominio alla strada Cantiere in questo Comune, e precisamente quello che fa angolo a detto casamento in verso il vicolo così detto Acqua Rossa.

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La Coppa Pentecoste

La Coppa Pentecoste (ricordi, immagini,… riflessioni)

articolo del dott. Tullio Pesola

Coppa Pentecoste (17 maggio 1964)

Coppa Pentecoste (17 maggio 1964)

Tra le diverse attività immaginate e realizzate dal gruppo giovanile “San Francesco d’Assisi” (un sodalizio della parrocchia dello Spirito Santo basato su una vita vissuta secondo i principi del Cristianesimo e sull’impegno nell’aiutare i più deboli ed i più poveri) non era certo secondo  a nessun’altra l’amore per l’atletica leggera. Alla stessa maniera di quanto si legge nello stralcio di una satira del poeta latino Quinto Orazio Flacco, che recita: ut pueris olim dant crustula blandi doctores, elementa velint ut discere prima (anche i maestri a volte con blandizie danno delle chicche ai bambini, perché si decidano a imparare l’alfabeto), nel nostro Gruppo non mancavano diversivi per attuare attraverso di essi progetti di evangelizzazione, che avrebbero offerto a chiunque di vivere una vita all’insegna dell’amore, della fratellanza, della lealtà, della condivisione di tutto con tutti. E fu così che tornei di pallavolo, staffette, corse campestri e simili risultavano essere il fulcro intorno al quale orbitava tale Associazione. Anche il Parroco, P. Mario Crocco, ammirava la passione per lo sport che era ben radicata in tale Aggregato ed un bel giorno non esitò a stimolarci ad organizzare (siamo nel 1963) una gara podistica riservata alle categorie Allievi (due giri) e Juniores (tre giri) sul circuito articolato lungo via C. Duilio, Piazza G. Amendola, via B. Brin, con partenza dall’allora stazione di servizio FINA ed arrivo davanti alla nostra  sede associativa in Via G. Bonito, 231…

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