A vicchiaia è ‘na brutta bestia!
articolo del prof. Luigi Casale
Vi sono delle storie che non hanno né tempo, né luogo. E forse nemmeno personaggi. Come i “paraustielli”. Tanto è vero che nemmeno si raccontano. Ma non è che non esistano. Sono solo sottintese, codificate, al punto tale che la saggezza popolare (saggezza economica) le richiama mediante una tacita convenzione tra parlante e ricevente (narratore e narratario) con la semplice espressione: “Comm´’a chillo” oppure “Comm´’a chillo r´’o cunto”; a volte, per indicare a chi si riferisca la morale sottintesa presente in tutte le storie (favole), aggiunge anche: “Tu, je fatto comma a chillo r´’o cunto…” o “Nuje facimmo…” o anche “Lloro facetteno…” e così via, per sottolineare un soggetto, un attore, la persona cioè che come primo termine della similitudine si è comportata come “quello del racconto”; chillo r´’o cunto, appunto.