articolo del dott. Raffaele Scala
Non lontano dall’antica chiesa di San Matteo, a Quisisana, nei pressi di Villa Mauro vi era un fondaco boschivo liberato dalla condizione di feudalità nel 1759 da Re Ferdinando IV. Adatto a costruirvi una panoramica villa gentilizia, la famiglia De Sangro, nobile e potente famiglia napoletana, di origini abruzzese e prima ancora francese, se ne innamorò, l’acquistò e vi costruì una magnifica villa. L’ultimo ad abitarla fu Placido De Sangro (1866 – 1911), Conte dei Marsi, che la eredita dallo zio Nicola, ultimo Duca di Martina, morto il 28 dicembre 1891. Placido non doveva essere un uomo felice, perseguitato com’era dai fantasmi dei suoi avi, alcuni dei quali si erano tolto la vita, fino a quando, a sua volta, non decise di seguirne le orme.
Si suicidò il 15 settembre 1911 lanciandosi dal balcone del terzo piano della sua villa, schiantandosi sul selciato sottostante, non lasciando eredi né disposizioni testamentarie. Aveva 45 anni. Ma di questa sua morte non rimase contento e si trasformò in fantasma affacciandosi spesso dal terrazzo del terzo piano, camminando in maniera disinvolta sui tetti, aprendo le imposte dei balconi e delle finestre, sorridendo, piangendo, restando immobile. Di tutto questo non poteva dirsi felice l’affranta vedova, Maria Spinelli, Contessa de Marsi, anzi spaventatissima, lasciò la casa rifugiandosi in quella più accogliente del capoluogo campano, mettendo in vendita l’immobile. Per nove mesi la villa rimase vuota e abbandonata, fino a quando ad acquistarla per 65mila lire il 28 giugno 1912, furono i fratelli, Carlo e Angelina Drowin, nativi di Verona ma da tempo residenti a Napoli, in via Mezzocannone. Con altre 15mila lire si appropriarono anche dei beni mobili. Lo fecero su fiducia, senza neanche aver mai messo piedi per un sopralluogo nella bella e fastosa proprietà. Carlo e Angelina credettero di aver fatto il grande affare comprando a sacco chiuso, ma non tardarono molto a rendersi conto, a capire di aver commesso il più grave errore della loro vita. Appena presero possesso della villa furono subito avvertiti dell’ingombrante coinquilino che li avrebbe tenuto compagnia, ma ancor più se ne accorsero cogliendone la presenza e se ne scapparono senza voltarsi indietro. Villa de Sangro rimase disabitata per altri sette anni, fino a quando il sanguigno Ugo Cafiero non si decise a fare il grande passo. Continua a leggere